Malattie Infettive Prof.ssa Tamburrini 27/10/2006 h 11:00 - 13:00 Infezioni intestinali da virus Eziologia Rotavirus Adenovirus (gruppo F, sierotipi 40 e 41) Virus di Norwalk (Norovirus) Agenti Norwalk-simili (Norovirus) Calicivirus Astrovirus Epidemiologia Questo grafico fa riferimento alle diarree infantili. Nei paesi industrializzati le infezioni batteriche sono in numero nettamente minore rispetto alle infezioni batteriche (soprattutto Escherichia Coli) o da parassiti nei paesi in via di sviluppo. C’è un grosso numero di casi dalla eziologia sconosciuta, anche perché spesso le diarree infettive acute sono spesso delle malattie che si autorisolvono, scarsamente impegnative per il soggetto (solitamente non portano il paziente a ricoverarsi in ospedale). Rotavirus I Rotavirus sono estremamente importanti perché sono l’eziologia più frequente. Sono Reovirus, sprovvisti di envelope; presentano questo capside ben organizzato che contiene al suo interno un genoma ad Rna a doppia elica. I gruppi A, B e C sono i gruppi che ci interessano; di questi, A è il più importante. Virus Norwalk e Norwalk-simili Scoperti per la prima volta a Norwalk (Ohio), è stato il primo virus causa di diarrea a trasmissione aerea. Sono classificati come Norovirus e appartengono alla famiglia dei Calicivirus. Sono virus senza envelope a singola catena di Rna. Come si diffondono i virus coinvolti nelle diarree? Ovviamente hanno una via di diffusione orofecale, ed esiste tutto un problema di contaminazione sia indiretta (veicoli vari, compresi i frutti di mare) che consumo di acque contaminate. Le diarree da Rotavirus e da Calicivirus presentano due quadri clinici distinti sotto il profilo epidemiologico: Rotavirus Virus Norwalk andamento sporadico stagione invernale bambini 2-24 mesi adulti in epidemie (ospedali, caserme, diarrea del viaggiatore) andamento epidemico non stagionale tutte le età gruppi di soggetti che hanno consumato lo stesso alimento I Rotavirus sono talmente frequenti che, di fatto, il 96% dei bambini entro i 5 anni di età ha anticorpi contro i Rotavirus. La loro immunità non è permanente, e si possono avere ben più episodi di reinfezione. Questa immagine serve a far capire come esista, per questa che è una diarrea infantile BANALE, una mortalità radicalmente diversa tra paesi in via di sviluppo e paesi industrializzati. La piramide si riferisce a uno studio dello statunitense CDC (Center for Disease, Control and Prevention) nei bambini sotto i 5 anni. È vero che esistono casi di morte, ma sotto di questi ci sono i casi sintomatici, i casi che richiedono la terapia intensiva e gli episodi che arrivano e non arrivano alla struttura ospedaliera. Patogenesi Il virus viene ingerito, si verifica un aumento del turnover delle cellule epiteliali (generalmente del digiuno), la migrazione di cellule criptiche immature sull’epitelio dei villi, l’ipertrofia delle cripte, l’accorciamento dei villi e la riduzione del numero dei microvilli. Tutti questi eventi portano alla riduzione dell’assorbimento dell’acqua e dei sali e ad un malassorbimento dei carboidrati. L’immagine descrive la storia della trasmissione del Norwalk virus: il virus, l’importanza delle mani, la possibilità di trasmissione aerea, il problema della trasmissione negli ambienti chiusi e il punto cruciale: lavarsi le mani. Il virus Norwalk è un virus invasivo, il Rotavirus è non-invasivo. Sintomatologia Incubazione breve (24-72 h, raramente 96 h); esordio improvviso con diarrea e vomito; feci di colore giallastro, prive di sangue e muco; 50% dei casi febbre moderata, vomito assente; guarigione spontanea nel volgere di pochi giorni. Diagnosi criterio epidemiologico (esistenza di altri casi, stagionalità..); clinica (assenza nelle feci di muco, sangue, fibrine o cellule infiammatorie; vomito); negatività della coprocoltura per i batteri (è molto più facile cercare i batteri rispetto ai virus); identificazione del virus nelle feci tramite ricerca di antigeni virali con test immunoenzimatico; ricerca di anticorpi specifici per Rotavirus. Come tutte le malattie infettive ho un sospetto sulla base dei criteri epidemiologici, un sospetto sulal clinica, un sospetto ulteriore sulla negatività di alcuni esami. L’accertamento è eziologico quando io metto in evidenza o il virus e i suoi antigeni (qualcosa che mi dica direttamente che quel microrganismo c’è) o in alternativa gli anticorpi specifici. Questo è un test immunologico rapido, fatto su piastrina utilizzando direttamente le feci del paziente; mette in evidenza la presenza di antigeni di Rotavirus nelle feci. Il campione di feci viene lasciato filtrare nel pozzetto A. Il pozzetto C è il controllo e nel pozzetto B si osserva la negatività o la positività del test. Conclusioni Il tipo di esordio, la durata della malattia, la frequenza e i tempi degli episodi di diarrea sono importanti, come è importante l’aspetto delle feci. Importante è tutta la sintomatologia da accompagnamento e importante è il contatto con la sorgente potenziale. Quando vi arriva un paziente con diarrea acuta dovete ragionare su note epidemiologiche (cosa ha mangiato, dove è stato, con chi è stato, ci sono altri episodi), dovete guardare la sua clinica (quanto è compromesso), ma soprattutto le feci (sangue o non sangue, muco o no); ovviamente vanno escluse tutte le altre cause non infettive che possono essere coinvolte (uso di lassativi…). La febbre non è un sintomo di particolare rilievo; importante è, invece, la disidratazione. Le diarree sono di rilievo clinico soprattutto tra i neonati, pazienti immunocompromessi e anziani. Altro aspetto da considerare è l’addome: dolorabilità tensione peritonismo gorgoglio ileocecale Il sangue e il muco indicheranno soprattutto malattie batteriche: Shigella (la più frequente), Salmonella, Escherichia Coli enteroinvasivo, Campylobacter, Yersinia enterocolitica. Molti casi di malattia diarroica modesta (si risolvono in 1-3 giorni) non necessitano di intervento medico né di supporto di liquidi o sali, si risolvono spontaneamente. Qualora il paziente lo richiedesse, andranno fatte coprocolture per i principali patogeni (Shigella, Salmonella e Campylobacter), oppure si cerca direttamente la tossina. Terapia solo sintomatica è stato recentemente approvato un vaccino vivo orale contro i Rotavirus per uso nei bambini Terapia Sintomatica L’unico farmaco che realmente si usa molto è il Loperamide (il nome commerciale è Imodium, farmaco da banco molto diffuso), efficace nel ridurre l’80% dei sintomi. Teoricamente si dovrebbe prendere per un breve periodo (non più di 48 ore) 1 compressa dopo ogni episodio di evacuazione, fino a un massimo di… Diarree fino a 7 giorni Nonostante i vari tests, il 30% delle diarree rimane ad eziologia sconosciuta, e se il paziente è particolarmente compromesso occorre comunque utilizzare degli antibiotici. I più adatti sono: Ciprofloxacina (chinolonico) Levofloxacina (stessa famiglia del precedente) Nelle condizioni in cui questi 2 farmaci non si possono somministrare, occorrerà usare: Azitromicina Eritromicina Diarree (persistenti) oltre i 14 giorni In questi casi bisogna valutare una eziologia diversa da tutte le altre: la Giardia. La terapia, infatti, sarà a base di Metronidazolo (terapia anti-Giardia). Approccio alla diagnosi Dopo aver valutato la gravità del paziente e la durata della malattia, è fondamentale l’approccio epidemiologico; occorre sapere se la diarrea è stata acquisita in comunità, oppure se è una “diarrea del viaggiatore” o se è una diarrea nosocomiale. Se la diarrea dura da più di 14 giorni l’eziologia è completamente diversa. Nel trattamento delle diarreee spesso si va “ad occhio”, nel senso che l’accertamento lo si ottiene dopo che il paziente è già guarito. Diarree comunitarie Se il soggetto sta benino, non fate nulla. Se il paziente ha sintomi clinici di rilievo (molto muco e sangue), bisogna fare gli accertamenti per i patogeni più frequenti: Salmonellosi minori Shigella Campylobacter E. Coli enteroemorragico Tossina del Clostridium Difficile La terapia ovviamente sarà antibiotica. Diarree nosocomiali In questi casi è inutile pensare alla Salmonella perché dovremmo avere delle condizioni igieniche spaventose, tempi di incubazione molto più lunghi… Teoricamente andremo a cercare solamente la tossina del Clostridium Difficile; in particolare, come criterio di esclusione, è necessario che il paziente sia in ospedale da almeno 3 giorni, altrimenti non c’è il tempo che una patologia del genere possa essere contratta in ospedale. In questo caso, se possibile, andrebbe sospesa la terapia antibiotica per poter utilizzare il farmaco d’elezione: il Metronidazolo. Questo non è sempre possibile, perché questo evento si va a verificare in decorso post-operatorio di un paziente che magari ha una sepsi, e quindi non è possibile sospendere la terapia antibiotica. Diarrea del Viaggiatore Spesso la si contrae in paesi esotici; un caso classico è l’Egitto, meta molto frequentata dai turisti. Comincia il terzo girono di viaggio e finisce 2-3 giorni dopo. Il soggetto ha almeno 3 o 4 episodi al giorno e quindi, di solito, rovina per bene la vacanza. Ci può essere nausea, vomito, malessere, dolori addominali, borborigmi intestinali, flatulenza. Esistono aspetti epidemiologici ben precisi, correlati al luogo dove il soggetto è andato. Il 30-40% degli episodi resta di eziologia sconosciuta. La si contrae perché si assumono alimenti o acqua contaminati Si previene evitando cibi non sicuri, usando solo acqua in bottigliette ed evitando il ghiaccio (cocktails e bevande). Teoricamente esiste la possibilità di vaccinarsi contro i Rotavirus e la Salmonella. Teoricamente si potrebbero prendere medicamenti antimicrobici e non-antimicrobici. IN PRATICA, o le cose sono BOIL IT (bollite) BAKE IT (cotte al forno) PEEL IT (sbucciate) OR FORGET IT. (N.d.A. so perfettamente che la traduzione non è esatta, ma sono le testuali parole della prof!!!). È importante specificare che il problema non è l’acqua contaminata del posto, ma tutto ciò che viene contaminato occasionalmente. Non deve essere un paese col colera, basta una contaminazione temporanea e transitoria. Diarrea associata al Clostridium Difficile. Per acquisire questa diarrea occorrono vari step: 1. Bisogna che il soggetto vada in ospedale e ci resti almeno 3 giorni; 2. deve fare una terapia antibiotica; 3. deve acquisire il Clostridium Difficile che produce la tossina; a questo punto ha 2 possibilità: una colonizzazione senza disturbi una devastante diarrea da Clostridium Difficile (il soggetto è piegato in 2 dal dolore addominale). 4. In quest’ultimo caso il soggetto ha contratto la malattia perché non è riuscito a evocare una corretta risposta immunitaria contro la tossina (generalmente quella di tipo A) Nel 50% dei casi il Clostridium Difficile causa la Colite Pseudomembranosa. (a sinistra) Il paziente è veramente debilitato perché lì c’è il liquido distensorio sia del colon che del retto. (a destra) In questa immagine endoscopica si vede il colon ricoperto da pseudomembrane costituite da detriti e fibrina. Il quadro clinico può essere diverso da un caso all’altro. generalmente il soggetto ha: diarrea pseudomembrane leucocitosi neutrofila gli altri elementi clinici vanno dalla febbre all’”ileo paralitico”, ma sono meno frequenti. Il soggetto in cui è ragionevole cercare il Clostridium (o meglio, la tossina A), è il paziente ospedalizzato che fa terapia antibiotica e che ha la diarrea. Non è necessario che si pieghi dal dolore, non è necessario che sia estremamente compromesso; quel paziente può già avere la Colite Pseudomembranosa, che ovviamente può evolvere verso forme più gravi. Diagnosi L’endoscopia è un esame invasivo e non è l’approccio immediato. L’elemento diagnostico più importante (ovviamente in presenza di un quadro clinico compatibile) è la presenza della tossina A. I 2 elementi da cercare, quindi, sono: diarrea e tossina. Terapia Occorre sospendere alcuni farmaci (che sono stati la causa dell’infezione da Clostridium) e fare una terapia a base di Metronidazolo, perché ha un’azione rapida (in 2 giorni e mezzo il paziente è perfettamente in ordine) e la diarrea guarisce nel 90% dei casi. Posso anche usare la Vancomicina, soprattutto nelle preparazioni per bocca, che non si trovano tanto facilmente, oppure farmaci più “importanti” come la Teicoplanina (il suo nome commerciale è Targosid). D: Non dobbiamo reintegrare la flora batterica normale? R: Non esiste alcuno studio controllato che dica quanti e quali integratori (fermenti lattici…) vadano utilizzati, anche se li vedrete sempre usare, nell’idea che questo possa prevenire. Questo non è vero, perché il meccanismo d’azione è di tipo immunitario, per cui avere altri batteri, integrati da fermenti lattici, non mi cambia nulla. Questa è la sintesi di tutto il discorso fatto fino ad adesso: Se il paziente ha una diarrea che dura da più di 14 giorni non si parla più di diarrea acuta, ma cronica. Se il microrganismo non è stato identificato e il paziente non migliora neanche con la terapia empirica bisogna fare tutta una serie di accertamenti per accertare eziologie infettive o non infettive, comprese le intolleranze e le alterazioni della parete intestinale. Quello delle alterazioni della parete intestinale è un problema da tener conto. Spesso, infatti, alcune malattie tropicali, dopo essere state trattate nella loro fase acuta, lasciano una sequela (che è una diarrea persistente) che non ha più nulla a che vedere con la malattia originaria e che quindi non ha motivo di essere trattata con antibiotici. Sono cose che si verificano spesso nei bambini estremamente piccoli, una volta immessi in ambienti comunitari (il nido, l’asilo); il bambino ha un episodio di diarrea e si dice (erroneamente) che è diventato intollerante. In realtà persiste solo un’alterazione della barriera mucosa intestinale per cui antigeni di tipo alimentare vengono fatti circolare (ed ecco spiegato perché si fanno anche i test allo xilosio, o si fanno controllare i livelli di B12). In questi casi si tratta di altre patologie; è difficile, infatti, che voi troviate una patologia infettiva che causa una diarrea cronica. Nella prevenzione è fondamentale l’igiene (soprattutto il lavaggio delle mani), e il corretto smaltimento dei rifiuti (occorre evitare la contaminazione dei pozzi e delle riserve d’acqua).