impressioni di liguria
i liguri e la musica
Fra i popoli dell’antichità, quello
dei Liguri fu uno dei più misteriosi,
tanto da stimolare la fantasia poetica dei massimi scrittori antichi,
fino a generare leggende. In latino
Ligures, l’antica popolazione che ha
dato il nome all’odierna Liguria e al
Mar Ligure che la bagna, in epoca
preromana abitava una zona ben
più vasta dell’attuale, che comprendeva l’area apuana e il Piemonte a
sud del Po. Prima del 2000 a.C., i Liguri occupavano fino al nord Italia
occidentale, la Francia meridionale
e tutta la fascia costiera mediterranea tra le foci del Rodano e quelle
dell’Arno. Solo al sopraggiungere delle nuove immigrazioni di Italici, Venetici e Celti, si ritirarono nei loro
confini storici. Da Eschilo ad Apollodoro, da Ovidio ad
Esiodo il carisma della contraddizione di questo popolo
arriva a noi, consegnato dal mito. Causa di tanto fascino, furono due caratteristiche negli antichi Liguri connaturate e contraddittorie: la forza fisica e la sensibilità
musicale. Dotati di straordinario vigore fisico, selvaggi
e primitivi nella lotta, tanto da sfidare lo stesso Eracle,
i Liguri coniugavano, in contrasto, un’inaspettata sensibilità musicale tale da muovere a pietà lo stesso Zeus.
Si narra che i due fratelli Albione e Ligure, re dei Liguri e
figli di Poseidone, rubarono i buoi di Eracle sfidandone
la furia. Il semidio li inseguì fino alle foci del Rodano,
quando per gli antichi la Liguria comprendeva, oltre
all’Italia settentrionale, anche Provenza e Catalogna. Ma
qui Eracle incontrò una resistenza così tenace che perse le armi e rischiò la sconfitta. Fu allora che suo padre
Zeus gli venne in aiuto, scatenando dal cielo una pioggia di massi che decimò gli avversari. Per quanto duro e feroce, questo popolo era però sensibile alla musica e al canto. Narra Esiodo che Cicno (Cycnus) figlio di Stenelo, altro re della Liguria e amico di Fe-
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tonte, fosse un giovane di
La metamorfosi
di Cicno e delle sorelle
voce melodiosa e soave
di Fetonte in un’antica
compositore di musica.
incisione.
Quando il caro amico
Fetonte cadde nell’Eridano, dopo aver tentato di guidare il carro del Sole, il re morì dal dispiacere. I lamenti
struggenti cui Cicno consegnò il suo dolore, raggiunsero Zeus fino a commuoverlo. Il padre degli dei, tramutò il corpo del giovane re in cigno dal dolce canto.
Afferma Pausania: “Il cigno è un uccello dalla fama di
musico; si dice infatti che un musico di nome Cicno sia
stato re dei Liguri abitanti al di là del Po oltre il territorio
dei Celti e che, dopo la sua morte, sia stato trasformato
in quell’uccello per volontà di Zeus”. I Liguri, dunque,
trarrebbero il nome proprio dalla loro talento del canto, dall’etimo greco liguò, che significa canoro, sonoro.
Una sensibilità che, molti anni dopo Cicno, è rimasta
intrinseca e ha generato in Liguria altri miti ovvero i
cantautori della scuola genovese, come Fabrizio De
Andrè, Bruno Lauzi, Luigi Tenco, Umberto Bindi, Paolo
Conte, Gino Paoli. Musicisti e poeti.
Da Cicno discende, quindi, l’uso del cigno, quale animale araldico di tanti re e guerrieri liguri.