Gli allievi di Masullo

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Gli allievi di Masullo
Scritto da Administrator
Domenica 12 Aprile 2009 23:05 -
La prima generazione dei miei allievi, quella che potremmo chiamare gli allievi classici, è
soprattutto costituita da tre persone Maria Paola Fimiani, Bianca Maria D’Ippolito e Giuseppe
Cantillo. Ognuno dei tre è diverso profondamente dall’altro. Cantillo è sostanzialmente una
persona sensibile alla dimensione storica con spunti di interesse personale di intonazione
esistenzialistica e fu da me spronato, incitato, a condurre per esempio uno studio hegeliano
molto serio da cui venne fuori la prima traduzione italiana del volume di Hegel a cui viene dato il
nome di Filosofia dello spirito jenese, che poi ha avuto una seconda edizione riveduta, in cui
Cantillo mette in rilievo attraverso il testo quello che potremmo chiamare l’incunabolo del
pensiero hegeliano della filosofia dello spirito che è molto utile anche per dissipare alcune
presentazioni banali e scolastiche del pensiero di Hegel. Un Hegel molto più problematico, un
Hegel molto più vicino alle inquietudini del primo pensiero idealistico, un Hegel già interessato
al problema della cultura come carattere fondamentale dell’uomo, ma appunto più al momento
originario della cultura che non alle grandi sistemazioni culturali come poi avverrà nelle pagine
della Storia della filosofia o della Filosofia della storia. Poi successivamente Pino, vinto il
concorso, entrato anche in un rapporto più intenso con Tessitore, è stato in qualche modo
spinto verso una curvatura un po’ diversa cioè verso un interesse fondamentale di storia della
filosofia soprattutto in chiave storicistica, il che non ha però evitato che proprio questo essere
sospinto verso una posizione storicistica avesse come riflesso reattivo un riemergere di antichi
motivi esistenzialistici. Quindi scrisse un bel libro in cui appunto questo tema
dell’esistenzialismo al centro di una visione storicistica veniva messo in bella mostra e
considerazione.
P.F. : A livello di rapporti personali…
A.M. : Ah sono ottimi. Noi siamo… veramente questi tre allievi sono ancora per me degli amici
intimi. Loro mi telefonano spesso ci vediamo quando è possibile, si sono impegnati nelle varie
iniziative di volumi in mio onore, pare che adesso ne stiano facendo una terza. Insomma sono
legati a me molto profondamente. E questa è una delle mie soddisfazioni di professore. Poi
l’altra la Bianca Maria d’Ippolito è quella che da me ha più ereditato l’interesse per la
fenomenologia. Interesse che tuttora coltiva. Ha scritto alcune cose molto importanti di carattere
strettamente fenomenologico, per esempio sul concetto di storia in Husserl e nella
fenomenologia husserliana, si è occupata di filosofia moderna e in particolare di quel periodo tra
Cartesio e la nascita della scienza moderna per cogliere alcune categorie fondamentali di
questa problematica filosofica. E poi Maria Paola Fimiani che è un’altra personalità ancora, una
personalità intellettualmente mascolina cioè teoricamente forte che si è poi soprattutto dedicata
ai problemi di carattere antropologico, partendo dalla antropologia storicamente consacrata,
dalle ricerche antropologiche della fine dell’Ottocento e dei principi del Novecento. E uno degli
autori a cui si è dedicata come maggior impegno e successo è Marcel Mauss, successivamente
si è occupata di Foucault, lavorando soprattutto su queste grandi categorie emerse appunto
nella antropologia del primo Novecento per esempio la categoria del dono, su cui ha pubblicato
anche qualche bel volume. Queste sono le tre figure maggiori di allievi. Poi c’è anche una
quarta persona di grande valore che è Franco Donadio, che è un prete però molto liberale,
indipendente ideologicamente che io incitai a studiare Yorck di Wartenburg, quindi lui fece la
prima traduzione italiana di quel testo pubblicato postumo di Yorck di Wartenburg sulla filosofia
greca e si è occupato poi, appunto passando per Yorck di Wartenburg, quasi inevitabilmente di
Dilthey, ha tradotto il carteggio tra Dilthey e Yorck di Wartenburg e si è poi occupato anche di
rapporti tra la teologia e la storia, di storiografia teologica nel senso più moderno e avanzato
della parola. Allora, Cantillo insegna ha Napoli, ha ereditato la mia cattedra, adopero questa
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brutta parola per intenderci, Bianca Maria d’Ippolito insegna Filosofia morale a Salerno, e Maria
Paola Fimiani insegna a Salerno in un’altra facoltà, anche Filosofia morale. Poi Donadio
insegna attualmente Storia della filosofia a Napoli. C’è anche un altro mio allievo, Alfonso Di
Maio, che veramente non nacque come mio allievo, nacque come allievo di Carbonara, persona
a me affezionata, a cui voglio molto bene, molto intelligente, lui è professore associato di Storia
della filosofia moderna, uomo che ha visto in qualche modo ridotta la sua carriera dal suo forte
impegno politico. È stato una delle figure più significative del partito comunista napoletano, poi
del Pds. Adesso si è un po’ defilato dedicandosi con maggior impegno al suo lavoro. Questa
quindi la generazione più anziana. Poi ci sono elementi della nuova generazione. Bruno
Moroncini, che adesso è professore di Filosofia teoretica a Salerno, che è un mio allievo molto
affezionato, ma su posizioni molto diverse dalle mie perché lui è sulla linea del
decostruzionismo derridiano, lui si è molto occupato di Benjamin, scrisse un bel libro su
Benjamin, e quindi questa sensibilità per una filosofia che non si chiuda nelle categorie
tradizionali ma viceversa esplori dimensioni anche letterarie varie. Della stessa generazione di
Moroncini c’è un altro allievo che si chiama Felice Ciro Papparo, che finora è stato un po’
sacrificato come tecnico laureato nel nostro dipartimento, non avendo altri posti lo avviai a
vincere questo concorso, ma adesso dovrebbe essere sul punto di raggiungere una posizione
di professore associato, di abilitazione a professore associato, e ha scritto parecchie cose, si è
occupato molto di Valery e di Bataille. Quindi il suo interesse si lega molto di più a quello di
Moroncini, sono anche tra l’altro amici, colleghi, più o meno della stessa generazione. Anche lui
mi è molto devoto, mi ha dedicato qualche saggio molto bello. Poi, dunque, c’è Fabio
Ciaramelli, che è professore associato alla Federico II, che si è occupato di Levinas esordì con
una tesi su Levinas che poi andò a riprendere anche a Lovanio e si laureò anche a Lovanio, gli
fu pubblicata questa tesi anche a Lovanio, di lì poi ha sviluppato i suoi interessi di carattere
moralistico in studi successivi. Poi ho parecchi altri allievi ma questi sono quelli che hanno una
posizione più, diciamo, rilevante dal punto di vista degli studi fatti.
(conversazione del 18/10/2002)
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