L’USO DELLA LINGUA LATINA IN ETA’ MODERNA COME MEZZO PER RIAPPROPRIARSI DEL NOSTRO PASSATO ROMANO di Novica Voijnovic (*) I Romani, Roma, la lingua latina e la cultura romana dai tempi di Romolo e Remo ad oggi hanno più di 2700 anni. I romani al tempo di Cesare ed Ottaviano Augusto sono stati padroni incontrastati di tutte le terre conosciute. Le frontiere dell’impero romano sono state portate fino al fiume Indo, in Africa, sull’isola inglese, nell’Europa Centrale sulla sponda meridionale del Danubio, dove oggi si trova il monumento dell’imperatore Traiano che si chiama Tabula Traiana. Gli antichi Romani, hanno fatto uso del latino che ha preso il suo nome dalla regione del Latium (odierno Lazio), nell’Italia Centrale. Essi hanno assoggettato i popoli limitrofi, imponendo la propria lingua, i propri costumi; solo la Grecia ha mantenuto la propria lingua e i propri costumi, anzi, come ha scritto il poeta Orazio (65 a.C. – 8 d.C.), ha influenzato fortemente i costumi e la religione dei romani. La lingua latina è stata la lingua del mondo fino al XVII secolo. Tante lingue europee contemporanee hanno avuto origine dal latino, come anche tanti vocaboli delle lingue slave e germaniche. Un gran numero di parole, nella lingua serbo-croata, sia complete sia nella loro radice, derivano dal latino. Ciò sta a significare che la lingua latina ha influenzato la lingua serbocroata, parlata nei Balcani da quattro popoli: serbi, croati, bosniaci e montenegrini. Gli antichi romani hanno avuto il dominio dei Balcani fino al V secolo dopo Cristo e sono rimaste molte testimonianze della loro cultura e civiltà. Sono restate molte vestigia, sono state rinvenuti molti documenti, sia incisi sulla pietra che su pergamena. Sono rimasti molti toponimi, nomi di città e paesi. Tra questi spiccano i nomi di Ptuj (l’antica Petovio) e Ljubljana (Emona) in Slovenia. In Croazia la città di Sisak in latino si chiamava Siscia, la città di Spalato in Dalmazia, Spalatium, dove aveva il palazzo Diocleziano (243-313). In Bosnia, Srebrenica era l’antica Argentarium. Sremska Mitrovica in Jugoslavia era l’antica Sirmium, messa a ferro e fuoco dagli Avari nel 540 d.C:, Belgrado si chiamava Singidunum, Nisc città nella Serbia centrale si chiamava Naissus e ha dato i natali a Costantino il grande che nel 313 promulgò l’editto con il quale la religione cristiana diventava religione ufficiale dell’impero. La chiesa cristiana ha in seguito proclamato santi l’imperatore Costantino e l’imperatrice Elena. In Macedonia la città Skoplije si chiamava Scupi, e una parte dell’odierno Kosovo era la Dardania. Dalla lingua latina sono stati mutuati molti termini scientifici, soprattutto nel campo della medicina e della giurisprudenza. Nella lingua serbo-croata tutta la terminologia medica per indicare diagnosi, patologie, farmacologia, parti anatomiche è direttamente ricavata dal latino. Pertanto si può affermare che grazie a questa comune origine, la terminologia medica risulta essere universale e 197 (*) - Storico, Prof. Università di Pale in Bosnia Podgorica (MONTENEGRO) 198 permette a medici di diverse nazionalità di poter comunicare. Lo stesso si può dire per la terminologia propria della giurisprudenza; ai romani si devono molti codici tra i quali quello di Giustiniano composto di quattro parti: Codex, Digesta, Pandect, Institutione et Novella. Dall’XI al XIII secolo alle Università di Bologna e Padova hanno studiato come materia Digesta e Pandect in seguito tale materia è stata studiata nelle altre Università europee. Tutte le costituzioni dai tempi di Napoleone ad oggi sono state fondate sul diritto romano. Il secondo sistema giuridico europeo è il diritto anglosassone che non si fonda sul diritto romano ma sugli usi consuetudinari (Common Law), il più famoso codice inglese si chiama Magna Charta Libertatum, scritto in lingua latina nel XIII secolo; scritto anch’esso in lingua latina è il “Habeas Corpus Act” del XVII secolo. La maggior parte degli istituti giuridici dai tempi passati ad oggi usano in buona parte la lingua latina. Anche oggi si usano nella giurisprudenza delle formule quali: Ne bis in idem ( non si può giudicare due volte allo stesso modo); Audiator et altera pars. Questo diritto è stato assimilato dal diritto greco. La norma latina Ignorantia iuris nocet, ........... Un altra norma ereditata dal diritto romano è: Mater semper certa est.pater semper incertus. Nemo judex in sua causa Altra norma recepita da tutte la costituzioni del mondo è Nulla regula sine exceptione. Nel mondo è stata accettata la norma Quod inito vitiosum est, non potest tractu temporis convalescere..... Vi sono ancora tante espressioni che sono state adottate oltre che nel linguaggio giuridico, anche nel linguaggio comune in tutto il mondo, e che si possono comprendere anche senza traduzione in tutte le lingue. Nel mondo moderno esiste un gran numero di parole in latino che sono entrate nelle lingue nazionali e che ne fanno parte quali: lege artis; ad acta; ad hoc; ad personam; a priori; Et cetera Il prof. Voijnovic (a destra) col dr. Enrico Maragno e Francesco Stocco durante la conferenza stampa al termine del festival di retorica di Sremska Mitrovica in Yugoslavia 199 sono inoltre molto note le formule proprie del diritto romano quali: Condicio sine qua non, corpus delicti Sono inoltre conosciuti e usati da molte persone da noi le espressioni: Expressis verbis, Vis Major, Fama est, Ibidem, Nota bene, postfestum, Pro et contra. Nella terminologia militare e diplomatica di tutto il mondo sono entrate molte espressioni in latino: Persona grata e persona non grata, Status quo ante bellum, Ultimatum. Tutti questi termini latini hanno due caratteristiche che nessun’altra lingua possiede: la prima è l’estrema concisione, la chiarezza e la precisione della formula, che non si può ritrovare in nessun’altra lingua come in quella latina. La seconda caratteristica è che le parole, le frasi i verbi della lingua latina fanno parte del bagaglio culturale di molte lingue, tra cui il serbo croato in cui si incontrano parole derivate dai termini latini: De facto, de iure, Apbsolvirati /apsolvo), Apstinirati (Abstinentia ae), Akta (acta, -orum), Administrirati (Administro - are), Adolescenti (adolescens, -tis), Beneficija (beneficium, -ii), kolega (colega, -ae), kolor (color, -is), konzilium (consilium, -ii), Apsurd (absurdus). Inoltre in tutto il mondo la sede del governo si chiama Parlamenat. Nei Balcani, soprattutto in Dalmazia la barba viene definita con il termine latino barba e tale appellativo viene dato per tutte le persone anziane nel linguaggio comune (buon giorno barba); i dalmati pensano che queste parole siano frutto del loro dialetto locale. Nel linguaggio diplomatico e politico, tante parole latine non si traducono, come ad esempio Console. In serbo le parole Plebiscito, Senato, Commissione sono parole latine così come credito, credibilità, termini usati in finanza senza ulteriore traduzione. In serbo le parole legittimo, numero, oratore, privatus, religione, professore, super, terrore, sociale etcetera derivano direttamente dal latino e sono simili ai corrispondenti termini italiani. La lingua latina ha avuto una grande influenza sulla religione cristiana ortodossa, che si è sviluppata nell’ambito culturale greco-bizantino. Sulle tombe ortodosse compare la seguente dicitura in latino Sib tibi terra levis oppure Requiem aeternam dona eis Domine. In matematica si usa per i suffissi termini che hanno radice latina quali: monomio, binomio, polinomio, plus, minus. La lingua latina ha grande influenza sulla retorica oppure sull’arte oratoria; conosciuto e famoso è Marco Flavio Quintiliano che ha scritto il primo libro sulla retorica intitolato Institutio Horatoria. Con lo stesso nome abbiamo fondato un istituto universitario in Jugoslavia per la retorica e gli studenti che oggi sono presenti a questa manifestazione frequentano tale istituto. L’invettiva di Cicerone contro il senatore Catilina anche oggi risulta più realistica se interpretata in latino piuttosto che nella lingua nazionale. 200 Il prof. Novica Voijnovic con alcune delle studentesse del corso di Giurisprudenza dell’Università di Sarajevo con cui ha partecipato alla ricostruzione storica di Villadose del 1-2 settembre 2001. Non esiste nessun intellettuale che non conosca l’inizio di tale brano: Quo usque tandem abutere Catilina patientia nostra .......... . Tutto il mondo conosce l’espressione O tempora o mores, di cui si può vedere l’attualità specialmente nella nostra terra. Dopo questa corta esposizione possiamo trarre un paio di conclusioni: 1) si vede che la lingua latina è stata adottata in tutti i paesi avanzati, ha avuto importanza internazionale e senza essa il bagaglio culturale dell’intera umanità sarebbe molto più povero. Senza gli influssi e l’uso di questa lingua talune relazioni non sarebbero possibili. 2) la necessità ed attualità della lingua latina nei tempi moderni come via per ricostruire la storia ereditata dalle radici dell’antica Roma può essere un tema molto interessante motivo di ricerche scientifiche. La mia opinione personale è che su tale tema non sono state svolte ricerche approfondite e pertanto per ottenere risultati positivi bisogna svolgere un lungo lavoro di analisi e ricerca. 3) Mi rammarico che, da noi, non si facciano più studi sul patrimonio culturale lasciatoci dagli antichi romani, e penso che il tema non è di grande interesse nemmeno per quelle discipline che tanto devono alla cultura romana, quali giurisprudenza, scienze storiche, linguistica; un motivo di tale disinteresse è la mancanza di fondi e la scarsa sensibilizzazione delle nuove leve. Mi auguro pertanto che questo nostro incontro sia l’occasione per dare nuovi stimoli all’attività di studio e ricerca. Infine colgo l’occasione per ringraziare il comitato organizzativo di questa ben riuscita manifestazione, ringrazio il presidente Dott. Enrico Maragno per l’invito fattomi; sono lieto di aver partecipato a questo convegno in cui ho voluto illustrarvi quanto la cultura romana abbia influenzato dal punto di vista linguistico i Balcani. Ringrazio per l’attenzione con cui mi avete ascoltato. Traduzione di Zorica Cosic