Gruppi sanguigni e alimentazione: un mondo da scoprire

Gruppi sanguigni e alimentazione:
un mondo da scoprire
Dalla storia dell’uomo e dal patrimonio genetico legato ai gruppi sanguigni possiamo apprendere un
importante lezione sull’alimentazione.
La storia del genere umano è contrassegnata dalla lotta per la sopravvivenza e dalla capacità
dell’uomo di adattarsi all’ambiente in cui si è trovato a vivere e alla dieta che ha potuto e saputo
praticare.
Due studiosi statunitensi, in particolare, James e il figlio Peter James D’Adamo, hanno dedicato la
loro vita a studiare l’importanza del gruppo sanguigno cui apparteniamo, collegandolo alla storia
della specie umana: “ I gruppi sanguigni sono fondamentali […]. Nella logica esemplare della
natura essi seguono il percorso ininterrotto che parte dalla comparsa dell’uomo sulla Terra e arriva
sino ai nostri giorni. Sono il marchio che i nostri progenitori ci hanno lasciato nell’inarrestabile
cammino della storia.” ( P.J. D’Adamo).
Premettiamo che il gruppo sanguigno è determinato geneticamente.
L’origine dell’evoluzione della specie umana si presume sia avvenuta 500.000 anni fa,
probabilmente in Africa. Con la comparsa dell’uomo di Cro – Magnon, circa 40.000 anni fa, l’uomo
si è trasformato in un temibile predatore, salendo in testa alla catena alimentare e questo ha dato un
nuovo diverso impulso allo sviluppo di quei cacciatori che appartenevano al gruppo sanguigno 0
(cacciatore – raccoglitore) e che migrarono dall’Africa verso l’Europa e l’Asia, in cerca di nuovi
territori, adattandosi ad ambienti diversi, processo che determinò la comparsa di diverse
caratteristiche razziali.
Nel 10.000 a.C. gli insediamenti umani erano in tutto il pianeta (eccetto l’Antartide).
25.000 - 15.000 anni fa comparve e si sviluppò il gruppo sanguigno A, l’agricoltore e allevatore,
quando l’uomo cominciò a vivere in raggruppamenti coltivando il terreno, con un’ulteriore forte
spinta evolutiva.
La diversa alimentazione determinò modificazioni e differenze a carico del sistema digestivo e
immunitario, oltre che nelle abitudini di vita.
15.000 – 10.000 anni fa si sviluppò il gruppo B, pastore nomade, nelle zone montuose
dell’Himalaya, probabilmente per adattamento al clima, e divenne il gruppo delle tribù nomadi che
allora dominavano le pianure eurasiatiche. Modi di vita e, conseguentemente, di alimentazione
diversi in quanto basati prevalentemente sulla pastorizia.
Il gruppo sanguigno AB, il moderno, l’enigmatico, è il più raro e il più recente, originato dalla
mescolanza tra gruppo A caucasico e B mongolico (sembra che fino a 10 – 12 secoli fa non
esistesse neppure). Ha caratteristiche che derivano sia dall’uno che dall’altro dei gruppi d’origine,
sia nei vantaggi che negli svantaggi.
I nostri antenati hanno lasciato ad ognuno di noi un’eredità speciale, stampata nei nostri gruppi
sanguigni. Questo legame sopravvive indefinitamente all’interno del nucleo di ogni cellula. È qui
che secondo la teoria di Peter J. D’Adamo si incontrano antropologia ed ematologia, la scienza che
studia il sangue.
In pratica lo stile di vita, la personalità, l’attività fisica e , soprattutto, l’ALIMENTAZIONE più
adatti a ciascun individuo vanno programmati tenendo anche conto del gruppo sanguigno di
appartenenza.
Naturalmente la ricostruzione della comparsa dei gruppi sanguigni è solo un piccolo elemento che si
va ad incastrare nel puzzle complessivo ed ampio della nutrizione e ci aiuta a farci un’idea di quali
alimenti risultano più tollerabili a seconda del gruppo sanguigno, in quanto l’organismo vi è
abituato da un tempo incredibilmente lungo.
Gli esperti di nutrizione e i ricercatori che si sono dedicati allo studio dei gruppi sanguigni hanno
inoltre analizzato, nel corso di complesse indagini, delle reazioni biochimiche per scoprire per quale
ragione il medesimo alimento è tollerato in modo diverso da persone con gruppo sanguigno
differente. Questo dipende da determinate proteine contenute negli alimenti estremamente simili
alle specifiche sostanze immunologiche dei gruppi sanguigni. Ciò significa che quando mangiamo
un alimento non adatto al nostro gruppo sanguigno le nostre difese immunitarie si preparano già a
combattere i corpi estranei.
È noto che il sangue di gruppi diversi non può essere scambiato a piacere. Dato che i gruppi
sanguigni creano specifici anticorpi (sostanze proteiche) per combattersi a vicenda, in caso di
trasfusioni l’organismo accetta il sangue estraneo solo se i gruppi sanguigni del ricevente e del
donatore sono compatibili. Altrimenti può avere luogo una reazione di rigetto che, in alcuni casi,
può avere un esito addirittura mortale.
Le caratteristiche tipiche e immodificabili che riceviamo in eredità con il gruppo sanguigno si
trovano soprattutto nella membrana dei globuli rossi (eritrociti). Il sistema difensivo sfrutta queste
caratteristiche chimiche (antigeni) per riconoscere gli intrusi e creare a scopo di difesa particolari
sostanze immunitarie, i cosiddetti anticorpi. Questi anticorpi sono in grado di attaccarsi agli antigeni
estranei, di marcarli e, infine, di annientarli. Le sostanze difensive contenute nel sangue possono
però anche rendere solamente innocui gli intrusi (per esempio batteri, virus, parassiti o cellule)
incollandosi ad essi in modo tale da farli precipitare o meglio “agglutinare” e rendendoli così
incapaci di agire. Dato che i gruppi sanguigni creano anticorpi anche contro gli altri gruppi
sanguigni, se due gruppi diversi vengono in contatto, si può avere lo stesso tipo di reazione. Gli
scienziati hanno effettuato un’altra scoperta sensazionale, che conferma il fatto che esiste realmente
un collegamento tra alimentazione e gruppo sanguigno: determinate sostanze contenute negli
alimenti possono far precipitare (agglutinare) le cellule di determinati gruppi sanguigni.
Responsabili di questa reazione di “ rigetto” sono le lectine, particolari proteine che sono usate
come collanti dal sistema immunitario, ma anche da batteri, virus e parassiti per legarsi ad altri
organismi viventi. Le lectine sono proteine presenti anche negli alimenti, dotate appunto della
proprietà di agglutinazione. Ogni gruppo sanguigno ha la capacità di metabolizzare alcuni tipi di
lectine e non altre, così quando ingeriamo un cibo contenente lectine non compatibili con il nostro
gruppo sanguigno, queste ultime possono provocare fenomeni di agglutinazione nel sangue o
precipitare nel contesto di diversi organi bersaglio provocando l’insorgere di molteplici disturbi.
Le agglutinazioni, inoltre, fanno si che l’assunzione e la trasformazione degli alimenti non avvenga
senza problemi. Le conseguenze evidenti di un metabolismo danneggiato sono ad esempio gli
inestetici depositi di grasso e la ritenzione idrica, e queste sono ancora gli effetti meno gravi.
Per quanto concerne il cibo, in particolare, facendo riferimento alle caratteristiche comportamentali
e nutrizionali dei nostri progenitori di gruppo e al contenuto in lectine degli alimenti, avremo per
ogni gruppo alimenti “ adatti”,”indifferenti” e “ sconsigliati”, in armonia con il nostro corredo
gentico!
Quali sono i vantaggi di uno stile di vita basato sul proprio gruppo sanguigno? Essere in sintonia
con il proprio programma genetico nel quale è prevista in larga misura l’espressione della vita di
ciascuno, significa saper gestire con saggezza il proprio corpo, nella consapevolezza dei propri
elementi di forza e della propria vulnerabilità, nella scelta di un modello alimentare e di uno stile di
vita che assicurino il benessere nella sua pienezza ed il rallentamento della vecchiaia.
La conoscenza del proprio gruppo sanguigno così come proposta da Peter J. D’Adamo costituisce la
base per il raggiungimento dell’equilibrio biologico e dell’armonia totale di ciascuna persona.
Dr. Chiara Biondani