Resoconto - Camera dei Deputati

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BOZZA NON CORRETTA
“Il ruolo strategico dello spazio: uso duale delle tecnologie e sistema dei lanciatori europei”
MASSIMO CIALENTE, Deputato del Comitato VAST. Saluto il neo Presidente
dell’ASI prof. Giovanni Fabrizio Bignami, che per la prima volta interviene ai nostri
Seminari, al quale rivolgo auguri di buon lavoro e che invito a rivolgere un saluto.
GIOVANNI FABRIZIO BIGNAMI, Presidente dell’ASI. Ha perfettamente
ragione, è la prima volta che sono qui, dunque sono molto emozionato e sono
conscio di essere una «reclutaccia». Sono l’ultimo arrivato e, come tutte le
«reclutacce», vengo subito sbattuto al fronte: partirò da qui per andare a Parigi, al
council dell’ESA, del quale vorrei parlarvi.
Accetto con grande piacere questo invito e lo considero un impegno molto forte a
dialogare il più possibile con voi. Potremmo organizzare, ad esempio, un incontro
nel quale, con più tempo a disposizione, io possa presentare meglio i piani dell’ASI.
Aggiungo però che sono fortunatissimo, perché i casi della vita hanno voluto che
io arrivassi in un momento in cui c'è una raffica di satelliti che partono. Ne ho
appena messo in orbita uno, con un lanciatore indiano che è andato benissimo –
facciamo i dovuti scongiuri –, oltretutto è arrivato dall'altra parte della Terra ed è
stato intercettato subito da Malindi, incredibilmente. Il satellite, quindi, funziona
molto bene: si chiama AGILE, è una delle grandi nicchie dell'Italia.
So che devo parlare d’altro, ma lasciatemi dire che l'Italia ha diverse nicchie, una
delle quali è l'astrofisica. In Italia c’è stato Fermi, c'è stato Occhialini, il professore
con il quale ho avuto il piacere di laurearmi: la tradizione conta qualcosa.
L'Italia ha messo in orbita, dal 1975 ad oggi, una serie di missioni di astrofisica
delle alte energie unica al mondo.
Potrebbe sembrare che non serva a niente l'astrofisica delle alte energie, ma
intanto siamo tutti meno ignoranti e adesso è in orbita un pezzettino di hardware per
rivelare i raggi gamma, fatto di silicio. C'è uno spin-in di altissima tecnologia, che
poi confluirà nel satellite che, insieme con la NASA, faremo l'anno prossimo.
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“Il ruolo strategico dello spazio: uso duale delle tecnologie e sistema dei lanciatori europei”
Un’altra nicchia è costituita certamente dalla planetologia. Per venire più vicino a
voi, nel campo dei radar l'Italia ha un’eccellenza da decenni, e adesso abbiamo radar
italiani intorno a Venere e Marte. Tra poco, continuando nella mia fortuna, parte la
raffica di COSMO-SkyMed, che finalmente fa sulla terra quello che stiamo già
facendo su Venere e Marte, in un certo senso. Ho studiato molto il programma
COSMO-SkyMed; non lo conoscevo tanto bene perché ho trascorso quattro anni in
Francia a fare altre cose, anche se ho frequentato una dura scuola del CNES, che mi
ha inquadrato abbastanza bene.
Ho studiato questo programma e me ne sono profondamente entusiasmato.
L'unico aspetto che ho trovato non così avanzato come vorrei – lo dico chiaramente
perché è qualcosa su cui ci si può rimboccare le maniche – è lo sfruttamento di
questo programma. Adesso lo mettiamo in orbita, facendo i dovuti scongiuri. Ormai
le cose sono ben pianificate, dobbiamo lavorare tutti insieme (mi rivolgo
naturalmente al generale Botondi, ma anche a tutti gli altri) per sfruttarlo come
merita, in tutte le varie dimensioni: internazionale, militare, commerciale,
scientifica. Mi impegno per primo – naturalmente all’ASI sono molto più bravi di
me, è il loro mestiere – affinché arrivi quanto prima un messaggio, che lasciamo
fluttuante in questo contesto, ma sono sicuro che è solo una questione pratica. Senza
di loro è un po' difficile lavorare.
Prima parlerò della questione politica. Sicuramente non è il momento di entrare
nei dettagli, ma l’ESA evolve insieme con l'Europa. La posizione dell’ESA verso
l'Unione Europea è una questione che interessa molto, anche per gli aspetti duali, di
sicurezza, tipicamente GMS.
Siamo davanti a qualcosa di completamente nuovo. Io stesso, che lavoro con
l’ESA dal 1969, quando si chiamava ancora ESRO – quindi vanto un minimo di
esperienza – l'ho vista diventare completamente diversa da quando 3 nazioni, Italia,
Francia e Germania, pagano due terzi del budget e, al momento, altre 14 pagano un
terzo.
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“Il ruolo strategico dello spazio: uso duale delle tecnologie e sistema dei lanciatori europei”
Tra pochi mesi saremo 23, se non erro, ma il conto rimane sempre lo stesso; sono
sempre tre nazioni che pagano due terzi e le altre 20 che pagano un terzo. Bisogna
superare questo aspetto. Non vogliamo diventare un’agenzia burocratica dell'Unione
Europea: siamo il braccio spaziale dell'Unione, ma abbiamo la nostra indipendenza.
Questo è un punto su cui la Norvegia e la Svizzera ci aiutano molto, ed è una
questione su cui bisognerà fare delle riflessioni politiche importanti. Tanto più
importanti perché a novembre dell'anno prossimo è previsto il nuovo consiglio
ministeriale e sarebbe una bella idea – lo dico chiaramente – se l'Italia potesse
assumerne la presidenza. Credo che a noi tutti farebbe molto piacere se succedesse.
Ancora una volta, dobbiamo lavorare duramente. Certamente mi batterò in questo
senso. Se non ci riuscirò, pazienza, ma ci proverò. Mi sembra che questa presidenza
«tocchi» all'Italia.
Ho sentito dire che bisogna lanciare europeo; abbiamo tutti i lanciatori possibili,
small, medium e large. Non ho capito perché prima non abbiamo parlato di
Soyuz….
MASSIMO MAZZOLA, Responsabile rapporti istituzionali Avio. (F.M.) Non ho
parlato di Soyuz perché si parlava di difesa.
GIOVANNI FABRIZIO BIGNAMI, Presidente ASI. Abbiamo, come dicevo,
small, medium e large, ma i primi quattro satelliti che lanciamo da quando sono
presidente non sono europei. Pazienza, cercheremo di rimediare. Non ho ben capito
perché COSMO-SkyMed alla fine non si possa lanciare, però è successo.
Naturalmente si può anche scherzare, ma di fatto è così. Questa è una cosa su cui
lavorare tutti insieme. D'ora in poi cerchiamo di lanciare europeo.
Per quanto riguarda i programmi duali, sto studiando attentamente la materia. Per
esempio, ho studiato il progetto Athena-Fidus, che a me sembra molto intelligente.
Già che ci siamo, insisterei per buttarci dentro, con uno scapaccione, qualche
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“Il ruolo strategico dello spazio: uso duale delle tecnologie e sistema dei lanciatori europei”
strumento intelligente che coinvolga un'altra delle grandi nicchie dell'Italia, la
tradizione di ricerca in telecomunicazioni dai tempi di Sirio. Questo tipo di
programma è alla mia attenzione totale.
La dimensione politica mi sta molto a cuore, nella sua proiezione europea,
dunque chiedo a questo Comitato di ascoltarmi, ma soprattutto di riferirmi delle idee
che io trasmetterò all’ASI, al consiglio e a tutti i soggetti interessati per avere una
politica unica e coerente.
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