GLI ESSERI VIVENTI E L’EVOLUZIONE Linneo (1707 1778) GLI ESSERI VIVENTI E L’EVOLUZIONE La classificazione degli esseri viventi A causa della scoperta dell‟America e dei vari viaggi esplorativi di quel periodo che permettono la continua scoperta di nuove forme vegetali ed animali, e dello sviluppo della biologia descrittiva (analisi morfologica di piante ed animali), si comincia ad avvertire la necessità di avere un adeguato sistema di classificazione degli esseri viventi. Sino ad allora l‟unica classificazione accettabile, ottima sotto certi aspetti, era ancora quella di Aristotele Aristotele Aristotele ha fondato la biologia come scienza empirica, compiendo un importante salto di qualità (almeno stando alle fonti che ci sono rimaste) nell'accuratezza e nella completezza descrittiva delle forme viventi, e soprattutto introducendo importanti schemi concettuali che si sono conservati nei secoli successivi. L' Historia animalium contiene la descrizione di 581 specie diverse, osservate per lo più durante la permanenza in Asia Minore e a Lesbo. Questi dati biologici vengono organizzati e classificati nel De partibus animalium, nel quale vengono introdotti concetti fondamentali come quello di viviparità e oviparità, e sono impiegati criteri di classificazione delle specie in base all'habitat o a precise caratteristiche anatomiche, che sono in gran parte rimasti inalterati fino a Linneo. Un'altrettanto importante conquista intellettuale è lo studio sistematico di quella che oggi chiamiamo anatomia comparata, che permette ad esempio ad Aristotele di classificare Delfini e Balene tra i mammiferi (essendo essi dotati di polmoni e non di branchie come i pesci). Il De generatione animalium si occupa del modo in cui gli animali si riproducono. In quest'opera la generazione viene interpretata come trasmissione della forma (di cui è portatore il seme maschile) alla materia (rappresentata dal sangue mestruale femminile). Secondo Aristotele le specie sono eterne ed immutabili, e la riproduzione non determina mai cambiamenti nella sostanza, ma solo negli accidenti dei nuovi individui. Linneo (1707 1778) GLI ESSERI VIVENTI E L’EVOLUZIONE La classificazione degli esseri viventi La prima classificazione dei viventi risale addirittura ad Aristotele e si articolava in due soli grandi raggruppamenti: il regno degli animali comprendeva gli esseri viventi che si muovono e mangiano, e i cui corpi crescono fino a un certo punto per poi smettere di crescere; il regno delle piante raggruppava gli organismi incapaci di muoversi e di mangiare e caratterizzati da una crescita indefinita. Dalle sue notazioni emerge comunque una suddivisione del regno Animale in due primi gruppi, gli Enaima (= con sangue) ed Anaima (= senza sangue). Al primo gruppo appartenevano l'uomo, i quadrupedi, i cetacei, i pesci e gli uccelli. Al secondo appartenevano la maggior parte dei crostacei decapodi, dei molluschi e quelli che Aristotele definiva Entema, vale a dire un insieme di insetti, miriapodi, aracnidi, anellidi e vermi parassiti. Il criterio di classificazione che Aristotele adottò per gli Entema fu la suddivisione del corpo degli animali in più segmenti separati da un'incisione a cui appartengono una serie di appendici locomotrici. Se si escludono i vermi la definizione aristotelica di Entema si avvicina a quella contemporanea degli Artropodi. Linneo (1707 1778) GLI ESSERI VIVENTI E L’EVOLUZIONE La classificazione degli esseri viventi Sarà Linneo ad ideare il moderno sistema di classificazione, la sistematica, anche se in seguito verrà rivisto e modificato. In pratica gli organismi vengono ordinati in categorie sistematiche seguendo il criterio di affinità e somiglianza (criterio non sempre valido con le conoscenze attuali). Alla base pone la specie, cioè l‟insieme di organismi che hanno tra loro la massima somiglianza. Per Linneo le specie erano immutabili “tante sono le specie ora esistenti, quante in principio furono create dall‟ente infinito”. Ogni specie era stata, quindi, creata da Dio e si perpetuava senza mutamenti. Per lui il naturalista era colui che doveva, in ultima analisi, descrivere l‟opera di Dio. Fu sempre Linneo ad ideare la nomenclatura binaria ancora in uso, per cui ogni specie vivente viene denominata con due nomi in latino, il primo indica il genere e il secondo individua in modo specifico la specie. Per esempio Canis lupus (il lupo), Canis familiaris (il cane) Specie Attualmente il concetto più accettato è che una specie sia costituita da individui molto simili che possono accoppiarsi tra loro e dare vita a prole fertile. All‟interno delle specie esiste una certa varietà, sino ad individuare delle sottospecie o varietà che però a livello biologico hanno poco significato Linneo (1707 1778) GLI ESSERI VIVENTI E L’EVOLUZIONE La classificazione degli esseri viventi Nella sistematica ideata da Linneo si prevedeva la seguente gerarchia Specie Genere (insieme di specie simili) Famiglia (insieme di generi simili) Ordine (insieme di famiglie simili) Classe (insieme di ordini simili) Regno (insieme di classi simili) Per Linneo esistevano sono due regni (animale e vegetale) e sei classi (mammiferi, uccelli, anfibi, rettili, insetti, vermi). Attualmente la sistematica ha subito alcune variazioni. Gli attuali raggruppamenti sono i seguenti Specie Genere Famiglia Ordine Classe Tipo o Phila (animali) – divisione (vegetali) Regno Linneo (1707 1778) GLI ESSERI VIVENTI E L’EVOLUZIONE La classificazione degli esseri viventi Linneo (1707 1778) GLI ESSERI VIVENTI E L’EVOLUZIONE La classificazione degli esseri viventi I regni sono cinque, considerando che i regni istituiti da Linneo non sono attualmente soddisfacenti secondo le conoscenze attuali. Si considera che le differenziazioni più importanti sono il tipo di cellula (procariote o eucariote) (unicellulari o pluricellulari), e il modo in cui gli organismi si procurano il nutrimento (autotrofi o eterotrofi) GLI ESSERI VIVENTI E L’EVOLUZIONE Buffon 1707 1788 Ipotizza una storia naturale che si discosta dalla Bibbia Autore della “Storia naturale” in cui contraddice la “Genesi”, fu in tutto un libro scandalo per l‟epoca. Ipotizza un processo di formazione della Terra e gli attribuisce una età di centinaia di migliaia di anni, non compatibile con i racconti biblici. Avanza anche l‟ipotesi che gli animali sono modificati rispetto alla loro origine. le specie meno attrezzate sono già scomparse o scompariranno e le attuali derivano da quelle più antiche, ma modificate rispetto a queste. Non si spingerà però oltre. GLI ESSERI VIVENTI E L’EVOLUZIONE Lamarck 1744 1829 La 1° teoria evoluzionistica E‟ l‟ideatore tra le altre cose, del sistema dicotomico per identificare una specie, operazione sino ad allora parecchio più complessa. In pratica davanti ad un esemplare si contrappongono due caratteri discriminanti e si procede secondo un grafico binario sino a riconoscere il genere o alla specie di appartenenza (figura) GLI ESSERI VIVENTI E L’EVOLUZIONE Lamarck 1744 1829 La 1° teoria evoluzionistica Studia e confronta migliaia di specie animali e vegetali. Nota che esistono parti anatomiche e strutture simili in molte specie diverse. Ipotizza che ci possano essere parentele tra questi organismi e suppose che le specie possano cambiare generazione dopo generazione, fino a formare nuove specie. Che all‟inizio vi erano specie più semplici che via via si trasformano in specie più complesse. GLI ESSERI VIVENTI E L’EVOLUZIONE Lamarck 1744 1829 La 1° teoria evoluzionistica Lamarck postulò due principi, ma il suo problema fu quello di spiegare e dimostrare come avvenissero queste trasformazioni: a)Gli organi di un individuo non ancora adulto possono modificarsi, atrofizzarsi o svilupparsi, secondo l‟uso o il non uso; b)Tali trasformazioni vengono trasmesse (e conservate) alle generazioni successive L‟esempio più conosciuto è quello classico della giraffa. Per Lamarck il collo della giraffa e i suoi arti si sarebbero allungati per permetterle di raggiungere le foglie più alte degli alberi. Queste dinamiche fanno, in qualche modo, intravvedere, una non meglio specificata “volontà di miglioramento”, una spinta interna, che in seguito non fu accettata da Darwin perchè non può essere considerata una spiegazione scientifica. AAll‟epoca la teoria di Lamarck non ebbe grande successo ed anche ora non viene fondamentalmente accettata la sua ipotesi riguardo le modalità di cambiamento e evoluzione. Oggi infatti si parla di fenotipo (caratteri espressi o fisici) e genotipo (corredo genetico). Varie sperimentazione a partire dagli inizi del „900, dopo le teorie di Darwin, hanno sempre constatato che i caratteri acquisiti non si ereditano (es gli arti muscolosi degli atleti, le deformazioni dovute ad un incidente ecc) GLI ESSERI VIVENTI E L’EVOLUZIONE Cuvier 1760 1832 La teoria delle catastrofi Cuvier fu uno dei massimi naturalisti del suo tempo. Aveva un enorme prestigio in Francia e fu un acceso contestatore delle teorie di Lamarck. Fu praticamente il fondatore della anatomia comparata, cioè della pratica di mettere a confronto le strutture corporee di specie diverse, per vederne analogie e differenze. Queste pratiche gli permisero di rivedere ed ampliare la classificazione di Linneo che si basava solo su somiglianze esteriori. Fu il primo a studiare in maniera sistematica i fossili e quindi si può dire che fondò la paleontologia. Inoltre, insieme a geologi, studiò il rapporto tra i fossili e gli strati geologici in cui si trovavano. Si può dire, quindi, che pose le basi per la moderna stratigrafia. Grazie anche agli studi di anatomia comparata, riuscì a dare forma ai resti di animali fossili e quindi si rese conto di somiglianze e differenze tra organismi attuali e organismi ormai scomparsi. Stratigrafia: branca della geologia che studia il rapporto tra i vari strati di roccia anche attraverso l‟esame dei fossili contenuti. Malgrado tali osservazioni e conoscenze (attualmente le prove più convincenti a favore della teoria evoluzionistica provengono dalla anatomia comparata e dalla paleontologia) fu però un convinto antievoluzionista. Spiegò, quindi, la presenza di fossili e la diversificazioni tra le specie nel corso dei tempi geologici, con il succedersi di catastrofi successive (teoria del catastrofismo) per esempio il diluvio universale. Gli animali che vivevano in un certo luogo venivano tutti o quasi tutti uccisi da un certo evento, ed in seguito il loro posto veniva preso da altri esseri provenienti da altri luoghi. Da non confondere la sua teoria con la teoria delle creazioni successive formulata in seguito da altri autori. GLI ESSERI VIVENTI E L’EVOLUZIONE Darwin 1809 1882 La teoria dell‟evoluzione Fu quindi Darwin a formulare la teoria dell‟evoluzione, che con correttivi ed approfondimenti successivi è quella attualmente più accreditata dal mondo scientifico. La sua teoria sconvolse le opinioni del periodo non solo a livello scientifico ma anche sociale e culturali. Fu, poi malamente trasferita in ambito sociale e politico, con l‟idea è la stessa natura a favorire i più forti ed è quindi lecito prevalere sui più deboli. Le sue idee maturarono durante un viaggio, durato 5 anni, come naturalista a bordo di una nave (Beagle). Durante questo periodo, tra le altre cose, lesse un libro di geologia scritto da Lyell, che avrà gran peso nella formulazione delle sue idee, che sosteneva la teoria dell‟attualismo, antitetica alla teoria delle catastrofi. In pratica secondo Lyell, le forze naturali che agiscono nelle trasformazioni geologiche operano lentamente e per lunghi tempi, per esempio i fenomeni erosivi e sedimentari, il sollevamento delle montagne ecc, e agiscono oggi come ieri. Cosa osservò durante il viaggio? • gli animali che vivono attualmente in un continente sono più simili ai fossili che si trovano nello stesso continente, rispetto ai fossili di altri continenti; • la diversa distribuzione di fauna e flora tra zone e continenti; •La particolare fauna e flora dell‟arcipelago delle Galapagos, costituito da numerose isole vulcaniche. Per esempio le specie di fringuello presenti in queste isole variavano da isola in isola ed erano simili tra loro e ad un fringuello presente solo nel vicino continente sudamericano GLI ESSERI VIVENTI E L’EVOLUZIONE Darwin 1809 1882 La teoria dell‟evoluzione Questi fringuelli mostravano caratteri diversi, per esempio la forma del becco, alcuni più adatti a catturare insetti, altri più adatti a rompere semi. Ciò faceva pensare che i fringuelli fossero i discendenti di esemplari di un‟unica specie giunta nelle isole dal continente che poi si era differenziata in maniera diversa formando specie diverse. In pratica in ogni isola, a causa dell‟isolamento geografico, la specie di fringuello originale aveva seguito diverse linee evolutive. Quali furono le successive riflessioni dopo il ritorno in Inghilterra? • che gli allevatori ed agricoltori operavano delle selezioni, facendo perpetuare i caratteri più favorevoli (es robustezza, produzione di latte ecc) per arrivare ad avere degli esemplari con certe caratteristiche. Gli allevatori non provocavano la comparsa di un carattere, ma favorivano l‟accoppiamento di individui che più si avvicinavano alla caratteristica cercata. In pratica esisteva all‟interno di una popolazione, una certa variabilità di caratteri, alcuni dei quali considerati favorevoli, venivano selezionati e favoriti attraverso accoppiamenti mirati, generazione dopo generazione (selezione artificiale). La stessa cosa, con modalità su proprie, doveva avvenire anche in natura. Ma in che modo? GLI ESSERI VIVENTI E L’EVOLUZIONE Darwin 1809 1882 La teoria dell‟evoluzione •la risposta gli fu suggerita attraverso la lettura del saggio di Thomas Malthus (economista e sociologo) che sosteneva come la popolazione umana tenda a generare più individui di quanti la natura possa sostentare. Subentrano, quindi, alcuni fattori quali carestie, guerre, epidemie che limitano la crescita e che impegnano gli individui in una dura lotta per la sopravvivenza. Darwin pensò che ciò che valeva per la popolazione umana doveva valere anche per le altre specie. Se ogni nato dovesse sempre sopravvivere e a sua volta procreare, in pochi anni ogni popolazione raggiungerebbe numeri non compatibili con la capacità dell‟ambiente a sostentarla. Evidentemente in natura solo alcuni sopravvivono e in seguito procreano, cioè gli individui con caratteristiche più adatte all‟ambiente in cui vivono. In pratica l‟ambiente agisce da setaccio. Generazione dopo generazione, la popolazione sarà composta sempre più da individui che posseggono un certo carattere e sempre meno da individui che non lo posseggono o ne posseggono altri non così favorevoli. •I cambiamenti lenti che sono alla base di queste trasformazioni ben si adattavano alla teoria geologica dell‟attualismo. In pratica gli organismi sono adatti agli ambienti in cui vivono, non perchè sono stati creati per esserlo, ma è il processo evoluzionistico, attraverso la selezione che favorisce i più adatti, in un processo continuo, generazione dopo generazione. Occorre tener presente che quando si parla di individui più adatti, non significa essenzialmente i più forti o coloro che hanno caratteristiche ritenute positive. A volte, per esempio, potrebbero sopravvivere in maggior numero gli individui più piccoli e più deboli (minor bisogno di cibo in ambienti in cui se ne dispone poco, oppure maggior facilità a nascondersi dai predatori, ecc). GLI ESSERI VIVENTI E L’EVOLUZIONE Darwin 1809 1882 La teoria dell‟evoluzione Riepilogando: 1.In una popolazione esiste una certa variabilità di caratteri che possono essere ereditati; 2.Il potenziale riproduttivo è superiore rispetto alle potenzialità dell‟ambiente (in pratica il numero degli individui di una popolazione, se non frenato) tende ad aumentare più di quanto l‟ambiente possa sostenere; 3.Gli individui devono competere tra loro (lotta per l‟esistenza) e solo pochi sopravvivono e riescono a procreare, cioè coloro che possiedono alcune caratteristiche che li favoriscono rispetto all‟ambiente (selezione naturale); 4.Gli individui più favoriti, procreando trasmettono i propri caratteri alla prole e i loro discendenti saranno numericamente più numerosi rispetto agli individui meno favoriti. La popolazione, quindi, evolve e cambia gradualmente; 5.Le caratteristiche degli individui meno adatti tenderanno alla estinzione. Darwin non riusci mai però a spiegare in maniera esaudiente quali fossero i meccanismi alla base della variabilità e della ereditarietà dei caratteri. In realtà le conoscenze di allora non erano in grado spiegare questi meccanismi. In realtà in quegli stessi anni Mendell aveva già presentato i risultati delle sue ricerche, che rimasero, però ignorati sino all‟inizio del „900. Solo successivamente con lo sviluppo della genetica e della biologia molecolare è stato possibile spiegare quali sono i meccanismi alla base della variabilità. L‟integrazione di queste nuove conoscenze con la teoria di Darwin prende il nome di Neodarvinismo. GLI ESSERI VIVENTI E L’EVOLUZIONE Darwin 1809 1882 La teoria dell‟evoluzione L‟esempio delle giraffe nella teoria di Darwin Per Darwin l‟allungamento del collo e degli arti nelle giraffe non è una conseguenza diretta dell‟uso, ma una conseguenza indiretta legata al bisogno di alimentarsi. In una popolazione di pre-giraffe a causa, per esempio, della scarsità di erba, dovevano essere favoriti gli individui con collo leggermente più lungo perchè facilitati a prendere le foglie sui rami. Consideriamo che l‟ambiente diventi sempre più sterile e diventi essenziale poter raggiungere le foglie nei rami più alti. Generazione dopo generazione saranno sempre più favoriti gli animali con il collo più lungo, fino a che la popolazione sarà composta esclusivamente da individui con il collo lungo.