…due parole sugli aspetti geologici e naturalistici delle isole Eolie Eolian arc “cenni di geologia” Giornate siciliane di radioprotezione - Isola di Vulcano, maggio 2013 Dott.ssa geol. Maria C. Marino L’arcipelago delle Eolie è un arco vulcanico attivo del Tirreno meridionale (Keller 1982). Esso è costituito da 7 isole maggiori e diversi seamounts che si estendono da ovest a nord est del bacino del Marsili. L’attività vulcanica sottomarina dell’arco inizia durante il Quaternario, circa 400 ka or sono (Gillot 1987). Dott.ssa geol. Maria C. Marino Il vulcanismo eoliano è un esempio peculiare di un complesso magmatico di subduzione. L’arco è caratterizzato da importanti variazioni strutturali, vulcaniche e magmatiche (Cortini 1981) fortemente dipendenti da caratteristiche locali della litosfera e dal relativo regime tettonico. L'arco vulcanico delle Eolie infatti si sviluppa sopra la crosta continentale del basamento CalabroPeloritano. L’arco Calabro-Peloritano rappresenta un frammento di placca europea, con una complessa evoluzione strutturale e metamorfica, migrato dal Miocene (23 Ma) fino a tutto il Quaternario, durante l’apertura del Mar Tirreno. Dott.ssa geol. Maria C. Marino ASSETTO STRUTTURALE DELL’ITALIA MERIDIONALE Vi è una fascia di anomalie a bassa gravità ad est della penisola calabrese, circa 20 - 30 mGal misurati. Questi contrastano con i 130 - 250 mGal misurati per il Mar Ionio e con i valori di circa 100 a 200 mGal per il Mar Tirreno meridionale e l'area dell'arco delle Eolie. Questa fascia di minimi gravimetrici è probabilmente correlata alla formazione di un prisma di accrezione di subduzione della crosta ionica contro la penisola di Calabria (Catalano et al. 2001). SCHEMA STRUTTURALE DELL’ITALIA MERIDIONALE Studi sismici rivelano una sottile crosta di circa 1520 km sotto l’arco delle Eolie (Piromallo & Morelli 2003). Questa diventa più spessa sotto la Calabria (circa 25 km), ma si assottiglia andando verso ovest, raggiungendo valori tipici di spessore oceanico di circa 10 km nel bacino Marsili. L’arco calabro, schematizzato da H.U. Schmincke in Volcanism. La microplacca adriatica e la microplacca ionica vanno in subduzione sotto la penisola. Le risalite magmatiche originano le Isole Eolie. Schematicamente: Arco vulcanico Prisma di accrezione Crosta continentale Crosta oceanica in subduzione Piano di Benioff Dott.ssa geol. Maria C. Marino L'arco delle Eolie si suddivide in tre settori principali, ciascuno dei quali mostra distinte caratteristiche magmatiche, vulcaniche e strutturali. Il settore occidentale comprende le isole di Alicudi, Filicudi e Salina, dove il vulcanismo si è sviluppato lungo un sistema di faglie WE-trend, 13 ka (Keller, 1980a; Gillot 1987). L'attività sismica è limitata alla porzione profonda 20 km. La composizione delle rocce vulcaniche è tipicamente calc-alcalino con dominanza di rocce mafiche (ricche in Fe e Mg e povere di SiO2) e intermedi. Dott.ssa geol. Maria C. Marino Il settore centrale comprende le isole di Lipari e Vulcano, che si sviluppano lungo la faglia trascorrente destra, con andamento NNW-SSE Tindari-Letojanni-Linea di Malta. L'attività della porzione dell’arco centrale ha un'età più giovane di circa 0,2 mA, ed è caratterizzata da flussi di lava e rocce piroclastiche che hanno costruito grandi stratovulcani. La composizione della roccia è molto più variabile del settore occidentale, con la presenza di rocce da mafiche a silicee, calc-alcaline, shoshonitiche e prodotti alcalini potassici. La sismicità è più superficiale, confinata alla crosta ed è concentrata lungo il sistema di faglie Tindari-Letojanni-Malta. Dott.ssa geol. Maria C. Marino Il settore orientale si sviluppa prevalente lungo le faglie NE-SW e comprende Panarea e Stromboli. Le rocce affioranti hanno l’età più giovane di 0.2 mA. La composizione varia dal mafico al siliceo. Dott.ssa geol. Maria C. Marino L'attività sismica in questo settore è sia crostale sia a livello del mantello, con aree sorgente dei terremoti che definiscono un piano di Benioff* stretto e ripido, immergente a NNW e profondo oltre 500 km (Falsaperla et al. 1999; Panza et al. 2003, 2004). Il vulcanismo attivo è così limitato ai settori centrale e orientale (Mercalli 1907). (*) Piano inclinato dove la litosfera oceanica sprofonda sotto la litosfera continentale (le cosiddette zone di subduzione tipiche dei margini continentali attivi); tale piano segna appunto la zona di contatto fra i due differenti tipi di crosta. Il piano di Benioff viene definito dall'allineamento degli ipocentri dei sismi che si creano lungo la linea di contatto delle due placche. Dott.ssa geol. Maria C. Marino A Lipari, l'ultima eruzione è avvenuta a circa 580 dC, mentre a Vulcano risale al 1888-1890 dC (Faraone 2002). A Stromboli, invece, vi è un vulcanismo continuo moderatamente esplosivo con attività di tipo stromboliano. Fumarole e sorgenti calde caratterizzano la zona sotto Panarea. Anche il chimismo delle rocce cambia all’interno dell’arco e così il range di composizione delle rocce presenti nell’arco vulcanico delle isole Eolie va dal mafico al siliceo, mostrando affinità calcalcaline (CA), calcalcaline con alto tenore di potassio (HKCA) fino a affinità shoshonitiche (SHO)**. Rocce alcaline con poco potassio (KS) sono presenti sia a Vulcano sia a Stromboli (e.g. Keller 1982; Francalanci et al. 2004). (**) Rocce vulcaniche appartenenti a serie mediamente alcaline e potassiche che si formano durante gli stadi evolutivi maturi degli archi insulari - mostrano una tipica struttura porfirica con fenocristalli di olivina, pirosseno augitico, biotite, spesso associata a orneblenda e plagioclasi. Dott.ssa geol. Maria C. Marino ISOLA DI VULCANO Dott.ssa geol. Maria C. Marino Vulcano (120 ka al 1888 - 1890 dC) - superficie di circa 22 km2 L’attività effusiva ha avuto inizio circa 120 ka e l’ultima eruzione risale al 1888-1890. Studi vulcanologici e stratigrafici (Keller 1980b; De Astis et al. 1997) hanno consentito di identificare diverse fasi dell’attività vulcanica, individuando due caldere e un piccolo scudo basaltico eccentrico (Vulcanello). L’isola è costituita da basalti a composizione K-calcalcalina e basalti shoshonitici fino ad andesiti (Primordial Vulcano), da latiti a rioliti (Complesso Lentia), da trachiti shoshonitiche k-alcaline (Vulcanello) e da piroclastiti – lave riolitiche (Cono della Fossa). Dott.ssa geol. Maria C. Marino La nostra escursione… Therasia resort Vulcanello è uno scudo fatto di lave mafiche potassiche ad affinità shoshonitica, con un cono trachitico/piroclastico. Vulcanello si è formato circa un migliaio di anni fa (età magnetostratigrafica di Tanguy) e l'accumulo di sabbia nella zona dell'istmo collega Vulcanello con l'isola principale. Dott.ssa geol. Maria C. Marino Panoramica a bordo cono (gentilmente fornita dal dott. Santo Reito) Dott.ssa geol. Maria C. Marino Una questione molto dibattuta nella petrogenesi dell’arco delle Eolie è se i magmi mafici ricchi in potassio ed in alcuni isotopi radiogeni (87Sr/86Sr) hanno avuto origine da un processo evolutivo legato alla scarsa profondità (Ellam et al 1988; Esperança et al 1992; De Astis et al. 2000), quindi un’origine crostale, o se rispecchiano fusi primari derivati da una variabile composizionale del mantello (eventualmente contaminati durante la risalita). Dott.ssa geol. Maria C. Marino Qualunque modello si ipotizza quale sorgente dei magmi delle Eolie, variazioni degli isotopi SrNd-Pb-He richiedono il coinvolgimento della parte superiore della crosta terrestre nella genesi del magma. Si può calcolare che meno del 10% di crosta in aggiunta ad un manto pyrolitico (olivine+ pirosseni) potrebbe spiegare l'intera gamma di isotopi radiogeni riscontrata nelle rocce mafiche delle Eolie. La porzione sedimentaria trasportata dalla placca Ionica in subduzione rappresenta la più probabile candidata a sorgente contaminante (Ellam et al. 1988; Francalanci et al. 1993b). Dott.ssa geol. Maria C. Marino Eolian arc “cenni su flora e fauna” Dott.ssa geol. Maria C. Marino Il simbolo delle Eolie dal punto di vista faunistico può senzaltro considerarsi il Falco della regina (Falco eleonorae Gené 1839) - Ordine: Falconiformes - Famiglia: Falconidae. Rapace di medio-piccole dimensioni, è lungo una quarantina di cm per un’apertura alare che solo in rari casi supera il metro. Il Falco della Regina nidifica in diverse aree mediterranee, specialmente sulle isole, dalla Spagna al Marocco, dalla Croazia all’Algeria, fino alle lontane Canarie. In Italia è presente principalmente in Sardegna, nelle isole sud-occidentali, e nella parte centro orientale, che si affaccia sul Tirreno. Altre aree importanti di presenza sono state censite alle Isole Eolie e tra Malta e le Pelagie. Pur se stabilmente nidificante in queste aree, il Falco della regina frequenta i cieli italiani solo durante la stagione estiva. Rapace migratore, infatti, sverna addirittura in Madagascar e nelle vicine aree dell’Africa orientale, migrando attraverso il Mar Rosso e compiendo così viaggi anche superiori ai 10mila km. Dott.ssa geol. Maria C. Marino Vera peculiarità di questa specie, dal punto di vista del comportamento, è la “caccia in volo” agli uccelli che, all’inizio dell’autunno, cominciano la migrazione per l’Africa. Abilissimo nella cattura, il Falco della regina rappresenta una minaccia non indifferente per i giovani esemplari di altre specie che compiono il loro primo viaggio verso i siti di svernamento. Altro carattere distintivo del Falco della regina è la colorazione del piumaggio non uniforme nell’intera popolazione della specie. La maggior parte presenta piume rossastre con sfumature marroni e nere. In almeno un quarto della popolazione invece l’intero piumaggio è molto più scuro, tendente al nero (forma melanica). L’area italiana e in generale mediterranea appare comunque come il limite settentrionale dell’areale di nidificazione di questo rapace. Dott.ssa geol. Maria C. Marino Una curiosità riguardante il nome di questa specie è legato al primo intervento di salvaguardia di una specie animale di cui si abbia memoria, infatti il nome scientifico della specie, Falco eleonorae, è un omaggio a Eleonora d'Arborea, legislatrice sarda del XIV secolo che compilò un codice di leggi (Carta de Logu), in cui inserì un articolo che vietava la caccia dei falchi adulti e il prelievo dei nidiacei. Dott.ssa geol. Maria C. Marino Per quanto riguarda la variabilità di flora e fauna si deve considerare la costante attività vulcanica e il fatto che l’isola fosse stata poco popolata fino a tempi recenti. Questo ha favorito la presenza di elementi di biodiversità particolarmente significativi. La specie più prestigiosa dell’isola è il Citiso delle Eolie, “Sgubbiu” nel dialetto locale, che è una leguminosa endemica a rischio di estinzione. La specie meglio rappresentata invece è la Ginestra del Tirreno che, secondo i botanici costituisce una specie a sé stante rispetto alle ginestre comuni. Diffusissima è anche la Coloquintide, una cucurbitacea originaria del Sud Africa, che produce una piccola anguria. Il Garofano delle rupi eoliane, il Fiordaliso delle Eolie, la Violacciocca Rossa delle rupi sono altre specie endemiche rupestri. Una notevole attenzione infine va alla vegetazione dunale dell’istmo di Vulcano: l’Agropiro, la Ruchetta di mare, Ravastrello, la Calcatreppola marina, lo Zigolo e l’euforbia marittima sono alcune pioniere diffuse. Dott.ssa geol. Maria C. Marino Per quanto riguarda la fauna dell’arcipelago, essa è quella tipica della macchia mediterranea, con un clima mite, ventilato e poco piovoso e da sempre località di passaggio per le tante migrazioni degli animali. Sono presenti vari tipi di uccelli con circa 200 specie censite, 47 delle quali nidificanti nell’arcipelago. Fra gli uccelli marini si ricordano la Berta maggiore o Calonectris diomedea (a sx) e l’Hydrobates pelagicus (sopra) Dott.ssa geol. Maria C. Marino Si ricorda la Lucertola delle Eolie o Podarcis raffonei… Dott.ssa geol. Maria C. Marino …un serpente, il biacco o Coluber viridiflavus… Dott.ssa geol. Maria C. Marino …ed un’ampia gamma di fauna marina … Dott.ssa geol. Maria C. Marino …tonni … Dott.ssa geol. Maria C. Marino …Caretta caretta … Dott.ssa geol. Maria C. Marino Buona escursione e buon soggiorno! La precedente scritta è stata sostituita da: Buon rientro a lavoro! Dott.ssa geol. Maria C. Marino Dott.ssa geol. Maria C. Marino