AMBIENTE PERICOLOSI EFFETTI DI POTATURE SBAGLIATE L’albero è: Un bravo ingegnere in barca! Sollecitati dalla lettera dell’assessore pubblicata nella pagina di n eces sar i o n utr im en t o fronte, e dal fatto che, con l’inverno, arriva anche il momento (ricordiamo sempre che gli aldi “motosega selvaggia”, affrontiamo l’argomento delle beri “mangiano con le foglie”). “potature per esigenze di sicurezza”. Altro importante aspetto della Per cominciare va subito detto che, come un bravo ingegnere, potatura che compromette la l’albero registra tutte le forze cui è soggetta la sua struttura fatta stabilità della chioma è la prati- Tronchi cresciuti su cavità di radici, tronco, rami e foglie. Ne ripartisce le spinte in manieca di fare tagli di grande diamera equilibrata fra i rami e, attraverso il fusto, le scarica a terra tro (superiore ai 6 cm). Sono ferite che l’albero non riesce a sul volume di terreno occupato dalle radici. Per fare ciò produrimarginare e via di accesso preferenziale per gli agenti di dece legno dove più serve e nella quantità esattamente necessaria; gradazione del legno. In breve evolvono in cavità che possono perché la natura non può permettersi sprechi e la produzione di interessare anche l’intero tronco e ne riducono la funzione di ogni singola cellula richiede energia, acqua ed elesostegno di altri rami e dell’intero organismo vegementi nutritivi. Ecco spiegate torsioni del tronco tale. Un terzo clamoroso errore è quello che porta che ne aumentano la resistenza, ispessimenti asima tagliare qualche metro della cima di cedri ed abemetrici della sezione dei rami (come fossero menti per una malintesa esigenza di sicurezza. Il cimasole di sostegno), grosse radici che, come funi, sorle tagliato, flessibile ed elastico, avrebbe consentireggono un albero fortemente inclinato… In condito all’albero di piegarsi assecondando la spinta del zioni ambientali ideali per disponibilità di acqua, vento e scaricarne lo sforzo lungo il tronco. Senza elementi nutritivi e luce, un albero sano, e libero di questa punta l’albero ora, oltre che più brutto persviluppare chioma ed apparato radicale senza interché snaturato della sua forma originaria, si oppone ferenze esterne secondo le caratteristiche naturali al vento in maniera più rigida e le sue radici perifedella sua specie (e non danneggiato da interventi riche, meno nutrite, riducono la propria capacità di umani!), difficilmente avrà problemi di stabilità. ancoraggio al suolo. Non bisogna poi dimenticare Potrebbe cadere solo se, a causa di un’insufficiente che, nelle conifere, il cimale è anche un elemento esposizione al sole, per nutrirsi si sviluppasse inclidi controllo della crescita dell’albero. In sua assennato ed accrescesse la propria chioma più rapidaza la pianta “perde la testa” e, se è sana, cerca di mente di quanto non riuscisse a costruire una strutricostituire uno o più disordinati cimali in sostitutura adeguata a sorreggerla. Capita anche a noi zione di quello asportato. Questi nuovi rami, che in quando, in cima ad una scala, per raccogliere un piante grandi raggiungono in fretta dimensioni Nuovi rami ricrescono frutto dal ramo più lontano ci sporgiamo manteragguardevoli, hanno un’inserzione al tronco molto male dopo tagli inutili nendoci in equilibrio precario col rischio di rovinopiù debole rispetto all’apice rimosso e, sotto la se cadute. Detto questo, la prima insidia alla stabilità di un alspinta del vento, è molto più facile che si spezzino. E’ chiaro bero, determinata da una potatura, è costituita da un’eccessiva quindi come un intervento di potatura sbagliato, anziché renderiduzione della chioma che (se spinta oltre il 30%) ne riduce in re più sicuro l’albero, al contrario ne aumenta la pericolosità. proporzione la capacità di alimentarsi e quindi di produrre lePotature accettabili per mettere in sicurezza un albero dal punto gno dove più occorre e radici per ancorarsi. Sempre in relaziodi vista della stabilità, sono invece quelle potature, accuratane alle difficoltà di nutrimento questo effetto è tanto più dannomente mirate, che si fanno per ridurre il peso di grosse branche so quanto più (per siccità, inquiferite in punti critici o cave; o quelle che, con un opportuno namento, cementificazione del diradamento dei rami (mantenuto però entro i limiti sopra indisuolo, scarsa insolazione...) ci si cati) mira a ridurre la resistenza al vento della chioma di una allontana da condizioni ambienpianta che ha gravi debolezze al fusto o un insufficiente ancotali ideali. L’albero si indeboliraggio al suolo da parte delle radici. E’ semplice comprendere sce e diventa più facilmente atil significato di queste affermazioni se pensiamo l’albero come taccabile da insetti e funghi che, una barca di cui la chioma costituisce la vela, il tronco l’albero a lungo andare, degradano la maestro e la zolla di terreno occupata dalle radici lo scafo. consistenza e la resistenza mecGiovanni Guzzi canica del legno. Quindi sono - Una potatura che abbia l’obiettivo di “mettere in sicurezza” quanto mai da aborrire gli interun filare di alberi, deve essere specifica e diversa per ogni venti che lasciano all’albero posingola pianta in relazione alle condizioni di ognuna. chi monconi (“capitozzi”) accu- La potatura migliore è quella che “non si vede” ovvero ratamente ripuliti proprio dai Taglio di grande diametro piccoli giovani rami che, portanquella che lascia alla chioma, pur contenuta nelle dimensioni che evolverà in cavità se necessario, la forma naturale tipica di ciascuna specie. do le foglie, gli assicurano il 14 n. 4 - dicembre 2004