183 COMPOSIZIONE DI MUSICHE ISPIRATE ALL`ANTICHITA

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COMPOSIZIONE DI MUSICHE ISPIRATE ALL’ANTICHITA’: STUDIO,
PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE. L’ESPERIENZA DEL CD
CENTURIATIO HATRIAE
di Renato Odorizzi
(*)
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(*) - Musicista, Gruppo Archeologico di Villadose
Quando entrai in contatto con il gruppo archeologico di Villadose, nel
1997, il presidente Enrico Maragno, mi chiese se era possibile ricreare
delle musiche ispirate al periodo Romano imperiale, nello stile più vicino
possibile al periodo storico da loro indagato durante le ricerche nel territorio centuriato di Villadose. Affrontando questo argomento, fu subito
evidente il fatto che non esistono a tutt’oggi reperti antichi di pura scrittura musicale oppure che diano indicazioni precise su ciò che effettivamente si suonava o cantava. Esistono i testi, invece, di diversi canti religiosi oltre a frammenti di inni anche militari evocanti la figura del proprio comandante o su altri argomenti. Probabilmente il più noto frammento è L’EPITAFFIO DI SICILO, del I o II sec. d.C . scolpito su stele
funeraria, ritrovata nella Turchia sud occidentale, la quale riporta un testo greco di compianto e, sopra le parole del testo, le lettere greche, come
era in uso per la scrittura musicale, corrispondenti all’altezza dei suoni
singoli della melodia cantata. Si tratta di un canto laconico, in tonalità
minore, che rispecchia sensazioni e sonorità mediterranee....ma non può
bastare per darci un globale senso della musica antica. Gli studiosi di
oggi, i musicologi, ci dicono che la musica antica era prevalentemente
melodica, con note di accompagnamento strumentale, come armonia, costituita con intervalli di 4a o 5a oppure in distanza di 8a , questo stile certamente poteva essere stato in uso verso il V e IV sec. a.C. ma è da credere che in seguito, nei secoli seguenti, la musica abbia subìto una consistente evoluzione e maggior ricchezza sonora sia nelle esecuzioni di canti
conosciuti o nelle improvvisazioni musicali che valenti artisti di allora
sapevano esternare, grazie alla profonda conoscenza del proprio strumento e alla profonda dedizione rivolta allo stesso o, diciamo
A sin.: Ricostruzione di lira rinvenuta in una
tomba romana di Kerc (Museo della Civiltà
Romana)
A des.: Ricostruzione di cetra sulla base di
un’immagine di affresco della villa romana di
Boscoreale Museo della Civiltà Romana di
Roma)
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pure, per la profonda passione, che suscita la musica in chi la vive totalmente, come succede oggi e come è sempre stato.
Esistono, per fortuna, tanti affreschi, meravigliosi mosaici e bassorilievi
che attestano vari momenti della vita nel passato, sovente raffigurata con
la partecipazione di musicisti i quali praticano oltre alla classica cetra,
innumerevoli altri strumenti sia a fiato che ritmici o a corde, sia come solisti che in gruppi.
Dal canto mio, nel cercare di ricreare uno stile sonoro che ci possa condurre alla rievocazione musicale adatta ai vari momenti della vita Romana antica, ho pensato, in primo luogo, di adattarmi a comporre semplici
duetti usando gli intervalli di 4a e 5a, per due strumenti a fiato come i
flauti, dando loro un titolo significativo della vita sociale civile:
SPONSALI, CONVIVIUM, MERCATUS e IN TABERNA, e inoltre
FORUM indicativo di vita militare. In seguito, nella ricerca di approfondire la mia conoscenza in merito alla musica antica con documentazioni
più particolareggiate, compresa la visione di molte foto di antichi mosaici
o di affreschi (es. da Pompei), da riviste archeologiche, devo sottolineare
che per me è stata molto importante la conoscenza del libro di Maria Paola Guidobaldi (1) che mi ha fatto comprendere come i musici di allora
fossero molto apprezzati, tanto più che nel periodo imperiale la musica
era presente un po’ dappertutto: veniva eseguita nelle case private da
musici schiavi, o liberti, oppure artisti liberi che ottenevano compensi a
volte molto consistenti, era eseguita per le vie cittadine da musici che vivevano di elemosina o al seguito di riti processionali e, da non dimenticare, nei teatri costruiti appositamente per concerti strumentali con esecutori molto rinomati e strapagati, a volte, riportano le cronache di allora
,con compensi favolosi. Venivano indette vere gare di esecuzioni musicali
accompagnate dal canto con improvvisazioni sia di musiche e di testi poetici istituite dagli stessi imperatori appassionati fra i quali Nerone, Caligola, Adriano, Commodo, Eliogabalo, Alessandro Severo e Domiziano.
In vista del convegno di
Ricostruzione dell’organo idraulico ritrovato a
Budapest risalente al III sec. d.C. (Museo della
Civiltà Romana di Roma)
(1) - M.P. Guidobaldi: Musica e Danza, Roma
1992, Quasar ed. (Collana promossa del Museo
della Civiltà romana di Roma)
Pittura parietale dagli scavi archeologici di Stabia
con immagine di musicista che suona contemporaneamente con due cetre.
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Archeologia Sperimentale tenuto a Villadose, è stata mia cura, perciò,
preparare alcune diapositive raffiguranti antichi strumenti musicali dell’epoca Romana antica (in parte ricostruiti in laboratorio) come l’organo
idraulico ritrovato a Budapest e di cui si può ammirare una copia presso
il Museo della Civiltà Romana a Roma e molti altri: cetre, strumenti a
fiato e a percussione.
Vediamo le cetre quale evoluzione di costruzione hanno subito, attraverso il tempo, con l’aggiunta di più corde, acquistando una struttura
più robusta e complessa, appunto per sostenere la tensione creata dalle
corde aggiunte che arrivano anche a un numero superiore alle 20 unità.
Questi strumenti sono significativi, perciò, non solo di una profonda
evoluzione nella loro forma ma viene spontaneo pensare ad una maggiore resa musicale da parte degli esecutori, che potevano arricchire, armonicamente le loro esecuzioni musicali e improvvisazioni.
Molto significativa è l’immagine dell’affresco, che oggi si trova al museo di Napoli proveniente dagli scavi archeologici di Stabia riguardanti
l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., dove è raffigurato un citaredo che sta
suonando usando due cetre contemporaneamente. Tiene la prima appoggiata al corpo e la suona con la mano sinistra, mentre esegue con la
mano destra usando un’altra cetra in posizione coricata sullo stesso letto
attorniato da tre persone in ascolto. L’espressione del viso di queste figure denota stupore e massima attenzione a quello che sta eseguendo il musicista che, dal modo di vestire e dalla sicurezza che traspare dalla sua
figura, si potrebbe definire come l’emblema del ricercato musicista professionista, per la sua virtuosità musicale, come per l’appunto gli storici
del passato ci tramandano. Questa immagine mi ha fatto molto riflettere
e mi ha spinto a tentare la creazione di brevi composizioni più ricche di
sonorità ovviamente cercando di escludere soluzioni armoniche della
musica del nostro tempo, e qui l’impegno non è facile. Brevi composizioni sono state inserite nel CD Centuriatio Hatriae fra cui fra le più ricche di sonorità il brano TONSTRINA (la bottega del barbiere) e il brano
ATHESIS in omaggio a questa antica via fluviale che bagna la nostra
terra. Quindi CENTURIAZIONE, ricco di sonorità di ottoni e ritmi,
allusiva ad una marcia trionfale militare. Invece per sottolineare momenti di vita religiosa: RITO VOTIVO e DANZA EGIZIANA (riferenti a
canti religiosi e danze provenienti dalle più disparate terre sotto l’impero
di Roma).
Devo in ogni caso, rivolgere un ringraziamento indiretto a Walter
Maioli, musicista pioniere nel campo della creatività rivolta alla archeologia sperimentale, che con le sue ricostruzioni di strumenti musicali, simili a quelli raffigurati nei mosaici, affreschi e bassorilievi marmorei antichi, mi ha aiutato ad aprirmi verso una concezione di una musica antica Romana molto più evoluta di quello che si potrebbe immaginare. Per
concludere possiamo dire che la ricostruzione degli strumenti musicali,
effettuata da esperti archeologi, manipolando antichi reperti, ci permette
di sentire la loro sonorità, ma è chiaro che non
Stele funeraria di età romanarinvenuta in Spagna
raffigurante una giovine che suona uno strumento a corda.
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potremo mai sentire. purtroppo, la vera essenza della musica antica, le
loro creazioni o canti.
Ricordiamo che il più importante storico antico dell’arte della musica
della Roma Imperiale, M. Terenzio Varrone Reatino, che aveva scritto il
DISCIPLINARIUM LIBRI IX, nei quali trattava l’esposizione della teoria dei ritmi, le leggi dell’armonia dei suoni, oltre alla descrizione degli
strumenti musicali e storia e anedottica della musica sia greca che romana, di questo importante trattato che ci riportava tutto il sapere della musica sul mondo antico, non ci è pervenuto, ai giorni nostri, neppure un
frammento e tutto il sapere, perciò, dell’antica musica pagana romana
rimarrà nell’oblìo.
Copertina del CD prodotto dal Gruppo Archeologico di Villadose in collaborazione con l’Associazione Culturale Athesis di Boara Polesine,
contenente i brani musicali ispirati all’antichità,
composti dal maestro Odorizzi.
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