M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 Dott. Prof. Massimo Menegozzo specialista in immunologia clinica ed allergologia specialista in medicina del lavoro già docente di medicina del lavoro della SUN responsabile del Registro Mesoteliomi della Regione Campania e mail: [email protected] SSM Scuola Superiore della Magistratura Corso L’amianto: benefici previdenziali e azioni risarcitorie Napoli 16-17 aprile 2015 LA CONSULENZA MEDICO LEGALE: LE PRINCIPALI PATOLOGIE DA ASBESTO E LA VERIFICA DEL NESSO CAUSALE Sommario 1 MALATTIE CORRELATE CON LA ESPOSIZIONE AD AMIANTO ...................................................................................2 1.1 1.2 Generalità ..........................................................................................................................................................................2 Cronologia delle conoscenze sul rischio amianto per la salute umana .............................................................................4 CLASSFICAZIONE DELLE MALATTIE ASBESTO CORRELATE ....................................................................................6 2.1 2.2 ASBESTOSI POLMONARE...............................................................................................................................................7 PLEUROPATIE BENIGNE DA AMIANTO : PLACCHE ED ISPESSIMENTI PLEURICI .................................................12 Considerazioni sulle pleuropatie benigne da amianto ..................................................................................................13 Pleuriti Benigne da Asbesto (Versamenti pleurici) ...........................................................................................................17 Atelettasie Rotonde .........................................................................................................................................................17 CARCINOMA POLMONARE ...........................................................................................................................................18 Valore soglia per la cancerogenesi da amianto per il cancro del polmone ...................................................................19 Interazione tra esposizione al rischio amianto ed abitudine al fumo nella cancerogenesi del cancro polmonare. .......20 MESOTELIOMA MALIGNO .............................................................................................................................................29 Mesotelioma Pleurico ...................................................................................................................................................31 Mesotelioma Maligno extra pleurico (peritoneale, pericardico, vaginale testis) ............................................................33 Quadri microscopici e criteri di diagnosi istopatologica ................................................................................................35 CANCRO DELLA LARINGE ............................................................................................................................................39 CANCRO DELL’OVAIO ...................................................................................................................................................41 VERIFICA DEL NESSO CAUSALE .................................................................................................................................42 2 2.3 2.4 2.5 2.6 2.2.1 2.5.1 2.5.2 2.6.1 2.6.2 2.6.3 2.7 2.8 3 3.1 3.1.1 3.1.2 3.1.3 3.2 Meccanismo di azione dell’amianto come agente cancerogeno......................................................................................42 Eziologia: fibre di amianto aerodisperse respirabili ......................................................................................................42 Meccanismi patogenetici nella cancerogenesi da amianto ...........................................................................................43 Latenza .........................................................................................................................................................................51 Conclusioni in tema di verifica del nesso causale............................................................................................................52 Napoli 17.04.2015 1 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 1 MALATTIE CORRELATE CON LA ESPOSIZIONE AD AMIANTO 1.1 Generalità L'amianto (o asbesto) è uno delle più importanti cancerogeni professionali, causando circa la metà dei decessi per tumori professionali 1 2 . Nel 2003, la tredicesima sessione congiunta dell'Organizzazione internazionale del Lavoro (ILO) / Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) Commissione per la Salute, ha raccomandato la massima attenzione per l'eliminazione delle malattie legate all'amianto 3. Il termine "amianto" indica un gruppo di minerali di natura fibrosa (anfiboli o serpentini) caratterizzati dalla loro straordinaria resistenza alla trazione, da una scarsa conduzione del calore e dalla marcata resistenza rispetto agli attacchi chimici. I principali tipi di amianto sono: il crisotilo, un materiale del gruppo dei serpentini; la crocidolite, l'amosite, l'antofillite, la tremolite e actinolite, che appartengono al gruppo degli anfiboli 4. 1 2 3 4 Concha-Barrientos M, Nelson D, Driscoll T, Steenland N, Punnett L, Fingerhut M et al. Chapter 21. Selected occupational risk factors. In: Ezzati M, Lopez A, Rodgers A, Murray C, editors. Comparative quantification of health risks: global and regional burden of disease attributable to selected major risk factors. Geneva: World Health Organization; 2004:1651–801 (http://www.who.int/healthinfo/global_ burden_disease/cra/en/, accessed 11 March 2014). Driscoll T, Nelson DI, Steenland K, Leigh J, Concha-Barrientos M, Fingerhut M et al. The global burden of disease due to occupational carcinogens. Am J Ind Med. 2005;48(6):419–31. ILO, WHO. Summary report of the Thirteenth Session of the Joint ILO/WHO Committee on Occupational Health, 9–12 December 2003, Geneva. JCOH/2003/D.4. Geneva: International Labour Organization; 2003 (http://www.ilo.org/wcmsp5/groups/public/---ed_protect/---protrav/---safework/documents/ publication/wcms_110478.pdf, accessed 13 March 2014). World Health Organization Regional Office for Europe; 2000 6.2 Asbestos. In: Air quality guidelines for Europe, second edition. WHO Regional Publications, European Series, No. 91. Copenhagen (http://www.euro.who.int/__data/assets/pdf_file/0005/74732/E71922.pdf, accessed 11 March 2014). 2 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 I rischi per la salute dovuti all’uso dell’amianto derivano dal possibile rilascio di fibre microscopiche dai materiali che lo contengono all’ambiente. Tali fibre si trovano in generale conglomerate in matrici di varia natura all’interno di Materiali Contenenti Amianto (MCA) caratterizzati da differenti gradi di friabilità. La erosione delle matrici determina la liberazione delle fibre di amianto che si disperdono nell’aria circostante. A parità di tutte le altre condizioni ambientali, i materiali contenenti amianto con matrici friabili rappresentano la maggiore fonte di rischio di rilascio delle fibre, mentre molto più difficilmente le fibre sono cedute dai materiali compatti. È da tenere presente che anche i Materiali Contenenti Amianto in matrice compatta (ad esempio l’Eternit costituito da una miscela di cemento amianto) con il passare del tempo, per la progressiva destabilizzazione della matrice compatta a causa degli agenti atmosferici, tendono progressivamente a rilasciare fibre di amianto nell’ambiente circostante. Queste fibre disperse in aria possono essere inalate dall’uomo e le malattie che ne conseguono sono pertanto associate in prevalenza, ma non esclusivamente ad organi bersaglio dell’apparato respiratorio (laringe, tessuto polmonare, pleura). L’amianto in tutte le sue varietà mineralogiche (actinolite, amosite, anthophillite, crisotilo, crocidolite e tremolite) è stato riconosciuto dalla Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) come un cancerogeno certo per l’essere umano 5. Non vi è alcuna evidenza che esista una soglia minima di fibre di asbesto al di sotto della quale si possa escludere l’attività cancerogena, ed incrementi di incidenza di tumori sono stati dimostrati in popolazioni esposte a livelli molto bassi di fibre 6. Si calcola che ad oggi circa 125 milioni di persone nel mondo siano esposte professionalmente al rischio amianto nei luoghi di lavoro 7. Ogni anno è stato calcolato che 5 6 7 International Agency for Research on Cancer. Asbestos (chrysotile, amosite, crocidolite, tremolite, actinolite, and anthophyllite). IARC Monogr Eval Carcinog Risks Hum. 2012;100C:219–309 (http:// monographs.iarc.fr/ENG/Monographs/vol100C/index.php, accessed 11 March 2014). Environmental Health Criteria 203: Chrysotile asbestos. Geneva: World Health Organization, International Programme on Chemical Safety; 1998 (http://www.inchem.org/documents/ehc/ehc/ ehc203.htm, accessed 11 March 2014). Concha-Barrientos M, Nelson D, Driscoll T, Steenland N, Punnett L, Fingerhut M et al. Chapter 21. Selected occupational risk factors. In: Ezzati M, Lopez A, Rodgers A, Murray C, editors. Comparative quantification of health risks: global and regional burden of disease attributable to selected major risk factors. Geneva: World Health Organization; 2004:1651–801 (http://www.who.int/healthinfo/global_ burden_disease/cra/en/, accessed 11 March 2014). 3 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 almeno 107.000 persone muoiono a causa del cancro del polmone, del mesotelioma e della asbestosi polmonare causati dalla esposizione professionale a fibre di amianto 8. In Italia si calcola che nelle attuali condizioni di esposizione complessiva al rischio amianto, circa 4.000 decessi all’anno siano attribuibili a tale esposizione, dei quali circa 1.000 per il solo mesotelioma maligno. Il culmine della incidenza di malattie correlate con la esposizione ad amianto, secondo le previsioni dovrebbe realizzarsi intorno all’anno 2020. 1.2 Cronologia delle conoscenze sul rischio amianto per la salute umana La vicenda dell’amianto in Italia così come in molti altri paesi nel mondo, ha rappresentato nel secolo scorso, e rappresenta ancora oggi, una complessa problematica di salute pubblica con importanti implicazioni sia di carattere scientifico-sanitario che socio- economico. Ma già dopo alcuni anni dall’inizio della lavorazione estensiva di tale minerale, in particolare nella industria tessile, incominciarono le segnalazioni di possibili effetti negativi sulla salute umana. Come indicato nel libro “Late lessons from early warnings” 9, la prima osservazione sul danno per la salute dell’esposizione ad amianto può essere attribuita a Lucy Deane, una delle prime donne Ispettore nelle Fabbriche del Regno Unito. In un suo scritto del 1898, Deane includeva i lavori in presenza di asbesto come una delle quattro occupazioni polverose sotto osservazione in quell’anno. Ella osservava che: “I disastrosi effetti della polvere di asbesto hanno anche sollecitato una analisi microscopica della polvere minerale da parte dell’Ispettore Medico HM. Risultò chiaro la natura delle particelle simili ad aghi di vetro, e che laddove si era permesso una loro disseminazione e permanenza nell’ambiente a qualsiasi concentrazione, gli effetti che si erano prodotti erano così lesivi come ci si sarebbe potuto aspettare.“ 10 8 9 10 Driscoll T, Nelson DI, Steenland K, Leigh J, Concha-Barrientos M, Fingerhut M et al. The global burden of non-malignant respiratory disease due to occupational airborne exposures. Am J Ind Med. 2005;48(6):432–45. Gee D, Greenberg M. Asbestos: from ‘magic’ to malevolent mineral. In European Environmental Agency. Late lessons from early warnings: the precautionary principle 1896-2000. (Eds. P. Harremoës, D. Gee, M. MacGarvin, A. Stirling, J. Keys, B. Wynne, S. Guedes Vaz) Environmental issue report n. 22. Office for official publications of the european communities. EEA, Copenhagen 2001. pag 52-63 Deane, Lucy, 1898. ‘Report on the health of workers in asbestos and other dusty trades’, in HM Chief Inspector of Factories and Workshops, 1899, Annual Report for 1898, pp.171–172, HMSO. “ the evil effects of asbestos dust have also instigated a microscopic examination of the mineral dust by HM Medical Inspector. Clearly revealed was the sharp glass-like jagged nature of the particles, and where 4 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 Le conseguenze patologiche della esposizione professionale ad amianto sono state successivamente ampiamente riconosciute dalla letteratura medica internazionale ( i primi lavori sono tutti della letteratura medica inglese ) e sono così databili: Murray data al 1906 la prima segnalazione ufficiale di un caso di fibrosi polmonare in un lavoratore esposto all’amianto ma ricorda come il primo studio sistematico sul carcinoma polmonare in soggetti asbestosici sia contenuto nel rapporto dell’Ispettorato del Lavoro Inglese per l’anno 1947 11. Il termine asbestosi fu coniato da Cooke nel 1927 12 e le prime norme per la prevenzione di questa patologia furono emanate in Gran Bretagna nel 1931. Selikoff sottolinea come a metà degli anni Trenta l’asbestosi fosse una patologia pienamente definita sul piano medico, e già nel 1935 venissero pubblicati i primi casi di carcinoma polmonare in soggetti asbestosici 13 . Secondo la ricostruzione di McDonald & McDonald, la prima segnalazione di un caso di mesotelioma in un soggetto asbestosico avvenne nel 1935 in Gran Bretagna, seguita da altre segnalazioni in Germania nel periodo bellico e post-bellico e successivamente da una segnalazione canadese del 1952 14. I due studi epidemiologici storici che stabilirono con certezza il ruolo causale dell’amianto nell’insorgenza del carcinoma polmonare e del mesotelioma pleurico furono, rispettivamente, quello di Doll del 1955 15 e quello di Wagner e collaboratori del 1960 16. Nel 1964 si svolse la conferenza mondiale sugli effetti biologici dell’amianto organizzata dalla New York Academy of Sciences i cui atti furono pubblicati nel 1965, anno in cui la comunità scientifica raggiunse unanime consenso sull’azione cancerogena di questo materiale 17. 11 12 13 14 15 16 17 they are allowed to rise and to remain suspended in the air of the room in any quantity, the effects have been found to be injurious as might have been expected.” Murray R. Asbestos: a chronology of its origins and health effects. Br J Ind Med 1990;47:361-5 Cooke WE. Pulmonary asbestosis. Br Med J 1927;2(3491):1024-5 Selikoff IJ. Historical developments and perspectives in inorganic fiber toxicity in man. Environ Health Perspect 1990;88:269-76 McDonald JC & McDonald AD. The epidemiology of mesothelioma in historical context. Eur Respir Dis 1996;9:1932-42 Doll, Mortality from lung cancer in asbestos workers. Br J Ind Med 1955; 12:81-6 Wagner et alii; Diffuse pleural mesothelioma and asbestos exposure in the North Western Cape Province. Br J Ind Med 1960;17:260-71 Enterline PE. Changing attitudes and opinions regarding asbestos and cancer 1934-1965. Am J Ind Med 1991;20(5):685-700 5 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 Successivamente sarebbe stato chiarito dagli storici che già all’inizio degli anni Quaranta dati sperimentali sulla cancerogenicità per gli animali erano in possesso dell’industria dell’amianto negli Stati Uniti e in Canada, ma che tali dati vennero occultati per differire l’adozione di misure preventive 18. Nel 1973 la International Agency for Research on Cancer (IARC) ha classificato l’amianto (tutti i tipi): actinolite, amosite, antofillite, crocidolite, tremolite e crisotilo, tra gli agenti cancerogeni certi per l’uomo. 19 Ulteriori valutazioni sono state pubblicate nel 1977 (IARC 1977. Asbestos. IARC Monogr Evaluation Carcinog Risk Chem Man, Vol. 14), nel 1987 (IARC 1987. Asbestos. Actinolite, amosite, anthophyllite, chrysotile, crocidolite, tremolite. Group 1. IARC Monogr Evaluation Carcinog Risk Chem Man,Suppl. 7). L’ultima valutazione in ordine di tempo da parte della IARC è stata effettuata nel 2012 (IARC 2012. Asbestos. Actinolite, amosite, anthophyllite, chrysotile, crocidolite, tremolite. IARC Monogr Evaluation Carcinog Risk Chem Man, Vol. 100C). Quest’ultima monografia IARC del 2012 conferma l’amianto come unico fattore di rischio certo per il mesotelioma in una serie di organi bersaglio comprendenti la pleura, il peritoneo, il pericardio e la tunica vaginale del testicolo; conferma l’amianto come agente cancerogeno certo per il cancro del polmone, e per la prima volta definisce l’amianto come cancerogeno certo per il cancro della laringe e dell’ ovaio. 2 CLASSFICAZIONE DELLE MALATTIE ASBESTO CORRELATE Le malattie derivanti da tale esposizione sono raggruppabili in due sottoinsiemi: a) malattie flogistico degenerative Asbestosi polmonare ( definita la eziologia nel 1927 ) Placche pleuriche (definita la eziologia nel 1966) b) malattie neoplastiche 18 19 carcinomi bronchiali ( definita la eziologia asbestosica nel 1955 ) mesoteliomi pleurici ( definita l’eziologia asbestosica nel 1960 ) cancro della laringe (definita la eziologia asbestosica nel 2009) Lilienfeld DE. The silence: the asbestos industry and early occupational cancer research. A case study. Am J Public Health 1991 Jun;81(6):791-800 IARC 1973. Some inorganic and organometallic compounds. IARC Monogr Eval Carcinog Risk Chem Man, Vol. 2) 6 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 cancro dell’ovaio (definita la eziologia asbestosica nel 2009) La IARC, Agenzia dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la Ricerca sul Cancro, nella sua ultima valutazione del 2012 classifica l’amianto come agente cancerogeno certo nell’uomo per quattro tipi di tumore maligno: il mesotelioma, il tumore polmonare, quello alla laringe ed all’ovaio. 20 Inoltre, allo stato attuale degli studi, la IARC classifica l’amianto come agente cancerogeno probabile per i tumori del tratto digerente (faringe, stomaco ed colon). È’ di fondamentale importanza rilevare che i meccanismi patogenetici, con i quali l’amianto determina le diverse forme di patologia negli individui esposti alla inalazione delle fibre aerodisperse 21, sono significativamente differenti per le patologie flogistico degenerative e per le patologie neoplastiche. Come sarà successivamente discusso sia le patologie neoplastiche asbesto correlate che la asbestosi polmonare sono patologie dose correlate, nel senso che la loro incidenza nelle persone esposte al rischio amianto aumenta in funzione della dose di fibre di amianto inalata durante il periodo di esposizione. Ma mentre per le patologie neoplastiche amianto correlate non esiste una dose minima al disotto della quale possa escludersi la probabilità di una manifestazione neoplastica, tale soglia invece è stata identificata per quanto riguarda l’asbestosi polmonare, per la quale la conferenza di Helsinki del 1997 22 ha identificato una soglia minima di dose cumulativa pari a 25ff/cc/anno al di sotto della quale si esclude la possibilità della insorgenza di un quadro di asbestosi polmonare. 2.1 ASBESTOSI POLMONARE L’asbestosi è una grave malattia respiratoria ed è stata, in ordine di tempo, la prima malattia correlata all’inalazione di fibre d’amianto, caratterizzata da fibrosi polmonare a progressivo aggravamento che conduce ad insufficienza respiratoria con complicanze cardiocircolatorie. 20 21 22 International Agency for Research on Cancer - World Health Organization IARC monographs on the evaluation of carcinogenic risks to humans - Vol. 100C “arsenic, metals, fibres, and dusts volume 100 C - A review of human carcinogens” ASBESTOS - Lyon, France - 2012 È’ infatti accertato che la ingestione anche di rilevanti quantità di amianto non determina alcuna patologia. Consensus Report “Asbestos, asbestosis, and cancer: the Helsinki criteria for diagnosis and attribution” Scand J Work Environ Health 1997;23:311-6. 7 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 Nel 1907 è datato il primo riconoscimento di casi fibrosi polmonare in operai di stabilimenti tessili che utilizzavano amianto in Gran Bretagna;23 Nel 1927 Cooke conia il termine asbestosi per le fibrosi polmonare indotta dalla inalazioni di fibre di amianto.24 Nel 1930 avviene il primo riconoscimento della asbestosi come malattia professionale causata da esposizione professionale ad amianto;25 L’asbestosi Polmonare consiste in una fibrosi maligna del polmone, conseguente all’inalazione prolungata della fibre di amianto, con ispessimento ed indurimento del tessuto polmonare con conseguente difficile scambio di ossigeno tra aria inspirata e sangue. Il progressivo aggravamento che, nelle forme più gravi si produce anche in assenza di ulteriori esposizione a fibre di amianto, conduce ad insufficienza respiratoria di tipo prevalentemente restrittivo con complicanze cardiocircolatorie. Essa è solitamente correlata alla durata della esposizione, a livelli notevoli di esposizione e a mansioni tipiche (coibentatori e/o scoibentatori); si tratta di una fibrosi interstiziale conseguente all’accumulo di fibre di asbesto nel polmone e alla conseguente reazione fibroblastica. L’asbestosi compromette la funzionalità dell’organo, è irreversibile ed ha la tendenza, in particolare per rilevanti esposizioni, a manifestarsi e ad evolvere anche dopo la cessazione dell’esposizione. Tale capacità di progressione è verosimilmente dovuta al persistere dell’attività biologica delle fibre ritenute nel polmone e dei correlati fenomeni immunitari. È una malattia polmonare diffusa che induce la formazione di tessuto fibroso nell’interstizio polmonare cioè nella zona deputata agli scambi gassosi e di conseguenza può ridurre la capacità di diffusione dell’ossigeno dall’aria respirata al sangue. L’esordio clinico della malattia avviene in genere 10-15 anni dopo la prima esposizione, sebbene la sintomatologia possa manifestarsi prima in caso di esposizione particolarmente intensa. Il sintomo più precoce e frequente è la dispnea da sforzo che aumenta con l’aggravarsi e l’estendersi della fibrosi parenchimale. La tosse (secca o produttiva) è altrettanto frequente ed è talora accompagnata da broncospasmo; se sono presenti placche pleuriche può insorgere dolore toracico. 23 24 25 Murray HM: Report of the Departmental Committee, London, HM Stationery Office,1907 Cooke WE: Pulmonary asbestosis. B.M.J. 2: 1024-1025, 1927 Vigliani EC: Asbestosi Polmonare, Rassegna di medicina Industriale, (6), 1939 8 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 Successivamente compaiono segni di insufficienza respiratoria più marcati, come la cianosi e l’ippocratismo digitale. Si manifesta per esposizioni medio-alte ed è, quindi, tipicamente una malattia professionale; la sua incidenza è drasticamente diminuita a seguito dell’emanazione della legge che proibisce l’utilizzo dell’amianto (legge 257 del 1992). Nonostante ciò, ancora nel 2008 l’INAIL ha registrato 600 casi di asbestosi in Italia. Oggi questo pericolo per la salute è praticamente inesistente, eccezion fatta per i lavoratori addetti alla rimozione dei composti di amianto in occasione di bonifiche ambientali: l’attuale legislazione impone un valore limite alla concentrazione di fibre libere in ambiente lavoro pari a 100 fibre/litro d’aria. Il Consensus Report di Helsinki del 1997 26 prevedeva la esistenza di una soglia di dose cumulativa pari a 25fibre/cc/anno al di sotto della quale la esposizione a fibre di amianto non darebbe luogo alla incidenza di casi di asbestosi polmonare nella popolazione esposta. Benché protettivo nei confronti dell’asbestosi, questo limite è solo parzialmente efficace per evitare l’insorgenza dei diversi tipi di tumori maligni causati dall’inalazione di fibre. Criteri aggiornati per la diagnosi della asbestosi polmonare sono stati descritti nel 2010 dal Roggli e Collaboratori 27. 26 27 Consensus Report “Asbestos, asbestosis, and cancer: the Helsinki criteria for diagnosis and attribution” Scand J Work Environ Health 1997;23:311-6. Roggli VL, Gibbs AR, Attanoos R, Churg A,Popper H, Cagle P, et al. Pathology of asbestosis- An update of the diagnostic criteria: Report of the asbestosis committee of the college of American pathologists and pulmonary pathology society. Arch Pathol Lab Med. 2010;134(3):462-80. 9 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 TRADUZIONE La maggior parte dei casi di asbestosi polmonare è diagnosticabile secondo un criterio di probabilità sulla base di dati clinici e radiologici senza dover fare ricorso ad accertamenti di tipo istologico, a partire dai seguenti criteri: 1. Una anamnesi di esposizione moderata o marcata alle fibre di amianto, tipica, ma non esclusiva, degli ambienti di lavoro, e protratta per molti anni. Comunque l’asbestosi polmonare non rappresenta un esito invariabile di una esposizione anche marcata alle fibre di asbesto. In generale, quando una esposizione cumulativa è stata sostanzialmente elevata, la probabilità di insorgenza di una asbestosi polmonare e la sua gravità sono tendenzialmente più elevate, con un più breve tempo di latenza tra l’inizio della esposizione e l’insorgere della malattia. 2. Segni clinici di fibrosi interstiziali costituiti dalla presenza di rantoli tele espiratori alla auscultazione dei campi polmonari, specie alle basi. 3. Il reperto nell’esame della radiografia del torace di tipiche opacità reticolo-lineari alle basi dei campi polmonari. 4. Una classica insufficienza respiratoria di tipo restrittivo. 5. Reperto comune, ma non obbligatorio, di placche pleuriche fibrose parietali e/o una diffusa fibrosi pleurica. I criteri 1 e 2 sono obbligatori per la formulazione della diagnosi clinica, che è ulteriormente supportata dalla positività del criterio 5. Quando uno o più criteri 5, 2, o 4 (in un ordine decrescente di importanza) non sono verificati, il tasso di credibilità della diagnosi viene progressivamente inficiato. 10 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 Nella specie umana studi condotti sul carico di fibre nel tessuto polmonare hanno dimostrato che la asbestosi polmonare si manifesta con un carico di fibre più basso in soggetti esposti ad amosite rispetto a soggetti esposti a crisotilo 28 29. Si ritiene che la maggiore biopersistenza delle fibre anfiboliche nel polmone rispetto al crisotilo sia la ragione per cui i lavoratori con una esposizione agli anfiboli e un quadro radiologico di asbestosi polmonare sono più soggetti ad una progressione della malattia rispetto ai pazienti esposti a crisotilo con un quadro di asbestosi. 30 28 29 30 Churg A, Wright JL, Vedal S, Fiber burden and pattern of disease in chrysotile miners and millers. Am Rev Resp Dis. 1993;148(1):25-31. Churg A, Vedal S. Fiber burden and patterns of asbestos related disease in workers with heavy mixed amosite and chrysotile exposure. Am J Respir Crit Care Med. 1994;150(03):663-669. rd Browne K. Asbestos related disorders. In Parker WR, Ed. Occupational Lung Disorders, 3 Ed. Oxford, England: Butterworth-Heinemann; 1994:411-504. 11 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 2.2 PLEUROPATIE BENIGNE DA AMIANTO : PLACCHE ED ISPESSIMENTI PLEURICI 12 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 Le placche pleuriche, insieme agli ispessimenti pleurici diffusi rappresentano le cosiddette pleuropatie benigne da amianto, per lo più asintomatiche, a condizione che rispettino i parametri sotto indicati. Le placche pleuriche (pleural plaques) sono aree circoscritte di ispessimento fibroso della pleura, localizzate spesso nella parte inferiore della gabbia toracica, in regione postero-laterale e sulla cupola diaframmatica. Interessano esclusivamente la pleura parietale (diaframmatica compresa), sono di norma multiple, bilaterali, talvolta simmetriche, hanno estensione e spessore variabili, risparmiano apici e seni costofrenici e possono calcificare. La diagnosi differenziale va fatta nei confronti dei depositi di grasso negli obesi, degli esiti di traumi e degli altri esiti di flogosi pleuriche. Le placche pleuriche sono nettamente demarcate e hanno superficie liscia o irregolare e di colorito bianco-perlaceo. Microscopicamente, le placche sono ialine, avascolari e quasi acellulari. I fasci di collagene ialino hanno una caratteristica struttura che è spesso a tessuto intrecciato. La calcificazione è comune. Il mesotelio che le ricopre è, di regola, intatto. La loro bilateralità e la tendenza alla simmetria sono fattori importanti in favore della origine asbestosica. Rappresentano un segno tardivo di esposizione ad amianto, in quanto compaiono circa 20 anni dalla prima esposizione. Sono generalmente asintomatiche, non danno luogo, se non sono molto estese o incarceranti, a modificazioni della funzionalità respiratoria e possono calcificare. L’origine asbestosica della placca, oltre che in base ai dati anamnestici, deve essere sospettata nei casi di lesioni bilaterali e simmetriche. Gli ispessimenti pleurici interessano invece, a differenza delle placche pleuriche, la pleura viscerale e rappresentano di norma l’esito di pregressi versamenti non febbrili a risoluzione spontanea. Sono di norma monolaterali e obliterano il seno costo-frenico. L’ispessimento delle sole scissure interlobari è stato descritto come manifestazione isolata di pleuropatia viscerale da amianto. 2.2.1 Considerazioni sulle pleuropatie benigne da amianto In corso delle presenti attività di CT mi è stato richiesto un parere generale sulle cosiddette pleuropatie benigne da asbesto (placche pleuriche ed ispessimenti pleurici) anche in 13 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 considerazione che il quesito proposto a questo CT faceva riferimento alla individuazione di malattie correlabili alla inalazione di fibre di amianto. A) Definizione di patologia e malattia. Per patologia penso sia corretto considerare qualsiasi alterazione significativa dello stato di normalità morfo funzionale dei vari distretti o apparati che costituiscono l’organismo umano. Per malattia si deve intendere un complesso coordinato di sintomi (quelli riferiti soggettivamente dal paziente), segni (quelli osservati nell’esame obiettivo condotto dal medico su l malato), e dati (quelli osservati e registrati mediante supporti strumentali – Radiografia del Torace, TAC, Spirometria etc.. ) che si manifestano con costanza nell’organismo umano quando questo è esposto ad uno o più fattori di rischio (agenti causali) causalmente correlati. Fatte queste considerazioni preliminari, personalmente ritengo che placche pleuriche ed ispessimenti pleurici ( la prime localizzate nella pleura parietale, i secondi localizzati nella pleura viscerale – ma su questo esiste una grande confusione da parte di molti colleghi .. ) di norma costituiscano una patologia che ben raramente definisce una malattia. Infatti solo raramente le placche pleuriche presentano dimensioni talmente rilevanti da determinare una alterazione della obiettività clinica (alla auscultazione del torace si apprezzano sfregamenti localizzati), della funzionalità respiratoria (sotto forma di una sindrome disventilatoria di tipo restrittivo) ed una sintomatologia attiva riferita dal paziente (dolenzia agli atti respiratori estremi) che in tali rari circostanze definiscono una condizione di “malattia” in quanto il quadro complessivo comprende sintomi, segni e dati tali da configurare una alterazione identificabile dello stato di salute. Fatta questa premessa va anche ricordato che l’INAIL riconosce le placche pleuriche come malattia professionale determinata da esposizione professionale all’azione delle fibre di asbesto, anche solo sulla base del rilievo strumentale attraverso in genere una TAC del torace con la tecnica ad alta risoluzione. Vedi tabella sottostante alla voce 57 a): 14 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 Considerando pertanto le Placche Pleuriche come Malattia Professionale riconosciuta dall’INAIL, il grado di menomazione alla integrità psicofisica conseguente (danno biologico) stabilito dal D.Lgs. 38/2000 Tabella delle menomazioni, alla voce 331 prevede una valutazione massima del 05% . 15 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 In conclusione, personalmente ritengo che normalmente le placche pleuriche ed ispessimenti pleurici non configurino – se non eccezionalmente – un malattia propriamente detta, dal momento che non configurano un quadro di malattia ma solo una alterazione morfologica minimale delle pleure senza riscontro obiettivabile di alterazioni funzionali. Va però tenuto conto che la normativa vigente INAIL ritiene tali “patologie” assimilabili a malattie professionali, sempre che sussitano le peculiarità sopra rappresentate. 16 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 2.3 Pleuriti Benigne da Asbesto (Versamenti pleurici) Si tratta di pleuriti essudative apparentemente idiopatiche, spesso con versamento ematico, che coinvolgono i foglietti, viscerale e parietale, della pleura. La manifestazione clinica varia da quadri modesti e autolimitantesi fino a quadri più gravi con febbre, dolore toracico e leucocitosi, che possono esitare in ispessimenti pleurici diffusi, in genere monolaterali, e anche obliterazione del seno costo-frenico. Il versamento pleurico benigno è un evento patologico relativamente poco frequente nella pratica clinica, anche se viene considerato come la più precoce delle manifestazioni pleuriche dovute all’asbesto, in quanto può presentarsi anche dopo pochi anni dall’inizio dell’esposizione. Si tenga comunque presente che in taluni casi versamenti pleurici recidivanti hanno rappresentato l’esordio clinico di mesoteliomi pleurici, e che pertanto tali manifestazioni cliniche vanno rigorosamente monitorate nel tempo. 2.4 Atelettasie Rotonde L’atelettasia rotonda è una lesione benigna, a localizzazione polmonare sottopleurica, con aspetto radiologico in genere nodulare. Può essere associata all’esposizione ad amianto, a seguito di versamenti pleurici benigni ricorrenti a cui segue l’invaginazione della pleura viscerale con il collasso del parenchima circostante; oppure può esitare da una zona di fibrosi pleurica viscerale che esercita trazione sul parenchima polmonare vicino. 17 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 2.5 CARCINOMA POLMONARE Il carcinoma polmonare, il tumore maligno più frequente determinato da esposizione a fibre di amianto, si verifica anche per esposizioni a basse dosi. Il fumo di sigarette amplifica notevolmente, con un meccanismo di sinergia moltiplicativa, l’effetto cancerogeno dell’amianto aumentando sensibilmente la probabilità di contrarre tale malattia. Il Cancro del polmone si presenta sotto diverse forme anatomopatologiche che si caratterizzano all’esame istologico in differenti istotipi: 30-35% Carcinoma squamoso (o epidermoidale o a cellule pavimentose) 30-50% Adenocarcinoma Acinoso Papillare Solido-Mucosecernente Bronchioloalveolare 5-15% Carcinoma Anaplastico a Grandi Cellule 15-35% Carcinoma Anaplastico a Piccole Cellule 18 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 I criteri di Helsinki del 1997 31 citano quattro principali tipi di tumore del polmone associati all'esposizione ad amianto (carcinoma squamoso, adenocarcinoma, carcinoma a grandi cellule e carcinoma a piccole cellule). La classificazione attualmente in uso 32 (19) menziona altri due tipi: carcinoma sarcomatoide e carcinoma adenosquamoso. Ciascuna di queste sei grandi categorie istologiche va considerato possa insorgere come conseguenza dell’esposizione all’amianto 33(20). L’inalazione delle fibre di amianto induce un aumento della incidenza di carcinomi polmonari, senza sostanziali differenze fra i vari istotipi sopra menzionati. Si ritiene vi sia un periodo di latenza minimo di 10 anni. Il rischio di insorgenza della neoplasia (11 su 100.000 persone l’anno nella popolazione generale) aumenta in modo sostanziale, addirittura oltre le 50 volte, nei soggetti fumatori contemporaneamente esposti ad amianto. I dati raccolti fino ad ora permettono soltanto una stima approssimativa del numero di casi di carcinoma polmonare: 1,5-2 casi di neoplasia polmonare causato o concausato dall’amianto, per ogni caso di mesotelioma registrato. I casi di tumore polmonare da esposizione professionale ad amianto ammonterebbero in Italia a 1.500 – 2.000 l’anno; 2.5.1 Valore soglia per la cancerogenesi da amianto per il cancro del polmone Da taluni Autori, tra questi il Prof. Pira dell’Università di Torino, si sostiene che il Consensus Report di Helsinki del 1997 34 prevedeva la esistenza di una soglia di dose cumulativa pari a 25fibre/cc/anno al di sotto della quale la esposizione a fibre di amianto non darebbe luogo alla incidenza di casi di cancro del polmone nella popolazione esposta. Il Prof. Pira con questa affermazione tenta di demolire un punto fermo della cancerogenesi da amianto, per la quale non esiste un soglia di concentrazione di fibre di amianto disperse nell’aria al di sotto della quale il rischio di cancerogenesi è nullo. Ma la lettura del testo originale del citato Consensus Report chiarisce questo equivoco: Questo è il testo originale: 31 32 33 34 Asbestos, asbestosis, and cancer: the Helsinki criteria for diagnosis and attribution. Scand J Work Environ Health. 1997;23(4):311-6. Travis W, Colby TV, Corrin B, Shimosato Y, Brambilla E The World Health Organization Histological rd Typing of Lung and Pleural Tumours 3 Ed Berlin: Springer Verlag; 1999 Roggli VL, Anttila S, Kane A, Inai K, Wolff H Pathology and Biomarkers. Helsinki: Finnish Institute of Occupational Health; 2014. Avaiable from: www.ttl.fi/hcuasbestos. Consensus Report “Asbestos, asbestosis, and cancer: the Helsinki criteria for diagnosis and attribution” Scand J Work Environ Health 1997;23:311-6. 19 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 Traduzione: Consensus Report: Si stima che il rischio relativo di cancro del polmone aumenti dal 0.5 al 4% per ogni fibra per centimetro cubo per anno (fibre-anno). di esposizione cumulativa. Usando il limite superiore di questo range, si stima che una esposizione cumulativa di 25 fibre/anno incrementi il rischio di cancro del polmone di 2 volte. Casi clinici di asbestosi possono manifestarsi per esposizioni cumulative paragonabili. Pertanto nel Consensus Report di Helsinki è ribadito il fatto che non esiste una soglia di esposizione cumulativa per le fibre di amianto al di sotto della quale è esclusa la insorgenza di casi di cancro del polmone; viene invece segnalata una dose cumulativa pari a 25 fibre/anno che determina la insorgenza di un numero di casi di cancro del polmone due volte superiore al dato atteso di una popolazione non esposta. 2.5.2 Interazione tra esposizione al rischio amianto ed abitudine al fumo nella cancerogenesi del cancro polmonare. Esporremo in questo titolo una sintesi aggiornata della ampia letteratura internazionale relativa alle valutazioni circa le interazioni che si determinano nella esposizione congiunta a due fattori di rischio ambedue considerati cancerogeni certi, quali il fumo di sigaretta 20 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 (smoking) e le fibre di amianto (asbestos fibres), con particolare rilievo all’azione sinergica che tale doppia esposizione determina nella eziopatogenesi del cancro del polmone (lung cancer). L’effetto combinato della esposizione contemporanea al fumo di sigaretta e della esposizione a fibre di asbesto costituisce uno degli esempi meglio studiati dell’azione sinergica di fattori di rischio occupazionali e fattori di rischio ambientali legati ad abitudini voluttuarie. I primi studi esaurienti su tale azione di sinergia furono condotti nel 1972 da: 2.5.2.1 Berry G, Newhouse ML, Turok M. Combined effect of asbestos exposure and smoking on mortality from lung cancer in factory workers Lancet,2,476-8,1972 2.5.2.2 Selikoff IJ, Hammond ED Multiple risk factors in environmental cancer In Fraumeni J ed. “ Persons at risk of cancer - Acad. Press. N.Y. 467, 1975 2.5.2.3 Hammond EC, Selikoff IJ, Seidman H. Asbestos Exposure, Cigarette smoking and Death Rates. Ann N Y Acad Sci. 1979;330:473-90. 2.5.2.4 Saracci R Asbestos and lung cancer: an analysis of the epidemiological evidence on the asbestossmoking interaction Int. J. Cancer,20,323,1977 2.5.2.5 Saracci R Personal environmental interactions in occupational epidemiology In Mc Donald JC ed. “Recent Advances in Occupational Health. Churchill - Livingstone. N.Y. 119,1981 21 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 Questo studio verifica la compatibilità dei dati emersi da una vasta letteratura epidemiologica con uno dei seguenti modelli teorici di sinergia dei fattori di rischio proposti per la esposizione contemporanea al rischio fumo di sigaretta / fibre di asbesto: 1) Modello additivo: implicava che il fumo e le fibre di asbesto inalate potessero individualmente essere causa di tumore polmonare e che il risultato combinato della esposizione ai due fattori di rischio fosse la somma degli effetti individuali determinati dal fumo e dall’asbesto. In questo caso il Rischio Relativo (RR) corrisponderebbe approssimativamente alla somma dei RR dovuti a ciascun fattore. 2) Modello moltiplicativo: implicava che in presenza dei due fattori di rischio citati (fumo ed asbesto) si verificasse un eccesso di mortalità rispetto alla popolazione non esposta approssimativamente uguale al prodotto dell’effetto dei singoli fattori di rischio, vale a dire che il RR in caso di esposizione combinata, sarebbe dovuto risultare uguale al prodotto dei RR dovuti ai singoli fattori di rischio. 3) Modello additivo con assenza di effetto della sola esposizione ad asbesto: in questo modello la esposizione esclusiva alle polveri di asbesto non avrebbe dovuto produrre un aumento della incidenza del cancro del polmone, ma tale evento si sarebbe dovuto produrre solo in presenza della esposizione combinata ai due fattori di rischio. I risultati degli studi condotti da Saracci dimostrarono in maniera esemplare la plausibilità del modello moltiplicativo come era stato a suo tempo proposto nel lavoro di Hammond EC e collaboratori del 1979, del quale si riporta di seguito il frontespizio: 22 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 Il modello della sinergia moltiplicativa determinata dalla esposizione contemporanea al rischio amianto ed al rischio fumo di sigaretta ( smoking ) ha ricevuto ulteriori costanti conferme nel tempo come dimostrano a titolo di esempio i più recenti Reports in letteratura: 2.5.2.6 Vainio H, Boffetta P. Mechanisms of the combined effect of asbestos and smoking in the etiology of lung cancer. Scand J Work Environ Health. 1994 Aug;20(4):235-42. 23 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 2.5.2.7 Case BW. Asbestos, smoking, and lung cancer: interaction and attribution Occup Environ Med. 2006 August; 63(8): 507–508. 2.5.2.8 Wraith D, Mengersen K. A Bayesian approach to assess interaction between known risk factors: the risk of lung cancer from exposure to asbestos and smoking. Stat Methods Med Res. 2008 Apr;17(2):171-89. Di questo ultimo recente lavoro si riporta per ricchezza di valutazioni l’abstract tradotto: Abstract: The joint effects of exposure to two known lung carcinogens, tobacco smoking and asbestos, are reviewed. The variable pattern of interaction ranging from supramultiplicative to less than additive may reflect the fact that both asbestos and smoking are complex carcinogens which can affect more than one stage of lung carcinogenesis. The joint effect of two such agents will depend on the relative magnitude of the effects at each stage. The epidemiologic evidence from studies of insulation workers with high exposures suggests an interaction that approximates the multiplicative model, indicating that each of the two factors has an independent action on the multistage process of carcinogenesis. Sintesi: Gli effetti congiunti della esposizione a due noti cancerogeni, il fumo di sigaretta e l’asbesto, sono analizzati. Lo schema variabile di interazione che va da un modello sopramoltiplicativo ad un modello additivo può riflettere il fatto che sia l'amianto che il fumo sono cancerogeni complessi che possono interessare più di una fase della carcinogenesi del polmone. L’effetto congiunto di questi due agenti dipende dalla relativa potenza degli effetti a ciascuno stadio della carcinogenesi. L’evidenza epidemiologica derivata da studi su lavoratori del settore della coibentazione con elevata esposizione ad amianto suggerisce una interazione che si approssima al modello moltiplicativo, indicando che ciascuno dei due fattori di rischio esercita una attività indipendente nel processo a molti stadi della cancerogenesi. 24 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 2.5.2.9 Frost G, Darnton A, Harding AH. The effect of smoking on the risk of lung cancer mortality for asbestos workers in Great Britain (1971-2005). Ann Occup Hyg. 2011 Apr;55(3):239-47. Epub 2011 Jan 20. OBJECTIVES: Workers in the asbestos industry tend to have high smoking rates compared to the general population. Both asbestos exposure and cigarette smoking are recognized risk factors for lung cancer mortality, but the exact nature of the interaction between the two remains uncertain. The aim of this study was to examine the effect of smoking and smoking cessation among asbestos workers in Great Britain (GB) and investigate the interaction between asbestos exposure and smoking. METHODS: The study population consisted of 98 912 asbestos workers recruited into the GB Asbestos Survey from 1971, followed-up to December 2005. Poisson regression was used to estimate relative risks of lung cancer mortality associated with smoking habits of the asbestos workers and to assess whether these effects differed within various categories of asbestos exposure. The interaction between asbestos exposure and smoking was examined using the Synergy (S) and Multiplicativity (V) indices, which test the hypotheses of additive and multiplicative interaction, respectively. The proportion of lung cancers among smokers attributable to the interaction of asbestos and smoking was also estimated. RESULTS: During 1 780 233 person-years of follow-up, there were 1878 deaths from lung cancer (12% of all deaths). Risk of lung cancer mortality increased with packs smoked per day, smoking duration, and total smoke exposure (pack-years). Asbestos workers who stopped smoking remained at increased risk of lung cancer mortality up to 40 years after smoking cessation compared to asbestos workers who never smoked. The effects of smoking and stopping smoking did not differ by duration of asbestos exposure, main occupation, age at first asbestos exposure, year of first exposure, or latency period. The interaction between asbestos exposure and smoking for asbestos workers was greater than additive [S 1.4, 95% confidence interval (CI) 1.2-1.6], and the multiplicative hypothesis could not be rejected (V 0.9, 95% CI 0.3-2.4). For those asbestos workers who smoked, an estimated 25 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 26% (95% CI 14-38%) of lung cancer deaths were attributable to the interaction of asbestos and smoking. CONCLUSIONS: This study emphasizes the importance of smoking prevention and cessation among those who work in the asbestos industry. TRADUZIONE RISULTATI: Nel corso del follow-up relativo a 1.780.233 anni-persona , ci sono stati 1.878 morti per cancro ai polmoni (12% di tutte le morti). Il rischio di mortalità per tumore polmonare è aumentato in funzione dei pacchetti/giorno fumati, della durata dell’abitudine al fumo, e dell'esposizione totale al fumo (pacchetti-anno). I Lavoratori dell'amianto che hanno smesso di fumare sono rimasti con un incremento del rischio di mortalità per tumore polmonare fino a 40 anni dopo la cessazione dal fumo rispetto ai lavoratori dell’amianto che non hanno mai fumato. Gli effetti del fumo e la interruzione del fumo non differivano per durata di esposizione ad amianto, attività principale, età al momento della prima esposizione all'amianto, anno della prima esposizione, o periodo di latenza. L'interazione tra l'esposizione all'amianto e il fumo per i lavoratori dell'amianto era più grande di un modello additivo [S 1.4, intervallo di confidenza 95% (CI) 1,2-1,6], e l'ipotesi moltiplicativa non poteva essere respinta (V 0.9, 95% CI 0,32,4). Per i lavoratori dell'amianto che fumavano, si stima che il 26% (95% CI 14-38%) delle morti per cancro al polmone sono attribuibili all'interazione di amianto e il fumo. CONCLUSIONI: Questo studio pone l’accento sull'importanza della prevenzione del fumo e della interruzione del fumo tra coloro che lavorano nel settore dell'amianto. 26 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 2.5.2.10 IARC Monographs on the Evaluation of Carcinogenic Risks to Humans Volume 100 - A Review of Human Carcinogens - Part C: Arsenic, Metals, Fibres, and Dusts (ASBESTOS) - Lyon - France 2012. 27 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 TRADUZIONE 4.4.1 Altri fattori di rischio per il cancro del polmone e della laringe, e del mesotelioma maligno diffuso. (a) fumo di tabacco La co-esposizione al fumo di tabacco ed alle fibre di amianto fibre è quantomeno di tipo additivo e possibilmente moltiplicativo nello sviluppo del cancro del polmone (Vainio & Boffetta, 1994). La inalazione del fumo di tabacco (Walser et al., 2008) così come delle fibre minerali è associata alla generazione di un eccesso di metaboliti reattivi dell’ossigeno e dell’azoto, a danno cellulare e apoptosi, ed a infiammazione polmonare cronica (Shukla et al, 2003;. IARC, 2004). L’eccesso di generazione di specie ossidanti ha dimostrato di aumentare la penetrazione delle fibre di amianto nelle cellule epiteliali delle vie respiratorie, e di compromettere la clearance delle fibre (McFadden et al, 1986;. Churg et al, 1989.), nonché di alterare il metabolismo e la disintossicazione dal fumo di tabacco cancerogeni (Nymark et al., 2008). Le fibre di amianto possono anche assorbire gli agenti cancerogeni del fumo di tabacco ed i metalli e facilitare il loro trasporto nei polmoni (IOM, 2006). Le fibre di amianto hanno anche dimostrato di attivare i recettori del fattore di crescita e le vie metaboliche cellulari che stimolano la proliferazione cellulare e di promuovere la sopravvivenza delle cellule (Albrecht et al., 2004). In sintesi, co-esposizioni al fumo di tabacco e fibre minerali possono amplificare le mutazioni genetiche acquisite indotte dai cancerogeni del fumo di tabacco, ed amplificare la proliferazione cellulare in risposta al danno tissutale che porta ad un aumentato rischio per lo sviluppo del cancro della laringe e del polmone (Nymark et al., 2008). °°°°°°°°°°°°°°°°°° Appare evidente, dai dati della letteratura più recente, la conferma della esistenza di una sinergia di tipo moltiplicativo dovuta alla esposizione combinata ai due fattori di rischio fumo di sigaretta ed inalazione di fibre di amianto, per quanto riguarda la eziopatogenesi 28 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 del cancro del polmone nei lavoratori esposti al rischio professionale di inalazione di fibre di amianto. Pertanto la esposizione combinata ai due agenti cancerogeni non sminuisce l’attività cancerogena dell’amianto, che anzi viene esaltata dalla esposizione combinata ai due agenti cancerogeni. 15 2.6 MESOTELIOMA MALIGNO Il mesotelioma è un tumore altamente maligno delle membrane di rivestimento presenti nel corpo umano derivanti dal primitivo foglietto embrionale mesotelio. Il mesotelioma maligno è un tumore che si origina dalle cellule di derivazione dal mesoderma - il primitivo foglietto embrionale - che rivestono la superficie delle cavità sierose, toracica e addominale: può interessare la pleura, il peritoneo, il pericardio e la tunica vaginalis testis. Il mesotelioma risultava già noto nel secolo scorso, grazie ai casi di linfadenoma similtubercolare riportati da Wagner nel 1870, mentre nel 1943 Saccone e Coblenz definivano il tumore come endotelioma. Il mesotelioma pleurico maligno pleurico (MPM) tende ad occupare estesamente il cavo pleurico, e ad invadere il polmone e altre strutture toraciche. Le sue caratteristiche istologiche esprimono il duplice potenziale evolutivo delle cellule del rivestimento mesoteliale, essendo riconoscibili aree di cellule fusate, di tipo sarcoma, e aree tubulari e papillari, di tipo carcinoma. La incidenza di questa grave forma di tumore maligni è fortemente associata alla esposizione a fibre di amianto che si riscontrano negli ambienti di lavoro, in particolare nelle attività di estrazione del minerale e nelle attività di manipolazione di materiali contenenti amianto. In genere, le esposizioni negli ambienti di vita sono di molto inferiori a quelle professionali, considerando che il valore massimo riscontrabile negli ambienti di vita si attesta di norma entro la concentrazione di 1fibra/litro di aria. Ciò nonostante non sono da sottovalutare perché l’effetto neoplastico non ha teoricamente valori di soglia al di sotto dei quali escludere la presenza di rischio di incidenza di mesoteliomi maligni. Infatti, nel corso degli anni sono stati accertati casi riferibili sia ad esposizioni professionali limitate nell’entità e durata, sia ad esposizioni al di fuori dell’ambito professionale (come 29 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 per esempio per gli abitanti in zone prossime ad insediamenti produttivi dove erano presenti nel ciclo lavorativo materiali contenenti amianto, per i conviventi o per i frequentatori di lavoratori esposti al rischio amianto). Secondo il Registro Italiano del Mesotelioma Maligno (ReNaM), nel 2008 l'incidenza del Mesotelioma Pleurico Maligno era di 3.6 casi ogni 100000 persone-anno negli uomini e di 1.3 casi ogni 100000 persone-anno nelle donne; i tassi corrispondenti di Mesotelioma Maligno Peritoneale erano rispettivamente di 0.24 e 0.12 ed erano stati osservati 1422 casi incidentali di Mesotelioma Maligno in tutte le sedi. Nella serie ReNaM, l'esposizione ad asbesto è risultata causa dell'80.5% dei casi (93% nei maschi, negli ultimi anni). Il rischio di MM aumenta con la dose cumulativa (misura che integra sia il tempo di esposizione, sia la concentrazione media delle fibre) e il carico di fibre riscontrato nel tessuto polmonare. L'incidenza di MM dopo esposizione di asbesto aumenta proporzionalmente con il tempo di latenza dalla prima esposizione. Il mesotelioma rappresenta la neoplasia più specifica susseguente all’esposizione ad amianto; rappresenta infatti un segnalatore tipico della presenza di amianto. Si ritiene infatti che ogni caso di mesotelioma deve essere considerato alla stregua di un indicatore molto probabile di esposizione ad amianto. L’insorgenza della neoplasia non è influenzata dal fumo di tabacco. Anche in Italia, come nelle altre nazioni interessate dal fenomeno, la curva che descrive l’andamento delle morti per mesotelioma è parallela a quella che descrive il consumo di amianto pro-capite, la segue però con circa quaranta anni di ritardo a conferma del lungo tempo di latenza della patologia. Tenendo conto dell’andamento temporale del consumo pro-capite di amianto in Italia, è possibile prevedere che solo intorno agli anni 2020 - 2025 vi sarà un’inversione di tendenza nell’andamento del numero annuo di decessi per mesotelioma pleurico, attualmente in crescita. 30 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 2.6.1 Mesotelioma Pleurico La localizzazione pleurica è più frequente rispetto a quella peritoneale con un rapporto di circa 6:1. La manifestazione iniziale del tumore è subdola: la più comune modalità di presentazione del mesotelioma maligno diffuso della pleura è quella di una pleurite cronica con versamento emorragico e recidivante. I sintomi più frequentemente associati alla neoplasia sono rappresentati da: dolore toracico (nel 45% circa dei casi) e dispnea progressiva (nel 60% dei casi), che generalmente si sviluppa insidiosamente nel corso di mesi. Il dolore è localizzato nella parte superiore dell’emitorace colpito, e può irradiarsi al braccio, al collo o alla spalla; tende ad essere costante e talvolta, a causa dell’infiltrazione dei nervi intercostali, può assumere carattere nevralgico. Mentre alcuni lamentano solo un lieve disagio, in altri il dolore può limitare le attività quotidiane, diventando uno tra i più invalidanti nella patologia toracica. 31 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 Altri sintomi meno frequenti sono rappresentati da: tosse, astenia, calo ponderale, febbre, sudorazione, emottisi. Sporadici casi sono diagnosticati in pazienti asintomatici (5%) o che presentano un esordio acuto di dispnea e dolore da emotorace o pneumotorace. A causa della presenza del versamento pleurico e della massa tumorale intrapleurica, all’esame obiettivo si riscontra, nell’emitorace coinvolto, una riduzione del fremito vocale tattile e del murmure vescicolare. Una grossa massa tumorale può comprimere fegato o milza portando a un’errata constatazione di epato o splenomegalia. In fase avanzata si può osservare riduzione della motilità dell’emitorace interessato, paralisi delle corde vocali, sindrome di Bernard-Horner, crescita tumorale a livello della sede di toracentesi o di toracotomia. Il mesotelioma maligno della pleura rimane per un certo tempo localizzato ed ha la tendenza a diffondersi per contiguità. Può metastatizzare soprattutto il polmone, il fegato, il rene, il surrene, la tiroide, lo scheletro ed l’encefalo. Il mesotelioma maligno diffuso della pleura è un tumore con evoluzione verso l’invasione di tutte le superfici pleuriche e l’incarceramento del polmone, che inevitabilmente porta a morte in media entro 1 anno circa dalla diagnosi, quasi sempre per l’insufficienza cardiopolmonare. Eziologia Il mesotelioma è stato descritto prevalentemente in soggetti professionalmente esposti alla inalazione di fibre di amianto, ma sono stati descritti anche casi in persone residenti intorno a miniere di amianto o nelle città sede di insediamenti industriali con lavorazioni dell’amianto e in familiari venuti a contatto con le polveri accumulatesi sulle tute di lavoratori direttamente esposti. Questo conferma la pericolosità di esposizioni anche a basse concentrazioni di asbesto. Tutti i tipi di amianto: Anfiboli ( amosite, crocidolite .... ) Serpentino (crisotilo) sono considerati agenti cancerogeni in grado di sviluppare un mesotelioma maligno; la crocidolite (amianto blù) è considerata la varietà di amianto più frequentemente associato al mesotelioma. Generalmente la neoplasia si sviluppa dopo vari decenni dall’l’inizio dell’esposizione ad amianto. Il tempo intercorrente tra l’inizio dell’esposizione e comparsa del tumore (tempo di latenza) è molto lungo, orientativamente 20-40 anni, ma in alcuni casi si sono raggiunti anche i 50 e oltre. 32 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 Sono stati descritti casi anche con latenze minori: si ritiene che un periodo minimo di 10 anni di latenza dalla prima esposizione sia comunque indispensabile per determinare la incidenza di un caso di mesotelioma in un soggetto esposto a fibre di amianto. La manifestazione iniziale del tumore è subdola, solitamente i sintomi iniziali sono una dolenza riferita ad un emitorace e la dispnea; la tosse è il terzo segno che indirizza l’indagine. Il dolore è modesto, può essere descritto come una sensazione di irrigidimento di una parte di emitorace; è persistente e progressivo, non viene influenzato dal respiro ed è solitamente resistente ai comuni antidolorifici. Allorché il paziente giunge all’osservazione presenta già un versamento pleurico di tipo sieroso o sieroematico, che nel tempo diventa persistente o ricorrente. Il mesotelioma rimane per un certo tempo localizzato ed ha la tendenza a diffondersi per contiguità. Può metastatizzare soprattutto il polmone, il fegato, il rene, il surrene, la tiroide, lo scheletro ed l’encefalo. 2.6.2 Mesotelioma Maligno extra pleurico (peritoneale, pericardico, vaginale testis) Oltre a costituire la sierosa pleurica, il mesotelio riveste la cavità addominale (peritoneo), il cuore (pericardio) e, nel genere maschile, i testicoli (tunica vaginale del testicolo). Da tutte queste sedi extra pleuriche possono insorgere tumori maligni primitivi ai quali si assegna la specificazione della sede (mesotelioma peritoneale, pericardico, della tunica vaginale); il peritoneo ed il pericardio possono venire coinvolti sia per contiguità che per metastatizzazione di tumori primitivi pleurici. Viceversa l’origine primitiva peritoneale può portare ad una diffusione del mesotelioma maligno alla sede pleurica. Questa affermazione consegue alla valutazione che le fibre di amianto, una volta penetrate nell’organismo per via respiratoria, possono diffondersi per via linfatica o ematica in diversi organi ed apparati (Miserocchi et al., 2008) 35 . Dal punto di vista istologico i mesoteliomi extra-pleurici, possono assumere, come quelli pleurici, morfologia epitelioide, sarcomatoide e mista, con una maggiore frequenza del tipo epitelioide. Come per la sede pleurica, l’insorgere della neoplasia determina diversi sintomi e segni, in parte aspecifici e comuni alle diverse sedi (febbre, astenia), o caratterizzati dalla 35 Miserocchi, G., Sancini, G., Mantegazza, F., et al., 2008. Translocation pathways for inhaled asbestos fibers. Environ. Health 24 (7), 4. 33 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 conseguenza di compressioni (ad es. dolore) e dalla formazione di liquido nelle cavità che i mesoteli racchiudono (liquido ascitico, pericardico, idrocele). In relazione allo sviluppo embrionale comune del rivestimento mesoteliale e del tessuto ovarico, il mesotelioma peritoneale nella donna può presentare aspetti morfologici di difficile diagnosi differenziale (soprattutto per mesoteliomi epitelioidi a pattern tubulopapillare. Alla difficoltà di diagnosi differenziale consegue la possibilità di misclassificazione diagnostica e la possibile sottostima dell’incidenza dei mesoteliomi in questa sede a vantaggio di tumori più frequenti. La sintomatologia e la sede comportano che le persone affette da un mesotelioma extrapleurico vengano diagnosticate e trattate attraverso percorsi di ospedalizzazione in genere diversi da quelli pleurici (reparti di medicina interna, di chirurgia generale, di ostetricia e ginecologia) e alla loro rarità consegue una minore specializzazione diagnostica e terapeutica. In Italia l’incidenza standardizzata al 2008 per le sedi extra pleuriche, calcolata per le sole Regioni nelle quali l’attività di identificazione dei casi di mesotelioma è ritenuta adeguata, è risultata per il peritoneo di 0,22 x 100.000 nel genere maschile e di 0,10 nel genere femminile; di 0,01 x 100.000 per la tunica vaginale del testicolo; non calcolabile per i mesoteliomi pericardici (nel genere maschile l’incidenza per i mesoteliomi pericardici “certi, probabili e possibili” risultava di 0,003 x 100.000). I dati italiani e quelli di altri paesi indicano che il mesotelioma peritoneale rappresenta, per sede, il secondo tipo più comune di mesotelioma. L’incidenza dei mesoteliomi peritoneali è circa 10-15 volte minore a quella dei pleurici nei due generi, quella dei mesoteliomi della tunica vaginale del testicolo di circa 300 volte minore a quella dei mesoteliomi pleurici. In numeri assoluti su 12.329 casi di mesotelioma “certi”, secondo la classificazione ReNaM, (sul totale di 15.845) segnalati dai Centri Operativi Regionali per il periodo 19932008, 834 risultavano mesoteliomi peritoneali, 30 mesoteliomi pericardici, 47 mesoteliomi della tunica vaginale del testicolo (IV Rapporto, Registro Nazionale dei Mesoteliomi, 2012)36. Gli studi epidemiologici sull’associazione tra esposizione ad amianto e mesoteliomi peritoneali sono costituiti da studi di coorti in esposti per lavoro, e studi caso-controllo di popolazione e ospedalieri. 36 INAIL - Settore Ricerca - Dipartimento Medicina del Lavoro - Laboratorio di Epidemiologia e Statistica Sanitaria Occupazionale - Registro Nazionale dei Mesoteliomi : QUARTO RAPPORTO 2012 34 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 Gli studi su esposti per lavoro confermano l’associazione per crocidolite, amosite, crisotilo e fibre miste (Boffetta, 2007) 37. E’ stato spesso notato che l’insorgenza di mesotelioma peritoneale è presente nelle più elevate condizioni di esposizione: questa affermazione trova conferma nei valori elevati di concentrazione di fibre di amianto nel tessuto polmonare di soggetti affetti da mesotelioma peritoneale 38 Per quanto riguarda il mesotelioma peritoneale, esso originerebbe dalle fibre di amianto che raggiungono il peritoneo con i vasi linfatici, attraverso il diaframma; la neoplasia è più frequente nelle attività lavorative con un importante esposizione ad asbesto. Il mesotelioma del pericardio e della vaginale del testicolo si osservano eccezionalmente. 2.6.3 Quadri microscopici e criteri di diagnosi istopatologica Il quadro microscopico del mesotelioma maligno è caratterizzato da una marcata varietà fenotipica, in contrapposizione al relativo monomorfismo del comportamento clinico e del quadro macroscopico. Il mesotelio, costituito da un singolo strato di cellule piatte, ha la capacità di seguire almeno due separate linee di differenziazione cellulare: una di tipo epiteliale e una di tipo connettivale. Questa multipotenzialità differenziativa dipende dal fatto che il mesotelio è in realtà mesoderma embrionale che persiste nella vita extrauterina, immodificato rispetto alla situazione fetale, quale rivestimento delle cavità sierose dell'organismo. Pertanto il mesotelio possiede tutte le capacità evolutive del mesoderma e le ricapitola, soprattutto quando subisce la trasformazione neoplastica. Sulla base delle quantità relative di cellule epiteliali e cellule fusate si distinguono tre tipi istologici principali di mesotelioma maligno: epiteliale, sarcomatoso (o fibroso) e misto (o bifasico). La varietà epiteliale del mesotelioma maligno ha di solito un pattern architetturale prevalentemente tubulare o papillare o tubulo-papillare, ma può anche presentarsi in 37 38 Boffetta P. Epidemiology of peritoneal mesothelioma: a review. Ann Oncol 18: 985-990, 2007 Barbieri PG, Somigliana A, Tironi A Lung asbestos fibre burden in textile workers with malignant mesothelioma. Med Lav. 101: 199-206, 2010 35 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 forma solida (non-ghiandolare). Le cellule epiteliomorfe hanno un citoplasma acidofilo e nuclei rotondi e vescicolari con nucleoli prominenti. La varietà sarcomatosa del mesotelioma maligno mostra fasci intrecciati di cellule fusate (simil-fibroblastiche) in uno stroma collageno, spesso più o meno estesamente jalinizzato. Questa componente di tipo connettivale può ulteriormente differenziarsi in tessuti più specializzati con aspetti di tipo fibrosarcomatoso, condrosarcomatoso, osteosarcomatoso, miosarcomatoso e liposarcomatoso. L’aspetto istologico classico e patognomonico del mesotelioma maligno è quello misto (o bifasico) in cui le due componenti, epiteliale e a cellule fusate, coesistono, anche se è raro trovare un mesotelioma maligno con un uguale rapporto quantitativo dei due quadri in una distribuzione uniforme. Più spesso una componente prevale in un’area e l’altra in un’altra parte dello stesso tumore. Il 50% circa dei mesoteliomi maligni della pleura sono di tipo epiteliale; il 25% sono di tipo bifasico e sarcomatoso, mentre i rimanenti casi sono scarsamente differenziati o non classificabili. La diagnosi di mesotelioma maligno misto dipende dalla quantità di tessuto disponibile per l’esame istologico e dall’estensione del campionamento. Il fenotipo istologico influenza in parte il decorso clinico del mesotelioma maligno. I pazienti con mesotelioma maligno epiteliale hanno infatti una sopravvivenza significativamente più lunga dei pazienti con forme sarcomatoidi, mentre la durata della malattia nei soggetti con mesotelioma maligno misto si colloca in una posizione intermedia. Sulla base degli aspetti microscopici occorre distinguere il mesotelioma maligno da Processi reattivi delle membrane sierose Tumori maligni secondari delle membrane sierose Tumori primitivi del polmone I processi reattivi comprendono l’iperplasia mesoteliale, la fibrosi e le placche jaline, che rappresentano comuni risposte delle membrane sierose a stimoli infiammatori od irritativi e che sono frequentemente causa di problemi di diagnosi differenziale nella valutazione microscopica sia di preparati citologici di versamenti sierosi che da agobiopsie della pleura o del peritoneo. Infatti, può essere difficile distinguere un’iperplasia reattiva mesoteliale da un mesotelioma maligno epiteliale ben differenziato od una fibrosi da un mesotelioma maligno fibroso o desmoplastico. In ambito neoplastico può essere invece arduo, disponendo di limitato materiale bioptico, distinguere: 36 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 il tipo epiteliale di mesotelioma maligno o la componente epiteliale di un mesotelioma maligno misto rispetto a un adenocarcinoma metastatico, in particolare un macroscopicamente adenocarcinoma può simulare periferico un polmonare, mesotelioma maligno che anche (carcinoma pseudomesoteliomatoso); Il tipo sarcomatoso di mesotelioma maligno può essere distinto con difficoltà da un sarcoma, in particolare un fibrosarcoma, un leiomiosarcoma od un tumore vascolare, oppure da un carcinoma metaplastico a cellule fusate, soprattutto se a primitività renale. Il tipo misto (bifasico) di mesotelioma maligno raramente presenta problemi di diagnosi differenziale con una metastasi di sinovial-sarcoma, di carcinosarcoma o di emangioendotelioma epitelioide. ADENOCARCINOMA MESOTELIOMA EPITELIODE MESOTELIOMA SARCOMATOIDE Allo scopo di raggiungere una diagnosi di mesotelioma maligno con un sufficiente livello di sicurezza, considerando non solo le ovvie implicazioni clinico-terapeutiche, ma spesso anche quelle medico-legali e/o epidemiologiche, si può ricorrere a metodi diagnostici accessori che integrano il tradizionale esame al microscopio delle sezioni istologiche colorate di routine con EE. L' istochimica per i glicosaminoglicani (acido jaluronico) e per le mucine, la microscopia elettronica e più recentemente l’immunoistochimica sono state utilizzate e valutate per il contributo che possono dare ai fini di un riconoscimento più accurato ed obiettivo del mesotelioma maligno. Nessuna di queste tecniche supplementari è di per sé assolutamente attendibile per una diagnosi inequivocabile di mesotelioma maligno, ma l’immunoistochimica è oggi 37 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 largamente accettata come capace di fornire il contributo più importante, soprattutto quando la morfologia microscopica è equivoca per la limitata differenziazione mesoteliale della neoplasia in esame oppure quando la quantità di tessuto a disposizione è scarsa. La ancora limitata standardizzazione delle procedure di fissazione dei tessuti e di immunocolorazione impone cautela nell’utilizzo ai fini diagnostici dei risultati forniti dalle indagini immunoistochimiche. Anche se è ormai riconosciuto che la diagnosi di mesotelioma maligno può essere fatta in vivo su materiale cito-istologico con un grado sufficiente di accuratezza e sicurezza senza dover attendere i risultati dell’autopsia per escludere una primitività neoplastica in sede extrasierosa, è però vero che la morfologia microscopica, perché soggetta ad una variabilità di interpretazione tra patologi tuttora consistente, può contribuire a questa diagnosi solo integrandosi con le informazioni che in una logica sequenza cronologica provengono da Dall’anamnesi e dal quadro clinico Esame citologico dell’eventuale versamento (con citochimica, immunocitochimica ed indagini biochimiche sul liquido) Indagini radiologiche ed endoscopiche per escludere altre sedi di neoplasia Quadro macroscopico della neoplasia documentato mediante indagini radiografiche, endoscopiche ed eventualmente di chirurgia esplorativa. 38 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 2.7 CANCRO DELLA LARINGE La Laringe è un organo posto nella regione centrale ed anteriore del collo in continuità con la faringe, in alto, e con la trachea, in basso. Essa determina, con la sua prominenza, il cosiddetto “pomo d’Adamo”, presente in entrambi i sessi ma più evidente nell'uomo. 39 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 Schematicamente si suddivide in tre porzioni: porzione sopraglottica corrispondente al tratto iniziale (superiore) in diretto rapporto con la faringe; comprende l’epiglottide, una piccola cartilagine che ha la funzione di coprire il tratto respiratorio dalla inalazione di cibo durante l’alimentazione; porzione glottica corrispondente alle corde vocali è la parte da cui ha origine la voce; porzione sottoglottica corrispondente alla parte che si continua con la trachea. La laringe svolge le seguenti funzioni: funzione protettiva: consiste nell’impedire l’ingresso degli alimenti nella trachea e viene svolta dall’epiglottide che funge da coperchio della laringe nel momento della deglutizione; funzione fonatoria: consiste nella produzione della voce attraverso le vibrazioni delle corde vocali messe in movimento dall’aria in uscita dai polmoni; funzione respiratoria assicura il passaggio dell’aria proveniente dal naso e diretta ai polmoni. Sin dai primi anni ’70 si è sviluppato un intenso dibattito scientifico a livello internazionale circa la attribuibilità del cancro della laringe alla esposizione professionale a fibre di amianto. Tale discussione si presentava complessa dal momento che vari sono gli agenti cancerogeni in grado di determinare il cancro della laringe in una popolazione esposta. In particolare la discussione scientifica riguardava il ruolo non solo delle fibre di amianto ma di altri due diffusi cancerogeni quali il fumo di sigaretta e l’abitudine ad assumere bevande alcooliche. Analisi epidemiologiche sempre più sofisticate hanno consentito alla Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, la più importante struttura scientifica a livello mondiale, di pervenire nel 2009 alla determinazione certa che l’amianto debba essere considerato “cancerogeno certo - Gruppo 1 della classificazione IARC anche per il cancro della laringe, risultati che sono stati pubblicati nel Volume 100/C delle Monografie IARC. 39 39 International Agency for Research on Cancer - World Health Organization IARC monographs on the evaluation of carcinogenic risks to humans - Vol. 100C “arsenic, metals, fibres, and dusts volume 100 C - A review of human carcinogens” ASBESTOS - Lyon, France - 2012 40 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 2.8 CANCRO DELL’OVAIO La identificazione dell’amianto come agente cancerogeno certo per il cancro dell’ovaio è di recente acquisizione da parte della IARC. Infatti tutti i precedenti studi sulla cancerogenesi da esposizione a fibre di amianto era sempre stata condotta su coorti di genere maschile, dal momento che la quota parte di popolazione di genere femminile esposta a fibre di amianto era sempre una minima percentuale delle coorti dei lavoratori esposti al rischio professionale amianto. Di fatto la ridotta dimensione delle sottocoorti femminili non consentiva di pervenire a valutazioni di significatività statistica vista la dimensione assai ridotta. Solo recentemente, con studi di meta analisi che hanno raggruppato varie coorti di ex esposti ad amianto in coorti di più vaste dimensioni è stato possibile valutare la incidenza di tumori maligni correlati alla esposizione a fibre di amianto per le sottocoorti di genere femminile. Questi studi hanno portato la IARC a concludere, nella citata pubblicazione del 2012 40 , in maniera certa che “ L'amianto provoca il mesotelioma e il cancro del polmone, della laringe e dell'ovaio. “ Un mesotelioma peritoneale deve essere considerato tra le diagnosi differenziali in un sospetto tumore ovarico in donne che siano state esposte ad amianto, dato che le due condizioni possono presentare similitudini ed essere misclassificate. Sono necessarie ulteriori ricerche per valutare gli specifici tipi istopatologici di tumore ovarico causati dall’esposizione all'amianto. 40 IARC A review of human Carcinogens. Arsenic, Metals, Fibres and Dust. IARC Monographs on the Evaluation of the Carcinogenic Risks to Humans. 100 part C. Lyon: IARC; 2012. 41 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 3 VERIFICA DEL NESSO CAUSALE Una discussione aggiornata sulla verifica del nesso causale tra esposizione a fibre di amianto ed insorgenza di casi di tumori maligni, richiede prioritariamente una messa a punto sui meccanismi eziopatogenetici mediante i quali l’amianto esplica la sua attività di agente cancerogeno. 3.1 Meccanismo di azione dell’amianto come agente cancerogeno 3.1.1 Eziologia: fibre di amianto aerodisperse respirabili L’intera letteratura scientifica internazionale inerente le patologie eziologicamente correlate con la esposizione a fibre di amianto fa riferimento sin dal 1983 ad un rischio derivante dalla inalazione di fibre aereodisperse di amianto respirabili caratterizzate dalle seguenti dimensioni:41 42 • Lunghezza superiore o uguale a 5 micron; • Diametro inferiore o uguale a 3 micron; • Rapporto lunghezza/diametro superiore o uguale a 3. Non ultima tale teoria è stata sostenuta dal Prof. Vito Foà in una recente pubblicazione 43 affermava che “ La patogenicità delle fibre di asbesto per l’uomo è anzitutto dipendente dalle dimensioni, che devono essere tali da permetterne non solo l’inalazione, ma anche la penetrazione all’interno degli alveoli polmonari. È stato stabilito che le fibre di amianto con 41 Decreto Ministeriale 06.09.1994 “ ALLEGATO 2. - Determinazione quantitativa delle concentrazioni di fibre di amianto aerodisperse in ambienti indoor. h) Criteri di conteggio per la microscopia ottica in contrasto di fase: criteri descritti nella Dir. CEE 83/477 . (Nota: Questi criteri impongono di considerare qualunque particella di forma allungata avente lunghezza > 5µm, diametro < 3µm e rapporto lunghezza/diametro > 3:1; 42 Direttiva 83/477/CEE del Consiglio del 19 settembre 1983 sulla” protezione dei lavoratori contro i rischi connessi con un'esposizione all'amianto durante il lavoro (seconda direttiva particolare ai sensi dell'articolo 8 della direttiva 80/1107/CEE) “ Articolo 7 Fatto salvo l'articolo 3, paragrafo 3, sono prese le seguenti misure: 1) per garantire il rispetto dei valori limite fissati all'articolo 8, la misurazione del tenore dell'amianto nell'aria del luogo di lavoro è effettuata conformemente al metodo di riferimento descritto nell'allegato I o a qualsiasi altro metodo che dia risultati equivalenti. Tale misurazione deve essere programmata ed effettuata regolarmente e i campioni devono essere rappresentativi dell'esposizione personale del lavoratore alla polvere proveniente dall'amianto o dai materiali contenenti amianto. Ai fini della misurazione di cui al primo comma si prendono in considerazione unicamente le fibre che abbiano una lunghezza superiore a 5 micron e una larghezza inferiore a 3 micron ed il cui rapporto lunghezza/larghezza sia superiore a 3:1. 43 Cattaneo A, Maria Cavallo D & Foà V “Patologia umana conseguente all’inalazione di fibre di asbesto” Rend. Soc. Geol. It., 3 (2006), Nuova Serie, 37-40 42 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 queste caratteristiche di patogenicità devono essere di lunghezza superiore a 5 μm, di diametro inferiore a 3 μm (COMMINS, 1985; WORLD HEALTH ORGANIZATION, 1986; NATIONAL RESEARCH COUNCIL, 1984) ed avere un rapporto lunghezza/diametro maggiore di 3.” Nel 2005 il Prof. Chiappino ha proposto una teoria alternativa secondo la quale il solo mesotelioma sarebbe causato dalla inalazione delle sole fibre ultrafini e ultracorte, perché, secondo questa teoria, solo queste ultime potrebbero raggiungere la pleura parietale con sviluppo del mesotelioma maligno. La conclusione di una simile tesi era che anche «la più scrupolosa applicazione delle tecniche di prevenzione disponibili nel periodo 1960-1980 non avrebbe avuto alcuna influenza sul vero fattore causale ultramicroscopico, anzi avrebbe potuto addirittura peggiorare la situazione con aspirazioni potenziate» (Chiappino 2005)44. Tale teoria che non ha trovato ulteriore seguito nella letteratura internazionale ed è stata rigorosamente ed analiticamente contestata in un lavoro pubblicato sulla rivista internazionale ( International Journal of Occupational Environmental Health, 2007,13:6469 ) da parte dei massimi autori esperti in tematiche relative all’amianto operanti in Italia (Tomatis L, Cantoni S, Carnevale F, Merler e, Mollo F, Ricci P, Silvestri S, Vineis P, Terracini B.) 45 . In questo lavoro gli autori, confermando quanto già noto dalla pregressa letteratura internazionale, affermano che tutte le fibre di amianto di lunghezza sia superiore che inferiore alla soglia dei 5 micron sono responsabili del meccanismo patogenetico del mesotelioma pleurico, contestando la pretesa esclusività - sostenuta da Chiappino - delle sole fibre cosiddette ultracorte. 3.1.2 Meccanismi patogenetici nella cancerogenesi da amianto Per quanto riguarda le malattie neoplastiche causate dalla esposizione a fibre di amianto esiste una sola teoria accreditata a livello di consenso internazionale ed è la teoria della cancerogenesi multistadio valida sia per il cancro del polmone che per il mesotelioma pleurico, ed in generale per tutti i tumori causati da esposizione ad agenti chimici. 44 45 Chiappino G “Mesotelioma: il ruolo delle fibre ultrafini e conseguenti riflessi in campo preventivo e medico legale” Med Lav 2005; 96, 1: 3-23 Tomatis L, Cantoni S, Carnevale F, Merler E, Mollo F, Ricci P, Silvestri S, Vineis P, Terracini B. “The Role of Asbestos Fiber Dimensions in the Prevention of Mesothelioma.” Int J Occup Environ Health 2007;13:64–69. 43 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 La teoria universalmente accettata per la cancerogenesi da agenti chimici virali e radiogeni stabilisce che tale processo avvenga mediante un modello di progressione temporale multistadio come rappresentato schematicamente nella successiva figura: Come si può apprezzare dallo schema su riportato il primo stadio di un processo di cancerogenesi è rappresentato dalla iniziazione. Vale la pena di sottolineare che la iniziazione non rappresenta un “singolo evento” nel processo generale di cancerogenesi, ma la stessa iniziazione è una fase processuale che richiede un lasso di tempo necessario a che tutte le sottofasi - schematicamente 44 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 riassunte nella figura soprastante ( trasformazione dell’agente pro cancerogeno in cancerogeno attivo, contatto con il genoma della cellula umana bersaglio, variazione dell’assetto genomico primitivo della cellula bersaglio compatibile con la sopravvivenza della cellula ) - trovino modo per realizzarsi. Pertanto riassumendo le fasi del processo multistadio della cancerogenesi da amianto sono così riassumibili • Iniziazione è l'alterazione genetica trasmissibile a cellule figlie determinata dall'azione delle fibre di amianto sulle cellule bersaglio. – L’alterazione permane nella memoria genetica delle cellule – È un passaggio necessario alla trasformazione maligna, ma non sufficiente a causare il tumore se non interviene il successivo processo di promozione. • Promozione : stimolazione della proliferazione delle cellule bersaglio “iniziate”, ad opera di vari fattori (anche di natura infiammatoria). – richiede tempi lunghi, – si svolge progressivamente nel tempo, – non è irreversibile, – deve essere continuativa o comunque essere ripresa dopo brevi intervalli. • Progressione : acquisizione di – caratteristiche di crescita accelerata – capacità di invasione – capacità di metastatizzare sembra legata ad ulteriori mutazioni con comparsa di nuovi cloni cellulari anomali, favoriti dall'instabilità genetica degli elementi in trasformazione neoplastica e determinati dalla eterogeneità delle popolazioni cellulari del tumore. • Induzione : è il periodo di tempo comprensivo delle tre fasi ( iniziazione, promozione, progressione ). La teoria della cancerogenesi multistadio comprovata sia da studi di cancerogenesi sperimentale, che da studi epidemiologici in coorti di lavoratori esposti al rischio di 45 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 inalazione di fibre di amianto, stabilisce che il tumore sia il risultato di un processo di accumulo e trasmissione di mutazioni del genoma cellulare di singole cellule per cambiamenti nella sequenza del DNA (mutazioni genetiche) e/o per modifiche delle funzioni e della espressione del genoma cellulare (alterazioni epigenetiche). Armitage e Doll sin dal 1954 proposero un modello matematico che spiegava la natura causale delle mutazioni e l’andamento crescente della incidenza dei tumori maligni in funzione dell’età degli individui esposti al rischio. 46 Tale teoria venne successivamente elaborata in dettaglio per da Berry e Wagner che in seguito a studi sperimentali di laboratorio, comparati con studi di incidenza in lavoratori esposti ad amianto elaborarono tra il 1969 ed il 1976 il seguente modello matematico:47 48 I(t) = c x (t-w)k dove: I(t) rappresenta l’incidenza del mesotelioma misurata al tempo t dall’inizio della esposizione; c è un coefficiente empirico che esprime la forza con cui l’esposizione si correla linearmente con l’incidenza; w è il tempo minimo che si assume debba trascorrere dall’inizio della esposizione prima che un mesotelioma possa insorgere (cosiddetta latenza minima); k è l’esponente da assegnare al tempo dall’inizio della esposizione (dedotta la latenza 49 minima). La latenza minima era di circa 10 anni, e l’esponente k da assegnare al tempo trascorso dall’inizio della esposizione era di circa 2. Successivi studi di Peto e Collaboratori 50 51 portarono ad un ulteriore e più dettagliato modello matematico da applicare specificamente allo studio della incidenza dei 46 Armitage P, Doll R. The age distribution of cancer and a multi-stage theory of carcinogenesis. Br J Cancer,8:1-12, 1954 47 Berry G, Wagner JC. The application of a mathematical model describing the times and occurrence of mesotheliomas in rats following inoculation of asbestos. Br J Cancer, 23:582.586, 1969; 48 Newhouse ML, Berry G. Prediction of mortality from mesothelial tumours in asbestos factory workers. Br J Ind Med, 33:147-151, 1976 49 Per latenza si intende in questa formulazione il period di tempo che intercorre tra l’inizio della Esposizione e la manifestazione clinica del tumore. 46 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 mesoteliomi pleurici in esposizioni ad amianto prolungate che rappresentano la specifica condizione della esposizione lavorativa. Il modello così formulato da Peto e Collaboratori nel 1985 è il seguente: I(t) = kxLx[(t-t1)4 - (t-t2)4] Dove : I(t) rappresenta l’incidenza del mesotelioma misurata al tempo t; t1 rappresenta il tempo di inizio della esposizione t2 rappresenta il tempo della fine dell’esposizione L rappresenta l’intensità della esposizione (che si presume costante) k rappresenta una costante che dipende dal tipo di fibra di amianto L’equazione suindicata implica che l’incidenza del mesotelioma è funzione del livello di esposizione alle fibre di amianto ma anche della durata della esposizione (t-t1) ! Nel 1997 Chiappino e Nicoli 52 proposero proposto un modello di cancerogenesi specifico ed unico per il mesotelioma pleurico, per il quale aveva rilevanza patogenetica, nel nesso di causalità tra esposizione professionale ad amianto ed insorgenza del mesotelioma, unicamente la esposizione iniziale (cosiddetta trigger dose) mentre le esposizioni successive non erano più rilevanti nel determinismo del mesotelioma, come di seguito riportato “Ancora una volta, pertanto, si deve concludere che, quando una quantità di amianto, anche assai modesta è stata inalata (dose innescante: trigger dose*) qualche altro fattore o insieme di fattori agisce nel corso dei successivi due-tre decenni per far comparire in alcuni soggetti il mesotelioma, e ciò indipendentemente da altre successive esposizioni. La autosufficienza della prima “dose innescante” nel sostenere il meccanismo cancerogeno per tutta la sua durata e, di conseguenza, la scarsa o nulla rilevanza 50 51 52 Peto J, Seidmann H, Selikoff IJ. mesothelioma mortality in asbestos workers: implications for models of carcinogenesis and risk assessment. Br J Cancer, 45:124-135; 1982. Peto J, Doll R, Hermon C, Binns W, Clayton R, Goffe T. Relationship of mortality to measures of environmental asbestos pollution in an asbestos textile factory. Ann Occup Hyg, 29:305-55; 1985 G Chiappino, E Nicoli “Mesotelioma: aspetti medico-legali” in “L’Amianto dall’ambiente di lavoro all’ambiente di vita. Nuovi indicatori per futuri effetti” a cura di C Minoia, G Scansetti, G Piolatto, A Massola. Fondazione Maugeri, IRCCS, Pavia 1997 - I Documenti 12; pgg 261-268. 47 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 eziopatogenetica di eventuali altre successive “dosi” trova convincente spiegazione nella caratteristica peculiare di durabilità delle fibre di amianto ove per durabilità si intende la capacità di permanere nei tessuti senza subire alterazioni. La durabilità è massima per gli amianti anfibolici (crocidolite o amianto blu e amosite o amianto bruno) che persistono indefinitamente nei tessuti. L’amianto bianco (o crisotilo) invece possiede una durabilità inferiore e le fibre nel corso degli anni vengono alterate dai liquidi organici con meccanismo chimico di lisciviazione. Proprio gli amianti anfibolici, i più persistenti, sono quelli dotati di maggiore cancerogenicità per il mesotelioma......... Per tutti i tumori, quindi, persistono nei tessuti gli effetti mentre per il mesotelioma continua a persistere nel tessuto la causa: è agevole comprendere che se, come sopra ricordato, non esiste una correlazione tra dose e risposta e se le fibre persistono indefinitamente nei tessuti, ulteriori “dosi” oltre alla prima necessaria e sufficiente ad avviare il meccanismo patogeno (iniziazione) ed a condizionarne le successive tappe fino alla manifestazione clinica (promozione) non sono necessarie.” Tale teoria di Chiappino sulla dose indipendenza del mesotelioma pleurico si basava sull’assunto teorico che solo per il mesotelioma pleurico non fosse valida la teoria multistadio elaborata per la prima volta da Armitage, pur ammettendo che tale teoria era assolutamente valida per tutti gli altri tumori causati da agenti chimici, ivi compreso il cancro del polmone causato da esposizione a fibre di amianto. Tale teoria di Chiappino rimasta confinata in una ristretta cerchia di consulenti per le Aziende, è stata recentemente smentita da due importanti documenti: a) CONSENSUS DOCUMENT DELLA II CONFERENZA ITALIANA SUL MESOTELIOMA PLEURICO TENUTASI A TORINO 15-16 NOVEMBRE 2011: 53 Asbestos fibers (AF) act through different mechanisms. The main factors modeling MM risk include fiber type, size, exposure level and time. Our systematic review of the literature showed that risk of MM increased with cumulative dose and lung fiber burden, in agreement with previous reviews. The group acknowledged difficulties and possible errors in the estimation of cumulative dose, the importance of evaluating separately 53 Pinto C et al. Second Italian Consensus Conference on Malignant Pleural Mesothelioma: State of the art and recommendations. Cancer Treat Rev (2012), http://dx.doi.org/10.1016/j.ctrv.2012.11.004 48 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 intensity and its time variation when possible, and that fiber burden at the sampling time may not represent accurately the lifelong burden relevant for the carcinogenic process. Incidence of MM after asbestos exposure increases proportionally to exposure multiplied by a power (3 or 4) of time since exposure (usually called latency). Time gives more weight to exposures that occurred early. Traduzione: Le fibre di amianto (AF) agiscono attraverso meccanismi diversi. I principali fattori che condizionano il rischio per il Mesotelioma Maligno comprendono il tipo di fibra, le dimensioni, il livello di esposizione ed il tempo. La nostra revisione sistematica della letteratura ha mostrato che il rischio di MM aumentava con la dose cumulativa e con il carico polmonare di fibre, in accordo con le recensioni precedenti. b) IARC ( INTERNATIONAL AGENCY FOR RESEARCH ON CANCER ) Volume 100/C Il capitolo dedicato alla carcinogenesi da ASBESTO pubblicato nel Volume 100/C delle Monografie della IARC nel 2012 54 , cioè dalla più importante Agenzia Mondiale sul Cancro della Organizzazione Mondiale della Sanità, che così riassume nel seguente schema i meccanismi patogenetici indotti dalla esposizione a fibre di amianto nel quale si osserva che in entrambi i casi i meccanismi patogenetici corrispondono al meccanismo generale di tipo multistadio, escludendo qualsiasi ipotesi alternativa quale quella prospettata dal Chiappino e Nicoli 55 sulla dose indipendenza del mesotelioma pleurico: 54 55 WORLD HEALTH ORGANIZATION: INTERNATIONAL AGENCY FOR RESEARCH ON CANCER - IARC Monographs on the Evaluation of Carcinogenic Risks to Human. Volume 100/C: A Review of Human Carcinogens - Part C: Arsenic, Metals, Fibres, and dusts - ASBESTOS; 219-310 , 2012 G Chiappino, E Nicoli “Mesotelioma: aspetti medico-legali” in “L’Amianto dall’ambiente di lavoro all’ambiente di vita. Nuovi indicatori per futuri effetti” a cura di C Minoia, G Scansetti, G Piolatto, A Massola. Fondazione Maugeri, IRCCS, Pavia 1997 - I Documenti 12; pgg 261-268. 49 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 Come si può constatare dallo schema sopra rappresentato sia per il cancro del polmone indotto da fibre di amianto e sia per il mesotelioma indotto da esposizione a fibre di amianto è previsto un complesso meccanismo patogenetico multistadio, che confuta la proposta alternativa ipotizzata da Chiappino. Pertanto, da un punto di vista rigorosamente scientifico, per misurare il rischio di contrarre una patologia correlata alla inalazione di fibre di amianto, non è corretto fare riferimento 50 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 né alla sola concentrazione di fibre rilevata nell’ambiente di lavoro, né singolarmente al periodo di esposizione; deve invece essere determinata la dose cumulativa cioè il prodotto tra il tempo di esposizione e la concentrazione media di fibre di amianto relativa al periodo di esposizione. 3.1.3 Latenza Nel corso della discussione sui meccanismi patogenetici che sottendono la cancerogenesi da amianto si è introdotto il termine della latenza. Come si può osservare nello schema proposto da Zocchetti rappresentato nella figura sottostante, si parla di una latenza vera e di una latenza convenzionale: La latenza vera oggi rimane una entità teorica che gli attuali sistemi di monitoraggio attraverso biomarcatori non consentono di definire, dal momento che non abbiamo alcun strumento in grado di definire cronologicamente con precisione accettabile né il tempo T1 nel quale prende avvio il processo di iniziazione né il tempo T2 nel quale si completa la induzione ed inizia la fase preclinica della malattia tumorale. Per questa ragione si fa riferimento alla latenza convenzionale, periodo di tempo misurabile che a secondo della tipologia degli studi condotti viene così rappresentato: tempo di latenza negli studi epidemiologici di incidenza ( studi di morbilità ) come il tempo che intercorre tra l’inizio della esposizione all’agente cancerogeno e la prima manifestazione clinica accertabile della malattia tumorale ( tempo T3 ); tempo di latenza negli studi epidemiologici di mortalità (studi di mortalità ) come il tempo che intercorre tra l’inizio della esposizione all’agente cancerogeno e la data di decesso causato dal tumore ( tempo T4 ); 51 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 3.2 Conclusioni in tema di verifica del nesso causale Fatte le precedenti considerazioni, risulta con evidenza che per l’accertamento del nesso di causalità tra esposizione professionale a fibre di amianto e manifestazione clinica di una patologia neoplastica amianto correlata devono essere verificate le seguenti condizioni: a) presenza documentata nell’ambiente di lavoro frequentato di una condizione di rischio amianto senza che vi sia necessità di porre limiti di soglia alle concentrazioni di fibre riscontrate; b) in questa ottica non è necessario pervenire ad una documentazione del rischio mediante attività di monitoraggio ambientale delle fibre, ma baste che siano soddisfatti i criteri della presenza di materiali contenenti amianto nell’ambiente di lavoro; identificazione in particolare dei materiali contenenti amianto in matrice friabile; assenza di adeguate e specifiche misure di prevenzione ambientale per l’abbattimento delle polveri di amianto aerodisperse quali: o assenza di aspiratori localizzati in prossimità delle sorgenti di emissione delle fibre di amianto; o assenza di una netta separazione tra ambienti in cui si realizzano attività con esposizione diretta alle fibre di amianto da ambienti nei quali tali lavorazioni sono assenti; assenza di fornitura di adeguati Dispositivi di Protezione Individuale costituiti in particolare da: o maschere dotate di adeguati filtri P3 in grado di abbattere in maniera significativa la inalazione di fibre di amianto; o cuffie per i capelli, per impedire l’azione di filtro dei capelli, che trattengono le fibre di amianto; o tute adeguate da sottoporre a lavaggio industriale e non portate a lavare al domicilio del lavoratore con conseguente contaminazione dell’ambiente di vita familiare; assenza di adeguate misure di sorveglianza sanitaria attraverso visite mediche periodiche obbligatorie già previste dal DPR 1124 del 1965, assenza di attività mirate di informazione e di formazione ai lavoratori sul rischio amianto. 52 M. Menegozzo: La consulenza medico legale: le principali patologie asbesto correlate e la verifica del nesso causale - 17.04.2015 c) Una volta determinata la presenza del rischio amianto nell’ambiente di lavoro per una valutazione esaustiva del nesso di causalità sarà necessario determinare con sufficiente certezza il tempo di esposizione del singolo lavoratore. I criteri da seguire per tale determinazione sono vari e si possono così riassumere: l’inizio della esposizione in linea di massima coincide con l’inizio della attività lavorativa in una azienda nella quale è stata dimostrata la presenza di rischio amianto. il riferimento principale per dichiarare cessata una esposizione professionale alle fibre di amianto è costituito dalla avvenuto e certificato completamento delle attività di bonifica dei materiali contenenti amianto presenti nell’ambiente di lavoro. Per questa ragione il tempo di esposizione in generale si calcola nel periodo intercorrente tra la data di inizio della attività lavorativa in una condizione di documentata esposizione al rischio amianto e, alternativamente, o la data di cessazione della attività lavorativa a rischio, o la avvenuta bonifica totale dei materiali contenenti amianto. Dal momento che gli studi più recenti a livello internazionale hanno ribadito come teoria generale condivisa, in tema di cancerogenesi da amianto, la teoria della dose dipendenza, con particolare riferimento alla esposizione cumulativa (metrica che integra sia il tempo di esposizione che la intensità della concentrazione media delle fibre di amianto presenti), ogni dose di esposizione contribuisce alla patogenesi dei cancri correlati con la esposizione alle fibre di amianto, compreso il mesotelioma pleurico per il quale si era sostenuto ma senza consenso della letteratura internazionale, una sorte di dose indipendenza, privilegiando soltanto la prime esposizioni (teoria della trigger dose). Va comunque rilevato che, gli studi sulla latenza che intercorre tra l’inizio della esposizione a fibre di amianto e la manifestazione clinica delle patologie oncologiche amianto correlate (con particolare riferimento al cancro del polmone ed al mesotelioma Maligno) hanno dimostrato un periodo minimo di latenza di 10 anni. Questo dato fa ritenere che risultano inefficaci nella patogenesi dei tumori maligni amianto correlati esposizioni professionali avvenute a meno di dieci anni dall’esordio clinico della malattia. Massimo Menegozzo Napoli 17.04.2015 53