Scheda
SEGNALIAMO
Cose da non credere – Medium, extraterrestri. Oroscopi, medicine alternative e altri argomenti discutibili. In
questo libro, un gruppo di ragazzi discute, si confronta, ragiona e riflette su scienza e pseudoscienza, su misteri, fantasmi, sui
modi propri e impropri di affrontare problemi di salute, di fortuna, di ciò che è reale e invece ciò che è immaginato o immaginario. Le conclusioni le traggono loro stessi,
aiutati nel loro interrogarsi dalla guida
della ragione e del buon senso.
il libro
DA NON CREDERE
Studenti e docenti tra scienza e magia
Stefano Oss, professore associato di fisica della materia e docente di fisica presso la Facoltà di Scienze Matematiche e non
solo, è molto noto nel mondo della scuola trentina per la sua
attività didattica con i docenti e gli studenti. L’ultima volta che
l’abbiamo incontrato (vedi didascalie gennaio/febbraio 2011)
era intento, assieme ad un suo collega di Fisica, a strabiliare gli
studenti dell’Istituto “M. Curie” di Pergine Valsugana sui principi della fisica mentre facciamo andare le gambe sulla bicicletta. In questo suo libro, ci sono ancora gli studenti protagonisti (anche se la parte del leone la fa la scineza o, meglio, le false
“allucinazioni” psudoscienticihe). Si legge bene, crediamo che
possa servire anche in classe e abbiamo scelto di far parlare direttamente lui (l’autore) e loro (gli studenti) che nell’ultimo capitolo sintetizzano bene i contenuti del libro, che si chiude con
un Glossario chiaro e utile sui temi toccati.
L’AUTORE
La scienza salva tutto? Non sempre!
Stefano Oss: Nato nel 1959 a Trento, è
professore associato di fisica della materia e docente di fisica presso la Facoltà di
Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
dell’Università degli Studi di Trento. Coordina il Laboratorio di Comunicazione
delle Scienze Fisiche del Dipartimento
di Fisica. E’ autore di circa 70 pubblicazioni nel settore della fisica molecolare, atomica, didattica e coautore di due
libri (“Scoprire la Fisica Quotidiana” –
Erickson, 2006 – e un testo specialistico su metodi computazionali algebrici in
meccanica quantistica edito da Springer,
1996). E’ presidente della sezione regionale Trentino Alto Adige del Comitato
Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale (CICAP).
Laboratorio di storia di Rovereto (a
cura del), Cose da non credere – Medium, extraterrestri. Oroscopi, medicine
alternative e altri argomenti discutibili,
Curcu & Genovese, Trento 2011, pagine 175, € 12,00
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“Non è vero che la scienza risolve tutti i problemi di questo
mondo. Anzi, qualcuno lo crea anche. Però qualcosa di utile
lo fa. Il punto è quello di riuscire a chiarire almeno un po’ cosa
sia la scienza e come operano gli scienziati e, magari, accorgersi che a questo mondo è facile dire “scientifico”, ma è molto più
difficile fare scienza. C’è chi se ne approfitta e fa passare sotto
questo nome molti fatti certamente interessanti, ma spesso riconducibili a superstizioni, leggende, innocenti giochi, quando tutto va bene. Quando le cose vanno peggio, e più spesso di
quanto non si immagini, si è al cospetto di veri e propri inganni, mistificazioni, truffe e raggiri.
Se ne parla da sempre, di queste cose. Forse è giunta ora di parlarne chiaramente anche a scuola, laddove i cittadini-studenti crescono e si formano esposti alla cultura dell’informazione,
della tecnologia, dei saperi, della vita insomma.”
CAPITOLO VI
Avanti così
Dove si cerca di tirare le somme, come qualcuno ancora dice. E
dove si cerca di non perdere la speranza, anzi: siamo sempre in tempo per migliorare e migliorarci.
Finita la giornata scolastica (molto leggera, davvero: e farne più
spesso di queste assemblee di istituto?), finito il tempo oggi. A
dire la verità un po’ di tempo per parlare c’è sempre. Anche se
n. 5 maggio 2011
al bar, con un po’ di patatine e una
bibita per insaporire la discussione. Non occorre molto di più. E,
in ogni caso, c’è sempre tempo per
pensare, meditare, riflettere.
Sono tante le cose che i nostri amici
si sono detti in questi giorni. Questa sera provano a fare una specie di
panoramica degli argomenti più interessanti, inquietanti, affascinanti,
difficili, ridicoli, spassosi.
Antonio, ancora una volta, è il primo a cercare di mettere in ordine
le idee.
“Allora, ragazzi, in questi giorni ci
siamo davvero scatenati. Vi ricordate il primo argomento? Come
si fa a discutere di un qualcosa in
modo scientifico…”
“Già, il sistema “democratico”
dell’esperimento aperto a tutti, riproducibile, controllabile da
chiunque…” concorda Barbara.
“…E la curiosità degli scienziati.
Il motore della ricerca!” aggiunge
Carlo.
“Sì. Detta così sembra semplice
ma la scienza e il suo metodo sono
molto esigenti. Ed è giusto così, dopottutto” è la riflessione di Diego.
“Poi a cosa siamo passati?” si interroga Antonio. “Ah, sì, certo. il paranormale e le sue meraviglie.”
“Insomma, mica tanto meraviglie. Abbiamo parlato più di imbrogli che di altro. Ricordate? Paranormale, “al di là del normale”.
Ma più spesso giochi con la mente umana. E non sempre giochi divertenti”, ricorda Elena.
“Già, abbiamo parlato dei poveri
malati terminali “operati” da farabutti, finti guaritori che estirpavano
frattaglie di pollo a mani nude… e
di chiavi e forchette che si piegano
da sole. Anzi, con la forza del pensiero. Anzi, con le mani di qualcuno nascosto” interviene Lorenzo.
“Sì, e ricordate anche l’esperienza
del “paragnosta” capace di indovinare che Federico doveva cambiare la marmitta della sua moto?”, riprende Antonio.
“Certo, altro che paragnosta! Un
abile, esperto “psicologo”, insomma, uno capace di leggere non nella mente, ma negli sguardi delle
sue vittime” conclude Barbara.
“Io mi sono divertito parecchio
n. 5 maggio 2011
quando abbiamo discusso di maghi, streghe, magie, spiriti, astri…”
ricorda Carlo.
“… Come no, te la facevi sotto dalla paura. Non riesco a dimenticare
la seduta spiritica con il fantasma di
Michael Faraday che aleggiava fra
di noi” è il commento di Diego.
“Esatto. Per me però è stato particolarmente istruttivo capire che,
nonostante tutto, il trucco c’era. E
c’è sempre. Come c’è negli oroscopi, nella confusione fra astrologia e
astronomia. E negli inesistenti effetti delle fasi lunari nell’agricoltura e
in altre situazioni” aggiunge Elena.
Lorenzo interviene nuovamente.
“Poi ci siamo messi a discutere
per un intero lungo pomeriggio di
evoluzione, di fede e scienza, di filosofia. Forse argomenti più grandi di noi. Non li abbiamo probabilmente studiati abbastanza per
capirli fino in fondo.”
“Noi no, hai ragione, ma al mondo ci sono molti adulti studiosi da
decenni di queste faccende. E la situazione è spesso chiara. Si tratterebbe solo, in molti casi, di rispettarsi reciprocamente e di non
invadere campi che non ci riguardano. Che lo scienziato si occupi
di scienza, il filosofo di filosofia, il
religioso di fede. E non si mescolino queste discipline quando non
è possibile (e questo accade spesso
– oppure che si collabori in modo
costruttivo, quando invece è possibile)”, è il commento di Antonio.
“La discussione più lunga e impegnativa, però, è stata quella relativa alla salute e alle cure del corpo
umano” interviene Barbara, e continua “il che mi torna, visto che tutto sommato abbiamo solo una vita
da goderci e ci conviene trattarci
bene e vivere il più a lungo possibile e nel modo migliore. Ecco perché
tanto interesse, giusto?”
“Sicuramente. Peccato però che la
discussione sia stata molto difficile a causa dello strano modo che
ha il nostro corpo di rispondere a
cure “finte”, ricordate, il placebo?”
è Carlo ora a rinfrescare la memoria del gruppo.
“Certo, il placebo, la “non-medicina” che cura vere malattie di origine
però psico-somatica. Non immagi-
narie, certo. Ma diverse da quelle del tipo “si è rotta una valvola”,
per dirla in modo un po’ scherzoso.
La valvola non è guasta, a pezzi, ma
non riusciamo a comandarla come
vorremmo” osserva Diego.
“Sì, e per tentare di fare un po’ di
chiarezza ci si è inventati il controllo del “doppio cieco” quando si
tratta di stabilire se una cura funziona in modo “attivo” (specifico,
come anche si dice) oppure secondo il placebo (in modo “aspecifico”). Un argomento davvero interessante e mica ancora capito del
tutto…” dice Elena.
“Vero. Ci siamo messi infatti a discutere poi di qualcuna fra le più
famose cure “alternative e complementari” che, dal punto di vista del metodo scientifico, non
lasciano praticamente nessun
dubbio: o funzionano solamente grazie al placebo, oppure gli
scienziati devono darsi da fare e
riscrivere i libri di fisica, chimica,
biologia, geologia, medicina. Un
po’ un problema” aggiunge infine
Lorenzo.
È proprio vero. Un lungo viaggio attraverso tantissimi momenti di riflessione, scoperta, curiosità,
dubbio. Il modo giusto di camminare in questo mondo. Se oggi è
così, se è diverso da come era non
moltissimi anni fa, se riusciamo a
trovarci qualcosa di meglio di ieri,
se ci viene voglia di andare a dormire con la curiosità di scoprire
come questo mondo sarà cambiato domani, probabilmente anche
leggere questa avventura (inventata ma per nulla immaginaria) non
è stato tempo gettato via. E’ stato
un modo per sapere che c’è qualcosa di complesso ma affascinante, di esigente ma vicino a tutti, di
sofisticato ma utile, che c’è un’impresa eccezionale del genio umano
che si chiama scienza.
È possibile aggiungere qualcosa
a questo racconto? Sì. La storia è
solo iniziata. C’è moltissimo che
ancora attende chi vuole avvicinarsi alla scienza. Non c’è limite alla
conoscenza e alle scoperte dell’universo fisico in cui viviamo. Basta
volerlo esplorare, è un libro aperto,
davanti agli occhi di tutti.”
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