Il Quotidiano in Classe Classe III – sez. B Report degli articoli pubblicati Dagli studenti sul HYPERLINK "iloquotidiano.it" Ilquotidianoinclasse.it Allestimento di Ottavia Ferrannini Supervisione di Chiara Marra Titolo dal “Il Sole 24 Ore”- 31 Gennaio 2014 “La giornata della memoria: che cosa voi non dimenticherete mai?” “La memoria: le mille pagine del nostro ricordo” È orribile. Orribile dimenticare, orribile non portare con sé quelle parole, quei gesti, quei pensieri che ti hanno fatto capire qual è il reale senso della parola “vivere”. Non mi piace l’uomo, non mi piace colui che non riflette, colui che ferisce. Ho sempre cercato fin da quando ero più piccola di vedere quella parte dell’umanità più mite, simile alla realtà che io stessa vedevo. Non ci riuscii. Era una parete offuscata, uno specchio di vetro in cui non mi potevo rispecchiare. Era strano. La mia immagine prendeva forme diverse, ma nessuna di esse mi raffigurava realmente. Solo più tardi iniziai a capire la storia degli altri. Non era un gioco, era solamente pura pazzia. Credo sia questa la parola più adatta da usare per ricordare quei motivi e quelle parole che portarono persone come Hitler, a uccidere milioni di uomini. Penso però che la pazzia di queste persone aveva scopi ben precisi. Era causata da una profonda frustrazione psicologica degenerata in violenta aggressione verso i più deboli, che a sua volta ricevevano una ferita tale da non poter continuare il proprio percorso di vita. Non credo che servano altre frasi per descrivere i terribili avvenimenti accaduti durante la Seconda Guerra Mondiale. Ancora oggi sono tante le persone in grado di raccontare agli altri la loro terribile esperienza, ma continuano purtroppo ad esserci individui a cui la guerra non ha portato alcun insegnamento e che non riflettono su ciò che veramente significa essere rispettati e lottare contro l’ingiustizia nel mondo. Concludendo credo che siano molti gli elementi che la nostra mente deve tenere ben stretti per crescere, migliorare e mantenere quei ricordi che alcuni preferirebbero sotterrare. Valentina Amati Il Giorno della Memoria, cosa non scorderemo mai? Il 27 Gennaio 1945 il campo di concentramento di Auschwitz, in Polonia, fu liberato dalle truppe sovietiche dell’Armata Rossa e migliaia di ebrei, vittime sopravvissute furono liberate. In seguito ad una risoluzione dell’assemblea delle Nazioni Unite, il 27 gennaio è diventato una ricorrenza internazionale come giornata in commemorazione delle vittime dell’Olocausto nazista, il “giorno della memoria”, con l’ obbiettivo di “ricordare per non dimenticare”. Ma cosa non dovremo mai dimenticare? In occasione del Giorno della Memoria, che in Italia fu costituito qualche anno prima della risoluzione delle Nazioni Unite, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti di narrazione dei fatti anche da parte di sopravvissuti, in modo particolare nelle scuole, su quanto accaduto al popolo ebraico, ma anche a nomadi, politici comunisti, omosessuali, nei campi di concentramento nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, ma anche prima in Germania sotto la guida di Adolf Hitler. Il “Giorno della Memoria” deve aiutare a conservare la memoria di un periodo tragico del nostro paese e dell’Europa durante il quale, in particolare, gli ebrei furono private dei loro diritti fondamentali, come andare a lavorare, frequentare la scuola, passeggiare, entrare nei ristoranti, furono confinati nei ghetti, poi trasferiti in campi di concentramento, per essere uccisi in camere a gas o a causa delle condizioni in cui erano costretti a “vivere”. Ma allora, perchè, dovremmo ricordare tutto quel dolore e quel orrore? La risposta, è che ricordare dovrebbe semplicemente servire a non far mai più succedere qualcosa simile ed a aiutarci a batterci contro tutte le persecuzioni ed in difesa dei diritti di ogni essere umano. Marco Augenti Quelle che non dimenticherete mai… Ciò che mi rimarrà sempre fissa nella mente, come un quadro appeso al muro, è la bellezza della mia città, Roma. Non dimenticherò maile giornate e le nottate trascorse, con mio padre, a scattare fotografie alle magie della capitale ed ai luoghi più nascosti e meno noti: anch’essi ci offrono spettacoli e situazioni incantevoli ed affascinanti. Ricorderò per sempre le gite scolastiche e familiari dedicate a scoprire nuovi aspetti culturali a noi prima sconosciuti. Impresso nella mia mente sarà il volo degli aerei giocattolo nell’aria dei parchi più affascinanti di Roma, la quale ha segnato gran parte della mia infanzia. Impossibile dimenticarsi il pranzo nel ristorante del Vittoriano dove puoi goderti il panorama e le viste magnifiche nelle quali ogni punto ed angolo della città ha sempre qualcosa di fantastico ed unico. Non dimenticherò inoltre i tanti chilometri percorsi a piedi ed in bicicletta sulle rive del fiume Tevere che, senza tener conto della fatica, hanno suscitato in me grandi sensazioni e forti emozioni. Roma è considerata una delle città più belle ed uniche nel mondo soprattutto grazie ai suoi aspetti culturali e paesaggistici. Proprio per questo motivo sono fiero di esserne un cittadino e mi sento felice di aver la possibilità di scoprirne le particolarità e le caratteristiche. Federico Borelli Sempre con me Ricordare, fissare dentro la nostra mente un momento, rammentare, aver presente, memorizzare, commemorare, celebrare, rievocare, richiamare alla memoria, ripensare, rivivere. Un momento bello o brutto, triste o felice può essere talmente importante da essere ricordato, può aver segnato in modo radicale la nostra vita e non svanire più dai nostri pensieri. Ricordare è avere capito i nostri errori, quando in una giornata di pioggia, goccia dopo goccia è come attimo dopo attimo del tuo ricordo, e il freddo, la nebbia e tutto ciò che ti circonda rappresentano le emozioni e i pensieri che hai provato. Io penso che ci siano stati molti momenti indimenticabili nella mia, tutti momenti che mi porterò sempre nel cuore, piccole occasioni che mi potranno donare un sorriso nei momenti tristi. Dal primo giorno di scuola della prima elementare, nel quale avevo un zaino rosa, molto più grande di me, quando mia mamma aveva un grande sorriso sulle labbra, e mio papà mi stringeva forte la mano, come se da quel momento fossi diventata più “grande”, c’era un cielo blu come sfondo e il battito del mio cuore come colonna sonora. Non cancellerò mai dai miei pensieri mio nonno che ogni 24 dicembre, fino a qualche anno fa, si travestiva da Babbo Natale, indossando un classico vestito, barba, cappello e occhiali da sole rigorosamente neri, tutto questo solo per me, e devo ammettere che un po’ mi manca. Quando sono triste, per qualsiasi motivo, il solo pensiero che mi fa scoppiare in una grande risata è ricordare a quando io e la mia migliore amica ci siamo picchiate davanti a tutta la spiaggia di un piccolo paesino sulla costa ligure, subito dopo che una signora si era complimentata con le nostre mamme per la nostra educazione e tranquillità. Rimarrà impresso nella mia mente quando io ed alcune mie amiche in una giornata molto piovosa, ovviamente senza ombrello abbiamo preso l’autobus e solo dopo quattro o cinque fermate abbiamo capito di aver sbagliato direzione, il viaggio alle Hawaii, l’immagine delle spiagge bianche, del mare cristallino e di una moltitudine di pesci colorati, il vento tra i capelli e le conversazioni notturne con la mia amica, sarà sempre con me il ricordo della nutella sotto il letto e della nascita del mio cuginetto e la prima volta che l’ho preso imbraccio. Elisabetta Fatello La giornata della memoria: ricordare per non dimenticare. Il 27 gennaio si celebra La Giornata della Memoria. E’ una dote speciale, dedicata al ricordo della Shoah, lo sterminio del popolo ebraico. E’ stata indotta per ricordare che tanti anni fa, durante la seconda guerra mondiale, milioni di uomini, donne e bambini sono stati perseguitati con le leggi razziali e poi strappati alla loro vita e portati nei lager, da dove solo in pochi sono tornati e questo perché considerati viversi. E’ un elemento agghiacciante della nostra storia ed è importante non dimenticarlo, infatti col passare degli anni le persone che hanno vissuto quella terribile esperienza non potranno più raccontarla e noi potremmo dimenticarla. Invece, la memoria delle terribili storie, ci deve aiutare a costruire un futuro migliore, un futuro in cui quelle atrocità non si ripetano mai più. Le tragedie del nostro passato debbono rappresentare punti di riferimento per il nostro futuro; come disse Cicerone all’interno del suo De Oratore: “ HISTORIA MAGISTRA VITAE ”. Non va dimenticato lo scopo dei tedeschi: lo sterminio, ma reso maggiormente atroce attraverso un processo già programmato, dove veniva disintegrata la dignità di ogni singolo individuo nella sostanziale cognizione del suo valore, della sua appartenenza ad una comunità, della sua dignità come essere umano, del suo “Io”. Venivano privati dei propri beni, cancellati dal resto del mondo, non possedevano e non avevano più il diritto ad un nome e un cognome, ma riconosciuti attraverso un numero marchiato sulla pelle, indelebile in tutti i significati, che sarebbe stato tutto il loro avere da quel momento. Questo è tutto che non dimenticherò mai riguardo la vergognosa atrocità compiuta dai tedeschi, e che rimarrà sempre nella mia memoria, perché bisogna ricordare per non dimenticare. Ottavia Ferrannini La giornata della memoria: che cosa voi non dimenticheretre mai? La memoria è una facoltà importante: essa va sempre esercitata per fare in modo che dall’esperienza passata e dalle vicende storiche si tragga insegnamento. Ed infatti per me la conoscenza della storia dovrebbe avere anche questo fine: ripercorrere ciò che è accaduto nel passato, per crescere e progredire senza ripetere gli errori o meglio gli “orrori” accaduti. Tutto ciò purtroppo non accade, lo sterminio degli ebrei si è verificato in tempi molto recenti, in un paese cosiddetto “civile” e progredito come la Germania.... non nella preistoria!! E’ incomprensibile come un intero popolo composto da milioni di persone abbia potuto dar seguito ad un uomo folle e sanguinario sapendo ciò che stava accadendo nei campi di sterminio. Questo è ciò che non dimenticheremo mai: la sofferenza di queste persone, il trattamento così crudele riservato a loro, considerati “diversi” ed inferiori rispetto alla razza ariana. Per questo, ciò che è accaduto in quei luoghi deve essere oggetto di conoscenza e approfondimento e la giornata della memoria è proprio l’occasione non per una vuota ricorrenza, ma per tramandare il ricordo specie nei giovani e spronare tutti a non dimenticare. Questo può essere attuato attraverso film, libri, dibattiti e testimonianze da parte dei pochi superstiti nel giorno della ricorrenza, ed anche attraverso la cultura e la conoscenza: il razzismo e la violenza sono figlie dell’ignoranza. Virginia Frosi COSA NON DOBBIAMO DIMENTICARE DEL GIORNO DELLA MEMORIA? Il giorno della memoria si celebra il 27 gennaio di ogni anno. Viene chiamato così affinché non si dimentichi la crudeltà che hanno dovuto subire milioni e milioni di ebrei, zingari, omosessuali da parte dei tedeschi, che si ritenevano superiori a loro. Vennero costretti ad abbandonare le loro case, i loro amici e i loro averi per andare in dei campi di concentramento, luoghi lugubri e insignificanti. Arrivati al campo erano obbligati a dividersi tra uomini, donne e bambini. Le condizioni che erano costrette a osservare erano molto pesanti: dovevano dormire su delle tavole di legno e venivano nutriti malamente.Ripercorrere le crudeltà che queste persone hanno dovuto ingiustamente subire, non è la cosa importante. La cosa fondamentale da fare è annunciare al mondo intero che siamo un mondo che vive nell’uguaglianza, con gli stessi diritti, senza nessuna distinzione per quanto riguarda le società umane. L’unica cosa che probabilmente è difficile da dimenticare è la disperazione di quelle persone, che attraverso le loro lacrime, ci hanno dimostrano chi è davvero l’uomo. Daniel Georgercu. Che cosa non dobbiamo mai dimenticare del giorno della memoria? Quando ero piccola ed era il giorno del 27 gennaio sentivo parlare molto di questa giornata importante, ma io non ne conoscevo il vero significato. Stavo ancora alle elementari e di questo argomento non se ne parlava molto e allora chiedendo ai miei genitori loro mi dicevano solamente che gli ebrei venivano portati nei campi per farli lavorare, e solo ora capisco perché mi dicevano così poco su questo argomento. Invece alla scuola media la professoressa di religione organizzò un incontro a scuola per il “Giorno della Memoria” con un superstite, il quale ci raccontò la dura verità, di quando gli ebrei venivamo portati dai tedeschi in questi campi: venivano presi dalle loro case, abbandonando tutti i loro beni, e messi sui treni chiamati i “treni della morte” perché nessuno aveva mai fatto ritorno da quel viaggio; quando arrivavano nel campo di concentramento li facevano spogliare dei vestiti che avevano e gli facevano mettere un pigiama nel quale era scritto un numero. Quello stesso numero gli veniva impresso sul braccio con il ferro bollente. Successivamente erano mandati a lavorare nei campi e dopo circa due settimane di duro lavoro li mandavano a “fare la doccia”: ma non era una doccia come tutte le altre, perche da quella doccia non si poteva più uscire perché da una finestra in alto un soldato buttava giù dei gas i quali quando venivano a contatto con l’aria la facevano diventare irrespirabile e quindi tutte le persone al suo interno morivano all’istante. Fortunatamente il signore del racconto si salvò perché era molto piccolo e riuscì in qualche modo a scappare da quell’inferno. Secondo me sono questi fatti non dovranno mai essere dimenticati, perché anche se sono orribili da ascoltare è proprio il terrore che ci trasmettono che ci fa capire che non si dovranno mai più ripetere nella storia episodi di questo tipo. Sofia Macchiavelli Una componente essenziale della nostra anima, gettata via. Si può provare a immaginare, ma si fallisce. Si dice che la vita sia difficile, ma non come la loro. Si pensa che la dignità umana non se ne vada mai, a loro gli e l’hanno portata via. Le ultime generazioni rispetto a loro non hanno mai visto il buio, le persone non riusciranno mai a eguagliare con le parole, quell’orribile esperienza che ha dovuto sopportare la comunità ebraica. La prima volta che mi hanno parlato dello sterminio razziale, mia nonna cercava in tutti i modi di non farmi percepire a quanta brutalità fossero arrivati, poi,capii. Capii che le mie piccole difficoltà e le mie lamentele erano inutili, capii che tutto quello che ritenevo “brutto” era niente. Poi sono cresciuta, ho iniziato a leggere libri e a documentarmi, ma il dato che più m’impressionava, non erano i numeri sconcertanti e le situazioni sanitarie, ma soprattutto un elemento che ritrovai nel libro “ Se questo è un uomo”di Primo Levi cioè, la perdita della dignità. Un elemento psicologico fondamentale per il morale umano e la propria vita. Buttato via. Credo non esista un aspetto più oltraggioso di questo. Tutta la comunità ebraica era condannata non per la loro religione e per i loro pensieri anche se esso orribile ma per il sangue che scorreva nelle loro vene, un elemento cui dovevano sottostare. Per questo non dobbiamo dimenticare. Per non commettere di nuovo lo stesso errore di quei terribili anni. Senza passato il presente è disorientato, senza regole, infatti, grazie a esso abbiamo di nuovo la bussola che ci indicherà il percorso da seguire, questa volta senza, errori. Ritengo che il valore che non dobbiamo dimenticare, sia proprio la perdita di dignità, quella componente della nostra anima che ci fa reagire al mondo, in piccolo per le persone che ci circondano ma in grande per il nostro “io” interiore. Chiara Marra. La giornata della memoria. La Giornata della Memoria è celebrata ogni anno da tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite a partire dal 2005 per commemorare le vittime dell’Olocausto. La scelta della data ricorda il 27 gennaio del 1945 quando avvenne la liberazione del campo di concentramento di Auschwitz ad opera delle truppe sovietiche dell’Armata Rossa. Per non dimenticare lo sterminio ad opera dei nazisti nei confronti di migliaia di ebrei che avvenne in Europa durante la Seconda Guerra Mondiale si organizzano cerimonie, iniziative, incontri e momenti di riflessione su quanto è accaduto. Questo sterminio che rappresenta un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro paese e in Europa non si dimentica e non si deve dimenticare. E’ difficile rimanere indifferenti alle testimonianze di cosa avveniva all’interno dei lager e alla crudeltà di cui è stato capace l’uomo verso i suoi simili. Non si deve dimenticare che l’odio non ha risparmiato nessuno uomini, donne e bambini di ogni età causando dolore e sofferenza senza alcuna ragione. Il pensiero di tutti è rivolto non solo alle vittime di questi tragici fatti, ma anche alle persone che sono sopravvissute e sono riuscite a salvarsi poiché con le esperienze vissute è molto difficile convivere. E’ sicuramente utile non dimenticare le immagini della discriminazione subita dai prigionieri nei campi di concentramento poiché documentano l’orrore di quel periodo e devono essere di aiuto affinchè tali eventi non possano mai più accadere. Luca Mastropietro. 27 gennaio … una data “da ricordare”. Ricordare per capire, ricordare per non ripetere, ricordare per vivere. Recentemente ho avuto la possibilità di ascoltare con le mie orecchie la testimonianza di una donna sopravvissuta all'Olocausto. Più che dalla descrizione delle atrocità che ha dovuto sopportare sono stata colpita dallo spirito vitale che la ha aiutata a sopravvivere in momenti impossibili anche solo da immaginare, come quello che ha descritto come “marcia della morte”. Questa esperienza ha permesso alla protagonista della storia di scoprire quanta forza interiore avesse e desiderare di trasmettere quella forza agli altri. Questa donna, che ha trovato il coraggio di parlare a tutti del suo dolore, ci invita a considerarci forti, anzi fortissimi. Quando diciamo di essere stanchi o di non riuscire a fare qualcosa non dobbiamo arrenderci perché le capacità che sono dentro di noi sono infinite. Quindi … ricordare per vivere meglio e non per rattristarci. Perché è importante stabilire una giornata per ricordare la Shoah, invece che pensarci tutti i giorni della nostra vita? Perché altrimenti rischieremmo di abituarci a vivere con questo pensiero, senza mai affrontarlo e rifletterci realmente. Questa giornata, quindi, ci obbliga a fermarci e a pensare alle conseguenze che può provocare un pensiero non tollerante e violento, come quello che si sviluppò durante il nazismo. Giulia Matrone Per non dimenticare Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata il HYPERLINK "http://it.wikipedia.org/wiki/27_gennaio" \o "27 gennaio" 27 gennaio di ogni anno come giornata in commemorazione delle vittime dell' HYPERLINK "http://it.wikipedia.org/ wiki/Olocausto" \o "Olocausto" Olocausto. La scelta della data ricorda il HYPERLINK "http://it.wikipedia.org/wiki/27_gennaio" \o "27 gennaio" 27 gennaio HYPERLINK "http://it.wikipedia.org/wiki/1945" \o "1945" 1945 quando le truppe HYPERLINK "http://it.wikipedia.org/wiki/Unione_Sovietica" \o "Unione Sovietica" sovietiche dell' HYPERLINK "http://it.wikipedia.org/wiki/Armata_Rossa" \o "Armata Rossa" Armata Rossa, nel corso dell'offensiva in direzione di HYPERLINK "http://it.wikipedia.org/ wiki/Berlino" \o "Berlino" Berlino, arrivarono presso la città HYPERLINK "http:// it.wikipedia.org/wiki/Polonia" \o "Polonia" polacca di Auschwitz scoprendo il tristemente famoso HYPERLINK "http://it.wikipedia.org/wiki/ Campo_di_concentramento_di_Auschwitz" \o "Campo di concentramento di Auschwitz" campo di concentramento e liberandone i pochi superstiti. La scoperta di HYPERLINK "http://it.wikipedia.org/wiki/Campo_di_concentramento_di_Auschwitz" \o "Campo di concentramento di Auschwitz" Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono compiutamente per la prima volta al mondo l'orrore del HYPERLINK "http:// it.wikipedia.org/wiki/Genocidio" \o "Genocidio" genocidio HYPERLINK "http:// it.wikipedia.org/wiki/Nazionalsocialismo" \o "Nazionalsocialismo" nazista. Sono morte quasi 6 milioni di persone in più e nonostante ciò quante volte abbiamo sentito parlare di quel genocidio? Personalmente nemmeno un volta. Questo per quanto riguarda questi ultimi anni, ma se dobbiamo guardare in un passato più lontano, sicuramente ci ricorderemo dei massacri dei nativi d’america, intere razze completamente estinte e altri genocidi da attribuire dalla colonizzazione di vari paesi europei in giro per il mondo. Arbeit macht frei (che in HYPERLINK "http://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_tedesca" \o "Lingua tedesca" tedesco significa: "Il lavoro rende liberi") era il motto posto all'ingresso di numerosi HYPERLINK "http://it.wikipedia.org/wiki/Campo_di_concentramento" \o "Campo di concentramento" campi di concentramento HYPERLINK "http:// it.wikipedia.org/wiki/Nazismo" \o "Nazismo" nazisti durante la HYPERLINK "http:// it.wikipedia.org/wiki/Seconda_guerra_mondiale" \o "Seconda guerra mondiale" seconda guerra mondiale.. L'idea di porre la scritta ad Auschwitz è probabilmente dovuta al maggiore HYPERLINK "http://it.wikipedia.org/wiki/Rudolf_H%C3%B6%C3%9F" \o "Rudolf Höß" Rudolf Höß, primo comandante responsabile del campo di sterminio; la frase, comunque, è tratta dal titolo di un romanzo del 1872 dello scrittore tedesco HYPERLINK "http://it.wikipedia.org/wiki/Lorenz_Diefenbach" \o "Lorenz Diefenbach" Lorenz Diefenbach HYPERLINK "http://it.wikipedia.org/wiki/Arbeit_macht_frei" \l "cite_note-1" [1], ed era già stata utilizzata a HYPERLINK "http://it.wikipedia.org/wiki/ Dachau" \o "Dachau" Dachau. I prigionieri che lasciavano il campo per recarsi al lavoro, o che vi rientravano, erano costretti a sfilare sotto il cancello d'entrata, a volte accompagnati dal suono di marce marziali eseguite da un'orchestra di deportati appositamente costituita. Tuttavia, contrariamente a quanto rappresentato in alcuni film, una buona parte dei prigionieri era detenuta nel campo di Auschwitz II - Birkenau e non passava quindi da questo cancello. Penso che la ricorrenza del giorno della memoria sia un avvenimento importane, ma allo stesso tempo spiacevolmente triste, ripensando a tutte quelle anime innocenti bruciate per nessun valido motivo, solo perché la ordinato la mente malata e contorta di uno dei dittatori più malvagi della storia. Piga Luigi. Il ricordo che persiste Ricordare fa parte di tutti i giorni , ma in questa settimana il 27 gennaio è stato un giorno molto importante , un giorno in cui tutti dobbiamo cogliere l’ opportunità di riflettere e pensare a ciò che hanno vissuto quelle povere famiglie che senza averne la colpa , venivano catturate solo perché erano considerate “diverse”per la loro religione : gli ebrei; ma non solo loro , perché i nazisti catturavano anche gli omosessuali , i disabili, gli zingari e le persone di colore. Questa settimana per celebrare il giorno della Shoah la mia classe ed io siamo andati sia alla Sapienza per vedere una realizzazione teatrale di alcuni ragazzi i quali interpretavano alcune famiglie ebree sopravvissute , ma pur sempre addolorate per aver perso i loro cari. Mi hanno colpito molto cinque ragazzi che elencavano i divieti a cui erano sottoposti gli ebrei : non potevano aprire negozi oppure assumere persone ; questo mi ha colpito molto anche perché non erano liberi di fare quasi niente. Oltre ad andare alla Sapienza siamo andati al cinema a vedere un film ambientato dopo la seconda Guerra Mondiale si chiama “ Anita B” e racconta di una bambina, uscita dal campo di concentramento di Auschwitz; a lei dicevano di dimenticare , ma lei non voleva perché per lei era molto importante trasmettere le sue emozioni. Penso che alcuni ormai se ne siano dimenticati e pensino che ormai sia tutto passato ; invece non è così perché questo problema c’è ancora e si chiama razzismo. Ci sono molte tipologie di razzismo come quello contro le persone di colore , che tuttora spesso vengono trattate male da alcune persone che non pensano come vivono o quanto guadagnano ; infatti ho visto un documentario in cui dicevano che guadagnavano solo tre monete al giorno! Infine , è questo quello che voglio ricordare, i maltrattamenti subiti da molte persone innocenti ; vorrei ricordarmelo non per un giorno ma per tutta la vita , per fare in modo che ciò che è successo tempo fa non accada di nuovo . Yadira Quinaucho La rimembranza per costruire un futuro migliore. Ma gli estremi non si arrendono. È arrivato il 27 gennaio, la Giornata della Memoria, e tutto il mondo rievoca un evento che ha segnato la storia. Registi, musicisti, attori, ballerini, il mondo mediatico, tutti si mettono all’opera per non dimenticare la Shoah. Ci si ferma per riflettere, testimoniare, condividere, crescere ed amare. Ognuno di noi, compresi i più piccoli, che grazie alle scuole ed alle famiglie comprendono il valore della commemorazione, è chiamato a fermarsi e meditare affinché, un fatto esecrabile e feroce, non cada nell’oblio e diventi invece un momento di crescita globale. Eppure, nonostante l’impegno di associazioni e istituzioni, la diffusione delle testimonianze di coloro che hanno vissuto gli anni della Strage, c’è qualcuno che riesce a trasformare l’atmosfera positiva e speranzosa di questa settimana, qualcuno che effonde e propaga il suo odio: scritte antisemite nella Capitale e sui muri della scuola Ebrea a Milano, una testa di maiale spedita a Firenze per un membro della Comunità Ebraica e un’altra davanti alla Sinagoga di Roma. “Una miserabile provocazione”, come dice Napolitano, un orrore, una efferatezza che può provocare solamente rabbia e dolore. “Ricordare è un dovere di tutti affinché una tragedia simile non si ripeta mai più” ha scritto su facebook Giovanni Legnini, il sotto segretario alla presidenza del consiglio, ed “ogni forma, anche nascosta, di antisemitismo e di intolleranza va combattuta con fermezza e senza ambiguità” ha dichiarato l’Associazione nazionale magistrati. Siamo tutti d’accordo: questi crudeli atti vanno fermati, e senza indugi! Bisogna però anche andare oltre e considerare che in un mondo così avanzato, dove ogni forma di discriminazione è condannata, diretto all’abbattimento delle barriere, fisiche, psicologiche, culturali e territoriali, la presenza di questi gruppi Antisemiti e Negazionisti è un profondo indice di arretratezza e rigida chiusura agli stimoli della società. Prenderne atto e trovare degli ulteriori mezzi per risolvere la questione, accrescendo culturalmente e moralmente tutti coloro che vi partecipano, anche per un bene proprio di queste persone, oltre che delle vittime, è indispensabile: dobbiamo essere uniti e trovare la giusta soluzione. Marinella Ragusa La giornata della memoria Milioni e milioni di morti, bambini, ragazzi, adulti e anziani. Una tragedia, sì. Non un romanzo, né un film drammatico, non si tratta di un’esperienza che appena si va a casa si vuole scordare per quanto brutta e sgradita sia stata… no. Tutto è successo davvero e, per chi come me non è vissuto in quel periodo, pare anche difficile solo immaginare le condizioni terribili in cui Ebrei, zingari, omosessuali… come altre persone ritenute, per motivi inesistenti, “inferiori” hanno dovuto subire mentalmente, ma anche psicologicamente quelle torture. Tutta questa violena non va dimenticata perché significherebbe come insultare tutti coloro che hanno lottato per aiutare i deportati nei campi di sterminio e ogni persona che in quell’inferno è morta. Dimenticare sarebbe come metterci una pietra sopra e non dimostrare che il razzismo è sbagliato. Dobbiamo dare almeno un senso alla morte di tutte quelle persone… partendo da questi orribili avvenimenti, per i quali non esistono parole al fine di descriverli, abbiamo bisogno di instaurare un nuovo modo di vedere il mondo. Ogni anno il 27 Gennaio, la Giornata della Memoria ci ricorda cosa vale e quanto conta la vita, non le nostre origini, ma chi siamo dentro. Ester Renzi MAI PIU' Lo sterminio degli ebrei, nella seconda Guerra Mondiale, è indubbiamente la pagina più negativa e crudele della storia dell'Umanità. La Giornata della Memoria, organizzata il 27 gennaio, data della liberazione degli ebrei dal campo di concentramento di Auschwitz , secondo me, non è stata istituita solamente per commemorare la morte di 6 milioni di persone, soprattutto per fare in modo che orrori del genere non vengano dimenticati e di conseguenza non si verifichino mai più. E' necessario infatti trasmettere alle nuove generazioni questo messaggio perchè i superstiti sono quasi tutti morti. Lo sterminio degli ebrei fu la conseguenza di una distorta concezione di Stato e di popolo che affermava la pretesa superiorità di una razza e, che sfociò, prima, in varie forme di discriminazione come l'antisemitismo o la xenofobia per poi trasformarsi in persecuzioni ed infine nello sterminio di un intero popolo. Il Nazismo oltre ad aver ucciso milioni di esseri umani ha anche spazzato via sogni e progetti di ragazzi come noi che già immaginavano un futuro. Un futuro cancellato dal gesto di un generale delle SS che indica di salire su un treno che non farà più ritorno. Anche i sopravvissuti ai campi di sterminio si sono portati addosso questo fardello per tutta la vita. Infatti lo scrittore Primo Levi, un sopravvissuto ad Auschwitz ed autore del libro "Se questo è un uomo", non riuscì sostenere questo peso e si suicidò nella sua abitazione a Torino. Atti di questa gravità non devono mai più accadere perchè la morte di milioni di persone, solo perchè di religione ebraica, sconvolge intere generazioni, condannandole a convivere con i ricordi dei bei tempi perduti che sono finiti troppo presto e che non torneranno mai più. Perciò non dimenticare serve a non sbagliare di nuovo aiutandoci a vivere nella tolleranza e nel rispetto, in una nuova comunità chiamata "Mondo" dove spicchino le varie culture e modi di vivere e si rispettino le diversità, che servono a farci capire che siamo tutti uguali e che persecuzioni,come quelle contro gli ebrei, non devono più verificarsi. Ecco a cosa serve non dimenticare. Mario Rusciani La giornata della memoria : che cosa non dimenticherete mai? Tutto, poco o niente . La giornata della memoria , come tutti noi sappiamo è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata in commemorazione delle vittime dell’ Olocausto . In questo giorno si celebra la liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, avvenuta il 27 gennaio 1945 ad opera delle truppe sovietiche dell’Armata Rossa . E’ stato un anno molto importante e tragico per tutta l’umanità ; un ricordo che non dimenticherò mai , sono i fatti del mille novecento,quando gli ebrei furono perseguitati ed uccisi e sterminati nei lager , ho visto un film che tratta proprio della II guerra mondiale ,intitolata “il bambino con il pigiama a righe” un film drammatico e tragico .Questi fatti dovrebbero darci la lezione che con solo una decisione ci potrebbe portare alla morte. Siamo molto fortunati che ora non ci sia più la guerra ; ma ci sono ancora diverse persone razziste. Kristine Angela Tan