BioSpiagge L’essere di una alimentazione sana nel divenire della storia del Cilento WWW.BIODISTRETTO.IT - E-MAIL: [email protected] Bio Distretto de “Le Colline di Elea-Velia” L’iniziativa di creare un Bio Distretto nei comuni di Ascea, Casal Velino, Castelnuovo Cilento, Ceraso, Orria, Orria, Perito, Prignano Cilento, Salento, Salento, Stella Cilento e Pisciotta è stata assunta nel 2006 dagli Assessori all’ all’Agricoltura in collaborazione con il Laboratorio per lo Sviluppo Locale della Fondazione Alario per EleaElea-Velia. Velia. L’obiettivo è quello di creare dei percorsi di qualità qualità per le biobio-eccellenze locali: olio (cultivar Pisciottana e Salella), Salella), miele, fico bianco, maiale nero, fagioli di Mandia, mozzarella nella mortella, cacioricotta, cacioricotta, alici di “menaica” menaica” e biscotti tipici. Il Bio Distretto vuole costruire un raccordo tra i produttori agricoli locali e le strutture ricettivoricettivoturistiche, turistiche, per promuovere il territorio ed i suoi prodotti. L’obiettivo è quello di valorizzare in modo realmente integrato le risorse del territorio, coinvolgendo la cittadinanza, le comunità comunità locali, gli attori imprenditoriali e associativi per rendere le Colline di EleaElea-Velia un luogo capace di raggiungere benessere e qualità qualità della vita nel pieno rispetto delle sue biodiversità biodiversità. Le “BioSpiagge” Il progetto BioSpiagge è un contenitore di iniziative di animazione territoriale volte a promuovere collegamenti stabili delle aree turistiche costiere con le zone rurali interne, attivando percorsi sulle tipicità tipicità e sulle bioeccellenze. bio Il progetto è partito nell’ nell’estate 2006 nei comuni di Ascea, Ascea, Casal Velino e Pisciotta, Pisciotta, con diverse iniziative: 1. Valorizzazione di sentieri naturalistici; 2. Percorsi di educazione ambientale; 3. Iniziative di sensibilizzazione dei turisti al rispetto della natura; 4. Promozione e valorizzazione dei prodotti tipici e biologici, attraverso il coinvolgimento dei produttori e dei principali attori territoriali; 5. Iniziative di raccordo del mondo della produzione, del commercio e della ristorazione; 6. Valorizzazione dell’ dell’esperienza dei “Mercatini del biologico” biologico”; 7. Valorizzazione delle specie vegetali di particolare interesse sia forestale sia floreale diffusi sul territorio. Tipicità e Bioeccellenze delle “Colline di Elea Velia” Parlare di prodotti tipici, significa parlare di ambiente, di tutela della biodiversità, di salute, di tradizioni culturali locali, di alimentazione e gusto, di benessere animale, di consumo critico e responsabile, di commercio equo e solidale, di agricoltura rilanciare. Attraverso il coinvolgimento dei produttori e degli operatori della ristorazione, si può realizzare una prima distribuzione diretta che garantisca la qualità dei prodotti e loro rintracciabilità ma soprattutto promuovere un’esperienza territoriale, capace di portare sul mercato i frutti di un territorio ricco di biodiversità come il Cilento. Un paniere di tipicità e bioeccellenze selezionate tra i prodotti di tale territorio, di sicuro è un paniere che nel tempo potrà divenire più capiente, e ospitare un maggior numero di prodotti. Olio di oliva da Cultivar Pisciottana e Salella Entrare nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano è come entrare in un grande uliveto. Essi conferiscono al paesaggio un vellutato colore verde e donano alle popolazioni da tempi remoti un sostentamento al reddito. La zona di produzione e di lavorazione dell'olio DOP Cilento comprende 62 comuni, tutti inclusi nell’ nell’area del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano e caratterizzati dalla presenza di olivi secolari, che rappresentano l'elemento dominante del paesaggio. L’olio Cilento DOP si ottiene dalla premitura di olive delle varietà varietà Pisciottana, Pisciottana, Rotondella, Rotondella, Ogliarola, Ogliarola, Frantoio, Salella e Leccino. Leccino. L'olio Cilento DOP si presenta di colore giallo paglierino con buona vivacità vivacità ed intensità intensità. All'esame olfattivo, mostra un leggero sentore di fruttato, talvolta con note di mela e di foglia verde. Il gusto è tenue e delicato di oliva fresca, fondamentalmente dolce con appena percettibili note vivaci di amaro e piccante. E' discretamente fluido, con evidenti sentori di pinolo e retrogusto di nocciola e mandorla. Le Alici di Menaica Le alici di Menaica sono pescate ancora oggi secondo una tradizione secolare, cioè con un particolare tipo di rete detto “menaica”. La rete viene gettata e cattura solo pesci che hanno raggiunto l’età adulta. Le alici sono, poi, confezionate in contenitori di terracotta smaltata in grandi barili in legno. Si ottiene un prodotto che dimostra un’ottima interazione culturale con un territorio che ha saputo conservare le competenze necessarie all’autocostruzione della rete menaica, indispensabile per le caratteristiche del prodotto finale. Questa preparazione è documentata almeno a partire dal 1730, ma il sistema è sicuramente più antico, risalendo forse ai secoli dell’età grecoromana. FAGIOLI DI MANDIA Già Già agli inizi del 1900 i fagioli erano coltivati nei tanti orti che circondavano Mandia, presso le località località Frono, Frono, Chialonga, Chialonga, Pastena, Pastena, Marco, Principio, Valline. Valline. I fagioli sono stati per lungo tempo alla base della alimentazione quotidiana e dei piatti tipici dei contadini, coltivati ad un’ un’altitudine variabile tra i 300 ed i700 m slm; slm; la coltura predilige terreni subsub-acidi (pH (pH 6-7,5), freschi, con sostanza organica ben decomposta e freschi. La loro semina viene eseguita entro la prima decade di luglio. Le varietà varietà tradizionali, come il Fagiolo "Scritto", il "Tabbaccuogno ", ed il “Bianco” "Tabbaccuogno", Bianco” sono tutte tardive e generalmente vengono raccolte come granella secca. La profondità profondità di semina non va oltre gli 88-10 cm nei terreni sciolti, ed oltre i 4 cm nei terreni argillosi. Le varietà varietà coltivate, per granella secca, sono esclusivamente rampicanti la cui tecnica di semina più più diffusa è quella a postarella impiegando 44-5 semi per buchetta, ad una distanza che varia da 80 a 120 cm tra le file e da 50 ad 80 cm sulla fila. Formaggi di capra Gli arbusti, le erbe cespitose, cespitose, gli alberi bassi della macchia mediterranea, sono i nutrimenti delle capre cilentane che nei secoli si sono adattate alle condizioni climatiche ed ambientali del territorio. La Capra del Cilento o Cilentana comprende tre diverse tipologie a seconda del mantello grigio, fulvo o nero. La qualità qualità del latte della capra cilentana è straordinaria: ricerche effettuate dall’ dall’Istituto per la Zootecnia di Bella (PZ) ne hanno evidenziato l’ l’alto tenore di grassi insaturi, il basso contenuto di colesterolo, l’ l’ottimo livello di antiossidanti. Altrettanto importante è la componente aromatica, complessa e caratterizzata dagli oli essenziali contenuti nelle piante della macchia mediterranea. Il cacioricotta, cacioricotta, preparato con il latte di capra, presenta un colore che va dal bianco al giallo paglierino. La pasta è compatta, priva di occhiature. occhiature. Il sapore, specie nei formaggi ormai stagionati, è molto forte e piccante. Si produce per buona parte dell’ dell’anno, ma i cacioricotta più più pregiati sono quelli preparati nei mesi di aprile e maggio: il formaggio si può consumare fresco (in insalata e col miele tipico di queste zone), semistagionato (come piatto singolo accompagnato da pane integrale cotto a legna che ne esalta le caratteristiche aromatiche) e stagionato (da grattugia, perché perché diviene leggermente e gustosamente piccante). La Mozzarella nella Mortella Si produce con latte vaccino in alcuni comuni della collina e della montagna del Basso Cilento, dove il mirto cresce spontaneo e rigoglioso. La tecnica di caseificazione è quella classica della mozzarella, ma la maturazione della cagliata avviene in assenza, o quasi, di siero. Il risultato è un formaggio dalla pasta bianca, più più asciutto e compatto,con forma allungata, piatta e irregolare (come una stracciata). Le mozzarelle nella mortella sono confezionate alternate a rametti di mirto legati alle estremità estremità con germogli di ginestra o di altre essenze spontanee. Il contatto con il mirto conferisce un sapore molto erbaceo con note aromatiche evidenti che ricordano un poco il limone o il cedro. Il maiale nero Da alcuni anni grazie al lavoro di alcuni allevatori attenti alle peculiarità peculiarità del territorio è stato reintrodotto nelle Colline di EleaElea-Velia il maiale nero. Dolci tipici Anche i dolci sono una espressione tipica territorio cilentano. cilentano. I più più tradizionali sono: -I Nesprati, dolci di pan di Spagna imbottiti di crema, nesprati con zucchero a velo e ricoperti di confettini colorati; -Le Lucernelle, dolci ripieni con crema di castagna (o di mandorle), fritti in olio d’ d’oliva e ricoperti con miele e confettini; -Scauratielli, dolci a base di farina e aromi naturali, cotti con acqua e poi fritti e conditi con il miele -Cannoli, sfoglie di pasta dolce, fritte attorno alle canne e poi farcite con crema bicolore; -Pizza di Riso, variante della tradizionale pastiera pasquale, fatta però con il riso al posto del grano. MIELE Il miele è un alimento dalle origini remote ed espressione stessa di purezza e genuinità genuinità grazie al suo aspetto limpido e trasparente. Rappresenta tuttora il principale ingrediente di moltissime preparazioni casalinghe ed artigianali, soprattutto dolciarie. Le caratteristiche organolettiche, il profumo e il sapore derivano, con risultati spesso molto particolari, dalla pianta frequentata dalle api e quindi dal tipo di polline utilizzato per produrlo: castagno, corbezzolo, fico, acacia, eucalipto. In una tomba risalente al 520 a.C. dell’ dell’antica città à di Poseidonia (Paestum) è stata rinvenuta citt una teca contenente del miele. L’ L’assenza del cadavere e l’ l’ubicazione della stessa all’ all’interno della cinta muraria portano a dedurre che si tratta di una tomba simbolica, probabilmente dedicata al fondatore della città città. Fichi Il fico è certo antichissimo, si diffuse dall’ dall’Arabia Meridionale in tutto il Medio Oriente e l’ l’Asia Minore, poi nel mediterraneo. Nell’ Nell’Italia Meridionale è quasi sicuramente presente dal VI secolo a.C. Sicuramente in questa terra ricca di potassio ha trovato il suo habitat ideale. Il frutto ha una buccia rugosa di color giallo chiaro, uniforme, tipica dei fichi essiccati e la polpa ha una consistenza pastosa. I fichi si fanno asciugare e si passano in forno. Un tempo si facevano anche essiccare al sole. Possono essere consumati al naturale oppure “impaccati” impaccati”, ovvero ripieni, a seconda delle ricette, di noci, mandorle, scorze di arancia o di limone, finocchietto o spicchi di mandarino. Ripieni o interi, possono essere anche ricoperti di cioccolato fondente. Dalla tavola al paesaggio Il territorio del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, date la sua estensione e diversificazione interna, si configura come un . sistema articolato di “luoghi” luoghi”, habitat ed ecosistemi diversamente caratterizzati. I tre ambiti distinguibili per caratteristiche ambientali sono: 1) la fascia costiera, dove ricadono i comuni in cui l’ l’economia è fondata essenzialmente sulle attività attività legate al settore turistico; 2) le vallate interne, caratterizzate da una tradizionale attività attività del settore agricolo; 3) le zone montuose dove dominano le aree boschive e un più più alto grado di naturalizzazione. La maggior parte del territorio conserva un’ un’agricoltura basata prevalentemente sulle risorse naturali e pertanto il paesaggio, nel suo insieme, mantiene connotazioni di elevata suggestione anche dove ha un elevato grado di antropizzazione. Achillea millefolium • Il cui nome dialettale è stagnasango, e fa riferimento al suo uso per curare ferite e tagli per via delle proprietà proprietà cicatrizzanti. • La tradizione classica narra che Achille per guarire Teleforo dalle sue ferite utilizzò questa pianta per le sue caratteristiche emostatiche, e la pianta da allora fu denominata Achillea. • L’Achillea è tra le 25 piante officinali individuate e catalogate dal Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, che ne ha individuata la massima diffusione nelle tre frazioni alte del comune di Ascea: Terradura, Terradura, Catona e Mandia. • Dalla pianta si ricavano una serie di prodotti come: • un Liquore digestivo, prodotto con il vino bianco; delle Tisane, con caratteristiche capaci di calmare i dolori intestinali e per regolare i dolori mestruali delle donne. Un olio essenziale, diluito in olio di mandorle o jojoba per la cellulite, massaggiando profondamente la zona per 15 minuti, (15(15-20 gocce di estratto di Achillea in 50ml di olio). Genista cilentina Fa parte della famiglia delle Leguminosae. Leguminosae. E’ E’ un arbusto ginestroide (Nano(Nano- nanerofita) nanerofita) dei litorali aridi e delle rupi marittime e vive su terreni acidi argillosoargilloso-scistosi. scistosi. E’ componente dominante di limitati ambienti di macchia mediterranea ove è particolarmente abbondante e forma una fascia di vegetazione esposta verso il mare di notevole interesse fitogeografico. fitogeografico. Fiorisce tra maggio e giugno. Diffusa tra 0 e 200 mt, mt, è stata individuata solo nel 1993. Ha reso “La Punta del Telegrafo” Telegrafo”, ad Ascea, sito d’ ’ importanza comunitaria (SIC). d Il crinale dei fiori Dati tecnici Lunghezza: 7 Km circa; Difficoltà Difficoltà: Media; Altitudine; da 713 slm a 0 slm; slm; Partenza: da P.zza Duca della Vittoria Catona di Ascea Rientro alla scogliera o Punta del Telegrafo Marina di Ascea. L’itinerario parte dal centro storico di Catona di Ascea a 600m slm, slm, poi si arriva sul Santuario del Monte Carmelo a 713 m da dove si ammira tutto il golfo di Velia e le più più imponenti montagne del Cilento. Dopo una breve pausa si riprende il cammino verso il paese di Ascea capoluogo da dove si raggiungerà raggiungerà uno dei punti più più suggestivi della Campania, punta del Telegrafo. Durante il percorso è possibile ammirare numerose piante e bellissimi paesaggi. Corbezzolo, arbuto E’ un albero cespuglioso con una fioritura a campanelle bianche, che successivamente diverranno frutti rugosi, rossi e come palline. E’ chiamato in latino “Arbutus Unedo” Unedo”, che vuol dire “ne mangio uno solo” solo”perché perché è preferibile non abusarne. Ottimo per le marmellate e il miele. Dalle radici si riescono ad ottenere delle pipe come quelle d’ d’erica, un’ un’attività attività artigianale che ormai è in disuso. La raccolta avviene dal mese di novembre a dicembre e cresce in ambienti dai 00-800m slm. slm. E’ la pianta che rappresenta l’ ’l Italia per via dei suoi colori verde, bianco e rosso. La Poseidonia oceanica è una pianta marina evoluta, simile alle graminacee terrestri, facente parte della famiglia delle Fanerogame. Si presenta con verdi foglie nastriformi, lunghe fino a un metro, unite in fasci e forma estese praterie, colonizzando soprattutto i fondi sabbiosi a cui aderisce sviluppando robusti rizomi. Vive normalmente fino a 30 metri circa di profondità profondità, arriva ai 40 metri solamente in acque molto limpide, in quanto è strettamente condizionata dalla presenza della luce. Sopravvive in acque con temperature (da 10° 10°C a 28° 28°C circa), mentre è poco tollerante nei confronti delle variazioni di salinità salinità, per cui è assente alle foci dei fiumi e nelle lagune salmastre costiere. Il tipo di fondo più più colonizzato da questa pianta è quello sabbioso, anche se si fissa di frequente su detriti di origine biologica che, sommati ai sedimenti, costituiscono una struttura compatta e resistente chiamata, con termine francese, “matte” matte” e su roccia. L’importanza delle Fanerogame marine, piante superiori, ben distinte dalle alghe, e costituite, come quelle terrestri, da radici, fusto e foglie. La Poseidonia, Poseidonia, è riconosciuta come fondamentale nell’ nell’economia degli ecosistemi marini costieri, per un insieme di motivi di carattere sia biologico che fisico, perché perché costituisce un ambiente dove molti tipi di pesci ( anche di grandi dimensioni come i tonni) depositano le uova e si riproducono. La via dei frantoi Dati tecnici: Lunghezza: 5 Km cc.; cc.; Difficoltà Difficoltà: MedioMediobassa; Altitudine: da 175slm a 400slm; Partenza: da P.zza R. PintoPinto- Pisciotta. Rientro centro storico Rodio di Pisciotta. L’itinerario parte da p.zza R. Pinto. Pinto. Ci si inerpica per le viuzze del Borgo medievale ammirando la Chiesa del Carmine e la Fontana Murat. Murat. Si costeggiano alcuni degli uliveti plurisecolari della varietà varietà Pisciottana. Pisciottana. La strada sale con un caratteristico ciottolato fino ad arrivare al punto più più alto del percorso, in prossimità prossimità dei ruderi della cappella di S. Bernardino. Qui il panorama è mozzafiato. La vegetazione è caratterizzata: dalla bassa macchia mediterranea e dai fitti castagneti. Dopo un po’ po’ si arriva ad un vecchio mulino ad acqua, accanto al Torrente Fiumicello. L’ L’itinerario si conclude, giunti a Rodio, con visita a Frantoi di epoche differenti (1800, 1900, 2000). La via dei frantoi Giglio marino L’ origine di tale nome proviene da Pancratium (da pankrá pankrátion, tion, tutta forza; maritimum perché perché vive in riva al mare); giglio per la somiglianza con il giglio che però appartiene alla famiglia delle Liliaceae. Liliaceae. (Si ricorda che le caratteristiche differenziali tra Amaryllidaceae e Liliaceae sono le seguenti: Entrambe le famiglie presentano fiori ermafroditi con perianzio corollino vivacemente colorato. Vegeta su tutte le coste tirreniche e ioniche, isole comprese. Pianta erbacea perenne alta attorno ai 50 cm, sverna sotto forma di grosso bulbo un po' allungato e dal diametro di 55-6 cm. Fusto dato dallo scapo fiorale che è robusto e compresso e termina con una spata a due valve che avvolge la parte basale dei tubi fiorali. fiorali. Le foglie, tutte basali, di colore verde glauco, in numero di 55-6 per bulbo, larghe 11-2 cm, lunghe 5050-60 cm e ritorte a spirale. Fiori Bianchi, grandi, profumati ed ermafroditi. Non c'è c'è distinzione tra petali e sepali ma ci sono solo tepali; questi sono concresciuti per i due terzi della loro lunghezza in un tubo fiorale lungo 55-8 cm, stretto e di colore verde. Nel rimanente terzo superiore si allargano ad imbuto in 6 lacinie bianche, con costolatura verde e concresciute per metà metà. Nella parte libera le lacinie sono linearilineari-lanceolate e orizzontali. La paracorolla, bianca, presenta 6 grossi lobi biforcati che danno quindi origine a 12 denti triangolari; i 6 stami sono inseriti tra tra i lobi, sovrastano la paracorolla e terminano con un'antera gialla a forma di arco. I fiori hanno 1 ovario infero con stigma capitato (cioè (cioè ingrossato verso l'apice) puntiforme (cioè (cioè di piccole dimensioni) e sporgente al di sopra degli stami. Sono riuniti in ombrelle di 33-10 fiori e più più, inseriti, al termine del tubo fiorale, fiorale, con un corto peduncolo di 1 cm o meno. L’epoca di fioritura LuglioLuglio-agosto, agosto, l’ l’impollinazione avviene tramite insetti Mirto Il Mirto (Myrtus Communis L.) è una pianta della famiglia delle Myrtaceae che predilige il clima mediterraneo. E' un cespuglio che può raggiungere l'altezza di un metro e mezzo. Si utilizza per composizioni con altri arbusti, oppure per la formazione di siepi. Il mirto è stato usato nell'antichità nell'antichità e ancor oggi è utilizzato per produrre il famoso liquore di mirto. Le foglie sono opposte, intere, picciolate, picciolate, ovali di colore verde scuro brillante, e aromatiche. I fiori sono bianchi con al centro numerosi stami, mentre il frutto è una bacca più più o meno globosa generalmente di colore neronero-violaceo. Le foglie e i frutti del mirto sono particolarmente utilizzati per l'estrazione di olio essenziale; svolge attività attività antisettica e balsamica ed è indicato contro le affezioni alle vie respiratorie e viene usato, oltre che in farmacia, come componente aromatico dei profumi. Il S.I.C. “Fiume Alento” A P Dati tecnici: Lunghezza: 5 Km circa; Difficoltà Difficoltà: MedioMedio- bassa; Altitudine: da 0m slm a meno di 100m slm; slm; Partenza: da località località Vigne vicino il Realais Le Magnolie; Rientro al centro di Casalvelino Scalo. Il percorso costeggia l’argine destro del fiume Alento, attraversando terreni arenacei coperti di alberi di alto fusto: Lecci, Roverelle, Salici bianchi, Pioppi bianchi, Carrubi, Ontani, Lentischi, Ginestre etc. Nell’acqua si possono osservare molti pesci dei quali si nutrono uccelli come la Ghiandaia marina, il Martin pescatore, la Gallinella d’acqua etc. Lungo il percorso si incontrano aree di sosta in ombra e luoghi organizzati di ristoro. IL BioBagnante 1. Non usa la spiaggia come deposito di rifiuti. Non getta i sacchetti di plastica né né in mare né né sulla spiaggia, perché perché, tra l’ l’altro possono causare la morte per soffocamento di animali marini. 2. Riduce il consumo d’ d’acqua e contiene quello di energia. 3. E’ E’ attento, perché perché anche un gesto banale, come gettare in mare un mozzicone di sigaretta è un danno: infatti una sola cicca inquina un metro cubo di acqua. 4. Se scopre uno scarico abusivo in mare, segnala il fatto subito alla Capitaneria di porto oppure al numero verde del NOE (Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri ) 800.253608. 5. Evita di raccogliere le stelle marine, e i cavallucci marini. Quando è possibile cerca di convincere i pescatori dilettanti a rigettarle in mare. 6. Cerca di evitare schiamazzi eccessivi sia sulla spiaggia che in mare. 7. Se fa la doccia sulla spiaggia o in barca, evita l'uso di shampoo o di bagnoschiuma. 8. Utilizza mezzi di trasporto collettivi o mezzi individuali ecologici come la bicicletta. 9. Cerca prodotti genuini e manifestazioni autentiche 10. Privilegia l’ l’acquisto di prodotti di artigianato locale e delle specialità specialità gastronomiche locali 11. Condivide con rispetto la società società e la cultura dei luoghi che visita. Buona Vacanza !!!! www.biodistretto.it Si ringraziano tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione del progetto.