Le Droghe : cenni relativi alla qualità, sicurezza, parti delle piante utilizzate , principi attivi delle piante più conosciute ed utilizzate. Chi decide di effettuare preparazioni galeniche deve, per legge, adempiere a varie prescrizioni delle stesse normative. Iniziando dalla constatazione di quanto viene lui fornito da parte delle aziende fornitrici, che corrisponda al certificato di analisi obbligatorio, alla provenienza, alla qualità del prodotto anche iniziando da una semplice analisi organolettica. Per passare incompatibilità , poi, chimico all’esame fisiche e delle possibili farmacologiche , eventualmente presenti nella prescrizione, sino ad arrivare al confezionamento del prodotto finito. Per questo, quindi, cercherò di dare dei piccoli cenni relativi a tutto ciò che concerne la droga vegetale, dalla coltivazione della pianta, al tempo di raccolta, alla presenza del/i principio/i attivo/i in un determinato organo , insomma alla trafila che porta dal campo al preparato galenico da consegnare al paziente cliente. Vediamo !!! Le piante medicinali Nell’immaginario comune, una droga è una sostanza, sia essa di sintesi o naturale, che può modificare la psicologia di un individuo e/o indurre una modificazione di uno stato patologico. Quindi una sostanza farmacologicamente attiva. Nella farmacognosia, invece, quando si parla di droga, è inteso un corpo vegetale o una parte di esso, che contiene una o più sostanze farmacologicamente attive chiamate principi attivi. L’organizzazione Mondiale della sanità (OMS), definisce come pianta medicinale, quella pianta che contiene uno o più principi attivi, in un solo organo o in più organi della stessa, atti a fini terapeutici o che possono essere precursori di emisintesi chemio farmaceutiche. Lo studio delle piante prevede conoscenze in più campi : farmacologia, biochimica, vegetale , botanica , fitochimica. etnobotanica, biologia Questo perché,specialmente negli ultimi tempi, con lo studio di piante coltivate ed utilizzate ad esempio nell’America del sud, si cercano nuovi composti naturali che abbiano interesse biologico; risultano esserci, infatti, piante tropicali che sembra abbiano potenziali nella cura delle neoplasie. In questo caso, si dimostra la necessità della branca denominata etno botanica per lo studio di questi nuovi principi attivi. Per questo si cerca di selezionare piante capaci di “donare” una elevata quantità di principi attivi; è il caso dell’artemisia dalla quale estrarre l’artemisina, antimalarico, per utilizzarlo come substrato per lo studio di nuovi antimalarici. Non ci si ferma a ciò : dallo studio dei principi attivi naturali, si cerca, anche mediante una modificazione strutturale, di sintetizzare sostanze più attive e con un minor numero di effetti collaterali, ossia di diminuirne la tossicità. Cenni di farmacognosia Biogenesi dei principi attivi La biogenesi ci permette di comprendere la formazione dei principi attivi , quali sono i rapporti tra i principi attivi ed i prodotti collaterali ad essi, i costituenti cellulari e , lo sviluppo di particolari principi attivi, in determinate specie di piante medicinale. Il conoscere la formazione dei principi attivi, ci permette di comprendere come si possa incrementare e rendere costante nel tempo, la stessa produzione di principi attivi. Tutti gli organismi viventi utilizzano determinate sostanze per soddisfare i vari processi vitali: vitamine, enzimi, proteine, lipidi, carboidrati, acidi nucleici. L’uso di queste sostanze , ossia biosintesi e degradazione, formano,danno vita, al metabolismo primario ( sintesi proteica, sintesi acidi nucleici, degradazione aerobica ed anaerobica del glucosio ). Il metabolismo primario è molto simile in quasi tutti gli esseri viventi, e le sostanze che ne derivano si chiamano metaboliti primari. Nei vegetali, che utilizzano anche sostanze semplici, la biosintesi avviene mediante l’utilizzo di intermedi del metabolismo primario. Ciò costituisce il metabolismo secondario ed i metaboliti che si formano si chiamano metaboliti secondari. Prodotti intermedi Aceto acetato Acido mevalonico Aspartato α-chetoglutarato Fenilalanina Lisina Tirosina Triptofano Metaboliti secondari, struttura chimica Tropanica Antrachinonica Steroidea Terpenica Piridinica Tropanica Pirrolidinica Fenolica Tropanica Piperidinica Isochinolinica Chinolinica metaboliti secondari Droga Belladonna Coca Senna Digitale Noce Betel Belladonna Coca Tabacco Belladonna Coca Oppio China Sono vari e molteplici, i fattori che esercitano influenza nel contenuto e sulla qualità dei principi attivi, delle piante medicinali. Non possiamo pensare che una pianta medicinale presenti sempre la stessa quantità di principi attivi e di sostanze correlate. Ciò in quanto i vari fattori che si susseguono nella crescita della piante stessa , ne possono influenzare la produzione. Possiamo avere “raccolti” con piante in cui vi sia la massima concentrazione di principi attivi ed altre ove questi presentino una concentrazione talmente bassa, da inficiarne l’attività terapeutica. Principio attivo Pianta % variabile in contenuto Mucillagini Althea officinalis 5–9 Alcaloidi Atropa belladonna 0,3 – 1 Chinina Cinchona succirubra 9 – 12 Glicirrizina Glycyrrhiza glabra 1 – 24 Morfina Papaver somniferum (Album) 7 – 20 Sennosidi Cassia angustifolia 1,5 – 3,2 concentrazioni variabili in % di principi attivi Questi fattori rispondono a determinate influenze che possono essere : l’ambiente, ossia ecologici, biotici, esogeni: dalla pianta stessa, ossia genetici o endogeni: la raccolta, l’uso di concimi e di pesticidi , la preparazione, la conservazione. Per lungo tempo, si è pensato che piante appartenenti alla stessa specie fornissero uguali principi attivi e,che i caratteri morfologici, volessero significare l’espressione di ben determinate sostanze chimiche. Così non è. Molte piante, morfologicamente simili, producono e posseggono principi attivi diametralmente opposti. Queste differenze, permettono di differenziare e migliorare, attraverso selezioni particolari,la produzione e la qualità del/i principio/i attivo/i . Si utilizzerà la selezione massale che, selezionando semi di piante con le caratteristiche richieste, porterà ad una cultura di altissima qualità, evitando una degenerazione della stessa. Nella selezione genealogica, si utilizzerà una pianta particolare seguendone la “discendenza”. Se questa pianta è omozigote e autogamo, si arriverà ad una linea non migliorabile ma pura. Se eterozigote, la prima linea sarà eterogenea, e seminando individui con caratteristiche utili, avremo linee pure selezionate. Nell’ibridazione , vi sarà l’incrocio con varietà della stessa specie (specifica) o con specie vicine (interspecifica). Queste saranno molto più resistenti ai parassiti, forti, vigorose e più facilmente coltivabili. Parlando dei fattori esogeni , parliamo delle caratteristiche dell’ambiente ove cresce la pianta. Quindi clima, tipologia e caratteristiche del terreno, luce, umidità, zona di crescita, influenzano in modo e maniera estrema sviluppo e sintesi di sostanze. La luce permette addirittura lo sviluppo di 4 volte il contenuto di scopolamina; nell’achillea, invece abbiamo una maggiore quantità in olio se mantenuta all’ombra. La stessa temperatura, in un clima di primavera ancora fresco, si nota un aumento di bisabolossido nella matricaria chamomilla ( camomilla comune). Aree umide e con forti precipitazioni, invece, portano ad una perdita di principi attivi. Ciò può essere spiegato con la solubilizzazione in acqua di determinati principi attivi. Ricapitolando…………. Nell’utilizzo di una droga, si deve essere certi della sua qualità, ed è questo punto fondamentale affinché si possa essere certi della validità dell’azione terapeutica ad essa richiesta. Le valutazioni da farsi, vanno dalle caratteristiche organolettiche, alla conoscenza della zona di coltivazione, alla raccolta nel periodo balsamico più indicato e favorevole, alla aggiunta di inerti, al trattamento della pianta con particolari sostanze come pesticidi, alla presenza di muffe e/o parassiti. Definiamo, quindi, il “ periodo balsamico” come il periodo in cui una droga deve essere raccolta perché più ricca in principi attivi. Questo periodo varia da pianta a pianta, e nella stessa pianta da organo ad organo. Le erbe verranno raccolte nel periodo del loro completo sviluppo, se biennali nel secondo anno di vita. Fusti, cortecce e legni verranno raccolti in inverno, prima dello sviluppo delle gemme ; radici, tuberi, rizomi, bulbi, hanno come periodo di raccolta, secondo le varietà, autunno, inverno e primavera. Le foglie prima della fioritura e le gemme ad inizio primavera. Frutti e semi si raccoglieranno nel periodo in cui essi vengono prodotti, sia all’inizio che alla fine della maturazione. Oltre questi, che sono punti imprescindibili nella coltivazione e nella preparazione della pianta medicinale affinché divenga utilizzabile come mezzo terapeutico, il farmacista preparatore, secondo le NBP della F.U.I. , deve accertarsi che il certificato correlato ad ogni pianta , sia essa in estratto secco, estratto fluido, olio essenziale, tintura madre, taglio tisana o quant’altro, venga consegnato completo in ogni suo punto e riporti tutti i dati della pianta stessa, dalla sua origine sino al suo arrivo in laboratorio, passando per tutte le analisi chimico fisiche batteriologiche ecc. , previste dalle vigenti normative. Un farmacista che accetti una scheda tecnica incompleta, si rende correo della non conformità della droga, alle leggi attuali. Di conseguenza diviene responsabile di un prodotto non conforme che, tramite preparazione galenica o magistrale, darà al paziente. Tabella 7.3 CONTAMINANTI Contaminanti Microrganismi Anticrittogamici Gas Tossine Radiazioni Metalli Radionuclidi Esempi Salmonelle, shigelle, stafilococchi: da monitorare per motivi sia igienici che tossicologici Cloroderivati , lindano, aldrina : vanno via con l’essiccamento Ossido di etilene: riduzione della carica batterica,ma porta alla formazione di glicole etilenico tossico Aflatossine: epatotossine,lesioni epatiche e carcinoma epatico (aspergillus flavus) Raggi γ Mercurio 0,3 ppm, piombo 3 ppm,cadmio 0,5 ppm Sr-90 , Cs-134 , Cs-137 Non tutte le circa 13.000 piante conosciute ed utilizzate in campo terapeutico, possono essere utilizzate. Il percorso, affinché il loro impiego possa definirsi sicuro, è arduo e costoso. Prove tossicologiche e farmacologiche sull’animale, sull’uomo, per osservare e stabilire efficacia e sicurezza; l’osservazione sugli effetti collaterali e su quelli indesiderati, effetti che possono sorgere sia in maniera spontanea che in corso di terapia prolungata, ove certamente possono sorgere nuove applicazioni, ma anche effetti collaterali mai osservati in precedenza e da non trascurare assolutamente. Come devono essere le droghe immesse in commercio ? la prima ed unica risposta è UTILI ! utili in quanto devono curare o alleviare i disturbi del paziente. Alle dosi terapeutiche, non devono causare e provocare effetti indesiderati ( rush cutanei, disturbi gastrointestinali, effetti sulla regolazione pressoria ) oppure effetti tossici ( alterazioni metaboliche, enzimatiche ecc. ). Lo studio che deve essere necessariamente effettuato dall’industria farmaceutica, è quello sulla tossicità,anzi sulle varie forme di tossicità. Tossicità Acuta Prolungata Rilievi e tempi Determinazione DL50 Somministrazioni quotidiane prolungate nel tempo Subacuta Sub cronica Cronica Prolungata Parametri osservati 3 – 10 giorni 15 – 30 giorni 1 mese – 2 anni Osservazioni dello stato di salute dell’animale, parametri metabolici ed ematochimici, calo ponderale,stato del pelo,osservazione organi post mortem Eventuali fenomeni tossici a carico del feto Potere cancerogeno per somministrazioni superiori a 4 mesi Impotenza,assenza di concepimento Teratogenesi Carcinogenesi Funzione riproduttiva tossicità In ogni caso, le manifestazioni tossiche si presentano quando vi è una mancata valutazione del rapporto rischio beneficio in una terapia con droghe vegetali, quando vi è una auto prescrizione oppure una sorta di prescrizione effettuata tramite passa parola. Il rischio presenta una netta diminuzione quando la preparazione viene effettuata da chi autorizzato a farla. Lo studio dell’efficacia di una droga viene condotto su animali da laboratorio. L’interpretazione dei dati richiede un rigore specifico in quanto se si utilizza un farmaco “ chimico “,se ne conosce la composizione, in una droga vegetale entrano in gioco molti fattori. L’ambiente di coltivazione, il periodo di raccolta, la conservazione, possono dare molteplici diversità di contenuti in principi attivi ed in sostanze collaterali. Così si studiano gli effetti in relazione a tessuti ed organi su cui sono stati indotti effetti patologici simili a quelli che si vuole curare. A questa indagine farmacologica può seguire quella farmacoterapica per stabilire gli effetti della droga su soggetti spontaneamente ammalatisi. In tal modo vengono definite dosi, indicazione terapeutica e modalità migliori di somministrazione da riportare, sempre con rigorosa metodica scientifica, sull’essere umano, ove si rende necessaria l’indagine clinica sull’ammalato. Come già detto, nella droga vegetale oltre la presenza di principio/i attivo/i, troviamo molti altri prodotti. Le concentrazioni per i motivi esposti sono variabili, ed esiste la forte possibilità che questi altri prodotti, vadano ad influenzare anche in maniera significativa l’attività , la durata, l’intensità dell’azione della droga stessa. Non di meno , possono coesistere principi attivi con azione opposta tra loro, dando come risultante una molteplicità di effetti collaterali. Uno degli esempi classici è la china che contiene un alcaloide, la chinina ad azione anti malarica, ma anche l’alcaloide chinidina che è un deprimente cardiaco e l’acido cincotannico che provoca stipsi. In questo caso tre attivi diversi tra loro che agiscono su tre organi diversi. Controllate le nostre piante, controllati i certificati di analisi, siamo a conoscenza della qualità della droga,del contenuto in principio attivo, dell’assenza di quanto riportato in tabella contaminanti, o quanto meno del non superamento dei limiti previsti dalle normative. E in tal modo, la ricerca scientifica, gli studi effettuati sulla validità dell’efficacia delle droghe, ci vengono in aiuto per monitorare con esattezza ciò che andremo a somministrare. Andiamo a vedere, a questo punto, quali sono le parti delle piante che vengono, di solito, utilizzate in fitoterapia. Radici : come droghe allo stato secco, le troviamo di forma conica o cilindrica, grinzose e senza nodi. Rizomi : come droghe allo stato secco, presentano forma cilindrica, con cicatrici di germogli,radici e foglie. Tuberi : allo stato secco hanno forma sferoidale, con impronta di germogli e radici. Bulbi : come droga si utilizzano le squame isolate ( lamelle ) o tutto il bulbo che presenta radici o residui di radici. Corteccia : come droga secca la troviamo rugosa, in pezzi cilindrici, piatti, cannellati. Legno : come droga secca lo troviamo sotto forma di corpo duro stratificato come struttura. Erbe : secche presentano parti di caule, foglie,fiori. Sommità fiorite : secche portano foglie ad a volte frutti. Foglie : si distinguono per la forma del lembo ( lanceolate, ovali ) per la forma del margine del lembo ( crenata, dentata ) per la presenza o meno del picciolo. Fiori : deputati alla riproduzione , possono avere un peduncolo ( picciolo ) esserne privi (sessili ) , solitari o riuniti in inflorescenze. Si frantumano facilmente secchi. Frutti : come droghe allo stato secco ne possiamo utilizzare solo delle parti come la buccia o epicarpo, la parte carnosa o mesocarpo, il peduncolo o picciolo, ma anche la loro totalità. Semi : secchi,come droghe,li troviamo sotto forma di corpi duri, il loro utilizzo è come tali o sgusciati. Talli : corpi dei vegetali inferiori ( tallofite ) non differenziati ( cormofite ). Tessuto omogeneo ,si trovano sotto forma ,allo stato secco, come filiformi o membranose ramificate ( alghe e licheni ) o con corpi spugnosi ( funghi ). Galle : sviluppo abnorme di un vegetale per l’insediamento di un parassita. Quando secche ,le troviamo sotto forma di corpi globosi, pesanti con un piccolo peduncolo basale. Possono presentare delle formazioni rotonde in superficie. Succhi : ricavati per spremitura o torchiatura dopo aver effettuato tagli e/o incisioni. Commerciati dopo stabilizzazione. Latici : ottenuti dopo incisione in maniera spontanea; contengono una gamma di sostanze come alcaloidi, gomme, grassi, tannini,resine. Oli fissi : ottenuti per torchiatura o per estrazione con opportuni solventi. Oli eterei ( essenziali o essenze ) : ricavati per spremitura e distillazione , ritroviamo prodotti come chetoni , aldeidi,miscele di idrocarburi, alcoli. Mucillagini : polisaccaridi complessi elaborati mediante trasformazione dell’amido cellulare e della cellulosa delle membrane cellulari. Estratti con acqua calda o bollente,se ne commercializzano le droghe che sono contenute. Gomme : polisaccaridi complessi presenti per traumi della pianta ( punture insetti ). Per essudazione spontanea o per incisioni, si trovano in commercio sotto forme solide e solubili in acqua. Resine : complessa struttura chimica per elaborazione fisiologica. Prodotte da cellule particolari , insieme a terpeni esteri ed oli volatili che ne mantengono la fluidità. Le troviamo in commercio sotto forma semisolida. Balsami : hanno composizione di resine ed oli essenziali, contengono acido benzoico ed acido cinnamico. Abbiamo capito che per principio attivo in una droga vegetale, è intesa la sostanza chimica che, facendone parte, promuove ed esplica l’attività farmacologica. I principi attivi sono vari e rappresentati da varie classi di sostanze. Di seguito ne vedremo un elenco con alcuni dei “ rappresentanti “ più conosciuti e con importanza farmacoterapeutica. ALCALOIDI In relazione allo loro base azotata, troviamo: 1) Aminici : efedrina 2) Imidazolici : pilocarpina 3) Piridinici : nicotina , genzianina 4) Piperidinici : lobelina 5) Purinici : caffeina, teofillina, teobromina 6) Tropanici : atropina, scopolamina, giusquiamina 7) Chinolinici : chinina, cinconina 8) Isochinolinici : papaverina, narcotina, boldina 9) Indolici : bufotenina, psilocibina 10) Fenantrenici : morfina, codeina 11) Tropolonici : colchicina 12) Indolchinolizidinici : reserpina, ioimbina 13) Chinolizidin-isochinolici : emetina 14) Lisergici : ergotamina, rescinnamina, ergometrina 15) Ammonici quaternari : destrotubocurarina 16) Steroidei : proto veratrine A e B GLUCOSIDI Si dividono in base alla struttura delle rispettive gemine in: 1) Cianogenetici : amigdalina 2) Fenolici : arbutina, salicina 3) Flavonici : rutina, esperi dina 4) Antracenici : aloina, sennosidi a e B, cascarosidi A e B 5) Steroidei : lanatosidi A B C D E, strofantosidi K,G SAPONINE Sono glucosidi accumunati dalla capacità di abbassare la tensione superficiale divenendo emolitici e, in relazione alla genina li troviamo come : 1) Steroidiche : digitonina, dioscina, gitonina 2) Triterpeniche : senegina, glicirrizina ANTRACENICI Sia in forma glucosidica che libera li troviamo come : 1) Antrachinonici : reina, aleo-emodina, frangula.emodina, ac. crisofanico, reocrisina 2) Antranolici : crisarobina 3) Antronici ed ossiantronici : aloina STEROLI Anche questi sia in forma libera che glucosidica li troviamo: 1) Biliari o coprostanici : ac. colico, ac. taurocolico 2) Cardioattivi : di tipo cardenolico sono digitossina, gitossina, digossina, gitalina, strofantine, scillaridine ; di tipo bufadienolidico sono : bufotossina, elleborina 3) Saponifici : digitossina, gitonina 4) Ormonali, possono dividersi in : estranici, estrogeni, 5-alfa-androstanici ; androgeni, 5-beta-pregnanici; progestinici e corticosurrenalici : allopregnanici 5) Alcaloidei : proto veratrine A e B, cevadina 6) Lipidici non saponificabili : ergosterolo, sitosterolo 7) Vitaminici : vit. D ESSENZE E RESINE Non riunite in gruppi di sostanze con strutture analoghe o omologhe, ma messe insieme in quanto volatili ed aromatiche e che si trasformano in resine per ossidazione e polimerizzazione, le distinguiamo come : 1) Fenoliche : cresolo, eugenolo, cresolo, timolo, vanillina 2) Eteri ed esteri fenolici : anetolo,metile salicilato, miristicina, apiolo, acrinilisotiocianato 3) Acidi ed aldeidi aromatici : ac. benzoico, aldeide benzoica, acido ed aldeide cinnamica 4) Monoterpeni idrocarburici : limonene, alfa terpinene, alfa pinene 5) Monoterpenici citronellolo, alcolici linalolo, ed ossidici geraniolo, : mentolo, α-terpineolo, eucaliptolo 6) Monoterpeni aldeidici e chetonici : mentone , piperitone, canfora, fencone 7) Sesquiterpeni : gingerolo, santonina, alfa-cariofillene, zingiberene 8) Azuleni : camazulene TANNINI Formano composti insolubili con le proteine, trasformano le pelli in cuoio. Sono composti polifenolici che si suddividono in : 1) Idrolizzabili : ac. gallico, digallico ( possono essere legati o meno ad un residuo glucosidico ) ac. cloro genico, caffeico 2) Condensati flobotannini : catechina o catecolo CROMANI Nucleo benzopirossonico sotto forma glucosidica o libere : 1) Flavani : catechina 2) Flavoni : quercetina, luteolina, canferolo 3) Isoflavoni : daidzeina 4) Cromoni : kellina ORMONI Elaborati da un tessuto specifico, esplicano azione sistemica : 1) Aminici : catecolamine modello surrenalico, melatonina 2) Aminoacidici : tiroxina, triiodotironina 3) Polipeptidici : oligopeptidici come vasopressina, ossitocina, angiotensina ; polipeptidici come insulina, glucagone, gonadotropine ; ipotalamici tireoglobulina, paratormone, calcitonina come 4) Steroidali : estrogeni, androgeni, progestinici Altre categorie, sono rappresentate,da enzimi o fermenti come proteasi, lipasi, sintetasi, fosfatasi; antibiotici come penicilline streptomicina, amfotericina griseofulvina; chemioterapici interferone , immunoglobuline. , cefalosporine, A, cancomicina, naturali quali Dopo aver elencato i principi attivi che ritroviamo molto spesso, se non soventemente, presenti nelle droghe vegetali, dobbiamo comprendere che saperne l’origine e vederne la struttura chimica, ci permette di comprendere quali sono i meccanismi che ne permettono la formazione, metaboliti cellulari. il rapporto con i ALCALOIDI Eterogenei sia dal punto di vista chimico, che da quello dell’attività farmacologica. Sono molecole basiche formate da azoto, carbonio, idrogeno ed ossigeno; gli ossigenati sono solidi cristallizzabili e difficilmente volatili. Quelli privi di ossigeno sono liquidi oleosi, solubili in solventi organici, poco solubili in acqua. ISOCHINOLINA, alcaloidi a nucleo isochinolinico sono la papaverina e gli alcaloidi del curaro FENANTRENE, nucleo fenantrenico ,morfina, codeina TOMATIDINA veratridina , nucleo steroideo, tomatidina , TROPANO,nucleo tropanico scopolamina, cocaina, atropina, iosciamina IMIDAZOLO nucleo imidazolico, pilocarpina CHINOLINA,nucleo chinolinico, chinina,chinidina PIRIDINA PIPERIDINA,nucleo piridini o piperidinico, nicotina, lobelina, arecolina PURINA,nucleo purinico, teobromina, caffeina, teofillina. Non dimentichiamo, però, alcaloidi aminici non eterociclici quali, capsaicina, efedrina, mescalina. Guardando le strutture degli alcaloidi, si può supporre l’origine biosintetica dell’alcaloide : Triptofano Acido nicotinico Acido glutammico Fenilalanina Istidina Piperidina pirroli dina Pirimidina imidazolo Indolici chinolinici Piridinici Tropanico Isochinolinici Imidazolici Tropanico Purinico Non è possibile stabilire ed individuare una relazione struttura attività degli alcaloidi; vista la loro formazione con uno o più atomi di carbonio asimmetrici otticamente attivi nelle forme levo e destrogire, queste avranno attività farmacologica diversa. Di conseguenza, non è possibile rilevare una attività farmacologica,legata alla struttura chimica stessa. All’interno dello stesso gruppo, infatti, ritroviamo indicazioni terapeutiche diverse. Trasmissione colinergica: CURARO giunzioni neuromuscolari Terminazioni postgangliari JABORANDI parasimpaticomimetici BELLADONNA , STRAMONIO parasimpaticolitici Trasmissioni adrenergiche: EFEDRA , COCA simpaticomimetici SEGALE CORNUTA , RAUWOLFIA simpaticolitici SNC STIMOLANTI NOCE VOMICA analettici CAFFE’ , TE’, CACAO , MATE’ psicostimolanti PEYOTE , AMANITA MUSCARIA psicodislettici Non di meno, sono da dimenticare quegli alcaloidi che hanno dimostrato attività antineoplastica : VINCRISTINA, VINBLASTINA ( nucleo indolico ), che inibiscono la leucopoiesi. Sono perciò utilizzati nel linfosarcoma,nel tumore testicolare e nella leucemia linfatica. Li troviamo nella vinca rosea. Il tassolo,derivante dalla taxus brevifolia e dalle foglie di piante appartenenti al genere taxus, con struttura terpenoide, ha dato buoni risultati nelle terapie del carcinoma metastatico del colon retto e del carcinoma della mammella. GLICOSIDI Estremamente presenti nel regno vegetale, sono formati da una o più molecole di zucchero, ed una non zuccherina ( genina o aglicone ). Parliamo di C-glicosidi se legate da un atomo di carbonio e di O-glicosidi se di ossigeno. Farmacologicamente la genina è responsabile dell’azione, mentre il gruppo zuccherino, per le sue caratteristiche idrofile, influenza l’assorbimento della stessa genina. Vediamo alcuni esempi Esempio Sennoside Rutina Digitossina Provenienza Senna Ruta Digitale Genina Antracene Flavonoide Steroide Glicoside Antrachinonico Flavonico Digitalico provenienza ed effetto alcuni glicosidi Effetto Lassativo Vasoprotettivo Cardiotonico Esistono più “tipologie” di glicosidi, e tutte con loro caratteristiche; vediamo in breve : GLICOSIDI DIGITALICI Mediante il blocco selettivo di una ATPasi di membrana, sono in grado di aumentare le concentrazioni di calcio intracellulare. In tal modo,si ottiene un aumento della forza contrattile muscolare senza aumento del consumo di ossigeno. Di conseguenza l’attività cardiaca si potenzia tramite una maggiore irrorazione sanguigna arteriosa. Sono farmaci di elezione nelle situazioni di scompenso cardiaco congestizio. GLICOSIDI ANTRACHINONICI Presenti in molte piante, possiedono azione lassativa. In questi principi attivi la genina ha il nucleo antracenico in forma, generalmente, ossigenata. Nella pianta fresca lo troviamo in forma ridotta, antranolo, nel procedimento di conservazione si ossida e lo troviamo come antrachinone. Questi glicosidi aumentano il tono della muscolatura liscia del colon, migliorando di fatto la peristalsi. Oltre l’azione lassativa,hanno dimostrato attività contro gram negativi e funghi. Reina ed emodina,sono allo studio contro tumori indotti su roditori. GLICOSIDI FLAVONICI FLAVONOIDI Molto diffusi in natura, ed in particolare negli agrumi. I più conosciuti, anche per la loro azione vasotonica, migliorano l’elasticità della parete venosa e ne diminuiscono la permeabilità oltre ad attenuare la fragilità capillare. Sono derivati del flavone e alcuni costituiscono l’aglicone di glicosidi naturali. Oltre queste peculiarità è da ricordare l’attività antiepatotossica della silibina e quella antiaggregante della rutina. La silibina è un flavolignano. Questo gruppo di principi attivi non è molto biodisponibile se somministrato per os. Ciò dipende dalle forme somministrate, ossia aglicone o glicoside, e dalla flora batterica intestinale. Provenienza Camomilla Agrumi Agrumi Pompelmo Artemisia Soia Liquirizia Cardo mariano Provenienza ed effetto alcuni flavonoidi Esempio Classe Apigenina Flavoni Rutina Flavonoli Esperidina Flavononi e dididroflavononi Naringenina “““ Eriodictiolo “““ Daidzeina Isoflavoni Licoricidina Isoflavani Silimarina Flavonolignani Effetto Antiflogistico Vasoprotettivo Vasoprotettivo Antimicrobico Antimalarico Estrogenico Antifungino Epatoprotettore azione e provenienza alcuni flavonoidi Visto lo scarso assorbimento a livello intestinale,si cerca di risolvere ciò mediante micronizzazione; in tal caso questo aumenta di quasi 5 volte. Tale tecnica, è stata studiata in merito alle grandi possibilità terapeutiche che questa classe di principi attivi possiede. GLICOSIDI SAPONINICI SAPONINE Formano, con l’acqua, soluzioni colloidali che danno schiuma, sa questo il nome dato. Tre classi in seguito all’idrolisi acida che libera zuccheri ed agliconi, che in base alla struttura chimica si dividono in steroidee , triterpeniche e glicoalcaloidee. Le saponine steroidee rivesto un ruolo particolare in quanto molto somiglianti a glicosidi cardioattivi corticosteroidi ed ormoni sessuali. Nel caso della diosgenina, ad esempio, la si utilizza come materia prima per la sintesi di altri steroidi. Sono attive, farmacologicamente, come antitussive ed espettoranti. Ciò è dovuto alla azione con la quale favoriscono l’espettorazione. Quanto accade, è per una irritazione della mucosa gastrica che per riflesso porta ad un aumento della secrezione bronchiale , ma le stesse saponine,venendo in contatto con il muco, lo rendono fluido tramite abbassamento della tensione superficiale. Visto però il meccanismo, ossia l’irritazione gastrica, le quantità da utilizzare sono minime. Sono utilizzate, inoltre, per favorire l’assorbimento di altri farmaci, effetto sinergico, ed a dosaggi maggiori per portare effetti purgativi. La glicirrizina che troviamo nelle liquirizia, possiede anche attività antivirale ed epatoprotettiva; saponine presenti nella yucca possiedono attività tesa al miglioramento della flora batterica intestinale. Le saponine sono fortemente emolitiche se somministrate per via parenterale. la somministrazione per os, visto lo scarso assorbimento, mette al riparo da questo effetto tossico. glicirrizina Provenienza Digitale Fieno greco Ippocastano Ginseng Cimicifuga Solanum spp Esempio Digitossina Yamogenina Escina Ginsenosidi Cicloartani Solasodina Alcune saponine Classe Steroidee Steroidee Triterpeniche Triterpeniche Triterpeniche Glicoalcaloidee Effetto Cardiotonico Ipocolesterolemizzante Insufficienza venosa Adattoggeno Disturbi menopausa Precursore steroidi Le saponine triterpeniche sono molto diffuse nel regno vegetale: ricordiamole presenti nella poligala, nel ginseng, nell’ippocastano, nella saponaria e nella liquirizia. GLICOSIDI CIANOGENETICI O CIANOGENICI Così definiti , in quanto per idrolisi si liberano glucosio, un aglicone di diversa struttura ed acido cianidrico. L’idrolisi nel tratto intestinale o epatico, porta ad un lentissimo rilascio di acido cianidrico che, senza alcun problema, viene inattivato dall’organismo. Il glicoside più conosciuto, viene dal prunus amigdalis, l’amigdalina. La somministrazione, sino ad 1,5 gr. die, non produce alcun effetto tossico, anzi, sono allo studio proprietà antitumorali. L’acido cianidrico ha, invece , effetto come antitussivo ed antiasmatico per la sua azione sul centro bulbare del respiro. Idrolisi amigadalina GLICOSIDI SALICILICI Presenti,da questo il nome, nel salice , s. alba e s. purpurea. Li ritroviamo anche nella spirea , nella corteccia di betulla, nella corteccia e nelle foglie del pioppo. Tramite l’idrolisi del glucoside salicina, si libera l’aglicone che è formato dall’alcol salicilico o dai suoi esteri e che viene ossidato nell’organismo ad acido salicilico. GLICOSIDI FENOLICI O IDROCHINONICI I più noti sono quelli presenti nelle foglioline di uva ursina, arbutina e metil arbutina . l’azione farmacologica dell’arbutina si esplica suelle vie urinarie; assorbita attraverso l’apparato digerente ed eliminata per via renale, in quella sede viene scisso il glucoside che libera l’idrochinone responsabile dell’attività terapeutica. GLUCOSINOLATI Presenti nella senape nera, e nella senape bianca. Il più conosciuto è la sinegrina presente nei semi di senape, questa sottoposta ad idrolisi enzimatica , mirosina, porta a glucosio, solfato acido di potassio e isosolfocianato di allile. Le proprietà terapeutiche vanno dall’esppettorante alla riduzione di colesterolo ematico sino all’azione sulla ghiandola tiroidea ove inibiscono l’assorbimento di iodio e la produzione di tirosina. GLICOSIDI ANTOCIANICI Antocianine, antociani o antocianosidi, sono pigmenti colorati che ritroviamo, ad esempio, nel mirtillo nel lampone nell’ibisco e nella malva . Simili ai flavonoidi, esplicano attività terapeutica come endotelio protettivi e antiaggreganti piastrinici. Utilizzati nelle microangiopatie. TANNINI Sostanze non azotate, hanno la capacità di trasformare la pelle in cuoio; sono composti polifenolici che presentano elevata affinità per le proteine siano esse di virus, enzimatiche, di funghi , digestive. Questa capacità legante le proteine,nelle cellule epiteliali del muco che delle mucose, permette di formare dei composti insolubili. Tre gruppi : tannini idrolizzabili, tannini condensati quali procianidine a proantocianidine , tannoidi. I primi, idrolizzati da acidi deboli e da enzimi, le tannasi, si decompongono formando soluzione acquose. Li troviamo nella spirea e nel rovere. I tannini condensati , poco solubili in acqua, si ossidano con il tempo dando colorazioni rosse, si trovano nell’achemilla nella potentilla e nell’agrimonia. Sono polimeri del flavano e hanno molecole di catechina ed epicatechina legate con legami carbonio carbonio. I tannoidi derivano dall’acido clorogenico, li troviamo nei semi del caffè e di noce vomica, nelle foglie del tabacco. La capacità di legare proteine, l’essere poco solubili, da a questa serie di principi attivi, una tipologia di azione di tipo locale e non sistemico, e non potendo raggiungere in tal modo il letto vascolare , non hanno possibilità di indurre effetti epatotossici. Si scindono nel tratto intestinale, grazie alla flora batterica, ove esplicano azione antidiarroica, astringente ed antiinfiammatoria. L’azione principale è quella antidiarroica; si suppone formino uno strato di proteine coagulate che blocchino le terminazioni sensoriali nervose impedendo la propagazione dell’onda peristaltica. A livello locale hanno azione emostatica dovuta a vasocostrizione ed aumento della coagulazione.