CHIESA S. MARIA DEL SUFFRAGIO
RELAZIONE STORICO-ARTISTICA
(arch. Roberto Arpini)
La posa della prima pietra della Chiesa di S.Maria del Suffragio avvenne il 4
maggio 1659 a Montichiari (Bs), nella zona cinta da mura, situata a sera della
Rocca, denominata Castello.
La Chiesa fu pensata per la preghiera e le adunanze di una confraternita che si
dedicasse “al suffragio delle anime del Purgatorio” ricorrendo alla mediazione
della B.V. Maria.
Il 4 settembre i confratelli ottennero il riconoscimento ufficiale e l’aggregazione
all’Arciconfraternita eretta in Roma nella Chiesa di S.Biagio e di essa si
impegnarono ad osservare il regolamento.
L’edificio fu ultimato nel 1670 e per la costruzione furono impiegati in parte i sassi
raccolti nel fiume Chiese ed in parte quelli ricavati dagli edifici demoliti e dalle
mura del Borgo.
Il complesso monumentale è costituito da due grandi parallelepipedi che
emergono dal caseggiato circostante collegati fra loro dal piccolo corpo del
presbiterio. Monotono quello che racchiude la Chiesa con tetto a capanna; più
mosso quello dell’oratorio (oggi sede del museo risorgimentale comunale), con le
nove finestre delle tre facciate ed il tetto a piramide. Tra le due masse svetta
snello il campanile, costruito in epoca posteriore.
L’interno, volutamente sviluppato in altezza, è aggraziato. Il movimento
architettonico semplice e leggero, è costituito da tre archi longitudinali appoggiati
su sottili paraste e conchiusi all’estremità da riquadrature con nicchia.
Non si fa uso di capitelli e cornici, ma una semplice banda corre intorno a tutta la
Chiesa e separa il volto a botte della parete.
Fino al 1750 la Chiesa ebbe un unico altare internamente vuoto per accogliere
delle reliquie e sulla
mensa sovrastava una pala raffigurante la “Madonna
intercedente presso il Salvatore”, per coloro che si trovano in Purgatorio.
La pala non è giunta fino a noi e nel riquadro Mons. Quaranta ha fatto dipingere a
Vittorio Trainini un grande “Crocifisso” stretto al piede dal gruppo composto dalla
Madonna con San Giovanni e la Maddalena.
Nel 1760 sorse a monte l’altare dedicato a San Giovanni Neomuceno. La sua
statua (oggi andata persa) era inserita in una nicchia dentro la soasa ben
conservata dipinta a fresco da Pietro Scalvini. Affiancate alle due finte colonne
della soasa ci sono le Sante Lucia ed Apollonia, protettrici contro le malattie degli
occhi e dei denti, molto venerate a Montichiari.
Nello stesso periodo fu eretto anche l’altare a mezzodì, tutto in marmo con quattro
colonne a pieno tondo. Al centro un quadro rappresentava la “Madonna del
Caravaggio”.
Con la soppressione il quadro fu assegnato alla Chiesa di Borgosotto ed i marmi
dell’altare furono venduti intorno al 1930 agli abitanti di Sedena di Lonato per la
loro nuova Chiesa.
La confraternita cessò nel 1797 quando il governo provvisorio bresciano
soppresse tutti i monasteri e le confraternite laicali incamerandone i beni.
Con lo scoppio della prima guerra mondiale il Demanio revocò a se la Chiesa per
adibirla a magazzino militare. Dopo la guerra divenne magazzino per l’ammasso
del grano.
Nel 1941 si presentò la possibilità del recupero dal Demanio e Mons. Giovanni
Quaranta esortò il Comune a farne richiesta. Il Comune trattenne per se il coro per
adibirlo a museo e nel 1942 donò la Chiesa alla Parrocchia perché fosse restituita
al culto ed alla memoria dei morti, in particolare per i caduti nelle guerre.
Debitamente restaurata grazie al generoso concorso della popolazione fu
benedetta dal vescovo Mons. Tradici il 4 giugno 1944.
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Testi di riferimento:
Mons. Angelo Chiarini, “Le trenta Chiese di Montichiari ”