LA PSICO-NEUROENDOCRINOIMMUNOLOGIA E IL CORPO IL CORPO, UNA STORIA ANTICA Le prime immagini del corpo umano, disegnate, decine di migliaia di anni fa, sulle pareti delle caverne o pietrificate in statuette femminili dalle enormi mammelle e natiche, ci dicono che esso da sempre è stato oggetto di attenzione, curiosità, idolatria, rappresentazione e, naturalmente, studio e ricerca. La riflessione sul corpo si è inevitabilmente accompagnata a quella sulla mente e più in generale sulla vita, con risposte diverse, nel corso dei millenni. Di grande interesse è però il fatto che, a partire da 2500 anni fa, nel mezzo di quella che il filosofo e medico tedesco Karl Jasper definì “epoca assiale” (Jaspers 1965) che, a Oriente e a Occidente, segnò l’emergere del pensiero razionale in filosofia e in medicina, il corpo viene concepito in stretta relazione con la mente. O, meglio, la mente viene concepita come una manifestazione del corpo in quanto organismo vivente. Con una rilevante eccezione: Platone. Platone concepisce il corpo come “tomba dell’anima” e quindi anima e corpo come due sostanze di qualità incommensurabile, essendo l’anima un principio divino e immortale, che potrà vivere una vita vera solo separandosi dal corpo con la morte e comunque, in vita, “stando lontano dalla prigione”. Ben altra è la prospettiva di Aristotele: per il filosofo non esistono due sostanze, l’anima e il corpo, che si relazionano tra loro, bensì esiste l’organismo vivente che è tale in quanto ha una psiche (o anima nella traduzione latina). La psiche è, quindi, quella 01_CHIERA_CH01_001_008.indd 1 CAPITOLO 1 funzione dell’organismo che consente all’essere, umano o animale, di vivere (Aristotele 2003). L’organismo «è anima e corpo, non nel senso che anima e corpo siano due parti separate di esso, ma nel senso che esso è un corpo che possiede la capacità vivere» (Berti 2008, p. 119). In Ippocrate e poi in modo compatto in Galeno, così come nei testi cinesi antichi, nel Huandi Nei Jing e nei testi del medico filosofo Sun Si Miao, le attività mentali e psichiche in genere sono incardinate nel corpo, i cui organi sono responsabili di funzioni mentali ed emozionali. Galeno incardina le tre funzioni dell’anima nel cervello, nel cuore e nel fegato. I cinesi nel cuore, nel fegato e nel polmone. Il cibo e l’attività fisica possono alterare l’attività mentale ed emozionale, modificando gli umori, secondo i Greci, modificando la circolazione dei liquidi, delle sostanze vitali e delle energie, secondo i Cinesi. A loro volta, sia per i cinesi che per i greci, le passioni dell’anima influenzano l’attività degli organi causando malattie. Le dinamiche dell’organismo umano vengono viste dalla medicina antica, greca e cinese, in modo unitario. Il medico, sulle due sponde del continente euroasiatico, vede il proprio paziente come un individuo e cioè, come suggerisce il nome, come un essere “non divisibile”, intero, di cui non è possibile indagare solo lo stato mentale o solo lo stato fisico. Compiere simili valutazioni è infatti considerato uno degli errori medici più gravi (Bottaccioli 2010). 18/04/17 11:41 1 La psico-neuroendocrino-immunologia e il corpo IL CORPO COME LUOGO DELLA COLPA 2 La rottura di questo paradigma unitario della visione dell’essere umano si realizza nel IV-V secolo dopo Cristo a opera della filosofia cristiana, nel quadro di quel poderoso movimento storico che porterà la Chiesa cattolica a costituirsi, nel corso dei secoli, come potere culturale e politico autonomo. L’influenza della Chiesa sulla cultura e la scienza occidentali è stata enorme e talvolta dimenticata o sottovalutata nella ricostruzione dello sviluppo della scienza e della medicina occidentali. È nel contesto del dominio papale che nasce una visione dualista dell’essere umano ed è qui che viene bandita la ricerca filosofica e scientifica, autonoma dalla teologia e dal potere coercitivo della Chiesa, per più di mille anni. È con l’intellettuale africano Agostino (354-430), divenuto vescovo d’Ippona, che viene ripreso e radicalizzato il dualismo platonico. Per Agostino l’uomo è segnato dal peccato originale, che è trasmesso con l’atto sessuale. Il corpo è quindi il depositario della colpa e, al tempo stesso, il veicolo della trasmissione ereditaria del peccato che viene da Adamo ed Eva. L’anima è di altra natura: essa è indivisibile, non estesa, incorporea e non è diffusa nel corpo, non si mescola alla carne e, a differenza della concezione aristotelica, essa non è la forma del corpo, infatti può sussistere indipendentemente dal corpo. L’attività intellettiva umana, sostiene Agostino, è indipendente dal corpo: infatti è Dio che illumina la mente umana e le consente di accedere alla conoscenza. La visione dualistica dell’uomo rimarrà una costante lungo i secoli e anche il tentativo fatto da Tommaso d’Aquino (1225-1274), nel XIII secolo e quindi alle soglie della modernità, di mitigarla, recuperando Aristotele e la sua visione dell’anima come forma del corpo e quindi a esso strettamente connessa, deve cedere il passo, come scrive lo stesso Tommaso, all’«assoluta necessità che l’anima sia incorruttibile» e quindi immortale (Schönberger 2002, p. 117). L’anima in Tommaso è quindi una forma che ha il suo essere in sé. Anzi, dice Tommaso, l’immor- 01_CHIERA_CH01_001_008.indd 2 talità di un’anima così connessa al corpo è la giustificazione della fede cattolica nella resurrezione del corpo, che si realizza proprio a completamento dell’anima in quanto forma del corpo. Il che ci mostra i salti mortali, sotto il profilo logico, che un intelletto acuto, come quello del filosofo campano, ha dovuto fare per conciliare la ricerca filosofica e scientifica con la teologia, che rimane la padrona assoluta del sapere che s’insegna nelle nascenti Università, fino al XVI-XVII secolo, quando s’avvertiranno le prime scosse dell’incipiente terremoto che emanava dalla rivoluzione scientifica in fisica, in medicina e in filosofia. CON LA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA IL CORPO RIDIVENTA OGGETTO DI STUDIO Nell’enclave dell’Università di Padova, rara zona franca, libera dal divieto papale di usare i cadaveri per studiare l’anatomia, il belga Andrea Vesalio (Andreas van Wesel), studente e poi docente in quell’Università, polo europeo della medicina, pubblica nel 1543 il De humani corporis fabrica (La struttura del corpo umano), che segna la rinascita dell’anatomia scientifica dopo circa 1300 anni di oscuramento. Testo che verrà ampiamente studiato anche dal filosofo francese René Descartes (1596-1650), che, nei primi decenni del Seicento, navigando tra le maglie della rete papalina che soffocava la scienza e la filosofia, imprime un eccezionale impulso alla ricerca scientifica. La nascita della fisiologia, da Marcello Malpighi (1628-1694) a Thomas Willis (1621-1675) a Hermannus Boerhaave (16681738), ha Descartes (Cartesio) come fonte esplicita d’ ispirazione. L’approccio del filosofo francese è dualista nei suoi presupposti dichiarati (teoria delle due sostanze: la mente e il corpo), approccio cui forse non è estranea la necessità di non sfidare il potere papale per non fare la fine di Giordano Bruno e di Galileo Galilei. Tuttavia, il suo approccio è, al tempo stesso, unitario nella ricerca. In realtà, come la più recente ricerca ha assodato, per Cartesio, la mente è incarnata (Kirkeboen 2001; Brown 2006; 18/04/17 11:41 La psico-neuroendocrino-immunologia e il corpo Bottaccioli 2014)1: le emozioni coinvolgono sia il corpo sia l’anima e sono un ponte tra i due con l’obiettivo di “guidare l’anima a seguire i programmi della natura per proteggere l’organismo”; ragione ed emozione sono strettamente intrecciate, non esistendo una volontà pura, ma sempre mista a passione; infine, le passioni hanno effetti fisiologici sul corpo, nel bene e nel male. Insomma, da una lettura non ideologica di Cartesio, diversa quindi da quella presentata nel celebre Errore di Cartesio di Antonio Damasio, successivamente corretta dallo stesso neuroscienziato americano2, emerge un Cartesio molto più equilibrato e complesso. Tuttavia, è indubbio che al suo pensiero si richiameranno in modo unilaterale filosofi e medici che daranno vita a una corrente scientifica nota come meccanicismo. Il manifesto programmatico del meccanicismo fu un libro L’Homme machine (L’Uomo macchina), comparso a metà del Settecento, a opera di un medico filosofo francese, Julien Offroy de La Mettrie (1709-1751), che, partendo dalla visione cartesiana dell’animale come automa, compie un salto di paradigma: non solo l’animale, ma anche l’uomo è una macchina governata dagli 1 Come primo esempio della correzione della tradizionale lettura di Cartesio approdata in un Manuale di storia della filosofia, si veda: Spallanzani, M.F. (2015), René Descartes e la filosofia secondo la regola della ragione; nonché Mori, G.L., Le passioni dell’anima, entrambi in: Eco, U. e Fedriga, R. (a cura di), La filosofia e le sue storie. L’età moderna, Laterza, Roma-Bari, pp. 282-294 2 Damasio, diversi anni dopo, in un altro celebre libro Alla ricerca di Spinoza (ed. it. Adelphi 2003), ha corretto sostanzialmente il suo giudizio liquidatorio con affermazioni che imporrebbero una nuova edizione dell’Errore di Cartesio. Damasio, infatti, scrive (pp. 224-225) che Cartesio non solo non ha ritardato lo sviluppo della scienza, anzi è stato il primo che “ ha intrecciato due filoni rimasti fino ad allora separati: quello fisico-inorganico e quello vivente organico”. Inoltre, Cartesio “ha insistito sulla reciproca influenza tra mente e corpo”. Infine, il filosofo francese, sempre secondo Damasio 2.0, “riguardo alla comprensione del corpo era in anticipo rispetto ai suoi contemporanei”. Insomma, una retromarcia che fa onore allo scienziato statunitense e che parzialmente restituisce l’onore al filosofo francese. 01_CHIERA_CH01_001_008.indd 3 1 automatismi, che è possibile smontare e studiare, così come si fa con le molle di un orologio. Questa idea del corpo umano come una macchina orienterà la ricerca medica per i secoli a venire. Nel paradigma meccanicista la mente è uno sbuffo del corpo, come il fischio della locomotiva, secondo una metafora di Thomas Huxley, medico, celebre amico di Charles Darwin. “Fischio, che una volta emesso, non può più intervenire a modificare il funzionamento della macchina che l’ha prodotto” (Mondella 1995, p. 17). Viene così a strutturarsi, nel corso degli ultimi due secoli, quella separazione tra studio del corpo e studio della mente, su cui si fonderà anche la separazione delle professioni di cura: medici e terapisti che trattano il corpo senza una mente e psicologi e psichiatri che trattano la mente senza un corpo. UN CORPO GENETICAMENTE PROGRAMMATO? Nella seconda metà del Novecento, il paradigma riduzionista trova una base potente nel dispiegamento della ricerca genetica, che ha l’obiettivo di spiegare la complessità e i dettagli dell’organismo umano, sia nella sua dimensione fisica sia in quella mentale. Non c’è un campo della biologia, della fisiologia e della psicologia umana che non venga indagato dalla ricerca genetica nel tentativo di spiegarne il funzionamento in salute e in malattia: dal cancro alle malattie autoimmuni a quelle psichiatriche, la lente con cui si legge le patologie umane diventa quella genetica. Anche le tipiche funzioni umane, che sono emerse nel corso dell’evoluzione della specie, vengono lette in chiave genetica. IL LINGUAGGIO E IL CORPO Un classico esempio è quello della risposta che è stata data alla domanda: come è emersa la funzione del linguaggio, che nella sua complessa articolazione, è tipicamente umana? La risposta che ha dominato la linguistica contemporanea è quella elaborata a partire dagli anni Sessanta del Novecento da Noam Chomsky, 3 18/04/17 11:41 1 4 La psico-neuroendocrino-immunologia e il corpo che propone la presenza nel cervello umano di una funzione innata, chiamata grammatica universale, che consente al cervello di ogni bambino di apprendere facilmente la lingua del contesto in cui vive indipendentemente dalla sua nazionalità. Per il celebre studioso statunitense, la funzione linguistica, nella nostra specie, è comparsa improvvisamente, frutto di una mutazione genetica, che ha conferito, scrive Chomsky, probabilmente a un singolo individuo della specie Homo sapiens un vantaggio evolutivo enorme rispetto agli altri uomini, perché il linguaggio, per lo studioso, è soprattutto una modalità della mente e solo secondariamente un mezzo di comunicazione interumana (Chomsky 1998, 2008). In questa visione, viene affermata la radicale diversità tra la nostra specie e tutte le altre, anche quelle a noi molto vicine e, per lungo tempo, contemporanee, come gli umani di Neanderthal, ma si postula anche l’assoluta separazione tra evoluzione del corpo ed emergenza di funzioni mentali. In realtà, l’ipotesi di Chomsky, oltre ad apparire alquanto fantasiosa, non ha alcun riscontro empirico. I nostri cugini di Neanderthal, che avevano una struttura fisica possente, un cervello di dimensioni anche superiori a quello dei nostri antenati avevano però una conformazione del tratto testa-collo peculiare. Avevano il palato e il tratto nasofaringeo più lunghi, mentre il collo era più corto. L’emergenza di un tratto vocale sopralaringeo (Figura 1.1 ) adeguato all’articolazione dei suoni, che ha bisogno di un uso raffinato della lingua a contatto con la laringe, evitando, al tempo stesso, il rischio del soffocamento da ingestione di cibo, compare con Homo sapiens circa 200.000 anni fa ed è il risultato di tre processi di modificazione fisica: (1) un accorciamento del nasofaringeo; (2) una riduzione della faccia, che diventa più tonda; (3) un allungamento del collo (Lieberman 2016). Queste modificazioni fisiche danno la possibilità al cervello di sperimentare la produzione di una gamma di suoni articolati che migliorano notevolmente la comunicazione nel gruppo dei sapiens, favorendo selettivamente un migliore adattamento ambientale anche in contesti nuovi. 01_CHIERA_CH01_001_008.indd 4 Faringe Vallecola Epiglottide Laringe Esofago Lingua Trachea Figura 1.1 L’apparato fonatorio umano. La cavità centrale della laringe è di forma tubolare e rivestita da mucosa che presenta un epitelio cilindrico, pseudostratificato ciliato, con intercalate cellule caliciformi mucipare. L’apertura superiore della cavità (adito laringeo) sbocca nel lato anteriore della faringe appena sotto e dietro la lingua, la quale quindi è in stretto collegamento con la laringe. L’apertura inferiore della cavità laringea si continua con il lume della trachea ed è continuamente aperta, mentre l’adito laringeo può essere chiuso da un movimento verso il basso dell’epiglottide. La cavità della laringofaringe è in rapporto anteriormente con una coppia di tasche mucose (vallecole), una su ciascun lato della linea mediana, tra la base della lingua e l’epiglottide. Quindi, la coevoluzione di modificazioni fisiche, cerebrali, culturali e comportamentali, che per via transgenerazionale, nel corso di decine di migliaia d’anni, consolidano la peculiare capacità linguistica umana, è la spiegazione più plausibile all’emergenza del linguaggio umano. Il modello della coevoluzione, che forse sarebbe più efficace definire evoluzione integrata di sistemi fisici, psichici e mentali, consente di comprendere meglio le influenze reciproche tra sistemi biologici e sistemi psichici. LA RELAZIONE BIDIREZIONALE CERVELLO-FUNZIONI MENTALI Le funzioni psichiche, ovviamente, dipendono da quelle cerebrali, ma anche le cerebrali dipendono da quelle psichiche. Lo studio, tramite risonanza magnetica funzionale (fMRI), del cervello dei bambini che imparano a leggere dimostra che, a partire dai 7 anni di età, i circuiti tendono a strutturarsi: lateralizzazione a sinistra dell’area occipito-temporale ventrale, che 18/04/17 11:41 La psico-neuroendocrino-immunologia e il corpo riconosce la forma delle parole; attivazione del solco temporale e del circuito fino all’area di Broca per l’elaborazione fonologica. Quindi, l’apprendimento della lettura modifica il cervello, come è emerso chiaramente dagli studi sugli illetterati adulti del sud del Portogallo, dove per secoli il dominio maschile ha imposto che la prima figlia femmina non studiasse per mandare avanti la famiglia. Queste donne, esaminate con la fMRI, hanno mostrato tutte le difficoltà di comprensione del linguaggio che derivano dalla non lettura, ma anche il loro cervello era diverso: il corpo calloso posteriore era meno ispessito di quello di persone che avevano imparato a leggere (Dehaene 2009). Abbiamo prove che lo stesso accade nel cervello di persone dedite alla meditazione o che seguono una psicoterapia risultata efficace. È dimostrato che il cervello di studenti che si sottopongono a un impegnativo esame universitario viene modificato a livello dell’ippocampo e di altre aree coinvolte nell’elaborazione concettuale e nella memorizzazione dei dati. Così come è dimostrato che vivere in orfanotrofio per un lungo periodo causa alterazioni strutturali diffuse nella materia bianca del cervello dei bambini. Abbiamo infine prove che vivere una condizione sociale di esclusione e di povertà lascia segni nel cervello (Bottaccioli e Bottaccioli 2017, cap. 10). Questi dati della ricerca dimostrano che la teoria della cosiddetta identità mente-cervello non è scientificamente fondata. Documentano altresì che la relazione psiche-cervello è bidirezionale e che il cervello è il principale destinatario delle funzioni psichiche che emergono dai suoi circuiti. Le funzioni psichiche, infatti, servono non solo a produrre attività cognitive, sentimenti, emozioni, comportamenti, ma servono anche e soprattutto a strutturare i circuiti cerebrali da cui queste attività emergono. La ricerca epigenetica ci ha aperto la via per comprendere come l’ambiente, fin dalle prime fasi di vita, modelli e strutturi l’epigenoma dei principali sistemi cerebrali deputati all’organizzazione dei comportamenti, all’apprendimento e alla memoria, alle relazioni, in definitiva all’interfaccia con il mondo (Bottaccioli 2014). 01_CHIERA_CH01_001_008.indd 5 1 LA PSICHE NON SOLO DENTRO IL CERVELLO, MA DENTRO L’INTERO L’ORGANISMO Un’evoluzione del cognitivismo che, a partire dagli anni Novanta del secolo scorso, ha assunto il nome di “nuove scienze cognitive” in posizione critica verso le vecchie scienze cognitive centrate sulla metafora “mente = computer” e che quindi ignoravano il ruolo dell’organismo di cui la mente è parte integrante, ha messo in primo piano il ruolo del corpo o, meglio, della cognizione incarnata, incorporata, per tradurre alla lettera l’espressione, ormai invalsa, embodied cognition. Questa tendenza scientifica ha orientato numerose ricerche sul rapporto tra attività psichiche (cognitive ed emotive) e attività motorie, giungendo alla conclusione che non è possibile separare le attività cognitive ed emotive dall’azione e che, anzi, è nell’azione il fondamento della loro stessa possibilità di essere prodotte (Caruana e Borghi 2016). Effettivamente, la mano non è uno strumento esecutivo della mente, è a tutti gli effetti un organo della mente. Abbiamo numerose prove sperimentali della centralità del comportamento motorio nella produzione cognitiva, nell’espressione delle emozioni, nell’influenza sullo stesso assetto del cervello. Tuttavia, il corpo di cui parlano i nuovi cognitivisti non è l’organismo nella sua interezza, dal momento che il comportamento motorio è un aspetto, pur rilevante, ma solo un aspetto della vita del cervello e dell’organismo. Talvolta, l’embodied cognition appare più una metafora filosofica che un paradigma scientifico, capace di indagare le diverse relazioni che i sistemi biologici, che compongono l’organismo, intrattengono con la dimensione cognitiva e psichica in generale. L’organismo è un sistema complesso, il cui stesso assetto strutturale, dato dalla configurazione del sistema muscolo-scheletrico e del pannicolo adiposo, dalla struttura dei sistemi connettivali (fasciali), dall’organizzazione tridimensionale delle cellule e delle loro relazioni con le fibre che costituiscono la cosiddetta “matrice extracellulare”, va a determinare flussi di segnalazione, di natura 5 18/04/17 11:41 1 La psico-neuroendocrino-immunologia e il corpo meccanica, chimica ed elettromagnetica, che a buon diritto rappresentano matrici relazionali su cui si struttura la dimensione psichica. Questa segnalazione, che viene dai sistemi biomeccanici e dai sistemi biologici di regolazione dell’organismo, è capace di influenzare stabilmente le attività emotive, cognitive e motivazionali. Ciò significa, per esempio, che avere un eccesso di grasso soprattutto a livello ventrale, oppure, al contrario, avere una massa muscolare deficitaria (sarcopenia), così come avere una condizione di infiammazione cronica, anche subclinica, può produrre segnalazioni a livello cerebrale che contribuiscono a strutturare uno stile emozionale e cognitivo. VIA UMORALE VIA NERVOSA Cambiamenti Cambiamenti comportamentali comportamentali Target cerebrali Target cerebrali PGE2 NO CVO NTS Nervo vago IL-6, IL-1β, TNF α Monociti attivati e macrofagi 6 IL-6, IL-1β, TNF α Monociti attivati e macrofagi Figura 1.2 Dall’immunità al cervello. A sinistra la via umorale, che, tramite la circolazione sanguigna, porta le citochine direttamente negli organi cerebrali cosiddetti circumventricolari (attorno ai ventricoli) che non hanno barriera ematoencefalica. Invece, laddove c’è la barriera, le citochine possono passare tramite specifici sistemi di trasporto (non indicati) o anche tramite la stimolazione della produzione di altre sostanze, come ossido nitrico (NO) e prostaglandine (PG). A destra, la via nervosa che – in particolare tramite il nervo vago, il quale presenta recettori per le citochine – porta i segnali immunitari prima dentro il nucleo del tratto solitario (NTS) e da qui alle altre strutture cerebrali, in particolare al sistema limbico (ipotalamo, ippocampo e amigdala). (Da: Bottaccioli F., Epigenetica e Psiconeuroendocrinoimmunologia. Edra LSWR S.p.A., Milano, 2014). 01_CHIERA_CH01_001_008.indd 6 18/04/17 11:41 La psico-neuroendocrino-immunologia e il corpo C’è quindi una matrice interna, che è rappresentata dall’organismo nella sua complessa struttura, che costituisce una fonte rilevante di organizzazione della dimensione psichica, che le scienze psicologiche nel loro insieme, di derivazione cognitivista o psicoanalitica, non prendono in considerazione, riducendo volta a volta il corpo al cervello o al sistema motorio. Si potrebbe dire che, per la psicologia contemporanea e per i modelli dominanti nelle neuroscienze, l’organismo è una categoria generica, «un corpo senza organi», prendendo a prestito la definizione che ha dato il filosofo postmoderno Gilles Deleuze (Fugali 2016, pp. 183-185). I prossimi capitoli descrivono nel dettaglio l’articolazione strutturale del corpo umano dall’angolo visuale della fascia, una categoria anatomica che, nel corso degli ultimi decenni, s’è imposta all’attenzione degli studiosi e degli operatori. Dal punto di vista strutturale, le fasce avvolgono tutte le componenti somatiche del corpo per proteggerle fornendo i condotti per il passaggio dei nervi, dei vasi sanguigni e linfatici in modo che essi si possano diffondere nell’organismo senza il rischio di lesionarsi. Una variazione di densità del tessuto, dovuta per esempio a un trauma, una + cicatrice o un’infiammazione locale, può alterare le funzioni dei nervi e la circolazione dei liquidi, con conseguente compromissione degli scambi metabolici cellulari. L’ampia distribuzione fasciale, il suo ruolo meccanico e l’abilità dei fibroblasti (cellule del tessuto connettivo) di comunicare tramite le gap junction (giunzioni fra cellule), suggeriscono che la fascia sia in grado di formare un ampio sistema corporeo di segnalazione meccanosensibile analogo al sistema nervoso. Abbiamo così un’altra importante fonte di integrazione fisiologica locale e di segnalazione sistemica, che va a completare il quadro di funzionamento integrato dell’organismo che la psiconeuroendocrino-immunologia ha sviluppato nel corso degli ultimi decenni e che è riassunto nelle Figure 1.2-1.4 (Bottaccioli e Bottaccioli 2017, in particolare il cap. 11). Auspichiamo che su questa solida base scientifica, le discipline manuali e i professionisti che le praticano possano finalmente realizzare quel salto culturale imposto dal loro stesso sviluppo, in termini di positiva accoglienza tra i cittadini e di crescente accreditamento nel sistema sanitario. IL-1, TNF, IL-6 Ipotalamo + MT + PRL + – – – – Cellule immunitarie + + Ipofisi Locus coeruleus ACTH OT Endorfine MSH GH/IGF-1 MIF – – + – 01_CHIERA_CH01_001_008.indd 7 CRH E T Cortisolo Adrenalina Noradrenalina Dopamina Neuropeptidi 1 Surrenali Sistema nervoso simpatico Figura 1.3 Dal cervello all’immunità. Il disegno riassume le conoscenze attuali sulle influenze degli ormoni sull’immunità ed evidenzia l’azione delle citochine nel cervello. I segni + e – indicano, rispettivamente, attivazione e inibizione, anche se occorre avere chiaro che sono una semplificazione, poiché l’azione degli ormoni è diversa a seconda dei circuiti immunitari su cui essi agiscono, dei loro livelli di concentrazione plasmatica, nonché dello stato in cui si trova il sistema immunitario. CRH (Corticotropin Releasing Hormone), ormone che rilascia la corticotropina; E, estrogeni; GH/ IGF-1 (Growth Hormone/Insuline like Growth Factor-1), ormone della crescita/fattore di crescita insulino-simile di tipo 1; MIF (Macrophage Inhibitory Factor), fattore inibitorio dei macrofagi; MSH (Melanocyte Stimulating Hormone), ormone che stimola i melanociti; MT, melatonina; OT, ossitocina; PRL, prolattina; T, testosterone. (Da: Bottaccioli F., Epigenetica e Psiconeuroendocrinoimmunologia. Edra LSWR S.p.A., Milano, 2014). 7 18/04/17 11:41 Va go e nt re fe f a Vago effe ren te La psico-neuroendocrino-immunologia e il corpo St re ss 1 Milza NE TNF-α Linfocita Microbiota ACh REGOLAZIONE INFIAMMAZIONE Intestino Macrofago Figura 1.4 La regolazione simpato-vagale dell’infiammazione. Lo stress, le infezioni e altre condizioni possono alterare il microbiota intestinale e innescare una risposta infiammatoria sostenuta da varie cellule immunitarie, tra cui macrofagi, mastociti, natural killer (qui, per semplicità, è indicato solo il macrofago). Il nervo vago (afferente) possiede recettori sia per le componenti microbiche sia per le citochine e le chemochine rilasciate dalle cellule immunitarie (qui è indicato solo il TNF-α). La ricezione degli stimoli da parte del vago afferente induce una risposta vagale in uscita (vago efferente) che, secondo la visione attuale, attiva le fibre simpatiche contenute nel ganglio celiaco (non mostrato in figura), le quali nella milza, tramite il rilascio di noradrenalina (NE), indurranno i linfociti T a produrre acetilcolina (ACh). L’acetilcolina, recepita dal recettore 〈7-nicotinico collocato sul macrofago, regolerà l’attività del macrofago in senso antinfiammatorio. (Da: Bottaccioli F. e Bottaccioli A.G., PsicoNeuroEndocrinoImmunologia e scienza della cura integrata. Il Manuale. Edra S.p.A., Milano, 2017). BIBLIOGRAFIA Aristotele (2003), L’anima, a cura di Giancarlo Movia, testo greco a fronte, II ed. Bompiani, Milano. Berti, E. (2008), In principio era la meraviglia. Le grandi questioni della filosofia antica, Laterza, Roma-Bari. Bottaccioli, F. (2010), Filosofia per la medicina. Medicina per la filosofia. Grecia e Cina a confronto, Tecniche Nuove, Milano. Bottaccioli, F. (2014), Epigenetica e Psiconeuroendocrinoimmunologia, Edra, Milano (con un Appendice su Cartesio biologo del cervello e della psiche). Bottaccioli, F. e Bottaccioli, A.G. (2017), Psiconeuroendocrinoimmunologia e scienza della cura integrata. Il Manuale, Edra, Milano. Brown, D. (2006), Descartes and the passionate mind, Cambridge University Press, Cambridge. Caruana, F. e Borghi, A. (2016), Il cervello in azione, Il Mulino, Bologna. Chomsky, N. 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