PROFILASSI DIRETTA IN AVICOLTURA OVVERO BIOSICUREZZA Con profilassi si intendono quelle misure che tendono a limitare e/o a impedire l’ingresso di una patologia in allevamento. In avicoltura la terapia è una perdita economica, la prevenzione è fondamentale. Alla base della salute animale c’è la disinfezione e la biosicurezza. Biosicurezza -> tutte le misure di profilassi diretta: Strutturali Logistiche Gestionali Comportamentali … capaci di eliminare, prevenire o ridurre l’introduzione o la diffusione delle infezioni all’interno di un allevamento o da un allevamento all’altro. Come avviene la trasmissione delle malattie infettive? Aria (es. bronchite infettiva) Animali portatori (anche uccelli selvatici, es. influenza aviare) Vettori animati: topi (-> salmonellosi), cani, gatti (-> Pasteurellosi), insetti (vaiolo aviare -> zanzare). Personale: allevatori, vicini, visitatori, manutenzione, vaccinazione, fecondazione, tecnici e autisti. Vettori inanimati: lettiera, mangime, acqua, attrezzature e veicoli, vaccini (es. l’Egg drop syndorme è stata introdotta perché il ceppo di Marek è stato coltivato su linee cellulari di anatra che contenevano l’Adenovirus silente). I fattori di biosicurezza si raggruppano in una scala di priorità in cui ciascun livello è in grado di condizionare il costo e l’efficacia di un intero sistema. 1° LIVELLO: è l’impostazione di base, influenza tutti gli altri fattori e non può essere modificato nell’emergenza. UBICAZIONE: - Densità di allevamenti nella zona. - Es: nel Veneto l’altissima densità di allevamenti molto vicini fra loro ha causato delle grosse epidemie. Nel ‘99-2000 quando c’è stata l’Influenza Aviare non si riusciva più ad arginare per cui la regione ha dovuto adottare il sistema del tutto pieno/tutto vuoto in sincronia. Contatto con i selvatici - Distanza da strade, incubatoi, mangimifici, macelli. 2° LIVELLO: strutture e programmi di gestione sanitaria. Le modificazioni correttive sono possibili, ma spesso sono tardive nell’emergenza. PROGETTAZIONE NELL’ALLEVAMENTO: recinzioni, strade, silos, spogliatoi, attrezzature di sanificazione …. Es: devono esserci recinzioni che dividono l’ambiente esterno dall’allevamento, i silos devono essere lontani e devono poter essere riempiti dall’esterno, devono esserci reti anti-passero alle finestre, i parcheggi esterni devono essere asfaltati e dotati di vasche dipping, le aree di servizio per il personale devono essere dotate di docce e spogliatoi … Fattori - strutturali: Locali di servizio per registrazioni, disinfettanti, vaccini, attrezzi. Spogliatoi e docce Magazzino per trucioli e attrezzatura Zona di disinfezione autoveicoli Silos mangime reperibili all’esterno Smaltimento dei morti Dispositivi contro i selvatici Dispositivi contro i roditori Zona all’entrata del capannone di cemento lavabile e disinfettabile Area attorno al capannone pulita e sgombra - Ventilatori di capannoni adiacenti su lati opposti PROGETTAZIONE CICLI: Tp/Tv, disinfezioni e derattizzazioni, pulizia dei silos … Il Tp/Tv è fondamentale per poter svolgere correttamente la disinfezione e la derattizzazione. Il vuoto sanitario per i cicli brevi,es. Broiler, è di circa 10- 15 gg; per i riproduttori è 1 mese. Disinfezione dei capannoni: Spostare al centro la lettiera Trasportarla coperta Rimuovere penne e lettiera sparse vicino al capannone Smontare l’attrezzatura e spostarla all’esterno Spazzare via i residui di lettiera In genere si usa la lettiera permanente: la lettiera non viene mai cambiata durante i cicli ma viene asportata totalmente alla fine di ogni ciclo. La lettiera asportata dev’essere coperta e distrutta in modo tale che non sia disponibile agli uccelli selvatici o si rischia la diffusione di malattie (es. laringotracheite infettiva). - - Lavare con detergente ad alta pressione in sequenza: soffitto- pareti- finestre- attrezzature – pavimenti. Lavare all’esterno in sequenza: tetto- pareti- scarichi – aree di servizio. Lavare i silos: la pulizia dei silos è importante per contrastare la formazione di eventuali muffe (con gli sbalzi di temperatura si forma condensa, che promuove la crescita di queste). Sciacquare con acqua Lasciare asciugare Disinfettare Disinfestare Rimontare l’attrezzatura e collaudarla Mettere il truciolo Fumigare Disporre le esche topicide: nei paesi dell’est questo è un problema ancora più sentito perché non hanno i silos ma i sacchi di mangime. I ratti trasmettono la Salmonellosi. Oltre alla derattizzazione è importantissima anche la disinfezione contro gli insetti. Svuotare le tubature e lasciare il cloro per 24 ore Svuotare eliminando incrostazioni. 3° LIVELLO: COMPORTAMENTO DEL PERSONALE. Le modificazioni correttive sono possibili ma nell’emergenza sono condizionate dal tempo e soprattutto dal livello qualitativo esistente. Conduzione e procedure abituali: Istruzione Addestramento Sensibilizzazione Motivazione Monitoraggio e verifica Azioni correttive. Le persone sono il fattore più importante. Le persone che lavorano in un allevamento avicolo devono essere soprattutto educate a capire il perché di ciò che gli viene imposto di fare, altrimenti non lo fanno o si dimenticano. E’ da ricordare che scarpe, indumenti, capelli, mani, attrezzature non disinfettare e animali di origine diversa possono essere fonte di contaminazione. Infatti per lavorare in certi allevamenti il personale deve firmare un contratto dove c’è scritto che a casa non hanno uccelli, pappagallini, ecc… CENNI DI PROFILASSI VACCINALE IN AVICOLTURA (p. 393) L’immunità dei volatili ha attività diversa a seconda del patogeno, e così dovrebbe essere per il vaccino. La vaccinazione è un trattamento immunizzante effettuato a scopo profilattico mediante la somministrazione di un vaccino. Ha lo scopo di produrre un’immunità attiva nei confronti di un agente patogeno. Gli obiettivi della vaccinazione sono: Protezione nei riguardi del patogeno: dalla sintomatologia clinica, però! Il vaccino infatti non protegge dall’infezione. In ogni caso ↓ la trasmissione orizzontale-> ↓ pressione infettiva sui non vaccinati (↓ dell’eliminazione). ↓ della pressione infettiva nell’area. Prenderemo in considerazione: Tipi di vaccini Metodi e vie di somministrazione Cos’è un programma vaccinale. I vaccini possono essere allestiti con: - L’agente patogeno specifico (vivo o inattivato) Parti di esso (parete batterica, membrana cellulare, ecc…) Tossine (es. tossina botulinica) Vaccini prodotti mediante ingegneria genetica ancora non di applicazione comune (per la Malattia di Marek e di Gumboro). Posso essere: Deleti A subunità Ricombinanti: con altro patogeno, per cui produce immunità per sé stesso e per proteine di altri patogeni. A DNA. Tipi di vaccini: VACCINI VIVI ATTENUATI Sono vaccini in cui l’agente patogeno è vivo ma a virulenza ridotta. L’ae deve mantenere la caratteristica di stimolare l’immunità, ma non dev’essere patogeno per il volatile. Possono essere naturalmente apatogeni o attenuati artificialmente. Sono coltivati su substrati quali uova embrionale o colture cellulari, si fanno replicare per più passaggi (fino a 100-120) per ottenere l’attenuazione del ceppo originale. In pratica il virus è costretto a replicare su un substrato non suo, il che lo costringe a selezionare dei cloni apatogeni. Vengono liofilizzati per la conservazione. Vantaggi: Economico (basta poco Ag per indurre una buona risposta del sistema immunitario) Possono essere impiegati per vaccinazioni di massa Rapido instaurarsi dell’immunità Forte stimolazione dell’immunità locale Risposta nei confronti di tutti gli Ag del patogeno Svantaggi: X Diffusione di virus o batteri (si immettono nell’ambiente dei virus vivi, con il rischio che il virus torni infettante). X Possibile rivirulentazione: il virus potrebbe fare dei retropassaggi e infettare così altri soggetti. Questo si può evitare dando ad ogni soggetto un’adeguata dose. X X X X Reazione locale dovuta alla moltiplicazione dell’agente vaccinale. Persistenza relativamente breve dell’immunità (sono necessari dei richiami con vaccini vivi o spenti). Conservazione difficoltosa (anche se è liofilizzato va rispettata la catena del freddo) Interferenza con altri vaccini: mentre i vaccini inattivati si possono tranquillamente associare, quelli vivi attenuati NO, perché se per es. associo il Metapneumovirus al virus della Bronchite infettiva il 2° replica più velocemente del 1° e il vaccino non funziona a dovere. Valutare bene la compatibilità. Visto che il vaccino vivo attenuato causa una vera e propria infezione, è fondamentale che il gruppo di vaccinazione sia in buone condizioni di salute. Gli attuali vaccini sono per lo più preparati con Ag inattivati sospesi in acqua e miscelati con un eccipiente oleoso, perché ne consegue un’emulsione in acqua e olio. Quando questa viene inoculata, permette di conseguire una consistente e perdurante immunità: il granuloma vaccinale che si forma nel punto di inoculazione viene generalmente e lentamente asportato dall’azione macrofagica, così da costituire una sorta di effetto booster continuo. VACCINI INATTIVATI (uccisi o spenti) Sono vaccini in cui l’agente patogeno è stato ucciso (per es. con la formalina), ma ha mantenuto le sue capacità immunizzanti. I vaccini inattivati contengono uno o più Ag. Sono addizionati con sostanze adiuvanti (olii minerali, idrossido di Alluminio o saponine) per aumentarne l’immunogenicità -> attenzione però, perché a volte quest’azione irritante crea dei granulomi. Vantaggi: Assenza di rischi di diffusione di microrganismi patogeni Assenza di reazioni vaccinali dovute alla moltiplicazione del microrganismo (ma presenza di reazioni locali) Protezione durevole nel tempo (perché perdura più a lungo nell’organismo grazie all’azione dell’adiuvante) Possibile combinazione di diversi Ag Evocano una risposta di tipo umorale. Svantaggi: X Vaccinazione individuale (costi di manodopera, bisogna infatti somministrarli più volte) X Prezzo più elevato X Periodo più lungo prima che si instauri l’immunità -> per situazioni di emergenza non va bene. X Possono indurre reazioni locali nel punto di inoculo, granulomi (nei polli da carne nopn è ammissibile) o sistemiche (amiloidosi, rare). Un’eccessiva alterazione del microrganismo porta ad avere una risposta immunitaria non completamente protettiva. Spesso inoltre è insoddisfacente l’evocazione dell’immunità mucosale. METODI E VIE DI VACCINAZIONE VACCINAZIONE DI MASSA: il vaccino viene somministrato al gruppo, è applicabile solo per vaccini vivi. Tecniche di massa: Vaccinazioni nell’acqua da bere: somministrazione di vaccini a virus vivi attenuati, largamente praticata per la sua praticità e per il basso costo della manodopera. Ci sono dei fattori ambientali di diversa natura che possono compromettere il buon esito della vaccinazione, il più importante è la qualità dell’acqua, che dev’essere: Non clorata (il Cl uccide il patogeno) Parametri chimici e biologici ben controllati Volume in cui diluisco il vaccino Tempi di somministrazione (estate -> 1 ora; inverno -> 2 ore) Abbeveratoi Condizioni dell’impianto: pulizia, disinfezione periodica e rimozione del calcare (nell’abbeveratoio c’è il calcare su cui si forma un biofilm che assorbe il vaccino) L’acqua ha colora opalescente perché ci si mette il latte scremato per assorbire le sostanze (no grassi perché potrebbero adsorbire i virus con envelope lipofili). Gli animali devono essere assetati prima e nell’acqua non clorata viene aggiunto del vaccino in polvere. Il vaccino nell’acqua dura 2-3 ore, quindi in 2 ore tutti devono bere. Vaccinazione spray: somministrazione di massa di vaccini vivi attenuati. Polverizzazione del vaccino in minute goccioline che verranno a contatto con le mucose respiratorie. Si può fare in allevamento ma anche in incubatoio, viene indicata soprattutto per i virus respiratori. Se si fa in allevamento un operatore cammina per il capannone e nebulizza lo spray, ma attenzione alle condizioni ambientali: se si fa vicino alle cappe del calore il vaccino si inattiva! In funzione delle dimensioni delle gocce emesse si distinguono: - Nebulizzazione o “coarse spray”: con gocce comprese fra i 70- 150 micron. Sono gocce grosse, si fermano alle prime vie respiratorie e vanno benissimo per animali giovani, che altrimenti avrebbero reazioni vaccinali. - Atomizzazione o “fine spray”: con gocce comprese fra i 15-50 micron, indicato esclusivamente per le vaccinazioni di richiamo perché il vanno molto in profondità (sarebbe pericoloso iniettare un virus così in profondità in un organismo non ancora immunizzato). Si bagna anche il piumaggio così si ha l’assunzione anche per via orale (quando lo si fa nebulizzare in parte lo respirano e in parte lo becchettano). La vaccinazione di massa è molto più comoda. VACCINAZIONE INDIVIDUALE: necessita che la dose vaccinale venga somministrata ad ogni singolo soggetto. E’ l’unico modo per vaccinare con vaccini inattivati e con alcuni vaccini vivi. Tecniche individuali: Vaccinazione oculo- nasale: somministrazione di vaccini vivi attenuati. Può essere applicata fin dal 1° giorno di vita garantendo una somministrazione accurata agli animali sia come prima vaccinazione che come richiamo. La goccia è colorata per consentire all’operatore di vedere dove cade: si mette una goccia nell’occhio e una nel naso. Vaccinazione per immersione del becco: per vaccini con virus vivi attenuati. E’ simile alla somministrazione per via oculo- nasale. E’ usata per i coccidi. Vaccinazione per puntura alare (difterite, vaiolo): somministrazione del vaccino a virus vivo attenuato contro il diftero-vaiolo aviare. Usata a volte anche per l’immunizzazione contro l’encefalomielite aviare e l’anemia infettiva. Metodica: si perfora il muscolo alare con una “forchettina”. E’ applicato nella membrana alare tra braccio e avambraccio (= patagio). Il tessuto di replicazione del virus inoculato è proprio il sottocute. Nel Tacchino questo tipo di tecnica non va bene perché lui dorme con la testa sotto l’ala e il vaccino andrebbe a contatto con gli occhi. In questo animale quindi si “scarifica” la coscia e si spennella sopra il vaccino. Vaccinazione per iniezione IM o SC: somministrazione di vaccini vivi inattivati. - Inoculazione sottocutanea (SC): si fa soprattutto negli animali da carne (boiler e tacchini), così evito granulomi nelle masse muscolari. Si fa nel terzo distale del collo. - Inoculazione intramuscolare (IM): viene applicata nel petto o nella coscia su animali da uova o da riproduzione a lunga carriera produttiva. Sono generalmente vaccini bi- tri- tetravalenti, il che è un vantaggio: somministro più patogeni e ho una lunghissima protezione, fino a fine carriera (1 anno), poi vengono macellati, ma il granuloma si riassorbe. Tipi di siringhe: Siringhe automatiche a regolazione variabile o fissa Siringhe pneumatiche senza ago L’importante è che l’ago sia cambiato spesso. Se l’operatore si punge il dito col vaccino spento deve andare al pronto soccorso perché gli uomini sono molto sensibili agli adiuvanti. Si possono usare anche siringhe doppie per inoculare anche 2 tipi di vaccino. Vaccino per la Malattia di Marek: malattia linfoplasmocitaria virale, in Italia questo vaccino si fa su tutti i soggetti con vaccino vivo, somministrato a 1 gg di età in incubatoio. Inoculazione SC nel collo o IM nella gamba, oppure in ovo. Vaccinazione in ovo: tecnologia usata negli incubatoi per i pulcini da carne nata negli USA ma oggi utilizzata anche in Italia. Permette di vaccinare gli embrioni al 18° giorno di incubazione (momento in cui le uova passano dall’incubatoio alla camera di schiusa dopo la speratura). In Italia si usa per la Malattia di Marek e per la Malattia di Gumboro. L’impianto consente la vaccinazione in serie delle uova con un forte risparmio sulla manodopera. Vantaggi: Economico L’embrione viene a contatto precocemente con l’Ag, questo fa sì che se l’animale tornerà in contatto con l’Ag svilupperò l’immunità molto rapidamente. Svantaggio: i vaccini possono essere letali per l’embrione. L’ago penetra nella spalla dell’embrione. C’è un primo ago, grosso, che penetra il guscio a livello di polo ottuso da cui mi esce un secondo ago, più sottile, che è quello che inietta veramente il vaccino. Vaccinazione in incubatoio con robot: nelle grandi aziende hanno messo a punto sistemi di vaccinazione automatica. Il pulcino passa con la testa in un robot e la macchina gli fa cadere una goccia di vaccino nell’occhio (è un vaccino oculonasale). SCHEMA E PROGRAMMI VACCINALI E’ il programma che prevede quali, come e quando le vaccinazioni vengono applicate durante il ciclo. Dipendono da: - Specie: ciascuna specie ha una diversa sensibilità, es. il vaccino per la Malattia di Marek va bene nel pollo. - Immunità materna (fenomeno di blanketing) Indirizzo produttivo (durata dell’immunità): es. gli allevamenti di selvaggina, che fanno un prodotto molto pregiato e costoso, tendono a vaccinare per tutto, anche per cose non indispensabili. Situazione sanitaria dell’area geografica (cioè che pressione infettiva c’è. Le vaccinazioni vanno fatte solo se c’è un reale bisogno). Note generali sugli schemi vaccinali: Intervallo fra due vivi -> almeno 3 settimane (effetto booster -> amplificazione del sistema immunitario). Intervallo fra due spenti -> almeno 4 settimane. I vaccini vivi maggiormente attenuati devono precedere i meno attenuati (Priming): per es. per la profilassi della malattia di Newcastle esistono diversi vaccini e al pulcino più giovane si deve dare quello con la minore patogenicità residua. I vaccini vivi di norma precedono gli spenti, che completano sviluppando l’immunità umorale. A volte associati in incubatoio (es. Malattia di Newcastle). MALATTIA DI NEWCASTLE (ND) o PSEUDOPESTE AVIARE Colpisce pollo, tacchino e colombo, le anatre e le oche sono il serbatoio. E’ un’infezione virale altamente contagiosa e causa di grave patologia, anche mortale. E’ nell’ex lista A dell’OIE (Office International des Epizoties) e rientra fra le malattie più gravi. Il controllo di questa malattia è regolamentato da una normativa comunitaria e nazionale: Direttiva 92/66/CEE - Dpr 15 Novembre 1996 n° 657. STORIA La malattia è stata importata dall’Indonesia grazie al traffico di animali vivi usati come scorte alimentari per i marinai. Nel 1927 c’è stata la prima segnalazione da Doyle (contea di Newcastle Upon Tyne, UK). Questa malattia si è poi diffusa via terra in tutto il mondo e nel giro di 15 anni fa la sua comparsa anche in Italia (1940). Dal 1940 in Italia ci sono stati focolai ricorrenti di cui l’ultimo in data 2000. AGENTE EZIOLOGICO Fam. Paramyxoviridae Gen. Avulavirus. Esistono 9 sierotipi di cui solo il 1° (Avian Paramyxovirus-1 o PMV-1) è responsabile della malattia di Newcastle, gli altri danno forme respiratorie in altre specie. E’ un virus a RNAss, (15.000 nucleotidi) pleomorfo con envelope e nucleocapside. Vi sono 6 geni che codificano per 7 proteine: - Glicoproteina HN: permette l’aggancio ai recettori della cellula (H) e il rilascio dopo la moltiplicazione virale (N). Ha attività emoagglutinante per i GR di pollo e neuraminidasica. E’ importante per la diagnosi di laboratorio -> HA e inibizione dell’HA. - Proteina F: è una proteina di fusione. Permette la fusione con la membrana della cellula e quindi l’entrata del virus nella cellula. E’ la chiave per interpretare le diverse patogenicità presentate da questo virus. NB: la proteina F non è una caratteristica peculiare dei paramyxovirus, ce l’ha anche il virus della peste bovina e del cimurro!! - Proteina M di matrice: dà aggancio ad altre proteine che si proiettano al di fuori dell’envelope. Ha un ruolo nell’assemblaggio dei diversi componenti del virus. - Proteine P ed L: molto importanti per la replicazione virale. Proteina NP del nucleo capside: il nucleo capside ha simmetria elicoidale e aspetto a spina di pesce. Esiste un UNICO SIEROTIPO (PMV-1). Sono tuttavia presenti fra i vari virus differenze antigeniche evidenziabili con Ab monoclonali -> DIVERSI PATOTIPI. I patotipi sono gruppi con diverse virulenze e diverse forme cliniche. Vengono classificati in base alla tempistica con cui provocano mortalità nelle uova embrionate di pollo SPF (inoculate dalla cavità allantoidea): LENTOGENI (> 90 ore) MESOGENI (61- 90 ore) - VELOGENI (< 60 ore) -> sono i più patogeni. Le ore indicano il tempo medio di morte o MDT. Questo però nell’embrione….e nell’adulto? Classificazione dei patotipi di PMV-1 in base alla forma clinica riprodotta in condizioni sperimentali: Velogeni viscerotropi: danno malattia acuta con lesioni emorragico- necrotiche nell’intestino (UE e Italia). Danno anche sintomi nervosi e respiratori. Sono quelli diffusi in Europa. Velogeni neurotropi: forma acuta respiratoria e nervosa (USA- Pneumoencefalite). Mesogeni: sintomatologia respiratoria, a volte nervosa – bassa mortalità (dipende dalle complicazioni virali/ batteriche). Lentogeni respiratori: forma respiratoria lieve o inapparente. Enterici asintomatici: infezione enterica asintomatica. Si tratta di virus che hanno come prima sede di replicazione l’intestino e non danno alcun sintomo. Gli ultimi 3 si trovano solo in Asia e vengono usati come vaccini vivi. PATOGENESI Penetrazione per via RESPIRATORIA o DIGERENTE. Nel caso dei ceppi LENTOGENI ho forme LOCALIZZATE: il NDV invade le cellule della mucosa respiratoria e digerente e si replica solo localmente. La glicoproteina HN permette l’aggancio ai recettori della cellula e il rilascio dopo la moltiplicazione virale. Nel caso di ceppi VELOGENI ho forme SISTEMICHE: il virus invade prima digerente e respiratorio, poi va in circolo. Basi molecolari della patogenicità: La patogenicità dei ceppi di PMV-1 è legata alla struttura della proteina F. La proteina F permette la penetrazione nella cellula mediante fusione dell’envelope del virus con la membrana cellulare e permette inoltre la fusione di cellule contigue, il che consente al virus di passare da una cellula all’altra senza subire l’attacco degli Ab. La proteina F viene prodotta come precursore F0, costituito da due porzioni (F1 ed F2) legate da un sito di clivaggio da un ponte disolfuro. Per l’attivazione dev’essere tagliato il sito di clivaggio e le due porzioni restano attaccate con ponti disolfuro. Mediante CLIVAGGIO operato dalle proteasi della cellula ospite dà origine ad F1 ed F2. Il clivaggio è essenziale per la produzione di particelle virali infettanti. Se questo non si verifica, l’infezione abortisce. Tutta la differenza nelle diverse patogenicità sta nel sito di clivaggio: - Lentogeni: F1 con LEUCINA, F2 con LISINA Velogeni: F1 con FENILALANINA e F2 con ARGININA. Nei ceppi ad elevata patogenicità prima del sito di clivaggio c’è un doppio (se non multiplo) aa basico, mentre i ceppi lentogeni hanno un singolo aa basico. Queste differenze nel sito di clivaggio dipendono dalla proteasi usata dal virus. I ceppi velogeni usano proteasi ubiquitarie. I ceppi lentogeni usano solo proteasi Tripsina-like, che sono presenti soltanto nelle cellule del respiratorio e del digerente. Il clivaggio può essere operato da diverse proteasi presenti nell’ospite, ma non tutte le proteasi sono in grado di scindere il precursore F0 nelle due sub unità F1 ed F2. Tale capacità dipende dal tipo di aa presenti nelle porzioni comprese fra 113 e 116 e in posizione 117. In particolar modo si è visto che tutti i ceppi virulenti possiedono: Una coppia di aa basici (arginina- arginina o lisina- arginina) in posizione 115 e 116, che rappresenta il terminale carbossilico della sub unità F2; Almeno un altro aa basico (arginina) in posizione 113; La fenilalnina in posizione 117. I ceppi a bassa virulenza o virulenti hanno 1 solo aa basico al terminale carbossilico della sub unità F2 e la leucina in posizione 117, che è il terminale aminico della sub unità F1. EPIDEMIOLOGIA Ospiti: Oltre 241 specie di uccelli sensibili. Pollo, tacchino e piccione sono fra le specie più sensibili. Anatre, uccelli acquatici e oche sembrano essere più resistenti, infatti non manifestano la forma clinica -> sono il serbatoio. E’ una zoonosi minore: nell’uomo dà congiuntivite. Trasmissione: Orizzontale: secrezioni respiratorie e feci (acqua e mangimi contaminati). Verticale: dimostrata ma discussa perché il virus uccide l’embrione. Però la trasmissione si è avuta in soggetti vaccinati. Riguarda solo virus ad alta patogenicità che colpiscono anche l’ovaio, quindi sono interessate le galline riproduttrici non vaccinate. Grazie alla resistenza del virus la trasmissione verticale si può avere anche con contaminazione del guscio con feci infette perché il virus è super- resistente. Bisogna fare attenzione perché se la trasmissione avviene in questo modo può sembrare congenita. Pur essendo rapidamente inattivato dai disinfettanti perché ha l’envelope, il virus è piuttosto resistente. Resiste infatti a: Essiccamento, variazioni di pH - T° ambientali di 40- 43° per 1 mese T° di refrigerazione per più di 4 mesi Congelamento per più di 6 mesi. Modalità di diffusione di NDV: - - Movimenti di uccelli vivi: selvatici, esotici, pollame allevato … Es: piccione: se il suo ceppo PP1 fa più passaggi può infettare il pollo con forme gravi. Es: I fagiani da ripopolazione sono vaccinati,non mostrano segni clinici, ma il vaccino non previene né l’infezione né l’escrezione del virus anche ad alta patogenicità. Es: Le anatre migratrici sono il serbatoio. Movimenti uova da cova - Movimenti del personale o delle attrezzature -> è resistente nell’ambiente! Attenzione alle gabbie per il trasporto degli animali al macello. - Movimenti prodotti avicoli (comprese le feci): es. dopo l’influenza aviare non avevamo più ovaiole, per cui abbiamo importato uova sporche di feci infette -> nuovi focolai di ND. QUADRO CLINICO Variabile per: - Patotipo (velogeno, lentogeno) - Complicanze dovute ad altri microrganismi (solo per mesogeni e lentogeni). Specie ospite: il pollo e il tacchino sono più sensibili, l’anatra è più resistente. Età (i giovani sono più sensibili) Stato immunitario: condiziona la gravità dei sintomi. Per questa malattia si vaccina. Negli animali vaccinati si osservano solo forme neurologiche transitorie. CEPPI VELOGENI: Forma acuta o iperacuta: - Periodo medio di incubazione: 2-5 gg Morte nel giro di 24 ore (max 4-5 gg) nei soggetti non immuni Mortalità anche del 100%. L’infezione è sistemica e ho: - Depressione del sensorio (tendenza a rimanere immobili con palpebre semi chiuse, penne arruffate) Edema della testa ed emorragie petecchiali sulla cute - Diarrea verdastra (questi sintomi gastroenterici compaiono dopo 4-5 gg) Sintomatologia respiratoria (scolo nasale, tosse, rantoli, starnuti) Colorito cianotico perché è un virus che causa vasculite Essudato a livello oculare Alla fine alcuni soggetti presentano sintomatologia nervosa, sono quelli più resistenti che sono sopravvissuti al focolaio (infatti l’ultimo distretto che il virus raggiunge è il SNC). Forma subacuta nervosa: le forme nervose si possono vedere prima della morte dell’animale oppure alla fine di un focolaio. Tremori Movimenti di antero- pulsione della testa - Torcicollo, opistotono -> è molto caratteristico - Convulsioni tonico- cloniche se stimolati Movimenti di maneggio - Paralisi progressiva di ali e zampe finchè non sta più in piedi (decubito laterale). Ceppi velogeni nelle ovaiole e nei riproduttori: - Totale o brusco calo dell’ovodeposizione ( 90%- 40%) Uova con guscio depigmentato, sottile, rugoso o mancante (“uovo in panna”) Albume acquoso Recupero dopo 3-4 settimane E’ però da notare che non dà alterazioni di forma dell’uovo, ma del guscio. Nei gruppi vaccinati il calo dell’ovodeposizione può essere l’unico sintomo, insieme a sintomi neurologici transitori. Nei gruppi vaccinati l’entrata in allevamento di un ceppo altamente patogeno dà solo il calo della deposizione e alterazione del guscio. Lesioni anatomo- patologiche dei ceppi velogeni viscerotropi: Edema della testa Congiuntivite con essudato purulento Edema sottocutaneo Emorragie petecchiali di cresta e bargigli (le petecchie emorragiche sono a causa della vasculite) Carcassa disidratata (smettono di bere) Lesioni emorragico- necrotiche all’apparato digerente: - Pro ventricolo: lesioni emorragiche - Intestino: lesioni emorragico- necrotiche localizzate nella parete a livello degli aggregati linfatici sottomucosi : placche del Peyer e tonsille cecali. Tonsille ciecali con lesioni necrotico- emorragiche. Contenuto intestinale verdastro oppure intestino vuoto con parete iperemica. Lesioni istologiche al cervello: encefalo mielite non purulenta Lesioni emorragiche ai visceri Milza e borsa di Fabrizio congesti, emorragici Lesioni all’apparato respiratorio: - Tracheite emorragica con materiale caseoso o catarrale Polmonite atelectasica - Ovaiole e riproduttori: Regressione ovarica: follicoli piccoli, flosci, si rompono facilmente (se il follicolo si rompe ne consegue una peritonite ovarica). Ho atresia e riassorbimento del materiale vitellino. Ovarite emorragica CEPPI MESOGENI Quadro clinico: Forme respiratorie - La mortalità in genere è bassa se il focolaio non è complicato A volte forme nervose Nelle ovaiole e riproduttori si ha calo della deposizione CEPPI LENTOGENI Forme respiratorie - Solo nei giovani La mortalità in genere è bassa se il focolaio non è complicato Vengono usati come vaccini MALATTIA DI NEWCASTLE NEL COLOMBO E’ endemica nel colombo. Ceppo mesogeno diverso da quello del pollo (Ab monoclonali) -> Pigeon paramyxovirus. Dà solo forma enterica e nervosa, no forma respiratoria: Diarrea verdastra - Sintomatologia nervosa: depressione, paresi/ paralisi delle zampe e delle ali, torcicollo, tremori e movimenti di maneggio. DIAGNOSI Sintomatologia clinica e lesioni anatomo- patologiche. Ma per questa malattia è necessaria la DIAGNOSI DIRETTA: isolamento virale e valutazione della patogenicità del ceppo. DPR 15 Novembre 1996 n° 657: regolamento per l’attuazione della direttiva 92/66/CEE che prevede misure comunitarie contro la Malattia di Newcastle. Si applicano misure di polizia veterinaria solo in caso di focolaio di ND nella cui definizione rientrano le infezione da APMV-1 con ICPI> 0,7. Contiene: - Definizione di “Malattia di Newcastle”: infezione da PMV-1 con ICPI (Indice di patogenicità intracerebrale) > di 0,7. - Indicazioni sulla diagnosi di laboratorio. Campioni diagnostici: da soggetti moribondi o morti recentemente. I campioni vengono prelevati dal loro apparato respiratorio o digerente-> tamponi orofaringei, rinofaringei, tracheali o cloacali. Si possono fare campioni di organi: trachea, polmoni, intestino con contenuto intestinale, duodeno + pancreas, tonsille cecali, fegato, milza, cervello, cuore. Protocollo da seguire per la diagnosi di laboratorio: vd schema Esami di laboratorio sul liquido allantoideo: HA: si evidenzia la capacità del virus di agglutinare GR di pollo. Questa proprietà però è espressa da altri virus e batteri. HI: inibizione dell’emoagglutinazione. Uso di antisieri policlonali specifici nei confronti di APMV-1 e dei principali virus emoagglutinanti responsabili di malattie del pollame. INDICE DI PATOGENICITA’ INTRACEREBRALE (ICPI) Previsto per la tipizzazione dal DPR 657/96. Inoculazione intracerebrale del virus in 10 pulcini SPF (Specific pathogen free) di 1 giorno. - Osservazione per 8 gg ogni 24 ore Calcolo dell’indice - Codice: da 0 a 2 ( 0 -> normale; 1 -> malato; 2-> morto). Un ICPI prossimo a 2 indica ceppi ad elevata patogenicità, se invece ICPI è prossimo a 0 indica ceppi a bassa patogenicità. Secondo la legge la malattia di Newcastle è un’infezione da PMV-1 con ICPI > 0,7. Es. di calcolo dell’ICPI: 1° gg NORMALI MALATI MORTI 10 0 0 2° gg 8 2 0 3° gg 4°gg 5°gg 6°gg 7°gg 8°gg Totale 8 2 0 7 3 0 6 2 2 2 0 8 0 1 9 0 0 10 41 10 29 Normali: totale x 0 = 41 x 0 = 0 Malati: totale x 1 = 10 x 1 = 10 Morti: totale x 2= 29 x 2 = 58 58 + 10 + 0 = 68 68 : n° di osservazioni -> 68: 80 = 0,85 -> è infezione perché è > 0,7. INDICE DI PATOGENICITA’ ENDOVENOSA (IVPI) - Inoculazione di 10 polli di 6 settimane Osservazione per 10 gg per sintomi clinici - L’indice va da 0 a 3 ( 0 -> normale; 1 -> malato; 2 -> segni clinici ; 3-> morto). TEMPO MEDIO DI MORTE (MDT) Inoculazione in uova embrionale SPF: Velogeni < 60 ore Mesogeni: 61- 90 ore Lentogeni > 90 ore F- clivaggio: isolamento del virus nella cui sequenza aa del gene F a livello del sito di clivaggio siano presenti almeno 3 aa basici (arginina e lisina) tra i residui 113 e 116 e l’aa fenilalanina in posizione 117. Isolamento su colture cellulari: i ceppi velogeni formano placche, effetto citopatico tipico, visibile a occhio nudo senza l’aggiunta di tripsina o DEA o Sali di Mg. Microscopia elettronica, immunofluorescenza, immunoperossidasi: per identificare il virus direttamente dai tessuti infetti. Pcr: preceduta da retro-trascrizione dell’RNA a DNA (RT). Quando eseguita a livello della porzione del genoma che codifica per il sito di clivaggio di F0, permette di identificare il patotipo. Limiti: Presenza di inibitori in alcuni campioni (feci) con possibilità di falsi – Possibili cross-contaminazione in laboratorio, quindi falsi + Possibilità di non identificare nuovi ceppi virali data la specificità del primer RT-Pcr: riduce ulteriormente i tempi di diagnosi e il rischio di cross-contaminazione in laboratorio. DIAGNOSI INDIRETTA: sierologia. E’ una tecnica di supporto alla diagnosi. Non solo devo vedere gli Ab, ma anche un movimento anticorpale. Si usa soprattutto per verificare lo stato immunitario dopo la vaccinazione. Prevede tre tecniche: Inibizione dell’emoagglutinazione (HI) Virus- neutralizzazione su colture cellulari - ELISA: metodica molto rapida che permette di analizzare molti sieri in contemporanea.. L’IZS di referenza per queste malattie è Padova. CONTROLLO DELLA ND: REGOLAMENTO E DENUNCIA DPR n° 657 del 15 Novembre 1996: regolamento per l’attuazione della Direttiva 92/66/CEE che prevede misure comunitarie contro la Malattia di Newcastle. - Denuncia obbligatoria - Abbattimento e distruzione -> stamping out Zona di protezione (3 Km) e zona di sorveglianza (10 Km) - Vaccinazione obbligatoria (è l’unica malattia la cui vaccinazione è obbligatoria per legge, però non è coerente con la volontà di eradicazione). - Per il controllo della malattia: - Profilassi diretta -> Biosicurezza: la profilassi diretta è molto importante, si fa il Tp/Tv, controlli…. Profilassi indiretta -> Profilassi vaccinale PROFILASSI VACCINALE Da un punto di vista teorico la vaccinazione nei riguardi di APMV-1 dovrebbe impedire l’instaurarsi dell’infezione. In pratica essa protegge gli animali principalmente dalle forme cliniche, mentre la replicazione e l’eliminazione virale avvengono ugualmente, anche se a livelli ridotti. Quindi in nessun caso la vaccinazione può essere considerata un’alternativa alla profilassi diretta. Tipi di vaccini: VIVI -> propagati su uova embrionate. Possono essere allestiti sia con ceppi lentogeni che mesogeni, selezionati in base alla loro capacità di diffusione e al loro potere immunogeno. Anche fra i lentogeni esiste un range di virulenza e in linea di massima la risposta immunitaria stimolata è proporzionale alla patogenicità Vivi lentogeni: patogenicità ridotta ma non del tutto apatogeni. Sono gli unici permessi in Europa, dove esiste la direttiva 93/153/EEC che vieta l’impiego di vaccini allestiti con virus il cui ICPI sia > 0,4. Hitchner B1, La Sota, Clone 30 (tropismo per le vie respiratorie: possono dare leggere forme respiratorie, “reazioni vaccinali”). Il La Sota è leggermente più patogeno rispetto a Hitchner B1 o agli enterotropi, infatti la sua somministrazione è seguita da una lieve sintomatologia respiratoria ed è in grado di generare un effetto booster più marcato. Diffonde più rapidamente nel gruppo, vantaggio non trascurabile in caso di pericolo immediato. Il Clone 30 deriva dal ceppo La Sota di cui conserva l’immunogenicità, associata a una minore patogenicità. Ceppi enterogeni: NDV 6/10, V4 (i ceppi enterogeni sono asintomatici, non danno reazioni vaccinali). Vivi mesogeni: Komarov, Roakin, Mukteswar X Non ammessi in europa!!!! Sono usati per allestire vaccini vivi nei paesi in via di sviluppo, in Africa, Medio oriente e Sud-est asiatico, dove circolano in forma endemica virus ad elevata patogenicità. Dato il loro ICPI (circa 1,4), questi vaccini sono vietati in Europa. Sono inadatti ad animali totalmente scoperti dal punto di vista immunitario e che non hanno superato il 2° mese d’età. La loro somministrazione va preceduta da vaccinazione con ceppi lentogeni. Decisione della Comunità Europea 93/ 152/ CEE - Prevede che i vaccini vivi siano prodotti con ceppi con ICPI non superiore a 0,4, quindi solo i lentogeni sono ammessi. - Prevede che i vaccini inattivati siano prodotti con ceppi con ICPI non superiore a 0,7. METODI DI SOMMINISTRAZIONE Vaccini vivi: - Spray in incubatoio a grosse gocce, aerosol Oculo- nasale Acqua da bere Vaccini spenti:vengono preparati impiegando stipiti virali dotati di un alto potenziale di crescita su uova embrionate (come il ceppo lentogeno Ulster 2c), in grado cioè di fornire elevate quantità di Ag visto che essi non replicano nell’ospite. Anche per questi la legislazione impone dei limiti, ammettendo solo l’impiego di ceppi il cui ICPI sia < 0,7. La somministrazione è individuale. Via parenterale (IM o SC) L’efficacia degli interventi immunoprofilattici è influenzata da molteplici fattori. Per superare l’ostacolo è opportuno prevedere una vaccinazione spray in incubatoio, questo si fa per stimolare una buona immunità locale e cellulo- mediata che garantirà un livello di protezione accettabile nelle prime 3 settimane di vita. Richiamo: - Vaccini vivi -> almeno 3 setitmane Vaccini spenti -> 4 settimane Rispetto all’impiego dei soli vaccini vivi, ci sono piani più efficaci che prevedono anche l’uso del vaccino inattivato -> inducono un livello di Ab circolanti più elevati e minor % di soggetti sieronegativi. I vaccini vivi stimolano l’immunità locale, quelli inattivati stimolano l’immunità umorale ( che è protettiva nei confronti della malattia, serve inoltre a limitare intensità e durata dell’eliminazione virale a seguito dell’infezione). Per avere una copertura adeguata sarà quindi necessario abbinare le due vaccinazioni. Il programma vaccinale di ovaiole, riproduttori e boiler prevede minimo 2 vaccini vivi e 2 vaccini spenti. Sono particolarmente importanti le vaccinazioni col vaccino inattivato nei soggetti a vita lunga. Il titolo anticorpale dev’essere tenuto alto fino alla deposizione. Quindi si fa la somministrazione contemporanea di vaccino vivo e inattivato in incubatoio, in questo modo il vaccino vivo stimola una risposta immunitaria primaria, mentre inizia il graduale rilascio dell’Ag da parte del vaccino inattivato, che agisce come una dose booster inducendo elevati titoli anticorpali già a 4 settimane. Per gli animali destinati alla riproduzione o alla produzione di uova da consumo è necessario ripetere gli interventi vaccinali per conferire un’immunità più duratura nel tempo. L’immunità materna può interferire col vaccino e protegge dalla malattia ma non dall’infezione. I vaccini vivi vanno somministrati nei primi giorni di vita perché danno immunità locale (non c’è fenomeno di blanketing), mentre i vaccini spenti andranno somministrati dopo 3 settimane perché è necessario aspettare il calo dell’immunità trasmessa dalla madre. Se si vuole risparmiare si fanno assieme in incubatoio, ma non ha la stessa efficacia. Nell’ultimo decennio, a seguito dell’epidemia del 200 e dell’intensificarsi del rischio di focolai, la profilassi vaccinale in Italia è stata resa obbligatoria dal Ministero della Salute, secondo programmi minimi di interventi vaccinali, diversificati per specie avicola e indirizzo produttivo. DIFTEROVAIOLO AVIARE Malattia infettiva dei volatili in genere a lenta evoluzione, universalmente diffusa, descritta in tutte le specie domestiche e nella maggior parte di quelle selvatiche, indipendentemente dalla razza, dall’età e dal sesso. E’ caratterizzata da lesioni cutanee e/o difteriche. E’ ancora una malattia denunciabile (regolamento di polizia sanitaria del 1954). Colpisce quasi tutte le specie aviari. L’incidenza della malattia è variabile in relazione alla zona, alla tipologia di allevamento e alle specie interessate. E’ maggiormente diffusa nell’allevamento rurale rispetto a quello intensivo. Nel Tacchino e nel Pollo l’applicazione metodica di efficaci piani vaccinali ha comportato una riduzione dell’incidenza dell’infezione, mentre continua a rimanere un problema nel piccione e nel canarino. E’ caratterizzata da: - Forma cutanea o vaiolosa: benigna. Peculiare il riscontro di lesioni papulo- crostose visibili prevalentemente nelle parti prive di penne. - Forma difterica: può portare a morte. Caratterizzata dalla presenza di pseudomembrane crupali a livello di cavo orale, delle prime vie respiratorie e digerenti. EZIOLOGIA Fam. Poxviridae Gen. Avipoxvirus E’ un virus a DNA molto grande: 350 x 250 x 200 nm. Codifica per almeno 30 proteine strutturali + quelle non strutturali. Presenta una forma peculiare a mattone con core biconcavo, atto ad ospitare i corpi laterali. Presenta delle formazioni tubulari sulla superficie. EPIDEMIOLOGIA E’ stato isolato da almeno 60 specie di uccelli appartenenti a 20 famiglie diverse (ampio spettro, verosimilmente sono sensibili tutti gli uccelli). Vi sono diversi ceppi, a seconda della specie, e danno cross- reazioni: Pollo Tacchino Piccione Canarino Quaglia Pappagallo Da quando si pratica l’allevamento intensivo la malattia è tenuta sotto controllo. I diversi ceppi sono distinguibili dal punto di vista immunologico (alcuni danno cross- reazioni, cioè alcuni ceppi vaccinali per una specie danno protezione anche in altre specie) e per patogenicità di specie. La malattia è molto rilevante e grave in piccione e canarino. Il virus è resistente alla luce, al calore, all’essiccamento per 7-15 mesi (si localizza nelle cellule desquamate della cute, soprattutto se il virus è protetto dalle croste che si staccano nella forma vaiolosa). Sono importanti le condizioni igieniche dell’allevamento, quelle climatiche, la resistenza dell’ospite (è per quello che oggi, con l’allevamento intensivo, più igienico, la prevalenza di questa malattia è diminuita). Il virus è trasmesso da insetti ematofagi (zanzare o acari Dermanissus…) o penetra attraverso soluzioni di continuo. Classicamente ha andamento stagionale autunno- inverno (quando gli animali vengono chiusi nelle stalle). PATOGENESI Il virus penetra nella cute grazie a soluzioni di continuo, insetti ematofagi o congiuntiva. Si diffonde per contiguità nelle cellule cutanee. 1° replicazione locale: moltiplicazione a livello di cellule dello strato malpighiano dell’epidermide. Nel sito di ingresso si forma un nodulo primario. Viremia. Il virus va a localizzarsi in organi interni: fegato, milza, polmoni, reni. Poi tramite i leucociti che lo fagocitano, viene trasferito per via ematogena nelle sedi di elezioni definitive: cute e mucose, dove produce le classiche lesioni. Ri- localizzazione a livello cutaneo e mucosale -> forma clinica. (Se per es. penetra attraverso la congiuntiva, tramite i dotti lacrimali raggiunge le vie respiratorie superiori dove produce le caratteristiche lesioni difteriche) Eliminazione del virus con la desquamazione delle croste ed essudato nell’ambiente. La forma cutanea si evidenzia soprattutto nelle zone glabre, però si forma grave anche in altre zone. Il decorso del difterovaiolo nei casi non complicati è di circa 3 settimane, mentre negli episodi più gravi può raggiungere la durata di 6-8 settimane. In ogni caso, data la lenta progressione dell’infezione, i focolai possono rimanere attivi per oltre 2-3 mesi. Mortalità e morbilità sono tendenzialmente basse, ma nelle forme complicate la mortalità può arrivare al 50%. FORME CLINICHE Periodo di incubazione: 4- 10 gg Forma cutanea vaiolosa Forma difterica (mucose) Forma infiammatoria catarrale o oculo- nasale o Corizza vaiolosa (rara, è una forma respiratoria): è caratterizzata da infiammazione catarrale delle prime vie respiratorie, in particolare rinite a cui può essere associata congiuntivite. Forma iperacuta generalizzata fulminante nel canarino (malattia di Kikut): caratterizzata da un marcato stato di prostrazione e da morte improvvisa (il virus replica a livello polmonare). La mortalità può raggiungere l’80- 100%. Forma vaiolosa cutanea: formazione in 5-6 gg di papule a localizzazione epidermica di colore giallo- biancastro, di aspetto nodulare, con tendenza delle lesioni a confluire. Nel giro di 1-2 settimane aloni iperemici di origine infiammatoria circoscrivono l’area interessata, e si ha formazione di croste brunastre che cadono naturalmente, lasciando una cicatrice appena visibile. Iperplasia dell’epidermide con formazioni nodulari che evolvono in formazioni crostose. Nella cute il virus causa degenerazione idropica/ palloniforme -> papule (formazioni chiare e rossastre) e croste (che si seccano e si staccano). Attenzione però ad infezioni secondarie da Streptococchi e Pseudomonas. Dove si formano le croste? - Cresta, bargigli, commessura becco, palpebre, zampe e piedi (aree non coperte da penne) - A volte: cloaca e superficie interna delle ali o tutta la superficie corporea Calo assunzione di cibo, accrescimento e deposizione (tutti i parametri zootecnici sono diminuiti). Le lesioni oculari possono in alcuni casi, specialmente nel tacchino, provocare una cecità a carattere reversibile per adesione delle palpebre, con conseguente difficoltà a raggiungere mangiatoie e abbeveratoi. Decorso piuttosto lungo (guarigione in 3- 4 settimane) – andamento in genere benigno (in assenza di complicanze batteriche). E’ una malattia tipicamente cronica sia nel singolo che nel gruppo (il gruppo può restare malato 2 o 3 mesi) -> si può fare una vaccinazione d’urgenza. Forma difterica: Spesso associata alla forma cutanea. Difficoltà respiratorie e mortalità elevata. Lesioni difteriche: pseudomembrane di natura fibrino- caseosa di varia grandezza a carico delle mucose della cavità orale, laringe e trachea. Queste lesioni sono originate da piccoli noduli biancastri confluenti -> placche necrotiche. Sono membrane difteroidi, se si staccano lasciano una lesione ulcerosa che sanguina; le membrane difteriche tuttavia sono difficili da staccare (DD con laringotracheite che ha pseudomembrane, facilmente staccabili). Queste lesioni poi ostruiscono anche le vie respiratorie e causano difficoltà nella deglutizione. Corizza vaiolosa: Processo infiammatorio catarrale delle prime vie respiratorie. Congiuntivite - Sinusite con essudato simil- caseoso Forma generalizzata fulminante o Malattia di Kikut: E’ detta anche “polmonite fulminante”. Colpisce il canarino, che quindi si deve vaccinare. Il virus non si ferma alla trachea, va nei bronchi e nel parenchima polmonare -> polmonite. Dà una forma generalizzata rapidamente mortale. DIAGNOSI La malattia è facilmente diagnosticabile sia nella forma cutanea che nella forma difterica per la presenza di lesioni molto caratteristiche. Nei casi dubbi si ricorre alla conferma con: - Esame istologico delle lesioni: permette di mettere in evidenza i tipici inclusi citoplasmatici nelle cellule epiteliali della cute e delle mucose detti corpi di Rivolta- Bollinger (eosinofili o intracitoplasmatici) + degenerazione palloniforme delle cellule epiteliali dello strato malpighiano - Isolamento su uova embrionate di pollo di 9- 12 gg di età, inoculate nella membrana corion- allantoidea dove in 5-7 gg si sviluppano le tipiche lesioni vaiolose -> identificazione del virus tramite IF o immunoperossidasi. - Esame alla microscopia elettronica che consente di mettere in evidenza direttamente il virus dalle lesioni, è riconoscibile dalla particolare morfologia. - Isolamento del virus su CAM- “Pocks” sulla membrana corionallantoidea (come per la laringotracheite e come per i Reovirus). Il materiale da iniettare è cutaneo se ho la forma vaiolosa, sono invece membrane difteriche nella forma difterica. (conferma con esame istologico o ME). - PCR, che può essere utilizzata per distinguere ceppi di campo da ceppi vaccinali. DIAGNOSI DIFFERENZIALI - Laringotracheite infettiva: in questo caso l’esame istologico risulta discriminante in quanto mette in evidenza la presenza di inclusi nucleari e sincizi. Carenza di vitamina A Stomatiti micotiche Tricomoniasi del piccione CONTROLLO Il Poxvirus può persistere a lungo nell’ambiente tramite croste e pulviscolo, pertanto la profilassi diretta basata su controllo delle condizioni ambientali, disinfezioni e disinfestazioni periodiche e sull’igiene ambientale (Tp/Tv) è di grande aiuto, ma da sola non è in grado di evitare la comparsa della malattia. VACCINAZIONE Negli anni ’80 c’è stata una moria di uccelli per l’utilizzo di vaccini non bene attenuati. Oggi la vaccinazione viene fatta con vaccini vivi attenuati con ceppi proveniente da specie diverse: CEPPO POLLO (per pollo e tacchino): - - Attenuato su uova embrionate, possiede una certa patogenicità residua, per cui se usato in maniera impropria può causare quadri di malattia. Viene usato in pollo e tacchino. Attenuato su colture di tessuto, possiede patogenicità residua minore del precedente e si evita la trasmissione di altre infezioni legate all’uso di vaccini preparati su uova embrionate. Usato nel pollo. CEPPO CANARINO (per canarino): attenuato su uova di pollo o uova embrionate. Usato nel canarino. CEPPO PICCIONE (per piccione e pollo): attenuato su uova embrionate di pollo. Il virus, pur possedendo una notevole patogenicità residua per il piccione, può essere usto senza rischi nei polli e nei tacchini, sebbene l’immunità che ne derivi sia di durata inferiore a quella evocata con ceppi vaccinali omologhi. CEPPO TACCHINO (per il tacchino). Come li inoculo? - PUNTURA ALARE o stick method: si usa una frochettina che trafigge la membrana alare. Da non fare nel tacchino perché dorme con la testa sotto l’ala e se poi il vaccino va negli occhi può dare dei problemi. - BRUSH METHOD: scarificare a livello di coscia e distribuire il vaccino sui follicoli piliferi. Poi controllo: si deve formare una lesione vaiolosa. Chi vaccino? Somministrazione solo in riproduttori e ovaiole. L’immunità dev’essere di lunga durata, quindi è consigliato il ricorso a due interventi vaccinali: Il 1° con ceppo piccione a 3-4 settimane - Il 2° con ceppo omologo a 16- 18 settimane. I broilers generalmente non sono vacicnati per la brevità del ciclo produttivo. Anche vaccinazione di emergenza: quando vedo lesioni negli animali li vaccino (occhio però a disinfettare la forchetta che uso per vaccinare!!). Nel piccione: adulti di 4-6 settimane. Problema: la malattia colpisce anche i giovani (20 gg di vita) ma è difficile vaccinare. LARINGOTRACHEITE INFETTIVA Malattia comparsa negli anni ’20, in Italia negli anni ’80 e riemersa negli ultimi 3-4 anni. Dà una forma respiratoria, la sede primaria del virus infatti è la laringe + trachea. Il pollo e il fagiano sono le specie- target. EZIOLOGIA Fam. Herpesviridae (sottofam. Alphaherpesvirinae) Gen. Iltovirus Gallid Herpesvirus -1 (GaHV-1). Virus a DNA, simmetria icosaedrica, dotato di envelope (il quale ha delle proiezioni che permettono l’attacco del virus alle cellule). Dimensioni del virione completo: 195- 250 nm. Il virus ha un aspetto a “uovo fritto”. La replicazione virale avviene nel nucleo della cellula infetta, i virioni si ripiegano a livello nucleare e ci rimangono come corpi inclusi intranucleari eosinofilici. L’envelope viene assunto quando il virus esce dalla cellula e prende con sé parte della membrana cellulare. Sierotipo unico. Virulenza variabile da forme lievi a forme molto gravi con mortalità del 30-40% con forme di laringotracheite emorragica. EPIDEMIOLOGIA La malattia è presente in tutto il mondo. Specie sensibili: - Il pollo è l’ospite naturale (boiler e ovaiole) Segnalata anche nel fagiano Sensibile all’infezione sperimentale il tacchino Isolato dal pavone. Età: tutte le età, soprattutto dai 3 ai 9 mesi, sintomatologia caratteristica. Trasmissione: - Aerogena: tramite secreti/ escreti, goccioline di aerosol. Pollina: resiste alcune settimane (descritti focolai in corrispondenza con la distribuzione di pollina sui terreni) NO trasmissione verticale!! LATENZA: soggetti PORTATORI (è tipico di tutti gli Herpesvirus). Essendo un Herpesvirus ha tropismo per il sistema nervoso e può rimanere fino a 16 mesi nel ganglio del trigemino, il ganglio che assicura l’innervazione del tratto respiratorio superiore (il virus vi perviene 4-7 gg dopo l’infezione). 16 mesi è praticamente tutta quanta la carriera di un volatile. Questo cosa significa? Che l’animale non si infetterà più, ma che il virus diventa latente e può essere ri- escreto a intermittenza per molte settimane -> la riattivazione del virus è dovuta a concomitanza con i fattori stressanti (inizio della deposizione, ecc…). I gruppi che ri- eliminano in genere non mostrano sintomi, sono soggetti apparentemente sani. Tali soggetti fungono fa fonte imprevista di infezione per i gruppi non infetti. Il virus sopravvive anche al di fuori dell’ospite (solo se protetto da materiale organico): in carcasse, muco… NB: il virus ri- escreto può essere infettante quanto quello iniziale e può causare morte nei polli che non hanno mai avuto contatto con il virus della laringotracheite, anche se non causano malattia nei portatori- eliminatori. La ri- eliminazione può avvenire anche a seguito del vaccino. Periodo di incubazione: 6- 12 gg. Forme clinicamente gravi: - Morbilità 95-100%; mortalità 10-20% (ma anche 70%, dipende dalla virulenza del ceppo) Forme lievi o in apparenti: Morbilità 5%; mortalità 0,1- 2%. SINTOMATOLOGIA CLINICA Forme gravi: - Gravi dispnea, respirazione a becco aperto e collo allungato (possono anche emettere sibili), tipico atteggiamento da “fame d’aria” - Espettorato di muco frammisto a sangue, cercano di eliminarlo con la tosse (l’espettorato si trova nella lettiera e sul muro) - Calo dell’ovodeposizione per lo stress Abbattimento - ↓ assunzione di acqua Occhio lucido Distribuzione degli animali vicino alle finestre - Forme lievi: - Congiuntivite Sinusite Infiammazione delle prime vie respiratorie LESIONI ANATOMO- PATOLOGICHE Congiuntiviti e sinusiti (forme lievi) Laringite e tracheite con: Essudato catarrale- emorragico e coaguli di sangue nel lume - Pseudomembrane difteriche se l’epitelio sottostante è necrotico (la presenza di membrane tracheali difteroidi fa sì che questa malattia venga messa in DD con il Difterovaiolo aviare, dove però le membrane non si staccano). - Quando l’essudato caseoso si organizza in laringe lascia un piccolo pertugio per respirare -> sibilo. DIAGNOSI Forma acuta: - La sintomatologia delle forme gravissime (espettorare sangue) è considerabile patognomonica. Forma lieve: - Simile alle altre forme respiratorie -> non c’è nulla di patognomonico, è indispensabile la diagnosi di laboratorio. Diagnosi di laboratorio: Esame istologico della mucosa respiratoria. Il materiale da inviare al laboratorio va prelevato da laringe e trachea. Nelle prime fasi vedo corpi inclusi intranucleari eosinofili (assumono una disposizione a rosetta). Si possono osservare anche nell’essudato a livello di cellule epiteliali desquamate. La sensibilità di questo test è scarsa, perché bisogna farlo nelle prime fasi. Isolamento del virus: - Uovo embrionato SPF con inoculo sopra la membrana corion- allantoidea. (CAM o Membrana Corion- Allantoidea- buona sensibilità). Prima di fare l’inoculo si elimina la camera d’aria naturale: la camera d’aria viene aspirata e se ne crea una nuova facendo un buco dall’altra parte, cosicchè la membrana corion- allantoidea si stacca dal guscio e lì si inietta il virus. Dopo 5 gg si apre ‘uovo e si vedono i Pocks, aree addensate con centro necrotico. Dal momento che una volta che inoculo il virus questo cresce soprattutto sulla CAM, le lesioni nelle uova embrionate sono localizzate soprattutto qui. Si formano infatti delle tipiche placche iperplastiche rotondeggianti, opache, con una depressione centrale a causa della necrosi dell’epitelio (Pocks). Sui Pocks poi posso fare una Pcr o un esame istologico. - Colture cellulari primarie (CEL -> liver, epatociti; CEK -> kidney, cellule renali) estratte dall’embrione di pollo. Buona sensibilità. In colture cellulari il virus produce effetto citopatico e presenza di corpi inclusi acidofili già dopo 12 ore dall’infezione. Evidenziazione (conferma) del virus: (rapida) - PCR, evidenzia il DNA virale Immunofluorescenza su sezioni di trachea ( positiva solo nei primi gg p.i. come per i corpi inclusi) Microscopia elettronica (EM) da trachea (necessari titoli 3,5 logs + virus). Sierologia: viene usata soprattutto per animali non vaccinati. - Agar gel precipitazione (AGP), SN, ELISA. CONTROLLO DELLA LARINGOTRACHEITE Non esistono trattamenti. Biosicurezza. VACCINO Vaccinazione con vaccini vivi attenuati (attenuati con passaggi su embrioni o colture cellulari). Residuano patogenicità. Da fare su soggetti > 1 mese. Danno una certa reazione vaccinale (infiammazione locale transitoria solitamente a livello sinusale o congiuntivale). Hanno tendenza a ri- virulentarsi -> comparsa di nuovi ceppi patogeni (nei boiler i focolai che si sono avuti sono stati causati dalla pollina sparsa proveniente da pollastre vaccinate). Ancora non si sa quanti passaggi servano per rivirulentare il virus. Somministrazione individuale in un solo occhio (per creare meno disagi possibili all’animale). Fatto in aree ad alto rischio (in Italia questa malattia non è molto frequente, si vaccina solo in aree a rischio di focolaio). Solo in animali a lunga vita (i broiler di solito non si vaccinano, le ovaiole sì) -> 2 interventi: dopo il 1° mese e prima dell’entrata in deposizione. Attenzione ad introdurre soggetti vaccinati o che hanno superato la malattia in un gruppo indenne. I vaccini possono andare in latenza: non bisogna mescolare gli animali vaccinati alla popolazione sana perché i primi eliminano e si può avere rivirulentazione. Per es. non mettere ovaiole vaccinate vicino a boiler non vaccinato perché può insorgere un focolaio. La vaccinazione eseguita correttamente induce una valida protezione mucosale contro l’infezione nella trachea con produzione di IgA e IgG fin dal 3° giorno per incrementare fino al 7° giorno dalla somministrazione. La laringotracheite infettiva è una malattia soggetta a DENUNCIA OBBLIGATORIA e provvedimenti sanitari secondo l’ O.M. 29 Novembre 1980. C’E’ POSSIBILITA’ DI ERADICAZIONE? Aspetti - favorevoli: Singolo sierotipo Diffusione limitata Assente la trasmissione trans ovarica Non c’è evidenza di un reservoir fra le specie selvatiche Sarà però necessario: Una marker vaccinale Un test ELISA in grado di distinguere fra risposta a ceppi di campo e risposta a ceppi vaccinali COLIBACILLOSI Fra le Colibacillosi rientrano tutte le forme patologiche causate da Escherichia coli patogeni per i volatili (APEC = Avian Pathogenic Escherichia Coli) -> hanno caratteri di virulenza che li rendono capaci di dare malattia. Le colibacillosi comprendono diverse forme patologiche con diverse localizzazioni (colpiscono cioè diversi organi e apparati), ma la più importante è la colisetticemia (o forma respiratoria) del pollo e del tacchino. Ampio range di specie, fra cui pollo, tacchino e anatra. Sono per lo più forme condizionate (tranne il Coligranuloma). Comportano gravi perdite economiche: scarti al macello, minor produttività, mortalità, impegno economico legato alla terapia…. QUADRI PATOLOGICI CAUSATI DA E. COLI - Colisetticemia – forma respiratoria. Il coli va in circolo, ne consegue una forma sistemica con origine nell’apparato respiratorio che colpisce anche le vie respiratorie profonde. E’ caratterizzata da polmonite + aerosacculite + polisierosite (pericardite …). Ho inoltre congestione per ipossia di fegato, milza o di tutta la carcassa. - Colibacillosi a diverse localizzazioni (artrosinoviti, osteomieliti, pan oftalmiti). - Colibacillosi del pulcino neonato: infezione congenita, il pulcino muore per onfaliti ed infezioni del sacco vitellino. Gallina ovaiola: infezioni dell’ovidutto, ovariti e peritoniti. Sindrome della testa gonfia: condizionata da Metapneumovirus (malattia del sonno). Cellulite del boiler: nel sottocute dell’addome (anche nel tacchino). Coligranuloma o malattia di Hjarré EZIOLOGIA Ordine: Enterobacterioides Fam. Enterobactariaceae Gen. Escherichia Batterio gram-, capsulato, bastoncellare, mobile in quanto dotato di flagelli peritrichi. Classificazione antigenica: Ag somatico O Ag capsulare K Ag flagellare H Classificazione in sierotipi: sulla base delle caratteristiche dell’Ag somatico, riunendo gli stipiti in siero gruppi, studi epidemiologici hanno evidenziato che nel pollame esiste una prevalente diffusione di alcuni sierogruppi (02, 035, 078, 0132, 08), alcuni di questi (02 e 078) sono più spesso associabili a focolai di malattia (coli setticemie). Limite a questa classificazione: non fornisce indicazioni sulla patogenicità dei ceppi, non possiamo quindi distinguere gli APEC dagli AFEC (Avian Foecal E. coli). L’individuazione degli APEC è indice di una patologia indotta da germi dotati di un autonomo potere patogeno. L’evidenziazione di ceppi non APEC può far ritenere che la malattia possa esser stata scatenata dall’intervento determinante di fattori esterni (infettivi o tecnico- manageriali) e che E. coli possa giocare solo un ruolo secondario. Classificazione in base ai fattori di virulenza: caratterizzazione molecolare con Pcr, si cercano i geni che danno virulenza, cioè quelli che permettono al batterio di invadere l’organismo. Es: Fimbrie + adesine -> capacità di aderire agli epiteli delle prime vie respiratorie Capsula e Ag K -> resistenza alle difese immunologiche dell’ospite Sistemi di cattura del Fe -> moltiplicazione nei fluidi fisiologici Emolisine + enterotossine -> capacità di causare effetto citopatico Questi caratteri possono ritrovarsi singolarmente o in associazione fra loro nei ceppi di E. coli che e conferiscono particolari capacità patogene al germe, che potrà indurre una patologia localizzata all’intestino, oppure passare in circolo e colonizzare le mucose respiratorie, i sacchi aerei o gli organi splancnici. COLISETTICEMIA (POLISIEROSITE) E’ la tipica malattia condizionata. E’ detta anche “polisierosite” perché le lesioni coinvolgono in particolare i sacchi aerei e le sierose appaiono in preda a infiammazione di tipo fibrinoso. Sono coinvolti i sierotipi 01, 02 e 078. Dove si vede? In animali giovani (pulcini di età < 3 settimane) Pollo da carne Tacchino Anatra Fagiano Starna Quaglia PATOGENESI 1° sede di replicazione: intestino e prime vie respiratorie. Moltiplicazione del Coli a livello intestinale …... …. FATTORI PREDISPONENTI Come possono i Coli causare patologia? A livello intestinale -> presenza di altre patologie: Coccidiosi Enteriti virali -> soprattutto enterite emorragica ad Adenovirus nel tacchino (che causa anche immunodepressione) Micotossine L’E. coli patogeno viene espulso nell’ambiente con le feci per via di squilibri della flora intestinale. A livello ambientale: fattori che favoriscono l’attecchimento: Scarsa ventilazione Sovraffollamento T° bassa e microclima sfavorevole Lettiera troppo secca (polverosità) Presenza di eccessive quantità di NH₃ (blocco del sistema muco ciliare) e polvere (irritazione delle prime vie respiratorie -> lesioni -> ↓ difese aspecifiche). Fattori infettivi Infezioni virali: Paramyxovirus (M. di Newcastle), Coronavirus (Bronchite infettiva), Adenovirus, Metapneumovirus aviari … Micoplasmi Vaccinazioni con virus vivi attenuati (aerosol) non eseguite correttamente Immunosoppressione dovuta a infezioni virali o a ingestione di micotossine (anemia infettiva, malattia di Gumboro) SINTOMATOLOGIA Colpiti soggetti di 4- 9 settimane. Abbattimento (occhi chiusi) Calo del consumo di mangime Lacrimazione, scolo nasale siero- catarrale Fanno “carrozzino”: non si muovono, arruffano le penne Rantoli profondi, difficoltà respiratorie Diarrea di tipo catarrale LESIONI ANATOMOPATOLOGICHE Congestione della carcassa: soprattutto congiuntiva, cresta, bargigli, cute. A volte però la congestione è diffusa a tutta la carcassa e questo è dovuto al grave stato di ipossiemia. Aerosacculite, pericardite e periepatite fibrinose (si formano veri e propri panni fibrinosi). Anche se si fa terapia le lesioni non si riassorbono, per cui l’animale viene scartato al macello. Fegato e milza aumentati di volume, congesti e scuri. Il fegato è di colorito rosso- mattone o anche marrone, verdastro, di consistenza friabile, lievemente aumentato di volume, con focolai di necrosi sulla superficie (vedo delle punteggiature scure dovute a focolai necrotici) e un panno fibrinoso che si stacca facilmente. La milza è congesta e lievemente aumentata di volume. A volte solo splenomegalia quando il batterio va in circolo direttamente dall’intestino. In 7-14 gg si può avere la clearance totale del germe. Tuttavia vi sono fattori immunodepressivi che possono facilitare la cronicizzazione della malattia -> il batterio va a localizzarsi in sedi secondarie. Localizzazioni secondarie: Articolazioni: vengono colpite le articolazioni metatarso- falangee, che si riempiono di essudato sieroso. Guaine tendinee Osteomieliti Meningiti Encefaliti Cuscinetto plantare -> malattia del piede gonfio (anche per penetrazione attraverso la cute) Pan oftalmiti: essudato a livello di camera anteriore dell’occhio La coli setticemia con questi quadri patologici si presenta soprattutto nei gruppi non gestiti correttamente. I riproduttori sono meno colpiti perché di solito sono tenuti in condizioni ambientali migliori. COLIBACILLOSI NELLA GALLINA OVAIOLA Patogenesi: Via ASCENDENTE: il Coli dall’apparato digerente risale la cloaca e va in ovaio. Gli altri organi di solito non presentano alterazioni. Via DISCENDENTE: l’ovaio può essere coinvolto anche a seguito di una setticemia, per via discendente. In questo caso anche gli altri organi sono compromessi. Esito: Oviduttite/ ovarite: follicoli afflosciati, congesti, al loro interno materiale maleodorante. Animale che smette di mangiare e deporre Morte COLIBACILLOSI NEL PULCINO NEONATO Frequentemente congenita: Trasmissione verticale attraverso un ovidutto infetto -> i coli hanno infettato l’ovidutto e l’uovo si contamina durante la sua formazione Contaminazione esterna del guscio con le feci: l’uovo si può imbrattare con le feci a livello di cloaca oppure in certi casi l’uovo viene deposto a terra invece che nel nido: dopo deposizione dell’uovo (37°) si ha raffreddamento del guscio e quindi depressione e penetrazione del germe nei pori dello stesso (l’uovo si contrae e “risucchia” i coli). Cosa causa? Onfaliti Infezioni del sacco vitellino Sintomatologia nei pulcini: Mortalità embrionale tardiva: quando il germe è presente nell’uovo embrionato Pulcini che schiudono: poco vitali, muoiono in percentuale elevata nelle ore successive alla schiusa Primi giorni di vita: depressione, si ammassano sotto le madri artificiali. Addome ben rigonfio, ombelico beante, non cicatrizzato. Pulcini che sopravvivono più di 4 gg: sintomi uguali all’adulto (infezione sistemica con polisierosite e colisetticemia). Lesioni anatomo- patologiche: Sacco vitellino non riassorbito (normalmente in 72 h), gonfio, emorragico, con colore giallo- verdastro, talvolta molto scuso, maleodorante, contenuto flocculoso- caseoso. Il dotto entero- vitellino rimane sotto forma di diverticolo di Merkel (aggregato linfatico che divide digiuno e ileo). In alcuni casi vi può essere la rottura del sacco vitellino con il tuorlo che invade la cavità addominale. SINDROME DELLA TESTA GONFIA o SWOLLEN HEAD SYNDROME (SHS) E. coli + Metapneumovirus o Coronavirus (i Coli complicano quadri virali). Coinvolti riproduttori pesanti e broilers (tipico delle linee pesanti). Ancora non si sa la patogenesi, forse il coli dai seni infraorbitali va nel sottocute della testa. Calo dell’assunzione del mangime e lieve aumento della mortalità. Apatia e sintomi respiratori: starnuti e congiuntivite. Alcuni soggetti possono presentare grave prostrazione. Rigonfiamento edematoso delle palpebre, dei seni infraorbitali e della faccia, che si estende alla testa (in realtà non è solo edema ma essudato caseoso). Mobilità 8-10%, mortalità 1-3%. Anche coinvolgimento di orecchio medio, interno e meningi -> forma nervosa. Edema, essudato caseoso. COLIGRANULOMA o MALATTIA DI HYARRE’ Forma granulomatosa causata da ceppi di E. coli mucoidi (così chiamati per l’aspetto che assume la colonia). E’ l’unica forma non condizionata. Rara negli allevamenti intensivi, è più comune negli allevamenti estensivi. Si manifesta in soggetti adulti: polli e tacchini. Lesioni granulomatose nodulari in fegato e intestino simili alla Tbc aviare (mettere la Tbc aviare in DD!!). Il fegato presenta delle aree gialle che corrispondono a dei granulomi facilmente evidenziabili. I granulomi a livello intestinale si formano soprattutto a livello dei due ciechi che sboccano nel colo- retto e nel retto. Facendo un batteriologico da questi granulomi si isolano i coli. Mortalità elevata. CELLULITE DA ESCHERICHIA COLI Colpisce polli e tacchini da carne a fine ciclo. I graffi a livello cutaneo permettono la penetrazione del coli nel sottocute. Lesioni infiammatorie subacute o croniche che interessano in particolare la cute, colpiscono nella maggior parte dei casi le zampe, in particolare cosce e inguine. Lesioni: Forma secca: essudato fibrinoso che nel tessuto sottocutaneo dell’addome e delle cosce organizzato sotto forma di una piastra schiacciata sottocutanea. Forma umida: edema sottocutaneo + materiale gelatinoso ed essudato simil- purulento. Questa patologia rappresenta una delle cause principali di scarto al macello (si vede solo alla macellazione, dopo aver tolto le penne). DIAGNOSI DELLE COLIBACILLOSI Esame clinico e lesioni anatomopatologiche. Per sospetto diagnostico: Colorazione di Gram sui vetrini Colture cellulari Isolamento ed identificazione dell’agente eziologico in terreno Mc Conkey. Antibiogramma: difficile perché col fatto che ci sono molte terapie si rischia subito resistenze. Si fa con Gentamicina e Amoxicillina. Serve per fare diagnosi e terapia corrette. PREVENZIONE E CONTROLLO Intervento efficace quanto più è precoce. Sono quasi tutte forme condizionate per cui dobbiamo evitare che i coli circolino nell’ambiente e far sì che non ci siano fattori favorenti l’infezione. Sono necessari interventi terapeutici e profilassi immunizzante, ma soprattutto bisogna adottare misure che controllino o eliminino i fattori predisponenti: Avere gruppi Mycoplasma- free Vaccinazioni ben fatte Buon microclima Evitare sovraffollamento Proteggere da forme immunosoppressive Attenta gestione delle uova da cova già a partire dagli allevamenti da riproduzione -> aumento della frequenza della raccolta, eliminazione delle uova lesionate o sporche, pronta disinfezione del lotto raccolto …. PROFILASSI IMMUNIZZANTE DELLA COLISETTICEMIA Vaccini spenti contenenti l’intero soma batterico, allestiti con sierotipi 02 e 078. Usati in tacchini e anatre (a vita lunga, no broiler). Non c’è cross-protezione fra loro a causa dell’estrema variabilità nei caratteri antigenici di questi germi. Limiti: Sono molti i sierotipi patogeni Non cross- reagiscono fra loro Vaccinazione inutile se non è associata al controllo dei fattori predisponenti o condizionanti. Ricerca per mettere a punto vaccini vivi attenuati -> creazione di ceppi mutanti che garantiscono immunità nei confronti di una ampio pannello di sierotipi (vaccini allestiti con sierotipo 078 con cross- protezione vs 01 e 02). Terapia antibiotica non consigliata. TUBERCOLOSI AVIARE La Tbc è una malattia ad andamento cronico -> si vede in allevamenti di uccelli a vita lunga (sintomi > 2 anni) -> si vede negli adulti! In Italia non è presente negli allevamenti intensivi. Si trova negli allevamenti rurali perché non viene praticato il vuoto sanitario e perché gli animali in questi allevamenti vengono tenuti per molti anni. La vediamo anche in condizioni di promiscuità di età e specie (i soggetti adulti infettano i giovani). La si può vedere anche nei volatili in cattività (specie aviarie esotiche e selvatiche nei giardini zoologici) per via delle condizioni igieniche scadenti. Gli animali negli zoo e nelle voliere sono solitamente molto stressati, quindi più suscettibili all’infezione. Sono sensibili molte specie aviarie, ma anche i suini ed altre specie. Positivizza i bovini alla prova della tubercolina. Vi sono stati casi di infezione anche nell’uomo (malati di AIDS), che è sensibile al Mycobacterium avium complex. EZIOLOGIA Gruppo: Micobatteri Gen. Mycobacterium Specie: Mycobacterium avium Sierotipi patogeni per i volatili: 1 -3. Batterio acido- resistente, bastoncellare, immobile, asporigeno, aerobio. Lenta crescita su terreni specifici. E’ leggermente + alla colorazione di gram per via della composizione della parete cellulare, costituita da un elevato contenuto di lipidi. Colorazione di elezione: Zihel- Neelsen, nella quale i batteri resistono alla decolorazione con una miscela di alchool e acido. EPIDEMIOLOGIA Malattia ad andamento cronico: i sintomi si vedono sopra i 2 anni d’età. NB: A 5-6 mesi -> maturità sessuale. A 1 anno -> riproduzione Muta forzata -> altri 6 mesi di riproduzione. E’ impossibile vedere i sintomi perché non arrivano a 2 anni, poi se è un allevamento intensivo c’è il vuoto sanitario! Batterio fortemente resistente nell’ambiente (eliminazione con le feci degli animali malati)… anche 4 anni! La trasmissione dell’infezione si verifica generalmente per via indiretta mediante ingestione di acqua o di alimenti contaminati. La Tbc dei volatili è di norma causata da M. avium sierotipi 1, 2 e 3 e se uno di questi viene evidenziato esso può essere ritenuto responsabile della malattia. Per quanto riguarda le fonti di contagio possiamo distinguere: X SERBATOIO SELVATICO: gli uccelli selvatici rappresentano il serbatoio principale della Tbc aviare, essi rappresentano un potenziale rischio per gli allevamenti all’aperto e per la contaminazione con gli escrementi dei punti di distribuzione dell’acqua e dei parchetti. X SERBATOIO DOMESTICO: è costituito dai polli degli allevamenti rurali e da alcuni mammiferi come il suino, che svolgono un ruolo importante come moltiplicatore e disseminatori di M. avium. X SERBATOIO UMANO: dà origine al contagio degli psittacidi. X DEPOSITO IDROTELLURICO: M. avium è molto resistente alle condizioni ambientali, può sopravvivere per lunghi periodi, anche per anni, in un ambiente favorevole come di frequente è il suolo dei ricoveri rurali. PATOGENESI L’ingestione del bacillo tubercolare provoca un’infezione intestinale cui consegue eventualmente la batteriemia che consente il trasferimento dei microrganismi dall’intestino al fegato. La batteriemia provoca una distribuzione generalizzata delle lesioni, che coinvolge tutti gli organi con l’eccezione del SNC. L’ipersensibilità ritardata (DHT), valutata in base all’incremento dello spessore dei bargigli, compare dopo 2 gg dall’infezione, aumenta d’intensità col progredire della malattia e infine decresce quando la malattia diventa più grave. L’evoluzione patogenetica è divisa in 3 periodi: Periodo di latenza: dura 7 gg dall’infezione e durante tale periodo non è possibile il riscontro di lesioni microscopicamente evidenziabili, ma compare la reazione di DHT. Periodo di sviluppo: si verifica a 8- 17 gg dall’infezione. Si ha intensa moltiplicazione dei bacilli nelle cellule linfoidi e sviluppo di Ab specifici. Periodo di cachessia: inizia dopo 18 gg dall’infezione e dura fino alla morte. Durante questo periodo si formano numerosi tubercoli contenenti un gran numero di bacilli. Successivamente si verifica l’atrofia delle cellule linfoidi, la DHT scompare e compaiono depositi di sostanza amiloide alla periferia dei tubercoli. La capacità di M. avium di provocare una malattia progressiva è correlata ai costituenti della parete batterica e ad alcuni costituenti lipidici (es. Cord factor). M. avium previene la fusione del fagosoma con il lisosoma impedendo la formazione del fagolisosoma. La risposta di DHT è mediata dai linfociti che liberano linfochine, le quali attraggono, immobilizzano e attivano le cellule mononucleate del sangue nella sede in cui il micobatterio virulento e i suoi prodotti sono presenti. I macrofagi attivati che non riescono a inattivare i bacilli tubercolari virulenti vengono distrutti dallo sviluppo intracellulare del microrganismo e in tal modo si sviluppa la lesione. Il tubercolo tipico è costituito da una zona centrale necrotica delimitata da cellule epitelioidi e cellule giganti nelle quali è possibile rilevare molti micobatteri. Nei granulomi più vecchi si apprezza una zona esterna formata da tessuto fibroso e da istiociti e linfociti. SINTOMATOLOGIA Mortalità bassa- stillicidio Gli animali muoiono in uno stato di deperimento estremo-> atrofia dei muscoli pettorali e sterno a lama di coltello. Diarrea grave e debilitante Cali della deposizione Forte dimagramento e deperimento organico: cachessia. Letargia crescente ZOPPIA: è molto indicativa, quasi patognomonica. Il batterio penetra per via orale e viene eliminato soprattutto con le feci perché la localizzazione respiratoria è molto più rara. LESIONI ANATOMOPATOLOGICHE Granulomi nodulari di varie dimensioni con centro caseoso in: Fegato Milza Intestino Articolazioni Midollo osseo (lesione patognomonica): si possono avere anche osteiti e periostiti. Quando si apre il femore si vede che è cosparso di granulomi nel midollo (NB: il femore di pollo non è pneumatico, nel fagiano sì). Raramente nel polmone (la specie dove è più frequente trovarli sono le anatre) … possibile in altri organi. E’ possibile evidenziare anche granulomi multicentrici quando in fase avanzata si ha la fusione di diversi granulomi con centro necrotico/ caseoso. I granulomi possono essere piccoli e disseminati. Il fegato è molto aumentato di volume. Nell’intestino si riscontrano lesioni granulomatose, ulcere caseose nella mucosa, inspessimento della parete. Nella sierosa peritoneale trovo formazioni nodulari simili a perle. I noduli possono confluire, hanno esterno fibroso e interno caseoso, centro necrotico opaco al taglio. I granulomi di grandi dimensioni sono generalmente dovuti alla confluenza di più granulomi. Trovo noduli granulomatosi anche nello stomaco muscolare. Intestino: i noduli si aprono nel lume ed eliminano un sacco di batteri, che vanno all’esterno con le feci. DIAGNOSI CLINICA: difficile, per il sospetto diagnostico valutare: allevamento rurale, età dei volatili. NECROSCOPICA: si basa sull’evidenza di lesioni epatiche e spleniche associate a cachessia. DD con coligranuloma. DI LABORATORIO: Esame microscopico: striscio a fresco del centro di un granuloma (schiaccio un piccolo granuloma fra 2 vetrini) e colorazione di Zihel- Neelsen con sfondo blu e micobatteri fucsia (non dall’intestino perché ci sono anche micobatteri non patogeni). Esame batteriologico: organi di elezione sono fegato e milza; fare l’esame colturale. Test immunologici: Prova della tubercolina: eseguita su volatili vivi in caso di sospetto o per determinare l’entità della diffusione dell’infezione in un allevamento. La prova si esegue inoculando 0,1 ml di tubercolina aviare per via intradermica nella cresta o nei bargigli del pollo. La lettura si esegue dopo 24-48 ore e la reazione + si manifesta con ↑ di volume del bargiglio che appare inspessito, tumefatto, teso, lucido, pastoso, dolente, rosso- violaceo per la presenza di un intenso edema. La prova della tubercolina è in grado di individuare anche infezioni precoci, infatti lo scopo è quello di evidenziare i portatori della Tbc. Prova di agglutinazione rapida su sangue in toto. ELISA: usata soprattutto nelle oche, che non hanno i bargigli. CONTROLLO Profilassi diretta tesa all’eradicazione nei volatili da reddito: rimozione dei problemi di igiene negli allevamenti, protezione dei volatili domestici dal contatto con i selvatici, igiene dell’alimentazione e dei locali di allevamento. E’ importante la disinfezione del suolo e delle strutture e prima di reintrodurre animali bisogna aspettare almeno una stagione. Nei volatili esotici e di pregio: terapia ed eventualmente vaccinazione. Art. 5 del RPV: i casi di Tbc negli psittacidi vanno segnalati al servizio di igiene pubblica. Le carni di volatili con infezione tubercolare sono dichiarate inadatte al consumo umano e devono essere sequestrate e distrutte. MICOPLASMOSI EZIOLOGIA I Micoplasmi creano problemi respiratori, articolari e nell’ovodeposizione. Sono batteri atipici perché sono senza parete cellulare (questa caratteristica li rende estremamente pleomorfi), infatti passano i filtri batteriologici, crescono su terreni solidi e danno colonie “a uovo fritto” (sono colonie tonde e lisce, sulla sommità vi è un’area rilevata). Sono gram-, anaerobi facoltativi. I terreni di coltura necessitano di particolari arricchimenti. Per Mycoplasma devono essere ricchi di proteine e siero di suino. Il genere Ureaplasma nel terreno necessita anche di urea (idrolizza l’urea). Acholeplasma non necessita di colesterolo e non tollera il siero: i micolplasmi di questo genere sono saprofiti. Classificazione dei micoplasmi aviari: Classe: MOLLICUTES Ordine: MYCOPLASMATALES Generi: - Mycoplasma -> cresce su terreni ricchi di proteine e siero di suino; Ureaplasma -> terreni con urea Acholeplasma -> saprofiti. I Micoplasmi sono microrganismi molto sensibili a calore, freddo, disidratazione e disinfettanti. In condizioni di calore secco resistono poche ore. In condizioni di freddo umido resistono pochi giorni. NB: i micoplasmi sopravvivono per BREVE TEMPO al di fuori dell’ospite, quindi sono facilmente eliminabili dall’ambiente. I micoplasmi più isolati sono: - Mycoplasma gallisepticum Mycoplasma sinoviae Mycoplasma meleagridis Mycoplasma iowae Micoplasma gallinaceum Micoplasma gallinarum Ma cambiando il tipo di allevamento e attuando una maggiore igiene, alla fine i patogeni che sembravano più importanti non lo sono più perché sono gli altri che diventano patogeni opportunisti. Vie di trasmissione: - - Verticale: è la via più importante (-> contaminazione dell’ovaio per contatto con il sacco aereo addominale o toracico) Mediante fomites (poco importanti) Orizzontale: per contatto diretto, resiste nelle piume, è importante perché durante il trasporto ne perdono tante e nel giro di 500 metri si possono infettare. Altro (uccelli ornamentali…) Interazione col sistema immunitario: Penetrazione del patogeno per via aerea Reazione dell’ospite (IgA, IgM, IgY …) Si attivano linfociti Th2 con risposta umorale, ecc… Tipologia di mutazione: in pratica ci possono essere delle traslazioni del gene (Synoviae); per il Gallisepticum ci sono già i geni che mutano, gli basta attivarli. MYCOPLASMA GALLISEPTICUM Specie colpite: pollo, tacchino, ma anche pernici, quaglie, pavone, faraone, fagiani (che vengono quindi considerati allevamenti a rischio; il problema di questi allevamenti è che sono a ciclo unico per cui si ha trasmissione sia orizzontale che verticale). Ampia diffusione all’interno del gruppo: morbilità molto elevata. Sono più sensibili i soggetti giovani. Patogenesi: prima sono colpite le vie aeree, poi i sacchi aerei -> dà malattia respiratoria cronica, più grave se si instaurano infezioni secondarie. Trasmissione: via orizzontale e verticale. Forme cliniche: Malattia cronica respiratoria: pollo - Sinusite infettiva: tacchino ed alcuni galliformi selvatici (fagiano, starna e pernice rossa) Ovo deposizione sub- ottimali (non si raggiunge il picco della curva): ovaiole e riproduttori Riduzione della schiusa Più raramente: - Encefalopatie (tacchini) Artriti e tenosinoviti - Salpingiti nel pollo. Forte impatto economico: ↑ scarti alla macellazione ↑ ovo deposizione sub- ottimali ↑ riduzione della schiusa (la mortalità non è elevata, ma crescono in maniera non uniforme). Morbilità alta, anche 100%. Mortalità bassa nei casi non complicati da virus respiratori (Paramyxovirus, Coronavirus, Ortomyxovirus) o da agenti batterici (E. coli, Haemophilus paragallinarum). EPIDEMIOLOGIA I micoplasmi infettano un gruppo per tutta la vita produttiva, ecco perché nell’allevamento intensivo si vuole tendere all’eradicazione. M. gallisepticum può essere isolato dalla trachea di soggetti clinicamente sani (esistono portatori sani che sono guariti dalla fase clinica). I portatori cronici possono infettare altri gruppi. La trasmissione orizzontale avviene per contatto diretto, personale e attrezzature (la trasmissione però deve sempre avvenire in tempi molto brevi, sennò Micoplasma muore). SINTOMATOLOGIA Forma respiratoria o MALATTIA CRONICA RESPIRATORIA o MCR (frequente intervento secondario di virus e batteri come E. coli o di Hemophilus paragallinarum). E’ una forma che riguarda le prime vie aeree e può coinvolgere i sacchi aerei. Pollo da carne: - Sintomi respiratori dopo la 3° settimana Scolo nasale trasparente + tosse e starnuti Abbattimento - Piumaggio arruffato - ↓ consumo del mangime -> perdita di peso Congiuntivite sierosa -> nelle forme complicate: cheratocongiuntivite. Gallina ovaiola: la malattia tende a cronicizzare - Evidente calo della qualità del guscio delle uova - Sintomatologia respiratoria lieve, meno grave - Uova decolorate, guscio sottile, rugose in superficie. Mortalità del pulcino quando deve uscire -> si trovano uova beccate. I micoplasmi danno infezione nei sacchi aerei dell’embrione. ↓ della deposizione (20- 40%), danno economico tremendo (perdo 150.000 pulcini in una settimana se mi tocca uccidere nel riproduttore). Quando il riproduttore è infetto c’è trasmissione verticale. Tacchino: - Sintomi respiratori come nel pollo - Difficoltà respiratorie (tosse, apatia, aerosacculite-> opacamento dei sacchi aerei e un po’ di essudato schiumoso, in sezione ho iperplasia dell’epitelio e infiltrato di cellule infiammatorie) Rantoli - Sinusite con edema e tumefazione dei seni infraorbitali. La MCR non è più una forma pura, ma complicata da altri batteri, si forma dunque un essudato fibrinoso con formazione di panni. Quando l’essudato si organizza, occlude il seno -> è per quello che la terapia antibiotica dev’essere precoce. Nella starna e nelle pernici si mettono paraocchi per evitare che si becchino. Questi paraocchi trapassano il setto nasale -> fonte di infezione e impedimento allo spurgo del materiale. MYCOPLASMA SYNOVIAE Considerato minore se paragonato a MG, ma se consideriamo che il Synoviae può passare inosservato, può fare notevoli danni. Causa di sinovite infettiva. Interessa pollo, tacchino e faraona. 1 solo sierotipo, ceppi a diversa virulenza (quadri di diversa gravità). Entra sempre per via respiratoria, ma poi si diffonde a tutto l’organismo. Ceppi a diverso tropismo: guaine sinoviali e/o apparato respiratorio. Trasmissione orizzontale e verticale (meno importante). L’isolamento è complesso, ci mette 8 settimane per crescere. Sintomatologia della SINOVITE INFETTIVA - Pallore Diarrea verdastra Feci ricche di urati - Zoppia: perché sono colpite le articolazioni (sptt tibio- tarsica e tarso- metatarsica). Vedo rigonfiamento del piede perché spesso sono coinvolte le borse sinoviali sottocutanee e tendinee. Morbilità elevata (70%), mortalità 10%. Ho alterazioni del sangue perché va a colpire il midollo osseo -> sangue acquoso di colorito rosso-ciliegia. Esame ematologico: - Anemia, alterazione morfologica dei globuli rossi Linfopenia - Aumento degli eterofili (cellule specifiche dei volatili che hanno affinità sia per i coloranti acidofili che basofili -> danno aspetto caseoso alle forme infiammatorie). Diminuzione dei monociti. - - Vediamo la sintomatologia più nello specifico, riferita alle diverse categorie produttive: - Broiler: Pollo che “ha perso le gambe” (DD con Marek) Borsa sinoviale nel petto -> incremento del liquido sinoviale Sacchi aerei: opacamento(identico a MG) Milza reattiva: indica sovrapposizione batterica - ↑ del liquido sinoviale nelle articolazioni (liquido filante, abbondante) Riproduttori: sintomi simili al boiler, ingenti perdite economiche. Se il pollo ha male alle gambe non salta. - Tacchino: A 80-90 gg rimangono fermi Elefantiasi degli arti Solo le sinovie sono infettate Perdite economiche -> abbattere i tacchini perché ho trasmissione verticale. DD con Staphylococcus o Coli. Ovaiola: - Uova a guscio di vetro -> ↑ fragilità. Il problema è nei riproduttori: siccome devi incubare le uova non puoi permetterti di romperle. Il ceppo con tropismo oviduttale (Pasc 8) è probabilmente l’agente eziologico della Eggshell Apex Abnormalities. LESIONI ANATOMOPATOLOGICHE - Fegato di colorito verdastro e aumentato di volume. Milza aumentata di volume - Reni globosi, moriformi, a volte pallidi (per via dei depositi di urati) - Artrosinovite dell’articolazione omero- radio- ulnare: anche a questo livello c’è dell’essudato che all’inizio è chiaro e filante, man mano diventa sempre più giallo e denso fino a diventare giallo- arancio. Sinovite dei tendini flessori delle dita e dei tendini estensori del piede Midollo più pallido - Aerosacculite: M. synoviae può dare anche forma respiratoria -> infiammazione della sierosa dei sacchi aerei, che si - Bursite sternale: la borsa sottocutanea a livello di sterno attenua il contatto con il pavimento; quando si gonfia c’è inspessimento ed essudato. inspessisce e c’è essudato. MYCOPLASMA MELEAGRIDIS Come M. iowae è stato completamente eradicato, non sono più problemi attuali. Dà la Sindrome del tacchino cowboy o tacchino a zampe larghe. Fra le specie colpite il tacchino è l’unica che manifesta patologia (è stato trovato però anche nella faraona e sperimentalmente cresce su uova embrionate di pollo). Vie di trasmissione: seme -> per la diagnosi fare un tampone cloacale. Diffusione all’interno del gruppo: omogenea. Patogenesi: via d’ingresso: cloaca -> ovidutto (passa con l’uovo). Colpisce il tacchino dando forma sistemica, i problemi più gravi si vedono nei giovani però colpisce anche gli adulti. Dà una forma generalizzata: apparato respiratorio, intestino, borsa di fabrizio, cloaca, articolazioni. Sintomi nei giovani: Aerosacculiti - Alterazioni dell’impennamento Alterazioni scheletriche, fenomeni di condrodistrofia soprattutto a carico delle ossa di tarso e metatarso Stentato accrescimento: fase di mal adattamento nelle prime 4 settimane Sindrome del collo torto (Turkey syndrome ’65). Adulti (riproduttori): - Cali nella schiusa per mortalità embrionale nell’ultimo periodo di incubazione Profilassi: Dipping: inoculazione di antimicrobici nelle uova (si scaldano le uova e si mettono in vasche con Baytril e acqua fresca) -> sanificazione dei gruppi. Mantenere le uova a T° di stoccaggio maggiori (22°): ma così alcuni embrioni muoiono e alcuni micoplasmi resistono. Adesso il micoplasma è stato trovato nel pollo e nella faraona, ma anche in uccelli rapaci attorno alle discariche, quindi è presente nel territorio ma non è trasmissibile. L’importante è non abbassare la guardia perché a volte diventa impossibile isolare i patogeni. DD: scarsa qualità del mangime (partite di materie prime contaminate). MYCOPLASMA IOWAE Diversi sierotipi a diversa virulenza (I, J, K, N, Q e R). In campo causa esclusivamente ridotta schiudibilità delle uova nel tacchino (sperimentalmente aerosacculite e problemi agli arti). Trasmissione verticale attraverso l’uovo, mantenuta dalla trasmissione di tipo venereo. Lesioni agli embrioni colpiti: ridotto accrescimento, congestione, lesioni epatiche, edema e splenomegalia. L’embrione muore alla fine dell’incubazione e nella parte anteriore del petto si ha sviluppo di piume anomale (assomigliano ai germogli di soia). DIAGNOSI DELLE MICOPLASMOSI Sintomatologia clinica e lesioni anatomopatologiche (sono indicative ma non decisive) Test sierologici PCR: con la Pcr posso identificare i vari ceppi o gruppi di ceppi, e questo ci serve per fare studi filogenetici. Però è di difficile applicazione in campo. Isolamento e identificazione dell’agente eziologico (è molto lungo e difficile, ecco perché ha preso piede la Pcr). Ci dice se l’AE c’è e quanto ce n’è. Esami sierologici (diagnosi indiretta): - - - Siero agglutinazione rapida: per infezioni “fresche”, titola gli Ab, in questo modo posso controllare le connessioni fra gli allevamenti. Si mette una goccia di siero + una goccia di Ag -> nel giro di 2 minuti se nel siero ci sono degli Ab ho la reazione +. E’ però necessario fare attenzione alle false positività, che avvengono per prolungata conservazione dei sieri a T° refrigeranti, congelamento e scongelamento, contaminazioni, reazioni crociate (M. gallisepticum + M. synoviae), animali vacicnati recentemente …. I falsi – invece sono dati da somministrazioni prolungate di certi antibiotici. Siero agglutinazione lenta Inibizione dell’emoagglutinazione per M. gallispeticum (solo lui ha attività emoagglutinante), è molto specifica. ELISA Isolamento e identificazione (diagnosi diretta): I campioni da prelevare sono diversi a seconda del tipo di patogeno che voglio isolare, e bisogna prelevarli da animali vivi (sui cadaveri infatti M. Synoviae c’è pochissimo!!!). I campioni di partenza preferenziali sono: - essudato tracheale o dai sacchi aerei, tubrinati nasali (su soggetti vivi) per M. gallisepticum - tamponi genitali da M. meleagridis lesioni sinoviali nelle forme acute da M. synoviae, tratto respiratorio superiore, organi colpiti (nella forma sistemica) embrioni colpiti. Per l’isolamento dei micoplasmi sono necessari terreni di coltura specifici. Una volta isolati dovrò identificare le colonie dalla loro forma e dimensione o attraverso l’immunofluorescenza. I micoplasmi si possono identificare anche con l’inibizione della crescita: dischetti impregnati di Ab specifici inibiscono la crescita di un certo tipo di micoplasmi. Un altro metodo per identificare i micoplasmi è l’Agar gel precipitazione: dove Ag e Ab si incontrano si forma una banda di precipitazione. PROFILASSI E CONTROLLO - eradicazione chemioprofilassi vaccinazione La maggior parte dei micoplasmi hanno come via di trasmissione quella trans ovarica e non resistono molto nell’ambiente, è quindi possibile l’eradicazione. In occidente per l’allevamenti intensivo ci siamo quasi arrivati per M. gallisepticum e M. synoviae. Epidemiologicamente bisogna tener conto che pochi animali infetti diffondono la malattia a numerosissimi discendenti. Un metodo di profilassi molto valido è quindi l’adozione di RIPRODUTTORI MYCOPLASMA- FREE: monitoraggi sui riproduttori e uova non schiuse (embriodiagnosi) per individuare i gruppi positivi all’infezione: sierologico (ELISA + SAR) PCR Batteriologico - Prevenzione della trasmissione attraverso l’uovo: trattamento delle uova da incubare: Dipping (per eliminare il micoplasma all’interno dell’uovo) Calore Inoculazione di antibiotici nel polo acuto (nel polo ottuso c’è la camera d’aria). Cos’è l’egg- dipping? Consiste nell’immersione delle uova in una soluzione antibiotica (es. tilosina). Creando una differenza di pressione fra uovo e soluzione si determina la penetrazione del liquido attraverso i pori del guscio. L’egg dipping si può attuare con due metodi: Differenza di T°: le uova (37°) si immergono in una soluzione antibiotica a 2-10° per 20 minuti. Pompa a vuoto: si immergono le uova in soluzione antibiotica a T° ambiente e mediante una pompa a vuoto si riduce la pressione interna dell’uovo (metodo più innocuo e sicuro). Biosicurezza: i gruppi di riproduttori che si è riusciti a far diventare micoplasma- free devono avere una biosicurezza altissima (no visitatori, cambio vestiti…) Controllo dell’igiene nell’inseminazione artificiale (nel caso di Mm e Mi nel tacchino, vista l’importanza della trasmissione venerea). Trattamento profilattici con antibiotici attivi (solo in caso di eradicazione e se si sporcano, però in questo caso di - solito si abbattono). I trattamenti profilattici si fanno per allevamenti di produzione con pulcini non micoplasma- free: Galline per uova da consumo Polli o tacchini da carne Questi trattamenti prevedono: Antibiotico- chemioprofilassi Vaccinazione Antibiotico- chemioprofilassi:MACROLIDI e CHINOLONI di terza generazione. I trattamenti antibiotici possono contenere gli effetti negativi delle micoplasmosi sulla deposizione, le forme respiratorie e le forme articolari. Nessun trattamento a qualunque dosaggio si è dimostrato in grado di eliminare i micoplasmi dai gruppi infetti (è un’infezione cronica che si fa fatica a eliminare dal gruppo infetto, c’è bisogno di tanti sforzi per avere gruppi micoplasma- free). Vaccinazione: non si può fare in riproduttori micoplasma- free, solo in quelli selvatici in cui è difficile farli diventare free. Vaccini spenti per Mycoplasma gallisepticum e per Mycoplasma synoviae. Vaccini vivi attenuati per Mycoplasma gallisepticum (ceppi F, TS-11 e 8/65) nel pollo. F non è commercializzato in Italia perché residua patogenicità per il tacchino TS-11 e 8/65 sono commercializzati da qualche anno. COLERA AVIARE E’ una malattia storica causata da Pasteurella multocida. Dà forme acute setticemiche (il vero e proprio colera aviare) e forme croniche benigne. Colpisce uccelli domestici e selvatici. E’ conosciuta fin dal 1782. Fu isolato l’agente in purezza da Pasteur nel 1880 (Pasteur fece un esperimento con Pasteurella multocida invecchiata -> vaccino!). E’ una malattia denunciabile secondo il regolamento di Polizia Veterinaria. AGENTE EZIOLOGICO Pasteurella multocida è un patogeno anche di altri animali e uomo. Fam. Pasteurellaceae Gen. Pasteurella Batterio gram-, asporigeno, non mobile, forma bastoncellare “a spola”. I ceppi che colpiscono i volatili sono abbastanza specifici (anche se alcuni possono dare sintomatologia anche nel topo e nel coniglio, e i cani e i gatti possono essere portatori a livello orale). Classificazione sierologica: - 5 sierogruppi in base agli Ag capsulari (A, B, D, E, F) - Tacchino: A9. 16 sierotipi in base agli Ag somatici (1- 16) Ogni sierotipo è indicato con: Lettera maiuscola: Ag capsulare Uno o più numeri arabi: Ag somatici Es. di sierotipi più frequentemente coinvolti nel colera: Pollo: A:1, A:3, A:3,4; D2. Resistenza: sensibile ai disinfettanti, all’essiccamento e al calore. Resistente nell’ambiente a basse temperature, alta umidità e pH neutro (3 mesi in acqua, feci e lettiera). Patogenicità del germe: esistono ceppi a diversa virulenza (alcuni causano la forma acuto o colera p.d., altri la forma conica). Patogenicità legata alla presenza della capsula, endotossine e tossine proteiche, ma anche a eventuali stati di immunodepressione nellospite. Ospiti: - Anatra (è la specie più sensibile), oca, tacchino, pollo, fagiano e quaglia. Tutti gli uccelli domestici e selvatici sono suscettibili. - Topo e coniglio. Colpiti soprattutto i soggetti adulti o in accrescimento (raro ad età < 4 mesi). EPIDEMIOLOGIA Introduzione della malattia da parte di: Soggetti portatori cronici – uccelli selvatici - Vettori animati: animali domestici e selvatici, ratti, gatti, maiali …. Gabbie, insetti Disseminazione nel gruppo: secreti ed escreti di animali malati che contaminano acqua e mangime. PATOGENESI Assunzione per via orale. Penetrazione da faringe e fessura palatina, penetrazione per ferite cutanee. Dopodichè va in circolo e posso avere: - Forme acute o iperacute: colera propriamente detto Forme croniche: da ceppi a bassa virulenza o esito di forme acute. SINTOMATOLOGIA E LESIONI ANATOMO- PATOLOGICHE Forma acuta- iperacuta: Sintomatologia: cianosi della testa, anoressia, muco dal becco, diarrea verdastra. Mortalità del 50- 70%. Lesioni anatomo- patologiche: Congestione viscerale - Petecchie sull’epicardio ed emorragie sotto- sierosali - Enterite catarrale emorragica (particolarmente nel duodeno) - Epatomegalia con necrosi puntiformi (è un quadro che assomiglia alla tifosi da S. gallinarum) Splenomegalia congestizio- emorragica Congestione ed edema polmonare, a volte polmonite crupale. Nella forma iperacuta si ha mortalità improvvisa senza sintomatologia pregressa. Alla necroscopia si rilevano solo petecchie nella sierosa per vasculite. DD con la tifosi, perché nel caso di S. gallinarum si ha splenomegalia dovuta a ipercellularità del tessuto linfatico (splenite iperplastica). Forma cronica- localizzata: - Infezione localizzata alle vie respiratorie: congiuntivite, tracheite e dispnea, o polmonite (Tacchino) Localizzazioni articolari e ossee - Localizzazioni nell’orecchio medio, ossa craniche e meningi: movimenti in coordinati della testa e torcicollo (tacchino) - - Localizzazioni cutanee o ai bargigli (pollo) -> “colera dei bargigli”: ascesso che si estende per metà della testa. DIAGNOSI Bisogna innanzitutto vedere se ci sono le condizioni predisponenti: anamnesi e storia del gruppo, sintomatologia clinica, lesioni anatomopatologiche. Esami di laboratorio: Esame microscopico: striscio dal sangue del cuore, fegato e polmone. Evidenziazione di germi bastoncellari con colorazione bipolare con blu di metilene (nelle forme iperacuta- acuta: la carcassa dev’essere fresca e l’animale dev’essere in fase di setticemia). Esame colturale: da fegato, milza, sangue o midollo osseo. - Tampone dell’apparato respiratorio dai soggetti vivi. Identificazione: Prove biochimiche e prove sierologiche Prove di patogenicità su topino o coniglio. TERAPIA - Sulfamidici, Chinoloni, Ampicillina. Meglio intervenire immediatamente con dosi e tempi adeguati, altrimenti si rischia di facilitare la cronicizzazione. CONTROLLO Misure - di biosicurezza: Evitare l’introduzione di animali malati o portatori Evitare la mescolanza di soggetti di diverse età Tp/ Tv Igiene dell’acqua, pulizia, disinfezioni e disinfestazioni, derattizzazioni. Nell’acqua questo batterio può resistere fino a 1 anno, per cui è importante che l’acqua sia clorata. Nell’allevamento intensivo queste misure vengono prese, per cui si vedono poco queste patologie. Evitare fattori stressanti. Profilassi indiretta: “allevamenti- problema” (es: ci sono allevamenti di tacchini dotati di parchetti dove questi animali possono venire in contatto con selvatici portatori). Il vaccino dev’essere fatto a partire dal ceppo isolato sul campo perché non c’è cross- reazione tra i diversi ceppi -> VACCINO STABULOGENO. Vaccini vivi attenuati Vaccini spenti (l’immunità provocata è di breve durata). ENCEFALOMIELITE INFETTIVA AVIARE o TREMOR EPIDEMICO E’ una forma virale. Dà sintomatologia nervosa nei piccoli (nei pulcini dà atassia) e calo dell’ovodeposizione e della schiusa negli adulti ( il calo dell’ovodeposizione è limitato e transitorio, dura 3-4 settimane). Prima segnalazione in USA nel 1932 da Jones E.E. -> “epidemic tremor” (sintomi nervosi e tremore velocissimo del collo e della testa). In Italia compare nel 1961, e all’inizio causa grossi problemi perché la popolazione era vergine. E’ una malattia soggetta a denuncia obbligatoria. EZIOLOGIA Fam. Picornaviridae Gen. Enterovirus (simile al genere Hepatovirus, il virus responsabile dell’epatite A nell’uomo). E’ un virus a RNA molto piccolo (20- 30 nm), privo di envelope a simmetria icosaedrica. Sierotipo unico. Ci sono però 2 patotipi a diverso tropismo tissutale: - Ceppo naturale: tropismo enterico poi arriva al SNC Ceppo adattato all’embrione: tropismo direttamente nervoso. Specie sensibili: pollo, tacchino, fagiano e quaglia (ma si vaccinano solo polli e tacchini). Trasmissione: - Verticale per 3-4 settimane da galline che contraggono l’infezione durante la deposizione Orizzontale: alla schiusa e in allevamento (quando la gallina ovaiola non ha Ab e va in viremia, i pulcini infetti contagiano per via orizzontale altri pulcini). Sensibilità a seconda dell’età: - Sintomatologia nervosa: soggetti con < 6 settimane Asintomatica: polli con > 6 settimane (al max forma enterica transitoria) Cali della deposizione e schiusa transitori: galline in deposizione. PATOGENESI Infezione congenita: Trasmissione verticale - Alcuni embrioni muoiono prima della schiusa (infatti si segnala una ↓ della schiusa) Periodo di incubazione: 1-7 gg (i pulcini contagiati per via verticale manifestano i sintomi nella 1° settimana di vita, mentre quelli contagiati per via orizzontale necessitano di almeno 10 gg per sviluppare i sintomi). Viremia con localizzazione a vari organi e SNC. Trasmissione per via orizzontale: Via orale Periodo di incubazione > 11 gg Infezione enterica Viremia e localizzazione in molti organi SNC (solo giovani) SINTOMATOLOGIA CLINICA Pulcini 1-5 settimane: Morbilità 20- 60% Andamento sintomatologia “a curva bifasica”: 1° settimana (10 gg di età): infezione congenita (verticale) 2°-5° settimana di età: infezione per via orizzontale Mortalità alta nei soggetti colpiti. Sintomatologia nervosa con atassia, plantigradia e cataratta.. Paralisi completa e decubito su un lato. Fini tremori della testa e del collo. Morte per inanizione o calpestamento. Soggetti che sopravvivono presentano la cataratta. L’andatura si fa incerta e i soggetti colpiti camminano flettendo gli arti, tanto che si ha decubito sui tarsi e perdita dell’equilibrio (plantigradia). Se stimolati possono ribaltarsi. Nelle forme più gravi i pulcini sono incapaci di muoversi. Siedono sui tarsi o in decubito laterale, talvolta con gli arti posteriori distesi per paralisi spastica. I soggetti che hanno superato la forma nervosa possono presentare opacamento del cristallino (cataratta). Soggetti > 6 settimane: infezione ASINTOMATICA (solo qualche manifestazione enterica, è un enterovirus). Soggetti in deposizione: - Calo della deposizione del 5-10% che dura 2-3 settimane Calo della schiusa del 5% delle uova fertili LESIONI ANATOMOPATOLOGICHE -> ASSENTI!!!!! (ad esclusione dell’opacamento del cristallino) LESIONI ISTOPATOLOGICHE -> sono molto caratteristiche Cervello e midollo spinale: Focolai di proliferazione delle cellule gliali (gliosi), manicotti perivasali linfocitari Degenerazione neuronale con cariolisi e marginazione della cromatina (considerata da alcuni lesione patognomonica) Nel cervelletto a livello di cellule del Purkinje vedo flame- like projections (proiezioni cellulari di cellule gliali) Pancreas, stomaco muscolare, stomaco ghiandolare e miocardio: Infiltrati linfoidi follicolari DIAGNOSI - Quadro clinico Assenza di lesioni anatomopatologiche Lesioni istologiche Isolamento del virus: Dal cervello Inoculazione di uova SPF (sacco vitellino)- schiusa- osservazione dei sintomi e delle lesioni sitologiche (non dà lesioni all’embrione, si fa schiudere e si guardano i sintomi). Identificazione Ag virale nei tessuti: In cervello, pancreas, duodeno Immunofluorescenza e immunodiffusione Rt- Pcr Sierologia (si usa per la valutazione dell’immunità vaccinale, non tanto per la diagnosi). CONTROLLO Profilassi diretta non sufficiente. VACCINAZIONE Vaccini vivi (enterotropi) nell’acqua da bere - meglio vaccinare prima dell’entrata in ovo deposizione): Previene il calo dell’ovodeposizione Previene la trasmissione del virus per via verticale Pollastre di 10 settimane d’età (si vaccinano i riproduttori. A volte si causa un calo dell’ovodeposizione, per cui è - Permette la protezione dei piccoli con immunità passiva MALATTIE DA ADENOVIRUS NEI VOLATILI Storia E’ una patologia molto recente: il primo Adenovirus è stato isolato nel 1949. - Virus CELO (Chicken embryo lethal orphan) Da allora numerosi isolamenti da forme cliniche (che descriveremo) e da forme asintomatiche. Fam. Adenoviridae Una volta gli Adenovirus aviari erano suddivisi in 3 gruppi che comprendono diversi sierotipi, oggi invece si suddividono in 3 generi: Aviadenovirus Siadenovirus Atadenovirus . Gen. Adenovirus (ex gruppo I) Di questo genere fa parte il virus CELO (F1) type species + almeno 12 sierotipi nel pollo + alcuni sierotipi in altre specie: Bronchite del colino della virginia Patologia respiratorie Pancreatite della faraona Epatite a corpi inclusi Sindrome epatite- idropericardio (sindrome molto recente, anni ’80) Proventriculite trasmissibile Infezione da Adenovirus nel piccione Cali dell’ovodeposizione Gen. Siadenovirus (ex gruppo II) I virus di questo gruppo sono così chiamati perché hanno la sialidasi, simile alla neuroaminidasi. C’è 1 solo sierotipo diverso a livello genotipico. THEV: enterite emorragica del tacchino AASV: splenomegalia del pollo MSD: malattia della milza marmorizzata del fagiano. Gen. Atadenovirus (ex gruppo III) Così chiamato perché i virus di questo genere hanno elevate quantità di Adenina e Timina. EDS 76: sindrome del calo dell’ovodeposizione. GENERE ADENOVIRUS (EX GRUPPO 1) VIRUS CELO Virus a DNA Privo di envelope 70- 90 nm Fibre ai vertici (le fibre presenti ai vertici sono diverse fra i diversi adenovirus e ad esse è legata la patogenicità). Dà corpi inclusi endonucleari che possono essere sia basofili che eosinofili a seconda dell’adenovirus. Questi virus si replicano all’interno del nucleo per cui si vedono bene i corpi inclusi intranucleari che per uscire dalla cellula danno lisi cellulare. Trasmissione: Orizzontale (feci e secreti respiratori) Verticale Diagnosi gen. Aviadenovirus: Esame necroscopico Esame istologico Isolamento del virus su colture primarie di epatociti, cellule renali o polmonari di pollo Alcuni replicano bene e uccidono l’embrione di pollo Identificazione del virus NB: l’isolamento virale ha significato solo se in concomitanza a focolai con sintomatologia, perché sono virus ubiquitari. BRONCHITE DEL COLINO DELLA VIRGINIA o QUAIL BRONCHITIS In realtà il colino non è una quaglia, è allevato in USA a scopo di ripopolamento. Colinus virginianus Virus CELO Mortalità anche 50% Forma respiratoria acuta, si può avere anche necrosi della trachea Corpi inclusi basofili Lesioni in molti organi PANCREATITE DELLA FARAONA L’allevamento della faraona è tipico dell’Italia e della Francia. Questa malattia è stata segnalata per la 1° volta in Italia nel 1970. Virus CELO Soggetti dai 12 ai 50 gg (giovani) Mortalità anche 40% Lesioni principali al pancreas Pancreas aumentato di volume, colorito giallastro (normalmente il colore del pancreas è rosato). Aree opache, giallastre o emorragiche. Corpi inclusi endonucleari basofili. Vedo inoltre epatomegalia e splenomegalia. EPATITE A CORPI INCLUSI Colpisce polli delle linee pesanti. Età: dalle 3 alle 7 settimane, anche in soggetti più giovani. Insorgenza improvvisa con sintomi acuti e mortalità. Mortalità del 5-10%, che in genere aumenta in 3-4 gg e cessa nel giro di altri 5-6 gg. E’ una forma condizionata da infezioni immunosoppressive predisponenti: Malattia di Gumboro Anemia aplastica Il fegato appare aumentato di volume con emorragie. E’ pallido e friabile. Ho corpi inclusi eosinofili e fenomeni degenerativi gravi a carico del parenchima epatico. Anche il pancreas può essere coinvolto. Ho petecchie ed ecchimosi anche a livello di sottocute e degli arti. TRACHEITI E POLMONITI E’ una confezione di adenovirus + micoplasmi, bronchite infettiva o virus immunodepressivi. Adenovirus isolati in corso di forme respiratorie. Tracheiti, polmoniti e opacamento dei sacchi aerei. In animali immunodepressi. Quadri di lesioni congestizio- emorragiche delle vie aeree. GENERE SIADENOVIRUS (EX GRUPPO 2) I virus appartenenti a questo gruppo hanno un gene che codifica per l’enzima sialidasi. Coltivati su leucociti di tacchino o MDTC- RP19 (cellule tumorali della malattia di Marek, linea bianca). Non crescono su uova embrionate o colture cellulari da embrione di pollo. Unico sierotipo, differenze genetiche. ENTERITE EMORRAGICA DEL TACCHINO (THEV) Compare nel 1937 in USA. Tacchinotti di 8-11 settimane d’età. Grave enterite emorragica (nella forma classica, ormai scomparsa). Immunodepressione. Con l’introduzione della vaccinazione non si vedono più le forme cliniche, ma sono diffuse le forme subcliniche immunodepressive. Sintomatologia clinica: Forme acute tipiche: Enterite emorragica, penne imbrattate di sangue Pallore (anemia) Mortalità variabile, fino al 60% (in genere 15%) Il virus replica nei linfociti B e nei macrofagi, causando immunodepressione: > sensibilità alle infezioni < risposta ai vaccini All’esame anatomopatologico l’animale presenta un buono stato di nutrizione perché la patologia è acuta. Il fegato è aumentato di volume con emorragie. La milza in genere è aumentata di volume con focolai necrotici, può avere un lieve aspetto marmorizzato ma a volte è atrofica. L’enterite emorragica è soprattutto a livello dell’ansa duodenale, ma nel complesso si estende per tutta la lunghezza, compresi i ciechi. Sempre nell’intestino c’è anche abbondante presenza di sangue nel lume. La mucosa si presenta edematosa con petecchie multiple, a volte c’è un materiale fibrinoso giallastro in superficie. Istologicamente si vedono i corpi inclusi negli epatociti, ma anche in milza e intestino. Nell’intestino ci sono meno corpi inclusi perché il virus non replica principalmente negli enterociti, ma l’enterite è data dallo shock causato dalla massima liberazione di citochine pro- infiammatorie. I corpi inclusi sono eosinofili. Controllo: Il vaccino vivo è ammesso in USA e si somministra a 4-8 settimane nell’acqua da bere. In Italia è ammesso solo il vaccino spento, somministrato a 4-6 settimane di vita nell’acqua da bere + richiamo. MARBLE SPLEEN DISEASE (MSD) o MALATTIA DELLA MILZA MARMORIZZATA DEL FAGIANO Fagiano Segnalata per la prima volta nel 1966 in Italia È stagionale (settembre/ ottobre, quando gli adulti raggiungono la maturità sessuale) Morte improvvisa del 5-20% del gruppo Colpisce gli adulti, soggetti di 4-8 mesi Sintomatologia clinica: Spesso gli animali sono rinvenuti morti Abbattimento, apatia Grave dispnea Morte per edema polmonare (infatti è detta anche “splenopneumopatia”) Lesioni anatomopatologiche: sono coinvolti milza e polmone Edema polmonare Milza con focolai grigiastri di necrosi -> marmorizzata Controllo: si usa lo stesso vaccino inattivato per l’enterite emorragica del tacchino perché sono dello stesso sierotipo. GENERE ATADENOVIRUS (EX GRUPPO 3) Causa la EDS 76 (Egg drop syndrome) o sindrome del calo dell’ovodeposizione. Questo adenovirus non è correlato sierologicamente a nessuno dei precedenti. E’ emoagglutinante. Si coltiva e si isola su uova embrionate di anatra e oca e su colture cellulari da anatra. Si pensa che possa esser stato introdotto nel pollo grazie a vaccini coltivati su questi substrati (es. vaccino della malattia di Marek). EDS 76 o EGG DROP SYNDROME Colpisce le ovaiole di 24-32 settimane: calo della produzione dal 10 al 70%. Deposizione di uova dal guscio depigmentato e fragile, molle (“uova in panno” ) o assente. Le uova in panno sono uova che si presentano solo con la membrana testacea perché questa si forma nell’istmo che di solito non viene coinvolto nella replicazione virale (-> l’uovo all’interno è normale!!!). Probabilmente sul calo dell’ovodeposizione incide anche il fatto che le “uova in panno” non vengono raccolte e finiscono nella fossa di scarico. Durata: 4-10 settimane (calo duraturo nel tempo). La deposizione non ritorna completamente alla norma. Patogenesi: il virus penetra per via respiratoria o orale o viene trasmesso per via verticale. Dopo la 1° viremia passa ai tessuti linfoidi. Ho poi una 2° viremia -> il virus si localizza nell’ovidutto, in particolare a livello di UTERO o CAMERA CALCIGENA (si hanno alterazioni a livello di rivestimento calcareo dell’uovo, cioè di guscio propriamente detto). Rimane latente fino alla maturità sessuale (fino a questo periodo non si ha neppure siero conversione). Alla maturità sessuale -> sintomatologia clinica. Lesioni: Gli animali appaiono clinicamente sani Lesioni localizzate all’utero per breve tempo Controllo: Vaccino spento 1 vaccinazione a circa 16 settimane 2 vaccinazioni a 8 e 16 settimane Ottima protezione. LA MALATTIA DI GUMBRO o BRUSITE INFETTIVA o INFECTIOUS BURSAL DISEASE (IBDV) E’ un’infezione virale immunodepressiva del pollo. Colpisce i linfociti B, principalmente a livello di Borsa di Fabrizio, causando: - Forme acute con mortalità e immunodepressione Forme subcliniche con immunodepressione In conseguenza dell’infezione l’animale ha una scarsa risposta alle vaccinazioni e sensibilità ad altre infezioni. EZIOLOGIA Fam. Birnaviridae Gen. Avibirnavirus E’ un RNA virus di 55-65 nm di diametro, simmetria icosaedrica, privo di envelope. La famiglia Birnaviridae comprende anche patogeni delle specie ittiche, infatti si sospetta che la malattia possa esser stata trasmessa al pollo con alimenti a base di farine di pesce. Varianti antigeniche: proteina del capside VP2 responsabile di differenze antigeniche fra ceppi. Sono stati identificati: 2 sierotipi Numerosi sottotipi Patotipi: diversi livelli di patogenicità all’interno del sierotipo 1. Sconosciute le basi molecolari della patogenicità. Storia: comparsa per la prima volta nel 1962 in una località degli USA denominata Gumboro, nel Delmarva. In Italia segnalata a partire dal 1965. Sierotipo 2, identificato nel 1980, apatogeno. Nel 1987 sono comparsi in Europa ceppi altamente patogeni (vv IBDV), che si sono poi diffusi in altre aree del mondo. In USA e Australia non sono comparse le forme iperacute, loro registrano solo problemi dovuti all’immunodepressione, mentre in Europa si osservano mortalità molto elevate grazie alla presenza di questo ceppo. Il virus è RESISTENTE, è privo di envelope. Grazie alla sua resistenza rimane facilmente endemico ed è anche stato isolato da insetti. Al calore resiste 56°C per 5 ore Resiste ai solventi organici: cloroformio, etere e fenolo - Sensibile a cloro derivati e idrossido di sodio. Nell’ambiente resiste anche 4 mesi dopo la rimozione della lettiera. EPIDEMIOLOGIA Colpisce polli di 2- 10 settimane con > incidenza a 3-6 settimane (-> periodo di massimo sviluppo della borsa di Fabrizio – prima delle 2 settimane si osservano solo forme subcliniche. La malattia si può manifestare solo prima della maturità sessuale perché dopo la Borsa di Fabrizio tende a regredire). E’ molto contagiosa, si trasmette con acqua, mangime, attrezzature e lettiera, ma anche con uccelli e insetti vettori. Per la resistenza nell’ambiente è difficile eliminare l’infezione dall’allevamento una volta entrata, per cui diventa facilmente endemica. PATOGENESI Infezione per via orale. Con una 1° viremia il virus raggiunge i tessuti linfatici per i quali ha tropismo (tonsille ciecali, fegato, milza, timo) e Borsa di Fabrizio -> colpisce i linfociti B -> immunodepressione. Con una 2° viremia raggiunge tutti gli altri organi linfatici (più è virulento il ceppo, più le lesioni sono diffuse). Eliminazione virale con le feci per 2 settimane. Il periodo di incubazione è 2-3 gg. Nel giro di 4-8 gg a seconda della virulenza del cappo posso avere atrofia della borsa di Fabrizio preceduta o meno da fenomeni di infiammazione acuta. Può esserci rigenerazione dei linfociti. L’immunodepressione è tanto più grave tanto più precoce è l’infezione. SINTOMATOLOGIA FORMA ACUTA: tipica dei ceppi europei, che danno insorgenza improvvisa e colpiscono massivamente il gruppo. - Tenedenza ad accovacciarsi, riluttanza a muoversi, a bere, a mangiare, febbre Penne arruffate Diarrea acquosa, biancastra, con urati (si moltiplica anche nell’epitelio dei tubuli renali) Tendenza a beccarsi lo sfintere cloacale (irritazione dovuta all’infiammazione della borsa di Fabrizio) Tremori e prostrazione profonda Morbilità 80- 100% Mortalità dal 5 al 30% fino al 50% (dipende dalla virulenza del ceppo) La mortalità si esaurisce nel giro di 8 gg LESIONI ANATOMOPATOLOGICHE (forme acute) Quadro uniforme e caratteristico, alcune lesioni sono molto tipiche, quasi patognomoniche. Disidratazione Emorragie ed ecchimosi sottocutanee ai muscoli degli arti e pettorali ed allo stomaco ghiandolare (occasionalmente) Reni pallidi, aumentati di volume e ingorgati di urati (per replicazione del virus anche a livello di epitelio tubulare dei reni) Borsa di Fabrizio (si trova dorsalmente al retto): cronologicamente: - Aumento di volume ed edema sottosieroso, colorito giallastro oppure si presenta di colorito rossastro ed emorragica (x infiammazione acuta) e a volte all’interno c’è essudato similcaseoso. - Atrofia, calo di 1/3 delle dimensioni (immunodepressione grave, a volte c’è parziale rigenerazione dei linfociti). All’inizio quindi a seguito della reazione infiammatoria si ha un aumento di volume della Borsa di Fabrizio, poi segue l’atrofia per deplezione dei linfociti B. ISTOPATOLOGIA Borsa di Fabrizio: - - Necrosi dei follicoli linfatici, sia a livello della corticale che della midollare, iperemia, emorragie ed edema interfollicolare. Molti follicoli linfatici si trasformano in cisti con conseguente deplezione linfocitaria grave (poi il tessuto epitelio ide si replica per delimitare le cisti e va a sostituire i linfociti B infettati). Infiltrazione di eterofili - In seguito: vacuolizzazione della borsa di Fabrizio con proliferazione di cellule epitelioidi e stroma fibroso. Timo, milza e midollo osseo: Presenza di lesioni in rapporto alla virulenza del ceppo (solo i ceppi very very virulenti o vvIBDV hanno lesioni gravi agli altri organi linfatici) Deplezione delle cellule linfoidi FORMA SUBCLINICA o INAPPARENTE Non esistono sintomi eclatanti in questa forma. Diminuzione del consumo di mangime e arresto della crescita Atrofia della Borsa di Fabrizio - Immunodepressione Le lesioni alla borsa di Fabrizio determinano diminuzione dell’attività anticorpoietica: - > sensibilità ad infezioni secondarie < risposta alle vaccinazioni DIAGNOSI Sintomatologia clinica e lesioni anatomopatologiche (DD con le lesioni nefritiche/ nefrosiche in corso di Bronchite Infettiva). Lesioni istologiche alla Borsa di Fabrizio. Evidenziazione del virus nella Borsa di Fabrizio con: - Immunofluorescenza diretta su sezioni della Borsa di Fabrizio (la reazione è + all’interno dei follicoli dove ci sono i linfociti B che albergano il virus). Agar- gel precipitazione (AGP) di omogenato di borse Sonde RNA per evidenziare Ag nei tessuti Rt- Pcr - Isolamento virale: Primo isolamento su uova embrionate SPF (membrana corion- allantoidea o CAM, lesioni emorragiche all’embrione). In seguito il virus può essere adattato a colture cellulari primarie o linee continue (fibroblasti di pollo). - Diagnosi sierologica: ELISA, AGP o Virus neutralizzazione. PROFILASSI DIRETTA Vuoto sanitario - Utilizzo di disinfettanti efficaci (cloro derivati e idrossido di sodio) Questo è un virus molto resistente, non si può confidare solo nella profilassi diretta, che in generale è poco efficace quando l’infezione è endemica. VACCINALE Riproduttori: per assicurare una protezione materna ai giovani nelle prime settimane di vita. 2 vaccinazioni (vivo + spento) Vaccino vivo Vaccino spento (10 settimane): il secondo richiamo si fa prima che entrino in deposizione così si aumenta il titolo anticorpale che passano ai pulcini. Pulcini: la copertura materna non protegge per tutto il periodo di sensibilità all’infezione: - Uno o più vaccini vivi In ovo al 18° gg di incubazione come per la malattia di Marek Sono disponibili vaccini vivi a diverso grado di attenuazione: - MILD (particolarmente attenuati) INTERMEDIATE INTERMEDIATE PLUS HOT La differenza fra questi è legata a: Capacità di superare l’ interferenza degli Ab materni Stimolare quindi un’immunità adeguata Patogenicità residua. Quando gli Ab vaccinali tendono a sbiancare, l’immunità materna però in questa malattia non si può permettere di aspettare che gli Ab materni scompaiano del tutto, per cui si usano gli Intermediate/ Hot. Problema: momento adeguato per vaccinare i giovani. Se non c’è stata immunità materna si fa il vaccino in ovo con MILD e il richiamo lo si può fare con ceppi più virulenti, dipende dalla situazione di campo. Da valutare: Situazione di rischio dell’allevamento La virulenza del ceppo di campo verso cui proteggere Il livello di immunità materna. SALMONELLOSI AVIARI La Salmonellosi rappresenta un problema sia in veterinaria che in umana perché causa tossinfezione nell’uomo -> è una ZOONOSI. EZIOLOGIA Batteri gram-. Bastoncellari, per la maggior parte peritrichi. Ag somatici O e flagellari H. Sottogruppo delle Enterobacteriaceae, genere Salmonella. Classificazione: - Su base genetica: 2 SPECIE S. enterica (6 subspercie/ biotipi). La maggior parte dei sierotipi che colpiscono gli allevamenti avicoli appartiene a questa specie. S. bongori (1 subspecie/ biotipo). - Sulla base degli Ag O e H Questa classificazione si basa su siero agglutinazione e viene ormai considerata vecchia e superata. A tutto il 2000, mediante lo schema di Kauffman e White, sono stati individuati 2463 sierotipi. Specie ENTERICA BONGORI Sottospecie (biotipi) Enterica Salamae Arizonae Diarizonae Noutenae Indica N° sierotipi 1454 489 84 324 70 12 Subgenere (classificazione di Kauffmann) I II III III IV - 20 - Le Salmonellosi nel pollame possono essere raggruppate in tre categorie: PULLUROSI e TIFOSI AVIARE Causate da S. pullorum e S. gallinarum. Sono salmonelle immobili dette anche metasalmonelle (non hanno Ag flagellari). Sono salmonelle a patogenicità specifica per le specie avicole, non sono fonte di infezione per gli umani, non sono zoonosi, sono un problema solo veterinario. PARATIFOSI Infezioni causate da vari sierotipi di salmonelle mobili, a patogenicità non specifica per le specie avicole. Alcune di queste salmonelle (es. S. enteritidis, S. typhimurium, S. hadar, S. wirkow, S. infantis UE 2001) causano problemi correlati alla possibilità di tossinfezioni alimentari. Queste salmonelle sono soggette a piani di controllo dell’UE. ARIZOONOSI Infezione tipica del tacchino causata da sierotipi di salmonelle appartenenti al subgenere S. arizona . E’ stata eradicata oggi dall’allevamento del tacchino. PATOGENESI DELLE SALMONELLOSI Il potere patogeno di una salmonella dipende dalla capacità di colonizzare a livello intestinale e di passare attraverso le vie linfatiche ad una fase sistemica. Nei soggetti giovani Salmonella riesce a superare la barriera mucosale e a dare infezione sistemica. Nell’adulto la salmonella va in circolo solo se ha particolari fattori di patogenicità che le consentono di passare la barriera mucosale e se i soggetti sono debilitati. SALMONELLE A PATOGENICITA’ SPECIFICA PER I VOLATILI Salmonella pullorum -> pullurosi Salmonella gallina rum -> tifosi aviare Cosiddette METASALMONELLE, cioè salmonelle immobili, prive dell’Ag flagellare H. Pressoché identici gli Ag somatici: O (1, 9, 12) gruppo D (schema di Kauffmann e White). Diversi profili ribosomi ali Decarbossilazione dell’ornitina: Positiva per S. pullorum Negativa per S. gallina rum (questo è importante per distinguerle con prove biochimiche). S. PULLORUM e S. GALLINARUM Altamente ospite- specifiche (no zoonosi). Molto resistenti nell’ambiente. Differenza di comportamento secondo l’età degli animali: S. pullorum: grave forma sistemica nel pulcino neonato- forma cronica nell’adulto (pullurosi) S. gallinarum: gravi forme setticemiche mortali nell’animale adulto (ha molti fattori di patogenicità che le consentono di superare la barriera mucosale). Se si verifica infezione dà quadro sistemico anche nel pulcino. PULLUROSI Forma enterica in cui i pulcini presentano materiale biancastro a livello di cloaca. Conosciuta fin dall’inizio del secolo con il nome di “diarrea bianca bacillare”, è stata un flagello dell’avicoltura mondiale fino al 1930. Causata sa Salmonella pullorum, ceppi varianti 1, 9, 12 (varianti dell’Ag 12 -> 12₁, 12₂, 12₃) e a diversa virulenza. Specie colpite: pollo e tacchino. Descritta anche nella faraona, nel fagiano, nella quaglia e in altre. Resistenti: anatra, oca e piccione. Trasmissione:: Verticale: via trans ovarica Orizzontale: alla schiusa, al sessaggio, ecc… (i pulcini molto infetti eliminano molto col piumino e c’è molta ventilazione nella camera di schiusa). La resistenza alla malattia aumenta con l’età. I soggetti che superano la malattia rimangono portatori e poi la trasmettono alla prole. Sintomatologia: Cali della schiusa, mortalità embrionale e poco dopo la schiusa. Pulcini neonati e sotto le 3 settimane: sonnolenti, snesorio abbattuto, tendono ad ammalarsi, addome rigonfio, diarrea biancastra e materiale cretaceo bianco imbrattano la cloaca. Spesso i pulcini si annidano sotto le madri artificiali. Mortalità grave nei primi giorni di vita. La pullurosi infatti è un problema soprattutto dei giovani. Broilers (3-5 settimane), ceppi varianti: claudicazione per lesioni articolari. Adulti: raramente si osserva sintomatologia, scadente deposizione e schiudibilità delle uova. Lesioni anatomopatologiche: X Le lesioni degli embrioni morti prima della schiusa non sono ben evidenti. X Pulcini che muoiono appena dopo la schiusa: sacco vitellino infiammato e non riassorbito, congestione epatica e polmonare. X Pulcini: Notevole epatosplenomegalia e stampi caseosi dei cechi (punto in cui la salmonella replica fortemente). Decorso più prolungato: aree necrotiche sparse in fegato, granulomi nei polmoni, nel miocardio e nello stomaco muscolare. Broiler (3-5 settimane) Artrotenosinoviti con essudato gelatinoso bianco giallastro, granulomi nel miocardio e aree necrotiche nel fegato. L’articolazione grazie alla raccolta di essudato aumenta di volume. Adulti: Lesione all’ovaio, follicoli di forma irregolare, flosci, peduncolati. Contenuto dei follicoli di consistenza soda, aspetto caseoso giallo scuro. Nell’ovaio c’è moltiplicazione di salmonelle che consente poi la trasmissione verticale. Granulomi nel miocardio Lesioni ascessuali nei testicoli (maschi). TIFOSI AVIARE Salmonella gallina rum. Specie colpite: pollo, tacchino, fagiano, faraona e altre. Resistenti: anatra, oca e piccione. Malattia negli animali in crescita o adulti, possibile anche nel pulcino. Trasmissione: Orizzontale (mentre per la pullurosi era soprattutto verticale): cibo e acqua contaminate da animali malati o portatori eliminatori. Verticale (rara): soggetti che superano la malattia e rimangono portatori. Sintomatologia: Periodi di incubazione: 5-6 gg. Calo del consumo di mangime e calo dell’ovodeposizione. Morte in 5-6 gg. Soggetti abbattuti, inappetenti, pallore della cresta e dei bargigli, diarrea acquosa, giallastra e maleodorante (tipica della forma setticemica). Il pallore è causato dall’emolisi (tossine delle salmonelle). La tifosi aviare è ancora un problema nell’allevamento di pollastre e ovaiole perché la filiera non è integrata al 100% (-> problema sptt al sud e centro Italia). Lesioni anatomopatologiche: Anemia emolitica – endotossina (a volte anche aspetto itterico della carcassa) Epato- splenomegalia Splenite iperplastica: la polpa bianca è reattiva (DD con clorea aviare che presenta invece una splenite congestizio- emorragica). La milza è enorme, prevale la polpa bianca iperattiva (le salmonelle stimolano moltissimo si sistema reticolo- endoteliale). Fegato di colorito verde bronzeo, lucente all’esposizione all’aria (tipico dell’ittero) Carcassa itterica e midollo osseo pallido e colorito brunastro. Forme croniche: granulomi al miocardio, lesioni di tipo necrotico- produttivo all’intestino tenue. PARATIFOSI Causate da salmonelle mobili (Ag O e H)- a patogenicità non specifica per il pollame. Oltre 200 sierotipi isolati nei volatili ( a diversa patogenicità). Di queste solo 10- 12 sierotipi sono responsabili del 70% dei focolai segnalati. La mortalità è solitamente limitata alle prime 2 settimane di vita (patologia che riguarda soprattutto i giovani), gli adulti rimangono portatori a livello intestinale (ciechi). Fanno eccezione S. typhimurium e S. enteritidis che vanno a posizionarsi nell’ovaio -> trasmissione verticale. Alcuni ceppi ad elevata virulenza danno forme generalizzate e si localizzano nell’ovaio e nell’ovidotto trasmettendosi per via trans ovarica. S. enteritidis nel pollo in particolare S. typhimurium nella quaglia, nell’anatra, nel tacchino, nel pollo e nel piccione (quest’ultimo ha una sua Salmonella, tipo B). Problemi di sanità pubblica -> riguardano tutte le salmonelle di questo gruppo perché non hanno potenziale specifico. S. ENTERITIDIS Inizio anni ’80 notevole aumento delle infezioni da S. enteritidis, nel pollame e nell’uomo in Europa e solo recentemente negli USA (fagotipo 4- PT4- più patogeno; PT6, PT8, PT13). Si è stabilizzato nei riproduttori -> trasmissione verticale -> uova contaminate. Focolai di tossinfezione alimentare dovuti soprattutto a consumo di uova o preparati a base di uova (sptt mascarponi e maionese con uova crude o non conservate correttamente -> aumenta la carica batterica). Patogena per il pollo (forme generalizzate con mortalità nei pulcini nelle prime settimane di vita). Nel pulcino la mortalità è più bassa perché non sono specie- specifiche -> 20%. L’adulto che sopravvive all’infezione rimane portatore (feci e uova). Sono colpiti anche soggetti di 4-5 settimane. Sintomatologia e lesioni della para tifosi (pulcino): Sintomatologia aspecifica e simile qualunque sia il sierotipo. Soggetti abbattuti, depressi, occhi chiusi, penne arruffate, diarrea con imbrattamento delle penne attorno alla cloaca. In alcuni soggetti ho problemi alla vista per interessamento della camera anteriore dell’occhio (ho essudato a livello oculare). Lesioni anatomopatologiche: Quadro setticemico, epatosplenomegalia, congestione renale non caratteristica. Lesioni necrotiche al fegato. Sacco vitellino non riassorbito. Stampi caseosi nei ciechi. Lesioni da setticemia con pericondrite e periepatite. La quaglia è particolarmente sensibile (trasudato a livello di cloaca). SALMONELLOSI NEL PICCIONE Salmonella typhimurium varietà Copenhagen (non dà problemi all’uomo). E’ sicuramente la malattia più grave della specie- si verifica a tutte le età. Causa problemi sia nei giovani che negli adulti . GIOVANI: Mortalità anche del 60%. Forma acuta: Sintomatologia: depressione del sensorio, diarrea profusa e dispnea (si può localizzare anche a livello polmonare). Lesioni: epatosplenomegalia con necrosi epatiche a focolai e lesioni necrotiche nei polmoni. Forma cronica: Sintomatologia: claudicazione, lesioni articolari all’ala, sintomatologia nervosa. E’ detto anche “mal dell’ala” se viene coinvolta l’articolazione della spalla. Lesioni: lesioni necrotico- produttive nell’intestino tenue, artrosinoviti prima con essudato fluido poi caseoso che può evolvere nell’anchilosi dell’articolazione. ADULTI Lesioni necrotico- produttive all’intestino ed alle articolazioni, nei maschi necrosi a livello dei testicoli. Il ciclo si perpetua nell’allevamento per la trasmissione genitori figli (trasmissione verticale e ingozzamento, i genitori portatori infettano i giovani). ARIZOONOSI S. Arizonae. E’ una specie diversa da S. enterica enterica. Colpisce il tacchino: Riduzione dell’ovodeposizione e della schiudibilità delle uova Mortalità nei tacchinotti Sintomatologia e lesioni simili a quelle della salmonellosi Sintomatologia nervosa Cecità per retinite caseosa Trasmissione verticale e orizzontale. Gli allevamenti di tacchini sono stati quasi tutti risanati!!! (con la trasmissione verticale è sufficiente risanare i riproduttori). DIAGNOSI Clinica e anatomo- patologica. Isolamento e identificazione dell’agente eziologico con particolari terreni di batteriologia. Tipizzazione: Sierotipo (Kauffmann e White) -> l’identificazione del sierotipo o sierotipizzazione si basa sull’identificazione degli Ag somatici (O) e degli Ag flagellari (H) secondo lo schema di Kauffmann e White. Biotipo (prove biochimiche) Fagotipo (i batteriofagi colpiscono solo certe salmonelle, es. S. enteritidis fagotipo 4 è quella che dà più problemi) Ribotipo (sequenza genetica dei ribosomi) Profilo plasmidico (tipi di plasmidi che sono presenti) Profilo di sensibilità agli antibiotici Sierologia: Pullurosi e tifosi aviare. Le salmonelle che causano queste malattie sono immobili, non hanno l’Ag H. Hanno solo gli Ag = (1,9,12). Sono salmonelle invasive e hanno un unico sierotipo. Test sierologici usati per screening in campo: Emoagglutinazione rapida (si usa il sangue in toto e si evidenziano gli Ab -> goccia di sangue + Ag colorato con cristalvioletto -> 2 minuti -> si formano agglutinazioni violacee se è positivo). Siero agglutinazione rapida e lenta ELISA In genere la sierologia non è applicabile sulle para tifosi per svariati motivi: Ag H oltre a quelli O: grande numero di combinazioni sierologiche Le salmonelle mobili si localizzano per lo più a livello intestinale non stimolando un’adeguata risposta anticorpale. Casi particolari: S. tyohimurium e S. enteritidis Sono salmonelle invasive per cui è evidenziabile risposta anticorpale Sono state messe a punto tecniche ELISA per i piani di eradicazione S. enteritidis mostra reazioni crociate con S. pullorum e S. gallinarum TERAPIA Antibiotici -> CHINOLONI Sebbene riesca a volte a: Controllare la mortalità nelle forme cliniche Diminuire l’eliminazione nei soggetti portatori … non è quasi mai in grado di eliminare completamente l’infezione dal gruppo. PROFILASSI PROFILASSI DELLA PULLUROSI Secondo il vigente regolamento di Polizia veterinaria -> denuncia obbligatoria e piani di eradicazione di stato. Tutto questo dagli anni ’60. Eliminazione dei gruppi di riproduttori positivi alle indagini sierologiche di emoagglutinazione rapida (tutti i riproduttori per uova da cova devono essere sottoposti a prove di siero agglutinazione e i positivi devono essere eliminati, cosicchè in incubatoio non arrivino più uova infette). E’ inoltre necessaria una rigorosa igiene negli incubatoi. La pullurosi si può ritenere a tutt’oggi sotto controllo. PROFILASSI DELLA TIFOSI AVIARE Al contrario della pullurosi questa è ancora un problema. Secondo il vigente regolamento di Polizia veterinaria -> malattia soggetta a denuncia obbligatoria. Importantissime le norme di profilassi diretta. Sono fondamentali le norme di condizioni igieniche -> biosicurezza (trasporto, contaminazione del mangime, accesso agli animali selvatici …). La filiera non è integrata al 100% come quella dei broilers. Ammessa la vaccinazione in Italia per le ovaiole per produzione di uova da consumo – vaccino vivo. Vaccinazione per tifosi aviare: Ammessa in italia per le ovaiole per produzione di uova da consumo Vaccino vivo attneuato -> ceppo SG 9R Via sottocutanea nel collo Prima vaccinazione a 6 settimane, richiamo dopo 12 settimane Ceppo in fase R non produce anticorpi agglutinanti (all’HA dovrebbero essere negativi gli Ab vaccinali) PROFILASSI DELLE PARATIFOSI Non sono salmonelle specifiche per il pollame. EPIDEMIOLOGIA E CICLO DELLE SALMONELLOSI Fonti di infezione: Infezione congenita (via trans ovarica o guscio), i pulcini possono nascere già infetti da salmonelle Soggetti portatori asintomatici o con infezione cronica Personale addetto agli impianti (l’uomo può essere infetto e infettare il pollame) Roditori, uccelli selvatici e insetti (sia portatori che vettori, le salmonelle sono resistenti all’esterno) Acqua se non è clorata Mangime- contaminazione secondaria (con pelletta tura e acidi organici si combattono le salmonelle. Una volta si usavano farine animali -> salmonelle sotiche). Carcasse infette (macello) Trasmissione delle salmonelle: l’uovo può essere contaminato per via trans ovarica o via fecale. Il pulcino può essere già infetto o essere infettato -> portatori -> vettori. PROFILASSI DELLE SALMONELLOSI Concetti di fondo: Approccio “top- down” : si deve agire sui riproduttori, all’apice della filiera (selezionemoltiplicazione- gruppi commerciali) Individuazione dei punti critici di controllo (CCP) Monitoraggi (bisogna sapere quale salmonella c’è e quanta ce n’è -> isolamento da soggetti e da ambienti) Esclusione competitiva (somministrazione di probiotici -> al pulcino si dà già una flora intestinale adulta) Controllo delle fonti di infezione Vaccinazione Sinergismo dei metodi di profilassi Nel mangime sono importanti: Monitoraggio delle materie prime e dei mangimi (per es. silos puliti e ben isolati termicamente) Trattamenti con calore (pelletta tura/ estrusione) Acidificanti (pH non favorevole alla moltiplicazione delle salmonelle) Monitoraggio in incubatoio: Il piumino è un materiale utile per vedere se c’è salmonella (è l’unico campione che dà un’idea della situazione del gruppo) Uova beccate (la raccolta delle uova dev’essere il più frequente possibile. Le uova devono essere disinfettate per decontaminare il guscio). Igiene delle uova da incubare: prevenire contaminazioni del guscio + misure adatte nella conservazione delle uova prima dell’incubazione. Misure igieniche generali Monitoraggi: esami colturali su piumino alla schiusa, superfici, aria, embrioni morti, pulcini di scarto. Controllare anche le uova non schiuse (beccate). Monitoraggio al macello: Limitare la contaminazione crociata delle carcasse: Miglioramento dell’impianto di macellazione e delle procedure di lavorazione Livello igienico più elevato possibile In una gestione non adeguata pochi soggetti infetti possono contaminare tutti gli altri, sono pericolose soprattutto le vasche di spiuma tura. DIRETTIVA 92/117/CE DEL 17 DICEMBRE 1992 Sulle misure di protezione dalle zoonosi specifiche e la lotta contro agenti zoonosici (…). Interventi limitati alla specie pollo (Gallus gallus), alle galline riproduttrici sia leggere che pesanti, ed alle sole S. typhimurium e S. enteritidis. X Oggi abrogata da DIRETTIVA 2003/99/CE DEL 17 NOVEMBRE 2003 Sulle misure di sorveglianza delle zoonosi e degli agenti zoonotici. REGOLAMENTO CE n° 2160/ 2003 del 17 NOVEMBRE 2003 Sul controllo della salmonella e di altri agenti zoonotici specifici presenti negli alimenti. L’orientamento è di estendere il piano di eradicazione ai sierotipi di salmonelle che, in base ai dati raccolti dai centri epidemiologici nel giro di 3 anni, abbiano un’importanza rilevante per la salute pubblica. Queste sono 5: S. enteritidis 71% S. typhimurium 21% S. infantis, Virchow, Hadar 1% Si controllano quelle salmonelle che sono maggiormente causa di tossinfezione. Per fare ciò è importantissima la collaborazione fra medico umano e veterinario. Le indagini sulle zoonosi devono sempre essere aggiornate per aggiornare gli obblighi di monitoraggio/ eradicazione. REOVIRUS AVIARI Sono virus ubiquitari presenti nella maggior parte degli allevamenti. Frequentemente sono apatogeni. A volte tuttavia possono essere correlati a forme morbose: Enteriche Respiratorie - Epatite (ceppo polacco) Idropericardio - Sindrome da malassorbimento (a questa sindrome concorrono vari patogeni fra cui anche il reovirus) Artrite / tenosinovite virale del pollo - Le forme patologiche in cui è più chiaro il nesso eziologico con la malattia sono: - Artrite/ tenosinovite virale (nesso forte). Dà zoppia ed è più frequente nelle linee pesanti. - Sindrome da malassorbimento (nesso più debole). Eziologia complessa multifattoriale. REO (Respiratory Enteric Orphan)- virus : isolati per la prima volta dall’uomo dall’apparato respiratorio ed enterico senza lesioni o malattia, per cui sono stati detti “orfani”…. (erano “orfani” di patologie associative). Tassonomia: Fam. Reoviridae Gen. Orthoreovirus Doppio capside (si vede bene al microscopio elettronico) - privo di envelope. 70- 80 nm. RNAds. Il genoma ha 10 segmenti -> può verificarsi riassortimento (similmente a ciò che accade per i virus influenzali). Esistono almeno 11 sierotipi. Reovirus aviari e Reovirus mammiferi -> 2 sottotipi diversi. TRASMISSIONE Verticale: Da galline in deposizione infette asintomatiche Tasso di trasmissione basso ma pochi pulcini nati infetti sono in grado di contagiare il resto della schiusa. Orizzontale: Via oro/ fecale, respiratoria (?) Sopravvivenza nell’ambiente: la profilassi diretta per questo virus è importante ma non può essere considerata sufficiente. Resistente nell’ambiente: > 10 gg su vari materiali In acqua può sopravvivere più di 10 settimane! Importanti le attrezzature infette PATOGENESI Non è chiaro come i Reovirus causino malattia. La maggior parte degli studi sono relativi all’artrite/ sinovite. Infezione per via orale -> replicazione intestinale -> viremia -> tutti i tessuti. Organi bersaglio: - Intestino: il virus replica 4 gg p.i. nei villi intestinali. Fegato: il ceppo polacco 8 gg p.i. causa epatite acuta. Articolazione tarso- metatarsica: il virus si evidenzia nelle guaine e sulle superfici tendinee. Il virus colpisce soprattutto il GASTROCNEMIO e i TENDINI FLESSORI DELLE DITA. TENOSINOVITE- ARTRITE VIRALE Spesso a 6-7 settimane di vita o più, o al picco di deposizione. Claudicazione nel 15-20% del gruppo. La mortalità in genere è bassa (1%). Perdite dovute alla scarsa crescita, calpestamento degli zoppi, scarti alla macellazione…. Cali di produzione e schiusa transitori. I polli con difficoltà nella deambulazione preferiscono restare in decubito. Le articolazioni colpite sono aumentate di volume, calde, con rigonfiamenti superficiali. A volte le lesioni articolari sono contaminate da M. synoviae e in questo caso aumenta molto la mortalità. In alcuni casi immobilizzazione dell’articolazione. Andatura traballante nella rottura bilaterale del tendine – incapacità del soggetto di immobilizzare il metatarso. Quando si ha rottura del gastrocnemio e del flessore delle dita si può avere rottura dei vasi con formazione di ematoma -> associata a “Green leg” (la green leg è dovuta a lacerazione del tendine di Achille ed emorragia muscolare sottocutanea). Lesioni anatomopatologiche: - Edema delle guaine tendinee e dei tendini, in particolare dei flessori delle dita e degli estensori tibio- tarso metatarsici. Successivamente diventano dure, fibrose, e talvolta calcificate. Scarso essudato paglierino- rosato nell’articolazione ed erosione della cartilagine articolare. Nel tempo l’articolazione va incontro a immobilizzazione per le aderenze fibrose. Rottura del tendine di Achille o del flessore delle dita. Lesioni istopatologiche: Infiltrazione di linfociti e macrofagi. Edema, accumuli di eterofili. Aggregati linfoidi delle sinoviali tendinee. Erosioni cartilaginee, aumento della vascolarizzazione locale. Altri fattori concomitanti: Età: l’infezione precoce determina più facilmente lo svilupparsi della malattia Razza: linee pesanti più sensibili rispetto alle linee leggere. Altre infezioni: M. sinoviae, E. coli, S. aureus, aggravano la malattia. Immunosoppressione: CAV (virus dell’anemia infettiva), Gumboro, predispongono alla mortalità. Recenti lavori suggeriscono che i reovirus abbiano attività immunosoppressiva. DIAGNOSI Sintomatologia clinica: le artrotenosinoviti sono da mettere in DD con Mycoplasma synoviae o Staphylococcus aureus. Esami di laboratorio: Identificazione del virus nei tessuti o da tamponi (tamponi auricolari quando non si riesce a prelevare il tessuto connettivale). Ab sierici. Diagnosi diretta: Isolamento virale: Colture primarie di epatociti di pollo: i reovirus danno effetto citopatico in colture cellulari, sincizi multi nucleati. Uova SPF (sacco vitellino o CAM -> se si inietta nella CAM si osservano i pocks) – morte, lesioni epatiche Laborioso e necessita la successiva identificazione virale. NB: l’isolamento virale dalle articolazioni ha valore diagnostico, dall’intestino no perché ci sono Reovirus intestinali apatogeni. Immunofluorescenza o immunoistochimica sui tessuti -> solo nei primi stadi dell’infezione. PCR: ora molto comune. Esami sierologici: Agar-gel precipitazione Siero neutralizzazione ELISA … ma considerando che i Reovirus sono ubiquitari i risultati sierologici possono essere di difficile interpretazione. CONTROLLO Vaccinazione: - Esistono sia vaccini vivi che spenti, la maggior parte preparati con il sierotipo S1133 Americano (USA). Questo sierotipo dà buona cross- reazione con molti ceppi europei. Lo scopo principale è proteggere i pulcini con l’immunità materna. - Vaccinazione dei riproduttori con vaccini spenti Vaccinazione con vivi nei soggetti in accrescimento Problemi: - Ceppi varianti presenti nelle varie aree geografiche (questi non sempre vengono coperti dall’immunità vaccinale) I reovirus non sono molto immunogeni. NB: da quando si vaccina per i reovirus è diminuita anche l’incidenza della sindrome da malassorbimento (perché il reovirus era uno dei fattori concomitanti). MALATTIA DI MAREK Malattia neoplastica di tipo linfoproliferativo ad eziologia virale, caratterizzata, nella forma tipica, da infiltrazioni linfoidi a livello di nervi periferici e linfomi in vari organi. Fu descritta per la 1° volta da Marek nel 1907 come POLINEURITE. La forma classica infatti è caratterizzata da paralisi. Nel 1926- 29 Peppenheimer e colleghi descrissero la stessa forma di polineurite in cui un 10% dei soggetti colpiti presentava linfomi viscerali (particolarmente nell’ovaio) e introdussero il nome di NEUROLINFOMATOSI. Alla fine degli anni ’50 la malattia divenne più evidente negli USA con una forma caratterizzata da linfomi multipli a livello viscerale. La forma fu chiamata ACUTA per distinguerla da quelle precedentemente osservate (CLASSICA). Nel 1967 in Inghilterra fu identificato l’Herpesvirus agente della malattia di Marek e la forma fu distinta finalmente dalle altre forme linfoproliferative ad eziologia virale del pollame. Nel 1970 -> individuati i primi vaccini vivi e vivi attenuati. Fine anni ’70 -> comparsa dei ceppi “Very virulent” (VV). Anni ’90 -> comparsa dei ceppi “Very very virulent” (VV+). EZIOLOGIA Famiglia: Herpesviridae Sottofamiglia: Alphaherpesvirinae Genere: Mardivirus Sierotipi: 1,2 e 3. Esistono 3 sierotipi ma non tutti sono oncogeni, solo il sierotipo 1 lo è. Virus a DNAds, dotato di envelope. Nucleocapside con simmetria icosaedrica (100 nm). Si coltiva su colture cellulari di fibroblasti di anatre, di cellule renali di embrioni di pollo. Le colture di fibroblasti di anatra erano infette con Adenovirus silenti per cui in questo modo con i vaccini per la malattia di Marek si sono introdotti gli Adenovirus nel pollo. EPIDEMIOLOGIA Ospite naturale: POLLO, ma anche quaglia e tacchino. Età: più frequente dalle 6 alle 24 settimane, anche adulti. Infezione ubiquitaria: il virus resiste nelle polveri, nella lettiera e nell’ambiente protetto dalle cellule epiteliali del follicolo delle penne desquamate (anche 16 settimane a T° ambiente). Il virus quindi non è particolarmente resistente, però viene eliminato tramite il follicolo delle penne per cui è protetto da materiale organico. Esistono fattori di resistenza genetica alla malattia. Trasmissione: - Il virus non si trasmette verticalmente - Gli animali si infettano generalmente poche settimane dopo la schiusa (dipende dalle condizioni igieniche dell’allevamento) dall’ambiente o per via orizzontale. - Gli insetti possono albergare e diffondere il virus. La via di penetrazione del virus è quella RESPIRATORIA. PATOGENESI Penetrazione per via respiratoria (cellule fagocitate?). Fase 1- CITOLITICA (PRODUTTIVO- RESTRITTIVA) -> 0-7gg. Infezione linfociti B (citolisi)- attivazione linfociti T. Produzione di virus cellulo- associato. Linforeticolite acuta con atrofia della Borsa di Fabrizio e del timo. Immunosoppressione transitoria. Fase 2- LATENTE (dura da 7 gg… anche per tutta la vita). Il virus rimane nei linfociti T anche per tutta la vita. Inizio della risposta immunitaria – nei polli resistenti o vaccinati l’infezione si ferma qui. In queste due fasi non si ha la formazione del virione completo, il virus si trasmette tramite ponti cellulari. Non in tutti i soggetti che si infettano abbiamo la fase neoplastica. Fase 3- IMMUNOSOPPRESSIVA (seconda fase citolitica). Ripresa della moltiplicazione virale nelle cellule linfatiche e anche a livello di cellule epiteliali (pelle, reni) con maturazione del virus completo di envelope nei follicoli delle penne. Immunosoppressione permanente. Fase 4- NEOPLASTICA. Proliferazione neoplastica con formazione di linfomi. Sono interessati i linfociti T- helper CD4+. Queste ultime due fasi si sviluppano nei polli non resistenti. SINTOMATOLOGIA E LESIONI ANATOMOPATOLOGICHE Forme cliniche: Forma classica, da ceppi a patogenicità ridotta Forma acuta o viscerale, da ceppi very virulent Paralisi transitoria (rara). FORMA CLASSICA La mortalità di solito non supera il 10- 15%. Sintomatologia nervosa causata da lesioni ai nervi periferici -> paralisi spastica. Tipico atteggiamento “a spaccata”. A volte arto chiuso pugno. Quando il problema è ai posteriori il problema è nel nervo sciatico o nel plesso lombo- sacrale. Se invece il problema è al plesso brachiale c’è alterata funzionalità delle ali (c’è perdita della traslucidità aumento di volume ed edema). Se viene colpito il nervo vago quando decorre nel cordone vascolo- nervoso del collo avremo segni viscerali -> si ha paralisi della muscolatura dell’inguine, che quindi si dilata (accumulo di alimento, l’animale diventa anoressico, non mangia più). Il nervo colpito lo vedo perché è molto più grosso del nervo normale. I linfomi sono i sintomi che si associano alle forme nervose. Nella forma classica ho anche infiltrazioni all’iride: l’iride infiltrata da linfociti presenta la pupilla chiusa permanentemente. Classificazione delle lesioni istologiche ai nervi: Tipo A - (lesioni più gravi), inizio focolaio di malattia: Infiltrazione di linfoblasti, piccoli e medi linfociti, plasmacellule e cellule reticolari Cellule della malattia di Marek (sono cellule nervose in regressione) Demielinizzazione Proliferazione delle cellule di Shwann (però non producono mielina) Tipo B, - casi a lungo decorso: Edema interneuritico Modesta infiltrazione di medi e piccoli linfociti Demielinizzazione Proliferazione delle cellule di Shwann Tipo C, animali infetti senza sintomi: Infiltrazione molto modesta di piccoli e medi linfociti FORMA ACUTA Apparse negli anni ’60. La mortalità è del 10- 30% o più, dipende dal sistema immunitario del gruppo e dalla virulenza del ceppo. - Fegato con infiltrazione linfoide diffusa e notevolissimo aumento di volume, non compatibile con un banale processo infiammatorio. Posso avere linfomi nodulari a livello epatico. - Milza con infiltrazione linfoide diffusa e notevolissimo aumento di volume. Ci sono soprattutto linfomi viscerali. Il tessuto neoplastico ha colorito chiaro. - A volte viene colpito anche lo stomaco ghiandolare -> i linfomi in questo caso causano ulcerazioni gravi fino alla morte dell’animale. - A volte colpiscono anche i polmoni, con sintomi respiratori gravi. - L’infiltrazione neoplastica può riguardare i testicoli Muscoli pettorali - Può essere colpito il Timo. La malattia di Marek determina anche un’immunosoppressione con atrofia della borsa di Fabrizio e del timo. Se la borsa di Fabrizio viene infiltrata, le infiltrazioni sono interfollicolari (DD con la leucosi linfoide, dove sono intrafollicolari). - Linfomi a livello della parete intestinale. Reni che da rosso- mattone diventano chiari. Idropericardio per interessamento del miocardio. All’apertura del cuore vedo che l’infiltrazione compromette il buon funzionamento del muscolo cardiaco. MAREK CUTANEA (broilers al macello) -> infiltrazioni della cute, che diventa “a buccia d’arancia”. La cute risulta notevolmente inspessita a livello di zampe. In tutte e tre le forme l’infezione è precoce, ma i sintomi non si vedono prima delle 6 settimane. Istologico linfoma della malattia di Marek: linfoblasti, piccoli medi e grandi linfociti, cellule di Marek. Le cellule neoplastiche sono linea linfocitaria T. E’ una popolazione pleomorfa perché ci sono cellule a morfologia diversa. Istologico di linfoma nella leucosi linfoide: popolazione di linfoblasti uniforme con caratteri di aplasia. Le cellule neoplastiche sono della linea linfocitaria B. E’ importante la DD soprattutto come qui, quando la popolazione non è pleomorfa. PARALISI TRANSITORIA Forma rara. Evidenziata in alcune linee genetiche (probabilmente c’è predisposizione genetica) in cui è colpito il SNC. Depressione, atassia, paresi e paralisi flaccide di arti e collo. Scomparsa della sintomatologia dopo 24- 48 ore, quando l’edema si riassorbe. Causa: edema vascolare a livello di cervelletto (questo è la causa dei sintomi nervosi). In seguito a questa forma in alcuni polli si può avere Marek acuta. L’animale in preda a paralisi flaccida non riesce a mantenere la posizione eretta, muoiono perché non riescono a raggiungere l’acqua. DIAGNOSI DELLA MALATTIA DI MAREK Questo schema è utile per la DD con la leucosi linfoide. La diagnostica comunque si fa soprattutto al tavolo anatomico. E’ molto importante la diagnosi differenziale fra la malattia di Marek e la leucosi linfoide. Isolamento o evidenziazione del virus: non utili per la diagnosi di malattia ma solo per evidenziare infezioni (indagini epidemiologiche). - ISOLAMENTO VIRALE Campione di partenza: Virus con envelope: penne (il virione completo si isola solo nei follicoli delle penne) Virus associato a cellule: buffy coat (cellule bianche), cellule tumorali, cellule della milza Primo isolamento su colture cellulari primarie di fibroblasti di anatra o renali di embrioni di pollo. - EVIDENZIAZIONE Ag o genoma del virus della MD: Immunodiffusione in Agar-gel direttamente dalle penne o altri Pcr: distingue fra ceppi di campo e vaccinali. CONTROLLO DELLA MALATTIA DI MAREK E’ un virus ubiquitario: non si riesce ad eradicare. L’eradicazione non è fattibile: Il virus persiste nell’ospite: chi è stato infettato continua ad eliminare È trasmesso in modo efficiente È stabile nell’ambiente Per cui il controllo si basa su: - Igiene e gestione dell’allevamento (disinfezione, Tp/tv, non mescolare giovani e anziani… la disinfezione diminuisce la carica virale nell’ambiente, ci sono degli insetti che fungono da vettore perchè possono albergare il virus). L’igiene negli allevamenti rurali non è così accurata, per cui la MD è più frequente. - Selezione per la resistenza genetica (non all’infezione ma allo sviluppo dei tumori) - Vaccinazione. VACCINAZIONE La vaccinazione è lo strumento più risolutivo per la profilassi alla malattia di Marek. Si utilizzano vaccini vivi - Naturalmente apatogeni (sierotipi 2 e 3) - Attenuati (sierotipo 1) Tipi di vaccini: - Monovalenti, bivalenti o trivalenti (3 sierotipi) - Associati a cellule (conservati in azoto liquido) o liofilizzati (solo sierotipo 3). Il virus liofilizzato è più aggredibile dall’immunità materna piuttosto che quello protetto da cellule. Somministrazione – in incubatoio: 1° gg di vita – per via parenterale 18° gg di incubazione: in ovo (se la carica ambientale è bassa, è più probabile che il vaccino riesca ad innescare un’immunità prima del ceppo selvaggio). Metodi - di vaccinazione: Via parenterale -> IM nella coscia o SC nel collo. 1 gg di vita in incubatoio Singola dose 1000 UFP/ dose. In ovo 18° gg di incubazione (durante il trasporto verso la sala di schiusa) Cause di mancata protezione del vaccino per la malattia di Marek: Errori di conservazione e ricostruzione del vaccino (se liofilizzato) Non è stata inoculata la dose corretta (la macchina non è ben tarata) Errori di somministrazione Interferenza del vaccino con Ab materni Infezione da MDV patogeno prima che si sia sviluppata l’immunità Immunodepressione da stress o infezioni virali Ceppi MD molto virulenti Fam. Retroviridae Sottofam. Orthoretroviridae GRUPPO LEUCOSI- SARCOMA Generi: - Alpharetroviridae ALSV – virus del gruppo Leucosi/ sarcoma. Gammaretroviridae REV – virus della reticoloendoteliosi (non la tratteremo) LPDV- virus della malattia linfoproliferativa del tacchino (malattia rara, non la tratteremo) Le patologie da retrovirus sono forme più rare ed economicamente meno rilevanti. RETROVIRIDAE: - RNA virus - Con envelope 80- 100 nm Spikes RNA -> DNA (enzima trascrittasi inversa). L’enzima trascrittasi inversa, che permette di trascrivere DNA a partire dall’RNA, fa sì che il virus possa integrarsi nel genoma cellulare sotto forma di PROVIRUS. Il DNA di questo virus contiene oncogeni che causano la trasformazione neoplastica. Questa malattia è stata la prima neoplasia ad essere correlata ad un’infezione virale. COMPLESSO LEUCOSI/ SARCOMA AVIARE (ALSV) Fam. Retroviridae Gen. Alpharetroviridae Agenti di varie neoplasie: Leucosi: leucosi linfoide, leucosi eritroide (eritroblastosi), e leucosi mieloide (mielocitomatosi e mieloblastosi). Sarcomi ed altri tumori del tessuto connettivo (fibromi, fibrosarcomi, mixomi, sarcomi osteogenici, osteomi). Forme correlate: emangiomi, nefroblastomi, osteopetrosi, epatocarcinomi. Agenti di forme infiammatorie citolitiche : cali produttivi negli animali in deposizione quali cali della deposizione, della schiusa, ecc… (conseguenze di alterazioni infettive/ infiammatorie). C’è una certa variabilità ma sono accomunati dal P27, l’Ag specifico del gruppo, che è una proteina del capside. L’Ag proteico P27 viene evidenziato dalla FdC e dall’ELISA. In base alla glicoproteina GP85 si identificano i sottogruppi (tramite il test di virus neutralizzazione): - A, B ( e anche C, D, E): più frequenti per leucosi linfoide - J: (identificato nel ’90), associato alla leucosi mieloide. E: virus “endogeno” (molto diffuso e completamente apatogeno, rimangono sotto forma di provirus. I pro virus in latenza sono quelli che consentono la ricombinazione e la nascita di nuovi virus). Variabilità: virus esogeni ed endogeni. EPIDEMIOLOGIA Ospite naturale: pollo. ALSV isolati anche da fagiano, pernice e quaglia. I retrovirus sono facilmente inattivabili da agenti chimici e fisici: scarsissima resistenza nell’ambiente. Per permanere nella popolazione la trasmissione è verticale. Trasmissione ALSV – esogeni ed endogeni. I virus esogeni possono essere trasmessi per via verticale (congenita) da soggetti viremici. Alcuni pulcini divengono im,uno tolleranti con viremia cronica persistente, in questi soggetti una volta raggiunta la maturità sessuale la malattia si trasmette alla prole. Gli immunotolleranti possono anche sviluppare leucosi. I virus esogeni però possono anche essere trasmessi per via orizzontale e gli animali infettati in questo modo sviluppano Ab e hanno viremia transitoria, più raramente si avranno casi di leucosi. LEUCOSI LINFOIDE Neoplasia causata da ALV (Alpharetroviridae). Le cellule coinvolte sono linfoblasti di tipo B (burso- dipendenti). La 1° replicazione avviene a livello di Borsa di Fabrizio, poi metastatizza intorno alla 20°- 22° settimana -> i tumori metastatizzano alla maturità sessuale!! E’ una patologia più tardiva rispetto alla Marek, ha un decorso lento. Ho dei sintomi molto aspecifici: disoressia, dimagramento, depressione, addome rigonfio, involuzione e pallore della cresta e dei bargigli. Ho linfomi nodulari o infiltrazioni diffuse in: fegato, milza, borsa di Fabrizio (ma anche reni, polmoni, midollo osseo e peritoneo). Il fegato occupa totalmente la cavità addominale ed è disseminato di noduli neoplastici (-> neoplasia a focolai sul fegato). La Borsa di Fabrizio è molto aumentata di volume. Istologia: nell’istologia si vedono linfociti B immaturi tutti uniformi (popolazione uniforme di linfoblasti -> al contrario della MD, dove la popolazione è pleomorfa). LEUCOSI MIELOIDE Neoplasie di cellule della linea mieloide (granulocitaria). Mielocistomatosi (cellule mature). Mieloblastosi (cellule immature). - ALSV sottogruppo J: dagli anni ’90 associato a gravi forme di mielocistomatosi. Ho masse tumorali bianche e friabili (tumori solidi) in: Intestino Sierose Ossa piatte All’istologico si vede una popolazione uniforme con cellule granulocitarie con frequenti mitosi. (popolazione di mielociti in proliferazione con frequenti mitosi). Forme correlate: - Emangiosarcomi: gli emangiosarcomi si vedono frequentemente a livello epatico e quando si rompono possono causare morte per emorragia. - Fibroma: lo si ritrova spesso a livello sottocutaneo negli arti Neuroblastoma - OSTEOPETROSI L’osteopetrosi colpisce soprattutto la diafisi delle ossa lunghe (es. metatarso). Si ha enorme deposizione di nuovo osso spugnoso che può anche andare a occludere il canale midollare -> anemia. Con questa forma si osserva spesso anche andatura barcollante. DIAGNOSI ALSV - Clinica e anatomopatologica. Per leucosi linfoide DD con malattia di Marek Isolamento e identificazione del virus con test sierologici Non utili ai fini diagnostici Utili nei piani di eradicazione e negli studi epidemiologici CONTROLLO ALSV Basato su: - Interruzione della trasmissione verticale -> eradicazione ALSV dai gruppi di selezione!!! Non si vaccina!!! Si fanno test sierologici e virologici sui riproduttori e sulle uova deposte -> chiunque risulti positivo sarà eliminato. - Impedire la reinfezione (igiene e biosicurezza) Selezione linee genetiche resistenti. - LE PRINCIPALI MALATTIE PARASSITARIE DEI VOLATILI Quali parassitosi? - Endoparassiti: Protozoi: coccidi e flagellati Elminti: nematodi e cestodi Ectoparassitosi: Acari e insetti Allevamenti intensivi a terra su lettiera permanente (Broilers, Riproduttori, Tacchini da carne, Galletti, Faraone …): Coccidiosi Istomoniasi (tacchino) Verminosi a ciclo diretto: ascaridi ed Heterakis, ma solo in condizioni igieniche scadenti… Ovaiole in gabbia: Acariasi dermanissica Ovaiole allevate a terra con sistemi alternativi (parchetti esterni…). Allevamenti biologici. Allevamenti rurali. Coccidiosi Istomoniasi e tricomoniasi Verminosi Ectoparassiti Allevamenti dell’avifauna a scopo di ripopolamento (fagiani, starne, pernici rosse, ecc…). Allevamenti di specie minori a carattere semi- estensivo (oche, anatre, struzzi, ecc…). Coccidiosi Istomoniasi e tricomoniasi Verminosi Ectoparassitosi LE COCCIDIOSI Le coccidiosi aviari hanno una grande importanza a livello economico. Si tratta di una malattia protozoaria molto comune nelle specie allevate. Fatta eccezione per la coccidiosi renale delle oche, colpisce l’intestino causando enteriti, sindromi diarroiche, mortalità. Inoltre causa infezioni subcliniche responsabili di peggioramenti degli indici di crescita e di conversione dell’alimento. Eziologia: subphilum: Apicomplexa Classe: Sporozoa Generi: Eimeria, Isospora e Tyzzeria (dell’anatra). Il ciclo dei coccidi è composto da due fasi: una fase esogena e una endogena. Vd. “Ciclo dei coccidi”. I coccidi sono ospite- specifici. La riproduzione è limitata, è un’infezione che si auto- alimenta. Le condizioni ambientali sono importantissime: senza sporulazione l’infezione non avviene. Le oocisti non sporulate -> sensibili all’essiccamento Le oocisti sporulate -> resistentissime a T° < 56° C e a molti disinfettanti. COCCIDI DEL POLLO La coccidiosi del pollo è sostenuta da protozoi appartenenti al genere Eimeria. E. Tenella E. Necatrix E. Brunetti E. maxima E. acervulina E. mitis E. Preacox Ogni specie ha un determinato n° di moltiplicazioni schizoniche e un certo tratto di intestino da colonizzare. Sintomatologia: è diversa a seconda della specie. La coccidiosi del pollo può colpire a qualunque età, tuttavia le forme più frequenti e più gravi si verificano fra le 3 e le 12 settimane di vita. I segni clinici sono piuttosto generici, come anche le lesioni anatomo- patologiche. Specie scarsamente patogene danno… Diarrea, perdita di appetito e di peso Scarsa conversione alimentare e danni economici Depigmentazione per scarso assorbimento di xantofille Specie maggiormente patogene danno… Grave abbattimento, pallore, diarrea sanguinolenta, morte. E. tenella per es. dà sangue vivo nelle feci (proviene dai ciechi per cui non è digerito). Eimeria tenella: l’infezione e le lesioni sono confinate ai ciechi e ai tratti adiacenti. Le lesioni sono causate dagli schizonti che si sviluppano nella lamina propria della mucosa. Le forme più lievi sono caratterizzate da petecchie sulla parete intestinale. Nei casi gravi ho tiflite emorragica e il lume dei ciechi si riempie di sangue (emorragia nel lume). Nelle fasi più avanzate nei ciechi trovo stampi di sangue coagulato e fibrina. Il soggetto muore, ma essendo l’infezione limitata ai ciechi non ho ripercussioni sulle performaces produttive. Eimeria necatrix: molto patogena, colpisce dopo le 10- 12 settimane (pollastre). Lesioni nel tratto intermedio dell’intestino. Ho emorragie petecchiali e punteggiature necrotiche biancastre sulla sierosa intestinale. Nelle forme gravi l’intestino appare dilatato per la presenza di essudato mucoso rosso- brunastro (essudato catarraleemorragico) e presenta estese emorragie sulla mucosa. Eimeria brunetti: lesioni nel tratto distale dell’intestino (retto e tratti adiacenti ai ciechi).. Nelle forme lievi ho striature emorragiche della mucosa fino a necrosi coagulativa che può ostruire il lume (sptt se c’è sovrinfezione con clostridi) Eimeria acervulina: colpisce l’ansa duodenale e il diverticolo di Merkel (1° tratto del tenue). C’è inspessimento della mucosa con strisce bianche trasversali (la fase schizogonia dà necrosi epiteliale) e punteggiature necrotiche. Raramente questo coccidio provoca morte, piuttosto dà malassorbimento, depigmentazione di cute e tarsi, e peggioramento degli indici di crescita e conversione dell’alimento. Le oocisti sono piccole e quando si esegue lo striscio sembrano tutte ammassate a formare un “grappolo d’uva”. Eimeria maxima: l’infezione interessa il tratto intermedio dell’intestino, prima e dopo il diverticolo di Merckel. Dà solo inspessimento della mucosa intestinale ed eventualmente petecchie. Nel lume è presente un essudato arancione. Eimeria mitis ed Eimeria preacox: non danno lesioni evidenti ma incidono solo sull’ICA e danno malassorbimento. Si localizzano rispettivamente nel tratto distale del piccolo intestino e nel primo tratto del duodeno. Picco di eliminazione delle oocisti: E. acerulina: 3 settimane E. tenella: 4 settimane E. maxima: 5 settimane. Identificazione della specie: Lesioni anatomo- patologiche Dimensioni e forme delle oocisti Localizzazione dei parassiti Valutazione (sperimentali): Periodo di prepatenza (4-5 gg) Tempo di sporulazione Spesso però le infezioni sono miste per cui le lesioni sono varie e non bene identificabili. COCCIDIOSI NEL TACCHINO Sono 7 le specie di Eimeria descritte nel tacchino: E. meleagrimitis (tenue) E. adenoides (colon- retto, cechi) E. E. E. E. E. gallopavonis (retto e cechi) meleagridis dispersa innocua subrotunda L’infezione è molto comune anche se spesso viene sottovalutata perché non presenta segni clinici caratteristici. Si osserva calo del consumo di alimento, diarrea acquosa o mucoide, arruffamento del piumaggio, ali cadenti, depressione del sensorio con occhi chiusi o semi- chiusi, tendenza ad ammassarsi sotto le fondi di calore e a pigolare. La remissione della sintomatologia è molto rapida. COCCIDIOSI NELLA FARAONA E. numidae E. grenieri COCCIDIOSI NEL COLOMBO E. labbeana E. columbarum COCCIDIOSI NELL’OCA E. anseris E. truncata -> dà la COCCIDIOSI RENALE!!!! E’ l’unico coccidio che non si localizza nel digerente!!! COCCIDIOSI NELL’ANATRA Tyzzeria perniciosa COCCIDIOSI NEL FAGIANO E. cochici E. duodenalis E. phasiani DIAGNOSI DELLE COCCIDIOSI La sola presenza di oocisti nelle feci non è indicativa di malattia, ci devono essere sintomi e lesioni. Sintomatologia o cali delle produzioni Sede e aspetto delle lesioni anatomo- patologiche Identificazione della specie Strisci a fresco da raschiati di mucosa (oocisti ed altre fasi del ciclo) Il sospetto clinico e anatomo- patologico va confermato dall’esame microscopico dell’intestino. Vanno prelevati ed esaminati a fresco raschiati di mucosa da diversi tratti intestinali. Si possono trovare schizonti e oocisti. Gli schizonti sono più grandi delle oocisti e all’interno hanno migliaia di merozoiti. Ai fini diagnostici è importante correlare il numero, la localizzazione e la morfologia delle oocisti alle lesioni osservate in sede macroscopica. IMMUNITA’ L’immunità passiva non è protettiva. L’immunità attiva si instaura alle prime esposizioni in allevamento. Si “solidifica” con ulteriori esposizioni. E’ specie- specifica!! Non si evidenzia immunità crociata/ antigenica all’interno di E. maxima (all’interno di E. maxima ci sono 2 ceppi che non danno cross- reazione). Immunità cellulo- mediata più importante. EPIDEMIOLOGIA I coccidi sono ubiquitari. Equilibrio fra infezioni ripetute ed immunità: Assenza di sintomatologia clinica Calo di oocisti nella lettiera L’insorgenza e la gravità della malattia dipendono da: Specie di Eimeria Dose infettante Stato immunitario Quando si verificano casi clinici? Elevata contaminazione ambientale a inizio ciclo Condizioni ambientali favorevoli alla sporulazione (eccesso di umidità, ecc…). Una lettiera che fermenta correttamente non consente la sporulazione delle oocisti mentre una lettiera umidia e un ambiente poco ventilato sì. Soggetti non immuni trasferiti in ambiente altamente contaminato (gabbie- terra) Immunodepressione (malattia di Marek, Gumboro o anemia) Uso di anticoccidici nelle prime fasi del ciclo del parassita (bisogna prima consentire l’instaurarsi di una buona immunità) Coccidiosi subcliniche (si instaura un equilibrio tra immunità e coccidi): Danni economici legati alle cattive conversioni alimentari Modificazioni dell’assorbimento intestinale a seconda della specie e della quantità di coccidi presenti. Minore assunzione di cibo, perdita di proteine sieriche a livello intestinale, scarso assorbimento intestinale. PREVENZIONE E CONTROLLO DELLE COCCIDIOSI Se non si tenesse sotto controllo l’infestazione da coccidi l’allevamento di pollame a livello intensivo sarebbe impossibile. La prevenzione si basa su: Profilassi igienico- sanitaria Chemioprofilassi Immunoprofilassi PROFILASSI IGIENICO- SANITARIA e DISINFEZIONI E’ praticamente impossibile ottenere un ambiente privo di oocisti: le oocisti sono resistentissime, non ci si libera nemmeno col Tp/Tv. Un’attenta profilassi igienico- sanitaria serve comunque a ridurre la carica infettante. E’ importante l’applicazione del vuoto sanitario associato a: Disinfezioni Igiene Condizioni della lettiera, che non dev’essere troppo umida sennò sporulano Adeguata ventilazione Le oocisti sono resistenti alla maggior parte dei disinfettanti. Bisogna fare pulizia e lavaggi a fine ciclo. Metodi fisici: le oocisti sporulate sono sensibili a calore > 56°C, per cui è utile usare fiamma o vapore. Metodi chimici: le oocisti sono resistenti ai comuni disinfettanti ma sono sensibili all’ammoniaca (disinfettante piuttosto tossico). CHEMIOPROFILASSI: anticoccidici nel mangime. Si possono usare coccidiostatici o coccidicidi, ed erano lo strumento più valido fino a pochi anni fa. Ci sono tantissime sostanze che si possono utilizzare per contrastare i coccidi e che si sono continuamente evolute nel tempo grazie a un grande impiego da parte dell’industria farmaceutica per contrastare i fenomeni di resistenza. Sulfamidici: oggi sono stati vietati come profilassi perché favoriscono il dismicrobismo e i fenomeni di resistenza. Sono ammessi solo per la terapia. Meccanismo d’azione: blocco della sintesi dell’acido tetraidrofolico. Sito d’azione: schizonti di 2° generazione. Associazioni: Etopabato, pirimidine. Nicarbazina: impiego ammesso solo per la profilassi. Meccanismo d’azione sconosciuto. Agisce sugli schizonti di 2° generazione, per cui permette l’instaurarsi dell’immunità. Note: Deprime l’accrescimento (usare nei broilers prime fasi) Tossico per gli animali in deposizione (decolorazione delle uova e alterazioni della deposizione) Antibiotici ionofori: Monesin, Salinomicina, Narasina, Lasalocid e Maduramicina. Ammessi solo per la profilassi. Meccanismo d’azione: trasporto di ioni (mono o bivalenti) attraverso le membrane biologiche, distruzione del parassita per squilibri osmotici. Sito d’attacco: sporozoiti e merozoiti (liberi nel lume). Non consentono l’instaurarsi dell’immunità perché agiscono nelle prime fasi schizoniche. La Salinomicina è tossica per il tacchino e la faraona e dà inoltre problemi nell’alimentazione umana, per questo dal 2013 non sarà più ammessa.. Amprolium al 25%: 150- 250 ml/ q.le di acqua per 3 gg Baycox al 25%: 0,28 ml/ Kg di peso vivo per 2 gg. MONITORAGGI: conteggio delle oocisti nella lettiera e nelle feci. Prelievi eseguiti in diversi punti del capannone vanno riuniti in un unico campione ed esaminati per flottazione impiegando una soluzione sovra satura di NaCl, solfato di zinco o saccarosio. Le oocisti vengono contate in un apposito vetrino (camera di Mc Master). La presenza di oocisti nelle feci o nella lettiera non ha valore diagnostico, serve invece per programmare interventi di chemioprofilassi o per valutare la circolazione di oocisti vaccinali. Fattori che interferiscono sull’efficacia dei trattamenti anticoccidici (sulla profilassi): Errori nell’inclusione del coccidiostatico nel mangime Diminuzione del consumo di mangime, con conseguente riduzione delle quantità di principio attivo assunto Chemio- resistenza Abbassamento delle difese organiche (il trattamento profilattico non è sufficiente per cui i coccidi prendono il sopravvento). METODI DI CHEMIO- PREVENZIONE Sono stati messi a punto per limitare i fenomeni di chemio resistenza. Possono favorire o meno l’instaurarsi di un certo grado di immunità (nei soggetti in deposizione è vietato l’utilizzo di anticoccidici -> prima di usare questi farmaci sulle galline ovaiole allevate a terra è necessario accertarsi che si instauri una buona immunità). Programma staffetta “shuttle program”: es. Nicarbazina + Ionofori. E’ usato soprattutto negli avicoli da carne, si cambia farmaco durante il ciclo per evitare chemioresistenze e favorisce l’instaurarsi dell’immunità. Rotazione “switching program”: nel corso dell’anno si cambiano sostanze. Associazione fra farmaci con diversi meccanismi d’azione o siti di attacco. Es: Amprolium + Etopabato (effetto sinergico). Programmi di chemio- immunizzazione o alternanza: oggi questo metodo non si usa più, una volta si davano oocisti a piena virulenza e poi li si curava. Inconvenienti nell’uso di anticoccidici: Insorgenza di resistenza Costosa e difficoltosa la messa a punto di nuove molecole Stretti margini di sicurezza (dose terapeutica/ dose tossica) Incompatibilità con farmaci impiegati nella terapia (Es. Ionofori + Tiamina) Particolari tossicità per specie diverse dal pollo. Possibilità di residui, indirizzo del mercato verso carni provenienti da allevamenti condotti senza l’impiego di farmaci. LA VACCINAZIONE 1927: dimostrato che soggetti infettati con una specie coccidica sviluppavano una buona immunità alla reinfezione. 1952: COCCIVAC® (USA) 1985: IMMUNOCOX® (Canada) X Vaccini con oocisti a piena virulenza (a dosi ben studiate). Attenuazione dei coccidi: Selezione di linee precoci (< cicli schizogonici) Attenuazioni con passaggi su uova embrionate: Solo per alcune specie (E. tenella, è la più patogena) Manca il II ciclo schizogonico che avviene nelle cellule sub- epiteliali (sono quelle dello strato più profondo). Vaccini registrati in Italia: PARACOX® e PARACOX-5® : ceppi selezionati, linee precoci. Sono ottenuti con meno passaggi e nell’animale fanno meno passaggi, sono più innocui. Il PARACOX® si usa sui riproduttori ed è attivo contro: E. acervulina, E. brunetti, E. Tenella, E. mitis, E. maxima, E. praecox. Il PARACOX-5® si usa invece sui broilers ed è attivo contro i due ceppi di E. maxima, E. acervulina, E. tenella ed E. mitis. La vaccinazione è spray o aspersione con il mangime. LIVACOX ® T; ceppi attenuati con passaggi su uova embrionate di pollo (E. tenella) + linee precoci. Si usa nei broilers. E’ attivo contro E. tenella, E. maxima ed E. acervulina. Vaccinazione in acqua di bevanda. Vantaggi e rischi della vaccinazione: Vantaggi: Facile applicazione Assenza di residui Assenza di limiti dati dal periodo di sospensione Sostituzione della popolazione coccidica patogena Rischi: Vaccinazione tardiva Vaccinazione non uniforme Elevata concentrazione di ceppi di campo Immunodepressione Di solito i veterinari fanno metà anno la vaccinazione e metà anno chemioprofilassi. ALTRE FORME PROTOZOARIE A CICLO DIRETTO DA PROTOZOI FLAGELLATI Histomonas meleagridis (Istomoniasi) Trichomonas gallinae (tricomoniasi) ISTOMONIASI O TIFLOEPATITE L’istomoniasi è causata da un protozoo flagellato, Histomonas meleagridis. E’ particolarmente sensibile il tacchino, rappresenta tun problema nell’allevamento intensivo. Colpisce anche pavone, fagiano e pollo (nel pavone la Tbc e la tifloepatite sono le malattie più comuni). Bisogna fare molta attenaizone negli allevamenti promiscui perché il tacchino è quelle che ne fa le spese. Dalla localizzazione enterica il protozoo può attraversare la parete intestinale. Grazie al circolo portale raggiunge il fegato. Nel fegato produce degli enzimi litici che causano lesioni costituite da aree circolari di necrosi giallo verdastre depresse al centro di dimensioni variabili (fino a 1 cm). Un’altra lesione caratteristica è la tiflite fibrino- necrotica: nei cechi si osservano stampi di essudato simil- caseoso e ulcerazione della mucosa che possono portare a rottura della parete e peritonite. Più raramente si rilevano lesioni necrotiche in altri organi. La malattia può causare cianosi della regione della testa, per questo motivo viene detta “black head disease”. Ciclo oro- fecale, con resistenza nell’ambiente assicurata dalle uova di Heterakis gallina rum (nematode cevale, il parassita infatti ha come vettore il lombrico) – colonizzazione cechi – passaggio nel fegato per via ematica. Sintomatologia: soggetti giovani. Abbattimento, anoressia, diarrea incoercibile giallo- zolfo, mortalità anche del 50% (nei tacchino anche 100%). Utile fare terapia antielmintica contro gli Heterakis. Gli animali più resistenti, come il pollo, hanno lesioni più fibrose, a noduli (è tipico del pollo non presentare necrosi). La diagnosi si basa sull’osservazione delle caratteristiche lesioni macroscopiche al fegato e ai ciechi (tiflo- epatite) e può essere confermata dall’osservazione microscopica del protozoo flagellato in raschiati a fresco della mucosa dei ciechi. Si fa quindi un istologico da fegato e intestino con colorazioni particolari. TRICOMONIASI DEL TRATTO DIGERENTE ANTERIORE Eziologia: Trichomonas gallinae (anche T. columbae). E’ un ospite commensale del grosso intestino e si ritiene non sia patogeno per il pollo. Tuttavia costituisce un grosso problema per la selvaggina allevata. Ospiti: piccione (può colpire anche polli e tacchini). Gli animali adulti sono ospiti naturali e portatori asintomatici del parassita. Sono più sensibili i giovani. Ciclo diretto (via orale) da adulti a giovani durante l’alimentazione con latte del gozzo (per iperplasia e desquamazione dell’epitelio dell’ingluvie). Sintomatologia: i soggetti rifiutano il cibo e sono depressi. Lesioni anatomo- patologiche: lesioni necrotico- caseose, giallastre, a forma di placche rugose a livello della cavità orale, del faringe e dell’ingluvie. TRICOMONIASI DEL TRATTO DIGERENTE POSTERIORE Agente patogeno: Trichomonas gallinarum. Ospiti: tacchino, pollo, piccione, faraona e altri. Ciclo diretto, via orale. Sintomatologia: abbattimento, anoressia, diarrea giallastra. Lesioni anatomo- patologiche: Cechi e ultimo tratto dell’intestino: lesioni tondeggianti, necrotiche, ricoperte da materiale caseoso Fegato: focolai necrotici giallastri a margini frastagliati ma netti rilevati rispetto alla superficie dell’organo (-> non hanno il centro depresso, DD con istomoniasi). Più frequentemente: cechi ectasici con materiale schiumoso. Diagnosi: striscio a fresco da materiale prelevato da animali appena morti. INFEZIONI DA METAPNEUMOVIRUS AVIARI (AMPV) AGENTE EZIOLOGICO Virus della famiglia Paramyxoviridae di interesse in patologia aviare: …. …. Malattie da Metapneumovirus aviari-> ho varie forme patologiche a seconda della specie colpita: - Agente eziologico della Rinotracheite del tacchino (TRT) Infezioni respiratorie del pollo che possono esitare in “Sindrome della testa gonfia” (SHS) Metapneumovirus: è un virus RNAss, dotato di envelope, pleomorfo. Fam. Paramyxoviridae Sottofam. Pneumovirinae Gen. Metapneumovirus L’envelope è dotato di proteine di superficie di natura glicoproteica: - Proteina di fusione F Proteina di attacco G Non hanno attività emoagglutinante, ma rappresentano i due principali determinanti antigenici. Ci sono poi le proteine di matrice, a cui si agganciano le proteine di superficie: - N: nucleoproteine (proteine strutturali del capside) P: fosfoproteine L: polimerasi (implicate nei processi di sintesi e trascrizione) Sono associate all’RNA. C’è un UNICO SIEROTIPO con DIVERSI SOTTOTIPI. Tipi e sottotipi: - A e B: identificati sulla base della sequenza del gene G nel 1994. Sono i più diffusi. - C :compare nel 1997 negli USA, differenze poligeniche, sierologiche e biologiche. Dopo è stato segnalato in Corea e Francia. - D: individuato nel 2000 da due ceppi francesi isolati nell’85, differenze poligeniche. I sottotipi A e B sono fra loro correlati siero ogicamente e si distinguono principalmente in base alla sequenza nucleotidica del gene che codifica per la proteina di adesione G. AMPV/ C si distanzia maggiormente dai precedenti sottotipi dal punto di vista genetico e mostra anche più marcate differenze antigeniche e biologiche. Situazione italiana: la TRT è stata segnalata per la 1° volta nel 1987. Possibile introduzione con ceppi vaccinali. Ha riguardato soprattutto Tacchino, Pollo e Fagiano. Il sottotipo B è il prevalente, ma recentemente è stato segnalato anche l’A. Specie sensibili: Tacchino Pollo - - - Fagiano Faraona - Anatra muta RINOTRACHEITE DEL TACCHINO (TRT) Colpisce a tutte le età ma sono particolarmente sensibili i giovani di 3-4 settimane di vita con sintomi gravi, soprattutto se complicati da Coli e Mycoplasmi (batteri di irruzione secondaria). - La morbilità è del 100%. - Negli adulti dà problemi più lievi e nei riproduttori solo un calo dell’ovodeposizione con diminuzione della qualità (assottigliamento e depigmentazione del guscio). - Questo calo è di lieve entità (10 -20%) ed è transitorio. - Tosse (virus a livello tracheale) Rigonfiamento dei seni infraorbitali - Essudato schiumoso oculare, forse per coinvolgimento del condotto lacrimale - L’infezione virale è spesso complicata da infezioni batteriche concomitanti o secondarie dovute alle condizioni di allevamento: Mycoplasma gallisepticum Escherichia coli Ornithobacterium rhinotracheale - - SINTOMATOLOGIA CLINICA Forma pura: il decorso è di 2 settimane, poi ho guarigione spontanea: Scolo nasale: essudato trasparente poi denso e opaco Starnuti ↓ consumo di mangime - - ↑ la mortalità - Sintomatologia nei riproduttori: Lieve sintomatologia respiratoria - Calo nell’ovodeposizione (in media del 10- 20%) - Durata di 2-3 settimane, poi ripresa dell’ovodeposizione con uova decolorate con guscio assottigliato e fragile Assenti ripercussioni su fertilità e schiudibilità - Peritoniti ovariche: il materiale vitellino libero in peritoneo fa sì che questo si infetti. - NB: l’infezione sperimentale per via respiratoria non è in grado di indurre un calo dell’ovodeposizione, mentre per via parenterale sì. Queste osservazioni però tutt’oggi non sono ancora state spiegate. - LESIONI ANATOMOPATOLOGICHE - Vie aeree superiori: - Quadro infiammatorio delle prime vie respiratorie -> rinite, sinusite, tracheite catarrale, con essudato inizialmente sieroso, poi mucoso e in caso di sovrinfezioni muco- purulento. - Quando il quadro è già complicato ho forme respiratorie più profonde, con lesioni più o meno generalizzate a seconda dei patogeni. - Rare lesioni polmonari o coinvolgimento dei sacchi aerei (in assenza di infezioni secondarie). - - Lesioni anatomopatologiche nei riproduttori: Regressione ovarica Degenerazione a carico dell’ovidotto Dispersione di materiale vitellino in cavità addominale e peritonite ovarica LESIONI ISTOPATOLOGICHE - Se guardo la sezione di un turbinato in un tacchino normale si vede un epitelio cigliato dotato di ghiandole mucipare. - Nei turbinati nasali infetti invece si nota edema della sottomucosa con infiltrato infiammatorio linfocitario e deciliazione (cioè perdita di ciglia vibratili a livello di epitelio). - Ho disepitelizzazione ed essudato catarrale nel lume. - PATOGENESI Penetrazione attraverso le vie respiratorie. Replicazione in cellule cigliate degli epiteli respiratori delle cavità nasali, dei turbinati, dei seni infraorbitali e della trachea. - Nei giovani rimane localizzata alle prime vie respiratorie. - Negli adulti invece prende il circolo e raggiunge l’ovaio. Forse questa colonizzazione avviene grazie ai macrofagi infetti oppure con il beccaggio della cloaca da parte di altri soggetti. - - - SINDROME DELLA TESTA GONFIA (SHS) E’ una patologia polifattoriale: la sindrome è associata all’infezione da Pneumovirus aviare o Coronavirus della bronchite infettiva, ma è NECESSARIA la componente batterica (E. coli) che si impianta su quella virale. - Sperimentalmente poi si vede che la sintomatologia è più grave ancora se al Pneuomovirus si aggiunge anche Mycoplasma gallisepticum. - Il virus colpisce a tutte le età, ma soprattutto a 2-3 settimane -> forma respiratoria e calo dell’ovodeposizione -> scolo e gonfiore dei seni nasali. - SINTOMATOLOGIA Forme respiratorie più lievi rispetto al tacchino, a volte decorre in forma inapparente. - - Infezione da AMPV + E. coli -> sindrome della testa gonfia: sintomatologia respiratoria e ingrossamento del capo dovuto ad edema e infiltrazione infiammatoria di natura fibrino- granulomatosa nel sottocute. - Sono interessate le regioni perioculare, intermandibolare, nuca, collo e bargigli. - Grave depressione e sonnolenza. - In alcuni casi otite media e osteite a carico delle ossa craniche, con possibile interessamento di meningi ed encefalo -> sintomatologia nervosa (opistotono, disorientamento, atassia). Tengono la testa un po’ inclinata perché si ha coinvolgimento dell’orecchio medio (invaso dall’essudato) o delle meningi. - - Riproduttori e ovaiole: - Calo dell’ovodeposizione, decolorazione e assottigliamento del guscio delle uova prodotte. - Essudato caseoso ed edema nel sottocute e nella testa. - In realtà la testa gonfia non è dovuta all’edema ma a una vera e propria cellulite con suppurazione caseosa. NB: nei volatili l’essudato è dato da eterofili (con funzione di neutrofili) che formano un essudato con aspetto caseoso. - DIAGNOSI - LESIONI ANATOMOPATOLOGICHE Sintomi e lesioni non sono patognomonici, clinicamente la malattia può assomigliare a: Paramyxovirus -1 (ceppi lentogeni) -> no Influenza aviare a bassa patogenicità Infezioni da Mycoplasma gallisepticum Bronchite infettiva (pollo) E’ quindi necessaria la conferma dal laboratorio!!!! Diagnosi diretta: ISOLAMENTO VIRALE - Impresa non facile perché la clearance virale dura 1-2 settimane (il virus cioè persiste poco nell’ospite) e perché i sintomi clinici si rendono evidenti dopo il picco virale nei tessuti. - Bisogna fare i campionamenti degli animali sani del gruppo (soprattutto nel pollo in cui la SHS compare molto tardivamente rispetto all’infezione virale). - - Il momento di massimo titolo virale (picco virale) nei tessuti non coincide con il picco di sintomatologia clinica. E’ necessario quindi: - Campionare all’inizio della sintomatologia (i campioni si fanno a livello di fessura palatina fino alle cavità nasali e in faringe). - Fare un pool di campioni Concentrare la carica virale in volumi ridotti (si uniscono i tamponi in un unico terreno di coltura). - - Come substrati di 1° isolamento posso usare: Organo colture di anelli tracheali di embrioni di pollo (A e B). - Le organo colture di anelli tracheali o TOC sono sezioni di trachea prelevate da embrioni di 18- 21 gg di incubazione. Hanno spessore di 0,5 cm e vengono poi messe ognuna in una provetta con terreni di coltura MEM. Rimangono vive con battito cigliare attivo per 20 gg/ 1 mese. Se infette appare un blocco del battito ciliare (ciliostasi) dopo 4- 5 gg. - - Uova embrionate -> inoculazione nel sacco vitellino (A, B e C). Qualunque sia il substrato impiegato, l’isolamento di AMPV va confermato mediante RT- Pcr, IF o sieroneutralizzazione. - EVIDENZIAZIONE DEL VIRUS O DEL GENOMA - IMMUNOFLUORESCENZA: serve per identificare l’agente che ha dato ciliostasi. Si fa un’IF di una tracheocoltura. E’ colpito soprattutto l’orletto a spazzola. - - Dopo il 1° isolamento il virus può essere coltivato su colture cellulari VERO (poco A e B, soprattutto C). Dopo alcuni passaggi posso vedere l’effetto citopatico, evidente dopo 6 gg con la formazione di sincizi. Con questo metodo il virus può perdere alcune caratteristiche, come la virulenza: ecco perché si usa per produrre vaccini. - RT- Pcr: sensibile, specifica, rapida. Il virus è evidenziabile più a lungo. Sensibilità ancora maggiore se si usa la Pcr- real time. E’ un virus a RNA per cui prima di usare la Pcr è necessaria la retro trascrizione del genoma. Si può fare anche da tamponi lasciati asciugare per evitare le muffe che degradano l’RNA. Si usa soprattutto a seguito di coltura cellulare per identificare con certezza il virus (non è l’unico che dà sincizi). Vi sono numerosi protocolli nell’uso della Pcr- RT: - UNIVERSALE: riconosce tutti i tipi conosciuti (A, B, C e D), quindi è utile in una situazione epidemiologicamente non nota, perché nell’eventualità evidenzia sottotipi sconosciuti. - SOTTOTIPO SPECIFICO: è in grado di evidenziare un solo sottotipo. Per es. in America hanno solo il sottotipo C. - SOTTOTIPI SPECIFICI: evidenzia e distingue più sottotipi contemporaneamente. - - MULTIPLEX Pcr: la Pcr può essere universale, analoga o multiplex. Quest’ultima è usata in UE dove circolano sia sottotipi A che B (le rispettive proteine G hanno due dimensioni diverse). - Diagnosi indiretta: test sierologici. Servono per: - Evidenza dell’infezione (per i gruppi non vaccinati) - - Valutazione dell’immunità (per i gruppi vaccinati) Test disponibili: Siero neutralizzazione su TOC (organi tracheali) o colture cellulari ELISA rapido, è il test di prima scelta. Per evidenziare diversi Ab nel pozzetto avrà diversi tipi di Ag (A, B, C). - Kit con sottotipi A e B: evidenziano meglio gli Ab evocati con il rispettivo Ag (cioè evidenziano meglio gli Ab del virus omologo: A vs A o B vs B, che del virus eterologo: A vs B o C), però ci possono essere anche cross- reazioni. - Kit con sottotipo C: evidenzia solo Ab del virus omologo. - CONTROLLO: corretta gestione dell’allevamento. - Biosicurezza: però quando ci sono aree densamente popolate il virus facilmente endemizza. - Controllo delle condizioni ambientali: T°, ventilazione, densità, igiene … Evitare le infezioni secondarie: se già ci sono fare terapia antibiotica o antibatterica. PROFILASSI VACCINALE Vaccini vivi attenuati con passaggi seriali su uova embrionate, TOC o cellule. - Esistono vaccini per tutti e tre i sottotipi A, B, C. La protezione eterologa è buona ma l’analoga è ancora migliore. Somministrazione per via: Oculo- nasale Acqua da bere - Spray in incubatoio: è l’unica vaccinazione spray per i tacchini. Protegge per 70- 80 gg, infatti è a fine ciclo che si vedono dei focolai. Questo avviene per evoluzione dei ceppi di campo. In ogni caso non conviene fare richiami. Vaccini spenti - Si devono somministrare per via parenterale. Si fanno ai riproduttori (assieme ai vaccini vivi) per evitare il calo dell’ovodeposizione (immunità umorale). - Piani vaccinali : dipendono dall’indirizzo produttivo: - Vaccini vivi attenuati -> immunità locale sufficiente per proteggere da forme respiratorie. Vaccini vivi attenuati + spenti -> immunità umorale indispensabile per proteggere da cali della deposizione. E’ importante il sottotipo utilizzato? Per i sottotipi A e B, studi sperimentali suggeriscono che: - La protezione eterologa è buona (c’è cross- protezione fra i 2 sottotipi) La omologa può essere migliore - Tendenza alla rivirulentazione: i vaccini possono andare incontro a rivirulentazione. Se la vaccinazione non viene fatta bene (con ogni soggetto che ha ricevuto la giusta dose), i soggetti sono sensibili a retropassaggi del virus eliminato dagli altri soggetti -> manifestazione della patologia a 3 settimane. I più stabili sono quelli prodotti con metodiche biomolecolari (“cloni infettivi”). - - Assicurare dose piena di vaccino per soggetto. Sono in preparazione vaccini con tecniche biomolecolari più stabili. - - Tacchini: la vaccinazione è ormai applicata su amplissima scala. Tacchini da carne: impiego di un’unica somministrazione a 1 gg di vita, in incubatoio. - Essa, se ben praticata, dovrebbe essere sufficiente per una buona protezione che si basa soprattutto sull’immunità locale e non subisce l’interferenza degli Ab materni. In condizioni di notevole pressione infettiva ambientale si può fare una seconda somministrazione in allevamento fra la 2° e la 3° settimana di vita. Tacchini riproduttori: impiego di un vaccino inattivato dopo priming con uno o due vaccini vivi. I vaccini vivi attenuati vanno somministrati mediante instillazione oculo- congiuntivale o mediante spray a gocce grosse; fra questi due metodi il primo è preferibile poiché assicura che tutti gli animali assumano la dose dovuta. - Polli: X Boiler: si consiglia la vaccinazione solo se siano stati riscontrati focolai di SHS di importanza tale da giustificare economicamente l’intervento. Ci si avvale in questi casi di vaccini vivi attenuati somministrati in allevamento a 7- 10 gg o successivamente a seconda della situazione epidemiologica. - X Riproduttori e ovaiole: piani analoghi a quelli per i tacchini. BRONCHITE INFETTIVA E’ una malattia virale di grande importanza economica. E’ data da un Coronavirus. I Coronavirus del gruppo 3 comprendono i Coronavirus di interesse aviare e danno: Bronchite infettiva aviare Infezioni nel Fagiano Infezioni nel Tacchino La bronchite infettiva dà: - Una FORMA RESPIRATORIA, nei giovani Una FORMA RIPRODUTTIVA, nelle galline in deposizione Una FORMA DI NEFRITE/ NEFROSI (per via degli aspetti infiammatori e degenerativi nel rene), sostenuta solo da alcuni ceppi che colpiscono in particolar modo i giovani. Il Coronavirus della bronchite infettiva è detto IBV. Possiede delle proiezioni o SPIKES o peplomeri che si proiettano su tutta la superficie dell’envelope virale. Sono di dimensioni piuttosto importanti e conferiscono al virus l’ aspetto tale per cui è stato chiamato “corona”- virus. E’ un virus a RNAss, 27.000 nucleotidi ed è dotato di envelope. Codifica per 4 proteine strutturali e altre proteine non strutturali. Fra le proteine più importanti annoveriamo: - Proteina S (SPIKE), è la principale. Proteina M (MATRICE), si trova all’interno e nello spessore dell’envelope. Proteina N (NUCLEOCAPSIDE). Di queste proteine la più importante è la PROTEINA S o “SPIKE”, essa infatti è il principale immunogeno ed è la responsabile della variabilità antigenica. Gli spikes sono costituiti da 2 subunità: - S₂: aggancia lo spike all’envelope S₁: è la più esterna. Sulla superficie dello spike ci sono gli epitopi antigenici, che si concentrano soprattutto sulla sub unità S₁, che quindi è la parte più variabile di questo virus. Ci sono infatti diverse varianti antigeniche del virus della bronchite infettiva, sono dei veri e propri sierotipi. Negli anni sono state individuate circa 60 varianti antigeniche, che non hanno però cross- protezione fra loro. Fra le varianti più famose ci sono: - Varianti “storiche”: Massachussets, Connecticut, Australian T, Gray, Holte… Anni ’80: varianti olandesi (D207, D212…) Anni ’90: nefropatogeni belgi, ceppo inglese, ceppo italiano 624/1 … Anni 2000: ceppo Cinese QX, Italy 02…. L’emergenza di un nuovo sierotipo ha delle grosse ripercussioni sulla sanità animale, specie sull’efficacia delle vaccinazioni. Ci sono ceppi che hanno tropismo e antigenicità diversi. Metodi di classificazione: Per SIEROTIPI: basata su siero-neutralizzazione in vitro. E’ il metodo tradizionale. La sierotipizzazione è il principale metodo di classificazione. La SN si può fare su uova embrionate SPF o su colture cellulari, ma bisogna avere a disposizione degli Ab specifici dei sierotipi conosciuti, per cui questo metodo lo usano solo i laboratori specializzati che hanno gli Ab adeguati. Per GENOTIPI: con la Pcr si fa il sequenziamento dei geni che codificano per la proteina S. Il genotipo non sempre corrisponde al sierotipo (che è l’espressione fenotipica del genotipo), perché a volte basta una piccolissima modificazione a livello di genotipo e si determina un nuovo sierotipo. Adesso si tende a genotipizzare: si isola il virus con la Pcr, si fa il genotipo e da qui si ricava il sierotipo. Per PROTETTOTIPI: prove di cross- protezione in vivo importanti per i vaccini. Un protetto tipo è un gruppo di virus che in prove di cross-protezione in vivo, nell’animale, determinano fra loro una protezione crociata. Se diversi genotipi o sierotipi appartengono allo stesso protettotipo, questo è molto importante quando si va a pianificare una profilassi vaccinale (altrimenti per ogni sierotipo che emerge dovrei creare un nuovo vaccino, invece non è così). EPIDEMIOLOGIA Alcuni sierotipi come il Massachussets hanno diffusione mondiale, altri sono confinati in particolari aree geografiche. Fra i sierotipi attualmente presenti in Italia dal 1956 ricordiamo: 624/I - 793/B comparso negli anni ’90 in UK Italy 02 Recentemente è comparso un nuovo sierotipo: QX IBV, un ceppo Cinese. L’unico ospite è il POLLO. Il Fagiano in fatti è sensibile a un altro Coronavirus che è diverso. E’ un virus dotato di grande diffusibilità. La diffusione è veloce: - Nel gruppo (con aerosol e feci), gli animali infatti eliminano il virus attraverso escrezioni respiratorie e feci Fra capannoni (via aerea) PATOGENESI Il virus penetra per via respiratoria. 1° moltiplicazione nelle prime vie respiratorie (cavità nasali, turbinati, faringe, seni …) nel giro di 1-2 gg. Passa nel circolo sanguigno -> viremia. - Si localizza in: Reni Ovidutto - Intestino (sptt tonsille cecali) Borsa di Fabrizio Rimane in questi siti per mesi e vi si replica. Posso avere sovrinfezioni e nuovi sierotipi. E’ un’infezione sistemica!!! Oltre ai tamponi respiratori conviene campionare anche negli organi interni per isolare il virus, poiché esso rimane molto brevemente nei tessuti respiratori. FORMA RESPIRATORIA Sintomatologia: è molto grave nei soggetti giovani, di 1 mese. Animali febbricitanti, abbattuti, hanno freddo, si raggruppano sotto le madri artificiali Dispnea Tosse Scolo nasale Lacrimazione - Edema facciale e leggero rigonfiamento dei seni (all’interno della nittante c’è una ghiandola in cui il virus si replica molto) Se colpisce soggetti giovani senza difese immunitarie possiamo avere anche una mortalità, altrimenti in forme non complicate l’animale generalmente guarisce. Lesioni anatomo- patologiche: non sono patognomoniche. - Lesioni a bronchi e trachea Essudato catarrale fino a caseoso in trachea e bronchi - Morte per soffocamento nei soggetti giovanissimi senza immunità materna (si forma un tappo caseoso, cioè l’essudato caseoso solidifica e l’animale soffoca). Se non ci sono situazioni del genere la morte sopravviene per complicanze secondarie -> sovrinfezioni da E. Coli e Micoplasmi. Il virus della bronchite infettiva è anche alla base della Sindrome della testa gonfia. FORMA RIPRODUTTIVA La vedo se il virus penetra in un gruppo di galline in deposizione. Il virus penetra per via respiratoria, dà viremia, poi arriva a livello di ovaie e ovidutto. In particolare il target sono le CELLULE EPITELIALI DELL’OVIDUTTO. Ne consegue un calo dell’ovodeposizione e un peggioramento della qualità delle uova. Gli animali entrano in deposizione a 4 mesi (16 settimane). I ceppi commerciali leggeri entrano in deposizione a 4 mesi, gli altri a 5-6 mesi. La gallina depone per 1 anno poi si può scegliere se mandarla al macello o fare la muta forzata, ovvero si interrompe bruscamente la deposizione, l’animale si rimette in sesto e poi ricomincia a deporre per altri 6 mesi. Se però entra il virus posso avere un altissimo calo della deposizione, anche del 50%. In seguito nel giro di 1-2 mesi si ha una ripresa ma è molto lenta e magari non si torna mai a raggiungere il picco. Questo succede se il virus entra subito, all’inizio della curva. Se invece il virus entra più tardi la situazione è meno drammatica e il calo è del 20-40%. Le uova prodotte sono inoltre di qualità scadente, mostrano alterazioni esterne ed interne. Alterazioni esterne: - Depigmentazione (da rosate diventano bianche) - Forma alterata, per es. sono allungate Dimensioni alterate: troppo grandi o troppo piccole - Il guscio diventa rugoso, corrugato, con cerchiature Concrezioni calcaree sulla superficie Guscio più sottile Mancanza del guscio, uova in panno Alterazioni interne: - Maggiore fluidità dell’albume: la parte densa dell’albume si fluidifica Rottura delle calaze: questo ha delle ripercussioni anche sulla fertilità delle uova. Anche la membrana del sacco vitellino spesso si rompe e ho grumi di sangue. Lesioni anatomo-patologiche: Il virus replica nell’OVIDUTTO. L’ovidutto è composto da: Infundibulo, Magnum, Istmo, Utero, Camera calcigena. L’ovidutto è più piccolo (infundibulo e magnum sono assottigliati) e la funzionalità è alterata. Lesioni istopatologiche dell’ovidutto: le cilia vengono distrutte, il tessuto ghiandolare è sostituito da tessuto fibroso (ci si può quindi spiegare come mai la produttività non torna mai ai livelli attesi). L’ovaio invece è funzionante. Ho DEPOSIZIONE INTRAPERITONEALE: si hanno movimenti antiperistaltici che determinano il ritorno dell’uovo in cavità addominale. OVAIOLE SILENTI: se alcuni ceppi virali colpiscono le pollastrine in età molto giovane (1° settimana di vita), può succedere che il virus si vada a localizzare a livello dell’ovidutto e che vada a determinare alterazioni tali per cui l’ovidutto, man mano che l’animale cresce, non riesca a svilupparsi adeguatamente. Quando l’animale raggiunge la maturità sessuale questo ovidutto non sarà in grado di sostenere la formazione dell’uovo. Queste galline avranno ovaio funzionante ma ovidutto alterato, per cui ovulano ma depongono in cavità addominale e non depongono uova. Stanno male, hanno regressione ovarica e ovidutto cistico. L’ovidutto si presenterà assottigliato per tutta la sua lunghezza, soprattutto nel magnum, poi diventerà cistico, ripieno di liquido. L’animale presenterà addome rigonfio e una peculiare andatura a pinguino. Questo succede soprattutto negli animali che non hanno immunità materna per questo virus, per cui il ceppo li può infettare precocemente. FORMA DI NEFRITE/ NEFROSI Colpisce i boiler di 40-50 gg. E’ causata da alcune varianti: Gray, Holte, QX … Colpisce soprattutto soggetti giovani. Questi presentano lesioni renali: gli ureteri sono dilatati con all’interno materiale lattescente. Nei reni, che sono più chiari, si vede un disegno tubulare dovuto al deposito di urati all’interno dei dotti collettori e della struttura renale. Posso avere, oltre alle lesioni renali, forme di GOTTA VISCERALE: depositi di urati nel pericardio, nel peritoneo e nelle articolazioni. La mortalità è importante ma variabile a seconda di fattori condizionanti: Dieta iperproteica Freddo Gli animali hanno una fortissima perdita di liquidi, sono abbattuti, anoressici. Lesioni istopatologiche: Nefrite interstiziale Danno ai tubuli renali DIAGNOSI Le varie forme della bronchite infettiva non danno lesioni patognomoniche, è quindi necessaria la conferma dal laboratorio. Diagnosi diretta: prevede l’isolamento del virus e la sierotipizzazione. Isolamento virale su uova embrionate di pollo SPF o organo colture tracheali. RT- PCR. Campioni per l’isolamento virale: Se ho una forma respiratoria in fase acuta vado a campionare l’apparato respiratorio, ma poi il virus scompare da questa sede e raggiunge sedi interne: reni, intestino, tonsille cecali -> ottimi organi da campionare in fase cronica. X Inoculazione in uova embrionate di pollo SPF: si inocula dalla cavità allantoidea, poi osservo: - NANISMO e ACCARTOCCIAMENTO dell’embrione dopo 6-7 gg: non sempre determina queste lesioni al 1° passaggio, spesso è necessario più di un passaggio (cioè già a 4 gg prelevo il liquido allantoideo infetto anche se non vedo lesioni e lo inoculo in un’altra serie di uova, poi dopo una serie di passaggi ciechi vedo le lesioni). L’embrione presenta: - Nanismo (è la metà come dimensioni, praticamente naviga nel liquido allantoideo) Accartocciamento Piedi sul capo Sacco amniotico aderente il corpo - Piumino non sviluppato Persistenza del mesonefro Depositi di urati. X Isolamento su organo colture di anelli tracheali di embrioni di pollo: sono molto efficienti. Già al 1° passaggio il virus dà ciliostasi dopo 3-6 gg. Esso distrugge l’epitelio e le cilia -> è una ciliostasi più violenta di quella causata da Metapneumovirus. X RT-Pcr: sensibile e veloce (prima bisogna fare la retro trascrizione). Si può fare anche da tamponi respiratori a secco. La Pcr è usata soprattutto per la genotipizzazione. La più usata è quella che amplifica tratti del gene S che codifica per gli spikes (in genere si amplifica S₁, con primers per tutti i sierotipi conosciuti). Dopo il sequenziamento conosco subito il genotipo poi guardo a che sierotipo corrisponde. Sierotipizzazione: - Siero neutralizzazione: è importante se ho a che fare con nuove varianti, ma per farla devo avere a disposizione Ab monoclonali per ciascuna delle varianti conosciute, per cui la possono fare solo alcuni laboratori. Si fa su uova embrionate di pollo SPF o organocolture tracheali. - Inibizione dell’emoagglutinazione (HI): il virus di per sé non è emoagglutinante, ma lo si rende tale trattandolo con le fosfolipasi. Diagnosi indiretta: Sierologia (permette di evidenziare gli Ab sierici). - Test gruppo- specifici: ELISA e IF. Test sierotipo- specifici: SN o HI. Serve soprattutto per il monitoraggio delle vaccinazioni. CONTROLLO Corretta gestione dell’allevamento: possiamo ridurre le infezioni batteriche secondarie. - Biosicurezza (ma la BI è endemica) T°, ventilazione - Evitare le infezioni secondarie, terapia antibatterica. PROFILASSI VACCINALE Vaccini vivi attenuati con passaggi seriali su UE di pollo SPF. Si somministrano con spray in incubatoio, via oculo- nasale o acqua da bere. Ceppi virali: Massachussets o varianti belghe o olandesi. Vaccini spenti: si fanno su ovaiole e riproduttori prima che l’animale entri in deposizione, sempre associati a vaccini vivi prima. Si somministrano per via SC o IM. NB: a volte è sufficiente l’associazione di varianti già esistenti per ottenere protezione contro le varianti nuove. PIANI VACCINALI I piani vaccinali sono variabili a seconda di indirizzo produttivo e sierotipi prevalenti nell’area. Conviene vaccinare solo se la BI è presente nell’area e solo contro i sierotipi presenti in quella zona. Ceppi vaccinali e ceppi di campo possono ricombinarsi dando origine a nuove varianti e per di più si sospetta che ci sia rivirulentazione. Vaccini derivanti dal ceppo Massachussets danno migliore cross- protezione. Posso ottenere un ampliamento dello spettro di protezione abbinando più varianti: es. Mass + 793/B. Broilers: - Forma respiratoria: 2 somministrazioni di vaccino vivo attenuato a 1 gg e a 3 settimane di vita. - Ovaiole e riproduttori: 1 o 2 vivi attenuati (3 e 10 settimane) + 1 spento (prima dell’entrata in deposizione). Forma renale: 1 vivo attenuato + 1 spento. Prospettive future: L’eradicazione è impensabile, è necessaria una sorveglianza continua. Stanno proseguendo studi su nuovi vaccini bio- molecolari che conferiscano una protezione più ampia, cioè verso più varianti.