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06/03/2003 |
Astrologia
Dottrina secondo cui la configurazione astrale influenzerebbe il destino e il carattere degli esseri umani.
Attestata per la prima volta in Mesopotamia nel XVIII sec. a.C., l'astrologia giunse nel territorio della Svizzera
attuale all'epoca delle conquiste romane; lasciò tuttavia poche tracce, limitate a un mosaico a Boscéaz, un
bacile bronzeo ad Augusta Raurica, un dodecaedro a Ginevra. Dopo il crollo dell'Impero romano fu in larga
misura dimenticata, sia perché scomparvero le conoscenze astronomiche necessarie per il calcolo della
posizione degli astri (Astronomia), sia perché il cristianesimo, spec. con S. Agostino, combatté l'astrologia
divinatoria, che metteva in dubbio il libero arbitrio della persona e l'onnipotenza di Dio. La lex Romana
Curiensis e i Capitula Remedii, testi giuridici della Rezia curiense, contenevano norme contro la divinazione; la
Vita di S. Lucio (800 ca.) e altri manoscritti altomedievali (ad esempio le Recognitiones Clementis di Disentis e
San Gallo, IX/X sec.) documentano la lotta condotta dalla Chiesa contro l'astrologia, nonostante il ruolo
attribuito agli astri nel primo cristianesimo (per esempio la stella di Natale).
Portata dagli Arabi in Spagna e in Sicilia, l'astrologia riapparve nuovamente in Europa nell'XI sec. Nel tardo ME
era già diffusa in tutti gli strati sociali ed era stata promossa al rango di scienza ufficiale; il prestigio
dell'astrologia raggiunse il suo vertice durante l'umanesimo, benché molti umanisti, come Pamphilus
Gengenbach, parodiassero l'attività degli astrologi indovini. Tre importanti esponenti della medicina
astrologica, che metteva in relazione gli astri e le parti del corpo (analogia macrocosmo/microcosmo), erano
di origine sviz.: Conrad Heingarter (Defensio astrologica, 1488), Paracelso e Leonhard Thurneysen.
Il giudizio dei riformatori in materia astrologica non fu uniforme: Zwingli, Calvino e Vadiano respinsero
l'astrologia divinatoria, mentre Filippo Melantone era propenso a credervi. Poco prima del 1500 l'astrologia
apparve negli Almanacchi, che indicavano ai contadini quando compiere i lavori agricoli e i salassi: per queste
attività era infatti considerata essenziale la posizione dei cinque pianeti allora noti, del sole e della luna. Nel
XVII sec., con l'avvio della conoscenza scientifica, venne meno la stretta relazione fra astrologia, astronomia e
matematica; le Chiese rif. e catt., inoltre, intensificarono la lotta contro l'astrologia, intesa come
Superstizione, e in particolare contro la credenza negli oroscopi di nascita. Nel XVIII sec. l'Illuminismo confinò
l'astrologia nella clandestinità, benché essa fosse ancora coltivata da astronomi stimati. Malgrado
l'opposizione dei lettori, nella prima metà del XIX sec. l'astrologia scomparve dagli almanacchi; sopravvissuta
in qualche detto contadino, nella Svizzera di inizio sec. essa aveva un ruolo ormai quasi trascurabile.
Ritenuta scomparsa, l'astrologia conobbe una nuova diffusione come risposta alla crisi spirituale provocata
dalla prima guerra mondiale e dalla depressione economica. Diversamente da epoche precedenti, l'astrologia
non era più legata alla pop. rurale, impegnata nel lavoro nei campi, ma affondava le proprie radici nei
movimenti esoterici di inizio sec., nati nelle città, come ad esempio i Rosacroce, ed era caratterizzata da una
forte impronta psicologica. I pionieri di questa nuova astrologia furono Karl Ernst Krafft, l'antroposofo Rudolf
Steiner, lo scrittore Alfred Fankhauser e Carl Gustav Jung (principio di sincronicità). Dagli anni '30 si diffusero
in Svizzera centri di consulenza astrologica, case editrici e riviste specializzate, quali Trigon, rivista fondata da
Fankhauser nel 1933. Diffusa dopo la seconda guerra mondiale in fasce sociali sempre più estese (Nuovi
movimenti religiosi, Esoterismo), l'astrologia ricevette un nuovo impulso dal movimento New Age, che si
sviluppò verso la fine degli anni '60. Nel 1982, su 1000 persone interpellate nel quadro di un sondaggio, ca. la
metà credeva agli influssi degli astri sulla propria vita. Le Chiese, che avevano respinto l'astrologia come
surrogato della fede, hanno finito con l'accettarla almeno come sostegno psicologico dell'individuo.
Bibliografia
– A. Gattlen, «Zur Geschichte der astrologischen Praktik in den Walliser Kalendern des 18. und 19.
URL: http://www.hls-dhs-dss.chI8254.php
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Jahrhunderts», in SAVk, 51, 1955, 49-60
– W. Koch, «Melanchthon, Zwingli und die Astrologie», in 39. Kosmologisches Jahrbuch, 1968, 13-32
– LexMa, 1, 1135-1145
– TRE, 4, 277-315
– E. Derendinger, Die Beziehungen des Menschen zum Übernatürlichen in bernischen Kalendern des 16. bis
20. Jahrhunderts, 1985
– S. Pfister, Parodien astrologisch-prophetischen Schrifttums 1470-1590, 1990
Autrice/Autore: Marco Jorio / vfe
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