Il messaggio del Papa per la Giornata Missionaria Mondiale 2016 LA MISSIONE E’ DONO E GIOIA Una grande impresa che esige l’impegno di tutti. Senza missione non c’è misericordia nella Chiesa. Compie 90 anni la Giornata Missionaria Mondiale quest’anno. E’ stata infatti tenuta a battesimo nel 1926 dal grande papa missionario Pio XI. Quante vocazioni missionarie ha fatto sbocciare e maturare in questi anni! Quante montagne di aiuti e di denaro ha fatto raccogliere e sciamare nel mondo! Sicuramente nessun’altra Giornata Mondiale con altri titoli, è stata tanto benefica come questa. E, nonostante l’età, non sembra intenzionata a ritirarsi in pensione, o a perdere energia, fantasia e fecondità. Nuovo impulso intende darle Papa Francesco con questo suo Messaggio apeciale di quest’anno. “ La missione ad gentes - scrive il Papa - è una grande, immensa opera di misericordia sia spirituale che materiale”. Nessuno è più povero e bisognoso di chi non ha Gesù, ricordava continuamente Madre Teresa di Calcutta, proclamata santa domenica 4 settembre. Certamente la più grande donna missionaria di tutti i tempi. Portare Gesù e il suo Vangelo fino agli estremi confini della terra, è il compito specifico della Chiesa, la sua insostituibile missione. E’ la sua ambizione più grande, la sua passione, la sua gloria. USCIRE PER DONARE Nessun dono è più grande del Vangelo, messaggio di salvezza per tutti. Nessun regalo vale quanto Gesù, Dio che si è fatto Salvatore di tutti. Per questo il Papa invita tutti i cristiani ad “uscire” come discepoli missionari per “annunciare la misericordia di Dio, cuore pulsante del Vangelo”, in ogni angolo della terra, fino a raggiungere ogni donna, ogni uomo, anziano, giovane o bambino”. La Chiesa rivela il cuore misericordioso del Padre quando si “immedesima con i piccoli, gli scartati, gli oppressi”. Dio “è misericordioso verso tutti, il suo amore è per tutti i popoli e la sua tenerezza si espande su tutte le creature” come la luce del sole. La Chiesa “guardata da Dio con amore misericordioso guarda i popoli con occhi e cuore di misericordia”. I cristiani “riempiti della misericordia” devono riempire di misericordia il mondo intero bisognoso di misericordia come un deserto assetato di acqua. Il Papa auspica “che il popolo santo di Dio, eserciti il servizio materno della misericordia, che tanto aiuta ad incontrare e amare il Signore i popoli che ancora non lo conoscono”. Ed oggi, non dobbiamo dimenticarlo, sono i due terzi dell’umanità che ha raggiunto i sette miliardi. Se nella Chiesa mancasse la missione ad gentes sarebbe come se ad una madre mancasse il cuore. Per questo il Papa non perde occasione per invitare tutti a vivere “una Chiesa in uscita”. Non solo lo dice, ma lui stesso si fa immagine viva di questa Chiesa, con i suoi viaggi. IL PAPA IN USCITA Dopo nemmeno tre anni e mezzo dalla sua elezione, ha viaggiato più di ogni altro Papa della storia, nello stesso periodo di tempo. Giovanni Paolo II ha fatto dieci viaggi per un totale di 80 giorni. Benedetto XVI ha fatto anche lui dieci viaggi per un totale di 50 giorni. Papa Francesco, nello stesso loro periodo di tempo, ha fatto quattordici viaggi per un totale di 68 giorni. Un curioso e ed utile raffronto che ci indica quale tipo di Chiesa vuole questo Papa “venuto dalla fine del mondo” come ha detto nella sua prima apparizione dalla loggia della basilica di San Pietro e vuole che la Chiesa arrivi in tutte le parti del mondo. Dopo il primo viaggio in Brasile, in occasione della Giornata mondiale della Gioventù, a pochi mesi della sua elezione, Francesco è rimasto in Italia per dieci mesi. Poi, dal viaggio in Terra Santa in cui in tre giorni ha visitato Palestina, Israele e Giordania, si è capito che le sue visite pastorali sono una specie di tour de force. Il viaggio più lungo è stato quello a Cuba e negli Stati Uniti durato nove giorni. A Cuba è tornato pochi mesi dopo, per incontrare all’aeroporto dell’Avana, il Patriarca ortodosso russo Kirill, prima di proseguire per il Messico. E’ stato due volte in Asia: in Corea del Sud nell’agosto del 2014 e in Sri Lanka e Filippine nel gennaio del 2015. Una volta è stato in Africa dove ha toccato Kenia, Uganda e Repubblica Centrafricana , qui nella capitale Bangui, ha voluto aprire, eccezionalmente fuori San Pietro, il Giubileo della Misericordia. E’ stato una volta in Sudamerica, non nella sua Argentina, ma in Ecuador, Bolivia e Paraguay. Si è fermato tre giorni in Turchia, un solo giorno in Albania, Bosnia e in Grecia. Gli ultimi viaggi sono stati quelli in Armenia e in Polonia. Un Papa con la borsa da viaggio in mano e con dentro il Vangelo di Cristo, messaggio di pace e salvezza per tutti i popoli. IL GENIO FEMMINILE A SERVIZIO DELLE MISSIONI In questi viaggi, particolarmente in quelli in Asia e in Africa, ha sempre voluto incontrare le suore missionarie per dare un pubblico riconoscimento a quello che fanno per la missione ad gentes e incoraggiarle nel loro generoso lavoro. Sul contributo delle donne alla diffusione del Vangelo nel mondo delle missioni ritorna il Papa anche in questo messaggio missionario. “ E’ crescente – scrive - la considerevole presenza femminile nel mondo missionario accanto a quella maschile. Donne, consacrate e laiche, ed alcune anche con la propria famiglia, realizzano la propria vocazione missionaria in svariate forme, dall’annuncio diretto del Vangelo, al servizio caritativo….Le donne comprendono spesso più adeguatamente i problemi della gente e sanno affrontarli in modo opportuno e talvolta inedito.” Papa Francesco ricorda quello che Giovanni Paolo II ha chiamato “il genio femminile”, quasi un istinto che le porta “a prendersi cura della vita delle persone più che al funzionamento delle strutture”. Alla pastorale missionaria danno il sapore tenero e delicato della femminilità. Accanto a Gesù che predica, fanno sentire la Madonna che ama. p. Giuseppe Rinaldi missionario saveriano