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LE GRANDI SCOPERTE GEOGRAFICHE
L’Europa medioevale aveva un’idea precisa solo dell’area mediterranea, ma le conoscenze delle
altre terre erano vaghe e si confondevano con la mitologia. Nel ‘400 si possedevano già carte
geografiche, anche se imprecise e parziali.
Planisfero genovese – 1457
tratto dai calcoli e le indicazioni tolemaiche
Primi planisferi “completi” ci saranno nel XVI secolo.
I grandi viaggi di esplorazione saranno la conseguenza di una esponenziale crescita
tecnologica legata al mondo nautico: miglioramento sia delle imbarcazioni che delle
tecniche di navigazione.
• bussola: segna la direzione Nord
• astrolabio: stabilisce le coordinate di un luogo in base alle costellazioni
• carte nautiche: riproduzione di estensioni marine segnando i porti, gli scogli
e i fondali
• portolani: libri illustrati che descrivevano le condizioni di approdo dei porti
• abbandonata la navigazione di cabotaggio: navigare osservando solo le coste
• intrapresa la navigazione stimata o astronomica: navigare basandosi sugli strumenti
• caravelle: imbarcazioni adatte alla navigazione di lungo corso
Il fattore scatenante dell’avvento alle grandi scoperte geografiche fu l’avanzata turca sulle basi
commerciali del Mediterraneo. Questo costrinse gli Europei a cercare un passaggio a Sud per
superare l’Africa e puntare verso le Indie, vera rotta d’interesse economico. Così il principe di
Portogallo Enrico il Navigatore promosse viaggi di esplorazione lungo questa via, utili anche a
stabilire contatti diretti con i mercanti d’oro e di schiavi dell’Africa Occidentale.
Esploratori
Bartolomeo Diaz – 1488 raggiunse il
Vasco da Gama – 1497-1498 completò
Regno del Congo e poi il Capo di Buona
Speranza. Ciò fece capire che l’Africa a
Sud aveva un termine, doppiato il quale
si potevano raggiungere le Indie.
l’esplorazione raggiungendo il porto
indiano di Calicut.
da queste scoperte giungono in Europa spezie e tessuti pregiati
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CRISTOFORO COLOMBO
Al contrario dei suoi predecessori, Colombo era determinato ad affrontare un viaggio verso
l’ignoto. La sua convinzione si basava sul fatto che, essendo la terra rotonda, sarebbe stato
possibile raggiungere le Indie navigando anche verso Ovest. Aldilà dell’Oceano era sicuro di
trovare il Cipango e il Catai (Giappone e Cina attuali) dato che aveva calcolato la distanza tra
Europa e Indie, passando per Ovest, molto minore di quanto sia in realtà. Non era per nulla
consapevole che avrebbe invece trovato un altro continente nel mezzo.
Trovò ampia resistenza per portare a termine il suo progetto, ma dopo una serie di richieste
fallimentari ottenne l’attenzione e l’interesse delle Corte Spagnola che finanziò la spedizione.
Partenza il 3 agosto 1492
con tre Caravelle puntando a Ovest
il 12 ottobre 1492 tocca la terra
dell’America Centrale
precisamente l’isola di Guanahanì
ribattezzata da lui San Salvador
dopo aver piantato per terra il vessillo di Spagna
e aver redatto un documento di possesso
rientra in Patria
convinto di aver raggiunto
alcune isole dinanzi alle coste del Catai
I re spagnoli, convinti che l’impresa di Colombo avrebbe permesso lo sfruttamento di quelle terre
e l’ampliamento dei loro commerci, finanziarono altre due spedizioni nel !494 e 1498 che
risultarono però deludenti. Colombo, accusato di voler divenire signore delle terre scoperte,
cadde in disgrazia presso la Corte Spagnola, anche se i re di Spagna gli offrirono un’ultima
possibilità finanziando una quarta spedizione nel 1502 che si risolse anch’essa in malo modo.
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LA CONQUISTA DEL MONDO NUOVO
Fin dagli inizi del ‘500 la Spagna, e in seguito altri Stati europei, si impossessarono di immensi
territori situati nell’America centrale e meridionale. Nel 1514 il giurista regio Palacios Rubios
compilò un documento, chiamato Requerimiento, con l’intento di dare una base legale ai
desideri dei conquistatori. A partire da Colombo, quelle terre erano considerate “vergini”: Dio le
regalava al primo venuto e il notaio sanciva legalmente il possesso, con tanto di testimoni.
Le principali motivazioni che spingevano
i conquistatori erano tre
quella di potersi arricchire facilmente:
la ricerca dell’oro li condusse
sempre più all’interno del continente
poter evangelizzare le popolazioni indigene:
la Chiesa vedeva in ciò il
completamento delle Crociate
elevarsi socialmente: partivano contadini, artigiani e
hidalgos, esponenti della piccola nobiltà,
tutti in cerca di migliorare la propria condizione
economica e sociale
Tutto questo certamente non fu privo di situazioni sanguinose e violente. I
conquistatori compirono un vero genocidio dei popoli precolombiani: ciò
avvenne in tre modi distinti.
• uccisioni dirette: dovute all’uso di armi molto più evolute.
• maltrattamenti: dovuti al lavoro forzato nelle miniere d’oro.
• shock microbiotico: dovuto alle malattie portate dai conquistatori
completamente sconosciute agli indigeni, come vaiolo e morbillo.
• Hernán Cortés: conquistò il Messico.
• Francisco Pizarro e Diego de Almagro: conquistarono il Perù.
La vittoria di questi fu facile perché gli Indios non erano uniti tra loro, non hanno idonee difese
contro le nuove malattie, non sono capaci di organizzarsi ma soprattutto nei loro racconti
religiosi si parla dell’arrivo e della vittoria di popoli invasori.
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