• • • • INTRODUZIONE NOTE TECNICHE RINGRAZIAMENTI L’AUTORE 5 6 10 11 UNO • ODLE, PUEZ, PUTIA 001 • Sass de Putia, Spigolo N 002 • Odla di Cisles, Spigolo SE 003 • Sass de Ciampac, Via Adang 15 18 22 26 DUE • SASSOLUNGO 004 • Sassolungo, Via Normale 005 • Punta delle Cinque Dita, Via Normale 006 • Punta delle Cinque Dita, Spigolo del Pollice 007 • Punta Grohmann, Via Dimai 31 34 38 42 46 TRE • SELLA 008 • Piz Ciavazes, Via Rossi-Tommasi 009 • Piz Ciavazes, Via Piccola Micheluzzi 010 • Piz Ciavazes, Via della Rampa-Del Torso 011 • Sass Pordoi, Via Dibona 012 • Sass Pordoi, Via Diretta 013 • Sass Pordoi, Via della Galleria 014 • Sass Pordoi, Pilastro Piaz + Via Maria 015 • Sass Pordoi, Spigolo Gros-Momoli 016 • Sass Pordoi, Via Pederiva-Rizzi 017 • Torre Exner, Via Kostner 018 • Mur de Pissadù, Via C.A. Dalla Chiesa 019 • Piz da Lech de Boé, Via Dibona 020 • Piz da Lech, Via Dorigatti 021 • Sasso delle Nove, Camino Castiglioni 51 54 58 61 64 68 72 76 79 82 86 89 93 97 101 QUATTRO • CATINACCIO 022 • Catinaccio, Via Normale 023 • Catinaccio, Camino della Cotoletta-via Dimai 024 • Catinaccio, Via Steger 025 • Croda di Re Laurino, Via Buratti 026 • Torre Delago, Spigolo Piaz 027 • Torre Winkler, Via Normale 105 108 110 114 119 124 127 12 CINQUE • MARMOLADA 028 • Punta Penia, Via Classica 131 134 SEI • PALE DI SAN MARTINO 029 • Cima dei Bureloni, Via Zagonel-Langes 030 • Cimon della Pala, Via Normale 031 • Cima Immink, Spigolo Solleder-Fontein 032 • Cima Pradidali, Via Tavernaro 033 • Campanile Pradidali, Via Castiglioni 034 • Cima Val di Roda, Via Langes 035 • Sass Maor, Via Normale 036 • Cima della Madonna, Spigolo del Velo 037 • Cima Wilma, Via Normale 038 • Cima Canali, Via Normale 039 • Cima Canali, Traversata 040 • Punta Centovie, Via Clessidromania 041 • Cima Lastei, Via Cappellari-Lotto 042 • Cima di Manstorna Orientale, Via Kees-Wisiol 043 • Cima di Manstorna Orientale, Cresta NE 044 • Pala del Rifugio, Via Castiglioni-Detassis 045 • Pala del Rifugio, Via Esposito 046 • Sass de Ortiga, Spigolo Wiessner-Kees 047 • Sass de Ortiga, Via Scalet-Bettega 048 • Sass de Ortiga, Diedri di Destra 049 • Dente del Rifugio Treviso, Via Chiara Stella 050 • Dente del Rifugio Treviso, Spigolo Franceschini 051 • Punta della Disperazione, Via Giuliana 141 147 152 156 160 164 168 173 176 180 184 187 192 195 201 204 208 212 217 222 225 227 231 235 • CLASSIFICAZIONE DELLE VIE SECONDO L’IMPEGNO GLOBALE 13 238 ROCCIA D’AUTORE l IV GRADO - Dolomiti Occidentali 1 DUE l SASSOLUNGO PUNTA DELLE CINQUE DITA 2998 m Ogni tanto anche l’accalcarsi in coda, conversando alle soste con un’altra marea di alpinisti mentre si disaggrovigliano le corde ha il suo fascino. State sicuri che qui passerete certamente una giornata in compagnia. Anche la via, del resto, favorisce la socializzazione, in quanto l’impegno fisico, tecnico e psichico è basso, data la solidità della pietra, le soste cementate e le ottime possibilità di assicurarsi, oltre all’avvicinamento quasi inesistente e ad una discesa semplice. Da evitare nei fine settimana in alta stagione ed in giornate fredde. Via comunque molto meritevole. Spigolo nord ovest – Spigolo del Pollice PRIMI SALITORI: Gustav Jahn, K. Huter, Erwin Merlet, 22 luglio 1917 DISLIVELLO: 250 m SVILUPPO: 375 m DIFFICOLTÀ: AD+ max 4°TEMPO PREVISTO: 3 ore ROCCIA: ottima MATERIALE: dadi, friend; chiodi non necessari (soste cementate) PUNTI D’APPOGGIO: via di rapido accesso dalla strada Rifugio T. Demetz, Passo Sella Salita del 26 luglio 2003 006 42 GUSTAV JAHN (1879 - 1919) Viennese di nascita, oltre all’alpinismo ha coltivato la passione per l’arte e la pittura in particolare. Il soggetto dei suoi paesaggi, naturalmente, la montagna. Si avvicinò alla scalata sui suoi monti austriaci (Dachstein e Gesäuse) La sua attività nelle Dolomiti è dovuta allo scoppio della Grande Guerra. Fra il 1915 ed il 1918 il Rifugio Firenze, in Val Gardena, divenne il centro dove si esercitavano gli istruttori di alpinismo dell’esercito 006 ACCESSO Dal Rifugio Demetz si sale verso dx alla base delle rocce dell’evidentissimo Pollice fin sotto una paretina con strisce nere, sopra la quale inizia un’ampia rampa-cengia ghiaiosa che verso dx porta al profilo dello spigolo, sopra la prima aguzza torretta staccata denominata Leone (5 min. dal rifugio). SALITA 1) Si sale la divertente paretina appoggiata e molto articolata più o meno nel centro, all’inizio un po’ obliquando a dx, raggiungendo l’estremità sx della grande rampa ghiaiosa soprastante. 30 m; 3°, p. 3°+; 1C, 2CF. 2) Si percorre lungamente verso dx la rampa ghiaiosa per tracce e poi per roccette fino a raggiungere la forcelletta fra la prima torretta dello spigolo e lo spigolo vero e proprio. Si rimontano ora le facili roccette del profilo fin sotto il primo salto verticale dello spigolo, dove si sosta comodamente su spuntone o su una grossa clessidra formata da un masso incastrato. 150 m; 1° e 2°. 3) Si scala con bella arrampicata il tratto verticale, lungo il profilo o immediatamente a dx, portandosi su un terrazzino. 30 m; 4°-; 1C, 1AF. 4) Subito oltre la sosta si traversa verso lo spigolo per scendere quindi lungo un facile caminetto, portandosi ad una forcelletta con massi, sotto il salto finale, dalla quale si scala una profonda fessura o la gialla paretina alla sua sx, sopra la quale vi è un’enorme clessidra. Si prosegue più agevolmente lungo lo spigolo fino alla sosta. 35 m; 4°; 1AF. 43 Simone Guanin sul quarto tiro DUE l SASSOLUNGO ROCCIA D’AUTORE l IV GRADO - Dolomiti Occidentali 1 5) Si prosegue con divertenti movimenti lungo lo spigolo, di roccia marmorea e pungente, in bella esposizione, oltrepassando 2C (possibile sosta), fino al successivo AF. 35 m; 3°+; 1AF. 6-7-8) Si continua sempre lungo lo spigolo, ora verticale, tenendosi qualche volta sulla dx (roccia sana e molto appigliata), con tre bellissimi tiri da circa 30 m, senza passaggi significativi fino all’acuminata vetta (conviene passare la crestina terminale sul versante che guarda il Rifugio Demetz; l’ultima sosta è sulla cresta circa 5 m a sx della fine dello spigolo). 100 m; 3°, 4°-; alcuni C, AF alle soste. Variante d’attacco imperiale austriaco e Gustav fu uno dei più attivi. Sfruttando questa base negli anni del conflitto poté aprire diversi nuovi itinerari, soprattutto nei gruppi circostanti (Odle, Sassolungo, Sella) che si trovavano defilati dalla linea del fronte. In questa epoca (1917), per merito suo, nacque il celebre profilo dello spigolo del Pollice delle Cinque Dita. Oggi, la via qui relazionata, a 5 minuti dall’arrivo di una comoda telecabina e grazie anche alla sua linea perfetta ed alla roccia eccellente, è divenuta una delle super-classiche dolomitiche; nello stesso anno lo troviamo per primo anche sul Campanile di Venere, che fronteggia il Pollice. Famosa e frequentata anche la sua via alla Terza Torre del Sella. Nel 1918 si aggiudicò la prima ripetizione della classica Pichl allo spigolo nord del Sassolungo (un solo giorno dopo la sua apertura, della quale, fra l’altro non era al corrente), una nuova via sullo Spallone del Sassolungo. Morì nel 1919 cadendo durante l’apertura di una via sull’Ödsteinkante. 006 Utile solo in caso di affollamento all’attacco della via usuale. Dall’attacco originale si va ancora una ventina di metri a dx (tracce) fin sotto un’evidente fessura che sale leggermente da sx a dx. 1) Si scala la fessura senza particolari difficoltà (roccia buona ma con detriti), sostando dopo una ventina di metri su un pulpitino. 20 m; 2°, 3°; sosta da attrezzare. 2) Si continua lungo la fessura, senza particolari difficoltà fino a portarsi ad uno slargo ghiaioso poco sotto la fine della fessura stessa. 30 m; 2°, 3°; sosta da attrezzare (utili dadi medio-grossi). 3) Si va fino al termine della fessura (p. 3°, detriti), dove si devia decisamente in obliquo a sx per rocce articolate, sbucando circa a metà della facile rampa della via usuale. 30 m; 3°; 1CF. DISCESA Dall’ultima sosta si arrampica facilmente in discesa verso S (verso l’Indice), per facili roccette (10 m di 1°, ev. breve CD) fino a 1AF, il primo della lunga serie che porterà facilmente alla base. Con tre doppie da 25 m ci si cala in verticale fino alla forcella fra il Pollice e l’Indice, dove ci si raccorda con la Via Normale (Itin. 005). Si scende nel canale sottostante la forcella, verso E (direzione Passo Sella), per alcuni metri fino ad un comodo spiazzo (1C). Si attraversa il canalino e si effettua una breve traversata verso dx su una cengia sopra lo stesso canale, stando sulle rocce del Pollice, fino ad aggirarne lo spigolo (10 m, 2°, p. 3°, 1S, 1C) dove si rinviene un grosso AF sopra a placche molto appoggiate. CD4: 30 m lungo le placche fino ad un altro AF (poco prima anche ancoraggio su 2CF). CD5: 25-30 m sempre lungo le placche fino alle roccette detritiche del Piano Inclinato. 44 Le CD 4 e 5 sono facoltative; possibile scendere con facile arrampicata (2°) preferibilmente stando sul bordo dx delle placche. Per tracce (ometti) si va verso NO fino sul bordo del Piano Inclinato sopra il Rifugio Demetz. Un ometto indica il primo AF per le ultime calate. CD6: 15 m fino ad un sottostante AF. CD7: 20 m ad una cengetta dove si rinvengono altri 2AF (lungo la calata anche 2CL con cordoni per calate con distanze diverse). CD8: 25 m fino ad una comoda cengia. Sul suo bordo inferiore 2AF (uno nuovo e uno vecchio a dx). CD9: 25 m fino alla base della parete, vicinissimi al Rifugio Demetz. 2 ore dalla cima. Da qui in ovovia o in 30 min. al Passo Sella. 006 Vedi schizzo Itin. 005. Foto integrative su www.quartogrado.com 45 ROCCIA D’AUTORE l IV GRADO - Dolomiti Occidentali 1 DUE l SASSOLUNGO PUNTA GROHMANN 3126 m SVILUPPO: 550 m Pur chiamata spigolo è una salita alla parete S, con itinerario complesso, fra traversate, camini e fessure. Nella nostra ripetizione, poco oltre il caratteristico passaggio della “Menschenfalle”, abbiamo percorso una variante inutilmente più difficile e su roccia pericolosa, che, per questo motivo non viene riportata nella relazione. I tiri 10–13 sono perciò ricavati da informazioni indirette. A parte questo inconveniente, la via è meritevole ed interessante per la varietà di passaggi ed il buon sviluppo. Da ricordare che anche seguendo il percorso giusto la giornata (salita + discesa) nel complesso sarà fisicamente impegnativa. DIFFICOLTÀ: D max 4°, pp. 4°+ ACCESSO Spigolo sud – Via Dimai PRIMI SALITORI: Antonio Dimai, J. Summermatter, I. e R. Von Eötvos, 11 agosto 1908 DISLIVELLO: 500 m TEMPO PREVISTO: 6 ore ROCCIA: buona MATERIALE: dadi, friend; 3-4 chiodi (soste attrezzate ad anelli solo in basso) PUNTI D’APPOGGIO: via di rapido accesso dalla strada Rifugio-Albergo C. Valentini, Rifugio F. August, Rifugio S. Pertini Salita del 29 luglio 2003 007 46 ANTONIO DIMAI (1866 – 1948) Una delle più grandi guide del periodo classico, a cavallo fra ‘800 e ‘900. Membro di una delle più grandi dinastie “dolomitiche”, purosangue cortinese, era figlio di Angelo, guida e compagno di Paul Grohmann durante l’esplorazione delle vie normali ai giganti delle Dolomiti fra il 1860 ed il 1870. L’epoca di Antonio Dimai è l’epoca in cui si ricercano nuovi itinerari per vincere le grandi pareti inviolate lungo la linea di minor resistenza possibile. Ne escono generalmente percorsi complessi, di ampio respiro, in cui ci si addentra letteralmente nella montagna. le difficoltà tecniche solo in alcuni passaggi possono sfiorare il limite inferiore del 5 grado. È per questo che ancora oggi le sue vie sono grandi classiche per gli appassionati della media difficoltà che amano cimentarsi con le grandi pareti. Essendo guida di professione, molte delle sue vie, come era d’uso all’epoca, prendono il nome dai clienti che lui accompagnava. I più celebri sono i due inglesi Phillimore e Raynor; per questo varie vie opera di Antonio Dimai sono conosciute 007 Da Passo Sella (versante gardenese) si segue la stradina verso il Col Rodella. Dopo circa 300 m si sale a dx sotto le seggiovie fino al marcato crinale erboso che fa da spartiacque fra Fassa e Gardena e che muore sotto le rocce dello spigolo SE della Punta Grohmann (sentierino). Si sale lungamente a sx per rocce e detriti (max. 2°) sullo zoccolo del monte (ometti e labili tracce) verso il centro della parete S. Attacco poco prima della grande striscia nera che scende dall’enorme colatoio centrale della parete (che in alto forma un tetro camino nerastro fra due potenti pilastri). La via si svolge sempre sulla sx del colatoio con percorso vario. Ore 1,30 dal passo; quota 2500 ca. SALITA 1) Per facili rocce in diagonale a sx, sostando a 1AF, 5 m prima della striscia nera. 25 m; 2°; 1AF. 2) Si attraversa a sx lo scolo, continuando in diagonale, fino a ca. 15 m sotto una placca nerastra più ripida. 45 m; 2°; 1AF. 3) Si scalano le belle rocce fin sotto la placca soprastante (1C in alto) che si sale con bella arrampicata con leggero andamento a sx (1C e cless.) fino a un terrazzino in cima alla stessa dove conviene sostare (1CF poco visibile + cless.). 40 m; 2°, 3°; 2C, 1CF. 4) Si traversa a sx per comoda cengia, risalendo poi, sempre a sx, a una nicchia. 40 m; 2°; 1AF. 5) Si evita lo strapiombo soprastante continuando poi verso l’alto con scalata divertente verso una parete giallastra strapiombante, sotto la 47 DUE l SASSOLUNGO ROCCIA D’AUTORE l IV GRADO - Dolomiti Occidentali 1 quale si sosta. Pochi metri a sx sosta su 2CF della Via Harrer (sosta 10 dell’Itin. 005 di “Dolomiti Occidentali 2”). 40 m; 2°, p. 3°; 1AF. 6) Si traversa a dx quasi in orizzontale, su rocce articolate (1A, sosta inutile), puntando ad aggirare uno spigolo molto arrotondato con una esposta diagonale a dx, (p. 3°+, 2C, roccia ottima), oltre il quale si ritorna in vista del grande scolo della parete; sosta su CL. 40 m; 3°, 3°+; 3C, 2CLF. 7) Su per le belle placche che portano ad una fessuradiedro, la cui faccia sx è una gialla parete strapiombante, mentre quella dx è una bella placconata grigia (1C). Scalando la fessura si entra in una prima nicchia giallastra (1CL) e poi (2C lungo la fessura) in una seconda, oltre la quale la fessura si fa verticale ed umida. 45 m; 3°+, 4°; 3C, 1CL, 1CLF. 8) Si traversa a dx per bella fessura orizzontale (1C all’inizio in alto), dalla cui fine si vede il passaggio della Menschenfalle (“trappola per uomini”, caratteristica rampa diagonale levigata). Si scala il caratteristico e bel passaggio di aderenza (10 m, 4°+, 3 fittoni), riportandosi sulla verticale della sosta nel camino a sx, che si scala (verticale ma articolato) fino a terreno più agevole. 30 m; 4°, 4°+; 4C, 2CF. 9) Il camino continua, prima facilmente, poi verticalmente (p. 4°+, 2C; prendere la profonda fessura a sx della strozzatura verticale del camino). Sopra il camino si appoggia; si passa uno spiazzo (a sx 2C, poss. sosta) e ci si ferma a 2CF vecchi, sotto un nuovo salto verticale e giallastro del camino. 30 m; 3°, 4°+; 2C, 2CF. 10) Si risale per un tratto il camino (p. 4°+) spesso bagnato, uscendone poi a sx su una cengia. Possibile anche affrontare le rocce a sx, più coricate e più facili. Qui non proseguire a sx: variante erronea, da non seguire. 35 m; 4°, p. 4°+; 2CF. 11) Si sale direttamente per fessura che inizia a dx della sosta, finché la ripidezza delle rocce diminuisce. Si transita sotto uno strapiombo (1C) e poi si prosegue più facilmente entrando quasi in un canalone detritico, sostando dove più conveniente. 50 m; 3°, p. 3°+. 12) Con un bel tiro su roccia lavorata si raggiunge la grande cengia detritica sotto il castello sommitale. 50 m; 3°. 13) Si sale verso sx alla fascia di rocce verticali e giallastre soprastante, mirando ad una profonda fessura verticale che la incide continuando poi facilmente su detriti verso sx, fin sotto l’ultimo pilastro del monte. 100 m ca.; 1°. 14) Roccette appoggiate e poi un corto caminetto (p. 3°+), poco a sx del profondo camino che incide questa ultima parte, portano ai facili gradoni rocciosi della cresta che conducono in vetta. 130 m; 1°, 2°, 3°, p. 3°+. come “vie degli inglesi”. Il caso più evidente è la severa e quasi irripetuta via alla parête nord della Piccola Civetta, del 1895, un percorso da quasi 2000 m di sviluppo che segna tutta la muraglia, così come la sud dell’Antelao. Non dobbiamo nemmeno dimenticare le due nobili ungheresi Ilona e Rolanda von Eötvös, con lui sulla Tofana di Rozes nel 1901. Altre vie, aperte fra il 1896 e il 1908, hanno avuto molta più fortuna fra i ripetitori, per la loro logica e la qualità dell’arrampicata. Ogni via racconta la sua storia e presenta qualche passaggio risolutore celebre, grazie all’intuito della guida ampezzana: la traversata finale sulla Rozes, la Menschenfalle (trappola per uomini) sulla Grohmann, il passo Phillimore sul Bartoldo, il camino della Cotoletta sul Catinaccio. I suoi figli, Angelo e Giuseppe, furono anch’essi protagonisti indiscussi della stagione dolomitica successiva, quella del sesto grado. Oltre che per molte vie di questo livello nella zona di Cortina, sono conosciuti per aver aperto nel 1933, assieme ad Emilio Comici, la celebre via alla nord della Cima Grande di Lavaredo, successo poi inquinato dalle polemiche sulla spartizione dei meriti per quella storica impresa. 007 48 DISCESA Discesa laboriosa lungo la Via Normale (vedi anche Itin. 004 di “Dolomiti Occidentali 2”) sul versante NE (verso le Cinque Dita); segni rossi sbiaditi sul grande zoccolo basale; quasi sempre ben visibili ometti di pietra. Necessarie due corde da 50 m. Si seguono gli ometti in direzione E (verso Passo Sella), fino all’inizio della cresta lungo la quale si comincia a scendere verso NE per facili gradoni rocciosi (100 m, pp. 2°) fino sopra la forcella oltre la quale vi è la Quarta Torre. CD1: 15 m da CL fino alla forcella (arrampicando, 3°). Si sale sulla Quarta Torre (10 m, 2°, ometto), da dove si scende qualche metro a dx fino all’AF. CD2: 20 m fino alla forcella che la divide dalla Terza Torre. Si sale in cima a questa e si scende oltre per una cresta, esposta ma non difficile, (30 m, 2°, fare attenzione) in direzione delle Cinque Dita, rintracciando 1CLF o 1AF. CD3: 45 m un po’ in diagonale a sx (faccia a valle) con la quale ci si cala fino alla profonda spaccatura che divide la nostra dalla piccola Seconda Torre. È possibile spezzare questa doppia (25+20 m) da 1AF intermedio di non facile reperimento. Si oltrepassa la spaccatura e ci si ancora all’AF in vetta alla Seconda Torre. CD4: 20 m verso NE fino alla profonda forcelletta sottostante che divide dalla Prima Torre (alta come la seconda; la si vede a pochi metri di fronte). CD5: 25 m dall’AF lungo lo stretto camino della Via Normale (sempre verso NE) fino ad un’ulteriore forcelletta con AF formata da un grosso masso incastrato. CD6: 25 m nel canalino sottostante fino alla forcelletta alla sommità dello zoccolo del monte. Con attenzione si seguono gli ometti e i segni rossi sbiaditi tendendo sempre verso sx (200 m, pp. 2°, una possibile CD sul tratto più ripido più altre eventuali da attrezzare) fino alla Forcella delle Cinque Dita, m 2785 (ore 2,15 dalla cima). Da qui si scende il canalone ingombro di massi verso Passo Sella, alla base del quale le tracce si trasformano in sentiero che basta ora seguire verso sx, costeggiando la base delle Cinque Dita, fino al sentiero che scende dalla Forcella Sassolungo sotto la telecabina fino al passo (1 ora dalla Forcella delle Cinque Dita). Totale dalla vetta a Passo Sella ore 3,30 circa. 007 49 Discesa lungo la Via Normale