L’AZIONE DI SISTEMA PER L’INNOVAZIONE NEI SERVIZI ALL’IMPIEGO: IL PROGETTO SPI@LEARN Comunicazione e marketing come leva per favorire l’accesso ai servizi Prof. Marco Castellett Docente di Marketing Relazionale Facoltà di Scienze della Comunicazione Università degli Studi di Roma ‘La Sapienza’ Cattedra di Marketing Relazionale 1 Prof Marco Castellett Cattedra di Marketing Relazionale Indice 1. Marketing istituzionale p. 3 2. P.A. e Cittadini-Utenti: apertura ad una logica di mercato p. 4 3. Identità istituzionale e creazione di una comunità civica: finalità strategica p. 5 4. Il marketing nei Servizi al Pubblico Impiego p. 6 4.1 SPI: Analisi di contesto p. 7 4.2 SPI: Pianificazione strategica p. 8 4.3 SPI: Pianificazione operativa e politiche di prodotto/servizio p. 9 4.4 SPI: Pianificazione operativa e politiche di distribuzione/erogazione p. 12 4.5 SPI: Pianificazione operativa e politiche di comunicazione p. 13 4.6 Monitoraggio e controllo dei risultati p. 16 5. Marketing interno p. 17 2 Prof Marco Castellett Cattedra di Marketing Relazionale 1. Marketing istituzionale1 La fase di riforma della pubblica amministrazione avviata negli anni '90 ha avuto il merito di comprendere l’importanza del cambiamento in atto sul piano economico e sociale, spostando il ruolo delle pubbliche amministrazioni da una semplice funzione regolatrice, ad una più attiva funzione di promozione e sviluppo della vita dei cittadini. Le pubbliche amministrazioni concorrono, infatti, al benessere della collettività attraverso l'erogazione diretta o indiretta di beni e soprattutto di servizi nel campo dell'assistenza sociale, della cultura e dell'economia, qualificandosi dunque a pieno titolo come imprese di servizi chiamate a soddisfare i bisogni dei cittadini utenti. La vocazione al servizio, ancora più che nel settore privato, dovrebbe iscriversi nel codice genetico del pubblico, e ormai la visione del servizio (considerato come un insieme di azioni e attività che completano l'utilità di una prestazione volta a perfezionare il soddisfacimento dei bisogni dell’utenza) si sta facendo strada nella nuova filosofia della pubblica amministrazione. Nei prossimi anni, di conseguenza, la pubblica amministrazione dovrà fare a gara nel tendere la mano ai propri utenti per costruire una solida fedeltà al ‘brand’, prima che i cittadini (indispettiti dai disservizi passati e favoriti dalla liberalizzazione dei mercati) abbiano l’opportunità di scegliere eventuali altri soggetti. È in quest’ottica, pertanto, che si devono indagare le motivazioni che hanno sancito, nella gestione della pubblica amministrazione, il passaggio da un ‘modello burocratico’, giuridico-istituzionale, traducibile operativamente nell’emanazione e nell’applicazione di norme legislative e di atti e procedure amministrativi, verso un ‘modello economicoaziendale’, in cui è la soddisfazione di un cittadino-utente sempre più esigente ad orientare 1 Prima di continuare con lo sviluppo del lavoro è necessario fare una duplice precisazione. In primo luogo c’è da dire che in questa sede si utilizza l’espressione ‘marketing istituzionale’ piuttosto che quella di ‘marketing pubblico’ con un’intenzionalità ben precisa: con marketing pubblico, infatti, si fa riferimento ad una dimensione più macroscopica della vita, per l’appunto, pubblica, che riguarda e coinvolge lo Stato inteso come globalmente e complessivamente riconducibile a tutti i suoi principali ambiti di attività. Per cui, Stato come: 1. 2. 3. sistema strutturato e funzionale amministrativo (soggetto istituzionale); come insieme di forze e di programmi di indirizzo di governo (soggetto politico); come soggetto responsabile dei servizi di pubblici utilità (soggetto sociale). Per ‘marketing istituzionale’, invece, più precisamente, si intenderà l’attività di gestione della disciplina e degli strumenti per la creazione del consenso attuata dal soggetto esclusivamente istituzionale (lo Stato come P.A., detto in altri termini). In secondo luogo c’è da dire che con il termine ‘istituzione’ o l’espressione ‘soggetto istituzionale’ in realtà si intende, correntemente e correttamente, non soltanto lo Stato, ma anche qualsiasi soggetto organizzativo, che, non necessariamente pubblico, sia comunque pubblicamente significativo: in pratica anche l’azienda è e può essere definita un soggetto ‘istituzionale’ (non a caso quando si parla di ‘comunicazione aziendale’ per differenziarla dalla ‘comunicazione commerciale di prodotto’ si utilizza proprio l’espressione ‘comunicazione istituzionale’). Però, in questa sede, quando si parla di ‘marketing istituzionale’ lo si fa rimandando in senso ristretto allo Stato. 3 Prof Marco Castellett Cattedra di Marketing Relazionale tutta l’attività delle stesse P.A.: pubbliche amministrazioni centrali e locali devono imparare a ripensarsi all’interno di un contesto competitivo e secondo una logica di mercato, al fine di conquistare e mantenere il consenso – sempre più difficile da raggiungere, vista la frammentarietà e la complessità del panorama delle istanze sociali e civili – di cittadiniutenti. Per cui, importante è, in un’ottica di marketing sinergico2, basata sulla creazione e sul consolidamento di relazioni di collaborazione consapevoli e reciprocamente significative tra soggetti diversi, individuare, in primis, i ruoli, le competenze e le esigenze dei soggetti (P.A. e cittadini-utenti) che si ritrovano ad operare nell’ambito di un contesto istituzionale; sottolineare, in secondo luogo, come una riscoperta ed una nuova valorizzazione del senso di ‘cittadinanza’ sia indispensabile per raggiungere l’obiettivo finale della creazione di una comunità civica, costruita proprio con il concorso sinergico di istituzioni e cittadini; evidenziare, in terzo luogo, come la logica dell’ascolto e quella della partecipazione, inquadrate in un’ottica di multilateralità, rappresentino le linee di indirizzo più idonee per la creazione di una nuova e partecipata identità istituzionale; e constatare, infine, come siano, ancora una volta, la rete e le logiche connettive a costituire i supporti più efficaci per il processo di valorizzazione di ambiente comunitario anche istituzionale. 2. P.A. e Cittadini-Utenti: apertura ad una logica di mercato Il processo di progressiva liberalizzazione di diversi ambiti e settori che per decenni erano rimasti di monopolio pubblico; la conseguente apertura di tali mercati a contesti di libera concorrenzialità e competitività; la progressiva maturazione della consapevolezza del cittadino-utente e, di conseguenza, una sempre più complessa diversificazione delle sue esigenze e delle sue necessità; tutti questi sono fattori che hanno progressivamente portato a riconsiderare la natura, e quindi gli obiettivi e le competenze, sia dei soggetti istituzionali, che dei cittadini-utenti di servizi pubblici. Per quanto riguarda le pubbliche amministrazioni, infatti, si assiste ad una progressiva apertura delle strutture istituzionali nei confronti del proprio pubblico di riferimento: se, infatti, in passato le funzioni della P.A. si potevano ricondurre esclusivamente ad un insieme, proceduralizzato e formalizzato, di compiti attuativi di disposizioni normative, la cui gestione era assolutamente indipendente dalla considerazione dei destinatari di tali azioni e delle loro reazioni; adesso, invece, proprio in virtù delle profonde trasformazioni 2 Castellett M., Sinergie, McGraw-Hill, 2004. 4 Prof Marco Castellett Cattedra di Marketing Relazionale che hanno investito anche gli ambienti pubblici, emerge come impellente la necessità di ripensare i meccanismi di funzionamento e i processi di gestione organizzativa delle strutture istituzionali, puntando a far proprio anche delle amministrazioni pubbliche quell’insieme di strumenti, strategici e operativi, che hanno sempre contraddistinto le scelte e le attività dei soggetti aziendali ed imprenditoriali. Detto in altri termini, le organizzazioni istituzionali tendono, sempre maggiormente, ad utilizzare la disciplina del marketing (che definirei come l’insieme degli strumenti concettuali e operativi per la creazione di consenso intorno ad un’offerta di qualsivoglia natura), puntando a conquistare e mantenere la soddisfazione e la fedeltà di un pubblico di cittadini-utenti, sempre meno disposti ad accettare livelli di servizi pubblici di scarsa qualità. Pertanto, per quanto riguarda proprio i cittadini-utenti, è da tenere assolutamente in considerazione il fatto che ormai non si debba più fare riferimento ad un pubblico indistinto e passivo, oggetto di un’offerta generalista di prestazioni e servizi pubblici di limitato livello qualitativo; ma ci si debba rivolgere ad un insieme di soggetti attivi, cioè ad una vera e propria domanda, che non si limita più a richiedere esclusivamente servizi e prestazioni pubbliche, ma che punta in più ad ottenere offerte di elevato valore, ad alto contenuto informativo e relazionale, e rispondenti, di conseguenza, a sempre maggiori esigenze di personalizzazione. È per questo che, pertanto, se si vuole puntare ad attivare e sviluppare interessanti sinergie anche all’interno di un ambiente come quello istituzionale, che per decenni è stato caratterizzato da una sostanziale immobilità e rigidità, e che ha portato, per questo, ad una pericolosa dicotomizzazione e contrapposizione dei soggetti che lo componevano, è necessario riconsiderare P.A. e cittadini-utenti in termini di reciproca permeabilità e apertura, ponendosi l’uno come interlocutore attivo e collaborativo dell’altro, e convogliando, ciascuno, i propri sforzi e le proprie risorse verso il meta-obiettivo di un’identità pubblico-istituzionale, fondata sull’ascolto e la partecipazione delle parti. 3. Identità istituzionale e creazione di una comunità civica: finalità strategica La progressiva apertura anche della sfera pubblico-istituzionale verso logiche di mercato ha portato, come si è già messo in evidenza, ad un radicale ripensamento della natura dei soggetti amministrativi e dei cittadini-utenti ad essi legati, e ad una sostanziale trasformazione delle dinamiche di relazione tra queste due controparti. 5 Prof Marco Castellett Cattedra di Marketing Relazionale Se, infatti, in passato la preminenza di una logica di chiusura nella gestione e nell’organizzazione dell’apparato amministrativo pubblico ha non solo portato ad un progressivo allontanamento delle istituzioni dalle reali esigenze e dai concreti bisogni del pubblico di riferimento, ma ha anche inevitabilmente contrapposto P.A. e cittadini, quasi ponendoli come soggetti in concorrenza e in contrasto reciproco per il raggiungimento, ciascuno, dei propri fini (il rispetto della procedura, per la prima, e la soddisfazione delle proprie esigenze di cittadinanza, per i secondi); a fronte, invece, della constatazione di una progressiva e sempre più pericolosa perdita di autorevolezza delle amministrazioni - sia in qualità di organizzazioni erogatrici di servizi e prestazioni, sia in qualità di affidabili referenti e riferimenti istituzionali per l’armonizzazione della vita pubblica - si è, ormai, di fatto imposta allo Stato l’esigenza di ripensarsi in qualità di soggetto dinamico e flessibile, inserito in una rete di rapporti multidirezionali con una pluralità di soggetti attivi, portatori di interessi collettivamente significativi ed esigenti istanze sempre più complesse e qualitativamente più elevate. Detto in altri termini, per poter effettivamente riavvicinare P.A. e cittadini-utenti, superando pertanto le diffidenze e la mancanza di fiducia che una sostanziale insufficienza ed inefficienza dei servizi erogati hanno consolidato, emerge come necessario un ripensamento della stessa sfera pubblica: non deve, cioè, essere caratterizzata da amministrazioni che gestiscono processi e relazioni in un’ottica autoreferenziale; ma, piuttosto, deve recuperare la sua natura soggettiva, di vero e proprio tessuto vitale di relazioni, che vengono continuamente create e sviluppate tra una pluralità di soggetti diversi (anche cittadini), che paritariamente concorrono a definire i valori, gli obiettivi e le attività della vita istituzionale. In pratica, da un lato, fare marketing istituzionale per la P.A. significa poter offrire alla cittadinanza un adeguato mix di servizi, di ascolto e di accesso alla vita pubblica; e, dall’altro, inquadrare il tutto in un’ottica di marketing sinergico significa, di conseguenza, riavvicinare Stato e cittadini e puntare, pertanto, a sviluppare di nuovo nel cittadino stesso un diffuso ‘senso di appartenenza’ alla vita delle istituzioni, sulla base del quale fondare e cementare la creazione di una vera e propria identità istituzionale, che, in quanto concorsualmente generata e collettivamente partecipata, venga a riconfigurare l’ambiente pubblico-istituzionale in termini di vera e propria comunità civica. 6 Prof Marco Castellett Cattedra di Marketing Relazionale 4. Il marketing nei Servizi al Pubblico Impiego L’attività di Marketing Management si sviluppa attraverso una serie di fasi e processi interrelati: • analisi degli elementi di contesto dell’ambiente in cui si intende operare; • pianificazione strategica, cioè individuazione e definizione della Missione (l’insieme dei valori e delle visioni che si intendono sposare), degli obiettivi strategici (cosa si intende raggiungere in concreto in un preciso intervallo di tempo), le strategie (le politiche da attuare per il raggiungimento degli obiettivi) e le attività (cosa si intende offrire per raggiungere gli obiettivi); • pianificazione operativa, cioè individuazione delle politiche del c.d. Marketing mix, il mix delle quattro leve del marketing che sono: il Prodotto (bene o servizio), il Prezzo, la Distribuzione (canali di vendita e di erogazione), la Comunicazione (promozione e comunicazione integrata); • controllo dei processi e verifica che i risultati ottenuti siano in linea con gli obiettivi strategici pianificati. Presenteremo adesso una declinazione di queste fasi dell’attività di Marketing Management riconducendola al nuovo ‘mercato’ degli SPI, i Servizi al Pubblico impiego. 4.1 SPI: Analisi di contesto L’attività di analisi del contesto di riferimento per l’erogazione dei servizi al pubblico impiego dovrà principalmente puntare ad indagare tre ambienti fondamentali: 1. ambiente normativo: l’insieme delle leggi e delle norme che hanno riformato la materia del lavoro3 sono state il risultato di un radicale cambiamento delle istanze e 3 Anche in Italia, a partire dalla fine del 1997, si è avviata un'ampia ristrutturazione delle forme di organizzazione e di funzionamento dei servizi per l'impiego. Il D.Lgs. 469/97 ha decentrato agli Enti territoriali il collocamento e le politiche attive per il lavoro, ed a ha delineato i nuovi compiti degli SPI e del SIL (Sistema informativo lavoro). Alle Regioni è stato attribuito il ruolo di legislazione, di organizzazione amministrativa, di progettazione, di valutazione e controllo dei servizi all'impiego ( Sistema regionale per l'impiego ); mentre alle Province quello di erogatore dei servizi sul territorio ( Centri per l'impiego ). Sulla base del dlgs 181/2000, gli SPI sono chiamati non solo all'esercizio delle attività più tradizionali ma anche all'erogazione di servizi innovativi. Quanto alle prime, si tratta delle funzioni di accertamento e vigilanza ed in particolare del compito di verificare l'effettiva persistenza della condizione di disoccupazione. In merito ai secondi, il decreto 181 fissa gli "Indirizzi generali ai servizi per l'impiego ai fini della prevenzione della disoccupazione di lunga durata" e prevede 7 Prof Marco Castellett Cattedra di Marketing Relazionale dei bisogni della società – soggetti aziendali, lavoratori in primis - e hanno portato ad una riconfigurazione della materia del lavoro in termini di logica di mercato e di mobilità. 2. ambiente istituzionale: in linea con i processi di decentramento istituzionale, la gestione degli SPI deve poter essere ricondotta ad una prospettiva territoriale, in cui, cioè, qualsiasi attività e iniziativa sia da concepirsi e gestirsi come un’iniziativa di sviluppo locale. 3. ambiente operativo locale: per la pianificazione e la valorizzazione degli SPI è necessario analizzare tutta una serie di elementi che vanno a configurare lo status quo della realtà locale interessata all’intervento. Per cui, ad esempio: Ricognizione ed analisi dell’attuale sistema dei servizi regionali4 e Attività di studio, analisi, ricerca e progettazione5. che gli SPI offrano colloqui di orientamento e proposte di adesione ad iniziative di inserimento lavorativo o di formazione professionale. Una significativa quota di risorse per lo sviluppo dei servizi per l'impiego è stata prevista nella programmazione FSE per il 2000-06 (Asse A). Il Ministero del Lavoro, in quanto titolare delle azioni di sistema a sostegno degli SPI, ha elaborato un Masterplan per definire il quadro di riferimento entro cui sviluppare la riforma dei servizi per l'impiego. 4 . Analisi delle linee di servizio operanti e loro fattori di criticità e di successo. · Analisi delle competenze professionali esistenti. · Analisi delle dotazioni infrastrutturali, logistiche e tecnologiche nonché delle fonti informative disponibili e degli strumenti a supporto dei singoli servizi. · Analisi delle esperienze di eccellenza sul territorio nazionale e comunitario anche attraverso sopralluoghi e viaggi di studio. · Azioni di confronto e studio con altre istituzioni operanti in ambito di politiche del lavoro e in particolare. promozione di convegni e seminari finalizzati alla conoscenza del panorama pubblico e privato in Italia e in Europa dei servizi all’impiego. · Promozione di tavoli di confronto e di lavoro con le parti sociali e gli attori del sistema. 5 . Analisi dei bisogni/benefici dei clienti esterni ed interni. · Analisi e progettazione dei processi di fruizione dei servizi da attivare a seconda del target dei clienti. · Analisi e messa a punto dei layout dei servizi. · Analisi e dimensionamento degli assetti organizzativi. · Analisi e definizione delle relazioni tra servizi. · Analisi e definizione degli standard dei servizi. · Analisi e progettazione di un sistema di audit dei servizi. · Analisi e definizione del sistema professionale degli operatori con particolare riferimento alla individuazione delle competenze professionali adeguate al sistema dei servizi da realizzare. · Analisi e progettazione di un piano di orientamento e riqualificazione degli operatori e messa a punto degli strumenti. · Analisi e progettazione di un sistema per la formazione continua degli operatori dei servizi all’impiego. · Analisi e definizione delle dotazioni infrastrutturali, logistiche, tecnologiche e fonti informative a supporto dei servizi. · Analisi e definizione del sistema informativo. . Studi e ricerche relative al sistema delle imprese e ai mercati del lavoro locali. · Analisi e progettazione di un sistema di controllo di gestione. · Analisi e messa a punto di procedure per facilitare l’accesso ai servizi anche dal punto di vista del disbrigo delle pratiche amministrative. . Sostegno all’avvio e sperimentazione di servizi di accoglienza. 8 Prof Marco Castellett Cattedra di Marketing Relazionale 4.2 SPI: Pianificazione strategica Un macro-obiettivo strategico che è assolutamente necessario raggiungere è il fatto di riuscire a coniugare il processo di decentramento istituzionale dei servizi all’impiego con l’innovazione e miglioramento dei servizi. Per perseguire questo scopo, occorre pertanto ridefinire e diffondere una cultura di mercato e una cultura del servizio, in funzione delle quali puntare a sviluppare nuove competenze professionali, ridefinire attività e processi di lavoro, gestire la progettazione di servizi e pianificare strutture organizzative, utilizzando anche i vantaggi che i supporti tecnologici della Rete e dell’ICT6 favoriscono. Un altro elemento strategico da non sottovalutare è la visione all’interno della quale devono essere inquadrate le innovazioni e i cambiamenti legati a servizi all’impiego: gli SPI non possono limitarsi ad essere concepiti e gestiti come una soluzione rinnovata dei passati uffici di collocamento: gli SPI non sono finalizzati esclusivamente all’incontro di domanda e offerta di lavoro esplicite, la domanda e l’offerta che già sul mercato si presentano come tali, ma devono agire pro-attivamente affinché l’offerta si presenti in maniera palese e la domanda si costruisca in stretto collegamento con lo sviluppo territoriale. 4.3 SPI: Pianificazione operativa e politiche di prodotto/servizio Il servizio è “la prestazione derivante da un’attività (di persone o di organizzazioni) o dalla disponibilità temporanea di un prodotto, entrambe destinate a soddisfare le esigenze dei consumatori”7: si deduce, quindi, che i protagonisti siano principalmente persone che agiscono individualmente o che fanno parte di un’organizzazione (azienda o istituzione che sia) e che l’utente (acquirente o cittadino) possa utilizzare il prodotto senza averne necessariamente la proprietà, come quando, ad esempio, si noleggia un’auto. I servizi sono caratterizzati da alcuni elementi specifici di cui bisogna tener conto nella gestione del marketing mix8: 6 Information and Communication Technologies. Pellicelli Marketing, 2001, pag. 326. 8 È per questo, infatti, che si parla di marketing dei servizi. 7 9 Prof Marco Castellett Cattedra di Marketing Relazionale Intangibilità, ovvero i servizi non possono essere percepiti sensorialmente o provati o mostrati all’utente; di conseguenza è difficile proteggerli mediante brevetti, sono difficilmente comunicabili e necessitano di canali diretti di vendita/erogazione per essere descritti. Inseparabilità, ovvero il momento dell’erogazione coincide con quello del consumo; questa simultaneità comporta che il servizio non può essere immagazzinato e prodotto in anticipo e rende cruciale il ruolo del personale addetto alla vendita e dei processi di comunicazione interattivi con gli acquirenti. Ad esempio, quando assistiamo ad un concerto acquistiamo un servizio che consumiamo nello stesso momento in cui viene prodotto e il nostro gradimento deriva dalla capacità del cantante e dalla sua prestazione. Integrazione produttore-consumatore, ovvero, proprio a causa dell’indivisibilità del momento della produzione e della fruizione, l’utente è parte integrante del processo di fornitura del servizio. Eterogeneità, ovvero è difficile mantenere una qualità standard del servizio; questo dipende dal fatto che i servizi sono erogati dal personale e questo determina una forte variabilità nella qualità erogata. Riprendendo l’esempio del concerto, ogni volta l’esibizione risulterà in parte diversa perché l’impegno del cantante, dei musicisti e le condizioni ambientali potrebbero cambiare. Sommando queste caratteristiche, ci si può rendere conto della difficoltà che gli utenti hanno nella valutazione della qualità di un servizio che ricevono9: essa, infatti, dipende soprattutto dall’interazione dell’utente col personale di contatto e proprio per questo motivo le organizzazioni devono investire molto in formazione del personale e monitorare costantemente, attraverso ricerche, il grado di soddisfazione dei beneficiari del servizio offerto. Questo discorso vale tanto di più nell’ambito pubblico e istituzionale, al cui interno snellire le procedure amministrative e velocizzarle per lasciare spazio alla gestione dei servizi alle persone, alle imprese e alla società, è un che guida i processi di cambiamento e di riforma avviati e in atto nella nostra società. 9 Per i beni di consumo la qualità è misurabile in rapporto a caratteristiche standard oggettive, per i servizi, invece, è valutata soggettivamente dal cliente in rapporto alla prestazione che si attendeva di ricevere (Peter J.P. e Donnelly j J.H. ( 1997) Marketing, p. 282. 10 Prof Marco Castellett Cattedra di Marketing Relazionale I Servizi Pubblici per l'Impiego concorrono all'attuazione delle politiche per l'occupazione. Tradizionalmente, a livello europeo, gli SPI si pongono come interlocutori dei datori di lavoro e di chi è in cerca di un'occupazione, svolgendo una serie di funzioni principali: • favorire l'incontro tra domanda e offerta di lavoro; • fornire informazione, orientamento e consulenza sul mercato del lavoro e sulla formazione; • promuovere l'accesso al lavoro e alle opportunità di qualificazione professionale. Con l'avvio della Strategia europea per l'occupazione (SEO) nel 1997, il ruolo degli SPI si è andato modificando attraverso processi di riforma che hanno posto maggiore attenzione al rafforzamento delle politiche attive del lavoro e all'approccio preventivo nella lotta alla disoccupazione. Nel quadro di un crescente decentramento e di un progressivo superamento del monopolio pubblico, i compiti dei servizi all'impiego sono stati sempre più focalizzati sui quattro pilastri della SEO: • occupabilità (attività di consulenza, assistenza, formazione, ecc.); • imprenditorialità (promozione del lavoro indipendente, partnership pubblicoprivato, sviluppo locale, ecc.); • adattabilità (formazione e riconversione dei lavoratori, adeguamento organizzativo delle imprese, ecc.); • pari opportunità (assistenza per il ritorno alla vita attiva, politiche di parità nel settore del lavoro, sostegno delle categorie svantaggiate, ecc.). Gli SPI sono oggi al centro degli interventi delineati nei Piani nazionali per l'occupazione, con un significativo contributo in termini finanziari da parte del Fondo Sociale Europeo (FSE). È chiaro, pertanto, che secondo le logiche manageriali bisogna inquadrare l’offerta SPI in un’ottica di marketing e cultura dei servizi. Servizio significa orientamento agli utenti destinatari dell’erogazione e implica la necessità di definire e garantire elevati standard di qualità, che devono essere il risultato di un’attività 11 Prof Marco Castellett Cattedra di Marketing Relazionale di progettazione e pianificazione delle singole prestazioni all’interno di un’ottica di orientamento alla soddisfazione dell’utente. Rivolgere le attività al servizio qualitativo agli utenti, andando oltre la logica quantitativa degli adempimenti e delle procedure, richiede naturalmente un corrispondente cambiamento della cultura professionale degli operatori, che va definita e accompagnata con l’utilizzo di metodologie e strumenti che permettano di realizzare l’obiettivo di inquadrare l’erogazione di servizi all’impiego in una più ampia prospettiva di valorizzazione del territorio e delle risorse, materiali e umane, a sua disposizione. Due delle istanze sociali che si sono affermate sempre di più come necessarie e focali all’interno dell’ambito della materia del lavoro sono sicuramente: • quella di migliorare la propria occupabilità e ricevere sostegno nel progettare percorsi di qualificazione/riqualificazione professionale e di riposizionamento sul mercato del lavoro, propria delle persone occupate, o in cerca di occupazione; • e quella di individuare nuove professionalità funzionali al proprio sviluppo, per le aziende. Pertanto, le persone richiedono supporto per orientarsi sul mercato e trovare la propria opportunità occupazionale, mentre le aziende richiedono servizi per reperire e incontrare le risorse necessarie allo sviluppo delle proprie attività, per accelerare i tempi di inserimento e per offrire formazione mirata. Puntare alla qualità e all’efficienza e all’efficacia dei servizi di impiego implica pertanto far incontrare domanda e offerta di lavoro riuscendo a creare un contesto - linguistico e informativo - e dei supporti comuni e condivisibili da entrambi i soggetti del mercato del lavoro, tali da realizzare la personalizzazione del servizio e la sua qualificazione all’interno del territorio. 4.4 SPI: Pianificazione operativa e politiche di distribuzione/erogazione Una delle caratteristiche fondamentali dei servizi è, come si è visto, l’inseparabilità tra il momento dell’erogazione e quello della fruizione. Per cui, quando si parla della leva di marketing della distribuzione e delle politiche di erogazione dei servizi al pubblico impiego è necessario ribadire l’importanza di creare un 12 Prof Marco Castellett Cattedra di Marketing Relazionale contesto – informativo e tecnologico – ugualmente accessibile e condivisibile dai soggetti coinvolti nel mercato del lavoro (persone e aziende). Accesso e trasparenza, detto in altri termini, diventano centrali per favorire e stimolare l‘incontro tra domanda e offerta di lavoro e per ricondurre questo incontro entro i confini di una prospettiva di sviluppo del territorio. E le ICT e la Rete rappresentano il veicolo portante per sostenere e accelerare ulteriormente la profonda trasformazione dei servizi territoriali che organizzano i percorsi di incrocio di domanda e offerta di lavoro e le politiche attive per l’occupabilità. A costi contenuti e con il vantaggio della velocità e della tempestività, infatti, ICT e Rete facilitano il processo di incontro non solo tra i cittadini e le istituzioni, ma anche tra i lavoratori, attuali o potenziali, e le aziende. Data poi la loro diffusività e la loro natura interattiva, tali strumenti e sistemi favoriscono la possibilità di tradurre operativamente e in maniera efficace i principi dell’accesso e della trasparenza, rendendo possibile l’incontro tra una rete di soggetti diversi in un ambiente virtuale – che risolve le limitazioni legate alle distanze fisiche – e rendendo ‘tracciabili’ e monitorabili processi e attività. In un ulteriore senso può essere poi inteso il vantaggio che le tecnologie digitali portano rispetto alla possibilità di creare un contesto di reale e fertile scambio tra domanda e offerta di lavoro: esse infatti rendono perseguibile l’obiettivo/opportunità di diffondere e mettere in comune esperienze e prassi positive, contribuendo così a sostenere l’adozione di pratiche innovative. Attraverso la rete infatti si può creare un vero e proprio sistema di diffusione, condivisione e valorizzazione delle esperienze migliori, del know how e della conoscenza diffusi nei servizi già operativi, sostenendo così la crescita professionale, innalzando in generale gli standard di qualità e moltiplicando l’efficacia del servizio per l’utenza, sempre all’interno di un’ottica di valorizzazione e sviluppo territoriale. È naturale che la Rete e le ICT debbano essere concepite non come la soluzione tecnologica ai problemi legati al cambiamento e alla trasformazione, ma come un supporto, tecnologico e anche gestionale, da affiancare in maniera integrata a quelli tradizionali, per lo sviluppo di relazioni e sinergie tra i soggetti dello scambio domanda/offerta di lavoro. Interessante, da questo punto di vista, è infatti rilevare come accanto a questi processi di digitalizzazione dell’erogazione e dell’accesso ai servizi, le Province e i Centri all’impiego 13 Prof Marco Castellett Cattedra di Marketing Relazionale abbiano realizzato (o stiano realizzando) dei processi di ridefinizione e ristrutturazione del lay out fisico degli uffici, suddividendoli al proprio interno, in isole per la preselezione, l’accoglienza, l’orientamento e l’incontro dei soggetti che compongono l’utenza di riferimento. 4.5 SPI: Pianificazione operativa e politiche di comunicazione Uno degli errori fondamentali nel passato delle pubbliche amministrazioni è stata l’abitudine di concepire la comunicazione in termini monodirezionali (dalle istituzioni al cittadino) e direttivi. La mancanza di ascolto verso l’esterno è stata una delle maggiori carenze della pubblica amministrazione che negli anni passati ha progressivamente perso di vista il proprio fine (il servizio ai cittadini) per abituarsi a ragionare in termini di procedura formale. A causa di questa trasposizione dei fini, pertanto, il vero obiettivo della P.A. e del vecchio collocamento si è identificato principalmente con il rispetto delle prassi burocratiche, invece che con la ricerca della effettiva soddisfazione delle esigenze del cittadino, costretto a rivolgersi a un’amministrazione tanto poco innovativa quanto insoddisfacente dal punto di vista dell’offerta: il principio della supremazia della legge ha finito col produrre l’errata convinzione che l’unica finalità dell’azione dei pubblici uffici fosse la soddisfazione della regola e non anche la soddisfazione dell’utenza. Misurarsi con i cambiamenti odierni, invece, ha comportato, come si è visto, per la pubblica amministrazione e per i nuovi servizi all’impiego la necessità di acquisire logiche d’impresa, di ragionare cioè secondo logiche di qualità, efficienza ed in una qualche misura competitive, e di abbandonare l’atteggiamento autoreferenziale che l’ha finora contraddistinta. Oggi si cominciano a porre le basi per un reale processo di ascolto del cittadino, che con il suo sistema di attese e la sua capacità propositiva possa e debba poter orientare l'azione pubblica. Nelle organizzazioni di servizi e negli, infatti, il fulcro dell’attività è costituito proprio dal rapporto che si instaura fra il consumatore-utente e il produttore-erogatore, perché la produzione del servizio tende a coincidere con la relazione con l'utenza; è quindi fondamentale porsi dalla parte dell’utente, per capire quali siano i suoi bisogni e proporre un’offerta di servizi realmente in grado di soddisfarli al meglio. Il dialogo col cittadino rappresenta inoltre un utile strumento per la valutazione e il controllo dei risultati. La funzione di ascolto deve garantire infatti il monitoraggio continuo della 14 Prof Marco Castellett Cattedra di Marketing Relazionale domanda e l’opportuna correzione di strategie e servizi nel caso questi si discostassero dai bisogni dell’utenza; se in passato le norme e le procedure hanno indirizzato i servizi pubblici verso determinate e poco "elastiche" politiche di produzione, l’iper- regolamentazione delle procedure di funzionamento dei servizi pubblici, in un contesto in cui alla velocità dei mutamenti sociali non corrisponde la capacità del sistema normativo di adeguarsi ad essi, finisce con il togliere qualità ai servizi stessi. La filosofia di marketing deve portare all’orientamento del settore pubblico verso la customer satisfaction10, o meglio, riportando il discorso ad un ambito prettamente pubblico-istituzionale, la citizen satisfaction, cioè la soddisfazione del cittadino, che è ormai diventata un punto di riferimento per le aziende pubbliche più innovative e sensibili alle tendenze di mercato; queste hanno infatti capito che la fidelizzazione dell’utente dipende proprio dalla capacità dell’impresa di soddisfare i suoi bisogni offrendo servizi su misura e di qualità. “La relazione deve svilupparsi sulla falsariga delle dinamiche proprie di un matrimonio, dal momento che un’azienda deve saper corteggiare e conquistare la fedeltà dei propri clienti. In fondo, proprio la fidelizzazione è l’obiettivo finale di qualsiasi attività di marketing, il culmine di un rapporto che nel ‘matrimonio’ tra produttore e consumatore realizza l’incontro tra i bisogni espressi da chi è alla ricerca di qualcosa (…) con chi ha qualcosa da offrire (…)11”. A seguito delle più recenti trasformazioni è stata dimostrata una maggiore apertura nei confronti dell’idea della comunicazione PA-cittadini come bidirezionale e interattiva; c’è però da sottolineare un altro errore di valutazione sulle finalità e sulle funzionalità attribuite allo strumento della comunicazione. Se, da un lato, infatti, è sicuramente fuor dubbio il fatto che, a fronte di un’apertura di PA e SPI verso una logica di mercato, la comunicazione rappresenta uno strumento cruciale per la creazione e la diffusione di un’immagine rinnovata e più moderna delle istituzioni; dall’altro, però, non è uno strumento che può da solo creare e consolidare la percezione di qualità del servizio erogato, che, in quanto intangibile, può essere valutato come efficace solo se viene effettivamente riconosciuto come tale dalla sua utenza di riferimento. 10 Per customer satisfaction si intende la soddisfazione del cliente finale, verso cui un’azienda orientata al mercato dovrebbe puntare, al fine di fidelizzare il consumatore e conquistarne la lealtà in un’ottica relazionale di lungo periodo. 11 Castellett M., Marketing di relazione, Il Sole 24 Ore, 2003, pag. 93. 15 Prof Marco Castellett Cattedra di Marketing Relazionale Detto in altri termini, è necessario non perdere mai di vista il fatto che la comunicazione sia solo uno degli strumenti che la disciplina del marketing mette a disposizione anche dei soggetti pubblici ed istituzionali per aiutare a sostenere e gestire i processi di trasformazione ed evoluzione. Pertanto, se, da un lato, si può constatare una sostanziale apertura di alcuni Centri al pubblico impiego verso l’ideazione e la realizzazione di campagne di comunicazione sul territorio, dall’altro, però, non si può non rilevare una certa debolezza di questi interventi comunicativi, in quanto, la maggior parte di questi sono stati realizzati in maniera sporadica e ‘slegata’, senza cioè un inquadramento strategico all’interno di un piano di comunicazione complessivo e integrato. Altra criticità da non sottovalutare e su cui bisogna intervenire necessariamente è l’abitudine consolidata a considerare la comunicazione come attività principalmente esterna, limitando così le azioni di comunicazione interna quasi esclusivamente ad episodi ed occasioni di spontaneismo non strutturato. Per sintetizzare, è necessario dunque che Province e relativi Centri di impiego creino e assimilino, all’interno di una prospettiva di marketing, una vera e propria cultura comunicativa, in funzione della quale poter ideare e pianificare progetti di comunicazione prospettici e di ampio respiro, mirati a: • generare, nel breve termine, visibilità e consapevolezza - interna ed esterna - del cambiamento e del rinnovamento in atto nei nuovi Centri dell’impiego; • creare e confermare, nel lungo termine, un’immagine di affidabilità ed efficienza, naturalmente fondata su condizioni ed elementi di qualità effettiva dei servizi erogati. 4.6 Monitoraggio e controllo dei risultati Un’altra attività che deve caratterizzare il processo di rinnovamento e di apertura verso una prospettiva manageriale ‘di mercato’ dei nuovi Centri all’impiego è sicuramente quella del controllo dei risultati ottenuti e del loro confronto con gli obiettivi attesi. Uno dei momenti focali, infatti, di tutta l’attività di marketing management è proprio quello del monitoraggio, da intendersi come costante verifica delle attività svolte e dei traguardi raggiunti, al fine di poter avere un’idea precisa del contesto che si è venuto di volta in volta 16 Prof Marco Castellett Cattedra di Marketing Relazionale a configurare e poter, così, pianificare e attuare in maniera mirata e puntuale eventuali interventi correttivi e/o di supporto. Ad esempio sarebbe utile progettare e svolgere un’attività di reporting, che culmini in un documento periodico sulle attività svolte e sui feed-back ottenuti dagli utenti degli SPI – cittadini e aziende – relativamente al servizio ottenuto. Anche in questo caso, si deve poter fare affidamento alla diffusione di una cultura della pianificazione tra gli operatori SPI, in funzione della quale: • riuscire a comprendere il valore strategico dell’attività di monitoraggio del territorio; • individuare gli strumenti adeguati (questionari, forum, incontri in presenza, etc ) per la raccolta dei feed-back. Tutto questo, naturalmente, nel pieno rispetto del macro-obiettivo della valorizzazione territoriale e dello sviluppo locale, in funzione del quale assume una significato più ampio tutto il processo di innovazione dei nuovi SPI. 5. Marketing interno Si è parlato della necessità strategica per gli SPI di declinare in termini operativi i principi di marketing management, legati non più ad una visione centralistica e burocratica del contatto con l’utente, ma orientati verso la customer satisfaction. Per fare tutto questo, si è più volte fatto riferimento alla necessità di creare e, soprattutto, interiorizzare e diffondere tra gli operatori del settore una cultura manageriale finalizzata alla gestione e all’erogazione di un servizio di qualità. È per questo che diventa ben chiara la crucialità di adottare anche una prospettiva di marketing interno, rivolgendo, quindi, tutte le attività gestionali - di analisi, pianificazione strategica e operativa, monitoraggio e controllo - anche all’interno delle strutture dei Centri dell’impiego, ai suoi operatori e alle sue Risorse Umane (RU). Non si possono certamente sottovalutare tutti gli sforzi finora compiuti in questo senso: sono stati infatti progettati e realizzati diversi interventi di formazione e di riqualificazione (o qualificazione) del personale interno, orientati a colmare i gap informativi e conoscitivi degli operatori, che si sono ritrovati per la prima volta davanti alla necessità di sviluppare competenze e know how indispensabili per l’erogazione di una molteplicità di servizi, differenziati in funzione delle esigenze di diversi target di riferimento. 17 Prof Marco Castellett Cattedra di Marketing Relazionale Però anche in questo caso occorre sottolineare alcune criticità ed è da sottolineare la necessità assoluta che tali interventi non vengano attuati sulla base di esigenze contingenti ed isolate, ma vengano piuttosto progettati solo a seguito di un’attenta e più ampia attività di analisi e di pianificazione. Le attività di formazione e (ri)qualificazione delle RU non esauriscono, infatti, il mix di strumenti che i Centri all’impiego devono gestire in maniera integrata al fine di valorizzare al massimo le risorse interne e, quindi, migliorare il servizio offerto all’esterno. In una prospettiva di marketing interno, altre leve da gestire in un’ottica di sviluppo interno e di efficace Gestione RU sono infatti quelle dell’analisi (analisi delle competenze a analisi del potenziale, individuazione dei punti di forza e di debolezza, definizione delle aree di criticità e di quelle di miglioramento), dell’acquisizione, dello sviluppo, della valutazione e della compensation delle risorse umane. Solo in questo modo, orchestrando cioè in maniere coerente ed integrata, tutta questa serie di politiche e di attività di Gestione e sviluppo RU, diventa possibile pertanto creare la consapevolezza (awareness) e conquistare il consenso delle RU intorno ad una rinnovata cultura del servizio all’impiego, che supporti ed effettivamente traduca in termini operativi quei principi e quegli obiettivi alla base del processo di cambiamento avviato. 18