VICO LETTORE DI DANTE MASSIMO VERDICCHIO Riassunto: ha La molta discussa questione una visto la critica favorire del rapporto tra Dante Dante come uno lettura di e Vico, che dei primi poeti vichiani subordinato alla maggiore filosofìa di Vico viene qui ripresa in esame e decisa nei termini di una distinzione questa prospettiva diventa facile vedere sia simbolica umano ma, come del concetto di errore. Da concezione dantesca non la quella dei generi fantastici dei primi poeti del genere verum factum, su cui si fonda si l'errore di ogni rappresenquella vichiana la possibilità di scienza, e ogni lettore di fare e accertare per una concezione simbolica, e Dante può prospettare che contrario, costituisca per al tazione poetica. In questi termini del come sé la garantisce ad propria scienza, implichi invece quindi una forma concettuale più regressiva e primitiva rispetto a quella dantesca. Non molto è stato scritto su Dante La e Vico. letteratura critica più che altro su quello che Vico stesso ha scritto su Dante che per gior parte è un delle ragioni elogio della sublime poesia del Aldo Vallone-, contributi di sul Dante. Gli interventi stabiliscono tra Scienza nuova le critici la i i si opere dei due come un'opera 298). De Cambon\ che non il c'è La paucità di molto da dire suo entusiasmo per variano anche a secondo dei paragoni che De autori. dantesca e la Sanctis vede all'età si Sanctis, per esempio, vede la definisce come "una selva della terra', per va realizzando tra via sino filosofia" (SEI, Glauco al fatto posizione di Vico e Divina commedia, che dalla 'gran sensibile, De Sanctis^ è tra e quello di che riassumere oltre mag- contemporanei vogliamo ricordare dovuta, con molta probabilità, tema De i la poeta ed un elenco perché bisogna ancora leggerlo. Francesco primi a scrivere sull'argomento. Tra scritti è sommo basa si umana un paragone 1' specie di inferno del puro della riflessione o della tra le due opere non solo testo come dantesca di Vico." D'ora in avanti, citato nel testo come Sanctis. Storia della letteratura italiana. D'ora in avanti, citato nel SLI. ^Vallone. "La 'lettura' LDV. -^Cambon. "Vico and Dante." D'ora Quaderni d'italianistica. in avanti, citato nel testo Volume XXVIII, No. 2, come VD. 2007, 103 Massimo Verdicchio per la mole loro e ricchezza in Dante come un è visto ma anche e soprattutto erudizione impegno morale e gnoseologico. Il trapasso dall'Inferno passaggio da un'epoca di barbarie ragione o della filosofìa. La Scienza nuova una che sintesi È si un nuovo apre verso sato e apre l'avvenire, tutta ancora la loro trionfo della al Commedia di Dante, vasta sintesi, che riassume la ingombra il pas- domi- di vecchi frantumi, da uno spirito nuovo (SLI, 298). nati Il come il avvenire. Divina commedia della scienza, la è, per Paradiso in al paragone indica più di un semplice confronto con l'opera vichiana. De Sanctis vuole anche suggerire che quella di Vico è un'opera fantastica che fa per scienza quello che la Irta di Dante aveva fatto per la poesia. meno forme, di miti, di etimologie, di simboli, di allegorie, e non grande che quella; pregna di presentimenti, di divinazioni, d'idee scientifiche, di veri e di scoperte; opera di una fantasia fdosofico e fortificata dall'erudizione, che mio lazione (SLI, 298, De Per Sanctis, la Scienza Per filosofico e De come 'lettura' titolo, una grande rive- né quella è un'opera di scienza, come un'opera anche filosofica, anche se di se non ben contenuto come nel caso di Dante l'opera sembra il Quindi, come Dante, quella di Vico è un'opera pieno di erudizione, e poetica che ha il nuova non Sanctis, è un'opera di fantasia, frutto di "una rivelazione". "La concitata dall'ingegno tutta l'aria di corsivo). che poi Benedetto Croce vedrà riuscita. ha a soggetto la scienza. Dantesca di Vico" commentare l'interpretazione di Vico il si di giudizio Aldo Vallone di si Vico su Dante. apre su due versanti. Il come limita, primo indica Per Vallone, investe il poema stesso, "l'una è all'interno della dottrina, espressa e diffusa nella Scienza nuova, per cui Dante (e voce e dimostrazione del idee" (LDV, 109). Il non solamente Dante) diviene oggettivamente modo di intendere la storia nel secondo confronta poesia del suo tempo. Il la critica grande ciclo delle dantesca e i teorici della suo giudizio, in conclusione, è che "Vico fa parte per se stesso" (LDV, 109), impervio ad ogni corrente critica che lo ha pre- ceduto e lo ha seguito. Invece è lo studioso Glauco del rapporto tra Vico e Cambon Dante per cui ci a fornire Dante's intellectual development and that of Vico" Cambon a fondo e ci sono ampi paralleli tra le vede un paragone anche tra due opere i due — 104 — una sono "striking lettura più serrata parallels (VD, 29). ma Cambon between Anche per va ancora più autori, tra "the "errors" of Vico's Vico LETTORE DaNTE DI "pensive youth" and "Dante's straying from the 'right path'" durante gh anni tra la Vita rallelo nel loro in contrasto Nuova Convivio (VD, 23). differenze. vede questa come denza Vichiana è, ambedue, che furono solitari who ... vede anche un pa- quarelled so much times"(VD, 23). Convinto che "una forza divina che interviene negli Cambon Cambon loro tempi, "solitary w^riters i Ci sono però ria il sviluppo intellettuale, scrittori con with their respective di e la il poema Dantesco affari degli differenza maggiore tra una "metafora" per invece, solo dell'uomo come fattore del proprio mondo la i il frutto uomini"(VD, due dove la 23), Provvi- sua idea rivoluziona- quindi e sia è a conoscenza della propria storia. Dante's conception involves a divine force intervening in from above and, on occasion, through miracles. human affairs Dante would have found impossible to accept Vico's revolutionary statement that man makes his own world in history, indeed makes himself in the process, and can therefore know the relevant laws from the 'modifications' of his own mind (VD, 23-24). it In questi termini Dante e Vico non potevano essere più diversi. è tutto preso dalla sua fede trascendentale, mentre Vico è il Dante rivoluzionario proto-marxista distruttore di miti: "Vico's proto-Marxist reduction of myths to the merely human and social element is transcendent faith" (VD, 24). L'opera di Dante e Dante appartengono mondo mito mentre Vico del mito, e della trascendenza e e la sua opera hanno superato sono immersi nella all the reverse of Dante's al lo stadio del attività pratica della scien- za e del sociale. Nonostante questa differenza abbastanza sono affinità tra concepire e nella il due autori soprattutto i mondo, "Vico, maniera like 24). Le Cambon, nella concretezza del loro modo ci di umana da passione a epifania. "A pattern underlies the philosophical dialectic of the mature Vico and the poetico-theological (VD, per Dante, thinks in concrete terms"(VD, 24), di concepire la tragedia common dynamic radicale, tre fasi dialectic of the mature Dante" archetipe di coscienza ed esistenza sono per Cambon "the secularized versions of hell (unthinking passion), purgatory (the suffering that enlightens), Nonostante sono Vico tali e le che fanno and paradise (pure vision of being)" (VD, 24). differenze che sì si è detto, questi paralleli per Vico come un commentario crede che oltre al Cambon che Dante possa essere visto come un'illustrazione di "poetical gift" di prosa della sua Scienza nuova, la dell'autenticità di Dante. Vico , maggiore — 105 — che però si affinità tra Cambon esprime meglio nella i due risieda nell'aver Massimo Verdicchio La tensione creata da stabilito un'incompatibilità tra filosofìa e poesia. questa polarità non ma, secondo Cambon, solo informa l'opera vichiana permette a Vico di rivivere visione Dantesca nei propri termini. la Questo perché ognuno dei due autori, nel proprio ambito culturale, riesce ad umana. "The poem of rare gli archetipi dell'esperienza New read as an allegory of civilization; conversely, the affer- salvation can be Science itself \s such poem, divested of the supernatural aspects that had to go into the makdue ing of the Divine Comedy' (VD, 25). Cambon trova paralleli tra a i un pò dovunque autori Italian is e tra le due opere, e finanche nella lingua: "Vico's its grafting of Latinisms onto a strongly not unlike Dante's in idiomatic stock" (VD, 26). Questa affinità è era detta la continuità. L'aldilà di 'Dante's da superare quella che tale Dante diventa beyond has become What così la realtà della Scienza nuova: Vico's here and now" (VD, 27). an irony, that right there (axiom LIII, 218) he should have par. declared poetry and philosophy mutually incompatible; for very polarity Secondo Cambon, on own his was this degnità LUI, che stabilisce la nel Convivio aveva dichiarato era ritornato suo amore per il al to terms (VD, 28). la differenza tra sen- tenze poetiche e sentenze filosofiche, caratterizza anche l'opera di Commedia it which tensed the sinews of his writing and enabled him relive Dante's vision nella si loro diversità che invece di una differenza, ne stabilisce una Donna la Dante che Filosofia suo primo amore. Beatrice, ma poi e alla poesia. In questo modo. Dante rientra perfettamente nei parametri segnati da Vico di una netta distinzione due autori e le tra poesia e filosofia, e ma due opere, quindi di una distinzione tra anche di una continuità, proprio come i nella scienza di Vico esiste differenza e continuità tra poesia e filosofia. La lettura di Cambon propone rapporto tra Dante e Vico. che rappresenta un la di Vico, per cui ità tra le la momento le se la distinzione si la stessa, tratta, dopotutto, di due modi Dante sia in Vico mezzo filosofia implica sempre caso in Vico dove il la per la su cui analizzare Dante che poesia, parallelo, però, rivela l'altra. il il in quel- mentre Vico modo di una a favore dell'al- di concepire il diversi di rappresentazione per l'errore. risoluzione di lascia una contraddizione. processo è inverso. Esiste una dif- L'abbandono implica una differenza qualitativa nel c'è di critici rapporto tra poesia e filosofìa rassomigliano nella differenza e continu- la filosofìa Questo sembra ferenza gnoseologica tra l'una e tra il cardinale sia nell'opera di due opere la filosofìa. molti spunti più notevole è due. Dante abbandona poesia per Anche Il L'abbandono un errore. mito degli antichi poeti — 106 — è un mondo. della poesia Questo è Si cui, sia in o della certamente il errore che viene risolto Vico lettore Dante di come vedremo. In Dante, come vuole Cambon, anche in nella più perfetta filosofìa della Scienza nuova, ammettendo per che ipotesi le cose stiano questo caso l'abbandono della fìlosofìa per la poesia si basa su di una scelta gnoseologica, anche se trascendentale. Se Dante sceglie sebbene filosofìa, e esista una continuità due opere, qualitativa tra le come conclude Cambon. biliti Cambon da una di e abbiamo una tra loro, non più un a fìlosofìa, una è al regressione. differenza Se leggiamo questa differenza nei parametri sta- differenza tra le rapporto tra poesia e come vuole la o una rassomiglianza, parallelo due opere, dove quella trascendentale mentre quella di Vico è proto-marxista, cludere, rispetto poesia e Vico la che fìlosofìa, il si Dante di è dovrebbe con- passaggio da poesia Vico, è un salto qualitativo, mentre quello di Dante Comunque bisognerà esaminare più in là la validità di questa conclusione. De alla i Cambon Sanctis, Vallone e apportano un contributo importante questione del rapporto tra Dante e Vico, seppure diverso. In ogni caso, critici insistono su di differenze. Per De un parallelismo tra Per opere, perché Cambon, una due opere anche Sanctis, e per Vallone, l'opera di Dante, un'opera fantastica anche fìlosofìa. le c'è non se solo Vico è una differenza porta a una contraddizione. Prima di esaminare di quella di le ma anche un come due opere lettera del si paralle- è detto, in vista delle vogliamo passare a quello che Vico Dante, in due luoghi e prima in una due qualitativa tra le lo nella differenza e continuità tra poesia e fìlosofìa che, critici come da all'impronta della scienza e della è metafìsica l'altra è rivoluzionaria, conclusioni di questi se limitato stesso scrive 25 dicembre 1725 a Gherardo degli Angioli, "sopra l'indole della vera poesia,"'^ e poi in "Discoverta del Vero Dante,"? un saggio di incerta data scritto intorno Nella lettera all'Angioli, Vico scrive di aver al 1732. molto apprezzato le sue poesie che ha giudicato "con l'aspetto de' Principi della Poesia da noi ulti- matamente scoverti col Nazioni' (315). la poesia litica si Ma lume Vico si della Scienza nuova d'intorno lamenta che nei tempi le umani" (GA, 314). Questa immaginazione che si è una filosofìa ana- come "madre di tutti gli una poesia alimentata da una forte serve di figure retoriche che imitano e rappresentano Vico, "Lettera a Gherardo degli Angioli". D'ora in avanti citato nel esto GA. -'Vico, "Discoverta del delle facoltà dell'animo", ed in particolare quella dell'immaginazione che viene condannata errori Natura in cui l'Angioli scrive, è "troppo irrigidita dalla severità dei criteri" di che "professa ammortire tutte alla Vero Dante," 950-53. — 107 — come Massimo Verdicchio cose che le sentono vivamente, si trasporti, fa sua regola i costumi, sentirli" quale non sa spiegarsi che per "la giudizio de' sensi, ed imita e pigne il con un fortemente immaginarli, gli affetti e vivo al quindi vivamente (GA, 314). Una simile poesia ha nutrito Dante che Angioli ha apprezzato diversamente dai suoi coetanei le cose, ai lo stesso Dante quali era apparso "incolto e ruvido": compiacete vi di Dante, contro e voi corso naturale de' giovani, il sangue che ride loro nelle vene, dilettano di si con un gusto austero innanzi alle fantasie delicate di gli fiori, i quali, per lo bel d'acconcezze, d'amenità; anni gustate di quel divino poeta, che oggidì sembra incolto e ruvido anzi che no (GA, 316). All'Angioli che Vico stima esser "nato a pensar poetico". Vico ora spie- ga chi fosse Dante e che cosa "fece gran poeta Dante"(GA, 317). Vico innanzitutto, perno sull'epoca delle barbarie in cui continue e sanguinose lotte nelle selve, o nella mancanza menti che per le città come di uomini dovevano menar lingue" in un (GA, 317). In questa condizione comunicazione ("nulla e poco tra loro, streme necessità della vita comunicando"), ("somma povertà lingue selve" la fa, Le agli la vita incivile o non altri- penuria delle di parlari"), e finanche "la confusione di tante dove era ritornato Italia e visse. collocano Dante tra Guelfi e Ghibellini albori della società civile, "per le quali gli vigeva una Dante nacque caos, "quella della gran torre di il Babilonia" (GA, 317). In questo stato di barbarie e di "inestinguibili odi", Vico suppone che uomini prima dovettero ritornare gli Italiani alla "lingua muta" e che gli di parlare in "lingue articolate" "dovettero spiegarsi a guisa di non regna una lingua propria ("articolasegni, come muti, che hanno un rapporto mutoli". In questa situazione dove uomini ta") gli naturale con delle cose si esprimono "per le idee: in atti i o corpi aventino naturali rapporti che volevan esse significare" (GA, 317). ("favella poetica") nasce quando Per opera della Provvidenza, Chiesa "si (GA, 317). racconta Vico, Così i sacerdoti erano "i ebbero come consiglieri vescovi ed esponenti che ci 318). al genere umano esterminasse" con l'ausilio della religione e "latina". ... appresso di parole vocali debbono aver fatta tutta l'evidenza della favella poetica" risparmiato che all'idee linguaggio poetico questi segni, o espressioni diventano figure, tropi: "le quali espressioni vestite della Il sapienti" e i la fu lingua regni cristiani ecclesiastici. Per questo, ciò proviene di scritto è un "latino corrotto da uomini religiosi" (GA, I primi scrittori "de' novelli siciliani e fiorentini, tra cui idiomi" furono i rimatori provenzali, Dante, a cui Vico allude come a un Omero, che come il poeta greco prima in un unico linguaggio poetico. di lui, riuscì — 108 — ad unificare le altro lingue Vico lettore Dante di Per cotal povertà di volgar favella, Dante, a spiegare dovette raccogliere una lingua da tutti venuto Omero tempi somiglianti. in i popoli la sua Comedia, dell'Italia, come, perché avea raccolta sua da tutti quelli di la Grecia" (GA, 318-19). Llanalogia leli. con Omero permette a Vico di parlare dei due poed Come Omero nell'/ZwaJ? scriveva "tante varie atroci forme di fierissime morti Dante scrive degli "spietatissimi tormenti" né^ Inferno. Nel Purgatorio "dove non frono tormentosissime pene con inalterabile pazienza" (GA, 319) ralmente, equivalenti possibili. Per Paradiso, invece, "ove il somma pace dell'animo" (GA, tina so delle stesse cagioni, l'Odissea, ove 3 1 9) Dante ognuno dovrebbe di leggere tempi barbari Omero Dante dell'Italia, e di plo di sublime poesia" (DD tra' dove Quindi Dante come poeta narra che Paradiso secondo tiana religione" che vi si i tema dell'importanza ed enumera tre ragioni i nuova si sono poema non sono più fu il nostro Dante" storici, "il (DD Commedia una castigati all'Inferno, al primo o 24), che di quelle riflessioni un puro e si Purgatorio, e con che dee un deve leggere Dante vulgari eloquentia, di avere estratto Vico crede che città di Firenze, se Ma sì fatta non il "nostra cris- la far se tutti questi parlari quella Italiana opinione sarebbe stata è da come il ella è falsa 24). suo linguaggio non di Dante stesso nel dovevano già non poteva essere i alla fiorentina — 109 — (DD la alle altre. prima, per- maggior parte 24). De par- trovarsi nella comune per due ragioni gravissime: la tutti de' parlari tutte le altre città dell'Italia, altrimenti l'italiana favella comune anco un sé stesso (DD suo linguaggio poetico da ché doveva pure in quei tempi Firenze avere comuni con al largo fonte di bellissimi favellati toscani" Vico contrasta l'opinione generale, lari d'Italia. come narrativa per cui di trarne profitto: "Talché le allegorie ai lettori La seconda ragione per cui 24). rif- 24). In questa storia ideale eterna dantesca, le allegorie per permettere poetico, "Ch'egli è d'in- di primi poeti cantano "storie vere"(DD leggitore d'istoria, e di trarvi profitto dagli altrui esempli" (DD perché Vico ricorda che Dante come loro meriti o demeriti, in accordanza (DD concor- trovano non hanno altra funzione di essere esempi, necessari in ogni storia, di tal il anche uno dei primi è italiani egli "trapassati" i lo mente umana perché "manca la poeta Dante "mescolò" di poetico nella sua si con infinita gioia rientra in quella classificazione già stabilita nella Scienza primi degl'istorici sono, natu- fonte di bellissimi parlari toscani, e di esem- torno alla Natura delle Nazioni che 24). sof- si è "da leggersi per tre riguardi: e d'istoria 24). Per primo, lessione" è "aperta e veritiera", così ', celebra l'eroica pazienza di Ulisse" (GA, 319). si della lettera all'Angioli leggerlo. gode si ci confronto è con F Odissea, "per il saggio "Discoverta del vero Dante," riprende Il de' in termini paral- non Massimo Verdicchio Vico non solo non crede che dato che non "ritrovandosi come dell'Italia, non sarebbe plice ragione che der tà, non ma anche Dante una (DD da per la sem- vita intera per "appren- 24). Dante è per il carattere subli- leggersi per "contemplarvi un raro esem- 25), e la sua sublimità risiede nella sua unici- apprendere per alcun'arte"(DD 25). due: "altezza di I requisiti più animo, che non curi altro che ed immortalità" (DD 25), ed un "animo informato di virtù publiche sopra tutte di magnanimità e di giustizia"(DD 25). e grandi, e Ma la ragione maggiore per cui bisogna leggere Dante è che sembra Vico fa si è (DD più profondi" sono "sacri e sia Dante un sublime poeta" "ch'ella gloria bastata a terza ragione per cui bisogna leggere della sua poesia. plo di quei tempi, stati altri parlari in in volgari idiomi per le altre città ce ne sono pervenuti", lingue volgari da tanti popoli" le La me non in effetto siano ci scrittori scritta la sua poe- senza sforzo e senza arte, "come senz' alcun' arte"(DD 25). proposito l'esempio dei fanciulli Spartani a cui fu proibito da cita a Licurgo di "saper di lettera" ma espressioni cotanto sublimi e che "davano tutto giorno e volgarmente in grandi"(DD 25). linguaggio di Dante è Il similmente spontaneo e privo di ostentazione, ed in più ha avuto di essere nato "nel stati incolti tempo il dono della spirante barbarie d'Italia" poiché essendo per molti anni, "se finalmente riduconsi alla coltura, danno bel principio frutti e nella perfezione e nella grandezza e nella copia sul mera- vigliosi"(DD 25). La Dante lettura vichiana di l'autore della Scienza nuova. come i è quella storici ci Vico situa Dante poeti fanciulli dell'antichità documenti che da cui potere le possiamo aspettare dal- tempo nel delle barbarie cui composizioni poetiche sono veri trarre profitto. Implicito in questa carat- terizzazione è l'aspetto approssimativo e poetico, e quindi figurato, di queste rappresentazioni storiche che ottengono to nella scienza o nella filosofia Non c'è, moderna non che ha servito di filosofo, in e incolta. i il come uno ma lo di nuovo. colloca anche dei grandi poeti del- suo scopo e ha svolto una fianzione di storico, un'epoca ancora storicamente Dante come poeta medievale prende il e filosoficamente rozza suo posto tra gli antichi come Vico prende il suo posto tra filosofi del suo tempo. Ma visione di Dante non è solo una distinzione storica ma ne suppone poeti così questa Dante niente suoi lettori a leggere Dante, nei parametri della sua storia ideale eterna se loro vero perfezionamen- pertanto, nel giudizio di Vico su Vico non solo incoraggia l'antichità il di Vico. i anche una gnoseologica, specie se nuova. Per Vico, ma sono anche i infatti, gli primi vista dal antichi poeti filosofi i non punto di vista della Scienza solo sono i primi veri storici cui miti o universali fantastici costituiscono — 110 — Vico lettore il Dante di primo sapere dell'uomo per quanto primitivo mente umana svilupparsi della come e con afferma succintamente Benedetto Croce, lo mito o della poesia Come "inopia" il mito deve Dio donde immaginane, i generi fantastici o esplicarsi risolve via via Secondo lo schema — che vero Uno, — miti, i loro sensi troppo vigorosi, di i forme universali, si è finta le unità nel suo successivo spiegarsi o generi fantastici in generi intelligibili, i versali poetici in ragionati, e nella verità della filosofìa, ella viene, cioè al esuberante natura sensuale dell'uomo primiti- la esercitare la facoltà, sepolta sotto astrarre dai subietti le proprietà e le nell'errore passa dall'errore del La mente umana essere superato. di unirsi a non potendo per e che si lo umano, alla verità della filosofìa. agogna naturalmente vo Con e metaforico. perfezionarsi del sapere il (mio uni- gli libera dai miti. L'errore del mito passa così si corsivo)*^ un sapere primitivo di Vico, la poesia è che viene superato dalla verità della fìlosofìa. radicato Nel sistema di pen- da una separazione o siero vichiano, la verità della filosofia è assicurata dis- tinzione tra poesia e filosofia, tra sapere metaforico e sapere concettuale. Secondo questa divisione Dante come i sta a generi fantastici o miti stanno linguaggio, come Ma come metafora la Vico, ai come nella sua analisi della Scienza nuova, questa distinzione è puramente retorica, poiché della poesia nella verità della filosofia to, tra riesce a distinguere superamento nettamente solo se tra il metafora mito passa carattere illusorio. L'asserzione, "L'errore del può anche è ora passato nella fìlosofìa e esser letta in figurato, indica il due modi grado di Una conseguenza che essere letta nel senso e concet- in Dante. mito fatto che l'espressione diversi fra loro opposti, uno letterale e l'altro difficoltà a cui l'errore. si va incontro. Non solo non un senso dall'altro Cambon Croce, La filosofia di Giambatista ma è possibile distinguere tra o, rispettivamente, tra poesia e filosofia, viamo anche così nella Il ne costituisce dell'incapacità di distinguere quella tra poesia e filosofia. Vico esce fuori l'errore del solo mette in questione la validità della distinzione fatta da Vico, e dell'errore si trionfo della filosofia sull'errore del mito, ne denuncia il verità della filosofìa" può il può avvenire metafora e ciò che non è metafora. La frase crociana, citata sopra, che annuncia anche si poesia sta alla filosofia, sta al concetto. Croce ha dimostrato metafora, solo se la generi intelligibili, o, in termini di non anche Dante ma la stessa difficoltà la tro- aveva già accennato a questo rapporto che Vico, 69. D'ora FGBD. — Ili — in avanti citato nel esto come Massimo Verdicchio esiste tra con il Convivio e superamento il ma Commedia, la della Commedia. Già nell'opera per critico la differenza il risolve si Convivio nella poesia della del filosofìa giovanile, infatti, Dante vedeva questo rapporto come problematico in cui la separazione portava facilmente all'errore. Nell'introduzione Convivio, discutendo a scrivere l'opera, al Dante lamenta che si canzoni non abbia approfondito non ha appreso hanno portato ragioni che lo le lettore sedotto dalla bellezza delle loro significato filosofico, il "sì in grado" [Convivio bontade era loro bellezza più che loro lettore, perciò, il I, che a molti i, 14-15). Il lezione che queste canzoni intendevano la impartire e cioè che lo studio e l'amore per la filosofa aiutano l'uomo a sco- prire e perfezionare la propria natura razionale, e divina. E anima che quella tutte queste potenze umana tutte le altre, è l'anima la ultima, cioè ragione, partecipa de dinudata da materia, che quella: e però è l'uomo divino ii, 14, mio spiegando lettura affinché il potenza la divina natura a guisa di sempiterna la divina luce, animale da come li filosofi in angelo, raggia in chiamato {Convivio III, corsivo). Nel suo commento di la e perfettissima di nobilitade de la però che l'anima è tanto in quella sovrana potenza nobili- intelligenzia; tata e comprende, quale con canzoni Dante intende riparare a questo errore alle il significato letterale canzoni delle allegorico e pieno benefìcio dalle canzoni e realizzare lettore possa trarre la sua natura divina. Non però possono sedersi tutti canzoni servirà da pane per le al solo quelli che per cure civili o familiari pigri, invece, quelli tati che hanno a sedersi più lontano e Ma pongano non hanno tempo ma il lo tutti quelli che li altri simili che la si ferma solo poesia non per pigrazia ca, questione è alle parole e la filosofia. II conto solo del ottiene. in il si sono non al fermarsi ad un alle di istruirsi. ozio sono I invi- civile la ne la s'assetti; e umana fame a li loro piedi che non sono degni di mia vivanda mio col pane, che la corsivo). tra poesia e filosofìa. Il lettore significato delle canzoni, apprezza solo suo è un livello letterale, o stati, 13-14, I, rapporto modo di leggere la poesia che tiene accontentandosi del piacere estetico che La poesia del Convivio, però, dunque tempo il impediti più alto seder: e quelli e questi prendano problema commento il vivande. Dante invita sprecano in è per cura familiare mensa con farà loro e gustare e patire {Convivio Il le piedi di quelli. vegna qua qualunque rimase, e ad una si ai banchetto dove canzoni che sono è al servizio della filosofia, è allegori- livello letterale delle — 112 — canzoni escludendo il loro Vico lettore allegoria si prendono si forma drammatica, meno il ruolo e la La scena il cammino, Dante livello allegorico le lezioni CowwWo l'abbiamo di Casella. Qui ritroviamo strada per salire chiedono a Dante il mente mi "la via di gire al della i se intrapren- viaggio letterale per gli ignavi, le il acquistano sono morali e donna filosofia, della gentile^. pigri del Convivo, i II, il canto che cercano invano Quando porterà alla salvezza. ignavi gli li significato allegorico della da seguire, (60), che è quella della filosofìa. Gli ignavi però, sono ugualmente cominciò Catone che "Amor che delle canzoni del Convivio, virtù della filosofia, mostra, infatti, la via dentro mi sona" {Purgatorio al elli II, 1 "'Amor che ne significato delle parole: allor si dolcemente, 12-14). Le suono presi dalla dolcezza del anime / che sono poi degli ignavi che cercano suo dolce suono porta Boezio delle sue di consolare la dis- trovano si 120-23). La scena ripete l'intervento II, Filosofia che nella Consolazione della filosofia caccia le questo caso, anche per Dante afflizioni. Muse Come consolazione della poesia che seduce con all'errore, la dolcezza ancor la caccia ricordando loro la ragione per cui nell'Anti-Purgatorio {Purgatorio della poesia si La comprensione del monte" ragiona'/ Donna li prima la ragiona". canzone e non badano perse da che nel canto corrispondente. Purgatorio pigri del Convivio, mente mi della il dubbio e Virgilio di indicare loro la strada giusta, la risposta viene canzone, che elogia come assalito dal del rapporto tra poesia e filosofia sulla trac- monte che data da Casella che recita la al che viene chiamata dalla donna serve ad indicare che La successiva elaborazione ne volta, in sempre fiinzione della poesia che è di Beatrice ancora una volta sotto Tautorità della la rapporto Il dei morti avviene sotto la figura della poesia (Virgilio e Beatrice), mentre ad un cia del non secondo 91-113, indica, ancora una II, gentile, tramite Lucia, affinché aiuti mondo Nel Convivio, errore. alla lettera e non stanno diversamente. cose le gentile— Beatrice in Inferno servizio della filosofìa. dere o canzoni le cade in errore. Nella Commedia, donna un per Dante, significato allegorico rappresenta, quindi, ogni volta che Dante di meno a che non sia in il servizio della al filosofia. Nel Convivio è resa possibile delle parole I pigri si ma e nella Commedia, la da una lettura che non trascende fermano il letterale alla lettera e mentre chi vuole imparare la giusta si comprensione ferma alla piacere del bel lezione di il senso allegorico. suono della canzone, Dante deve comprendere ^Per una più ampia spiegazione di questo episodio, mi permetto di studio su Dante, Della Dissimulazione. — 113 — canzone mera interpretazione per comprenderne hanno della il signifi- riferire al mio Massimo Verdicchio cato filosofico di tutti quei come al Secondo Dante, questo di là del senso letterale. che hanno preso lettori le come canzoni poesie didattiche, o allegoriche. Per questo e questo obiettivo è l'errore non poesie d'amore e Dante scrive Convivio il rimane immutato nella Commedia. concetto di errore, pertanto, è qualitativamente diverso da quello di Il Vico. Per Dante l'errore è proprio nella separazione di poesia e filosofìa. come commento Discutere di filosofia poesia è, infatti, l'errore di Dante Commedia. Nell'opera giovanile e non ne il lettore come è parte integrale deve individuare il il alle commento canzoni, nell'opera della maturità. In questa opera un sapere concettuale che non l'errore del alle senso nascosto della favola allegorica basandosi o metaforico, postula l'errore della poesia, del sapere fantastico ua viene aggiunto prescindendo da questo. Vico, invece, per risolvere sul senso letterale e ità di canzoni separatamente dalla nel Convivio, che viene rettificato nella mito sotto la la possibil- metaforico, e così facendo perpet- sia figura della filosofia. In Dante, la separazione tra letterale e figurato che caratterizza Convivio e ne costituisce l'errore, viene risolto nella favola allegorica della Commedia. La concezione dantesca in quest'opera, risolve lo indica Dante mediatrice tra la della filosofia, e terale è nel una non esprime come è altro i il tale e in fiinzione senso let- mai preso alla il che una bella favola, un esempio di universale mente di creare miti che poi crede primi poeti dell'antichità. ma lo interpreta secondo la tradizione e sua Scienza nuova per cui secondo un processo storico che vede ai dire che come essere letto desiderio della Vico non legge Dante della seconda. Come lettura allegorica della Scienza nuova, invece, la storia ideale fantastico, che stabiliti dalla sempre gentile e Beatrice, la poesia è mai separata da questa. Questo vuol eterna di Vico proprio che ritroviamo tra poesia e filosofia. secondo canto dell'Inferno con Lucia che fiinge da donna sempre una favola che deve lettera. In veri, dell'allegoria dei poeti, problema del rapporto il il Questa distinzione ha giorni nostri perché, in questo poesia la la si i canoni distingue dalla filosofìa prima come una forma primitiva fatto la fortuna di modo, ha fatto Vico da Croce fìno sì che chi prende la Scienza nuova alla lettera la ripete diventando l'autore della sua favola. Croce, che pure criticava Vico Vico lo stesso e se stesso, il come un confusionario, stabilisce tra rapporto che Vico stabiliva tra le filosofo rigoroso dei suoi tempi. In questo ta l'Altvater della filosofìa crociana, l'equivalente ida filosofìa. Allo stesso come il modo anche altri lui e menti barbariche dei poeti modo Vico diven- poetico della sua più val- studiosi hanno reclamato Vico loro Altvater». Vico però aveva previsto questa inevitabilità e — 114 — ne aveva fatto la prova Vico lettore Dante di della propria scienza. Solo rifacendola nei propi termini e parametri può avere scienza o, piuttosto, (divino) piacere di essere il l'uomo creatore o il l'autore della propria scienza. Anzi awanziamo ad affermare ci mondo questo ciò medita questa Scienza ch'in tanto chi — essendo questa storia ideal eterna, in quanto egli narri a se stesso di nazioni stato dovendosene ritruovare medesima mente umana — certamente fatto dagli uomini guisa dentro la [...] e per- modificazioni della nostra le quella pruova "dovette, deve, dovrà", egli, in esso stesso sei faccia; perché, ove avvenga che chi fa le cose esso stesso narri, ivi non può mento che pruove sieno d'una cosa. {Scienza nuova, #349, si basa sulla certezza di una in mio La certezza con cui Vico garantisce Dio ai lettori ermeneutico è possibile ricreare la citato l'enfasi è ma cosa." Una fare e il separando una eterna dell'uo- il Questo è al come contrario, quale "conoscere e si è detto, la possibilità del fase poetica piacere del sapere che il al '1 si una medesi- tratta, però, ripropone sapere fare è lettore l'illusione la che sempre di separazione tra stabilisce arbitrariamente o metaforica, ed in errore, da una fase scientifì- regna la verità della fìlosofìa o della scienza. Ma anche se Vico vuole compiacere di sapere, egli della propria e a ricalcare la storia ideale eterna mente non porta Perché come omnid\ la a le il lettore ad modificazioni nessuna conoscenza. metafisica ragionata insegna che ''homo intelligendo fit con più ché l'uomo con l'intendere spiega col secondo così questa metafisica fantasticata dimostra che ''homo ligendo fit omnia'; e forse ma suoi lettori bramosi di certezza e i aggiunge anche che questo processo a cui invita immedesimarsi non intendere esempi più notevoli si la intel- sua mente e comprende esse cose, cose e, #405) citerà non di verità detto questo che quello, per- egli di sé fa esse diventa. {Scienza nuova, gli la storia ideale conoscere siano una medesima cosa. Si poesia e filosofìa per cui "Tra fare e una medes- divino piacere del sapere il interpretazione letterale dà appunto un'illusione che ca dove 'l messa però su quel piacere divino lettore ottiene dalla Scienza nuova. è possibile solo per Dio, solo per il conoscere e propria immagine. Nel brano appena il il lettura letterale della sua favola poetica per cui mo che le questo istesso è argo- corsivo) nel processo secondo E [...] specie divina e che debbono, o leggitore, un divin piacere, perocché arrecarti ima tali essere più certa la l'istoria. White, Metahistory. — 115 — col trasformandovisi, lo Massimo Verdicchio Il processo di trasformazione per cui l'uomo nel narrare e così facendo ne diventa il creatore è solo possibile dere". Solo a questo prezzo nella propria si ottiene il al la storia la crea costo di "non inten- piacere di trasformare immagine, come Dio, cioè al il mondo prezzo dell'illusione di essere una scienza, e di non intendere che quello che si crede verità è invece errore. Comprendere, invece, porta alla comprensione della verità dell'errore, come abbiamo visto, e dell'impossibilità di separare l'errore del mito dalla verità della filosofia. Comprendere, in questo caso, implica la l'autore di consapevolezza dell'errore e del divario incolmabile tra La conoscenza acquista solo con si la rinuncia sapere con al olezza della mistificazione implicita nell'identità tra Da questa prospettiva Vico è più Come in quest'opera, anche in Vico la una separazione sibilità di vicino il dire e Dante al la il della fare. il consapev- fare. Commedia. conoscenza è predicata sull'impos- tra poesia e filosofia, terale e figurato. Alla stessa conoscere e il maniera di Dante, metafora e concetto, let- risolve in una l'alternativa si forma di sapere allegorico basato sull'impossibilità della coincidenza tra verum e anche al ritratto factum, o tra conoscere e che ne fa Croce fare. In questo senso. Vico è più vicino una mente più poetica che di filosofica. Ma un altro caposaldo che bisogna bene stabilire è che quel vizio è di un organismo sommamente robusto, vengono Vico confusi sono dal costituiti naria novità, verità, e importanza. E, e che da gli portano a perfezione nei particolari meno gl'ingegni le sogliono essere più inventivi vizio effettive ricerche di straordi- insomma, il vizio medesimo che s'incontra di frequente presso gl'ingegni assai originali e inventivi, di rado il ordini di ricerche che quali i loro scoperte; laddove e esatti conseguenti. acume non sempre vanno insieme e con pari vigore; e il Vico, quantunque non fosse molto acuto, era sempre molto profondo. Profondità e (FGBV, 42-43) Nel demarcare tivo e più acuto la come differenza tra sé e Vico, tra il suo e quello più inventivo Croce ironicamente definisce Nel caratterizzare De Sanctis, ma meno Croce scientifica, come del resto restituisce all'opera di Sia il vero carattere della sua opera, Dante che Vico indicano la il visto fare anche Vico quell'aspetto che non solo togli dall'autore di narrare la storia ideale eterna a Vico è. filosofo, e la sua abbiamo viene sempre tralasciato da una critica che volentieri segue a acuto del Vico, Scienza nuova per l'allegoria poetica che Vico come un poeta piuttosto che un opera più fantastica che al la un ingegno meno inven- i sua "guisa", dettati ma impos- restituisce suo carattere allegorico. distinzione tra poesia e filosofia — 116 — come Vico lfttore errore, con la differenza che mentre Vico cerca pio, di Dante basa Dante la propria poesia su questo princi- di attribuire l'errore ad un passato che mente, e finalmente, abbandonato. Per questa ragione, non legge Dante, canto XV ma che Dante legge dell'Inferno nell'incontro sempre Vico, con Brunetto gna a Dante "come l'uom s'etterna"(85) li e se si può si è decisa- dire che non Tha Vico già letto nel Latini, quello che inse- che Dante descrive come "quel- che vince, non colui che perde"(124). University ofAlberta Edmonton, Alberta Opere citate Cambon, Glauco. "Vico and Dante." G.B. Vico An International Symposium. A cura di Giorgio Tagliacozzo e Hayden V. White. Baltimore: The Johns Hopkins University Press, 1969. Croce, Benedetto. La filosofìa di Giambattista De Vico. Bari: Laterza, 1962. Sanctis, Francesco. Storia della letteratura italiana. Bari: Laterza, 1958. Verdicchio, Massimo. Della Dissimulazione: Allegoria e Ironia nella Commedia di Dante. Napoli: La città del Sole, 2002. Vico, Giambattista. "Lettera a Gherardo degli Angioli." Opere. Battistini. voi. 1. A cura di Andrea Milano: Arnaldo Mondadori, 1990. Vico, Giambattista. 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