Il bosco degli animali ricalca per certi versi il clima favolistico di Ultimo viene il corvo: il protagonista qui assume però le caratteristiche esattamente opposte del "ragazzo" partigiano (non sa adoperare il fucile, è insicuro, non se la sente di sparare) e la spietata caccia al tedesco viene sublimata in una divertita passeggiata per il bosco, in un gioco umoristico in cui hanno modo di emergere bozzetti dei personaggi minori, poveri contadini attenti non tanto ad eliminare il pericolo rappresentato dal soldato tedesco, quanto a preservare i loro pochi beni di sussistenza: per questo Giuà Dei Fichi deve stare attento a centrare il soldato e non gli animali. Anche qui la narrazione isola lo scontro tra due uomini, in uno pseudo-duello che sembra trascendere le vicende belliche e addirittura l'antagonista (Giuà in realtà combatte contro la propria insicurezza). Se dallo scontro di tipo "militare" di Ultimo viene il corvo (cecchino vs bersaglio) si passa a quello psicologico (ingenuità vs scaltrezza) di Andato al comando, si giunge qui ad una rappresentazione umoristica in stile "slapstick-comedy", in cui anche la conclusione denota toni e modalità che ricordano le gag del cinema muto: il contadino diviene un eroe perché, pur dilaniando a fucilate la gallina tenuta dal soldato tedesco, per lo spavento fa cadere quest'ultimo in un burrone. Nella lettura in sequenza dei brani (seguendo l'ordine con cui li abbiamo presentati), faremo notare ai ragazzi il progressivo avvicinamento tra i personaggi, posti l'uno di fronte all'altro. L'accostamento tra Giuà e il soldato tedesco risulta addirittura di ordine sociale: Era un tedesco dall'aria contadina, coi polsi e il collo allampanati che sporgevano dalla corta giubba, le gambe lunghe lunghe e un fucilaccio lungo quanto lui. Si era allontanato dai compagni per veder di cacciare qualcosa per suo conto; e anche perché le cose e gli odori del paese gli ricordavano cose e odori noti.