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F i l i p p o M e d i n a
SOLE E FARMACI
UNA QUESTIONE DI PELLE
Si avvicina l’estate e con l’abbronzatura tornano i rischi
per la nostra pelle. Bisogna prestare la consueta attenzione anche per evitare fastidiose reazioni allergiche nel
caso di utilizzo di farmaci
S
ole e farmaci non sempre vanno
d’accordo, anzi: negli ultimi anni
sono sempre più frequenti i casi di
reazioni cutanee all’esposizione al sole in
soggetti che fanno uso di particolari farmaci. Analoghe reazioni si verificano anche in seguito a pratiche di abbronzature artificiali mediante raggi ultravioletti.
È un problema che non riguarda, come
spesso si crede, solo chi ha già sofferto di
allergie, anche se è vero che chi va incontro a questi fenomeni è spesso “un allergico”, cioè una persona normalmente
sensibile a sostanze come la polvere, i
pollini, alcuni alimenti ecc.
LE CAUSE
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Le molecole contenute nei farmaci arrivano sempre anche a contatto con le
cellule della cute attraverso la fitta rete
di piccoli vasi sanguigni che irrorano
tutto il corpo. Alcune sostanze, dette fotosensibili, in presenza della luce solare stimolano alcune cellule della pelle a
liberare una particolare sostanza, l’istamina. Questa provoca un’immediata
vasodilatazione con conseguente maggiore apporto di sangue: la pelle si ar-
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Filippo Medina ha una lunga esperienza professionale di medico internista (già clinico universitario e primario medico). Attualmente esercita come specialista di medicina interna presso il Centro diagnostico italiano e presso la Casa di cura S.
Pio X di Milano. Svolge inoltre un’intensa attività
di giornalista medico come responsabile di riviste
specialistiche ed è collaboratore di numerosi giornali e riviste tra cui Il Giornale, Le Scienze, Nel Blu,
ViverSani&Belli, In Forma Perfetta.
rossa, poi si irrita, dà prurito e infine si
gonfia a causa dell’accumulo di siero
(la parte acquosa del sangue) che fuoriesce dai vasi dilatati.
Altri farmaci, invece, non determinano
la liberazione di istamina ma un eccesso di produzione di melanina, cioè la
sostanza che determina l’abbronzatura, con distribuzione irregolare nelle
diverse parti del corpo. Il risultato è
un’abbronzatura a macchie, molto antiestetica, perché le parti in cui la melanina risulta essere più abbondante
tendono a diventare molto scure. Di solito ciò avviene sulle guance e nelle zone intorno agli occhi. I farmaci che più
spesso danno origine a questi problemi
sono quelli a base di ormoni estrogeni,
in particolare la pillola anticoncezionale e altri preparati utilizzati per i problemi ginecologici.
DUE TIPI DI REAZIONE
Il sole di per sé non ha colpa, rappresenta esclusivamente il fattore scatenante di
due fenomeni analoghi ma con caratte-
ristiche specifiche: la fotoallergia e la fototossicità.
La fotoallergia ha come conseguenza un
eritema diffuso, estremamente fastidioso
perché provoca prurito anche in quelle
parti del corpo che non sono state esposte
al sole. Si tratta di una reazione del sistema immunitario. Alcune molecole chimiche provocano la formazione di sostanze
che l’organismo riconosce come potenziali nemici. Ciò mette in allarme il sistema di difesa naturale dell’organismo che
I farmaci più colpevoli di fotoallergia o fototossicità
䡵 Antiacne
䡵 Antimicotici
䡵 Antitumorali
䡵 Antiaritmici
䡵 Antinfiammatori
䡵 Contraccettivi orali
䡵 Antibatterici
䡵 Antiprurito
䡵 Diuretici
䡵 Antidepressivi
䡵 Antipsicotici
䡵 Ipoglicemizzanti
䡵 Antidolorifici
䡵 Antipsoriasici
䡵 Miorilassanti
䡵 Antiepilettici
䡵 Antireumatici
䡵 Urologici
ATTENZIONE A
CREME, PROFUMI E ALIMENTI
Esistono diverse sostanze contenute nei profumi e in alcuni prodotti cosmetici che, a contatto con la pelle esposta al sole, possono dare origine a
fenomeni di fotosensibilità. Ciò è dovuto ai raggi ultravioletti, che trasformano in irritante quello che fino a ieri era tollerato senza problemi. I prodotti più rischiosi contengono bergamotto, succo di fico, essenza di verbena, di eucalipto, olio di ricino e alcol.
Anche alcuni alimenti possono dar luogo agli stessi problemi. Tra i cibi che
sarebbe meglio evitare quando si è particolarmente sensibili alla luce vi sono limone, prezzemolo, sedano, ruta, finocchio e cedro. Tutti contengono
sostanze chiamate psoraleni che non vanno d’accordo con il sole.
Eritemi e scottature allergiche possono anche essere la conseguenza di una
scampagnata. L’erba e alcuni fiori (gerani, primule, oleandri) contengono
sostanze chiamate fotocumarine che, con l’azione dei raggi ultravioletti,
scatenano reazioni che talvolta lasciano sulla cute macchie indelebili di colore più chiaro.
LA DIAGNOSI
Le reazioni provocate dall’interazione
sole-farmaci non sempre sono facili da
riconoscere. Solo il medico, dopo un’accurata raccolta di dati (anamnesi) e una
COSA FARE
Sia che si tratti di fotoallergia di fototossicità la reazione si attenua e scompare
sospendendo l’uso del farmaco o interrompendo l’esposizione al sole.
Se si scatena la reazione, bisogna anzitutto cercare di ridurre i sintomi. Per prima cosa è necessario effettuare tre o
quattro volte al giorno impacchi con acqua tiepida e amido. L’uso di creme
emollienti e rinfrescanti doposole spesso
è sufficiente a dare sollievo alla cute.
Se le cure dolci non hanno effetti si può
ricorrere, ma solo su prescrizione medica, a farmaci a base di antistaminici o di
cortisone da prendere per bocca. Meglio
evitare pomate o creme antistaminiche o
cortisoniche da usare localmente, perché
anche questi prodotti sono fotosensibi-
lizzanti, cioè possono peggiorare la situazione. Vanno evitate docce e bagni
caldi perché il calore accentua la vasodilatazione e quindi aumenta il gonfiore.
LA PREVENZIONE
Tutti i farmaci che possono scatenare reazioni allergiche con il sole riportano nel
foglietto illustrativo le avvertenze relative
a un possibile danno provocato dall’esposizione ai raggi ultravioletti. Se la cura
non è indispensabile e si desidera una bella abbronzatura senza problemi è necessario sospendere il trattamento.
Quando invece il farmaco è indispensabile, l’unico modo per evitare complicazioni
è astenersi dall’esposizione al sole, almeno
fino a quando non è terminata la cura con
quella particolare sostanza. Prima di
esporsi ai raggi ultravioletti è comunque
necessario lasciar passare ancora qualche
giorno affinché l’organismo possa smaltire le molecole chimiche che, combinate
con l’azione del sole, provocano l’allergia.
Chi non intende rinunciare del tutto al
sole oppure teme la reazione anche per
una dose minima di raggi ultravioletti,
come quella assorbita durante una passeggiata o mentre si pratica uno sport,
può ricorrere all’uso di filtri solari a protezione totale. Andrebbero scelti quelli a
base di sostanze che assorbono sia i raggi Uva sia quelli Uvb.
Attenzione però a leggere sempre la composizione del prodotto, perché esistono
creme solari che contengono anche sostanze sensibilizzanti.
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scatena l’allergia: la pelle si irrita e compaiono in tutto il corpo piccoli ponfi che
danno prurito. La reazione però non è immediata, cioè raramente si manifesta dopo una sola assunzione del farmaco, ma
compare dopo che la persona si è sensibilizzata alla sostanza in seguito a numerose somministrazioni.
La fototossicità, invece, provoca una reazione immediata che compare solo nelle
zone esposte ai raggi solari. La pelle diventa rosso-viola, si gonfia e prude. Nei casi più seri si copre di bolle e di vesciche piene di siero. Si tratta di un vero e proprio
danno alle cellule, causato dalla trasformazione ad opera dei raggi del farmaco in
una sostanza tossica per la pelle.
visita, è in grado di distinguere i due tipi
di reazione.
La differenza fondamentale è che la fotosensibilità è ritardata nel tempo rispetto alla somministrazione del farmaco e all’esposizione al sole e si presenta
sempre in persone che hanno già manifestato una predisposizione alle allergie.
Inoltre, la reazione può coinvolgere tutta la superficie cutanea perché dipende
dal sistema immunitario. La fototossicità invece può comparire in chiunque
faccia uso di un farmaco “a rischio”. La
reazione in questi casi è immediata, si
manifesta soltanto nelle aree colpite dal
sole e dipende dalla concentrazione del
farmaco nelle cellule della cute.