Approfondimento Composizione mineralogica delle più comuni rocce magmatiche Tab. 2. Composizione mineralogica delle principali rocce magmatiche %SIO2 ROCCE INTRUSIVE acide SiO2 > 65% intermedie 52% < SiO2 < 65% basiche 45% < SiO2 < 52% ultrabasiche SiO2 < 45% ROCCE EFFUSIVE granito riolite diorite andesiti gabbro basalto peridotite manca il corrispondente effusivo 1 COMPOSIZIONE MINERALOGICA presenti in abbondanza quarzo, feldspato potassico (ortoclasio) e plagioclasi e, in quantità minori, miche e anfiboli presenti soprattutto plagioclasi, pirosseni e anfiboli, quasi del tutto assente quarzo presenti plagioclasio e molti minerali femici (pirosseni, anfiboli, olivina), assente il quarzo presenti solo minerali femici, (olivina e pirosseno) 2 Fig. 2. Rocce granitiche in Sardegna. Ora ci soffermiamo sulle più diffuse rocce magmatiche intrusive ed effusive (fig. 1). Rocce acide Sono rocce di colore chiaro (talvolta grigiastro o rosato), “leggere” (densità 2,5-2,8 g/cm3). Nella composizione mineralogica predominano quarzo, feldspato di potassio e plagioclasio sodico, mentre i minerali femici – biotite e anfibolo (orneblenda) – sono presenti in quantità modeste (indicativamente intorno al 10%). • Il granito, nelle sue numerose varietà, è la roccia intrusiva di gran lunga più diffusa nella crosta continentale, mentre è praticamente assente nella crosta oceanica. Ha struttura cristallina a grana grossa (“granito” deriva dal latino granum) e può esibire varie colorazioni. In Italia i graniti si estraggono principalmente nelle Alpi (famoso è il granito rosa di Baveno), nell’isola d’Elba e in Sardegna (fig. 2). I graniti, per la loro elevata resistenza meccanica, sono molto usati, così come lo erano nell’antichità, come pietre da costruzione (in particolare rivestimento di edifici e pavimentazione). • La riolite è comunemente nota anche come porfido (fig. 1a.2). Ha struttura microcristallina o porfirica, ma può assumere struttura vetrosa nelle ossidiane e struttura spugnosa e bollosa nelle pomici. In Italia la riolite si trova, oltre che nell’isola di Lipari, in Alto Adige, nei Colli Euganei e nella Maremma toscana. Rocce intermedie Sono caratterizzate da un rapporto all’incirca 1:1 tra minerali sialici (soprattutto plagioclasi, accanto piccole quantità di quarzo e K-feldspato) e femici (pirosseni e anfiboli). Hanno in genere colore grigio o verdastro. © ISTITUTO ITALIANO EDIZIONI ATLAS 1 Approfondimento • La diorite è la principale roccia intrusiva, con struttura cristallina a grana grossa e di colore grigio (fig. 1b.1). Masse dioritiche sono presenti in Italia in molti settori dell’arco alpino. • L’andesite è presente in abbondanza nelle catena vulcanica delle Ande (da cui prende il nome) (fig. 1b. 2). Rocce di grande pregio simili all’andesite, ma di origine geologica più antica, sono quelle note comunemente come porfido verde antico del Peloponneso e porfido rosso antico dell’Egitto, largamente usate nel passato come materiali ornamentali. Rocce basiche Sono composte essenzialmente, per oltre la metà, da minerali femici (con predominanza di pirosseni e olivina e per il resto da plagioclasio calcico (sialico). Il quarzo è assente. Hanno una colorazione generalmente scura (sui toni del verde, del grigio e del nero) e una densità maggiore delle rocce sialiche (2,9-3,1 g/cm3). • Il gabbro è la principale roccia intrusiva, con struttura olocristallina a grana grossa o media (fig. 1c.1). Non molto abbondante nella crosta continentale, il gabbro è presente in quantità più apprezzabili nella crosta oceanica. In Italia si ritrova nelle Alpi occidentali e nell’Appennino settentrionale. • Il basalto è la roccia effusiva più diffusa: è il costituente fondamentale della crosta oceanica (rappresenta il 40% in volume dell’intera crosta terrestre). Ha tessitura microcristallina o porfirica e colore dal verde scuro al nero (fig. 1c.2). Le lave basiche da cui deriva, grazie alla loro fluidità, possono anche formare colate di grande spessore, che talvolta si espandono su ampie superfici: si originano così vaste “coperture” basaltiche dette plateaux (il Deccan, in India, è rivestito da una copertura basaltica di circa 600 000 km2, grande il doppio dell’Italia). I basalti, nella fase di solidificazione, tendono a dividersi in prismi perpendicolari alla superficie di raffreddamento (fessurazione colonnare) (fig. 3). In Italia si trovano basalti in Sardegna, nei Monti Lessini, in Sicilia (nella zona dell’Etna) e nelle Eolie. I basalti sono utilizzati per pavimentazione stradale e nelle massicciate ferroviarie. Rocce ultrabasiche Sono composte essenzialmente da olivina (o peridoto) e pirosseni, cioè da minerali ricchi di ferro e magnesio. Hanno colore molto scuro, spesso tendente al verde per la presenza di olivina. La loro densità (maggiore di 3,1 g/cm3) è la più elevata tra le rocce magmatiche. • La peridotite è la più significativa roccia ultrabasica (fig. 4). È poco comune sia nella crosta continentale sia in quella oceanica. È invece il costituente fondamentale del mantello superiore. Dalla sua fusione parziale derivano i magmi basici. 3 4 Fig. 4. Un campione di peridotite. Fig. 3. Basalto colonnare (Scozia). © ISTITUTO ITALIANO EDIZIONI ATLAS 2