Agli albori della storia - GAL Tradizione delle Terre Occitane

sappiamo dove abitavano i Segovii, i Belaci ed i
Segusini, che occupavano la val di Susa a
cavallo del Monginevro, i Quariati, poiché
l’odierno Queyras ce lo ricorda, ed i Caturigi,
stanziati nella zona dell’attuale lago di Serre
Ponçon (valle della Durance). Ribelli invece ai
Romani restarono per lungo tempo i Brigiani,
fondatori di Briga e abitanti dell’Alta Val Roia,
guardiani dei valichi del Sabbione e del Tenda, il
cui nome compare tra i popoli vinti da Augusto
nell’iscrizione del Trofeo delle Alpi, sul valico de
la Turbie da cui la Via Aurelia scendeva su
Nizza. Niente esclude che nei territori soggetti ai
re Cozi rientrassero anche le testate delle nostre
valli più a settentrione, dal momento che le
partizioni territoriali di allora non seguivano i
displuvi, ma piuttosto linee di quota e corsi
d’acqua. D’altronde, il fatto stesso che nel
Medioevo troviamo le popolazioni dell’alta val
Susa, alto Chisone e dell’alta Varaita federate
negli Escartouns di Briançon (dal 1343) e le
dodici municipalità della val Maira aggregate
nella loro Magnifica Comunità (dal 1329), ci
autorizza a supporre che questi istituti
ricalcassero precedenti legami politicoamministrativi. I Cozi salvarono il loro territorio ed
i popoli soggetti per ben quattro generazioni,
prima come re, poi come governatori, facendo
buon viso ai conquistatori romani e lasciando
loro utilizzare il Monginevro ed altri colli come
passaggio per le Gallie. Anche Roma riconobbe
il legame etnico tra questi popoli alpini nella
successiva partizione augustea, riunendoli nelle
Provinciae Alpium Cottiarum e Alpium
Maritimarum: un territorio tutto alpestre,
delimitato a levante dalla strada pedemontana
S.Ambrogio di Susa (Ocelum)-Pinerolo-SaluzzoPiasco (Alpeascum)-Borgo S. Dalmazzo
(Pedona) -Boves-Peveragno-Chiusa e che
incorporava a ponente le valli della Durance,
dell’Ubaye e del Var.
Agli albori della storia
Agli albori della storia alpina, ossia da quando i
Greci fondarono la colonia di Marsiglia (600 a.C.)
e da quando si hanno notizie e documenti, le Alpi
sud-occidentali erano abitate dai Liguri di origine
preindoeuropea, giunti forse dall’Africa lungo le
terre rivierasche del Mediterraneo. Era un
popolo uso ad esercitare una pastorizia
transumante salendo con greggi ed armenti in
montagna durante la buona stagione per poi
scendere a trascorrere l’inverno in pianura,
lungo la costa o sugli altopiani provenzali. A
dimostrare l’assidua frequentazione dei pascoli in
quota, questi pastori ci hanno lasciato molte
incisioni su roccia, alcune delle quali, come le più
antiche del monte Bego, pare risalgano
addirittura all’inizio del secondo millennio a.C.
I Liguri vennero in contatto dapprima con gli
Etruschi da levante, poi con i coloni Greci da
sud-ovest ed infine con i Celti, giunti ad occupare
la pianura Padana tra il V e il IV sec. a.C. Erano
tutti popoli culturalmente più progrediti che
certamente i Liguri cercarono di emulare, pur
restando ancorati a forme di società tribali, privi
com’erano d’un proprio sentimento nazionale.
Sicché i Romani ebbero buon gioco nel
sottometterli poco alla volta quando, a partire dal
II sec. a.C., cominciarono la loro espansione nel
Nord della penisola. Gli ultimi a cedere furono
quei Liguri che gli storici latini battezzarono poi
Capillati o Montani, i presumibili abitanti delle
nostre valli e di quelle adiacenti.
L’unica forma di associazionismo la si ebbe tra i
quattordici popoli (civitates) che elessero a re la
dinastìa segusina dei Cozi. Queste civitates, i cui
nomi compaiono nell’iscrizione dell’arco di Susa,
formavano forse la frangia più celtizzata dei
Liguri, la più evoluta socialmente. Tra questi
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