Il fronte caldo.

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Parte seconda: circolazione
atmosferica e situazioni
meteorologiche
Paolo Bertolotto
Sommario
Meteorologia sinottica (a grande scala)
Strutture di alta pressione e di bassa
pressione (cicloni e anticicloni)
I fronti
Il monitoraggio della situazione meteo
I modelli meteorologici per la formulazione
della previsioni
I prodotti della previsione: internet, bollettini
e loro interpretazione
Situazioni meteo tipiche ed associate nevicate
sulle Alpi Occidentali
Previsioni personali e regole empiriche
Meteorologia sinottica (a grande scala)
Meteorologia a grande scala
Ecco come potrebbe apparire
la circolazione delle masse
d’aria sulla superficie
terrestre vista dallo spazio
I fenomeni a larga scala
come rossby waves,
monsoni, centri di alta e
bassa pressione, fronti,
appartengono ai sistemi a
scala sinottica (dx > 200
km; dt: da giorni e mesi)
Fenomeni alla mesoscala:
venti in regime di brezza,
temporali (dx da 2 a 200 km,
dt da ore a giorni)
Microscala (dx < 2 km; dt da
secondi a ore)
Meteorologia a grande scala
Meteorologia a grande scala
Ondulazioni
Ondulazioniaagrande
grandeeemedia
mediascala
scala
Ridge
Trough
Ridge
Medie Latitudini:
Il contrasto termico tra le zone polari e tropicali determina un forte
flusso di correnti occidentali in quota.
Il flusso è soggetto ad ondulazioni orizzontali in direzione trasversale
alle correnti stesse (verso nord e verso sud).
Sono onde instabili, se si rompono creano una struttura a vortice: il
ciclone.
La pressione sulle carte meteo
Pressione ridotta al livello del mare: il valore misurato da una stazione in quota
viene ed estrapolato al livello del mare (al valore di pressione misurato alla
quota z viene sommata la pressione di una colonna d’aria di altezza z )
0
0
• Isobare:
linee che uniscono i punti con la medesima pressione ridotta al livello del
mare
Î Pressione in quota:
• Geopotenziale: indica la pressione in quota
Φ = ∫g(φ, z) dz dove g = accelerazione di gravità
φ = latitudine
z = altitudine
• Topografia assoluta:
carte che riportano per le superfici isobariche principali (850 hPa, 700 hPa,
500 hPa, 300 hPa, 200 hPa) le linee di uguale altezza (altezza
geopotenziale)
• Topografia relativa:
carte che danno la differenza di altitudine di due superfici isobariche
Strutture di alta pressione e di bassa
pressione (cicloni e anticicloni)
Alta pressione:
Î Cielo sereno o poco nuvoloso
Î Sviluppo di nubi cumuliformi (rovesci,
Anticiclone
temporali improvvisi)
Î Venti deboli o assenti (però: raffiche
in prossimità dei temporali)
Î Inversione termica, nebbie e foschie
Î Irraggiamento notturno
Bassa pressione:
Î Cielo nuvoloso o coperto
Ciclone
Î Precipitazioni estese anche di lunga
durata
Î Venti forti
Î Possibilità di formazione di nubi basse
nelle valli
La
La pressione
pressione al
al suolo
suolo
d’estate…(in
d’estate…(in genere)
genere)
La
La pressione
pressione al
al suolo
suolo
d’inverno…(in
d’inverno…(in genere)
genere)
VENTO GEOSTROFICO
E’ il vento bilanciato dalle forze di coriolis e del gradiente di pressione. Come il vento guadagna
velocità, così la deviazione per coriolis aumenta fino a quando le due forze sono in equilibrio; a
questo punto il vento è parallelo alle isobare.
Il vento in natura è raramente geostrofico, ma lo si può approssimare a geostrofico in
quota (da 700 hPa in su)
Aree di bassa pressione
I centri di bassa pressione, detti anche CICLONI o DEPRESSIONI presentano le
seguenti caratteristiche:
- il punto con la pressione più bassa è situato al centro,
- le isobare sono vicine fra loro per cui i venti associati sono intensi
- la circolazione dei venti al loro interno è in senso antiorario ( nel nostro emisfero )
I centri di bassa pressione si dividono in: Permanenti, Orografici, Tropicali,
Dinamici, Termici e Mobili.
- Quelli permanenti e mobili, definiti anche cicloni extra-tropicali, si trovano sulla
fascia di basse pressioni intorno ai 60° di Latitudine tra cui il noto Ciclone dell'Islanda
che convoglia continuamente aria fredda instabile atlantica verso l'Italia, portando
maltempo.
- I cicloni orografici sono quelli che si formano per effetto del sollevamento dell'aria
che si scontra contro i rilievi, determinando maltempo nella zona interessata.
- I cicloni termici si formano per il maggiore riscaldamento delle zone interessate
rispetto a quelle vicine, come avviene ad esempio sulla terra in prossimità delle coste
nei periodi caldi, che generano i venti di brezza.
Aree di bassa pressione
- I cicloni tropicali, infine, sono quelli che si formano sulla fascia delle basse pressioni
equatoriali comprese fra il 5° e il 20° grado di Latitudine e sono associati a forte
instabilità, venti molto intensi e piogge torrenziali.
La causa della loro formazione è da associare all'enorme quantità di calore ed energia
irradiata dal Sole su queste zone che determina un forte riscaldamento della terra con
conseguente risalita di aria verso l'alto.
L'aria che sale, determina a terra un abbassamento notevole della pressione atmosferica
che richiama verso di sé aria umida proveniente dalle zone oceaniche adiacenti ( distanti
anche centinaia di Km ), andando a generare enormi formazioni nuvolose, compresi
naturalmente i cumulonembi temporaleschi
Parlando di aree di bassa pressione bisogna anche ricordare le SACCATURE:
Le SACCATURE sono aree di bassa pressione ( o meglio sono la parte più a Sud delle
stesse ) a forma di "U" che si inseriscono fra due aree di alta pressione e sono
caratterizzati da maltempo dalla parte anteriore, fino a poco dopo l'asse centrale di
saccatura e sono seguiti da un rapido miglioramento delle condizioni meteo sulla parte
che segue.
Un ciclone rappresenta una zona mobile di
bassa pressione, e viene definito anche come
depressione o semplicemente “bassa
pressione”
I cicloni
METEOSAT InfraRed
I cicloni si generano più
facilmente nelle zone che
presentano grossi contrasti
termici e nelle zone
sottovento delle grandi
catene montuose
I venti girano intorno al
centro del ciclone in senso
antiorario e sono tanto più
forti quanto più grande è la
differenza barica
15th October at h 01:00 UTC
La nuvolosità in un ciclone
si dispone soprattutto lungo
i fronti ed al centro del
ciclone dove si sviluppano
correnti ascendenti
Nella zona retrostante il fronte freddo si ha nuvolosità variabile con
alternanza di schiarite ed annuvolamenti del tipo cumulus e
cumulonimbus (specie d’estate)
Aree di alta pressione
I centri di alta pressione, detti anche ANTICICLONI, presentano le seguenti
caratteristiche:
- il punto con la pressione più elevata è situato al centro,
- le isobare sono distanti fra loro per cui i venti associati sono deboli
- la circolazione dei venti al loro interno è in senso orario ( nel nostro emisfero )
Gli anticicloni si dividono in: Permanenti, Termici e Mobili.
- Gli anticicloni permanenti si trovano sulla fascia di alte pressioni presso i 30 - 40°
di latitudine e sono a forte sviluppo verticale, poco mobili o stazionari come ad
esempio il famoso Anticiclone delle Azzorre, responsabile del bel tempo estivo
sull'Italia.
- Gli anticicloni termici invece, si formano per via del raffreddamento delle zone
interessate rispetto a quelle vicine e sono poco mobili: il noto Anticiclone Russo, che
staziona durante il periodo invernale sul continente stesso, è uno di questi. Fra gli
anticicloni termici a sviluppo diurno, troviamo quelli che si formano nei periodi caldi
sul mare in prossimità delle coste, che generano i venti di brezza.
- Gli anticicloni mobili, detti anche di chiusura o di blocco, sono quelli che
impediscono il transito di aree perturbate, deviandole.
Gli anticicloni
Parlando di anticicloni bisogna anche
ricordare i CUNEI e i PROMONTORI :
I CUNEI sono di forma allungata in senso
orizzontale e si formano per cause
orografiche.
I PROMONTORI sono aree di alta pressione
( o meglio sono la parte più a Nord delle
stesse ) a forma di "U" rovesciata, che si
inseriscono fra due aree di bassa pressione e
sono caratterizzati da bel tempo sia prima
che dopo l'asse del promontorio.
Tipologia di masse d’aria sull’Italia
L'aria artica è l'aria tipicamente invernale. Formatasi sulla calotta polare,
questa enorme massa di aria freddissima, tende a defluire verso sud,
venendo ad interessare anche l'Italia. Se proviene dalla valle del Rodano
è di tipo marittimo. L'aria artica di tipo continentale (la cui origine il vasto
territorio gelato della Russia settentrionale) giunge invece in Italia dalla
"porta della bora”.
L'aria temperata o intermedia costituisce la massa d'aria che
maggiormente interessa le regioni italiane in tutte la stagioni dell'anno.
Per la sua origine zonale, può suddividersi in intermedia fredda e
intermedia calda. Entrambi i tipi, poi, si suddividono in marittima e
continentale.
Le masse d'aria tropicali nella stagione estiva possono risalire anche sino
all'Europa settentrionale, mentre nella stagione invernale difficilmente
raggiungono la penisola italiana, fermandosi per lo più sulla parte
meridionale del bacino del Mediterraneo. A seconda della loro origine, si
distinguono anch'esse in marittime e continentali.
I fronti
I fronti
Il fronte caldo: aria calda che si scontra con aria fredda.
L’aria calda sale sopra l’aria fredda, dato che è più leggera, e si formano
nubi dapprima alte, poi medie, ed infine basse. La zona precipitante ha
una ampiezza di circa 300 Km ed in genere piove davanti al fronte.
La > parte dei fronti caldi che arrivano dall’Atlantico scorrono a nord delle
Alpi senza avere forte influenza sul versante a sud delle Alpi. Specie
d’estate i fronti caldi sono poco attivi, mentre d’inverno lo sono
maggiormente perché apportano aria mite dall’Atlantico sul continente
fortemente raffreddato
Il fronte freddo: aria fredda che
si scontra con aria calda.
L’aria fredda essendo più
pesante, fa salire
repentinamente l’aria calda,
generando nubi a sviluppo
verticale.
La zona precipitante ha una
ampiezza di circa 70 Km ed in
genere piove sul fronte.
Nel periodo estivo i fronti freddi costituiscono la
causa più frequente di incidenti alpinistici
dovuti al tempo. Il pericolo consiste soprattutto
in:
•Forti raffiche di vento
•Brusca diminuzione della temperatura
•Intense precipitazioni, temporali, anche con
grandine, fulmini.
Fronte stazionario
Un fronte freddo che non si muove o si muove molto lentamente
Fronte occluso
Un fronte freddo si muove tipicamente più rapidamente di un
fronte caldo
Un fronte freddo può raggiungere e sorpassare un fronte caldo
Più in dettaglio:
Fronte occluso di tipo
freddo
Aria fredda
Aria Calda
Aria Calda
Fronte occluso di tipo
caldo
Aria fredda
Un ostacolo alto come le alpi ha la
capacità di ritardare i fronti. Negli
strati bassi le correnti aeree vengono
bloccate e le masse d’aria sono
costrette ad aggirare lateralmente
l’ostacolo
Un gran numero di fronti che
raggiungono le Alpi arrivano nella
forma occlusa data dall’unione tra
il fronte freddo e quello caldo. Tale
fronte può avere sia le
caratteristiche del fronte freddo che
quelle del fronte caldo.
Il fronte caldo.
caldo.
Cosa
Cosa succede
succede prima,
prima, durante
durante ee dopo?
dopo?
Prima del fronte
In prossimità
del fronte
Dopo il fronte
Nuvole
Passaggio di cirri
seguito da campi
di nuvole
stratificate
Basse nuvole
piovose:
nembostrati
Dissoluzioni delle
nubi
Pressione
In diminuzione
In diminuzione
Costante, a volte
in diminuzione
Vento
Da sudest a sud,
piuttosto forte
Sud, in
rafforzamento
Da sudovest a
ovest, piuttosto
forte e caldo
Temperatura
In diminuzione
In aumento
In aumento
Visibilità
Progressivamente
peggiore
Cattiva
Progressivamente
migliore
Tempo
Grigio,
eventualmente
pioviggine
Nuvolosità estesa,
pioggia continua
Pioggia in
diminuzione
Il fronte freddo.
Cosa
Cosa succede
succede prima,
prima, durante
durante ee dopo?
dopo?
Prima del fronte
In prossimità
del fronte
Dopo il fronte
Nuvole
Inizialmente
banchi di altocumuli. Poi
ammassamento di
cumulo-nembi
Rovesci di
pioggia, spesso
fulmini e tuoni
Rasserenamento
assai rapido
Pressione
In diminuzione
In aumento, a
volte assai brusco
In aumento
Vento
Da sudovest,
umido
Da ovest a
nordovest,
tempestoso e
freddo, anche a
raffiche
Da nordovest,
meno forte e
freddo
Temperatura
Stazionaria
In diminuzione
In diminuzione
Visibilità
Scarsa
Cattiva
Progressivamente
migliore
tempo
Minaccioso per
ammassamento di
nubi oscure ad
ovest ed anche a
nordovest
Cielo interamente
coperto con
nuvole nere in
rapido movimento
e possibilità di
temporali
Improvvise
schiarite alternate
a rovesci di
pioggia
Sviluppo di un sistema frontale
Il monitoraggio della situazione meteo
Le osservazioni meteorologiche
Ï Osservazioni al suolo
Ï Radiosonde
Ï Radar
Ï Satellite
Ï Navi, boe, aerei…
Ï Wind profiler, RASS, sodar, dropsonde...
• Dati della regione Piemonte
• Circuito mondiale GTS
(Global Telecommunication System)
RADAR, tempo presente,
satellite, webcam
I modelli meteorologici per la formulazione
della previsioni
I modelli meteorologici
ÏSuddividono l’atmosfera in un
grigliato tridimensionale
ÏCalcolano i valori medi di tutti
i parametri atmosferici in
ciascuna cella ad un certo
istante
ÏPrevedono l’evoluzione di
questi valori medi, risolvendo
in modo approssimato le
equazioni della
fluidodinamica.
Dinamica e fisica
Ï Il modello descrive valori medi su
aree: tutti i fenomeni che
avvengono su scale più piccole non
possono essere previsti
Ï Le “parametrizzazioni” fisiche
— convezione
— radiazione
— superficie
— strato limite
— microfisica - precipitazione
Parametrizzazioni e semplificazioni
Risoluzione orizzontale
• ECMWF
• Modello globale
• 60 km
• Lokal
• LAM non idrostatico
• 7 km, 2.8 km
ECMWF Ensemble Prediction System:
previsioni di probabilità
50 perturbazioni
alle condizioni iniziali
→ 50 previsioni diverse
Le carte meteorologiche
Simbologia usata nelle carte al suolo
(I principali simboli meteorologici
che descrivono il tempo relativo
all’ultima ora e simboli convenzionali
dei principali 10 tipi di nubi)
Alcuni campi meteo tra i più utilizzati
I prodotti della previsione: internet,
bollettini e loro interpretazione
Meteorologia su Internet: un esempio, www.westwind.ch
SITO ARPA PIEMONTE
L’interpretazione dei bollettini e delle informazioni
meteorologiche: il bollettino testuale
L’interpretazione dei bollettini e delle informazioni
meteorologiche: il bollettino testuale
L’interpretazione dei bollettini e delle informazioni
meteorologiche: il bollettino testuale
Intensità precipitazioni:
Deboli (0-10 mm/12h o cm/12h di
neve)
Moderate (10-30 mm/12h o cm/12h
di neve)
Forti (30-60 mm/12h o 30-50
cm/12h di neve)
Molto forti (> 60 mm/12h o > 50
cm di neve)
Intensità venti:
Deboli (0-5 m/s, 0-18 km/h)
Moderati (5-10 m/s, 18-36 km/h)
Forti (10-15 m/s, 36-54 km/h)
Molto forti (15-25 m/s, 54-90 km/h)
Burrasca (> 25 m/s, >90 km/h)
Distribuzione e durata
precipitazioni:
• Isolate (qualche evento locale, quasi
sempre associato con deboli)
• Intermittenti (isolate su scala
temporale)
• Locali (limitate ad una o a qualche
zona esplicitata)
• Sparse (possono avvenire su una o
più zone, ma a macchia di leopardo)
• Diffuse (su più zone o su tutto il
territorio)
• Attenuazione – intensificazione –
estensione
• Zone montane Æ Alpi e Appennini,
alte valli
• Zone pedemontane Æ basse valli,
pianure adiacenti agli sbocchi vallivi
L’interpretazione dei bollettini e delle informazioni
meteorologiche: il bollettino di allerta
www.sestriere.it
www.meteoam.it
www.satreponline.org
L’incertezza nelle previsioni meteo
Fino a 2-3 giorni: attendibilità ottima o molto buona
Previsioni a 3-4 giorni: attendibilità buona – discreta
Previsioni a 5-7 giorni: attendibilità da scarsa a discreta,
dipende fortemente dalla situazione meteorologica
Situazioni stabili (ad es. forte anticiclone delle Azzorre) rendono
la previsione buona fino a una settimana
Situazioni fortemente instabili (ad es. rientro da est, cutoff
ciclonico sul Mediterraneo) rendono l’attendibilità scarsa anche a
2-3 giorni
Minimi errori nel posizionamento dei minimi di pressione
producono enormi errori nelle condizioni e negli effetti al suolo
Situazioni meteo tipiche ed associate
nevicate sulle Alpi Occidentali
(in ordine di pericolosità..)
L’ANTICICLONE
L’alta pressione è spesso
correlata al BEL TEMPO.
L’anticiclone è associato a:
ƒ movimento dell’aria verso
basso (subsidenza)
il
ƒ inversione termica
Neve assente o poco probabile
SEGUE Æ Tipologie di anticicloni
Situazione molto dinamica, lascia spazio
all’arrivo di fronti
No neve attesa
Attenzione al rientro
da est nei bassi
strati, in certi casi
può causare debole
nevischio nelle
vallate.
LE SITUAZIONI CON VENTO DA
NORD
Quando il vento soffia da Nord,
l’alta pressione si trova tra il
canale della Manica e l’Irlanda,
mentre la depressione principale si
trova sul Baltico, sui Balcani
oppure sull’Adriatico.
La situazione è abbastanza simile
a quella dei venti da nord-ovest;
si possono avere casi diversi a
seconda che la corrente sia
diretta sulle Alpi occidentali,
centrali o orientali.
Possibile foehn sull’Ossola e sulle
vallate settentrionali
In caso di foehn neve debole
o riportata dal vento sulle
creste di confine (Pennine,
Lepontine)
LE SITUAZIONI CON VENTO DA NORDOVEST
Si presuppone una zona di alta
pressione sviluppata
sull’Atlantico (per es.
l’anticiclone delle Azzorre che
si avvicina al continente).
Le perturbazioni girano attorno
all’anticiclone, dopo aver
attraversato le Isole
Britanniche e la Manica.
Sul Piemonte sono probabili
condizioni di foehn
In caso di foehn neve debole
o riportata dal vento sulle
creste di confine
nordoccidentali (Cozie, Graie,
Pennine)
SITUAZIONI CON VENTO DA
OVEST
L’Europa centrale si trova nella fascia dei
venti occidentali, caratteristici della
circolazione globale a grande scala a
questa latitudine.
La situazione con venti da ovest ricopre
circa ¼ del tempo annuo.
INVERNO
I venti da ovest apportano aria umida e
mite sull’Europa.
Il continente presenta un bilancio termico
negativo e tende a raffreddarsi. L’aria
marittima provoca un riscaldamento e di
conseguenza è favorito lo sviluppo di
fronti caldi.
No neve salvo possibili
nevicate deboli sulle cime e
sulle alte valli delle Alpi
occidentali
LE SITUAZIONI CON VENTO DA
EST-NORDEST
Una zona di alta pressione si
estende sull’Europa
centro-settentrionale e una di
bassa pressione si trova sul
Mediterraneo.
In Svizzera, sull’altopiano, soffia la
bise, vento freddo da est-nordest,
che si incanala poi nella valle del
Rodano dove prende il nome di
Mistral.
Sull’Istria ed il Friuli soffia la Bora.
In questi casi la velocità del vento è
maggiore negli strati bassi
dell’atmosfera.
In caso di rientro da est neve
debole o nevischio nelle
vallate dalle Liguri alle Graie
fino a mezza valle
IL RIENTRO DA EST
In caso di rientro da est neve
debole o nevischio nelle
vallate dalle Liguri alle Graie
fino a mezza valle, dipende
dal flusso
LE SITUAZIONI CON VENTO DA
SUD-OVEST, SUD, SUD-EST
Sono quelle che causano le
precipitazioni maggiori sul versante sud
delle Alpi.
L’aria, arrivando dal Mediterraneo, si
carica di umidità e si scarica contro i
rilievi che creano sbarramento dando
luogo a precipitazioni estese e
persistenti.
Possono esserci però varie situazioni,
dipende se il regime è ciclonico o
anticiclonico.
Con l’anticiclone si hanno condizioni di
nuvolosità bassa o addirittura cielo
sereno;
Le precipitazioni maggiori cadono laddove la
corrente umida subisce il maggior sollevamento
contro i rilievi, ossia li raggiunge ad angolo
Se le correnti si dispongono da sudovest retto, e dove la morfologia propone un imbuto
le Alpi piemontesi
geografico (convergenza).
sono maggiormente interessate dalle
precipitazioni.
Nevicate intense e persistenti se il regime
è ciclonico, soprattutto sul nord della
regione: può evolvere in cutoff
mediterraneo
IL CICLONE
La bassa pressione è spesso
correlata al CATTIVO TEMPO.
Il ciclone è associato a:
ƒ convergenza di aria dalle
zone circostanti
(che hanno pressione
atmosferica maggiore)
ƒ movimento di aria verso
l’alto
Neve molto probabile, i quantitativi dipendono dalla collocazione e dal moto del ciclone
Ciclone, esempio: CUT-OFF mediterraneo: Nevicate intense
Tipologia di ciclone: La goccia
fredda
Si tratta di una configurazione
termica particolare che vede la
presenza di un nucleo di aria fredda a
livelli medi o alti dell’atmosfera, dove
è presente una circolazione
depressionaria.
In questa situazione nelle Alpi la neve
cade con temperature molto basse e
di conseguenza tende a subire poco
assestamento diventando facilmente
trasportabile dal vento con aumento
del pericolo di distacco di lastroni.
Nevicate improvvise fino a
bassa quota, fenomeni rapidi
e temporanei
Tipologia di ciclone: La depressione
sul Golfo di Genova
¾ Configurazione dell’arco alpino e
posizione sottovento del Mar Ligure
rispetto alle correnti atlantiche
¾ Contrasto termico tra la massa d’aria
proveniente dal settore settentrionale e
il Mediterraneo, specie in autunno.
Nevicate intense e persistenti,
Soprattutto su arco alpino,
vallate e sud della regione
Previsioni personali e regole empiriche
Tempo bello
strumenti
cielo
nubi
vento
Pressione alta
Azzurro chiaro
mancano
In quota settentrionale
Temperatura ed umidità
normali della stagione
Grigio chiaro all’alba
In quantità piccola e non
aggregata, isolate
Al suolo regolari
Oscillazioni periodiche e
regolari
Notte limpida
Tempo variabile ma tendente al miglioramento
strumenti
cielo
nubi
vento
Pressione in aumento (0.250.5 hPa/ora)
Coperto al mattino
Non più compatte, con
zone di schiarite
Riprendono a spirare i
venti locali
Temperatura d’estate in
aumento, d’inverno in
diminuzione
Sereno al tramonto
Orizzonte libero nella
direzione di provenienza
delle nubi
In quota generalmente da
NW-N-NE-E
Oscillazioni periodiche e
regolari
Notte limpida
Tempo brutto
strumenti
cielo
nubi
vento
Pressione bassa o in
diminuzione (0.25-0.5 hPa /ora)
grigio
Scure e compatte,
decisamente aggregate
Forte, in genere dai
quadranti meridionali
Temperatura d’estate in
diminuzione, d’inverno in
aumento
Rosso arancio
all’alba
Montagne incappucciate
Irregolarità nei venti
periodici locali
Oscillazioni periodiche e
regolari
Il sole tramonta
dietro una cortina
di nubi
In estate nelle zone
costiere non si osservano
più le modulazioni di
brezza
Tempo variabile ma tendente al brutto
strumenti
cielo
nubi
vento
Pressione in diminuzione (1-2
hPa/ora nel caso di temporali)
Azzurro cupo
In aumento su tutto
l’orizzonte
Rinforza, se molto è un
temporale
Temperatura d’estate in
diminuzione, d’inverno in
aumento. Se la discesa è
rapida, in estate, temporale.
Compaiono i cirri,
cirrostrati e poi gli
altostrati
Compaiono le nubi basse
e si cominciano a formare
i cappucci e le cinture sui
monti
Scompaiono i venti locali.
Tende ad orientarsi da W a
S
PREVISIONE PERSONALE -alcune
regolePressione:
-un lento ma continuo aumento della pressione che si prolunga per
diversi giorni è indice di passaggio a tempo stabile con miglioramento a
partire dall’alta montagna
- il calo della pressione non deve necessariamente indicare brutto tempo
- a sud delle Alpi una diminuzione della pressione accompagnata da un
aumento della nuvolosità a partire da ovest preannuncia un
peggioramento.
-quando nel corso di una calda giornata estiva la pressione cala in modo
brusco è probabile l’arrivo di un fronte freddo temporalesco
-se a sud delle Alpi, verso la fine di una fase di vento da nord con cielo
sereno, si assiste ad un rialzo della pressione, il tempo può subire un
peggioramento temporaneo con foschia e nuvolosità proveniente da est
PREVISIONE PERSONALE -alcune
regoleVento:
-brezze di valle e di monte “regolari”
indicano tempo stabile
-l’intensificazione del vento alla sera o
durante la notte indica un certo
perturbamento del tempo
-venti deboli ad alta quota sono indicatori
di tempo stabile
-intensificazione del vento in quota, per
esempio da sudovest, con apporto di
nuvolosità è indice di peggioramento
PREVISIONE PERSONALE -alcune
regoleNubi (1):
-i cirri in movimento dai quadranti occidentali o meridionali sono
generalmente segno di peggioramento (dopo circa 10-20 ore), in casi
estremi 1 ora
-un alone attorno alla luna o al sole (cirrostrati) indica un lento
peggioramento
-cielo a pecorelle (=cirrocumuli o altocumuli) in rapido movimento da
sudovest possono essere indici di peggioramento, d’estate con temporali
-rosso di sera: allontanamento verso est della perturbazione e dell’aria
umida che i raggi del sole al tramonto tingono di rosso
-nubi alte e sottili “mal organizzate” e senza movimento non sono motivo
sufficiente per un peggioramento
PREVISIONE PERSONALE -alcune
regoleNubi (2):
-strisce di condensazione provocate da aerei: se si dissolvono il tempo dovrebbe
essere più stabile; in tutti i casi se si muovono rapidamente dal settore ovest, il
peggioramento è probabile
-singole piccole nubi cumuliformi in evoluzione diurna sono indicatori di tempo
stabile
-le cappe cirriformi alla sommità dei grossi cumuli possono essere l’avviso di
temporale
-i cumuli con rapido sviluppo verticale al mattino, prematuro rispetto al ciclo di
crescita diurno, possono annunciare imminenti formazioni temporalesche
-se la nebbia o la nebbia alta (=strati nuvolosi bassi) stanno nel fondovalle, la
montagna gode di buone condizioni, anche miti
-le nubi stratiformi sono in genere collegate ad una situazione termica stabile; al
di sopra di esse le cime più alte possono essere soleggiate
PREVISIONE PERSONALE -alcune
regoleAltri fenomeni:
-fauna: la carica elettrostatica che precede un temporale è avvertita dagli animali
-piante: Keidel descrive che le genziane e i dardi tendono a chiudersi ed il
trifoglio a penzolare prima del peggioramento
-stufa: prima di un peggioramento non vuole accendersi; il tiraggio dipende dalle
condizioni di temperatura dall’interno, rispetto a quelle esterne e della canna del
camino; prima di un peggioramento vi è spesso un discreto aumento della
temperatura dell’aria (avvezione e/o meno irraggiamento perché coperto)
-sulla luna Bernacca illustra bene la situazione: “L’influenza del satellite della terra
sulle vicende atmosferiche costituisce, ancora oggi, uno dei pilastri di quella meteorologia
che potremmo definire come meteorologia <spicciola>, <domestica>; anche se i
meteorologi si sono sempre affannati a dimostrare come la luna non eserciti proprio alcuna
influenza di natura meteorologica, tuttavia sembra che la fede negli influssi del nostro
satellite sia abbastanza radicata”
Grazie per l’attenzione
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