Cap. 5 I vulcani 5.1 Definizione di vulcano Si definisce vulcano una frattura profonda della superficie terrestre dalla quale fuoriesce magma; il nome deriva dall’isola di Vulcano, in Sicilia dove secondo i miti greci qui aveva la sua officine il Dio Vulcano. La tradizione vuole che qui fossero prodotte le folgori di Giove 5.2 Struttura di un vulcano Quello che noi chiamiamo comunemente vulcano è solo una parte di una struttura più complessa. Di un vulcano noi vediamo solo l’edificio vulcanico, ci sono nascoste alla vista tutte le altre sue parti ad eccezione del cratere se ci troviamo alla sommità dell’edificio vulcanico Le parti costituenti di un vulcano sono (Fig. 1): 1. Camera magmatica 2. Camino principale 3. Cratere 4. Edificio vulcanico 5. Condotti laterali 6. Bocche secondarie La camera magmatica, detta anche bacino o serbatoio magmatico è situata in genere a qualche chilometro di profondità, vi si raccoglie il magma proveniente dagli strati più profondi della crosta terrestre o dal mantello (fig. 2). Il camino o condotto vulcanico è la cavità attraverso la quale il magma risale verso la superficie. Il cratere è il punto in cui il condotto vulcanico incontra la superficie terrestre. 5.2.1 L’edificio vulcanico L’edificio vulcanico è la parte esterna del vulcano e si è formato attraverso l’accumulo dei materiali eruttati dal vulcano. Assume forme caratteristiche a seconda del tipo di eruzione a cui è soggetto il vulcano (fig. 3) 5.3 Eruzione vulcanica Per eruzione vulcanica si intende la fuoriuscita di magma (che al contatto con l’atmosfera perde i materiali gassosi e diventa lava) insieme a materiali solidi e gassosi dal cratere o dalle bocche secondarie. I materiali solidi possono essere ceneri, lapilli, bombe vulcaniche e xenoliti (blocchi rocciosi strappati dalla roccia e portati in superficie dal magma). 5.3.1 Cause delle eruzioni vulcaniche Quali sono le somiglianze fra il caffè fatto con una caffettiera moca e un’eruzione vulcanica? Il processo fisico è sostanzialmente simile: un aumento di pressione nel serbatoio che quando vince il peso dei materiali che vi si trovano li spinge verso l’alto. Il caffè esce perché nella caldaia viene messa l’acqua, il caffè nel filtro e il recipiente nella parte superiore. Quando mettiamo l’acqua sul fuoco la temperatura dell’acqua della caldaia aumenta e si produce vapore e contemporaneamente si riscalda l’aria presente nella caldaia; questo fa si che la pressione dei gas nella caldaia tenda ad aumentare. Quando il valore di questa pressione raggiunge le 1,5 atm ca. riesce a spingere l’acqua verso l’alto attraverso il filtro e fuoriesce il caffè (fig. 4). Per i vulcani è un po’ diverso ma le somiglianze non mancano in quanto, proprio come nella caffettiera, è la pressione dei gas accumulati nella camera magmatica che quando vincono il peso del magma causano un eruzione vulcanica. Ma in che modo vengono prodotti i gas? Adesso troviamo somiglianze con una bibita gasata stappata. Tutti vediamo che quando stappiamo una bottiglia di aranciata si producono bollicine. Queste si producono perché si verifica una diminuzione di pressione esterna e il liquido non può più trattenere i gas disciolti che vengono così liberati. (fig. 5) Il magma che riempie la camera magmatica proviene da zone più profonde e Fig. 1 Fig. 2 Fig. 3 Fig. 4 Fig. 5 dove si trovava sottoposto ad una pressione maggiore di quella presente nella camera magmatica perciò, proprio come una bibita gassata, subisce una de gassificazione (fig. 6). Per ragioni che non è opportuno trattare in una scuola media questo è accentuato da una diminuzione di temperatura e conseguente formazione di alcuni minerali. A noi basta sapere che si producono gas con un aumento di pressione proprio come nella caffettiera. Quando questa pressione è sufficiente a vincere il peso del magma quest’ultimo viene spinto attraverso il cammino vulcanico e si verifica una eruzione vulcanica (fig. 7) 5.3.2 Le fasi di un eruzione 1. Sintomi premonitori 2. Fase esplosiva 3. Fase effusiva 4. Fase quiescente 5.3.2.1 Sintomi premonitori Per sintomi premonitori si intendono tutti quei fenomeni che si verificano prima di una eruzione; questi consistono in: 1. aumento dell’attività sismica (sintomo di movimenti in profondità) 2. aumento dell’attività fumarolica 3. aumento della temperatura delle acque 5.3.2.1.1Rischio vulcanico e sismico La conoscenza esatta dei sintomi che preannunciano un’eruzione e l’esatta collocazione dei vulcani fanno si che il rischio vulcanico è più facilmente controllabile di quello sismico; tranne casi di imprudenze dovute alla curiosità degli escursionisti è difficile che i vulcani causino perdite di vite umane nei paesi occidentali. Questo non toglie che, occasionalmente, in altre zone non possano contarsi numerose vittime 5.3.2.2 La fase esplosiva La fase esplosiva è la fase iniziale di un’eruzione (fig. 8). Questa si verifica perché fra un’eruzione e l’altra si forma un tappo che ostruisce il camino vulcanico che non permette una tranquilla detassazione del magma. Quando la pressione dei gas è sufficientemente elevata il tappo salta e si origina una fase esplosiva dovuta alla violenta fuoriuscita dei gas misti a cenere e lapilli e bombe vulcaniche. 5.3.2.3 La fase effusiva La fase effusiva si caratterizza per la tranquilla fuoriuscita di lava dal cratere e la formazione delle classiche colate di lava che scendono dai fianchi del vulcano. In alcuni casi è possibile assistere al fenomeno delle fontane di lava. 5.3.2.4 Fase quiescente Fra un’eruzione e l’altra i vulcano si trova in una fase di quiescenza. È difficile distinguere fra un vulcano quiescente e uno estinto, cioè che non darà più origine ad eruzioni vulcaniche e una definizione rigorosa non esiste, questa è una delle possibili « si considerano quiescenti i vulcani il cui tempo di riposo attuale è inferiore al più lungo periodo di riposo registrato in precedenza». 5.3.2.4.1 … ma il Vulcano Laziale? È interessante notare come il Vulcano Laziale, cioè il complesso vulcanico che ospita i Laghi di Albano e di Meni non venga considerato estinto ma quiescente e nulla, a tutt’oggi, ci porta a pensare che possa essere estinto; per quel che ne sappiamo, in un futuro più o meno lontano, potrebbe anche riprendere la sua attività (fig. 9). 5.3.3 Eruzioni lineari e centrali Una eruzione si dice lineare quando l’attività vulcanica avviene attraverso una fessura nella roccia (Fig. 10); sono tipiche delle dorsali oceaniche e in superficie si vede soprattutto in Islanda. Si dicono centrali le eruzioni che avvengono attraverso il camino vulcanico e sono quelle che danno origine ad un apparato vulcanico (fig. 11). Fig. 6 Fig. 7 Fig. 8 Fig. 9 Vulcani attivi in Italia Fig. 10 Fig. 11 Fig. 12 5.4 Chimismo, attività vulcanica e tipo di vulcano La chimica dei magmi, il tipo di eruzione e la forma del vulcano sono fenomeni strettamente collegati. Un magma basico (povero di silice) da origine ad una tranquilla attività effusiva. Un magma intermedio (52% - 65% di silice) da origine ad un’attività con fasi esplosive a cui seguono fasi effusive. Un magma acido (> 65% di silice) è estremamente viscoso e origina protrusioni solide e fenomeni di nube ardente. 5.4.1 Vulcani a scudo Si formano quando la lava è basica e viene eruttata tranquillamente dando luogo a veri e propri torrenti di lava, per cui presentano una base molto ampia e i versanti sono poco inclinati, come i vulcani hawaiani (fig. 12). Sono di questo tipo anche i vulcani marziani (fig. 13) Fonte Gruppo Mineralogico Euganeo 5.4.2 Stratovulcano I vulcani che nelle loro eruzioni alternano efflussi lavici con prodotti piroclastici formano un edificio che prende il nome di vulcano strato o vulcano misto, come l'Etna, il Vesuvio e lo Stromboli (fig. 14). È il classico vulcano a forma di cono con la base relativamente stretta e i pendii abbastanza ripidi, questo perché la lava tende a ristagnare pressi dell'edificio. 5.4.3 Cono di cenere A volte si può avere un singolo episodio di attività esplosiva con l’espulsione di ceneri, lapilli e brandelli di lava che danno origine a un cono di scorie di modesta altezza con pendii ripidi. 5.4.4 Protrusioni solide Se le lave sono particolarmente acide e fredde solidificano nel condotto vulcanico prima di arrivare in superficie. I gas che si liberano durante la solidificazione spingono la lava solidificata verso l’alto a formare guglie e spine (fig. 15). A volte si ha una rottura dei fianchi del vulcano con formazione di nube ardente. 5.4.5 Le caldere A volte può capitare che l'emissione di lava sia così ingente da provocare uno svuotamento della camera magmatica e conseguente sprofondamento dell'edificio vulcanico, perciò si forma una caldera di sprofondamento (fig. 16 – 17). In seguito la caldera può essere riempita d'acqua, andando a formare un lago. Ne sono un esempio i laghi di Nemi e di Vico. Fonte Gruppo Mineralogico Euganeo. I Campi Flegrei si caratterizzano per l’elevato numero di caldere presenti (fig. 18). 5.5 La solidificazione delle lave La solidificazione delle lave può dare origine a forme caratteristiche 1. Lave a corda 2. Lave a blocchi coriacei 3. Basalti colonnari 4. Lave a cuscino Fonte wikipedia 5.5.1 Lave a corda Lave a corda, dette anche Pahoehoe (ossia "pietre su cui si può camminare") dalle popolazioni hawaiane. (fig. 19). Si tratta di lave molto basiche che scorrono a fiumi, uno strato sopra l'altro; la parte più superficiale solidifica, mentre gli strrati sottostanti, scorrendo, incurvano questa superficie che, per l’elevata temperatura, presenta un alto grado di plasticità. Solidificando, sono responsabili della forma dei cosiddetti vulcani a scudo. 5.5.2 Lave a blocchi coriacei Blocchi coriacei, detti anche lava AA (ossia "pietre su cui non si può camminare) dalle popolazioni hawaiane. Si tratta di lave basiche, ma meno rispetto a quelle a corda. Lo strato che raffreddando solidifica è più spesso e quelli sottostanti Fig. 13 Vulcano a scudo di Marte Fig. 14 Somma-Vesuvio Fig. 15 Fig. 16 Fig. 17 Fig. 18 invece di incurvarlo lo spezzano perché lo spessore ne abbassa la plasticità. (fig. 20) 5.5.3 Basalti colonnari I basalti colonnari si formano quando magmi basaltici, solidificando in condizioni ipoabissali (sotto la superficie a poca profondità), formano ampi prismi colonnari per contrazione termica della massa raffreddata, come quelli presenti in Islanda, nell'Irlanda del Nord e nei "neck" vulcanici portati allo scoperto dall'erosione in Sardegna, in Sicilia (Gole dell'Alcantara) e nel Veneto (come nella cava di Montecchio Maggiore). (fig. 21) 5.5.4 Lave a cuscino Ne abbiamo già parlato, si tratta di lava eruttata nelle profondità marine che assume la forma a cuscino a causa del rapido raffreddamento superficiale(fig. 22) 5.6 I fenomeni vulcanici più pericolosi Non sono le colate laviche i fenomeni più pericolosi per l’uomo, per quanto sia fluida la lava questa non può percorrere lunghe distanze in breve tempo, c’è quasi sempre il tempo sufficiente per mettersi in salvo. I fenomeni più pericolosi sono i fenomeni di nube ardente e di lahar per le velocità che ci sono in gioco (decine o centinaia di Km/h) (fig. 23) 5.6.1 Nube ardente Si definisce nube ardente il fenomeno della rapida discesa (fino a 300 Km/h) di materiale piroclastico costituito da ceneri e lapilli sospesi all’interno di una nube di gas ad alta temperatura (500 – 700° C) dovuta a fenomeni di diversa origine (rottura dei fianchi di un vulcano, interazione magma – falda freatica, collasso di una nube pliniana) 5.6.2 Lahar Col termine lahar si intende una colata di fango contenete materiali piroclastici che scende dai fianchi di un edificio vulcanico. La velocità della colata è strettamente collegata alla pendenza del vulcano. I meccanismi di formazione del lahar sono riconducibili a 3 processi principali: a) eruzione in un lago craterico o rilascio dell’acqua di un lago craterico per rottura delle pareti provocata dall’eruzione; b) fusione rapida di un significativo volume di neve e ghiaccio alla sommità del vulcano; c) mobilizzazione per forti piogge del materiale vulcanico incoerente depositato sui fianchi del vulcano. 5.7 Il vulcanismo secondario I vulcani quiescenti e addirittura alcuni vulcani estinti da poco non mancano di manifestare la loro presenza attraverso fenomeni di vulcanismo secondario. Questi si dividono essenzialmente in due gruppi: 1. Emissioni gassose 2. Emissioni di acque calde Entrambe caratterizzate dalla presenza di molti sali disciolti. 5.7.1 Emissioni gassose Fumarole, emissioni di vapore acqueo a temperatura elevata (fig. 25). Mofete, emissioni di diossido di carbonio, CO2, che, essendo più pesante dell'aria, ristagna al suolo (famosa in Italia la mofeta situata nella grotta del Cane, presso Agnano, Napoli). Solfatare, emissioni di composti gassosi dello zolfo; famosa è la solfatara di Pozzuoli. Soffioni, emissioni di vapore acqueo a elevata temperatura e pressione in forma di violenti getti, che possono essere sfruttati come forma di energia geotermica; famosi in Italia sono i soffioni boraciferi di Larderello, in Toscana (così chiamati per la presenza nei vapori anche di composti del boro) (fig. 26). 5.7.2 Emissioni di acque calde Geyser: tipo particolare di sorgente termale caratteristica di regioni vulcaniche Fig. 19 Fig. 20 Fig. 21 Fig. 22 Fig. 23 Fig. 24 Fig. 25 quiescenti. Consta di un’apertura del suolo, a forma di pozzo, contenente acqua, Fig. 26 generalmente di origine freatica, riscaldata a circa 100 °C; l’acqua, a intermittenza, viene lanciata in forma di getti violenti e altissimi e, ricadendo al suolo, lascia un deposito ricco di Sali. l’altezza del getto può superare i 400 m. Fig. 27 Le sorgenti termali, molto più comuni dei geyser, sono presenti in quasi tutti i distretti vulcanici; sono sorgenti di acque calde, di solito molto ricche di sali minerali da cui prendono il nome, spesso sono usate a scopi terapeutici ed estetici. 5.8 Il vulcano vicino casa: il Vulcano Laziale Ebbene si, anche se nessuno se ne accorge, abitiamo a 30 Km da un vulcano quiescente. Questo vulcano ha un nome e si chiama Vulcano Laziale e non dobbiamo andare lontano per trovare i suoi prodotti, a Cisterna di Latina troviamo depositi di pozzolana (fig. 27) e Borgo Podgora sorge su una colata lavica (fig. 28). Questo vulcano non è isolato ma si inserisce in una zona che negli ultimi 6 milioni di anni ha subito diversi episodi vulcanici e/o di intrusioni magmatiche con una migrazione da nord a sud (fig. 29). Fra i più importanti troviamo: 1. Monte Amiata (2 MY – 700 ky) 2. Complesso Vulsinico (600 – 110 ky) 3. Complesso Ciminico (1,3 My – 90 ky) 4. Complesso Sabatinico (500 – 40 ky) 5. Vulcano Laziale (600 – 5 ky)quiescente 6. Vulcano Roccamonfina (630 – 50 ky) 7. Arcipelago Pontino (4,5 My – 190 ky) 8. Ischia (150 ky – 711) quiescente 9. Campi Flegrei (50 ky – 415) quiescente 10. Vesuvio (30 ky – 69) quiescente Il complesso vulcanico dei Monti o Colli Albani, oggi denominati popolarmente i Castelli Romani (fig. 30) che sorge circa 15 km a sud di Roma è uno dei vulcani più grandi d'Italia, caratterizzato da un imponente edificio che tra i vulcani centrali è quello che ha il maggiore volume di lave e di piroclastici emesso (circa 297 km3) Il complesso vulcanico Albano è formato da un immensa caldera a forma di ferro di cavallo formatasi nella prima fase eruttiva caratterizzata da imponenti esplosioni e colate piroclastiche e laviche. L’edificio vulcanico più appariscente è Monte Cavo (fig. 31) la cui vetta sfiora i 1000 m ed è il punto più alto raggiunto dal vulcano ed è successivo alla formazione della caldera. È un tipico esempio di stratovulvano con alternanza di attività stromboliana, pliniana e hawaiana. A questo evento seguirono altri eventi esplosivi e d effusivi che portarono alla formazione di numerosi crateri due dei quali sono oggi occupati dai laghi di Albano e Nemi. Piccoli vulcani di scorie sono disposti a raggiera sia all'interno che all'esterno dell'edificio. (fig. 32) 5.8.1 Recente passato e futuro Fig. 28 Fig. 29 Fig.30 Fig. 31 Fig. 32 Esiste la seria possibilità che in un futuro l’attività del vulcano possa riprendere. L'ultima grande fase eruttiva dei Colli Albani è stata datata a circa 17.000 anni fa (con eventi minori più recenti a circa 5000 anni fa), e il vulcano ha avuto anche intervalli di riposo lunghi 45.000 anni tra una fase e quella successiva. Negli ultimi anni si e assistito ad un bradisismo negativo con movimenti verticali di 30 cm 5.8.2 Fra storia, scienza e leggenda Il prof. Funicello ha datato un livello di pomici a 5000 anni fa; nel 1870 furono scoperte alcune urne cinerarie datate al 1100 a. c. coperte da un livello di tufo; la morte e la distruzione della residenza di Allodio Silvio (re di Alba Longa) potrebbe essere dovuta all’attività sub-lacustre inoltre la storia della zona è ricca di leggende di pietre che cadono dal cielo. 5.8.3 Piovono pietre Al mito appartiene la descrizione di un’eruzione di lapilli del 614 a. c. secondo il racconto di Tito Livio « sconfitti i Sabini, quando la gloria del re Tullo Ostilio aveva raggiunto il suo culmine, venne annunciato al re e ai senatori che sul monte Albano stavano cadendo pietre». Vennero inviati dei messi e anche loro confermarono il fenomeno; per festeggiare il prodigio si sarebbero celebrati dei Novendiales. C’è da dire che a tutt’oggi non sono state trovate tracce di questi eventi. 5.8.4 CO2 e colate di fango Intense eruzioni di anidride carbonica sono alla base di forti oscillazioni del livello dei laghi fino alla tracimazione, un fenomeno molto frequente nel passato: sempre secondo l'equipe del Prof. Funiciello, questa è la genesi dei depositi di fango nella zona di Ciampino (fig. 33). Il susseguirsi di eruzioni di gas e delle conseguenti tracimazioni del lago hanno provocato la formazione di una numerosa serie di terribili colate di fango 5.8.5 Il rischio sismico Oggi, l’area vulcanica dei Colli Albani è soggetta a terremoti di discreta entità, superficiali, spesso occorsi in sciami sismici. Gli eventi principali sono:1806 (5.6), 1438 (5.4), 1899 (5.2), 1782 (5.0), 1800 (5.0), 1886 (5.0), 1927 (5.0). Si tratta quindi di una zona con rischio sismico 5,5 (il recente terremoto di Assisi) 5.8.6 L’emissione di gas nocivi Più che dai terremoti il pericolo viene dall’emissione di gas nocivi. Se alcuni gas si avvertono attraverso il caratteristico odore «uova marce per H2S, la CO2 e il radon sono del tutto inodori. Il radon si accumula nell’acqua delle fontane e all’interno dei luoghi chiusi il tutta l’area del vulcano laziale. La CO2 essendo più pesante dell’aria tende ad accumularsi sul fondo delle depressioni; spesso essa è stata causa di morte di animali (fig. 35). Qualche anno fa, assieme a 37 capi di bestiame è purtroppo deceduto anche un uomo Recentemente presso Fiumicino è apparso un vulcano di argilla, H2S e CO2 (fig. 34) e un altro è apparso in mare. Fig. 33 Fig. 33 Fig. 34 Fig.35 Fig. 36