GUIDA ALLA STORIA DELLA MUSICA E ALL’ASCOLTO II Classe Scuola Media Inferiore 1 INDICE N° 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. ATTIVITÀ IL RINASCIMENTO Pierluigi da Palestrina Claudio Monteverdi La nascita del melodramma IL PERIODO BAROCCO L’oratorio e Giacomo Carissimi Il primo teatro pubblico: San Cassiano Giovan Battista Pergolesi e l’opera buffa Gli strumenti protagonisti del Barocco Girolamo Frescobaldi Domenico Scarlatti Orchestra Barocca – Concerto e Concerto Grosso Arcangelo Corelli Antonio Vivaldi Johann Sebastian Bach Georg Friedrich Haendel IL PERIODO CLASSICO Cristoph Willibald Gluck Muzio Clementi Franz Joseph Haydn Wolfgang Amadeus Mozart Ludwig van Beethoven APPROFONDIMENTI – CURIOSITÀ SUL RINASCIMENTO APPROFONDIMENTI – SCHEDA DI F. J. HAYDN APPROFONDIMENTI – SCHEDA DI W- A- MOZART APPROFONDIMENTI – SCHEDA DI L. VAN BEETHOVEN PAGINA 3 4 5 6 7 7 8 9 10 11 12 13 14 15 17 19 20 21 22 23 24 26 28 31 33 38 GUIDA ALLA STORIA DELLA MUSICA E ALL’ASCOLTO 2 ASCOLTO “Danza Rinascimentale: Schiarazula Marazula” http://www.youtube.com/watch?v=bfJfHJRQq8M IL RINASCIMENTO Annunciato da un intenso sviluppo delle arti, delle lettere, della musica, delle scienze, ha inizio il grande momento del “Rinascimento”, un periodo storico che domina parte del XIV e tutto il XVI secolo. Il vecchio mondo medioevale dei castelli e dei monasteri cede il passo a quello moderno delle città. Il 12 Ottobre 1492 il mondo ha un continente in più; l’America, raggiunta per la prima volta dalle caravelle di Cristoforo Colombo. L’invenzione della stampa a caratteri mobili, avvenuta quasi negli stessi anni, dà l’avvio alla diffusione della cultura, sino questo momento custodita gelosamente nelle biblioteche dei conventi. Anche la musica compie passi importanti. Compaiono nuovi strumenti come il violino e il clavicembalo e la tecnica della polifonia si perfeziona a tal punto che i compositori non si accontentano più di scrivere per due o tre voci, ma addirittura per quattro, cinque, sei e anche più. 3 PIERLUIGI DA PALESTRINA La musica sacra ha il suo massimo esponente in “PIERLUIGI DA PALESTRINA”, detto “il principe della musica”, il più grande polifonista del Cinquecento. Palestrina scrisse circa 100 messe, oltre a numerosissime altre composizioni, tutte per sole voci, senza cioè accompagnamento di strumenti. (Fra le composizioni si ricordano particolarmente: la “MESSA PAPAE MARCELLI”, lo “STABAT MATER” ad 8 voci). ASCOLTO: “KYRIE” dalla Messa Papa Marcello di P. da Palestrina http://www.youtube.com/watch?v=16cH1RZcPKs 4 CLAUDIO MONTEVERDI Nel campo della musica profana, il madrigale, nato a Firenze due secoli prima, raggiunse soprattutto per merito di “CLAUDIO MONTEVERDI” (1567-1643), il suo massimo splendore. Musica fatta per le splendide feste dell’artistocrazia, il madrigale cinquecentesco, composizione per sole voci su testi dei maggiori poeti dell’epoca, è la forma profana più importante e diffusa di questo periodo. (Fra le composizioni si ricordano: il madrigale “Quell’augellin che canta”, la favola pastorale “Orfeo” e le opere teatrali “Il ritorno di Ulisse in Patria”, e “L’ incoronazione di Poppea”). ASCOLTO: “QUELL’AUGELLIN CHE CANTA” di C. Monteverdi http://www.youtube.com/watch?v=UqskjQVtgRI 5 LA NASCITA DEL MELODRAMMA Gli ultimi anni del sec. XVI sono caratterizzati da un avvenimento importante nella storia della musica: “la nascita del melodramma” (ovvero dell’opera lirica, come noi oggi preferiamo chiamarla). Nel 1594, nel palazzo del nobiluomo fiorentino Jacopo Corsi, ha luogo la prima rappresentazione della “Dafne”, messa in musica da Jacopo Peri e dallo stesso Jacopo Corsi. Si tratta di un primo esperimento realizzato quasi in forma privata entro un ristretto circolo di artisti e letterati, la famosa “Camerata dei Bardi”, che vuole così rinnovare i fasti dell’antico teatro greco. Il vero battesimo ufficiale dell’opera lirica si ha però il 6 Ottobre 1800, a Firenze in occasione delle fastose nozze di Maria de’ Medici ed Enrico IV di Francia, con la rappresentazione dell’ “Euridice”, di O. Rinuccini e J. Peri. Con questo evento ha inizio la straordinaria storia dell’opera lirica, uno spettacolo unico che per più di tre secoli ha entusiasmato le platee di tutto il mondo e che ancora oggi continua a registrare il tutto esaurito. ASCOLTO: “Introduzione” dell’Euridice di J. Peri http://www.youtube.com/watch?v=6QK47uaF0HY ASCOLTO: “Danza Barocca” http://www.youtube.com/watch?v=cUe7vYPggns 6 IL PERIODO BAROCCO I centocinquanta anni che vanno dall’inizio del secolo decimosettimo sino alla metà del decimottavo, costituiscono il periodo che va sotto il nome ”BAROCCO”. Fasto e sontuosità contraddistinguono l’arte di quest’epoca: pittura, architettura, teatro vanno alla ricerca di effetti grandiosi, imponenti, di contrasti, di abbondanza di decorazioni. Anche la musica si trasforma. Il cinquecento era stato il secolo della polifonia, il seicento vede invece l’affermazione dell’omofonia. Nasce l’oratorio, un melodramma sacro senza scene né costumi, ispirato ad episodi della Bibbia. GIACOMO CARISSIMI GIACOMO CARISSIMI è il grande iniziatore di questo nuovo genere. Numerosi sono gli oratori da lui scritti, tra i quali il più famoso è Jephte. ASCOLTO: Prima parte dell’oratorio “JEPHTE” di G. Carissimi http://www.youtube.com/watch?v=b3pQLAQKCbs ASCOLTO: Aria “VITTORIA MIO CORE” di G. Carissimi http://www.youtube.com/watch?v=06dQzGgDSKc 7 IL PRIMO TEATRO PUBBLICO: San Cassiano Nel 1637 viene inaugurato a Venezia il teatro S. Cassiano: è il primo teatro pubblico per le rappresentazioni dell’opera lirica che esce così dai palazzi privati dei ricchi patrizi acquistando in breve una vasta popolarità. (Uno dei più acclamati musicisti al Teatro S. Cassiano fu Francesco Cavalli) ASCOLTO: “DELIZIE CONTENTE” dall’opera “Giasone” di F. Cavalli http://www.youtube.com/watch?v=7s1Hno1eEzU 8 GIOVAN BATTISTA PERGOLESI A Napoli cresce una famosa scuola operistica che per quasi due secoli domina incontrastata tutti i teatri d’Europa. Proprio a Napoli vede la luce un genere nuovo: l’opera buffa, il cui primo incomparabile modello è “La serva padrona” di GIOVAN BATTISTA PERGOLESI. ASCOLTO: “STIZZOSO MIO STIZZOSO” dalla “Serva padrona” di G. B. Pergolesi http://www.youtube.com/watch?v=ZUa3AN-_hM0 TESTO Stizzoso, mio stizzoso, Voi fate il borioso, Ma nò, ma non vi può giovare; Bisogna al mio divieto star cheto, cheto, E non parlare, Zitt!… Zitt!… Serpina vuol così. Zitt!… Zitt!… Serpina vuol così. Cred’io che m’intendete, si, che m’intendete, si, Dacchè mi conoscete son molti e molti dì. ASCOLTO: “STABAT MATER” di G. B. Pergolesi http://www.youtube.com/watch?v=8NrCHygko0U 9 GLI STRUMENTI PROTAGONISTI DEL BAROCCO Per tutto il periodo barocco, la musica strumentale, fino a questo momento in secondo piano rispetto a quella vocale, conosce uno sviluppo importantissimo. I grandi protagonisti sono l’organo, il clavicembalo e il violino. 10 GIROLAMO FRESCOBALDI Il ferrarese GIROLAMO FRESCOBALDI può essere considerato uno dei più insigni capiscuola della musica organistica e clavicembalistica. Le composizioni di Frescobaldi mantengono lo stile polifonico, preparano la strada alla prossima nascita della fuga, che avrà in Johann Sebastian Bach il suo più grande maestro. ASCOLTO: Aria con variazioni detta “ LA FRESCOBALDA” di G. Frescobaldi http://www.youtube.com/watch?v=m31v8fwtbiE ASCOLTO: “TOCCATA AVANTI LA MESSA DELLA DOMENICA di G. Frescobaldi http://www.youtube.com/watch?v=wiqlYtn_woM 11 Nato intorno alla metà del Cinquecento, il clavicembalo conosce il suo massimo splendore proprio nel periodo barocco. DOMENICO SCARLATTI DOMENICO SCARLATTI è il più grande dei clavicembalisti italiani. È uno dei più fecondi compositori di quell’epoca. Abbandonata la tecnica polifonica, lo stile del clavicembalo reso brillante dalla vivacità dei trilli e degli arpeggi, mette in luce il suo carattere salottiero e virtuosistico rispetto a quello austero dell’organo. ASCOLTO: “Sonata per clavicembalo K 1 in Re minore” http://www.youtube.com/watch?v=hC_4oETZhK8 ASCOLTO: “TOCCATA K 141” di D. Scarlatti http://www.youtube.com/watch?v=PcsRl_LIJHA 12 La comparsa e l’affermazione del violino coincide con lo sviluppo delle prime vere orchestre nel senso moderno della parola. La sezione degli archi (violini, viole, violoncelli e contrabbassi) assicura un insieme ricco di infinite possibilità espressive. L’organico tipico dell’orchestra barocca è costituito da archi, pochi strumenti a fiato e dal clavicembalo che funge da conduttore. Nascono in questo periodo numerose composizioni strumentali, fra le quali fanno spicco il CONCERTO GROSSO (composizione per un gruppo di strumenti e orchestra) e il CONCERTO (per strumento solista e orchestra). 13 ARCANGELO CORELLI Autore di celebri concerti grossi è il violinista ARCANGELO CORELLI che seppe trarre dal suo strumento quanto di poetico, nobile, ispirato esso può dare. La sua musica è piena di spiritualità, pervasa a tratti da una tenera, garbata malinconia. ASCOLTO: “LA FOLLIA” di A. Corelli http://www.youtube.com/watch?v=YOTHiagFhqk ASCOLTO: “SONATA A QUATTRO” di A. Corelli Edizione per violino e pianoforte http://www.youtube.com/watch?v=Ec_b6ytcBMs http://www.youtube.com/watch?v=ijeRy0Ryazg ASCOLTO: “SONATA A QUATTRO” di A. Corelli per Ensemble di chitarre http://www.youtube.com/watch?v=fymq65H5Omw 14 ANTONIO VIVALDI La tecnica violinistica, che si va via via affermando nella seconda metà del Seicento, ha il suo insigne e continuatore in ANTONIO VIVALDI, compositore e virtuoso d’eccezione. Più di cinquecento sono le sue opere strumentali fra le quali spiccano i concerti che oltre alla loro bellezza hanno il merito di aver preparato la strada del concerto moderno, dando il giusto rilievo alla parte solistica e fissando la classica divisione in tre tempi (Allegro, Adagio, Allegro). 15 ASCOLTO: “LE QUATTRO STAGIONI” di A. Vivaldi LA PRIMAVERA http://www.youtube.com/watch?v=CEBOt3VAEdg http://www.youtube.com/watch?v=5g_Xgh3vPUA L’ESTATE http://www.youtube.com/watch?v=VlOqoVsQEPU Il Presto con Spartito http://www.youtube.com/watch?v=4DakWcPmjlo L’AUTUNNO http://www.youtube.com/watch?v=WA8EJQOqbdo Altra versione http://www.youtube.com/watch?v=FCT6hsvTrA0 L’INVERNO http://www.youtube.com/watch?v=uC-USAB530A http://www.youtube.com/watch?v=KtVlfisEWEs con spartito http://www.youtube.com/watch?feature=endscreen&v=v9Oyd3jG5hY&NR=1 Alcune parti con descrizione/spiegazione del grande violinista Uto Ughi http://www.youtube.com/watch?v=QBsrCSulSbU Concerto “IL CARDELLINO PER FLAUTO E ORCHESTRA D’ARCHI IN RE MAGGIORE” http://www.youtube.com/watch?v=cS2nXxNobcA Con il “Flauto dolce Sopranino” http://www.youtube.com/watch?v=_ArHYe9P7rI “GLORIA IN EXCELSIS DEO” di A. Vivaldi con spartito http://www.youtube.com/watch?v=0ICW_iZcti4 16 JOHANN SEBASTIAN BACH JOHANN SEBASTIAN BACH appartenne a una antica e gloriosa famiglia di musicisti. Organista e clavicembalista di raro valore, fu certamente anche il più grande musicista mai esistito. Di temperamento profondamente religioso, visse una vita modesta ed austera, dividendo la giornata tra l’insegnamento, la composizione e le cure della sua numerosa famiglia. Le sue opere più famose sono: la Passione secondo San Matteo, la Messa in Si minore, (per soli, coro e orchestra), la Toccata e fuga in Re minore e la Passacaglia in Do minore per organo. Del clavicembalo ben temperato, raccolta di 48 preludi e fughe, l’arte della tecnica clavicembalistica raggiungono una perfezione ineguagliata. La toccata e fuga in Re minore che Bach compose quando aveva solo vent’anni è la sua pagina organistica più celebre ed eseguita. 17 ASCOLTO: “TOCCATA E FUGA IN RE MINORE PER ORGANO”, http://www.youtube.com/watch?v=xKD6ayxB8qE Adattamento per solo flauto contralto http://www.youtube.com/watch?v=fTeC4IfBiIA la “PASSACAGLIA E FUGA IN DO MINORE” http://www.youtube.com/watch?v=gWakfufLMbQ “ARIA SULLA QUARTA CORDA” di J. S. Bach http://www.youtube.com/watch?v=9LHk2GDs-0U Per solo organo http://www.youtube.com/watch?v=Dt7n-0NgRyM “LIBRO DI MAGDALENA BACH” – edizione originale su clavicembalo http://www.youtube.com/watch?v=onOpuTBZGhg “INVENZIONI A DUE VOCI N. 1,4,8,9,10,13” di J. S. Bach http://www.youtube.com/watch?v=UrinifkB8QM “INVENZIONI A TRE VOCI N. 1,2,3,8,12,15” di J. S. Bach http://www.youtube.com/watch?v=FcrHBWNfFTM “INVENZIONE A TRE VOCI N. 6” di J. S. Bach http://www.youtube.com/watch?v=37qgeWbPSig “SUITE INGLESE IN LA MINORE” di J. S. Bach http://www.youtube.com/watch?v=B3xDoJiIRqg “SUITE INGLESE IN SOL MINORE” di J. S. Bach http://www.youtube.com/watch?v=eXhu8D_TG8k 18 GEORG FRIEDRICH HAENDEL GEORG FRIEDRICH HAENDEL, tedesco di nascita ma inglese di adozione, avendo trascorso la maggior parte della sua vita a Londra, si differenzia da Bach per lo stile esuberante della sua musica aperta a tutte le innovazioni del tempo. La sua produzione è grandissima: circa 50 melodrammi, molta musica da camera e per organo, 22 oratori (fra i quali i il celebre e grandioso “Messia). ASCOLTO: “ALLELUIA” dall’oratorio “Il Messia” di G. F. Haendel http://www.youtube.com/watch?v=LeThgOvM2i8 “SARABANDA” di G. F. Haendel http://www.youtube.com/watch?v=cOezEpigDmU “SARABANDA” per solo Chitarra http://www.youtube.com/watch?v=Vk4aEHtx9Es “OMBRA MAI FU” dall’opera “Serse” di G. F. Haendel con voce di Controtenore http://www.youtube.com/watch?v=N7XH-58eB8c 19 IL CLASSICISMO I settanta anni che vanno dal 1750 al 1820 sono caratterizzati da in ritorno alla semplicità delle forme, quasi una reazione alla sontuosità fantasiosa del periodo barocco. Si riscopre l’arte dell’antica Grecia e, con essa, i suoi ideali estetici di armonia, di eleganza, di perfezione geometrica. Per questo suo carattere il periodo prende il nome di “Periodo Classico”. Molto più nutrita dell’orchestra barocca, l’orchestra classica introduce la tipica struttura a quattro sezioni: archi, legni, ottoni e percussioni. Scomparso il clavicembalo, la conduzione passa alla bacchetta del direttore d’orchestra. 20 CRISTOPH WILLIBALD GLUCK Il melodramma acquista maggior intensità e vigore drammatico grazie soprattutto a CRISTOPH WILLIBALD GLUCK (17141787). Egli abolisce infatti tutte le parti destinate al puro virtuosismo vocale e restituisce al canto la sua semplicità e forza espressiva. ASCOLTO: “Che farò senza Euridice” dall’opera “Orfeo ed Euridice” di C. W. Gluck http://www.youtube.com/watch?v=0bUAM0ER-Dw “La danza degli spiriti beati” per flauto ed orchestra d’archi di C. W. GLuck http://www.youtube.com/watch?v=v_RD0hwNIUQ Aria “O mio dolce ardor” dall’opera “Elena e Paride” di C. W. Gluck http://www.youtube.com/watch?v=0tRLr4LFeXg 21 Il pianoforte, costruito per la prima volta nel 1711 da Bartolomeo Cristofori da Padova, comincia gradualmente a prendere un posto di rilievo. MUZIO CLEMENTI Il passaggio dallo stile clavicembalistico, garbato, salottiero, un po’ freddo, a quello più eloquente ed espressivo del nuovo strumento e il nascere di una nuova scuola, avviene in questo periodo soprattutto per merito di MUZIO CLEMENTI (17521832), brillante esecutore e compositore che ha lasciato numerose sonate e concerti e studi. ASCOLTO: Sonatina n° 1 in DO Maggiore”, “Sonata in SI Minore op. 40 n. 2” http://www.youtube.com/watch?v=OrwT2eaKcoM ASCOLTO: “Sonata in SI Minore op. 40 n. 2” http://www.youtube.com/watch?v=btMn_2pFhx4&list=PL0E196C348F474315 22 FRANZ JOSEPH HAYDN FRANZ JOSEPH HAYDN (1732-1809), austriaco, è considerato il padre della sinfonia poiché ha dato a questa forma nascente la sua strutta perfetta e definitiva. La sua musica, prevalentemente strumentale, è ariosa e serena il numero delle sue composizioni è enorme. Più di cento sinfonia, 83 quartetti, numerose sonate, variazioni ,trii, concerti. Fra le sinfonie si ricorda quella detta “Militare” in Sol Maggiore n° 100. ASCOLTO: “Sinfonia “LA SORPRESA” di F. J. Haydn http://www.youtube.com/watch?v=lLjwkamp3lI ”Concerto per pianoforte ed orchestra in RE Maggiore” di F. J. Haydn http://www.youtube.com/watch?v=kgHUr_C8xQA (con spartito) http://www.youtube.com/watch?v=ERazbSUuL98 “ALLEGRO MODERATO DAL QUARTETTO L’ALLODOLA op. 64 n. 5” di F. J. Haydn http://www.youtube.com/watch?v=7Ac1-e_OhtU 23 WOLFGANG AMADEUS MOZART Amadeus bambino e adulto WOLFGANG AMADEUS MOZART (Salisburgo 27-01-1756, Vienna 5-12-1791), fu uno dei più precoci geni musicali di ogni tempo. A sei anni era già un acclamato concertista. La sua vita conobbe rari momenti di felicità, ma la sua musica conserva sempre inalterata l’angelica serenità e la giovanile freschezza. È uno dei più grandi compositori di ogni epoca e, malgrado la sua breve vita, ha lasciato numerosi capolavori in ogni genere musicali: melodrammi, sinfonie, concerti, quartetti, musica sacra. Fra le sinfonie si ricordano: la Sinfonia in Sol minore K 550 e le Sinfonia detta “Haffner” in Re maggiore K 385. 24 ASCOLTO: “SINFONIA n° 40 in Sol minore” K 550 http://www.youtube.com/watch?v=CuRN4ubSbsE “MARCIA TURCA” K 331 http://www.youtube.com/watch?v=w-E23AlXxGE “CONFUTATIS e LACRIMOSA” dalla “Messa da Requiem” K 626 http://www.youtube.com/watch?v=T8GZ_W5XjW0 “EINE KLEINE NACHTMUSIK” K 525 http://www.youtube.com/watch?v=o1FSN8_pp_o “Concerto per pianoforte ed orchestra” K 467 http://www.youtube.com/watch?v=i2uYb6bMKyI Aria della “REGINA DELLA NOTTE” dall’opera “Il flauto magico” http://www.youtube.com/watch?v=8GHSv8RLGlw Aria “NON PIÙ ANDAR FARFALLONE AMOROSO” dall’opera “Le nozze di Figaro” http://www.youtube.com/watch?v=U_orbRsYXbw 2° Movimento dal “Quintetto” K 581 http://www.youtube.com/watch?v=Vyl7ZQMi5Bo 2^ Tempo dal “Concerto per flauto ed arpa” K 299 http://www.youtube.com/watch?v=HPtgTAGclxQ 25 LUDWIG VAN BEETHOVEN L. van Beethoven LUDWIG VAN BEETHOVEN (Bonn 17-12-1770, Vienna 26-31827) è il grande genio che si pone a cavallo del classicismo giunto alla sua conclusione e il romanticismo nascente. Studiò sotto la guida di Mozart e di Haydn, ma il suo temperamento esuberante seppe trasformare le forme più classiche dei suoi maestri in poderosi affreschi sonori, in cui vivono i grandi ideali e i grandi drammi dell’umanità. È autore di 32 Sonate per pianoforte, 5 Concerti per pianoforte e orchestra, 9 Sinfonie (famose la n° 3 detta “Eroica”, la Sinfonia n° 5 in Do Minore detta “Del destino”, la Sinfonia n° 6 detta “Pastorale” e la Sinfonia n° 9 detta “Corale” con l’inno finale “An die Freude” – Inno alla gioia, su testo del poeta Friedrich von Schiller.) 26 ASCOLTO: “Per Elisa” , http://www.youtube.com/watch?v=RutvwwpynCs Sonata per pianoforte n. 8 “PATETICA” http://www.youtube.com/watch?v=ybluN6x9Qu4 Sonata per pianoforte n. 14 “AL CHIARO DI LUNA” Lezione commentata http://www.youtube.com/watch?v=0-IDRmoieAI Versione integrale della sonata http://www.youtube.com/watch?v=7HSN27YiRvM CONCERTO PER VIOLINO E ORCHESTRA http://www.youtube.com/watch?v=uUZF8NcLLEg ROMANZA PER VIOLINO E ORCHESTRA OP. 50 http://www.youtube.com/watch?v=1WleLsO92gE CONCERTO PER PIANOFORE E ORCHESTRA N. 5 “Imperatore” http://www.youtube.com/watch?v=zYl6iI4l9gA SINFONIA N. 3 “Eroica” di L. van Beethoven http://www.youtube.com/watch?v=5DtdH3GVQqk “I Tempo della V Sinfonia” di L. van Beethoven con spartito http://www.youtube.com/watch?v=2L6MZFX2mFc SINFONIA VI detta “Pastorale” di L. van Beethoven http://www.youtube.com/watch?v=6flntn-1GoE Dalla IX Sinfonia “INNO ALLA GIOIA” di Ludwig van Beethoven http://www.youtube.com/watch?v=gU22DxV2cI4 Trascrizione Pianistica di F. Listz – con Spartito http://www.youtube.com/watch?v=RABBxkfBA6U 27 L’ANGOLO DEGLI APPROFONDIMENTI E DELLE CURIOSITÀ RINASCIMENTO Con il termine “Rinascimento” si indica un movimento culturale che ebbe origine in Italia durante il quindicesimo e sedicesimo secolo e si diffuse in tutta Europa. Questo periodo è caratterizzato da una eccezionale produzione letteraria ed artistica. L’uomo medioevale aveva una rigorosa visione religiosa del mondo e considerava la vita terrena un luogo di sofferenza e di preparazione alla vita ultra terrena. L’uomo del Rinascimento aspira, invece, alla felicità in questo mondo. Acquisisce, infatti, fiducia in se stesso e nella forza della ragione e si considera padrone del proprio destina. Un rilevante evento storico è la “Riforma protestante” ad opera di Martin Lutero. L’invenzione della stampa a caratteri mobili di Gutenberg, verso la metà del XV secolo, diede un notevole impulso alla cultura. I caratteri della stampa musicale si devono ad Ottaviano Petrucci. In questo periodo storico in Italia ai Comuni si sostituirono le Signorie e i Principati. I grandi personaggi che emersero in questo periodo furono: - nel campo letterario: Ludovico Ariosto, Niccolò Machiavelli, Torquato Tasso - nel campo artistico: Michelangelo, Raffaello e Leonardo da Vinci; - nel campo musicale: Palestrina e Monteverdi. Nell’ambito musicale si ebbe un notevole sviluppo della polifonia, ossia del canto a più voci. Tra le forme musicali di questo periodo ricordiamo in modo particolare: - nell’ambito della musica sacra: “la messa” e “il mottetto”; - nell’ambito della musica profana: “il madrigale cinquecentesco” che, alla fine del Cinquecento, darà vita al “Melodramma” ovvero all’opera lirica. In Italia emersero due scuole: la romana e la veneziana. La scuola romana, il cui massimo esponente è G. P. da Palestrina, trattò quasi esclusivamente il genere polifonico sacro nello stile a cappella (cioè per sole voci). La scuola veneziana, i cui massimi esponenti sono Adriano Willaert, Andrea e Giovanni Gabrieli e C. Monteverdi, predilige lo stile concertante, ossia il canto con accompagnamento anche di strumenti (organo, trombe, flauti, ecc.). 28 La polifonia raggiunse il suo massimo sviluppo e la sua più alta capacità espressiva nel pieno Rinascimento, ossia nel Cinquecento. In quest' epoca ogni stato grande o piccolo, ogni corte reale o signorile, aveva la sua cappella, cioè la sua scuola di canto e musica, diretta dal maestro di cappella, scelto fra i migliori musicisti. Celebre al pari di Josquin Desprès fu Orlando di Lasso, musicista fiammingo che operò presso le corti di mezza Europa dedicandosi sia al madrigale profano che alla musica sacra: di lui si contano ben 58 messe. Ma nel campo della musica sacra il compositore più celebre, e celeberrimo ancor oggi, fu Pier Luigi da Palestrina, che compose oltre 100 messe e una quantità di altri pezzi per tutte le diverse occasioni liturgiche. Visse sempre a Roma, ma in tutta l'Europa fu acclamato ed esaltato come il "principe della musica". La scuola polifonica di Venezia si distinse da quella romana per l'uso di due cori e l'accompagnamento strumentale al canto. Nella basilica di San Marco vi erano due cantorie alle estremità opposte del transetto, con due organi e due complessi strumentali. Fra i tanti apprezzati musicisti della cappella di San Marco si distinse in particolare Andrea Gabrieli, che fu un grande organista e tra i primi a dedicarsi anche a composizioni solo strumentali. Nella musica profana, grandi autori di madrigali furono Luca Marenzio e Carlo Gesualdo da Venosa, il primo attivo in molte corti europee, il secondo soprattutto a Napoli. In Germania i cantori vaganti del Medioevo si trasformarono ora nei Meistersinger o "Maestri cantori" e si stabilirono nelle città. 29 La Riforma protestante, che interessò tutta la Germania, si ripercosse anche sulla musica sacra che, nell'intento di avvicinare maggiormente i fedeli alle cerimonie del culto, adottò i canti popolari in lingua tedesca. Questi "corali", rielaborati in seguito da grandi musicisti, divennero la base dell'alta tradizione della musica sacra, vocale e strumentale, tipica della Germania. 30 FRANZ JOSEPH HAYDN PERIODO CLASSICISMO STORICO INQUADRAMENTO AUSTRIA GEOGRAFICO VITA - Nel 1732 nasce a Rohrau, un paese austriaco vicino al confine con l’Ungheria, il 31 marzo. Secondo di dodici figli. - Nel 1740 iniziò la sua educazione musicale a cinque anni nel coro della cappella di S. Stefano a Vienna, dove in seguito compì gli studi di clavicembalo, di violino e di composizione. - Dal 1755 al 1759 ebbe contatto con importanti musicisti. Studiò con Nicola Porpora. - Nel 1759 fu al servizio del conte Morzin, come compositore e direttore di cappella. - Nel 1761 fu chiamato alla corte degli Esterhàzy, il principe Paul Anton e del fratello Nicolaus (una delle più potenti famiglie dell’impero austro-ungarico), ove trascorrerà circa trent’anni. Gli Esterhàzy erano mecenati molto appassionati di musica ed ebbero nei confronti di Haydn un atteggiamento di protezione e di amicizia. - Nel 1785 compose 6 sinfonie per la loggia massonica di Parigi (Sinfonie parigine nn. 82-87). - Nel 1790, un anno dopo lo scoppio della Rivoluzione francese, quando il principe Nicolaus morì, la cappella degli Esterhàzy si sciolse e ad Haydn fu data una pensione che gli consentì una vita dignitosa. - Nel 1791 Haydn si recò a Londra richiesto dall’associazione concertistica Salomon. Fa eseguire 12 sinfonie (Sinfonie londinesi 93-104). Fu molto apprezzato ed ebbe il conferimento della laurea honoris causa dall’Università di Oxford. - Nel 1795 preferì rientrare in patria, accogliendo l’invito di Nicolaus II della casa Esterhàzy a dirigere il coro e la cappella della sua corte. Al servizio dei principi Haydn visse serenamente dedicandosi alla sua attività musicale. - Nel 1798 compone l’oratorio “La creazione”. - Nel 1801 compone l’oratorio “Le stagioni”. - Nel 1809 muore a Vienna, assediata dalle truppe napoleoniche, il 31 maggio. OPERE - La sua produzione musicale è copiosissima: 104 sinfonie, 52 sonate per clavicembalo, cantate, oratori, 83 quartetti, concerti, ecc. - Alcune sinfonie, caratteristiche, sono ispirate e contraddistinte da particolari titoli: “Il Mattino”, “Il Mezzogiorno”, “La Sera”, “L’Orso”, “La gallina”, “La caccia”, “Sinfonia degli Addii”, “La Sorpresa”, “La sinfonia militare”, “La Campana”, ecc. CRITICA - Musicista geniale, è considerato dai critici “il primo esponente del classicismo viennese”. - Secondo gli studiosi, Haydn diede grande impulso all’evoluzione della musica strumentale. A lui si devono la struttura della sonata e della sinfonia, entrambe nella forma bitematica: per questa ragione egli è considerato “il padre dalla sonata e della sinfonia” e precursore di Beethoven. - La diffusione e la notorietà la ottenne soprattutto grazie alla stampa della sua musica. Haydn, infatti, divenne presto famoso in tutta Europa e le sue composizioni furono molto richieste. - La musica di Haydn è limpida, serena e gioiosa. CURIOSITÀ - Fu amico di Mozart e, seppure per breve tempo, maestro di Beethoven. - Haydn così dichiarò a Leopold, padre di Mozart: “ Lo giuro davanti a Dio, da uomo onesto, che suo figlio è il più grande compositore che io conosca di persona e di nome: ha gusto ed inoltre la massima capacità compositiva”. - Haydn, alla corte degli Esterhàzy, indossava la “livrea rossa” al pari degli altri cortigiani. La livrea rossa era la divisa che ogni dipendente doveva necessariamente indossare. Haydn quindi compone su commissione dei mecenati. Il primo a reagire alle dipendenze dei potenti dell'epoca fu Mozart. Beethoven fu invece colui che ruppe definitivamente i lacci, accettando la miseria, la povertà e qualunque difficoltà che la vita poteva presentare, pur di comporre liberamente. - Haydn è del segno zodiacale dell’ariete. 31 °° °° °° ANEDDOTI SU F. J. HAYDN - Quand’era povero e sconosciuto, Haydn conobbe per caso a Vienna Metastasio, il quale si accorse subito della genialità del giovane e ne parlò al suo amico Porpora, perché gli desse qualche lezione. Ma Porpora, che era molto irascibile, fece una sfuriata contro l’ingratitudine dei suoi vecchi scolari e dichiarò che non voleva assolutamente ritentar la prova. Ma Haydn non si perse di coraggio. Entrò, in qualità di lacchè, nella casa di Porpora, e riuscì, a furia di premure e di buona volontà, a conciliarsi l’animo del vecchio maestro. Allora, si fece sentire da lui suonare il clavicembalo; Porpora capì che il giovane aveva disposizioni veramente straordinarie, e si decise a dargli qualche lezione …. inframezzata, naturalmente, dalle solite sfuriate. - Haydn era d’animo molto buono. Un giorno vennero a dirgli che Beethoven, il quale era stato suo scolaro, aveva parlato di lui con disprezzo, chiamandolo “vecchia parrucca”. Il maestro andò su tutte le furie: - Come! Ha detto così di me, del suo maestro? E chi è lui da poter giudicare così l’opera mia? Che cosa ha fatto lui di buono? Puah! Qualche sonata buona, ma che non è poi niente di eccezionale. Dei quartetti discreti …. Sì, i quartetti sono veramente buoni. Ma poi ci sono le sinfonie! Ah, quelle sì! Nessun compositore sa fare qualche cosa che possa paragonarsi a quelle. Le sinfonie sono divine, semplicemente divine! E tutto il suo furore se ne andava così, dinanzi all’entusiasmo per le sinfonie del suo scolaro. - Tra le opere di questo squisito musicista ce n’è una che ha un nome un po’ strano: la “Sinfonia delle sorprese”. Ecco come nacque. Haydn si era accorto che ai suoi concerti le damine sonnecchiavano volentieri. Allora pensò di giocare ad esse uno dei suoi tiri … e compose questa sinfonia, che è veramente la sinfonia delle sorprese, perché, all’improvviso, quando nessuno se l’aspetta, in mezzo ad una musica soave scoppiano fragorosi colpi di timpani. Naturalmente le belle dormienti si svegliarono di soprassalto, con un gran batticuore. - Salomon il quale, oltre che celebre violinista, era anche impresario, invitò una volta Haydn ad andare a Londra, facendogli delle magnifiche promesse. Haydn, buono ed ottimista com’era, sebbene avesse un bellissimo posto a Vienna si lasciò trascinare, ed invano il suo giovane amico Mozart, cercò di dissuaderlo. Mozart gli diceva: - Amico mio, voi siete troppo vecchio e perciò non conoscete le cattiverie del mondo. - Quando Haydn moriva, a Vienna, i francesi stavano bombardando la città. I domestici erano atterriti, e correvano qua e là in preda alla paura. Haydn, invece, assai calmo, si fece condurre al pianoforte e suonò il suo “Inno Austriaco” elevato di tre toni, perché il cannone rombava. 32 WOLFGANG AMADEUS MOZART PERIODO STORICO CLASSICISMO INQUADRAMENTO GEOGRAFICO VITA AUSTRIA - Nasce a Salisburgo il 27 Gennaio 1756, figlio di Anna Pertl e di Leopold, eccellente didatta. - A soli quattro anni è avviato agli studi musicali dal padre Leopold, che ne valorizza le grandi qualità musicali, essendo egli stesso violinista e maestro di cappella alla corte del principe arcivescovo di Salisburgo. Inizia così lo studio del violino, del cembalo e compone piccoli brani. - Nel 1761, a sei anni, si esibisce col padre e la sorella Maria Anna, detta Nannerl, anch’essa musicista, nei più prestigiosi salotti austriaci e per l’imperatrice Maria Teresa d’Austria. Si esibisce come suonatore di cembalo e di violino ottenendo ovunque grandi riconoscimenti. - Nel periodo dal 1763 al 1766 compie il primo grande giro di concerti in Europa. Vienna, Parigi, Londra, Amsterdam, Francoforte ed altre città tedesche rimangono stupefatte dalle capacità di Wolfgang come esecutore e improvvisatore. - Negli anni che seguono, fino al 1769, il piccolo Mozart percorre l’Europa, mentre il catalogo delle sue composizioni si va via via arricchendo di brani per pianoforte, per pianoforte e violino, di sinfonie, di Lieder, di musica sacra nonché del Singspiel Bastiano e Bastiana e dell’opera buffa La finta semplice, tratta da una commedia di C. Goldoni. - Nel 1769 Mozart viene nominato maestro dei concerti presso la corte arcivescovile di Salisburgo. - Tra il 1769 e il 1773 compie tre viaggi in Italia per prendere lezioni dai più famosi maestri. Partecipa a concerti e compone opere come Mitridate, Ascanio in Alba (su testo di G, Parini), Lucio Silla. Ottiene ovunque onori e successi straordinari. I viaggi in Italia sono importantissimi nella vita del compositore per l’arricchimento che gli deriva dall’impatto con la realtà musicale italiana. - In Italia si esibisce a Bolzano, a Rovereto, a Verona (dove viene nominato maestro di cappella onorario dell’Accademia Filarmonica), a Mantova (dove inaugura il Teatro Martini), a Milano (dove sotto l’influenza di Padre G. B. Martini abbozza il primo quartetto d’archi), a Firenze (presso la corte del granduca Leopoldo di Lorena, dove conosce P. Nardini e C. A. Campioni), a Roma (dove in occasione delle funzioni per la settimana Santa nella Cappella Sistina, è insignito dell’Ordine dello Sperone d’Oro dal Papa Clemente XIV e, dopo una sola audizione trascrive il Miserere dell’Allegri), a Napoli (dove entra in contatto diretto con la gloriosa tradizione dell’opera buffa). - Nel 1770 ritorna a Milano per l’esecuzione dell’opera Mitridate Re di Ponto, commissionatogli dal governatore austriaco Firmian. - Nel 1771 ritorna a Salisburgo. - Nel 1773 è a Vienna dove viene in contatto con la musica di Haydn che lascia sul giovane compositore una forte influenza; nel frattempo, come maestro di cappella dell’Arcivescovo di Salisburgo, compone musica vocale e strumentale. - Nel 1774 compone La finta giardiniera e nel 1775 Il Re pastore. - Negli anni seguenti si fanno sempre più tesi i rapporti con l’arcivescovo Colloredo a Salisburgo e nel 1777 Mozart abbandona l’incarico per trasferirsi a Mannheim dove conoscerà Aloyisia Weber che sarà la più grande passione amorosa della sua vita, purtroppo non corrisposta, la sua migliore allieva e cantante alla quale dedicherà sublimi arie da concerto fra le quali la celeberrima e difficilissima Popoli di Tessaglia. Nello stesso anno (1777) parte con la madre alla volta di Parigi, per un nuovo impiego e nuove affermazioni. - Nel 1779 torna di nuovo al servizio dell’Arcivescovo di Salisburgo ed è nominato organista del Duomo. - Nel 1780 Mozart compone l’opera Idomeneo che trionfa l’anno seguente a Monaco. - Nel 1781 tronca bruscamente il servizio presso l’Arcivescovo di Salisburgo. È ospitato a Vienna dalla famiglia Weber, dove la vedova Weber riesce a convincere il giovane Wolfgang a sposare Costanza, sorella di Aloysia (cugine del futuro celebre musicista Carl Maria von Weber), da cui ebbe sei figli, di cui solo due gli sopravvissero. A Vienna la sua musica fu molto richiesta ed apprezzata. - Il matrimonio ha luogo nel 1782, lo stesso anno in cui fa in scena il singspiel Die Entfuehrung aus dem Serail (“Il ratto del serraglio”). - Nel 1782 a Vienna Mozart si afferma come pianista, compositore e direttore. Alla fine del 1782 ha già realizzato oltre quattrocento composizioni. - L’ultimo decennio della vita di Mozart è denso di avvenimenti in rapida successione: a) nel 1785 aderisce alla Massoneria; b) nel 1786 la sua opera Le nozze di Figaro riscuote a Vienna un tiepido successo; c) nel 1787 a Praga viene accolta entusiasticamente l’opera Don Giovanni. d) nel 1788 compone le tre grandi sinfonie K 543 550, 551; e) nel 1790 scrive l’opera di Così fan tutte, ossia la scuola degli amanti, opera buffa in due atti. 33 a) Nel 1791 i disagi e le ristrettezze economiche degli ultimi anni portano Mozart ad accettare di comporre per un teatro viennese di periferia il singspiel Die zauber Floete (“Il flauto magico”). Nello stesso anno compone inoltre l’opera La Clemenza di Tito, su libretto del poeta Metastasio, il Concerto per clarinetto e orchestra K 622, ed il meraviglioso e celeberrimo Requiem, suo ultimo lavoro, lasciato incompiuto (noto come Messa da Requiem). b) Quando, in seguito ai successi delle sue ultime composizioni, la situazione economica sta per migliorare, il 5 dicembre 1791 sopraggiunge la morte in circostanze misteriose, che hanno dato adito nel secolo scorso ad ipotesi assai sinistre. OPERE Secondo il catalogo di Ludwig Ritter von Koechel le composizioni sono 626. In realtà diverse composizioni sono da aggiungersi al catalogo per ritrovamenti successivi oltre a varie pagine musicali ed appunti. Tra le sue composizioni ricordiamo: - 23 Opere teatrali, in italiano e in tedesco, tra cui : Idomeneo (1781), Il ratto del serraglio (1782), Le nozze di Figaro (1786), Don Giovanni (1787), Così fan tutte (1790) e Il flauto magico (1791). Musica orchestrale: - Circa quaranta Sinfonie. (Mozart scrisse circa 65 sinfonie. Alcune sono andate perse, oppure sono state utilizzate in opere teatrali o ricavate da altri lavori. Contrariamente a quanto stabilisce la numerazione “ufficiale”, adottata nel 1875, che ne contempla 41). - Tra le più celebri sinfonie ricordiamo: la n° 31 K 297 detta Paris, la n° 35 K 385 detta Haffner, la n° 36 K 425 detta Linz, la n° 38 K 504 detta Praga, la n° 39 K 543 in Mi bemolle maggiore, la n° 40 K 550 in Sol minore, la n° 41 K 551 detta Jupiter. - 23 Concerti per pianoforte e orchestra (tra i più celebri ricordiamo il K 467 e il K 488) - 42 sonate per violino e pianoforte - 5 Concerti per violino e orchestra - Serenate , tra cui la celebre Eine kleine Nachtmusik, Piccola serenata notturna, K 525 del 1787. Musica vocale: - vari Mottetti, tra cui il celebre Ave verum corpus, Exultate, jubilate e il Laudate Dominum - 17 Messe, tra cui la Kroenungsmesse (“Messa dell’Incoronazione”) K 317 in Do Maggiore e la Messa da Requiem in Re minore, K 626. Musica da camera - 23 quartetti per archi (quartetti Haydn) - 6 quintetti per archi. Musica per pianoforte - 17 sonate, fra cui la celebre “Sonata alla turca K 331” CRITICA - Wolfgang Amadeus Mozart è considerato, con Bach e Beethoven, il più grande musicista di tutti i tempi. - Così come è indubbio che sia stato il più celebre fanciullo prodigio è altrettanto certo che sia stato il più completo genio musicale di tutti i tempi, perché, caso unico nella storia della musica, si espresse sempre allo stesso altissimo livello in tutti i generi musicali, profani o sacri, vocali o strumentali. - Si esibì in Italia, dove conobbe Paisiello e approfondì la conoscenza dell’opera e dell’arte vocale italiana. Passò poi a Parigi, dove fu ammirato da Diderot e D’Alembert, e a Londra, dove fu apprezzato dal Re Giorgio III e dalla Regina Carlotta. - Dotato di una inesauribile vena melodica, fu autore, secondo il catalogo di Koechel, di ben 626 composizioni che rivelano sempre grazia, nitidezza ed eleganza. - La critica ritiene che le sue esperienze musicali si riveleranno preziose, prima fra tutte la nuova realtà didattica scaturita dall’incontro con padre Martini e poi la presa di coscienza del bel canto italiano derivatagli dall’ascolto di artisti italiani tra i quali la celebre Teresa Agujari, detta la Bastardella, che stupisce il giovane musicista con l’emissione di purissime note acute. Altrettanto prezioso si rivelerà, più tardi, l’incontro con Lorenzo da Ponte (1749-1838) un librettista italiano che gli fornirà i libretti per Nozze di Figaro, Don Giovanni e Così fan tutte. 34 - Con le stesse strutture musicali dei suoi contemporanei portò la musica ai più alti livelli di classicità, conferì grande dignità al Singspiel tedesco e, sull’intelaiatura dell’opera giocosa italiana, creò personaggi dai grandi risvolti psicologici e dalla mille sfaccettature di carattere. - Resta il mistero della sua morte come pure il mistero della sua vita grama degli ultimi anni, quando si rivolgeva agli amici perché gli procurassero lezioni per poter guadagnare da vivere. Forse la vita vissuta accanto al padre Leopold, che saggiamente lo aveva pilotato, non solo nella musica, non gli aveva dato la possibilità di maturare e il più grande genio musicale di tutti i tempi era forse rimasto per sempre un immaturo fanciullo: come il giovane paggio Cherubino delle sue Nozze di Figaro, simbolo della giovinezza spensierata che aspira continuamente alla felicità e all’amore. - Questi per sommi capi i dati biografici del grande salisburghese del quale molto c’è ancora da dire, non fosse altro per le continue scoperte che si fanno ascoltando la sua musica, per certa semplicità apparente, per la profondità dei sentimenti che s’intuiscono al di là del segno sul pentagramma e della sua realizzazione sonora. °° °° °° °° °° - Dal diario di Wolfgang Amadeus Mozart: “Io non so scrivere poeticamente: non sono un poeta. Non so dare luci ed ombre ai miei modi di dire: non sono un pittore. Non so esprimere la mia sensibilità e i miei pensieri con segni e Gesti: non sono un mimo. Non so esprimermi che mediante i suoni: sono un musicista”. °° °° °° °° °° - Da “La gazzetta Toscana” n. 24 del 7/04/1770: “Trovandosi a Firenze il signor Wolfgang Mozart eccellente suonatore di cembalo all’attuale servizio di sua altezza il Vescovo di Salisburgo, nello scorso lunedì ebbe l’onore di farsi sentire a corte ove riscosse gli applausi dovuti alla sua abilità. Questo non oltrepassa l’età di tredici anni (in realtà ne aveva quattordici compiuti) ed è così fondato sulla musica che già due anni sono compose un dramma che fu rappresentato a Vienna. Egli dopo una gita a Roma si porterà a Milano espressamente chiamatovi per mettere in musica l’opera (Mitridate Re del Ponto) che deve andare in scena nel futuro carnevale. I più intendenti professori non fanno che ammirare questo giovanetto riconoscendo in esso la più rara capacità di profittare quanto si puote in arte.” - Dal necrologio scritto da Friedrich von Schlichtgroll: “La sua carriera fu tanto breve quanto brillante. Aveva appena trentasei anni quando morì. Ma in questo breve lasso di tempo si è fatto un nome che non scomparirà, fino a che esisterà anche un solo tempio votato alla musa della Musica, e si troveranno ancora anime sensibili, emozionate dalla ricchezza e dalla bellezza delle sue armonie, pronte a dedicare alla sua memoria un elogio entusiasta e pieno di gratitudine”. - Da un articolo del giornalista e scrittore Mario Pasi: “Salisburgo è una città squisita, amministrata con gusto e prticità, organizzatissima sotto tutti gli aspetti. Ha puntato molto sul suo figlio più famoso, Mozart, e ne ha fatto un vero e proprio business. Con l’arte e coi cioccolatini si può dire; con l’esaltazione dell’immagine di Mozart durante i Festival e in tutte le occasioni , da quelle religiose a quelle più spiccatamente turistiche. Mozart ci accompagna, attraversando il ponte sulla Salzach, alla sua piazza; vicino c’è la pittoresca piazza Papageno (protagonista dell’opera “Il flauto magico”); presto si arriva ai luoghi storici e alel sedi del Festival. Nella Getreidegasse ci si può sedere al caffè Mozart; i “Tour” organizzati prevedono spesso, lì nel cuore della città, una merenda. I caffè di Salisburgo sono piacevoli e silenziosi, in una città che prolunga il piacere della fioritura primaverile con l’arte dei mazzetti di fiori secchi e che continua a offrire al visitatore, in ogni periodo dell’anno, romantiche carrozze. I manifesti con il volto di Mozart occhieggiano dalle vetrine, dai dolci e da molti prodotti artigianali: la città non è immensa, ma suscita rispetto e ammirazione per la bellezza dei pubblici edifici: ecco il Duomo e il Municipio, ed ecco venirci incontro le memorie del tempo in cui Mozart non accettava gli ordini dell’Arcivescovo e doveva andarsene a Vienna (….). Ci sono escursioni, manifestazioni folcloristiche, si possono visitare musei (come quello dei giocattoli), sentire musica al Castello, nell’Aula Magna dell’Università, nella Residenzpalts. Le famose marionette di Salisburgo sono una delizia per chi ama l’opera e Mozart in particolare”. 35 - Da “Mozart. La vita. Scritti e appunti” di Beniamino Dal Fabbro, 1945-1975 Feltrinelli 1954: (….) I paradisi mozartiani hanno munitissime porte e soltanto gli esecutori che pervengono, possedendola, a sottintendere la tecnica perfetta del loro strumento riescono talvolta a ripetere quelle pure geometrie musicali, in cui suono, timbro e figura sono una cosa sola, priva di peso, tutt’espressione”. (.…) Dopo le funeste e viscerali passioni del consueto melodramma ottocentesco, le passioni soltanto musicali di Mozart ci hanno ancora una volta restituito il paradiso perduto dell’originaria opera in musica, quando parole e note erano ancora un tutt’uno, le voci e gli strumenti si scambiavano le medesime figure melodiche con naturale e perfetta agevolezza, e nemmeno era avanzato il dubbio che le cosiddette esigenze drammatiche o teatrali dovessero risolversi per mezzo della musica e soltanto in musica.” - Da Leonard Bernstein “Il libro europeo”, n. 57, 1991: (….) Mozart, al contrario dei suoi illustri colleghi, non ha espresso in musica solo lo spirot della sua epoca, bensì soprattutto lo spirito dell’uomo, dell’uomo della sua epoca e dell’uomo sensibile in senso universale. In molti credono che Mozart sia un compositore “galante”, e qualcuno lo ritiene tale addirittura più di Haydn, suo degno fratello. Ebbene, chi ritiene “galante” un compositore come Mozart vuol dire che non lo conosce affatto. In Mozart non c’è una sola nota che non rispecchi la condizione umana, l’esser uomini, il patire, il gioire, il divertirsi, l’amare …. Basta ascoltare la sua musica per rendersene conto e per scoprire la malinconia, l’essenza tragica e il senso vivo della vita. Ecco perché la sua musica è una musica senza tempo: né “settecentesca”, né “galante”, né “aristocratica”, perché dello stile più propriamente settecentesco rimane ben poco nella sua sensibilità, ma è invece “unica” perché assoluta in quello che esprime, “divina” perché le sue armonie sembrano come se gliele abbia dettate Dio , “moderno” perché la sua è la musica più audace che sia mai stata scritta nel Settecento”. - La maggior parte dei critici affermano: “Per Mozart le passioni, violente o no, non devono mai essere rese sino al disgusto, e la musica, anche nell’esprimere la situazione più orribile, non deve mai ferire l’orecchio; essa deve sempre piacere, cioè restare sempre musica”. - Così lo studioso Massimo Mila ricostruisce i motivi che indussero Mozart a comporre il Requiem: “Nell’estate 1791 si presentò a Mozart, già malato e disfatto, un taciturno sconosciuto che gli consegnò una lettera e disparve. Era l’ordinazione, anonima, di una Messa da Requiem dietro promessa di un buon compenso. lo sconosciuto ricomparve qualche giorno dopo e pagò un anticipo, raccomandando la sollecitudine. Ritornò poi di tanto in tanto a controllare il progresso del lavoro. Lo sconosciuto era semplicemente un cameriere del conte Franz Von Walsegg, ricco amatore che aveva questa debolezza: di ordinare segretamente composizioni a grandi musicisti, per farle poi eseguire come sue. Ma tutto questo concorso di circostanze singolari, turbò la mente di Mozart già affaticata dall’aspra lotta per la vita. Egli si diede alla composizione del Requiem con il massimo impegno e insieme con la ferma persuasione che quello dovesse essere il suo canto funebre”. CURIOSITÀ - Prima di saper leggere e scrivere Mozart imparò a suonare il clavicembalo e a comporre minuetti, che il padre trascriveva. - Wolfgang spesse volte chiedeva ai parenti e agli amici “Mi vuoi bene?”. In caso di risposta affermativa era contento, altrimenti subito piangeva. - Mozart amava le sonorità dolci e non tollerava le sonorità forti ed aggressive. In particolar modo non riusciva non tollerava uno strumento: la tromba. Si racconta addirittura che una volta svenne in seguito ai suoni prodotti dalla tromba. - Mozart era dotato di una memoria eccezionale. Era in grado di ripetere qualunque melodia, senza alcun errore, dopo un solo ascolto, insomma un “registratore umano”. Era capace, inoltre, di scrivere un concerto in una sola ora, un’opera in pochi giorni, sapeva improvvisare al clavicembalo per molte ore su un qualsiasi tema che gli veniva proposto. - All’epoca di Mozart vi era la moda delle parrucche e quindi i ritratti dell’epoca riportano sempre tutti con le “parrucche”. 36 - La produzione di Mozart è stata raccolta e ordinata, secondo un criterio cronologico, dal musicologo Ludwig Ritter von Koechel: per questo le composizioni di Mozart portano la K – iniziale di Koechel – e un numero progressivo dopo la denominazione del brano. - Nella città vecchia di Salisburgo si trova la casa natale di Mozart, diventata sede del Mozart – Museum. Nel 1842, con l’istituzione del Mozarteum, Salisburgo divenne centro di studio dell’opera di Mozart. Un celebre festival di musica, prevalentemente mozartiana, ha luogo ogni anno a Salisburgo. - Morì a soli 35 anni nella miseria più assoluta, tra l’indifferenza generale. Fu trasportato al cimitero viennese di S. Marx con il carro dei poveri e fu sepolto in una fossa comune, per cui le sue ossa sono andate disperse. Si racconta che il feretro fu accompagnato solo dal suo affezionato cagnolino. - La sua ultima composizione, la Messa da Requiem, fu completata dal suo allievo Suessmayer. - Il film “Amadeus” realizzato da Forman addebita ingiustamente ad Antonio Salieri, celebre musicista italiano dell’epoca ed amico di Mozart, di aver complottato contro Wolfgang e di essere stato lui a commissionargli l’ultima composizione, la Messa da Requiem. - La musica di Mozart viene molto utilizzata anche nella musicoterapia. Si parla anche del cosiddetto “Effetto - Mozart”, ovvero un’indagine ha confermato che l’ascolto della musica mozartiana ha effetti positivi sullo sviluppo della memoria. - Ulteriore curiosità: Mozart è diventato anche un ottimo “cioccolatino”. - Mozart era del segno zodiacale dell’acquario. °°° °°° °°° °°° °°° ANEDDOTI SU MOZART 1. Quando aveva appena sei anni, Wolfgang Amadeus Mozart eseguì alla Corte di Vienna un concerto, presenti Maria Teresa e il suo consorte Francesco di Lorena. Terminato il concerto, Maria Antonietta, figlia di Maria Teresa e bambina anch’essa, prese per mano il fanciullo e gli mostrò alcuni suoi giocattoli. Ad un tratto il piccino fissò la ragazzetta e le disse: “Antonietta, sei tanto buona e bella che vorrei sposarti! Ma io non ho giocattoli, sono troppo povero …” E, così dicendo, scoppiò in un pianto dirotto. Maria Teresa accorse e, informata del motivo di quel dolore, prese il fanciullo tra le braccia e gli disse: “Tu sei il re dei musicisti, quindi puoi benissimo sposare Antonietta. Però, bisogna aspettare.” Wolfgang, in un impeto di tenerezza e di gratitudine, baciò l’imperatrice e le disse: “Voglio sposare anche te!”. 2. Una volta, quand’era già celebre, un giovanetto gli chiese che gli insegnasse a comporre. Mozart gli fece osservare che era troppo giovane per dedicarsi ad un’occupazione così seria. “Ma – replicò l’altro – voi eravate molto più giovane di me quando incominciaste”. “È vero, ma allora io non domandavo a nessuno come dovevo regolarmi per comporre”. 3. Mozart, sposò, dopo molte contrarietà, Costanza Weber che egli adorava. I due furono felici e Mozart fu un’ottimo marito. Quando Costanza stava male, il marito prima di uscire di casa le scriveva un biglietto, come questo che fu trovato nelle sue carte: “Buon giorno, cara sposina mia, spero che avrai dormito bene, che non ti alzerai troppo presto, che non prenderai freddo, che non ti affaticherai, che non sgriderai le persone di servizio, che non inciamperai sulla soglia dell’anticamera. Risparmiati tutte le faccende domestiche finché io non sarò di ritorno”. 4. Mozart fu sempre assai povero: per quanto producesse, non riusciva a guadagnare abbastanza ed era in continue ristrettezze. Un amico, entrato un giorno in casa sua ,vide lui e la moglie che ballavano intorno alla tavola. “Che vuoi – gli disse Mozart sorridendo, con la sua solita serenità – avevamo freddo e non possediamo legna per accendere il fuoco.” Ed era il tempo in cui componeva le sue più belle cose. 37 LUDWIG VAN BEETHOVEN PERIODO STORICO INQUADRAMENTO GEOGRAFICO VITA OPERE CLASSICISMO GERMANIA 1770 - Nasce a Bonn, il 16 dicembre da una famiglia di musicisti. Inizia gli studi musicali con il padre Johann (cantore presso la corte dell’arcivescovo di Colonia) e li prosegue con Cristian Neefe. 1784 – Frequenta l’università di Bonn. Lo interessano la letteratura e la filosofia. È assunto come organista dall’arcivescovo. 1789 – Le idee e lo spirito della Rivoluzione francese lo affascinano particolarmente. 1792 – Si reca a Vienna per completare gli studi musicali dapprima con Haydn, successivamente con Antonio Salieri. Entra in contatto con le famiglie della nobiltà viennese. Si stabilisce definitivamente nella capitale austriaca. 1795 – Debutta in pubblico come pianista e compositore. 1799 – Pubblica la sonata n. 8 op. 13, Patetica, per pianoforte. 1800-1802 – cominciano a manifestarsi i primi sintomi della sordità che lo porteranno alla più cupa disperazione nel 1802 (v. Testamento di Heiligenstadt). 1803 – Inizia l’eroico “periodo centrale”; composizione della Sinfonia n. 3 Eroica. 1806-1808 – Intenso periodo dedicato alla composizione delle sinfonie n. 5 e n. 6 (Pastorale). 1814 – Tiene il suo ultimo concerto come pianista. 1823 – Inizia la composizione della sinfonia n. 9 (Corale). 1824 – Dirige la sua ultima Sinfonia ormai completamente sordo. 1826 – Il nipote Karl, che Beethoven aveva preso sotto la sua tutela, procura al musicista gravi dispiaceri. 1827 – Muore a Vienna il 1827. Musica orchestrale - 9 Sinfonie (1800-1824), in particolare ricordiamo la terza, Eroica, la quinta detta del destino, la sesta Pastorale, la settima, la nona Corale, - Ouvertures (tra cui Coriolano, 1807, Egmont, 1810) - 5 Concerti per pianoforte e orchestra (1797 – 1809) - Sonate per violino e pianoforte, tra le quali La primavera; trii, quartetti, concerti per strumento solista e orchestra. Opera Fidelio Musica Sacra Messa solenne 1823 Pianoforte 32 Sonate. Tra le più note ricordiamo la Patetica (1799); la Pastorale (1801); Al chiaro di luna (1802); l’Aurora (1804), L’Appassionata (1806); Gli addii (1809) CRITICA Musica da camera Quartetti Quintetti Trii Settimino - Beethoven, compositore tedesco, è considerato uno dei più grandi musicisti di tutti i tempi. Nato da una famiglia di origine fiamminga, fu avviato allo studio della musica dal padre, cantore alla corte dell’arcivescovo di Colonia, che sull’esempio di Mozart voleva farne un bambino prodigio. - La maggior parte dei critici ritengono che la formazione musicale di Beethoven avvenne con Christian Neefe, Philipp Emanuel Bach e Haydn. Altri aggiungono anche Mozart e Salieri, dai quali ricevette alcune lezioni. - Alla sua formazione culturale contribuì in larga misura: a) l’arcivescovo Maximilian Franz di Bonn, che gli consentì di accedere all’Università per frequentarvi la facoltà di filosofia; b) il contatto con la famiglia Breuning, che gli fornì la possibilità di discussioni e letture di grandi personaggi della cultura tedesca di allora, quali Kant, Goethe e Schiller. - I critici ritengono che la personalità difficile di Beethoven sia da attribuirsi ai vari momenti difficili 38 vissuti: a) nel 1787 gli morì la madre ed egli dovette provvedere alla cura ed al sostentamento dei fratelli minori e del padre alcolizzato; b) nel 1792 gli morì anche il padre e si trasferì allora a Vienna, dove si fece conoscere come pianista nell’ambiente dell’alta società; c) non ancora trentenne iniziò ad avvertire i disturbi all’udito, che inesorabilmente lo condussero alla totale sordità che lo portò a momenti di sconforto e di disperazione, di cui si ha testimonianza nel “testamento di Heiligenstadt” (1802); d) i suoi ultimi anni furono tormentati dalle preoccupazioni che gli diede il nipote Karl. L’unico conforto rimase la musica che paradossalmente riusciva a creare senza però poterla udire; nella musica riversò tutto se stesso e i suoi elevati ideali di libertà e di fratellanza come un messaggio all’umanità. - La sua produzione dopo il 1800 aumentò notevolmente e la sua fama acquistò una dimensione europea. Gli editori si contesero i suoi lavori. - La musica di Beethoven fu per quei tempi musica d’avanguardia, una creazione nuova e appassionata, che segnò il passaggio dal periodo classico a quello romantico. - Da Alfred Einstein “Breve storia della musica” – Rizzoli 1979: “Per quanto Beethoven sia vicino ai due musicisti di cui era allievo – Haydn e Mozart – e con i quali viene comunemente unito a formare la triade classica, il suo nome basta da sé a far pensare ad un nuovo mondo espressivo. Tutta la produzione di Beethoven di fronte alla vita ed all’arte è differente da quella dei suoi predecessori. Haydn dovette sottomettersi per quasi tutta la sua vita alla tradizionale soggezione del musicista alle dipendenze di una famiglia nobile; Mozart si liberò dall’ordine feudale delle cose soltanto per trovarsi economicamente a mal partito. Beethoven, personalità forte e indipendente, affrontò il mondo dal libero. Ciò che chiedeva alla società erano i mezzi per lavorare indisturbato, e lo chiedeva come un diritto sapendo quanto poteva dare in cambio. Aveva dietro sé la Rivoluzione. Il grande artista aveva radici in un grand’uomo. Il poeta contemporaneo Goethe lo chiamò, a ragione, “creatura completamente indomita”. Ma per quanto formidabili fossero le forze primordiali e vulcaniche di quest’uomo, ancora più grande era la sua forza morale. Figlio di un musicista di corte alcolizzato e di una cuoca, egli sviluppò il suo intelletto non solo ad apprendere i più alti e sottili problemi del suo tempo, ma a dominarli con l’intuito. Il destino più terribile che possa capitare ad un musicista – la sordità – lo trascinò a trentadue anni al limite della disperazione e del suicidio, ma sapeva di non aver diritto di lasciare il mondo “prima di aver prodotto tutte quelle cose delle quali si sentiva capace”. La diffidenza – la peggiore di tutte le conseguenze psicologiche della sordità – gli guastò tutti i rapporti umani. Beethoven in età matura si assunse anche la cura dell’educazione di un nipote scioperato, e conobbe così dolori che possono colpire un cuore paterno. In tutte queste prove egli era sostenuto dal suo senso morale e dalla sua fede incrollabile nel bene. Era dotato di talento musicale innato, forse quanto qualunque dei maestri che erano stati acclamati bambini prodigio, ma suo destino era uno sviluppo particolarmente arduo di artista e di uomo, ed aveva quasi venticinque anni prima che la sua prima opera fosse pubblicata. Ma già in essa la natura dell’uomo si dichiarava in tutta la sua originalità. Fin da principio l’impulso e la tensione furono in lui più grandi e possenti che nei suoi predecessori. Egli esplora nuove profondità delle emozioni; il dolore e la passione si fanno materia nelle sue mani, ed egli trionfa nel dar loro forma. La sonata sembrava aspettare la sua venuta; ora doveva svilupparsi in proporzioni grandiose, titaniche. In tutta la sua opera, la “bella melodia” in sé non ha importanza per lui. Certo non può farne a meno, ma essa è per lui una conquista non un ovvio mezzo espressivo. Lavora duramente non perché sia scarsa la sua vena musicale, ma perché vuole realizzare pienamente la sua visione. Lottava contro un tema, rifiutava e rifaceva, raffinava la melodia ed il ritmo, finché la fusione risultava completa e perfetta. Si affaticava a costruire e trasportare, a connettere e a predisporre; e finalmente la forma rispondeva al pensiero”. - Le oscure ragioni per cui già Bach e Mozart dovettero scontare il loro eccezionale talento con una vita infelice, quasi ci si trovasse in presenza di una implacabile legge del contrappasso, non risparmiarono neppure Beethoven, la cui vita fu pesantemente condizionata da un’infanzia che neppure in un eccesso di ottimismo si potrebbe definire serena. - Ludwig van Beethoven nacque in una famiglia di musicisti di origine fiamminga, origine che spiega il “van” del nome. Il nonno, che si chiamava Ludwig come lui, era musicista e così pure il padre Johann, tenore nella cappella di corte a proposito del quale si legge, in una relazione preparata per l’arciduca Maximilian Franz, che “Johann van Beethoven ha una voce molto sciupata, ricopre il suo incarico da 39 molto tempo, è molto povero, di buona condotta, coniugato”. I suoi demeriti come musicista comunque si dimostrarono secondi solo ai suoi demeriti come genitore. Pare che negli ultimi anni della sua vita, ormai alcolizzato, Johann van Beethoven avesse costretto il giovane Ludwig a studiare musica a colpi di sferza e che fosse sua abitudine rimproverarlo in maniera assai brutale quando, una volta finiti gli esercizi, Ludwig cominciava a improvvisare sul tema assegnatogli. Alla sguaiataggine collerica del padre face da contrappunto la dolente rassegnazione della madre, Maria Magdalena, una donna dal temperamento malinconico che giudicava il matrimonio “una catene di sofferenze” e che faceva di tutto per apparire agli occhi dei figli come la moglie buona e virtuosa di un ubriacone ridotto in miseria. Quest’atmosfera così cupa e il senso di rispetto quasi religiose che il giovane Ludwig nutriva per la madre gravarono sul musicista per tutta la vita impedendogli di vivere rapporti equilibrati con le donne e donandogli un carattere particolarmente ombroso. Comunque, nonostante l’ambiente familiare non fosse dei più confortevoli, alla fine del 1779 Ludwig (allora aveva appena nove anni) cominciò a studiare con il musicista Chiristian Gottlob Neefe, buon compositore, colto ed eccellente pedagogo. - Neefe gli insegnò composizione, piano e organo ed arrivò persino ad utilizzarlo come suo sostituto in orchestra. Nel 1783, quando Beethoven aveva appena dodici anni, il maestro Neefe scrisse di lui nel “Magazin der Musik” che “quel giovane genio merita aiuti che gli permettano di viaggiare. Se i suoi progressi saranno adeguati al suo esordio diventerà certo un secondo Mozart”. Fino all’età di ventidue anni Beethoven rimase a Bonn, se si esclude una breve permanenza di due settimane a Vienna nel 1787; la ragione per cui Beethoven interruppe il suo soggiorno viennese è senz’altro da ricondurre alla notizia della morte della madre. - Nel 1792 il giovane Ludwig si trasferì definitivamente a Vienna dove ricevette una buona accoglienza, dovuta però più al suo virtuosismo pianistico che non alle sue composizioni giovanili, tra ciui spicca la Cantata in morte dell’imperatore Giuseppe II (Kantate auf den Tod Kaisers Joseph II) composta nel 1790. - A Vienna Beethoven ebbe come insegnanti Haydn e Antonio Salieri (1750 – 1825), con il quale cercò di approfondire lo stile della musica italiana. - Tra la fine del 1794 e l’inizio del 1795 si può collocare la data di composizione delle tre Sonate per pianoforte opera 2; il ventennio trascorso tra questa data e il 1815 (anno in cui la sordità che lo affliggeva da tempo lo costrinse ad abbandonare l’attività di concertista e direttore) costituì per Beethoven il periodo di maggior fortuna modana ed economia. Ebbe in quegli anni la protezione e l’amicizia di uomini assai potenti come il principe Lobkowitz, il principe Lichnowskj o l’arciduca Rodolfo, fratello dell’imperatore, ma di cui non sempre, a causa del suo carattere, riuscì a conservare l’amicizia. Ne l798 cominciarono a manifestarsi i primi sintomi di quell’atrofia del nervo acustico che lo avrebbe condannato alla pena più atroce per un musicista: la sordità completa. - Nonostante le gravi crisi depressive e l’isolamento sempre crescente a cui la sordità lo conduceva (i contatti di Beethoven col mondo erano ormai affidati negli ultimi anni esclusivamente ai quaderni di conversazione, dei taccuini su cui i suoi interlocutori annotavano quello che avevano da dirgli), è proprio nel ventennio 1795-1815 che Beethoven compose la maggior parte delle sue opere. Otto delle sue nove Sinfonie; ventisette delle trentadue Sonate per pianoforte tra cui quelle dette Patetica op. 13, Al chiaro di luna op. 27 n. 2, Pastorale op. 28, Aurora op. 53, Appassionata op. 57, gli Addii op. 81, tutte le dieci Sonate per violino e pianoforte, le cinque Sonate per violoncello e pianoforte, alcuni Trii per violino, violoncello e pianoforte, undici dei sedici Quartetti per archi videro la luce in questo periodo. Ancora, compose l’ouverture per l’opera Fidelio, intitolato Leonora, sette Concerti per solista e orchestra più innumerevoli Lieder, una Messa in do maggiore e l’opera Fidelio, che ebbe ben tre stesure tra il 1805 e il 1814. Questa produzione immensa è rivelatrice della tensione dialettica tra l’adesione alle simmetrie formali classiche di stampo haydniano e mozartiano e la “necessità” tutta romantica di lasciar irrompere nella perfezione degli schemi costitutivi l’opera musicale gli elementi di contrasto e di impeto anche a costo di contrastare il senso unitario dell’opera così come era intesa all’epoca. fa fede in merito questo stralcio da una critica pubblicata su “The Harmmonicon”, un giornale di critica musicale londinese nell’agosto del 1823: “La Sonata op. 111 consta di due movimenti. Il primo tradisce lo sforzo violento di farci sentire una qualche novità. In esso compaiono alcune di quelle dissonanze la cui asprezza può essere sfuggita al compositore. (Alquanto stupidamente, l’estensore dell’articolo valuta gli “esperimenti armonici” di Beethoven come errori dovuti alla sordità”. Il secondo movimento è un’Arietta e si estende per la straordinaria lunghezza di 13 pagine. La maggior parte del pezzo è scritta in 9/16, ma da una parte è in 6/16 e circa una pagina è in 12/32. È uno scherzo un po’ faticoso che andrebbe senz’altro scoraggiato tra quelli che fanno musica per professione. Noi abbiamo dedicato una intera ora della nostra vita a risolvere l’enigma e non ci siamo 40 riusciti”. - Nonostante critiche di questo genere si levassero da più parti, il compositore era ben consapevole dell’originalità e della forza innovativa delle sue invenzioni musicali e, ben lontano dall’abbandonare queste strade, si dedicò al compito di scardinare tutti i principi compositivi accademici, ridisegnando le strutture formali classiche fino a creare le premesse per un superamento definitivo delle forme compositive tradizionali ad esempio la sonata che si suddivide in esposizione del tema, sviluppo, ripresa e coda, in autori come Haydn presentava una indiscutibile coerenza tematica; la ripresa, cioè, era un’effettiva riproposta del tema principale utilizzato come suggello dell’intera composizione. In Beethoven invece, la ripresa del tema iniziali diventa l’occasione di ridisegnarlo in maniera assai diversa e, anzi, a volte è assai problematico rintracciare la presenza del tema principale nella nuova costruzione musicale che Beethoven su questo modella. In questo modo, la forma-sonata giunge al limite delle sue possibilità espressive al di là del quale vi è solo il suo annullamento. - La fama di Beethoven, fama che è ancora ben viva presso i contemporanei, è legata in larga misura alla sua produzione sinfonica; per dirla con Roman Vlad, “….Ogni sinfonia è un modo a sé. Hanno un solo elemento in comune: la loro monumentalità….la sinfonia di Haydn si sente che è nata per essere suonata nel salone di una villa nobiliare, la sinfonia di Beethoven nasce per le sale da concerto, per il teatro, nasce per il pubblico”. - La musica di Beethoven quindi si carica di valenze universali che mal si conciliano con la ristrettezza (anche mentale) dei salotti aristocratici; il suo carattere titanico è destinato ad illustrare i moti dello spirito e le più alte idealità dell’uomo nel solco del grande movimento romantico, ma soprattutto è testimone dei grandi cambiamenti dovuti alla Rivoluzione francese, che cambiando gli equilibri sociali, ridisegnano la figura del musicista sollevandolo dalla condizione semiservile, in cui era vissuto fino al XVIII secolo, e trasformandolo in un intellettuale cui spetta il compito di interpretare o anche di indirizzare gli umori del corpo sociale. - Beethoven trascorse gli ultimi anni della sua vita afflitto dalla sordità ormai totale e da frequenti crisi di nervi che lo portarono a rasentare la follia. La sua ultima estate, quella del 1826, la trascorse in parte a Gneixendorf, nella tenuta del fratello Nikolaus. A causa, forse, del troppo bere i disturbi intestinali, di cui soffriva già da qualche tempo, si riacutizzarono al punto tale che si ritenne più prudente farlo rientrare a Vienna, dove giunse in preda alla polmonite. Fu curato ma, ben presto, ebbe una ricaduta; il suo medio curante scrisse: “Scosso dai brividi e dai tremiti è piegato in due dai dolori che gli torcono il fegato e l’intestino. I piedi appaiono tumefatti, si sviluppa l’idropisia”. - Nel pomeriggio del 26 marzo 1827 entrò in coma; nella sera dello stesso giorno, durante le sue ultime ore, scoppiò una tormenta di neve con lampi e tuoni, Beethoven aprì gli occhi per un istante e sollevò la mano desta stretta a pugno, che subito ricadde; il titano della musica era morto! - Ludwig van Beethoven è il primo che ha saputo sentire e riprodurre con i suoni gli aspetti più umani del sentire, la tragedia del dolore e la vittoria dello spirito sulla materia. Beethoven è l’iniziatore di una nuova epoca musicale ed è il perfezionatore dello stile strumentale. Lui dà ad ogni strumento un’anima, facendo sì che tutti risuonino come corde vibranti e parlanti il linguaggio più segreto ed universale: il linguaggio della Natura. Vissuto in pieno clima rivoluzionario, non seppe mantenersi estraneo a tale movimento, entusiasticamente aderendovi, perché ideale di libertà e di rinnovamento sociale. Così che nella musica non manca l’aspetto epico, grandioso, maestoso, rivoluzionario. Beethoven scrisse una sinfonia, la terza, detta “Eroica” dedicandola a Napoleone, ma strappò la dedica e vi aggiunse la marcia funebre con il titolo “In morte di un Eroe”, quando Napoleone cinse il suo capo della corono imperiale pronunziando le parole: “Dio me l’ha data, guai a chi me la tocca!”. - Beethoven ebbe spirito irrequieto, fu fiero della sua moralità e della sua integrità. Conscio del suo genio, seppe farlo valere con fierezza, innalzando – altresì la dignità dell’artista (fu il primo musicista che visse liberamente, senza essere al servizio di alcun principe, prelato o imperatore). - Tra le tante sventure, la più grande a colpire Ludwig van Beethoven, non ancora trentenne, fu la sordità. L’essere sordo per un musicista, equivale alla cecità per il pittore! Eppure Beethoven, proprio sordo, ha scritto le più belle tra le sue composizioni. - Dal testamento spirituale da Beethoven ad Heiligenstadt (Vienna) il 6 ottobre 1802: “……… Ma pensate che da sei anni, ormai, son caduto in una condizione disperata …….costretto alla prospettiva di un male duraturo….. Nato con un temperamento ardente e attivo,…. Ho dovuto ben presto 41 trascorrere la vita in solitudine … Eppure non mi era possibile di dire agli uomini: “Parlate più forte, gridate, perché io sono sordo!” Ah, come potrei andar rivelando proprio la debolezza di un senso che io dovrei possedere più perfetto di ogni altro!”. La personalità inquieta e tormentata di Beethoven traspare dal cosiddetto “Testamento di Heiligenstadt” (conservato nella sua casa-museo di Bonn), in cui il musicista, pur angosciato dalla quasi assoluta sordità, proclama la sua dedizione alla musica. Indirizzato ai fratelli Carl e Johann Beethoven. Questa lettera data il 6 Ottobre 1802, è stata chiamata il “Testamento di Heiligenstadt”, dal nome della città in cui Beethoven viveva a quel tempo. In essa il musicista esprime la sua disperazione per la sordità, ormai quasi totale, ma anche la volontà di sconfiggere questo atroce destino, trovando nella musica la forza e la ragione per continuare a vivere. “O voi uomini che mi considerate e mi chiamate un essere astioso, ostinato, misantropo, quale torto mi fate! Voi ignorate la ragioen segreta di ciò che così vi appare. (…..) MA pensate che da sei anni mi ha colpito un male senza trasparenza di guarigione aggravato da medici incapaci (…..) Dotato di un temperamento ardente e vivace, portato ad un tempo ai divertimenti della società, io ho dovuto ben presto isolarmi, e passare la mia vita in solitudine. (….) Mi era ancora impossibile dire agli uomini: “parlate più forte, gridate, sono sordo”. Ah! Come confessare la debolezza di un senso che in me dovrebbe essere di un grado più perfetto che negli altri, di un senso che un tempo possedevo con una perfezione immensa, con una perfezione tale che pochi musicisti hanno o hanno mai avuto? (….) Tali fatti mi portavano quasi alla disperazione: mancò poco ch’io mettessi fine ai miei giorni. solo lei, l’arte, mi ha trattenuto. Ah, mi sembrava impossibile lasciare il mondo prima di avere espresso tutto ciò per cui mi sentivo creato …. Dio onnipotente! Tu che guardi fino in fondo all’animo, Tu conosci il mio cuore; Tu sai che vi abitano l’amore per l’umanità, l’inclinazione a far del bene. O uomini, se un giorno leggerete queste mie parole, pensate che mi avete fatto torto, e l’infelice si consoli trovandomi infelice come lui che, malgrado tutti gli ostacoli della natura, ha fatto tutto ciò ch’era in suo potere per essere accolto nella cerchia degli artisti e degli uomini degni”. - Da una “cronaca” della prima esecuzione della Nona Sinfonia (7 maggio 1824): “La Sinfonia fece un’impressione enorme. Il pubblico era entusiasta ala massimo. Ad un certo punto l’applauso troncò la continuità dell’esecuzione e fu chiesto un bis non concesso. Beethoven non si accorse né di questo né degli altri applausi. Guardava la partitura, seguendo la musica con l’orecchio della sua mente. Il contralto Unger gli tirò la manica e gli mostrò il pubblico che, delirante, stava in piedi e batteva le mani, agitava i cappelli ed i fazzoletti. Fu solo allora che si accorse del suo successo. Si voltò e fece un inchino.” - Gli ideali di libertà e di giustizia diffusi dalla cultura illuministica, che aveva fatto della ragione la guida dell’uomo verso la verità, e propugnati negli anni della Rivoluzione Francese, lasciarono una traccia profonda negli ambienti culturali di tutta Europa. Gli scrittori tedeschi degli ultimi decenni del settecento, in particolare, esaltano l’anelito alla libertà, l’odio contro ogni forma di tirannide, la concezione eroica della vita, e rivalutano contro la ragione, il sentimento e l’istinto. Goethe, un grande scrittore e drammaturgo di questo periodo, fa dire a Faust, il protagonista di una sua tragedia: “Il sentimento è tutto”. - È proprio in questo clima culturale che si forma la personalità artistica di Ludwig van Beethoven. - La fede nella cultura fa di Beethoven uno dei musicisti più colti: fin dalla giovinezza egli arricchisce la sua sapienza musicale attraverso la lettura di grandi scrittori e filosofi del passato (Omero, Plutarco, Shakespeare) e del presente (Kant, Schiller e Goethe), frequentando anche corsi di filosofia all’Università di Bonn. - Da Bonn, dove era nato il 17 dicembre 1770, il giovane musicista si trasferisce definitivamente a Vienna nel 1792. L’eredità del Classicismo musicale di Mozart (che lo aveva sentito improvvisare ancora ragazzo) e di Haydn (che fu per Beethoven un maestro non molto sollecito) sarà un punto di avvio da cui il musicista spiccherà il volo solitario per vette sublimi e persino incomprensibili ai suoi contemporanei. - Nonostante nel suo animo rimanga sempre il ricordo struggente della Renania, la “incantevole regione” della sua prima giovinezza, proprio a Vienna si fa conoscere e ammirare come pianista e compositore; qui trova la generosa ospitalità e l’amicizia aristocratica come il principe Lobkowitz, il principe Lichnowsky e l’arciduca Rodolfo, fratello dell’imperatore, e diventa, fin dai primi anni dell’800, il beniamino dell’ambiente aristocratico d della vita musicale della città. - 42 - Per quanto le nobili famiglie lo aiutino econokicamente, Beethoven non è più un musicista di corte alle dipendenze di un mecenate, ma è un’artista indipendente, libero di prendere contatto con un pubblico sempre più vasto che riempie le pubbliche sale da concerto. - Consapevole della nuova condizione sociale del musicista, egli è anche profondamente convinto che l’artista abbia il dovere di lavorare per la felicità dei suoi simili. - I suoi nobili ideali lo spingono anche ad interessarsi in modo appassionato agli eventi politici della sua epoca. Napoleone, che nel 1799 divenne Primo Console della Repubblica francese, lo entusiasma e lo affascina. Come un nuovo Prometeo (il mitico gigante che aveva osato rubare a Zeus per donarlo all’umanità), egli è , per Beethoven, apportatore di libertà agli uomini. Al ui il musicista dedicala sua terza sinfonia, Sinfonia Grande, intitolata Bonaparte, e proprio con il tema di Prometeo, che aveva già utilizzato per il suo balletto Le creature di Prometeo (1801), si chiude la Sinfonia. - Ma quando il 2 Dicembre 1804 il condottiero corso si fa proclamare “imperatore dei francesi”, Beethoven cancella la dedica e rinnova il titolo in Sinfonia eroica, composta scrive egli stesso “per festeggiare il sovvenire di un grande uomo”. - Intanto l’ombra oscura della sordità si addensa sulla sua vita e sulla sua attività. Già nel 1801, in una lettera ad un amico, parla della sua malattia: “Solo il demone geloso, la mia triste salute, mi ha messo un bastone fra le ruote, da tre anni il mio udito è andato sempre peggiorando…. Posso dire che sto conducendo una vita miserevole; per due anni, almeno, ho evitato ogni contatto sociale, semplicemente perché mi sento incapace di dire alla gente: “Sono sordo!”. La sorte però non riesce a piegarlo. “Ma ora il destino mi afferra, che io non cada nella polvere senza fatica e senza gloria, no, che io compia prima grandi cose di cui anche i posteri sentano parlare”. - Testimonianza di questa drammatica lotta, della dignità e della forza morale di Beethoven è la Sinfonia n° 5, frutto di lunghi anni di lavoro (dal 1804 al 1808). - Trionfa la forma-sonata, con il contrasto tra i due temi, che si scolpiscono nella mente dell’ascoltatore per la loro essenzialità. Come in nessun’altra delle sinfonie, un’idea musicale, il tema iniziale della composizione, un tema dal carattere energico, scultoreo, passando da un tempo all’altro, dà un’impronta potente ed esaltante a tutta la Sinfonia. - Nel Fidelio, l’unica opera di Beethoven, il contrasto è volutamente ricercato per sottolineare lo scontro tra due personaggi, Leonora, simbolo del bene e Don Pizzarro simbolo della malvagità; anche nelle Ouvertures, ispirate alle storie di eroi come Coriolano o come Egmont (composta per l’omonima tragedia di Goethe) il senso del dramma scaturisce dal contrasto tra due temi principali. - L’amore appassionato per la natura opera un rinnovamento e porta alla consolazione e alla distensione della VI sinfonia, intitolata Pastorale: “Nessuno ama la natura più di me, boschi , alberi, montagne: sono essi che danno la risposta ai nostri problemi. Nella natura si rivela l’opera del Creatore e si avverte la sua presenza: “Onnipotente della foresta. Nei boschi mi sento lieto e felice; ogni albero parla di Te, o Dio, quanta gloria! Qui si torva la serenità che ci rende capace di servirTi”. - La produzione beethoveniana si è frattanto arricchita di numerose composizioni tra cui le 32 Sonate per pianoforte, i 5 Concerti per pianoforte e orchestra, un oratorio e una messa; entro il 1824, Beethoven conclude il ciclo delle sinfonie che raggiungono il numero di nove. - Ormai il drammatico ed eroico contrasto che aveva animato tutta la produzione precedente sembra placarsi fino ad arrivare alla superiore visione della Gioia, conquistata attraverso la sofferenza. - L’ode Alla Gioia Di Friedrich Schiller, con il suo invito alla solidarietà e alla fratellanza umana, ispira il Finale della sinfonia n. 9 (1823). Dopo la grandiosità dell’Allegro, la esuberanza e la vitalità ritmica dello Scherzo, la profonda religiosità dell’Adagio, il Finale rappresenta l’apertura verso nuovi orizzonti, la volontà di intonare canti pieni di gioia, a cui solo l’intervento della voce umana, fino ad allora esclusa dalla sinfonia, fornisce una autentica e durevole risonanza. - Ludwig van Beethoven era del segno zodiacale del sagittario. 43 CURIOSITÀ ANEDDOTI SU BEETHOVEN Beethoven affermò: “La musica è un terreno nel quale lo spirito umano vive, pensa e fiorisce”; “La musica è una rivelazione più alta di ogni scienza e di ogni filosofia”. - I forestieri che venivano a Vienna nei primi anni dell’Ottocento restavano molto meravigliati nel veder passare per le vie del centro un uomo mal vestito, con le scarpe male abbottonate, che si faceva largo nella folla a gomitate, che guardava dinanzi a sé così distrattamente da dar l’impressione di veder nulla di ciò che aveva sotto gli occhi. Egli borbottava tra sé, e spesso si metteva anche a cantar forte, con una voce strana e rauca, agitando le mani come per segnare il tempo ad una invisibile orchestra. Ma i buoni viennesi se lo additavano con molto rispetto, e facendogli ala quando lo vedevano, mormoravano tra loro: “Guarda Beethoven!”. - Com’è noto, Bach in tedesco significa ruscello. Pregato un giorno di dare un giudizio su Johann Sebastian Bach, Beethoven rispose: “Bach non è un ruscello: è un mare!”. - Beethoven, discutendo con un amico su due quinte sfuggitegli in una sua composizione, non voleva capacitarsi di aver torto. “Chi le ha proibite?” – esclamava. “Ma sono vietate dalle prime regole dell’arte; nessun teorico le permette!”. “Ebbene, le permetto io”. - Un giorno Beethoven era uscito per la campagna col suo scolaro prediletto Ries, e stavano discutendo animatamente, quando ad un tratto Ries s’interruppe: “Maestro, – gli disse – ascoltate com’è dolce il suono di questa zampogna”. Infatti un pastore invisibile e lontano stava suonando molto soavemente il suo strumento. Beethoven si mette in ascolto; ma subito diventa pallido, e torce la bocca, come preso da un grande spavento. Tende ancora l’orecchio, in uno sforzo disperato: nulla. È ormai la prova sicura che il grande maestro è proprio, desolatamente, inguaribilmente sordo. Il giovane scolaro intuito quello che passa nell’animo del suo amato Beethoven, esi sente scorrere un brivido nelle ossa. Ma tenta ancora di riparare con una bugia, e dice: “Maestro, si vede che il pastore ha smesso di suonare: nemmeno io lo sento più.” Ma Beethoven sa ormai la sua sciagura. Corre a casa furibondo ed accasciato, si chiude nella sua stanzetta, e piange. - Beethoven amò ardentemente la natura. L’amò con cuore d’artista e con infinita tenerezza, sentendo di elevarsi, per mezzo dell’amore del creato, vero il Creatore. Egli disse in giorno: “In campagna mi sembra di sentir ripetere ad ogni albero: Santo! Santo! Santo!”. - In una delle sue tante serate musicali a Vienna, suonò una delle sue grandiose improvvisazioni. Quando si alzò, vide intorno a sé gli ascoltatori commossi e turbati, con gli occhi pieni di lagrime. Allora disse dolcemente: “No! Le lacrime sono da donna. Gli artisti sono di fuoco, non piangono”. - Beethoven era molto generoso. Si adirava terribilmente se i suoi amici, essendo in bisogno, non ricorrevano a lui, e spesso cedeva i suoi diritti d’autore per aiutare i poveri. Quando suo fratello morì, egli ne aiutò in tutti i modi la moglie, che pure conduceva una vita riprovevole, e che l’aveva sempre molto danneggiato e addolorato. Egli soleva dire: “L’unica superiorità che io riconosco è la bontà”. - Una volta il conte Franz Pocci era stato invitato da un principe ad una festa in una sua villa vicino a Vienna. La festa terminò assai tardi, e il conte non poté trovare nessuna carrozza che lo riportasse in città. Allora si recò ad un modesto alberghetto del luogo per passarvi la notte, e lì si trovò con un altro signore, che evidentemente aveva partecipato anch’egli alla festa ed aveva avuto la medesima idea. Nell’albergo vi era un’unica camera libera, con due letti, e i due signori furono messi insieme. Il conte, svestitosi in fretta, si cacciò nel suo letto, raccomandando al compagno di spegnere subito il lume. “Sarà fatto” – rispose questi seccamente. Poi cominciò a spogliarsi con straordinaria lentezza, prendendo appunti ogni tanto in un suo libretto, e borbottando tra sé e se andò a letto. Poco dopo essersi coricato, ecco che balzò su e al fioco lume dell’alba (la festa era terminata tardi) si vestì adagio e prese il suo cappello. “Ma, signore, torni a letto e stia tranquillo” – disse il conte. “Non vede l’alba?”. – “Va bene: lasciamola spuntare e dormiamo”. “Che dormire! Non sente gli accordi ad Oriente? Io bisogna che me ne vada ad attingere idee”. Ed infatti lo strano ospite se ne andò. La mattina dopo, mentre faceva colazione, il conte prese informazioni dall’oste sul suo originale compagno, convinto di aver avuto a che fare con un pazzo. Ma l’oste lo guardò con due occhi stupiti: “Come, non conosce il signor Beethoven?”. - Una volta Beethoven ricevette ad Hetzendorf la visita del suo amico e poeta Grillparzer, che rimase con 44 lui tutta la giornata. Alla sera, dovendo tornare in città, Grillparzer chiamò un vetturino e si mise d’accordo sul prezzo della corsa. Beethoven l’accompagnò per un tratto di strada in carrozza, poi si accomiatò e discese. Grillparzer vide allora che sul posto che il Maestro aveva occupato c’era un cartoccio. Credendo che lo avesse dimenticato, glielo mostrò e gli fede cenno di tornare indietro. Ma Beethoven scosse il capo e, ridendo soddisfatto, si allontanò più in fretta. Grillparzer allora aprì il cartoccio, e sorrise commosso. Il buon Beethoven, così ingenuo ed estraneo a tutti gli usi della società com’era, aveva lasciato sul sedile l’esatto importo del nolo della carrozza. - Un giorno Goethe e Beethoven si incontrarono a Karlsbad. Dopo aver fatta conoscenza stabilirono una passeggiata in carrozza. Al passaggio della carrozza, molto era la gente che correva a salutare con grande ammirazione i due celebri personaggi. “Però è noioso – disse Goethe a un tratto – essere così celebri; tutti mi salutano”. “Non ci badi, Eccellenza – osservò Beethoven – forse salutano me”. - Negli ultimi tempi della sua vita, e durante la sua ultima malattia, Beethoven si trovò in condizioni tristissime. Tra coloro che lo assistevano c’era il suo piccolo amico Gherardo Von Breuning, il quale, per poter comunicare col Maestro, scriveva in un quaderno ciò che voleva fargli sapere. Una di queste comunicazioni, fra le altre, non si può leggere senza tristezza: “Oggi ho sentito che le cimici ti tormentavano, al punto che ogni momento ti svegliavi. E siccome invece ti fa bene dormire, ti porterò io qualche cosa che mandi via le cimici”. - Quando Beethoven morì, migliaia di persone s’accalcavano intorno al corteo funebre, e dietro al feretro camminavano i soldati, accanto ai più illustri uomini della città, uno straniero, meravigliandosi di tanta solennità e di una folla così numerosa, domandò ad una vecchietta chi fosse mai quel generale ai cui funerali partecipava tanta gente. La vecchietta lo guardò stupita, poi sorrise e disse: “Lei deve venir da molto lontano per non saperlo! È morto il generale di tutti i musicisti!”. 45