Quaderni d`italianistica : revue officielle de la Société canadienne

VICO LETTORE DI DANTE
MASSIMO VERDICCHIO
Riassunto:
ha
La molta discussa questione
una
visto la critica favorire
del rapporto tra
Dante
Dante come uno
lettura di
e Vico,
che
dei primi poeti
vichiani subordinato alla maggiore filosofìa di Vico viene qui ripresa in
esame
e decisa nei termini di
una distinzione
questa prospettiva diventa facile vedere
sia
simbolica
umano ma,
come
del concetto di errore.
Da
concezione dantesca non
la
quella dei generi fantastici dei primi poeti del genere
verum factum, su cui
si
fonda
si
l'errore di
ogni rappresenquella vichiana
la possibilità di scienza, e
ogni lettore di fare e accertare per
una concezione simbolica,
e
Dante
può prospettare che
contrario, costituisca per
al
tazione poetica. In questi termini
del
come
sé la
garantisce ad
propria scienza, implichi invece
quindi una forma concettuale più regressiva
e primitiva rispetto a quella dantesca.
Non
molto
è stato scritto su
Dante
La
e Vico.
letteratura critica
più che altro su quello che Vico stesso ha scritto su Dante che per
gior parte è
un
delle ragioni
elogio della sublime poesia del
Aldo Vallone-,
contributi di
sul
Dante. Gli interventi
stabiliscono tra
Scienza nuova
le
critici
la
i
i
si
opere dei due
come un'opera
298).
De
Cambon\
che non
il
c'è
La paucità di
molto da
dire
suo entusiasmo per
variano anche a secondo dei paragoni che
De
autori.
dantesca e
la
Sanctis vede
all'età
si
Sanctis, per esempio, vede la
definisce
come "una
selva della terra', per
va realizzando tra via sino
filosofia" (SEI,
Glauco
al fatto
posizione di Vico e
Divina commedia, che dalla 'gran
sensibile,
De
Sanctis^ è tra
e quello di
che riassumere
oltre
mag-
contemporanei vogliamo ricordare
dovuta, con molta probabilità,
tema
De
i
la
poeta ed un elenco
perché bisogna ancora leggerlo. Francesco
primi a scrivere sull'argomento. Tra
scritti è
sommo
basa
si
umana
un paragone
1'
specie di
inferno del puro
della riflessione o della
tra le
due opere non solo
testo
come
dantesca di Vico." D'ora in avanti, citato nel testo
come
Sanctis. Storia della letteratura italiana.
D'ora in avanti, citato nel
SLI.
^Vallone. "La
'lettura'
LDV.
-^Cambon. "Vico and Dante." D'ora
Quaderni
d'italianistica.
in avanti, citato nel testo
Volume XXVIII, No.
2,
come VD.
2007, 103
Massimo Verdicchio
per
la
mole
loro
e ricchezza in
Dante
come un
è visto
ma anche e soprattutto
erudizione
impegno morale e gnoseologico.
Il
trapasso dall'Inferno
passaggio da un'epoca di barbarie
ragione o della filosofìa. La Scienza nuova
una
che
sintesi
È
si
un nuovo
apre verso
sato e apre l'avvenire, tutta ancora
la
loro
trionfo della
al
Commedia
di
Dante,
vasta sintesi, che riassume
la
ingombra
il
pas-
domi-
di vecchi frantumi,
da uno spirito nuovo (SLI, 298).
nati
Il
come
il
avvenire.
Divina commedia della scienza,
la
è,
per
Paradiso in
al
paragone indica più di un semplice confronto con l'opera vichiana.
De
Sanctis vuole anche suggerire che quella di Vico è un'opera fantastica
che
fa
per
scienza quello che
la
Irta di
Dante aveva
fatto per la poesia.
meno
forme, di miti, di etimologie, di simboli, di allegorie, e non
grande che quella; pregna di presentimenti, di divinazioni, d'idee scientifiche, di veri e di scoperte; opera di
una fantasia
fdosofico e fortificata dall'erudizione, che
mio
lazione (SLI, 298,
De
Per
Sanctis, la Scienza
Per
filosofico e
De
come
'lettura'
titolo,
una grande
rive-
né quella
è un'opera di scienza,
come un'opera
anche
filosofica,
anche
se di
se
non ben
contenuto
come nel caso di Dante l'opera sembra il
Quindi, come Dante, quella di Vico è un'opera
pieno di erudizione, e
poetica che ha
il
nuova non
Sanctis, è un'opera di fantasia,
frutto di "una rivelazione".
"La
concitata dall'ingegno
tutta l'aria di
corsivo).
che poi Benedetto Croce vedrà
riuscita.
ha
a
soggetto
la scienza.
Dantesca di Vico"
commentare
l'interpretazione di
Vico
il
si
di
giudizio
Aldo Vallone
di
si
Vico su Dante.
apre su due versanti.
Il
come
limita,
primo
indica
Per Vallone,
investe
il
poema
stesso, "l'una è all'interno della dottrina, espressa e diffusa nella Scienza
nuova, per cui Dante
(e
voce e dimostrazione del
idee"
(LDV, 109).
Il
non solamente Dante) diviene oggettivamente
modo
di intendere la storia nel
secondo confronta
poesia del suo tempo.
Il
la critica
grande ciclo delle
dantesca e
i
teorici della
suo giudizio, in conclusione, è che "Vico fa parte
per se stesso" (LDV, 109), impervio ad ogni corrente critica che lo ha pre-
ceduto
e lo
ha seguito.
Invece è lo studioso Glauco
del rapporto tra
Vico
e
Cambon
Dante per
cui
ci
a fornire
Dante's intellectual development and that of Vico"
Cambon
a
fondo
e
ci
sono ampi
paralleli tra le
vede un paragone anche
tra
due opere
i
due
— 104 —
una
sono "striking
lettura più serrata
parallels
(VD,
29).
ma Cambon
between
Anche per
va ancora più
autori, tra "the "errors" of Vico's
Vico LETTORE
DaNTE
DI
"pensive youth" and "Dante's straying from the 'right path'" durante gh
anni
tra la Vita
rallelo nel loro
in contrasto
Nuova
Convivio (VD, 23).
differenze.
vede questa come
denza Vichiana
è,
ambedue, che furono
solitari
who
...
vede anche un pa-
quarelled so
much
times"(VD, 23).
Convinto che
"una forza divina che interviene negli
Cambon
Cambon
loro tempi, "solitary w^riters
i
Ci sono però
ria
il
sviluppo intellettuale, scrittori
con
with their respective
di
e
la
il
poema Dantesco
affari degli
differenza maggiore tra
una "metafora" per
invece, solo
dell'uomo come fattore del proprio
mondo
la
i
il
frutto
uomini"(VD,
due dove
la
23),
Provvi-
sua idea rivoluziona-
quindi
e
sia
è a
conoscenza
della propria storia.
Dante's conception involves a divine force intervening in
from above and, on occasion, through
miracles.
human
affairs
Dante would have found
impossible to accept Vico's revolutionary statement that man makes his
own world in history, indeed makes himself in the process, and can
therefore know the relevant laws from the 'modifications' of his own
mind (VD, 23-24).
it
In questi termini
Dante
e
Vico non potevano
essere più diversi.
è tutto preso dalla sua fede trascendentale, mentre Vico è
il
Dante
rivoluzionario
proto-marxista distruttore di miti: "Vico's proto-Marxist reduction of
myths
to the
merely
human and
social
element
is
transcendent faith" (VD, 24). L'opera di Dante e Dante appartengono
mondo
mito
mentre Vico
del mito,
e della trascendenza e
e la
sua opera hanno superato
sono immersi nella
all
the reverse of Dante's
al
lo stadio del
attività pratica della scien-
za e del sociale.
Nonostante questa differenza abbastanza
sono
affinità tra
concepire
e nella
il
due autori soprattutto
i
mondo, "Vico,
maniera
like
24).
Le
Cambon,
nella concretezza del loro
modo
ci
di
umana da
passione a epifania. "A
pattern underlies the philosophical dialectic of the
mature Vico and the poetico-theological
(VD,
per
Dante, thinks in concrete terms"(VD, 24),
di concepire la tragedia
common dynamic
radicale,
tre fasi
dialectic
of the mature Dante"
archetipe di coscienza ed esistenza sono per
Cambon
"the secularized versions of hell (unthinking passion), purgatory (the suffering that enlightens),
Nonostante
sono
Vico
tali
e
le
che fanno
and paradise (pure vision of being)" (VD, 24).
differenze che
sì
si
è detto, questi paralleli per
Vico come un commentario
crede che oltre
al
Cambon
che Dante possa essere visto come un'illustrazione di
"poetical gift" di
prosa della sua Scienza nuova,
la
dell'autenticità di Dante.
Vico
,
maggiore
— 105 —
che però
si
affinità tra
Cambon
esprime meglio nella
i
due
risieda nell'aver
Massimo Verdicchio
La tensione creata da
stabilito un'incompatibilità tra filosofìa e poesia.
questa polarità
non
ma, secondo Cambon,
solo informa l'opera vichiana
permette a Vico di rivivere
visione Dantesca nei propri termini.
la
Questo
perché ognuno dei due autori, nel proprio ambito culturale, riesce ad
umana. "The poem of
rare gli archetipi dell'esperienza
New
read as an allegory of civilization; conversely, the
affer-
salvation can be
Science
itself
\s
such
poem, divested of the supernatural aspects that had to go into the makdue
ing of the Divine Comedy' (VD, 25). Cambon trova paralleli tra
a
i
un pò dovunque
autori
Italian
is
e tra le
due
opere, e finanche nella lingua: "Vico's
its
grafting of Latinisms onto a strongly
not unlike Dante's in
idiomatic stock" (VD, 26). Questa affinità è
era detta la
continuità. L'aldilà di
'Dante's
da superare quella che
tale
Dante diventa
beyond has become
What
così la realtà della Scienza nuova:
Vico's here
and now" (VD, 27).
an irony, that right there (axiom LIII,
218) he should have
par.
declared poetry and philosophy mutually incompatible; for
very polarity
Secondo Cambon,
on
own
his
was
this
degnità LUI, che stabilisce
la
nel Convivio aveva dichiarato
era ritornato
suo amore per
il
al
to
terms (VD, 28).
la
differenza tra sen-
tenze poetiche e sentenze filosofiche, caratterizza anche l'opera di
Commedia
it
which tensed the sinews of his writing and enabled him
relive Dante's vision
nella
si
loro diversità che invece di una differenza, ne stabilisce una
Donna
la
Dante che
Filosofia
suo primo amore. Beatrice,
ma
poi
e alla poesia. In
questo modo. Dante rientra perfettamente nei parametri segnati da Vico di
una netta distinzione
due autori
e le
tra poesia e filosofia, e
ma
due opere,
quindi di una distinzione tra
anche di una continuità, proprio
come
i
nella
scienza di Vico esiste differenza e continuità tra poesia e filosofia.
La
lettura di
Cambon propone
rapporto tra Dante e Vico.
che rappresenta un
la di
Vico, per cui
ità tra le
la
momento
le
se la distinzione
si
la stessa,
tratta,
dopotutto, di due
modi
Dante
sia in
Vico
mezzo
filosofia
implica sempre
caso in Vico dove
il
la
per
la
su cui analizzare
Dante che
poesia,
parallelo, però, rivela
l'altra.
il
il
in quel-
mentre Vico
modo
di
una
a favore dell'al-
di concepire
il
diversi di rappresentazione per
l'errore.
risoluzione di
lascia
una contraddizione.
processo è inverso. Esiste una dif-
L'abbandono
implica una differenza qualitativa nel
c'è di
critici
rapporto tra poesia e filosofìa
rassomigliano nella differenza e continu-
la filosofìa
Questo
sembra
ferenza gnoseologica tra l'una e
tra
il
cardinale sia nell'opera di
due opere
la filosofìa.
molti spunti
più notevole è
due. Dante abbandona
poesia per
Anche
Il
L'abbandono
un
errore.
mito degli antichi poeti
— 106 —
è
un
mondo.
della poesia
Questo
è
Si
cui, sia in
o della
certamente
il
errore che viene risolto
Vico lettore
Dante
di
come vedremo. In Dante,
come vuole Cambon, anche in
nella più perfetta filosofìa della Scienza nuova,
ammettendo per
che
ipotesi
le
cose stiano
questo caso l'abbandono della fìlosofìa per
la
poesia
si
basa su di una scelta
gnoseologica, anche se trascendentale. Se Dante sceglie
sebbene
filosofìa, e
esista
una continuità
due opere,
qualitativa tra le
come conclude Cambon.
biliti
Cambon
da
una
di
e
abbiamo una
tra loro,
non più un
a fìlosofìa,
una
è
al
regressione.
differenza
Se leggiamo questa differenza nei parametri sta-
differenza tra
le
rapporto tra poesia e
come vuole
la
o una rassomiglianza,
parallelo
due opere, dove quella
trascendentale mentre quella di Vico è proto-marxista,
cludere, rispetto
poesia e Vico
la
che
fìlosofìa,
il
si
Dante
di
è
dovrebbe con-
passaggio da poesia
Vico, è un salto qualitativo, mentre quello di Dante
Comunque
bisognerà esaminare più in
là la validità di
questa conclusione.
De
alla
i
Cambon
Sanctis, Vallone e
apportano un contributo importante
questione del rapporto tra Dante e Vico, seppure diverso. In ogni caso,
critici
insistono su di
differenze. Per
De
un
parallelismo tra
Per
opere, perché
Cambon,
una
due opere anche
Sanctis, e per Vallone, l'opera di
Dante, un'opera fantastica anche
fìlosofìa.
le
c'è
non
se
solo
Vico
è
una differenza
porta a una contraddizione. Prima di esaminare
di
quella di
le
ma
anche un
come
due opere
lettera del
si
paralle-
è detto,
in vista delle
vogliamo passare a quello che Vico
Dante, in due luoghi e prima in una
due
qualitativa tra le
lo nella differenza e continuità tra poesia e fìlosofìa che,
critici
come
da
all'impronta della scienza e della
è metafìsica l'altra è rivoluzionaria,
conclusioni di questi
se limitato
stesso scrive
25 dicembre 1725
a
Gherardo degli Angioli, "sopra l'indole della vera poesia,"'^ e poi in "Discoverta del Vero Dante,"?
un
saggio di incerta data scritto intorno
Nella lettera all'Angioli,
Vico
scrive di aver
al
1732.
molto apprezzato
le
sue
poesie che ha giudicato "con l'aspetto de' Principi della Poesia da noi ulti-
matamente
scoverti col
Nazioni' (315).
la
poesia
litica
si
Ma
lume
Vico
si
della Scienza
nuova d'intorno
lamenta che nei tempi
le
umani" (GA, 314). Questa
immaginazione che
si
è
una
filosofìa ana-
come "madre
di tutti gli
una poesia alimentata da una
forte
serve di figure retoriche che imitano e rappresentano
Vico, "Lettera a Gherardo degli Angioli". D'ora in avanti citato nel esto
GA.
-'Vico, "Discoverta del
delle
facoltà dell'animo", ed in particolare
quella dell'immaginazione che viene condannata
errori
Natura
in cui l'Angioli scrive,
è "troppo irrigidita dalla severità dei criteri" di
che "professa ammortire tutte
alla
Vero Dante," 950-53.
— 107 —
come
Massimo Verdicchio
cose che
le
sentono vivamente,
si
trasporti, fa sua regola
i
costumi,
sentirli"
quale non sa spiegarsi che per
"la
giudizio de' sensi, ed imita e pigne
il
con un fortemente immaginarli,
gli affetti
e
vivo
al
quindi vivamente
(GA, 314). Una simile poesia ha nutrito Dante che
Angioli ha apprezzato diversamente dai suoi coetanei
le cose,
ai
lo stesso
Dante
quali
era
apparso "incolto e ruvido":
compiacete
vi
di
Dante, contro
e voi
corso naturale de' giovani,
il
sangue che ride loro nelle vene,
dilettano di
si
con un gusto austero innanzi
alle fantasie delicate di
gli
fiori,
i
quali, per lo bel
d'acconcezze, d'amenità;
anni gustate di quel divino poeta, che
oggidì sembra incolto e ruvido anzi che no (GA, 316).
All'Angioli che Vico stima esser "nato a pensar poetico". Vico ora spie-
ga chi fosse Dante e che cosa "fece gran poeta Dante"(GA, 317). Vico
innanzitutto, perno sull'epoca delle barbarie in cui
continue e sanguinose lotte
nelle selve,
o nella
mancanza
menti che per
le
città
come
di
uomini dovevano menar
lingue" in
un
(GA, 317). In questa condizione
comunicazione ("nulla
e
poco
tra loro,
streme necessità della vita comunicando"),
("somma povertà
lingue
selve"
la
fa,
Le
agli
la vita
incivile
o non
altri-
penuria delle
di parlari"), e finanche "la confusione di tante
dove era ritornato
Italia
e visse.
collocano Dante
tra Guelfi e Ghibellini
albori della società civile, "per le quali gli
vigeva una
Dante nacque
caos, "quella della gran torre di
il
Babilonia" (GA, 317). In questo stato di barbarie e di "inestinguibili odi",
Vico suppone che
uomini prima
dovettero ritornare
gli Italiani
alla
"lingua muta" e che
gli
di parlare in "lingue articolate" "dovettero spiegarsi a guisa di
non regna una lingua propria ("articolasegni, come muti, che hanno un rapporto
mutoli". In questa situazione dove
uomini
ta") gli
naturale con
delle cose
si
esprimono
"per
le idee:
in
atti
i
o corpi aventino naturali rapporti
che volevan esse significare" (GA, 317).
("favella poetica") nasce
quando
Per opera della Provvidenza,
Chiesa
"si
(GA, 317).
racconta Vico,
Così
i
sacerdoti erano
"i
ebbero come consiglieri vescovi ed esponenti
che
ci
318).
al
genere
umano
esterminasse" con l'ausilio della religione e
"latina".
...
appresso di parole vocali debbono aver
fatta tutta l'evidenza della favella poetica"
risparmiato che
all'idee
linguaggio poetico
questi segni, o espressioni diventano figure,
tropi: "le quali espressioni vestite
della
Il
sapienti" e
i
la
fu
lingua
regni cristiani
ecclesiastici. Per questo, ciò
proviene di scritto è un "latino corrotto da uomini religiosi" (GA,
I
primi
scrittori "de' novelli
siciliani e fiorentini,
tra cui
idiomi" furono
i
rimatori provenzali,
Dante, a cui Vico allude come a un
Omero, che come il poeta greco prima
in un unico linguaggio poetico.
di lui, riuscì
— 108 —
ad unificare
le
altro
lingue
Vico lettore
Dante
di
Per cotal povertà di volgar favella, Dante, a spiegare
dovette raccogliere una lingua da tutti
venuto
Omero
tempi somiglianti.
in
i
popoli
la
sua Comedia,
dell'Italia,
come, perché
avea raccolta
sua da tutti quelli di
la
Grecia" (GA, 318-19).
Llanalogia
leli.
con
Omero permette a Vico di
parlare dei
due poed
Come Omero nell'/ZwaJ? scriveva "tante varie atroci forme di fierissime morti
Dante
scrive degli "spietatissimi tormenti"
né^ Inferno. Nel
Purgatorio "dove
non
frono tormentosissime pene con inalterabile pazienza" (GA, 319)
ralmente, equivalenti possibili. Per
Paradiso, invece, "ove
il
somma pace dell'animo" (GA,
tina
so delle stesse cagioni, l'Odissea, ove
3 1 9)
Dante
ognuno dovrebbe
di leggere
tempi barbari
Omero
Dante
dell'Italia, e di
plo di sublime poesia"
(DD
tra'
dove
Quindi Dante come poeta
narra che
Paradiso secondo
tiana religione"
che
vi
si
i
tema dell'importanza
ed enumera
tre ragioni
i
nuova
si
sono
poema non sono più
fu
il
nostro Dante"
storici, "il
(DD
Commedia una
castigati all'Inferno,
al
primo o
24), che
di quelle riflessioni
un puro
e
si
Purgatorio, e
con
che dee
un
deve leggere Dante
vulgari eloquentia, di avere estratto
Vico crede che
città di Firenze, se
Ma
sì
fatta
non
il
"nostra cris-
la
far
se
tutti questi parlari
quella Italiana
opinione
sarebbe stata
è
da
come
il
ella è falsa
24).
suo linguaggio
non
di
Dante
stesso nel
dovevano già
non poteva
essere
i
alla fiorentina
— 109 —
(DD
la
alle altre.
prima, per-
maggior parte
24).
De
par-
trovarsi nella
comune
per due ragioni gravissime:
la
tutti
de' parlari
tutte le altre città dell'Italia, altrimenti l'italiana favella
comune anco
un
sé stesso
(DD
suo linguaggio poetico da
ché doveva pure in quei tempi Firenze avere
comuni con
al
largo fonte di bellissimi favellati toscani"
Vico contrasta l'opinione generale,
lari d'Italia.
come
narrativa per cui
di trarne profitto: "Talché le allegorie
ai lettori
La seconda ragione per cui
24).
rif-
24). In questa storia ideale eterna dantesca, le allegorie
per permettere
poetico, "Ch'egli è
d'in-
di
primi poeti cantano "storie vere"(DD
leggitore d'istoria, e di trarvi profitto dagli altrui esempli"
(DD
perché
Vico ricorda che Dante come
loro meriti o demeriti, in accordanza
(DD
concor-
trovano non hanno altra funzione di essere esempi, necessari
in ogni storia,
di tal
il
anche uno dei primi
è
italiani egli
"trapassati"
i
lo
mente umana perché "manca
la
poeta Dante "mescolò" di poetico nella sua
si
con
infinita gioia
rientra in quella classificazione già stabilita nella Scienza
primi degl'istorici
sono, natu-
fonte di bellissimi parlari toscani, e di esem-
torno alla Natura delle Nazioni che
24).
sof-
si
è "da leggersi per tre riguardi: e d'istoria
24). Per primo,
lessione" è "aperta e veritiera",
così
',
celebra l'eroica pazienza di Ulisse" (GA, 319).
si
della lettera all'Angioli
leggerlo.
gode
si
ci
confronto è con F Odissea, "per
il
saggio "Discoverta del vero Dante," riprende
Il
de'
in termini paral-
non
Massimo Verdicchio
Vico non solo non crede che
dato che non "ritrovandosi
come
dell'Italia,
non sarebbe
plice ragione che
der
tà,
non
ma anche
Dante una
(DD
da
per
la
sem-
vita intera per "appren-
24).
Dante
è per
il
carattere subli-
leggersi per "contemplarvi
un
raro esem-
25), e la sua sublimità risiede nella sua unici-
apprendere per alcun'arte"(DD 25).
due: "altezza di
I
requisiti più
animo, che non curi
altro
che
ed immortalità" (DD 25), ed un "animo informato di virtù publiche
sopra tutte di magnanimità e di giustizia"(DD 25).
e grandi, e
Ma
la
ragione maggiore per cui bisogna leggere Dante è che
sembra
Vico
fa
si
è
(DD
più profondi" sono
"sacri e
sia
Dante
un sublime poeta"
"ch'ella
gloria
bastata a
terza ragione per cui bisogna leggere
della sua poesia.
plo di
quei tempi,
stati altri parlari in
in volgari idiomi per le altre città
ce ne sono pervenuti",
lingue volgari da tanti popoli"
le
La
me
non
in effetto
siano
ci
scrittori
scritta
la
sua poe-
senza sforzo e senza arte, "come senz' alcun' arte"(DD 25).
proposito l'esempio dei fanciulli Spartani a cui fu proibito da
cita a
Licurgo di "saper di
lettera"
ma
espressioni cotanto sublimi e
che "davano tutto giorno e volgarmente in
grandi"(DD
25).
linguaggio di Dante è
Il
similmente spontaneo e privo di ostentazione, ed in più ha avuto
di essere nato "nel
stati incolti
tempo
il
dono
della spirante barbarie d'Italia" poiché essendo
per molti anni, "se finalmente riduconsi
alla coltura,
danno
bel principio frutti e nella perfezione e nella grandezza e nella copia
sul
mera-
vigliosi"(DD 25).
La
Dante
lettura vichiana di
l'autore della Scienza nuova.
come
i
è quella
storici
ci
Vico situa Dante
poeti fanciulli dell'antichità
documenti
che
da cui potere
le
possiamo aspettare dal-
tempo
nel
delle barbarie
cui composizioni poetiche sono veri
trarre profitto. Implicito in questa carat-
terizzazione è l'aspetto approssimativo e poetico, e quindi figurato, di
queste rappresentazioni storiche che ottengono
to nella scienza o nella filosofia
Non
c'è,
moderna
non
che ha servito
di filosofo, in
e incolta.
i
il
come uno
ma lo
di
nuovo.
colloca anche
dei grandi poeti del-
suo scopo e ha svolto una fianzione di storico,
un'epoca ancora storicamente
Dante come poeta medievale prende
il
e filosoficamente rozza
suo posto
tra gli antichi
come Vico prende il suo posto tra filosofi del suo tempo. Ma
visione di Dante non è solo una distinzione storica ma ne suppone
poeti così
questa
Dante niente
suoi lettori a leggere Dante,
nei parametri della sua storia ideale eterna
se
loro vero perfezionamen-
pertanto, nel giudizio di Vico su
Vico non solo incoraggia
l'antichità
il
di Vico.
i
anche una gnoseologica, specie se
nuova. Per Vico,
ma sono anche
i
infatti, gli
primi
vista dal
antichi poeti
filosofi
i
non
punto
di vista della Scienza
solo sono
i
primi veri
storici
cui miti o universali fantastici costituiscono
— 110 —
Vico lettore
il
Dante
di
primo sapere dell'uomo per quanto primitivo
mente umana
svilupparsi della
come
e
con
afferma succintamente Benedetto Croce,
lo
mito o della poesia
Come
"inopia"
il
mito deve
Dio donde
immaginane,
i
generi fantastici o
esplicarsi risolve via via
Secondo
lo
schema
— che
vero Uno,
—
miti,
i
loro sensi troppo vigorosi, di
i
forme
universali,
si
è finta le unità
nel suo successivo spiegarsi o
generi fantastici in generi intelligibili,
i
versali poetici in ragionati, e
nella verità della filosofìa,
ella viene, cioè al
esuberante natura sensuale dell'uomo primiti-
la
esercitare la facoltà, sepolta sotto
astrarre dai subietti le proprietà e le
nell'errore
passa dall'errore del
La mente umana
essere superato.
di unirsi a
non potendo per
e che
si
lo
umano,
alla verità della filosofìa.
agogna naturalmente
vo
Con
e metaforico.
perfezionarsi del sapere
il
(mio
uni-
gli
libera dai miti. L'errore del mito passa così
si
corsivo)*^
un sapere primitivo
di Vico, la poesia è
che viene superato dalla verità della
fìlosofìa.
radicato
Nel sistema
di pen-
da una separazione o
siero vichiano, la verità della filosofia è assicurata
dis-
tinzione tra poesia e filosofia, tra sapere metaforico e sapere concettuale.
Secondo questa divisione Dante
come
i
sta a
generi fantastici o miti stanno
linguaggio,
come
Ma come
metafora
la
Vico,
ai
come
nella sua analisi della Scienza nuova,
questa distinzione è puramente retorica, poiché
della poesia nella verità della filosofia
to, tra
riesce a distinguere
superamento
nettamente
solo se
tra
il
metafora
mito passa
carattere illusorio. L'asserzione, "L'errore del
può anche
è ora passato nella fìlosofìa e
esser letta in
figurato, indica
il
due modi
grado di
Una conseguenza
che
essere letta nel senso
e
concet-
in
Dante.
mito
fatto
che l'espressione
diversi fra loro opposti,
uno
letterale e l'altro
difficoltà a cui
l'errore.
si
va incontro.
Non
solo
non
un senso
dall'altro
Cambon
Croce, La filosofia di Giambatista
ma
è possibile distinguere tra
o, rispettivamente, tra poesia e filosofia,
viamo anche
così nella
Il
ne costituisce
dell'incapacità di distinguere
quella tra poesia e filosofia.
Vico
esce fuori
l'errore del
solo mette in questione la validità della distinzione fatta da Vico,
e
dell'errore
si
trionfo della filosofia sull'errore del mito, ne denuncia
il
verità della filosofìa"
può
il
può avvenire
metafora e ciò che non è metafora. La frase crociana, citata sopra,
che annuncia
anche
si
poesia sta alla filosofia,
sta al concetto.
Croce ha dimostrato
metafora, solo se
la
generi intelligibili, o, in termini di
non
anche
Dante
ma la stessa difficoltà la
tro-
aveva già accennato a questo rapporto che
Vico, 69.
D'ora
FGBD.
— Ili —
in avanti citato nel esto
come
Massimo Verdicchio
esiste tra
con
il
Convivio e
superamento
il
ma
Commedia,
la
della
Commedia. Già nell'opera
per
critico la differenza
il
risolve
si
Convivio nella poesia della
del
filosofìa
giovanile, infatti,
Dante vedeva questo rapporto
come problematico
in cui la separazione portava facilmente all'errore.
Nell'introduzione
Convivio, discutendo
a scrivere l'opera,
al
Dante
lamenta che
si
canzoni non abbia approfondito
non ha appreso
hanno portato
ragioni che lo
le
lettore sedotto dalla bellezza delle
loro significato filosofico,
il
"sì
in grado" [Convivio
bontade era
loro bellezza più che loro
lettore, perciò,
il
I,
che a molti
i,
14-15).
Il
lezione che queste canzoni intendevano
la
impartire e cioè che lo studio e l'amore per
la filosofa
aiutano l'uomo a sco-
prire e perfezionare la propria natura razionale, e divina.
E
anima che
quella
tutte queste potenze
umana
tutte le altre, è l'anima
la
ultima, cioè ragione, partecipa de
dinudata da materia, che
quella: e però è l'uomo divino
ii,
14,
mio
spiegando
lettura
affinché
il
potenza
la
divina natura a guisa di sempiterna
la
divina luce,
animale da
come
li filosofi
in angelo, raggia in
chiamato {Convivio
III,
corsivo).
Nel suo commento
di
la
e perfettissima di
nobilitade de
la
però che l'anima è tanto in quella sovrana potenza nobili-
intelligenzia;
tata e
comprende,
quale con
canzoni Dante intende riparare a questo errore
alle
il
significato
letterale
canzoni
delle
allegorico
e
pieno benefìcio dalle canzoni e realizzare
lettore possa trarre
la
sua natura divina.
Non
però possono sedersi
tutti
canzoni servirà da pane per
le
al
solo quelli che per cure civili o familiari
pigri, invece, quelli
tati
che hanno
a sedersi più lontano e
Ma
pongano
non hanno
tempo ma
il
lo
tutti quelli che
li
altri simili
che
la
si
ferma solo
poesia
non
per pigrazia
ca,
questione è
alle
parole e
la filosofia. II
conto solo del
ottiene.
in
il
si
sono
non
al
fermarsi ad
un
alle
di istruirsi.
ozio sono
I
invi-
civile
la
ne
la
s'assetti; e
umana fame
a
li
loro piedi
che non sono degni di
mia vivanda
mio
col pane, che la
corsivo).
tra poesia e filosofìa.
Il
lettore
significato delle canzoni, apprezza solo
suo è un
livello letterale,
o
stati,
13-14,
I,
rapporto
modo
di leggere la poesia
che tiene
accontentandosi del piacere estetico che
La poesia del Convivio, però,
dunque
tempo
il
impediti
più alto seder: e quelli e questi prendano
problema
commento
il
vivande. Dante invita
sprecano in
è per cura familiare
mensa con
farà loro e gustare e patire {Convivio
Il
le
piedi di quelli.
vegna qua qualunque
rimase, e ad una
si
ai
banchetto dove
canzoni che sono
è al servizio della filosofia, è allegori-
livello letterale delle
— 112 —
canzoni escludendo
il
loro
Vico lettore
allegoria
si
prendono
si
forma drammatica,
meno
il
ruolo e
la
La scena
il
cammino,
Dante
livello allegorico le lezioni
CowwWo l'abbiamo
di Casella.
Qui ritroviamo
strada per salire
chiedono a Dante
il
mente mi
"la via di gire al
della
i
se intrapren-
viaggio letterale per
gli ignavi,
le
il
acquistano sono morali e
donna
filosofia, della
gentile^.
pigri del Convivo,
i
II,
il
canto
che cercano invano
Quando
porterà alla salvezza.
ignavi
gli
li
significato allegorico della
da seguire,
(60), che è quella della filosofìa. Gli ignavi però,
sono ugualmente
cominciò
Catone che
"Amor che
delle canzoni del Convivio,
virtù della filosofia, mostra, infatti, la via
dentro mi sona" {Purgatorio
al
elli
II,
1
"'Amor che ne
significato delle parole:
allor
si
dolcemente,
12-14). Le
suono
presi dalla dolcezza del
anime
/
che
sono poi
degli ignavi
che cercano
suo dolce suono porta
Boezio delle sue
di consolare
la
dis-
trovano
si
120-23). La scena ripete l'intervento
II,
Filosofia che nella Consolazione della filosofia caccia le
questo caso, anche per Dante
afflizioni.
Muse
Come
consolazione della poesia che seduce con
all'errore,
la
dolcezza ancor
la
caccia ricordando loro la ragione per cui
nell'Anti-Purgatorio {Purgatorio
della poesia
si
La comprensione del
monte"
ragiona'/
Donna
li
prima
la
ragiona".
canzone e non badano
perse da
che
nel canto corrispondente. Purgatorio
pigri del Convivio,
mente mi
della
il
dubbio
e Virgilio di indicare loro la strada giusta, la risposta viene
canzone, che elogia
come
assalito dal
del rapporto tra poesia e filosofia sulla trac-
monte che
data da Casella che recita
la
al
che viene chiamata dalla donna
serve ad indicare che
La successiva elaborazione
ne
volta, in
sempre
fiinzione della poesia che è
di Beatrice
ancora una volta sotto Tautorità della
la
rapporto
Il
dei morti avviene sotto la figura della poesia (Virgilio e Beatrice),
mentre ad un
cia del
non secondo
91-113, indica, ancora una
II,
gentile, tramite Lucia, affinché aiuti
mondo
Nel Convivio,
errore.
alla lettera e
non stanno diversamente.
cose
le
gentile— Beatrice in Inferno
servizio della filosofìa.
dere o
canzoni
le
cade in errore.
Nella Commedia,
donna
un
per Dante,
significato allegorico rappresenta,
quindi, ogni volta che
Dante
di
meno
a
che non
sia
in
il
servizio della
al
filosofia.
Nel Convivio
è resa possibile
delle parole
I
pigri
si
ma
e nella
Commedia,
la
da una lettura che non
trascende
fermano
il
letterale
alla lettera e
mentre chi vuole imparare
la
giusta
si
comprensione
ferma
alla
piacere del bel
lezione di
il
senso allegorico.
suono
della canzone,
Dante deve comprendere
^Per una più ampia spiegazione di questo episodio, mi permetto di
studio su Dante, Della Dissimulazione.
— 113 —
canzone
mera interpretazione
per comprenderne
hanno
della
il
signifi-
riferire al
mio
Massimo Verdicchio
cato filosofico
di tutti quei
come
al
Secondo Dante, questo
di là del senso letterale.
che hanno preso
lettori
le
come
canzoni
poesie didattiche, o allegoriche. Per questo
e questo obiettivo
è l'errore
non
poesie d'amore e
Dante
scrive
Convivio
il
rimane immutato nella Commedia.
concetto di errore, pertanto, è qualitativamente diverso da quello di
Il
Vico. Per Dante l'errore è proprio nella separazione di poesia e filosofìa.
come commento
Discutere di filosofia
poesia
è, infatti,
l'errore di
Dante
Commedia. Nell'opera giovanile
e
non ne
il
lettore
come
è parte integrale
deve individuare
il
il
alle
commento
canzoni,
nell'opera della maturità. In questa opera
un sapere concettuale che non
l'errore del
alle
senso nascosto della favola allegorica basandosi
o metaforico, postula
l'errore della poesia, del sapere fantastico
ua
viene aggiunto
prescindendo da questo. Vico, invece, per risolvere
sul senso letterale e
ità di
canzoni separatamente dalla
nel Convivio, che viene rettificato nella
mito sotto
la
la possibil-
metaforico, e così facendo perpet-
sia
figura della filosofia.
In Dante, la separazione tra letterale e figurato che caratterizza
Convivio e ne costituisce
l'errore,
viene risolto nella favola allegorica della
Commedia. La concezione dantesca
in quest'opera, risolve
lo indica
Dante
mediatrice tra
la
della filosofia, e
terale è
nel
una
non
esprime
come
è altro
i
il
tale e
in fiinzione
senso
let-
mai preso
alla
il
che una bella favola, un esempio di universale
mente
di creare miti
che poi crede
primi poeti dell'antichità.
ma lo
interpreta secondo la tradizione e
sua Scienza nuova per cui
secondo un processo storico che vede
ai
dire che
come
essere letto
desiderio della
Vico non legge Dante
della seconda.
Come
lettura allegorica della Scienza nuova, invece, la storia ideale
fantastico, che
stabiliti dalla
sempre
gentile e Beatrice, la poesia è
mai separata da questa. Questo vuol
eterna di Vico
proprio
che ritroviamo
tra poesia e filosofia.
secondo canto dell'Inferno con Lucia che fiinge da
donna
sempre una favola che deve
lettera. In
veri,
dell'allegoria dei poeti,
problema del rapporto
il
il
Questa distinzione ha
giorni nostri perché, in questo
poesia
la
la
si
i
canoni
distingue dalla filosofìa
prima come una forma primitiva
fatto la fortuna di
modo, ha
fatto
Vico da Croce fìno
sì
che chi prende
la
Scienza nuova alla lettera la ripete diventando l'autore della sua favola.
Croce, che pure criticava Vico
Vico
lo stesso
e se stesso,
il
come un
confusionario, stabilisce tra
rapporto che Vico stabiliva tra
le
filosofo rigoroso dei suoi tempi. In questo
ta l'Altvater della filosofìa crociana, l'equivalente
ida filosofìa. Allo stesso
come
il
modo
anche
altri
lui e
menti barbariche dei poeti
modo Vico
diven-
poetico della sua più val-
studiosi
hanno reclamato Vico
loro Altvater».
Vico però aveva previsto questa
inevitabilità e
— 114 —
ne aveva fatto
la
prova
Vico lettore
Dante
di
della propria scienza. Solo rifacendola nei propi termini e parametri
può
avere scienza o, piuttosto,
(divino) piacere di essere
il
l'uomo
creatore o
il
l'autore della propria scienza.
Anzi
awanziamo ad affermare
ci
mondo
questo
ciò
medita questa Scienza
ch'in tanto chi
— essendo
questa storia ideal eterna, in quanto
egli narri a se stesso
di nazioni stato
dovendosene ritruovare
medesima mente umana
—
certamente fatto dagli uomini
guisa dentro
la
[...]
e per-
modificazioni della nostra
le
quella pruova "dovette, deve, dovrà",
egli, in
esso stesso sei faccia; perché, ove avvenga che chi fa le cose esso stesso
narri, ivi
non può
mento che
pruove sieno d'una
cosa.
{Scienza nuova, #349,
si
basa sulla certezza di una
in
mio
La certezza con cui Vico garantisce
Dio
ai lettori
ermeneutico è possibile ricreare
la
citato l'enfasi è
ma cosa." Una
fare e
il
separando una
eterna dell'uo-
il
Questo
è
al
come
contrario,
quale "conoscere e
si
è detto,
la possibilità del
fase poetica
piacere del sapere che
il
al
'1
si
una medesi-
tratta, però,
ripropone
sapere
fare è
lettore l'illusione
la
che
sempre
di
separazione tra
stabilisce arbitrariamente
o metaforica, ed in errore, da una fase
scientifì-
regna la verità della fìlosofìa o della scienza.
Ma anche se Vico vuole compiacere
di sapere, egli
della propria
e a ricalcare la storia ideale eterna
mente non porta
Perché
come
omnid\
la
a
le
il
lettore
ad
modificazioni
nessuna conoscenza.
metafisica ragionata insegna che ''homo intelligendo fit
con più
ché l'uomo con l'intendere spiega
col
secondo
così questa metafisica fantasticata dimostra che ''homo
ligendo fit omnia'; e forse
ma
suoi lettori bramosi di certezza e
i
aggiunge anche che questo processo a cui invita
immedesimarsi
non intendere
esempi più notevoli
si
la
intel-
sua mente e comprende esse cose,
cose
e,
#405)
citerà
non
di verità detto questo che quello, per-
egli di sé fa esse
diventa. {Scienza nuova,
gli
la storia ideale
conoscere siano una medesima cosa. Si
poesia e filosofìa per cui
"Tra
fare e una medes-
divino piacere del sapere
il
interpretazione letterale dà appunto
un'illusione che
ca dove
'l
messa però su quel piacere divino
lettore ottiene dalla Scienza nuova.
è possibile solo per Dio, solo per
il
conoscere e
propria immagine.
Nel brano appena
il
il
lettura letterale della sua favola poetica per cui
mo
che
le
questo istesso è argo-
corsivo)
nel processo
secondo
E
[...]
specie divina e che debbono, o leggitore,
un divin piacere, perocché
arrecarti
ima
tali
essere più certa la l'istoria.
White, Metahistory.
— 115 —
col trasformandovisi, lo
Massimo Verdicchio
Il
processo di trasformazione per cui l'uomo nel narrare
e così facendo ne diventa
il
creatore è solo possibile
dere". Solo a questo prezzo
nella propria
si
ottiene
il
al
la storia la crea
costo di "non inten-
piacere di trasformare
immagine, come Dio, cioè
al
il
mondo
prezzo dell'illusione di essere
una scienza, e di non intendere che quello che si crede verità è
invece errore. Comprendere, invece, porta alla comprensione della verità
dell'errore, come abbiamo visto, e dell'impossibilità di separare l'errore del
mito dalla verità della filosofia. Comprendere, in questo caso, implica la
l'autore di
consapevolezza dell'errore e del divario incolmabile tra
La conoscenza
acquista solo con
si
la
rinuncia
sapere con
al
olezza della mistificazione implicita nell'identità tra
Da questa prospettiva Vico è più
Come in quest'opera, anche in Vico la
una separazione
sibilità di
vicino
il
dire e
Dante
al
la
il
della
fare.
il
consapev-
fare.
Commedia.
conoscenza è predicata sull'impos-
tra poesia e filosofia,
terale e figurato. Alla stessa
conoscere e
il
maniera di Dante,
metafora e concetto,
let-
risolve in
una
l'alternativa
si
forma
di sapere allegorico basato sull'impossibilità della coincidenza tra
verum
e
anche
al ritratto
factum, o tra conoscere e
che ne
fa
Croce
fare.
In questo senso. Vico è più vicino
una mente più poetica che
di
filosofica.
Ma un altro caposaldo che bisogna bene stabilire è che quel vizio è
di
un organismo sommamente robusto,
vengono
Vico confusi sono
dal
costituiti
naria novità, verità, e importanza. E,
e
che
da
gli
portano a perfezione nei particolari
meno
gl'ingegni
le
sogliono essere più
inventivi
vizio
effettive ricerche di straordi-
insomma,
il
vizio
medesimo che
s'incontra di frequente presso gl'ingegni assai originali e inventivi,
di rado
il
ordini di ricerche che
quali
i
loro scoperte; laddove
e
esatti
conseguenti.
acume non sempre vanno insieme e con pari vigore; e il
Vico, quantunque non fosse molto acuto, era sempre molto profondo.
Profondità e
(FGBV, 42-43)
Nel demarcare
tivo e più acuto
la
come
differenza tra sé e Vico, tra
il
suo e quello più inventivo
Croce ironicamente definisce
Nel
caratterizzare
De
Sanctis,
ma meno
Croce
scientifica,
come
del resto
restituisce all'opera di
Sia
il
vero carattere della sua opera,
Dante che Vico indicano
la
il
visto fare
anche
Vico quell'aspetto che non solo
togli dall'autore di narrare la storia ideale eterna a
Vico
è.
filosofo, e la sua
abbiamo
viene sempre tralasciato da una critica che volentieri segue
a
acuto del Vico,
Scienza nuova per l'allegoria poetica che
Vico come un poeta piuttosto che un
opera più fantastica che
al
la
un ingegno meno inven-
i
sua "guisa",
dettati
ma
impos-
restituisce
suo carattere allegorico.
distinzione tra poesia e filosofia
— 116 —
come
Vico lfttore
errore,
con
la
differenza che
mentre Vico cerca
pio,
di
Dante basa
Dante
la
propria poesia su questo princi-
di attribuire l'errore
ad un passato che
mente, e finalmente, abbandonato. Per questa ragione,
non
legge Dante,
canto
XV
ma che Dante legge
dell'Inferno nell'incontro
sempre Vico,
con Brunetto
gna a Dante "come l'uom s'etterna"(85)
li
e
se
si
può
si
è decisa-
dire che
non Tha
Vico
già letto nel
Latini, quello che inse-
che Dante descrive come "quel-
che vince, non colui che perde"(124).
University
ofAlberta
Edmonton, Alberta
Opere
citate
Cambon, Glauco. "Vico and Dante." G.B. Vico An International Symposium. A
cura di Giorgio Tagliacozzo e Hayden V. White. Baltimore: The Johns
Hopkins University
Press,
1969.
Croce, Benedetto. La filosofìa di Giambattista
De
Vico. Bari: Laterza,
1962.
Sanctis, Francesco. Storia della letteratura italiana. Bari: Laterza, 1958.
Verdicchio, Massimo. Della Dissimulazione: Allegoria e Ironia nella
Commedia
di
Dante. Napoli: La città del Sole, 2002.
Vico, Giambattista. "Lettera a Gherardo degli Angioli." Opere.
Battistini. voi. 1.
A
cura di Andrea
Milano: Arnaldo Mondadori, 1990.
Vico, Giambattista. "Discoverta del Vero Dante ovvero Nuovi Principi di critica
dantesca." Opere.
A cura di
Fausto Nicolini. Napoli: Riccardo Ricciardi, 1953.
Vallone, Aldo. "La 'lettura dantesca di Vico." Percorsi danteschi. Firenze: Casa
editrice
Le Lettere, 1991.
White, Hayden. Metahistory. Baltimore
Press,
e
London: The Johns Hopkins University
1973.
117
—