Progetto preliminare Collocamento degli affreschi di De Carolis all'interno del salone di palazzo del Podestà. Premessa Nel 1969 l'Amministrazione comunale decise di staccare gli affreschi di De Carolis, con il benestare di Cesare Gnudi, allora Soprintendente alle Gallerie e membro del Consiglio Superiore alle Belle Arti, in quanto dal soffitto cadevano parti dell'intonaco affrescato e frammenti delle cornici in gesso. All'inizio gli affreschi vennero staccati e rullati e messi nei locali del Museo Civico, poi, durante il suo rinnovamento, vennero portati nel laboratorio del restauratore (laboratorio di restauro Ottorino Nonfarmale) che aveva eseguito il distacco. Il laboratorio di restauro ha mantenuto conservati gli affreschi presso il suo laboratorio e negli anni '90 gli venne riconosciuto, da parte della Soprintendenza, un finanziamento per il deposito dei rulli che custodivano gli affreschi. La preoccupazione del noto restauratore è che le colle dopo anni tendono a ossidarsi e più passa il tempo, più diventa difficile il rivoltaggio , perchè si deve intervenire con gli enzimi. Dopo il distacco degli affreschi venne demolita la volta del salone e ricostruita. Successivamente venne montato un nuovo impianto di raffrescamento, con bocchette d'aria posizionate sul soffitto. Lo studio compiuto ultimamente dalle varie figure professionali competenti (restauratore, impiantista, strutturista. architetto) ha portato alla definizione di una ipotesi progettuale preliminare per ri-collocare gli affreschi nelle parti centrali del soffitto. Il salone del Podesta Palazzo del Podestà fu la prima sede del governo cittadino esercitato appunto dal Podestà e dai suoi giudici e ufficiali. Venne costruito nel XIII secolo a seguito dell'esproprio da parte del comune di un gruppo di edifici proprio per costruirvi le sedi pubbliche. Fin dall'inizio disponeva di una torre campanaria detta dell'arengo per chiamare a raccolta i cittadini in caso di eventi straordinari . Originariamente era stata costruita in legno poi nel 1259 venne costruita in muratura, dall'architetto Alberto di S. Pietro, l'architetto che aveva già realizzato la torre della cattedrale di S. Pietro. La torre è sorretta da 4 colonne al centro dell'edificio e i quattro pilastri angolari che sostengono la torre formano una volta a crociera detto 'Voltone del Podestà'. Nel 1453, su progetto di Aristotile Fioravanti venne rimodernata la facciata in stile rinascimentale, ma l'opera non venne compiuta. Al piano nobile l'ampio salone del Podestà, 61 mt x 14mt e alto circa 15 mt, fu utilizzato come teatro pubblico tra il XVI e XVIII secolo e in seguito come sala per il gioco del pallone. Nel primo decennio del XX secolo, a seguito di un concorso, venne conferito a Adolfo De Carolis l'incarico per affrescare il soffitto a volta del salone con episodi celebri della storia di Bologna. L'artista marchigiano, che aveva studiato all'accademia di Belle Arti di Bologna seguendo il corso di Domenico Ferri, era diventato famoso come illustratore delle opere di Gabriele D'Annunzio. Oltre a pittore era anche illustratore e xilografo. Nel 1903, grazie al rapporto d’amicizia con Giovanni Papini, venne introdotto nell’ambiente delle riviste artistico-letterarie fiorentine ed esegui' le incisioni per la testata fissa e le pagine interne del “Leonardo”, collaborando poi con “Il Regno” di Corradini, “Novissima” ed “Hermes” per la quale scrisse il fondamentale saggio l’Arte decorativa moderna (febbraio 1904) in cui precisava l’interesse maturato in quegli anni per l’unità delle arti, la decorazione e le arti applicate. A Bologna propose di riassumere in forma d'arte la storia e i fasti della città di Bologna in uno stile eclettico e aulico. I lavori iniziarono nel 1911 e proseguiranno oltre la morte dell'artista, nel 1928. L'affresco venne eseguito probabilmente su un supporto non adeguato, forse poco bagnato o forse con un impasto addizionato, comunque poco idoneo per recepire un affresco. L'ipotesi di progetto L'ipotesi progettuale ha dovuto ovviamente tenere conto dello stato di fatto dei luoghi. Si è pertanto presa in considerazione l'ipotesi di “appendere” gli affreschi, posti su appositi telai, a una certa distanza dal soffitto, in modo da garantire sia il funzionamento dell'impianto di climatizzazione, senza sconvolgere l'impiantistica già presente, sia da garantire la conservazione degli affreschi medesimi. Il supporto studiato per gli affreschi Lo studio per riportare nel luogo d'origine gli affreschi è stato compiuto dallo studio di restauro Ottorino Nonfarmale. Gli affreschi staccati vengono fissati a dei pannelli di supporto appositamente realizzati con listelli in alluminio incrociati e rivettati con una sezione di cm 3x2 e 2x2 cm, con distanza regolare di 13x13cm. Il perimetro è costituito da un profilato a U che contiene un listello in legno di abete che permette di fissare l'affresco con le 3 tele di rifodero mediante chiodatura con sellerine di 20 mm. Sul fronte del telaio quadrettato viene fissata mediante rivettatura una lastra forata in alluminio dello spessore di mm.1.5. Queste lastre consentono di dare rigidità al telaio e a mantenere in perfetta aderenza l'affresco. Sulle fodere retrostanti fatte aderire con resina e caseato di calcio, verrà applicato un foglio di polistirolo espanso dello spessore di 2 mm. Con resina vinilica, garantendone la reversibilità. L'applicazione definitiva al supporto in alluminio avviene a terra, colando nei vari riquadri del telaio resina epossidica addensata con quarzite ventilata che andrà a fissare perfettamente il telaio all'affresco foderato. Le opere hanno dimensioni diverse: Il mondo Antico, il Cristianesimo, i Comuni, la Rinascita, misurano 4,20x6,50 mentre ilReno e il Savena misurano 2,10x3,40, infine l'alma Mater è di forma ottagonale e misura 4,20x4,20. Il peso stimato di queste opere è di circa 10 Kg/mq. Verifica di funzionamento dell'impianto di raffrescamento L'ipotesi di ri-collocamento degli affreschi di De Carolis, tramite una struttura appesa in alluminio agganciata alla struttura portante del coperto, è stata sottoposta al parere degli impiantisti (lo studio Eta Beta) per avere garanzie e suggerimenti sul corretto posizionamento dei pannelli in alluminio. La verifica ha portato alle seguenti conclusioni: Per cercare di evitare il rischio che al centro della sala, nella parte alta, vi sia un effetto di ristagno d'aria, poco controllabile a livello di umidità e temperatura, è necessario che i pannelli non siano continui ma interrotti almeno in 4 punti, in modo che l'aria venga richiamata alle riprese in diversi punti della sala e non soltanto nelle due testate. E' consigliabile inoltre posizionare dei sensori per il monitoraggio dell'effettiva qualità dell'aria nella parte alta della sala, in condizioni di esercizio e affollamento della sala stessa e , qualora il rischio di eccessiva umidità si verificasse, prevedere soluzioni di limitazione dell'affollamento massimo dei locali. (si veda conclusioni allegato 1). Verifica statica L'ingegnere strutturista ha infine verificato la fattibilità di appendimento dei pannelli alla struttura del coperto. La copertura del palazzo del podestà è composta da capriate in legno disposte trasversalmente, alla facciata principale su Piazza Maggiore, formanti un tetto a padiglione. La sala principale presenta un controsoffitto in arellato a volte a vela con lunette trasversali sulle finestre. Il controsoffitto realizzato nel 1923, ed è appeso a delle capriate metalliche (dette “centine centrali” e “centine perimetrali”) vincolate alle murature perimetrali, in modo da non caricare le capriate in legno della copertura. Le capriate metalliche, sono state dimensionate per dei carichi stimati all'epoca della loro costruzione, che vengono scaricati sulle murature perimetrali. Si prevede di appendere 7 pannelli orizzontali di alluminio e legno su cui sono stati incollati altrettanti affreschi asportati dal palazzo podestà dal restauratore autorizzato. La distinta dei pannelli decorati è stata fornita dal restauratore, completa dei pesi e delle dimensioni. Al fine di poter appendere i pannelli decorati alle capriate metalliche, si è calcolato lo stato tensionale nelle singole aste determinato dai nuovi carichi, e si sono verificate le sezioni resistenti, soggette ai carichi totali (esistenti e futuri). I nuovi pannelli applicano in due nodi della capriata tipica un carico di 4,5 KN, determinato dal peso del pannello più peso. Il calcolo effettuato, dimostra che è necessario rinforzare le singole aste delle “centine” con piatti metallici saldati in opera alle sezioni delle aste esistenti. Dal punto di vista normativo l'intervento viene definito come miglioramento sismico, da autorizzare in base alla LR 19/2008 dalla STC in materia sismica del Comune di Bologna. In sostanza si dimostra che l'incremento di carico previsto, sulle murature perimetrali, ha un effetto stabilizzante nei confronti del ribaltamento delle stesse fuori dal piano (vulnerabilità di primo modo) rispetto all'azione sismica. Dopo aver rinforzato le capriate si provvederà ad eseguire alcune prove di carico, per testare l'efficienza dei rinforzi. Disegno costruttivo della “centina centrale” Schema statico schema dei rinforzi delle aste della capriata tipica Conclusioni Considerate le diverse modifiche che sono intervenute all'interno del salone del Podestà nell'arco di un secolo, si ritiene che questo progetto possa essere un tassello importante per la storia artistica di Bologna. La ri-collocazione degli affresci potrebbe essere l'occasione per approfondire gli studi su De Carolis e per portare a Bologna una mostra a lui dedicata. In allegato: foto del salone schema di distribuzione dei pannelli a soffitto La responsabile U.I. Edilizia e Ambiti Urbani Storico Monumentali arch. Manuela Faustini Fustini