Il sistema della stella HD 188753 AB Corso di astronomia per tutti Pianeti di altre stelle In viaggio verso il più vicino pianeta extra-solare… Un pianeta extrasolare (o esopianeta) è un pianeta non appartenente al sistema solare, orbitante cioè attorno a una stella diversa dal Sole Al 26 gennaio 2016 risultano conosciuti 2052 pianeti extrasolari in 1300 sistemi planetari diversi (di cui 507 multipli) e 200 altri pianeti in attesa di conferma o controversi La scoperta della maggior parte degli esopianeti è resa possibile da metodi di osservazione indiretta piuttosto che da osservazioni al telescopio A causa dei limiti delle tecniche di osservazione attuali, la maggior parte dei pianeti individuati sono giganti gassosi come Giove e, solo in misura minore, pianeti rocciosi massivi del tipo Super Terra, anche se ultimamente la frazione di pianeti più piccoli sta notevolmente crescendo, soprattutto grazie alla missione Kepler I pianeti, in confronto alle stelle, emettono molta meno luce nel cosmo Per questo motivo, l'individuazione diretta di pianeti extrasolari risulta estremamente difficile: in condizioni normali di visibilità, i pianeti hanno solitamente una luminosità pari a circa un milione di volte meno di quella di una stella In aggiunta a questa intrinseca difficoltà di rilevazione, la maggiore luminosità delle stelle, attorno alle quali orbitano i pianeti, causa un bagliore che tende a coprire la luce debolmente riflessa dai corpi celesti del rispettivo sistema Sono sei i metodi usati per l’osservazione indiretta dei pianeti extrasolari: Astrometria L'astrometria consiste nella misurazione precisa della posizione di una stella nel cielo e nell'osservare in che modo questa posizione cambia nell'arco del tempo Se la stella ha un pianeta, allora l'influenza gravitazionale del pianeta stesso causerà alla stella un leggero movimento circolare o un'orbita ellittica attorno a un comune centro di massa Velocità radiali Questo metodo è conosciuto anche col nome di metodo Doppler Le variazioni nella velocità con cui la stella si avvicina o si allontana dalla Terra — questa velocità è definita appunto come velocità radiale della stella rispetto alla Terra — possono far dedurre la presenza di un pianeta, a causa di spostamenti periodici delle righe spettrali della stella, in accordo con l'effetto Doppler Col passare del tempo, questa è diventata la tecnica più produttiva usata dai "cacciatori di pianeti" Con questo metodo si può determinare la massa di un pianeta extrasolare Transito Se un pianeta passa (transita) di fronte alla propria stella, allora è osservabile una riduzione della luminosità della stella eclissata L'ammontare della variazione dipende dalla dimensione del pianeta e della stella stessa I pianeti extrasolari si distinguono dalle stelle variabili a eclisse dal fatto che nella curva di luce dei primi c'è un'unica variazione, nelle seconde invece le variazioni sono due Con questo metodo si possono determinare le dimensioni del pianeta extrasolare Variazioni degli intervalli di emissioni di una Pulsar Una pulsar (il residuo piccolo e ultradenso di una stella che è esplosa in una supernova), ruotando, emette onde radio a intervalli estremamente regolari Leggere anomalie negli intervalli delle emissioni possono essere usate per tracciare cambiamenti nel moto della pulsar, causati dalla presenza di uno o più pianeti Microlente gravitazionale L'effetto della lente gravitazionale avviene quando i campi gravitazionali di due corpi celesti cooperano per focalizzare la luce di una stella lontana Se il primo corpo celeste (quello più vicino all'osservatore) è un pianeta, ciò sta a significare che possiede un campo gravitazionale tale da contribuire in modo importante all'effetto della microlente gravitazionale Dischi circumstellari e protoplanetari Le nubi di polveri circondano molte stelle, ed esse possono essere individuate poiché in grado di assorbire la luce stellare e riemetterla sotto forma di radiazione infrarossa Analizzando attentamente le nubi di polveri, è possibile individuare elementi che suggeriscono la presenza di pianeti e/o protopianeti Rilevamento diretto L'individuazione di pianeti extrasolari mediante imaging diretto è resa molto difficile dal fatto che l'osservazione di tali corpi celesti è disturbata dalla luminosità della stella madre, che offusca la luminosità, molto più debole, emessa dai pianeti È più facile ottenere immagini dirette quando il pianeta è particolarmente massiccio (molto più grande di Giove), la sua orbita è molto lontana dalla stella madre, ed è caldo, in modo da emettere radiazione infrarossa; si sono ottenute, così, immagini di pianeti che sono più luminosi all'infrarosso che nello spettro della luce visibile Immagine diretta di esopianeti attorno alla stella HR 8799, ottenuta con un coronografo a vortice su una porzione di 1,5 m del Telescopio Hale Molti astronomi si domandano perché molti pianeti extrasolari siano giganti gassosi di grandi dimensioni e perché si trovino molto vicini alla loro stella, rispetto a quelli del nostro sistema solare Per esempio, τ Bootis ha un pianeta 4 volte più grande di Giove a meno di un quarto di unità astronomica (UA) di distanza (cioè un quarto della distanza Terra-Sole) Una possibile risposta è che i metodi di ricerca odierni favoriscano l'individuazione di questo tipo di sistemi: un grande pianeta posto a piccola distanza amplifica le oscillazioni della stella, ed esse sono facilmente visibili come effetto Doppler Un pianeta più piccolo, a distanza più grande, provoca oscillazioni molto più piccole e difficili da vedere bene l'idea Un'altra spiegazione è che i pianeti si siano formati a distanze maggiori, per poi muoversi verso l'interno a causa delle reciproche interazioni gravitazionali Tale modello è stato chiamato modello dei «Giovi Saltellanti», nome che rende bene l'idea Simulazione della migrazione dei pianeti esterni e della fascia di Kuiper a. b. c. Prima della risonanza 2:1 tra Giove e Saturno Dispersione degli oggetti della fascia di Kuiper dopo la migrazione orbitale di Nettuno dopo l'espulsione degli asteroidi da parte di Giove (orbita di Giove in verde - orbita di Saturno in arancione - orbite di Urano e Nettuno in blu chiaro e blu scuro) La missione Kepler è una missione spaziale della NASA il cui scopo è la ricerca e conferma di pianeti simili alla Terra in orbita attorno a stelle diverse dal Sole Il veicolo spaziale, chiamato in onore dell'astronomo tedesco del diciassettesimo secolo Johannes Kepler è stato lanciato con successo il 7 marzo 2009 Oggi purtroppo la missione è stata parzialmente pregiudicata da guasti meccanici La parte di cielo osservata dalla sonda Kepler Per coprire tutto il cielo ci vorrebbero circa 400 sonde come Kepler! Il sistema di Kepler 444, a 117 anni-luce da qui: cinque piccoli pianeti attorno a Kepler-444, una stella simile al Sole Il più piccolo è grande più o meno come Mercurio, il più grande come Venere Orbitano tutti molto vicini alla loro stella, a una distanza inferiore a quella di Mercurio dal Sole Gli oltre 1200 candidati di pianeti extrasolari della missione Kepler, in scala, assieme alla loro stella Per riferimento, il Sole e Giove sono quelli fuori dalle righe, sulla destra in alto Orbite di alcuni dei sistemi planetari scoperti dalla sonda Kepler La zona abitabile, e più precisamente, zona abitabile circumstellare o CHZ, indica la regione intorno a una stella ove è teoricamente possibile per un pianeta mantenere acqua liquida sulla sua superficie Il concetto è basato sulle condizioni favorevoli per la vita per come noi la conosciamo sulla Terra, dove l'acqua liquida è essenziale per tutte le forme di vita conosciute; quindi i pianeti in grado di avere acqua liquida in superficie sono considerati tra i più favorevoli per ospitare vita extraterrestre La zona abitabile dipende dalla luminosità delle stelle che determina la distanza ottimale La zona abitabile di Gliese 581 rapportata con quella del Sole Kepler-20e ruota vicino alla propria stella, simile al Sole, a 7,6 milioni di km ed ha una temperatura superficiale di circa 1040° K Kepler-20 f pianeta ha un raggio di circa 1,03 quello terrestre ed una temperatura superficiale di circa 700° K: orbita a una distanza media di 17,5 milioni di chilometri su un'orbita piuttosto eccentrica La caccia al gemello della Terra ha fornito candidati sempre più simili, fino a Kepler-62e, orbitante attorno alla stella Kepler-62, una nana arancione distante 1200 anni luce dal sistema solare, situata nella costellazione della Lira Il pianeta, con un raggio 1,6 volte quello terrestre, è probabilmente una super Terra con superficie solida, e si trova nella zona abitabile della stella, ove è possibile la presenza di acqua liquida in superficie Kepler 62 compie un'orbita attorno alla sua stella ogni 122 giorni ad una distanza di 0,427 UA insieme agli altri 4 pianeti confermati del suo sistema stellare Il Planetary Habitability Laboratory dell'Università di Arecibo ha calcolato la sua temperatura d'equilibrio in 266 K (-7 °C) Considerando invece un'atmosfera simile a quella della Terra tale valore sale, per l'effetto serra, a 304 K (+31 °C), valore che permette l'esistenza di acqua liquida in superficie La parte interna del nostro Sistema Solare sovrapposta all'orbita dei pianeti HD 179949 b, HD 164427 b, Epsilon Reticuli Ab, e Mu Arae b Considerata la sua natura super-terrestre Kepler 62 potrebbe però avere un'atmosfera più densa di quanto ipotizzato, ed essere più simile a Venere (737 K) Considerando come corretta l'ipotesi di atmosfera terrestre il suo Earth Similarity Index è il più alto conosciuto, pari a 0,824 I pianeti potenzialmente abitabili conosciuti Attorno alla stella HD 69830 Alcuni degli esopianeti conosciuti, partendo da quelli più distanti dalla loro stella (circa 5.000 volte la distanza Terra- Sole…) Alcuni degli esopianeti orbitano attorno a stelle binarie Un pianeta attorno a una stella gigante Immagine artistica del pianeta extrasolare HD 28185 b e la sua luna «In questo modo diciamo esser un infinito, cioè una eterea regione inmensa, nella quale sono innumerabili ed infiniti corpi, come la terra, la luna ed il sole» De l'infinito, universo e mondi, Giordano Bruno, 1584 Ma le stelle candidate ad avere pianeti possono essere tenute sotto controllo anche dagli astrofili! La UAI ha costituito una sezione di ricerca pianeti Extrasolari, fornendo una lista di stelle da tenere sotto osservazione col metodo dei transiti Qui accanto la prima osservazione nel 2004 da parte di astrofili in Belgio Nel 2007 anche due italiani, Claudio Lopresti e Daniele Gasparri sono riusciti nell’impresa, Qui sopra l'autore delle osservazioni relative alla scoperta, Claudio Lopresti, e il telescopio utilizzato, Diam. 180 mm., focale 720 mm. F/4 + CCD E Lopresti ha prodotto anche una guida in italiano alle osservazioni! Un’avvertenza: si tratta di un’attività che richiede abbastanza esperienza osservativa, un telescopio di diametro minimo 20cm, una camera CCD e una buona conoscenza delle problematiche di fotometria Volete saperne di più? Eccovi i link ai due magnifici seminari tenuti a Roma da Giovanna Tinetti dello University Collage di Londra e della Royal Society: • https://elearning2.uniroma1.it/mod/ resource/view.php?id=72706 • https://elearning2.uniroma1.it/mod/ resource/view.php?id=73571 O, in alternativa, potete comprare, sia in versione cartacea che e-book il suo libro: