Approfondimento La fotosintesi più da vicino 120 Fase luminosa Consideriamo per prima cosa la natura e il funzionamento dei pigmenti fotosintetici, che sono il “cuore” dell’intero processo di fotosintesi. I pigmenti fotosintetici sono sostanze colorate le cui molecole sono in grado di assorbire energia luminosa e di trasferirla nei legami chimici di altre sostanze. I pigmenti in genere assorbono solo radiazioni luminose di determinate lunghezze d’onda e quindi di un dato colore: le altre radiazioni sono riflesse e sono quelle che conferiscono ai pigmenti il loro caratteristico colore: questo è soprattutto il verde nel caso della clorofilla, che assorbe in particolare il violetto e l’ultravioletto. Oltre alla clorofilla, che esiste in due tipi, detti a e b, nelle foglie sono presenti altri pigmenti “accessori” tra cui il β-carotene. La figura 1 riporta in forma di grafico la percentuale di luce assorbita nelle varie bande dello spettro luminoso dalla clorofilla e da β-carotene. Le molecole di pigmenti sono riunite in due tipi di complessi chiamati fotosistema I e fotosistema II; tra i pigmenti vi è un tipo speciale di clorofilla, detto centro di reazione, verso il quale vengono convogliate le radiazioni luminose raccolte dalle altre molecole. I due fotosistemi operano in modo integrato e simultaneo, pur svolgendo ruoli diversi. Quando i centri di reazione sono attivati, in seguito all’assorbimento di energia luminosa, le rispettive molecole di clorofilla rilasciano elettroni eccitati, cioè a un livello elevato di energia: questi elettroni sono raccolti da pigmenti accettori che li cedono a catene di trasportatori di elettroni, che hanno come componenti proteine dette citocromi: lungo queste catene gli elettroni perdono gradualmente la propria energia trasferendola alle molecole di citocromi; l’energia così raccolta viene utilizzata, nel fotosistema II, per la sintesi di ATP e nel fotosistema I per la sintesi di NADPH (fig. 2). Gli eventi della fase luminosa, come detto, si verificano simultaneamente, ma per semplicità partiremo da quelli che hanno luogo nel fotosistema II. Quando la luce colpisce il centro di reazione del fotosistema II, la clorofilla rilascia elettroni che sono catturati da un accettore di elettroni: si crea così un “buco elettronico” nella molecola di clorofilla, che viene prontamente colmato dagli elettroni provenienti 400 700 dalla scissione del l’acqua (fotolisi ): H2O ⇛ 1/2 O2 + 2H+ + 2e– Nel frattempo, l’accettore di elettroni cede a sua volta gli elettroni a una prima catena di trasporto, che utilizza l’energia liberata dagli elettroni (che passano a livelli energetici via via più bassi) per avviare la sintesi di ATP (da ADP + P) e quindi la conversione dell’iniziale energia luminosa in energia chimica disponibile per la cellula (il processo è noto come fotofosforilazione). Contemporaneamente all’attivazione del fotosistema II, anche il fotosistema I viene colpito dalla luce, che eccita la molecola di clorofilla del centro di reazione, facendole perdere elettroni: questi sono ceduti a un accettore di elettroni che li trasferisce a una seconda catena di trasporto. Il buco elettronico che si crea viene colmato dagli elettroni, ormai “scarichi” di energia, provenienti dal fotosistema II. Nel fotosistema I, gli elettroni, giunti al termine della catena di trasporto, sono ceduti a una molecola di NADP+ (NADP ossidato) che, combinandosi contemporaneamente con un protone H+ proveniente dalla dissociazione dell’acqua, si trasforma in NADPH (NADP ridotto): in pratica la molecola di NADPH si carica di energia chimica sotto forma di “potere riducente”. L’ATP e il NADPH sono gli “ingredienti” necessari affinché possano avvenire le reazioni della fase oscura della fotosintesi, che hanno il fine di convertire in carboidrati il CO2 prelevato dall’ambiente. Fig. 2. Schema Z della fase luminosa della fotosintesi. In questa fase vengono sintetizzate le molecole ad alta energia (ATP e NADPH) che nella fase successiva (fase oscura) serviranno per la sintesi degli zuccheri. P680 e P700 sono due pigmenti clorofilliani che hanno il massimo assorbimento rispettivamente, a 680 e a 700 nm. 21 2 © ISTITUTO ITALIANO EDIZIONI ATLAS 500 600 lunghezza d’onda (nanometri) 1 Approfondimento Fase oscura Le reazioni della fase oscura, o reazioni indipendenti dalla luce, si svolgono in soluzione, nello stroma del cloroplasto. Si tratta di una serie di processi ad andamento ciclico (ciclo di Calvin-Benson) al termine dei quali si riforma il composto di partenza (fig. 3).” Le reazioni della fase oscura rappresentano la parte dedicata alla “sintesi” del processo fotosintetico: l’ATP fornisce l’energia, il NADPH fornisce gli atomi di idrogeno e gli elettroni, il CO2 fornisce gli atomi di carbonio e di ossigeno occorrenti per costruire molecole di glucosio. A ogni “giro” del ciclo viene ridotta (“fissata”) una molecola di CO2: occorre perciò che il ciclo si compia 6 volte per assemblare i sei atomi di carbonio che costituiscono lo scheletro di una molecola di glucosio e quindi occorrono 6 molecole di CO2. Il ciclo comincia quando una molecola di CO2, dopo essere entrata in una foglia attraverso una delle aperture (stomi), penetra fino a raggiungere lo stroma di un cloroplasto: qui un enzima unisce l’atomo di carbonio del CO2 alla molecola di un composto con 5 atomi di carbonio, il ribulosio difosfato (o RuBP): come risultato di questo processo, detto fissazione del carbonio, si forma un composto intermedio a 6 atomi di carbonio, molto instabile, che si spezza subito in due molecole con 3 atomi di carbonio (acido fosfoglicerico, PGA). Ogni molecola di acido fosfoglicerico riceve un gruppo fosfato da un ATP e idrogeno da un NADPH e viene ridotta a una molecola altamente energetica di un altro composto con tre atomi di carbonio, la gliceraldeide-3-fosfato (G3P). La maggior parte delle molecole di G3P serve a rigenerare il ribulosio difosfato (RuBP) di partenza e mantenere il ciclo, mentre due molecole di G3P si uniscono per dare una molecola di glucosio (utilizzato come fonte di energia e per formare saccarosio, amido, cellulosa e altri prodotti utili per la sopravvivenza e la riproduzione della pianta, come lipidi e proteine). Bilancio netto del ciclo di Calvin-Benson. Per ogni 6 molecole di CO2 fissate si formano 12 molecole di gliceraldeide-3- fosfato (G3P), di cui 10 vengono riciclate, mentre 2 sono impiegate per la formazione di una molecola di glucosio; inoltre, sono utilizzate 18 molecole di ATP e 12 di NADPH (le corrispondenti molecole di ADP e NADP+ e i gruppi fosfato che si formano come sottoprodotti sono reimpiegati nelle reazioni della fase luminosa). 3 © ISTITUTO ITALIANO EDIZIONI ATLAS 2 Fig. 3. Schema semplificato delle reazioni che si svolgono nel ciclo di Calvin-Benson della fase oscura. Da notare che tra i prodotti si formano anche 6 molecole di acqua per ogni 6 molecole di CO2 iniziali, cioè per ogni molecola di glucosio che si ottiene alla fine.