ALISKIREN (Rasilez®) nuovo farmaco nella cura dell’ipertensione essenziale: sicurezza e tollerabilità Sulla rivista Australian Prescriber è stato pubblicato un articolo relativo alla sicurezza e tollerabilità associate all’uso di un nuovo farmaco antiipertensivo, l’aliskiren. Di seguito se ne riporta un’ampia sintesi. Una nuova strategia nella cura dell’ipertensione arteriosa essenziale è tutt’oggi rappresentata dalla classe degli inibitori diretti della renina. L’ipertensione arteriosa risulta la patologia a più alta incidenza nei Paesi Occidentali, colpendo entrambi i sessi, ma le donne in menopausa in percentuale maggiore. L’utilizzo di ACE-inibitori , sartani e diuretici tiazidici rappresentano l’approccio terapeutico che ha determinato migliori risultati. Una nuova tipologia di farmaci attualmente sotto stretto controllo clinico è rappresentata dagli inibitori della renina. Il capostipite di questa classe fu l’ALISKIREN (Rasilez®), oggi sottoposto a monitoraggio intensivo al fine di valutarne gli effetti avversi connessi ad una terapia cronica Vediamo di analizzare brevemente il meccanismo di azione di tale farmaco. Inizialmente viene rilasciata la prorenina, proteina inattiva, che poi verrà convertita in renina attiva, enzima proteolitico. La renina viene secreta dalle cellule iuxtaglomerulari renali ed agisce tagliando il legame della leucina dell’angiotensinogeno e convertirlo cosi ad angiotensina I. Per molti anni vennero condotti studi su questi inibitori e della renina, in modo tale da paragonarli agli attuali ACE-inibitori per efficacia e tollerabilità. I primi inibitori scoperti furono l’enalkiren e il remikiren, dotati di bassa efficacia e biodisponibilità. Partendo da queste molecole si apportarono modifiche strutturali volte ad aumentare la biodisponibilità e l’efficacia del farmaco. Si approdò cosi all’aliskiren. Attualmente in commercio è disponibile alla dose di 75 mg, 150 mg e 300 mg. Dosi di 600 mg e 640 mg sono state studiate ma non trovano applicazioni cliniche. Sebbene la biodisponibilità sia maggiore del remikirene dell’enalkiren, rimane però ancora bassa, Gli studi dimostrano come solo il 5% della dose orale venga assorbita, sebbene sia un assorbimento rapido con picco di concentrazione plasmatica dopo 1-3 h dall’assunzione. Efficacia Nei pazienti ipertesi aliskiren ha abbassato la pressione arteriosa più del placebo. Il massimo effetto si è visto dopo un trattamento di qualche settimana. Dai trials clinici è emerso come tale molecola sia efficace quanto gli ACE-inibitori e i sartani nel controllo dell’ipertensione. Al dosaggio di 150 mg/die, il farmaco ha abbassato di oltre 11mmHg la pressione sistolica e di 9 mmHg quella diastolica. Dopo 8 settimane dalla somministrazione, l’aliskiren 150 mg ha mostrato una capacità di riduzione della pressione arteriosa pari all’ irbesartan 150 mg, valsartan 160 mg ed enalapril 20 mg. Mentre l’aliskiren 300 mg ha una efficacia che eguaglia quella del losartan 100 mg. Un vantaggio nell’utilizzo di tale farmaco è dato dal fatto che esso evita l’aumento dell’attività della renina del plasma e della concentrazione di angiotensina II, che invece intervengono con gli ACEinibitori ed i sartani. Si spera che questa importante riduzione dell’attività della renina possa fornire una miglior protezione dal rischio di fibrosi secondarie che potrebbero colpire l’endotelio vasale. Sicurezza e tollerabilità I più comuni aventi avversi sono stati riportati con dosaggi superiori ai 300 mg/die e sono dati da fatica, vertigini, cefalee e diarrea. Dosi di 600 mg/die hanno mostrato un aumento dell’incidenza di diarrea rispetto al placebo (9.6% vs 1.2% del placebo). A differenza degli ACE-inibitori, l’aliskiren non è stato associato a tosse secca, anzi in associazione agli ACE-inibitori ne determina una riduzione. Sebbene il farmaco venga escreto per via biliare, si è visto come patologie epatiche non modifichino la farmacocinetica della molecola, per cui non vi è la necessità di un aggiustamento della dose. Trattamenti a lungo termine hanno, però, evidenziato un aumento della concentrazione plasmatica di renina, sebbene la sua attività rimanga bassa. Teoricamente la sospensione del farmaco potrebbe portare ad un effetto rebound di ipertensione, ma in pratica ciò non si è verificato. E’ controindicato in gravidanza e tutt’ora si sconosce se il farmaco è escreto nel latte materno. Interazioni farmacologiche Il fatto che aliskiren non venga metabolizzato dal citocromo epatico P450 e che abbia un basso legame a proteine plasmatiche è sinonimo di scarse interazioni farmacologiche. Ancora vi sono però pochi studi a riguardo e il monitoraggio intensivo del farmaco è fondamentale per avere una visione più completa di tale molecola. In volontari sani l’aliskiren non ha dato, infatti, interazioni con warfarin, acenocumarolo, digossina, lovastatina, atorvastatina, metformina, pioglitazone, fenofibrato, nitrati, celecoxib e cimetidina, ma ha ridotto la concentrazione di furosemide. Combinazioni terapeutiche In molti trials clinici l’aliskiren è stato usato in combinazione con diuretici tiazidici (idroclorotiazide), ACE-inibitori (enalapril, ramipril), sartani, betabloccanti (atenololo) e Caantagonisti (amlodipina). Non vi è stato un incremento delle reazioni avverse, rispetto alla monoterapia. Purtroppo il numero di questi trials rimane ancora piccolo per cui non possono essere effettuate previsioni certe sulle combinazioni terapeutiche. Alcuni studi hanno indirizzato il farmaco verso patologie quali l’ipertrofia cardiaca, e la malattia renale diabetica. Si è notato una diminuzione della albuminuria quando l’aliskiren viene aggiunto a losartan, se confrontato col placebo. Comunque il monitoraggio post-marketing sarà fondamentale per completare il profilo di tale farmaco. Bibliografia Clinical implications of renin inhibitors; Australian Prescriber; 2009;32:135-8 Renin inhibitors - mechanisms of action; Australian Prescriber; 2009; 32:132-5 Vaidyanathan S, Camenisch G, Schuetz H, Reynolds C, Yeh CM, Bizot MN, et al. Pharmacokinetics of the oral direct renin inhibitor aliskiren in combination with digoxin,torvastatin, and ketoconazole in healthy subjects: the role of P-glycoprotein in the disposition of aliskiren. J Clin Pharmacol 2008;48:1323-38.