Evoluzione dell'evoluzione L'evoluzione da un punto di vista storico Le leggi della riproduzione L'osservazione della riproduzione degli esseri viventi, anche se ha portato all'elaborazione di teorie che a volte potremmo considerare pittoresche, produce presso quasi tutte le culture alla formulazione di un principio che potremmo formalizzare in questi termini: “il simile genera il simile”. In termini pratici questo deriva dall'osservazione che ogni gatta partorisce gattini, dalle uova di gallina nascono pulcini che diventano simili ai genitori e così via. La convinzione è profondamente radicata nella percezione del mondo sia singola che collettiva e viene percepita come uno degli aspetti fondanti il patto tra gli umani ed il mondo. In questo contesto diventano ovviamente comprensibili i portenti (nascita di bestiame o di piante deformi o mostrusi) che rappresentano una sorta di rottura dei patti foriera di ulteriori sciagure. Ma anche l'ansia delle puerpere può facilmente essere inquadrata in questo contesto. Definizione di specie E' dubbio se e quanto lo studio degli esseri vienti porti alla definizione di specie ovvero ad un impercettibile scivolamento morfologico da un individuo ad un altro. Certo è che molto c'è da discutere sulla variabilità dei caratteri morfologici tra gli individui e tra i gruppi. Il problema attualmente non è ancora risolto ma, per semplificare, si può ricorrere alla definizione (moderna) utile per studiare gli organismi che si riproducono prevalentemente per via sessuale: una specie è costituita dall'inseme di tutti gli individui che incrociandosi, danno prole feconda. Da questa definizione restano esclusi tutti gli organismi (e sono tanti) che non si riproducono sessualmente batteri, virus, banani.... Ma il problema lo lasciamo volentieri agli specialisti! Il fissismo L'unione della conoscenza delle leggi della riproduzione con il concetto di specie porta ad una teoria talmente ovvia che non è stata formulata se non quando ha cominciato ad andare in crisi: il fissismo, secondo questa teoria, ogni individuo riproducendosi genera altri organosmi simili a se stesso: per omnia saecula saeculorum! La concezione fissista delle specie viventi è molto diffusa ed adottata in molti contersti e da molti autori.ma tra questi è bene ricordare Linneo (1707 – 1778) che ha sviluppato e definito il concetto moderno di specie ed ha elaborato il sistema di nomenclatura binomia (Genere specie) che continuiamo ad usare. Le generazioni si susseguono quindi senza cambiare e senza modificarsi, riproducendosi nel tempo in modo rassicurante e prevedibile. Ma cosa ha provocato tutto questo complesso processo? Cosa è avvenuto all'inizio? Il creazionismo Le teorie fissiste, generalmente, pongono all'inizio della vita sulla Terra un atto creativo di Dio, o comunque un evento unico ed irripetibile: la creazione. Indipendentemete dai dettagli, tutti i creazionisti ritengono che l'origine della vita sia avvenuta in condizioni uniche, molto diverse da quelle attuali, con intervento di enti e di forze non più presenti e di cui non possiamo avere alcuna esperienza. Appunti sull'evoluzione – pag. 1 / 3 La vita non può nascere dalla materia inanimata, la generazione spontanea è quindi bandita! In questa direzione si susseguono gli studi e F. Redi (1626 – 1697) prima e L. Pasteur (1822-1895) poi spazzano via con esperimenti di superba eleganza il concetto di generazione spontanea. I fossili Il pensiero fissista, piuttosto solido all'analisi dell'esperienza quotidiana, entra in crisi davanti all'acquisizione di alcuni dati marginali e poco evidenti all'osservatore ordinario ma solidi ed inoppugnabili per lo specialista: le omologie anatomiche tra animali di specie diverse ed i fossili. I fossili in particolare creavano una serie di problemi: come delle forme chiaramente riconducibili ad esseri vienti potessero trovarsi all'interno delle pietre; come dei resti di pesci fossero giunti in montagne lontanissime dal mare e come spiegare la presenza di resti di animali molto diversi da quelli conosciuti. Il primo problema si tentò di risolverlo in vari modi, tra questi ricordiamo l'eccesso di vis generandi, che, al momento della creazione, condensandosi in un punto inadatto alla vita ha dato origine a simulacri di esseri viventi. In questo modo si risolve anche il secondo problema: come son giunti i pesci in montagna! Più insidiosa risultò la spiegazione dell'esistenza di resti di animali sconosciuti. Si fece ricorso alle scritture che prevedevano, per questo argomento un episodio particolarmente pertinente: il diluvio. Gli animali che hanno lasciato tracce ma che non sono attualmete viventi per qualche motivo (non chiaro) non sono sopravvissuti al diluvio. E' da notare che una spiegazione di questo genere, propone una soluzione alternativa sia per l'origine dei fossili che diventano quindi la testimonianza della moria di esseri viventi durante il diluvio successivamente intrappolata dai detriti e sedimenti che la grande alluvione aveva provocato ma spiega anche la presenza di fossili di animali acquatici sulle alte montagne ricoperte dai mari. Incidentalmente possiamo anche notare che il termine antidiluviano, usato per indicare cose strepitosamente antiche, è da ricondurre precisamente a questa concezione. La nascita della paleontologia e dell'anatomia comparata La soluzione del Diuluvio sembrava funzionare bene fino a quando gli studi ulteriori dei residui fossili portarono all'accumulo di una serie di informazioni incompatibili tali da far nascere una nuova disciplina: la paleontologia. Questa disciplina studia gli esseri viventi del passato cercando informazioni dai loro resti e dalle rocce che li contengono. Anche le somiglianze organizzative tra specie diverse, nascoste sotto la differenza delle forme, favorì, tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo, la nscita dell'idea che gli esseri viventi attuali potessero avere un passato complesso e parentele reciproche. L'opera di G. Cuvier (1769 – 1832) si colloca alla radice di entrambi i settori. In particolare Cuvier sostiene che sulla Terra si sono succedute alcune catastrofi che hanno rivoluzionato flora e fauna. Questo modello di spiegazione viene ora definito catastrofismo. Attualismo e catastrofismo I numerosi dati a disposizione di Cuvier, non furono sufficienti a fargli intuire che sarebbero stati necessari numerosi diluvi, in momenti ed in luoghi diversi e, sopratutto, che un diluvio può spiegare l'estinzione di una specie ma non certo la sua comparsa. Un determinante contributo al dibattito sulle modalità di successione delle varie specie viventi venne quando fu formulata l'ipotesi, successivamente indicata con il termine di attualismo, che i fenomeni presenti in passato dovevano essere in tutto e pre tutto simili a quelli visibili attualmente. Questa idea rappresenta una rottura nei confronti della concezione secondo la quale nel passato tutto Appunti sull'evoluzione – pag. 2 / 3 era più forte, bello e vigoroso, ma rappresenta anche un fondamentale strumento che ha portato, con una applicazione paziente e puntigliosa, a determinare l'età della Terra. Tra i principali nomi degli attualisti ricordiamo G. Buffon (1707 – 1788), J. Hutton (1726 - 1797), C. Lyell (1797 – 1875). L'assunto dell'attualismo, rigorosamente applicato alle rocce sedimentarie, che spesso intrappolano resti di fossili, ha permesso di stabilire, da un lato l'età delle rocce e dei fossili in esse contenuti, dall'altra di risalire indietro verso rocce sempre più antiche a cui si riusciva a dare una collocazione temporale sempre più affidabile. L'età della Terra Grazie agli strumenti della stratigrafia ed agli assunti dell'attualismo, fu possibile spostare progressivamente indietro l'origine della Terra, che la tradizione biblica fissava a circa 6000 anni fa, fino agli attuali 4.700 milioni di anni fa. La nascita dell'evoluzione biologica Avendo a disposizione i dati della Paleontologia e della Anatomia comparata, i biologi cominciarono, alla fine del '700 a pensare concretamente alla possibilità che gli esseri viventi non fossero sempre stati come oggi li vediamo. Tra gli studiosi si insinuò il dubbio che la costanza dei caratteri trasmessi alla generazione successiva potesse non essere sufficente a mantenere invariate le specie durante gli abissi di tempo che si andavano delineando alle spalle di ogni specie attuale. Lamarck J. B. de Lamarck (1744- 1829) , biologo e naturalista, enciclopedista, è il primo a formalizzare il concetto di evoluzione dei viventi, anche se non usa questo termine. Le sue idee di base sono che: negli organismi vi è una spinta interna verso la perfezione; gli organismi sono capaci di adattarsi all'ambiente; la generazione spontanea è frequente; i caratteri acquisiti durante la vita sono trasmessi alla prole. Il alla base dell'adattamento pone un assunto piuttosto condivisibile (anche se smentito da successive verifiche): “L'uso sviluppa un organo mentre il disuso lo fa regredire”. Per la diffusione dei nuovi caratteri alle generazione successive, postulava la trasmissibilità dei caratteri acquisiti. Anche se molti aspetti delle concezioni di Lamarck sono stati smentiti da successivi esperimenti, il pensiero di Lamarck rappresenta in ogni caso la prima e più compiuta presentazione del pensiero evoluzionista in biologia prima di Darwin. Malthus Nel 1798 Malthus pubblica, anonimo, un saggio ritenuto il saggio fondativo della demografia moderna. Semplificando, possiamo ridurre la tesi di Malthus a queste semplici proposizioni: 1) il cibo è necessario all'esistenza umana; 2) la popolazione umana tende a crescere a un ritmo maggiore di quello con cui crescono le risorse alimentari; 3) gli effetti di queste due crescite devono essere mantenuti uguali; 4) dal momento che gli umani non limitano volontariamente il numero di individui, la popolazione viene periodicamente ridotta da carestie, malattie, povertà e guerra. A parte le ovvie implicazioni politiche e sociali di queste idee, è fondamentale per il successivo sviluppo del pensiero di C. Darwin il concetto che ad ogni generazione il numero dei nati supera quello di quanti possono sopravvivere. Appunti sull'evoluzione – pag. 3 / 3