Il sistema nervoso Centrale: encefalo (prosencefalo, mesencefalo, rombencefalo) e midollo spinale periferico: nervi cranici e spinali SNC: strutture di protezione Ossa (neurocranio, vertebre) 3 meningi (dura madre, aracnoide, pia madre) Liquor (nei 4 ventricoli, nel canale ependimale, tra le meningi) Talamo (prosencefalo) Collega il midollo spinale con gli emisferi cerebrali Nuclei di relè sensoriale: centri di ritrasmissione di informazioni visive, uditive, somatosensoriali Ipotalamo (prosencefalo) Sotto il talamo controlla l’ipofisi omeostasi: termoregolazione, equilibrio idrico-salino, pressione arteriosa comportamenti motivati: sete, fame Sistema limbico (prosencefalo) Insieme di strutture poste ad arco intorno al talamo (ipotalamo, ippocampo, amigdala e altre) mette in comunicazione l’ipotalamo con la corteccia emozioni: rabbia, gioia comportamenti istintivi:fame, sete, comportamento sessuale, fuga, lotta memoria (ippocampo) Emisferi cerebrali due, separati dalla scissura longitudinale circonvoluzioni sostanza grigia esterna, bianca interna comunicano attraverso il corpo calloso Sinistro: linguaggio, pensiero analitico Destro: emozioni, pensiero intuitivo, percezione dello spazio, attitudini artistiche solco centrale, solco laterale 4 lobi –frontale : ideazione, azione corteccia motoria pre centrale –parietale: sensibilità tattile: corteccia sensitiva post centrale –temporale: corteccia uditiva –occipitale: corteccia visiva Aree del linguaggio Emisfero sinistro Broca: articolazione del linguaggio Wernicke: comprensione del linguaggio Mesencefalo Coordinazione movimenti, anche oculari; degenera nel Parkinson Formazione reticolare: 100 piccoli nuclei, dal bulbo al mesencefalo Filtra gli stimoli sensoriali Sonno, veglia, attenzione, tono muscolare Cervelletto (rombencefalo) 2 emisferi, molto circonvoluti Coordinazione motoria Riceve informazioni sia dalla corteccia, sia dai recettori di muscoli e articolazioni, sia dall’organo dell’equilibrio Ponte (rombencefalo) Comunicazione tra i due emisferi cerebellari Incrocio Bulbo (rombencefalo) Sostanza bianca esterna e grigia interna Tratti (fasci di assoni) centri di regolazione della vita vegetativa omeostasi riflessi cardio-vascolari (ritmo cardiaco, pressione arteriosa) riflessi respiratori deglutizione Midollo spinale Sostanza bianca esterna, grigia interna H Sede riflessi spinali Collegamento encefalo-periferia 31 paia di nervi spinali, tutti misti corna posteriori: sensorie corna anteriori: motorie Sostanza bianca esterna, grigia interna Sede riflessi spinali Collegamento encefalo-periferia 31 paia di nervi spinali, tutti misti Arco riflesso SN periferico Nervi: fasci di assoni 12 paia cranici; alcuni sensori, altri motori, altri misti. 31 paia spinali, misti Somatico: controlla i muscoli scheletrici; volontario; solo stimolante. Autonomo: controlla i muscoli lisci, il cuore, le ghiandole; involontario; stimola o inibisce S N autonomo Simpatico toracico-lombare gangli vicino al SNC EMERGENZA: catabolico; aumenta il dispendio energetico Noradrenalina Parasimpatico craniale e sacrale gangli vicino o dentro l’organo bersaglio RECUPERO ENERGIE: anabolico acetil-colina Azioni SN autonomo SIMPATICO Pupilla: dilatazione bronchioli: dilatazione cuore: accelera apparato digerente: non rimescola gh. surrenale: secerne A e NA PARASIMPATICO Pupilla: costrizione bronchioli: costrizione cuore: rallenta apparato digerente: stimola la peristalsi Malattie mentali di tipo organico: morbo di Parkinson e morbo di Alzheimer. Il morbo di Parkinson si manifesta con una crescente rigidità , con mancanza di coordinazione nei movimenti e tremori diffusi; risultano alterati anche l’espressione del volto e la sfera affettiva. E’ dovuto alla degenerazione dei neuroni dei gangli basali del cervello, che usano la dopamina come principale neurotrasmettitore; l’attuale pratica terapeutica si basa sul ripristino della disponibilità di dopamina, e sono allo studio (per ora negli animali) vie di terapia biotecnologica per il trapianto nel cervello di neuroni capaci di produrre dopamina. Il morbo Alzheimer è la più comune forma di demenza senile ed è oggi tra le più importanti cause di morte. Colpisce il 30% della popolazione tra gli 80 e i 90 anni ( in Italia ne sono affette circa 700 000 persone) e possono esserne colpiti anche coloro che hanno avuto un’intensa attività intellettuale; i malati aumentano con l’aumentare della durata media della vita. Non esiste prevenzione perché ancora non è stato individuato il meccanismo che conduca alla sua insorgenza. E’ caratterizzato dal declino delle funzioni intellettuali, , dalla perdita della memoria, da difficoltà di orientamento e di linguaggio, da depressione, esplosioni di irrazionalità sia fisiche che verbali, percezione alterata della realtà; l’individuo diventa incapace di pensare, di parlare e persino di svolgere la maggior parte delle normali mansioni di cura personale. La morte sopraggiunge dopo 3-10 anni. Tali sintomi derivano da una perdita di cellule nervose nelle regioni coinvolte nei processi cognitivi e nella memoria ( corteccia, ippocampo, amigdala); i neuroni modificano il loro aspetto , presentando all’esame autoptico caratteristiche alterazioni: accumulo di filamenti proteici aggrovigliati nei corpi cellulari placche neuritiche, ovvero ammassi si terminazioni assoniche degenerate associati a una proteina detta amiloide accumulo di amiloide vicino e dentro le pareti dei vasi sanguigni. Premesso che la neurobiologia dell’invecchiamento è un processo dinamico che può essere influenzato da molte variabili ambientali difficilmente controllabili, è difficile tracciare un confine netto tra alterazioni connesse al naturale processo di invecchiamento fisiologico e patologico e quindi fare una diagnosi precisa di tale morbo, non essendo stato codificato ancora un modello di anomalie unico e definito. Alla base di tale malattia ci sono sicuramente anche fattori genetici: il gene per la proteina amiliode è stato localizzato sul cromosoma 21 ( la trisomia del cromosoma 21 genera la sindrome di Dawn o mongolismo); concorrono inoltre cause vascolari . Una ipotesi riguarda la riduzione del neurotrasmettitore acetilcolina per sfoltimento selettivo dei neuroni che lo liberano: infatti nei malati si riduce molto il livello di un enzima che catalizza la sintesi dell’acetilcolina ( CAT= colin acetil transferasi ) , in particolare nella corteccia e nell’ippocampo. Schizofrenia ( letteralmente scissione mentale) La schizofrenia è caratterizzata da disgregazione della personalità e deterioramento mentale, alterazioni del pensiero, della percezione, dell’affettività, del comportamento. La sintomatologia, dominata essenzialmente dalla dissociazione mentale, cioè dalla frammentazione delle funzioni psichiche, è caratterizzata da: incongruenza e inadeguatezza, autismo, disturbi della personalità e dell’affettività, allucinazioni, deliri, comportamenti stereotipati… Le cause non sono del tutto note, e concorrono fattori ereditari, biologici, psicologici, socioambientali;particolare importanza viene attribuita all’ambiente familiare. Il cervello degli schizofrenici presenta delle anomalie di cui si ritiene responsabile un gene situato sul cromosoma 5: sugli individui portatori di questo gene, particolarmente vulnerabili, agirebbero come fattori scatenanti eventuali condizioni conflittuali e di tensione presenti nell’ambiente familiare o sociale. La malattia generalmente compare verso i 20 anni nei maschi e i 26 nelle femmine. Oggi esistono farmaci che, bloccando i recettori post-sinaptici per la dopamina, hanno dato notevoli risultati nel trattamento delle fasi acute ( agiscono sulle allucinazioni, sullo stato di agitazione e sul delirio); tuttavia per il reale recupero dello schizofrenico è necessario anche un sostegno continuo nell’ambito familiare e sociale