Progetto “Siamo tutti biodiversi?” MODULO 5: Funzionamento degli ecosistemi FATTORI ECOLOGICI DETERMINANTI DEI VARI HABITAT ALPINI Ambienti acquatici Valeria Lencioni Sezione Zoologia degli Invertebrati e Idrobiologia © Museo Tridentino di Scienze Naturali ECOLOGIA (dal greco oikos= casa e logos= discorso, trattazione, studio) Ernst Haeckel, nel 1869 è lo studio delle relazioni che intercorrono tra gli organismi e il loro ambiente (risposte all’ambiente fisico, interazioni tra organismi ed effetti degli organismi sull’ambiente) AUTOECOLOGIA → popolazioni di una determinata specie SINECOLOGIA → comunità (relazioni inter-specifiche) © Museo Tridentino di Scienze Naturali In particolare l'ecologia studia: HABITAT è l’ambiente naturale in cui un organismo normalmente vive, rappresenta "l'abitazione", con determinate caratteristiche e condizioni ambientali Ogni habitat è caratterizzato dai suoi particolari aspetti fisici e chimici… © Museo Tridentino di Scienze Naturali NICCHIA ECOLOGICA rappresenta lo spazio fisico in cui un organismo svolge le sue funzioni in rapporto con gli altri organismi In un dato habitat ogni specie occupa una sua nicchia ecologica, che non è semplicemente un luogo ma un modo di vita, un ruolo, e comprende tutte le condizioni fisiche, chimiche e biologiche di cui la specie necessita per vivere e riprodursi (luce, anidride carbonica, ossigeno acqua e sostanze nutritive, temperatura, tipo di cibo, predatori, specie che competono per le stesse risorse) © Museo Tridentino di Scienze Naturali L'insieme di organismi viventi animali e vegetali e dell'ambiente fisico inanimato che interagiscono fra di loro costituisce l'ECOSISTEMA ECOSISTEMA: (oikoò e susthma = sistema ambiente) porzione di biosfera delimitata naturalmente costituito da una comunità (biocenosi) (componente biotica) e dall'ambiente fisico circostante, il geotopo (che fa parte di una ecoregione) (componente abiotica), con il quale si vengono a creare delle interazioni reciproche in equilibrio dinamico. © Museo Tridentino di Scienze Naturali FATTORI ECOLOGICI Ogni variabile fisica, chimica o biologica dell’ambiente in grado di influire sulla vita di un organismo, popolazione o comunità assume il ruolo di fattore ecologico. ABIOTICI FATTORI ECOLOGICI BIOTICI © Museo Tridentino di Scienze Naturali I fattori BIOTICI tutte le interazioni che si realizzano tra gli organismi viventi, sia a livello intraspecifico, cioè all'interno della stessa specie (competizione), che a livello interspecifico cioè tra specie diverse (predazione, parassitismo, simbiosi) I fattori ABIOTICI •climatici (temperatura, precipitazioni, venti, umidità) •topografici (altitudine, esposizione) •edafici e pedologici (profondità, granulometria, stabilità, composizione) •idrologici e chimici (corrente, pH, conducibilità, ossigeno) Luce, temperatura, umidità, sali minerali sono fattori ecologici importanti in ambienti terrestri. Luce, temperatura, salinità, ossigeno disciolto, sono fattori ecologici importanti in ambienti acquatici. © Museo Tridentino di Scienze Naturali Legge del minimo di Liebig o Teoria del Minimo (1840) Nell'ottocento il chimico e agronomo Justus von Liebig, mise in evidenza che in genere è uno solo il sale nutriente che limita la crescita di una pianta Nella formulazione originale: “La crescita dei vegetali è determinata dall’elemento che è presente in quantità minore rispetto ai fabbisogni”. Successivamente la legge è stata ampliata: Justus von Liebig “La crescita di un individuo (o di una popolazione) in un ecosistema è determinata dal fattore ecologico che è presente in quantità minore rispetto alle necessità" (Darmstadt 1803 - Monaco 1873) Tale fattore è detto “fattore limitante” perché di fatto determina il limite massimo di crescita delle popolazioni. © Museo Tridentino di Scienze Naturali La legge di Shelford (1913) o Legge della Tolleranza “Ogni organismo di fronte ai fattori ambientali ha un intervallo di tolleranza compreso tra un minimo e un massimo entro cui si colloca il suo optimum ecologico”. 9ogni specie, per ogni fattore ambientale, ha un intervallo ottimale di crescita entro il quale la popolazione prospera; 9al di fuori di tali valori ottimali, esiste un intervallo di tolleranza entro il quale la specie ha ancora possibilità di crescita ridotta o almeno di sopravvivenza in attesa che si ripristino le condizioni ottimali; 9oltre i limiti di tolleranza, per ogni fattore ecologico, la specie non può esistere in un certo ambiente. © Museo Tridentino di Scienze Naturali In base al grado di tolleranza, vengono utilizzati termini che usano il prefisso steno— nel significato di “stretto” ed euri— nel significato di “ampio”: stenotermo — eritermo (temperatura) stenoidrico — euriidrico(acqua) stenoalino — eurialino(salinità) stenofago — eurifago (cibo) stenobato — euribato (pressione) stenoecio — euriecio (habitat) In una specie steno- il minimo, l’optimum e il massimo sono molto vicini. Quindi, un modesto cambiamento di temperatura (che per una specie euriterma avrebbe un minimo effetto) si rivela spesso critico. L’evoluzione di stretti intervalli di tolleranza potrebbe essere considerata una forma di specializzazione © Museo Tridentino di Scienze Naturali TUTTI I FATTORI ECOLOGICI AGISCONO: 1) Determinando la PRESENZA o l’ASSENZA di una specie in un certo ambiente 2) I ritmi di natalità e di mortalità, e pertanto i ritmi di crescita e perciò la NUMEROSITA’ di una popolazione in un ecosistema 3) Condizionamenti adattativi delle specie (es: riduzione delle ali degli insetti in zone ventose, per selezione naturale, sfruttando la variabilità genetica delle specie) La presenza/assenza di determinate specie/comunità riflette la storia dell’ambiente e le condizioni passate/presenti di un’area © Museo Tridentino di Scienze Naturali Ecosistema fiume River Continuum Concept (Vannote et al., 1980) Crenon Rhithron Potamon - Corrente forte - Copertura arborea - Poca produzione primaria (periphyton) - Temperatura bassa - Substrato roccioso-ciottoloso → Poche specie - Corrente meno forte - Copertura arborea minore - Buona produzione primaria (macrofite) - Temperatura più alta - Substrato ciottoloso-ghiaioso → Molte specie - Corrente debole, acque torbide - No copertura arborea - Poca produzione primaria - Temperatura alta - Substrato sabbioso-limoso → Poche specie © Museo Tridentino di Scienze Naturali Torrenti alpini glaciali In estate: ¾ elevata velocità di corrente (2.0±0.5 m s-1) ¾ elevata e altamente variabile portata (1-5 m3 s-1) ¾ elevata instabilità del canale e del substrato ¾ elevata torbidità (270±300 mg l-1) Hydrurus foetidus ¾ bassa temperatura dell’acqua (3.9±1.4 °C) ¾ assenza di vegetazione riparia e di muschi In inverno: congelamento, siccità …..rendendo questi torrenti più inospitali per flora e fauna per un tratto più lungo © Museo Tridentino di Scienze Naturali Torrenti non glaciali (krenal/rhithral) ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ bassa velocità di corrente (0.7±0.2 m s-1) bassa e più costante portata (0.1±0.05 m3 s-1) elevata stabilità del canale e del substrato elevata trasparenza (6±3 mg l-1) bassa temperatura dell’acqua (5.1±1.8 °C) ricca in muschi e rive vegetate © Museo Tridentino di Scienze Naturali Adattamenti morfologici Efemerotteri Baetis Heptagenia 1) Appiattimento del corpo 2) Forma idrodinamica Ditteri Tricotteri 3) Astucci come zavorre Blephariceridae 4) Ventose Simulidi © Museo Tridentino di Scienze Naturali Zona litorale Phragmites australis Estrema variabilità: sedimenti, ondazione, vegetazione, profilo della riva (maggiore eterogeneità di habitat) Typha latifolia • • • • elevata ricchezza in specie organismi euritermi e ubiquisti biocenosi locali fluttuazioni stagionali Spargan ium erectum Fattori limitanti: •variazioni di livello: possono alterare la composizione in specie •fattori biologici: competizione, predazione © Museo Tridentino di Scienze Naturali Gasteropodi Sialidi Irudinei Cnidari Odonati Crostacei Emitteri Idracarinidi Chironomidi Oligocheti Platelminti Efemerotteri Bivalvi Ceratopogonidi © Museo Tridentino di Scienze Naturali Zona profonda Stratificazione termica dei laghi temperati Mod. Bertoni 2006 (Laghi e scienza – Introduzione alla limnologia) Bassa temperatura, mancanza di luce, ipossia, sedimento limoso omogeneo • bassa ricchezza in specie • organismi resistenti all’ipossia Fattore limitante: ossigeno disciolto © Museo Tridentino di Scienze Naturali Chironomidae Chironomidi e Oligocheti Oligochaeta ottimi indicatori di stato trofico, livello di ossigenazione e acidificazione, di inquinamento chimico e radioattivo livello famiglia/classe (Italia) © Museo Tridentino di Scienze Naturali VENTO Piante nane, posizione prostrata delle piante Brachipteria e apteria © Museo Tridentino di Scienze Naturali LUCE © Museo Tridentino di Scienze Naturali TEMPERATURA Riduzione delle dimensioni corporee Con poche eccezioni, per gli invertebrati si osserva una diminuzione delle dimensioni corporee all’aumentare di quota e latitudine VANTAGGI - Richiesta di una minor quantità di cibo in habitat dove è scarso -Tasso di crescita più alto, possibilità di formare in tempi brevi popolazioni più numerose, riducendo le possibilità di estinzione - Maggior possibilità di trovare rifugi protetti per superare l’inverno © Museo Tridentino di Scienze Naturali FATTORI BIOTICI • predazione • parassitismo • competizione intra- ed inter-specifica © Museo Tridentino di Scienze Naturali FATTORI BIOTICI • predazione • parassitismo • competizione intra- ed inter-specifica Larve Plecotteri 25 ind h-1 20 15 10 5 0 9 12 15 18 21 24 tempo (ore) 3 6 I Plecotteri sembrano essere più notturni, come osservato da altri autori in torrenti popolati da pesci di cui i Plecotteri sono ghiotte prede. Sembra che l’attività notturna in questi ed altri Insetti (per esempio gli Efemerotteri) si sia evoluta come risposta comportamentale fissa alla predazione e non come conseguenza diretta dell’attività predatoria diurna dei pesci © Museo Tridentino di Scienze Naturali