02-117 Articoli 31-03-2008 15:04 Pagina 105 TACCUINO DI VIAGGIO • TACCUINO DI VIAGGIO Mongolia Bambini Mongoli Un pensiero su un viaggio Da un Tuttomongolia in Mongolia gruppo Ciabatti erché la Mongolia? E una delle domande ricorrenti a chi si appresta a fare un viaggio in questa regione dell'Asia Centrale,racchiusa fra la Siberia e la Cina. La prima immagine che la Mongolia richiama alla mente con un'estensione tre volte superiore alla Francia, è di una grande steppa desolata con un paesaggio piatto, di un “verde sbiadito”(1) e con una popolazione che non arriva nell’intera regione ad eguagliare quella di Milano.I Mongoli vantano un passato di potenti conquistatori: un’orda di “pastori”, guidati dal leggendario Genghis Khan, dotata però di grandissima maestria nel tiro con l’arco pari solo a quella dell’utilizzo del cavallo, e che è potuta arrivare fino alle porte dell’Europa. Come avrà fatto un solo uomo a riunire e coordinare tante tribù di nomadi di etnie diverse ed in conflitto fra loro e a costruire un impero (2) superiore come estensione a quello di Alessandro Magno? Ancora oggi storici e appassionati stanno ricostruendo faticosamente le vicende di questo impero. Le tombe di anti- P Testo e foto di Marco Turini chi guerrieri sono praticamente ovunque distribuite come muti guardiani nell’immensità del territorio mongolo. Basta uscire dalle trafficatissime strade asfaltate di Ulaan-Baatar fra luci al neon, marchi occidentali in bella vista e gli sbuffi delle ciminiere, per cominciare un’avventura in un paese ancora sconosciuto, segreto, ma non chiuso alla curiosità del turista, o meglio del viaggiatore. È difficile sentirsi un semplice turista fra queste regioni così autentiche ed incontaminate.La Mongolia ha aperto le porte al turismo solamente da dieci anni,ma esistono già tanti tour operators (Viaggi Avventure nel Mondo è fra questi e forse il più capillare) che offrono la possibilità di visitarla praticamente Trek a Bayanzag con ogni mezzo. Intrepidi viaggiatori hanno deciso di muoversi solo a cavallo, Gruppo Ciabatti nei pressi di un Ovoo mentre altri hanno deciso di affidarsi all’utilizzo di potenti quanto costose moto, come l’attore Ewan McGregor che insieme ad un amico passò dalla Mongolia durante un viaggio che attraversava mezzo continente (3). Qualsiasi mezzo si decida di adottare, comprese le proprie gambe,(fare trekking fra i monti Altai è un’esperienza unica),non ci si può non accorgere di attraversare un paesaggio incredibile, niente affatto piatto e monotono, ma costellato di montagne, laghi, fiumi, deserti e attraversato da migliaia di animali selvaggi e non (cammelli, yak, cavalli, rapaci, lupi e leopardi delle nevi sono alcuni fra questi). La sensazione di perdersi fra le steppe che si perdono a vista d’occhio come l’orizzonte del mare, passeggiare in mezzo agli ovoo, i monumenti religiosi improvvisati con sassi e teschi di animali avvolti dalle tipiche sciarpe di un blu intenso, lo stesso del cielo, che è impossibile ammirare in Europa, contribuiscono a smarrire il viaggiatore, nell’anima e nel corpo. Gradualmente il paesaggio cambia e dal verde della steppa si passa al bianco purissimo delle dune del deserto del Gobi. Ancora spazi infiniti, quasi lunari, intervallati da qualche conformazione rocciosa di un rosso cupo, simili a quelle che si trovano nella DeathValley, negli Stati Uniti. Le numerose grotte che offrirono riparo agli antichi abitanti, ancora rivelano stupefacenti manufatti in pietra così come la sabbia avvolge ancora le ossa fossilizzate di giganteschi animali preistorici, alcuni dei quali in mostra nella capitale.Ancora il paesaggio cambia e si arriva alle montagne alte oltre 4000 metri con i grandi laghi, fiumi e regioni vulcaniche dove vivono gliTsataan,gli uomini-renna,popolo che vive in stretto contatto con la natura e pratica ancora lo sciamanesimo. In mezzo alle meraviglie paesaggistiche della Mongolia, che non sono state create dall’uomo, ma modellate con il paziente scalpello della natura,vivono gli uomini della steppa che ancora oggi come mille anni fa si dedicano all’allevamento, che rappresenta da queste parti l’unica risorsa di vita. Dalle pelli si ricavano scarpe ed utensili, dalla lana i vestiti ed il feltro che costituisce il tetto e le pareti delle gher, le tipiche abitazioni mongole. Il latte e la carne degli animali rappresenta invece ancora oggi la dieta principale della popolazione. È facile, passando vicino a queste enormi tende essere accolti come vecchi amici e fatti accomodare sui comodi tappeti fra il calore delle stufe alimentate con la poca legna esistente o con gli escrementi di animali essiccati al sole. Una tazza di the salato o una ciotola di ajragh (latte di giumenta fermentato), un pezzo di yogurt essiccato, vi trasporteranno in un passato lontano (o forse alla più vicina latrina, dipende dal vostro stomaco…!). Quello che più conta è la grande ospitalità di una popolazione che non ha praticamente niente, ma che nelle gher dei pastori vi offrirà praticamente tutto.Anche se non conoscono la vostra lingua vi parleranno con l’unico vero linguaggio che conoscono… la semplicità. Le dune delle Khongoryn Els 1) TERZANI T., Un indovino mi disse, Milano, 2006 2) MARSHALL R., (trad. di Sergio Orrao), Tempesta dall'Est : da Gengis Khan a Kubilai Khan,Vicenza, 2004 3) MCGREGOR E., BOORMAN C., Long way round : viaggio in motocicletta da un capo all'altro del mondo,Milano,2005. 105