Dante Alighieri - isi g. marconi

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DANTE ALIGHIERI
Nasce a Firenze nel 1265, da una famiglia di piccola nobiltà decaduta. Studia le materie di
allora, e si interessa alla filosofia grazie all’amicizia con Brunetto Latini.
Nel 1285 sposa Gemma Donati, ed entra in amicizia con alcuni poeti fiorentini tra cui Guido
Cavalcanti; insieme a lui scrive poesie da lui classificate come “dolce stil novo”, per
sottolineare la novità rispetto alla tradizione italiana.
Un evento importante nella sua vita è l’incontro con Bice di Folco Portinari, che poi canterà
come “Beatrice” =colei che dà beatitudine, dopo la sua morte (nel 1290). A partire da qui
compone l’opera “La vita nuova” (1292-93), formata da prosa e versi.
Dopo la morte di Beatrice Dante passa un periodo di “traviamento” (non rispetta le regole
della morale cristiana, perde di vista la verità della fede), in cui si dedica allo studio della
filosofia.
Nel 1295 partecipa alla vita politica di Firenze, facendo parte della corporazione dei medici e
degli speziali(=farmacisti), e così entra in uno degli organi che governano la città. Diventa
PRIORE (uno dei magistrati più importanti) quando, nel 1300, lo mandano come ambasciatore a
Roma, dal papa, per chiedere aiuto contro i francesi che stanno per invadere la città. Invece,
mentre lui è trattenuto a Roma con un inganno, i francesi entrano a Firenze, aiutano la fazione
(=parte politica) dei guelfi neri (nemici della parte di Dante) a prendere il potere e
condannano Dante e altri al pagamento di una multa e più tardi, nel 1302, a morte.
Da qui ha inizio il periodo dell’ESILIO (= essere condannati a vivere lontano dalla propria
patria); Dante non tornerà più nella sua città. Sarà ospite di diverse corti italiane: a Verona,
dai Della Scala, e presso altri luoghi dell’Italia centrale e settentrionale.
Nel 1311 si mette al servizio dell’imperatore Enrico VII , per il quale scrive Alcune opere; ma
dopo la sua morte continua a peregrinare (spostarsi) tra le varie corti italiane (Verona,
Ravenna) fino alla more, che avviene nel 1321.
POETICA E OPERE
Dante è considerato il padre della lingua e letteratura italiana, ed è una figura centrale
nella letteratura, per diversi motivi:

Nel senso della geografia, perché Firenze e la Toscana sono centrali tra le diverse
parti della penisola, e Dante ha visitato molte parti dell’Italia, che poi sono “entrate”
nella sua opera;
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
Nella sua opera ci sono le diverse ispirazioni (=elementi che creano la poesia) dell’epoca
medievale: quella laica (=separata dalla religione) e quella religiosa, quella colta e quella
popolare;

Sperimenta (=prova) molti e diversi generi e forme letterarie: prosa, versi, generi
diversi (trattato, epistola, poema lungo, ecc…).
Tra le molte opere da lui scritte:
a) Convivio: scritto tra il 1304 e il 1307, in VOLGARE, aveva lo scopo di diffondere il
sapere anche tra coloro che non conoscevano il LATINO (la lingua dei dotti e degli
scienziati); in particolare, è dedicata alla filosofia come sapere AUTONOMO rispetto
alla teologia(=scienza che studia Dio);
b) De Vulgari Eloquentia: scritto in LATINO, si rivolge agli intellettuali (quindi usa la
loro lingua) per dimostrare la nobiltà della lingua VOLGARE, che poteva diventare una
lingua comune italiana (l’Italia era divisa in stati, non esisteva ancora come stato
unitario);
c) Monarchia: scritto in LATINO (tra il 13 e il 18), si occupa di politica: secondo Dante
era necessario un impero universale, al di sopra delle parti, capace di ristabilire pace
ed equilibrio (Le varie città italiane erano in continua lotta tra loro).Secondo lui, papa e
imperatore dovevano essere due poteri autonomi, entrambi derivati da Dio, uno come
guida spirituale dell’umanità, l’altro come guida terrena
d) Rime: 54 componimenti in versi (di vario argomento)
Vi sono inoltre opere minori.
LA DIVINA COMMEDIA

E’ un poema (=scritto in versi) didascalico-allegorico: cioè vuole insegnare le grandi
verità morali e religiose usando immagini che hanno un significato simbolico (= che
VOGLIONO DIRE QUALCOS’ALTRO). E’ scritto in ENDECASILLABI A RIMA
INCATENATA (A-B-A; B-C-B; C-D-C; e così via), è diviso in 3 CANTICHE: INFERNO,
PURGATORIO, PARADISO (l’oltretomba per i cristiani).

Perché “COMMEDIA”? Dal punto di vista del CONTENUTO, inizia in modo drammatico
e termina felicemente; dal punto di vista della FORMA, ha uno stile INTERMEDIO tra
quello solenne, tipico della tragedia, e quello basso. L’aggettivo “DIVINA” fu dato dal
poeta Boccaccio, più tardi, per la sua bellezza. L’opera è formata da 100 canti: 33 per
ogni cantica, più uno di introduzione.

N.B.: i numeri per Dante hanno significato simbolico e religioso, come si pensava al suo
tempo (Medioevo): 1= l’unicità di Dio, 3= la Trinità, ecc…

Il poema rappresenta un VIAGGIO IMMAGINARIO che Dante compie nei regni
dell’aldilà, nella primavera del 1300, quando, giunto alla metà circa della sua vita cade in
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una grave crisi morale e spirituale; allora, per riprendere il giusto cammino (in senso
spirituale) attraversa i regni dei morti alla ricerca della VERITA’ E DELLA SALVEZZA.
Perciò parte dal BASSO (=la terra, piena di male e di peccato) e va verso l’ALTO (=i
cieli, regno della verità e dell’amore). Questo viaggio RAPPRESENTA IL PERCORSO
DELL’UOMO che si libera dal peccato, ma per far questo deve prima scendere
nell’abisso del male.

I regni dell’aldilà sono rappresentati, come si credeva nel Medioevo, nel modo seguente:
a) INFERNO: è UN BUCO profondo che si trova vicino a Gerusalemme; si è formato in
un tempo antichissimo, quando Lucifero, l’angelo che si è ribellato a Dio, è stato
gettato giù dal cielo ed è rimasto infilato a testa in giù nel punto più profondo.
Ha perciò la forma di un CONO, e lungo le sue pareti ci sono CERCHI concentrici
dove si trovano i DANNATI (=i peccatori, condannati all’inferno). I peccati
diventano PIU’ GRAVI via via che si scende in profondità. I dannati sono colpiti da
SOFFERENZE FISICHE terribili, che secondo Dante sono IL CONTRARIO del
peccato che si è commesso in vita (LEGGE DEL CONTRAPPASSO): per esempio chi
è stato SUPERBO è condannato a portare in salita un enorme MASSO,
pesantissimo. Dopo la prima parte (=Antinferno), si trova un fiume, l’ACHERONTE,
dove una specie di diavolo, Caronte, monta le anime dannate su una barca e le
traghetta dall’altra parte, nei luoghi dove sono assegnate.
b) PURGATORIO: è una montagna che si trova agli ANTIPODI (=esattamente
all’opposto) di Gerusalemme, e spunta in mezzo al mare (siamo nell’emisfero SUD,
detto AUSTRALE). Ci sono le ANIME CHE DEVONO PURIFICARSI DAI
PECCATI, e che dopo un tempo più o meno lungo SARANNO SALVATE. La loro pena
è morale, nasce dal fatto che non possono essere ammesse alla presenza di Dio.
Dopo una parte iniziale (=Antipurgatorio), ci sono 7 balze (=ripiani) della montagna;
via via che si sale, ci sono anime che hanno fatto peccati meno gravi. Le 7 balze
corrispondono ai 7 peccati della tradizione cristiana: superbia, invidia, ira, accidia
(=indifferenza, mancanza di interesse verso le cose), avarizia e prodigalità (=chi
non vuol dare niente e chi dà troppo), gola, lussuria(=chi si lascia andare ai piaceri
sessuali). In cima alla montagna c’è una foresta fitta e verde, da dove le anime
salgono in paradiso.
c) PARADISO: secondo l’idea medievale, intorno alla terra c’era la sfera dell’aria,
quella del fuoco e 9 sfere concentriche, i cieli; il nono cielo, chiamato primo
mobile, è il più vicino a Dio. Oltre l’ultimo cielo c’è l’EMPIREO, formato da sola luce,
dove stanno Dio e i beati, sotto forma di forme luminose.
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Nel suo viaggio il poeta è accompagnato dai seguenti personaggi: nell’inferno da
Virgilio, antico poeta latino che Dante considera il suo maestro; V. è nato e morto
PRIMA DELLA NASCITA DI CRISTO, quindi non può accompagnarlo per tutto il
viaggio verso la salvezza; in cima al Purgatorio sparisce, e appare Beatrice (=portatrice
della salvezza divina), che lo accompagna in Paradiso.
N.B.: Virgilio rappresenta la ragione umana, che non può arrivare fino a Dio; per fare
questo ci vuole la FEDE, rappresentata da Beatrice.

Il VIAGGIO di Dante ha diversi significati:
a) È un’esperienza personale: Dante narra in prima persona il suo viaggio nell’aldilà;
è il protagonista pellegrino(=colui che viaggia);
b) È una storia universale (=di tutta l’umanità), la vicenda di ogni uomo che vive
sulla terra per raggiungere il suo punto d’arrivo che è nei cieli, nel regno di Dio.
Il poeta, rappresentandolo, vuole AVVERTIRE l’intera umanità perché si liberi
dal peccato e viva secondo la legge di Dio(=funzione morale ed educativa
dell’opera).

Dante non è stato il primo a immaginare un viaggio nel mondo dei morti: già gli
antichi avevano scritto poemi su questo tema, e anche nel suo tempo si usava
descrivere, per esempio, le pene infernali per educare il popolo alla legge
morale. Ma la novità dell’opera è che Dante non fa un racconto astratto, ma fa
vivere sotto forma di anime i personaggi concreti del suo tempo (papi, uomini
politici, personaggi della Firenze del suo tempo), che sembrano vivi: quindi il
poema è pieno di STORIA E, nello stesso tempo, PERSONE ancora molto
umane, per i loro sentimenti, la loro sofferenza, la loro gioia. E’ quindi un’opera
che ancora oggi rappresenta le caratteristiche degli uomini DI OGNI TEMPO,
oltre che un’immagine potentissima del MEDIOEVO.
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