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Padova, 30 luglio 2015
IL TELESCOPIO GALILEO SCOPRE UN PIANETA ROCCIOSO VICINO ALLA TERRA
Si chiama HD 219134b
Nei cieli dell'emisfero boreale, visibile per tutto l'autunno alle nostre latitudini, splende la
costellazione di Cassiopea. Molto ben riconoscibile dalle sue stelle cinque stelle brillanti che
compongono una W, questa regione del cielo ospita anche una stella meno appariscente, ma
comunque visibile anche ad occhio nudo sotto cieli bui e sereni. Il suo nome, poco accattivante, ma
che ricorderemo a lungo è HD 219134.
A prima vista indistinguibile da migliaia di altre, questa stella nascondeva un segreto che è
stato appena svelato da un team internazionale che comprende anche molti ricercatori
dell'INAF e dell’Università di Padova: un pianeta roccioso transitante, che eclissa ad
intervalli regolari il disco della propria stella madre. Il suo anno, ovvero il periodo orbitale,
dura appena tre giorni, il che rende la sua temperatura incandescente.
“È un risultato senza precedenti – spiega il prof. Giampaolo Piotto, dell’Università di Padova,
membro del team che ha portato a questa sensazionale scoperta -. È il pianeta roccioso più vicino a
noi, con caratteristiche molto simili a quelli della Terra. Appena abbiamo avuto la conferma della
scoperta ho pensato: ecco, abbiamo la sceneggiatura perfetta per il prossimo film di Spielberg. E’
un pianeta incandescente, non ospitale alla vita, ma quello che risulta più importante è che è ormai
chiaro che ci stiamo avvicinando sempre più alla individuazione di un pianeta analogo alla Terra.
Non ci siamo ancora, ma con l’Agenzia Spaziale Europea stiamo costruendo un satellite (PLATO)
che sicuramente raggiungerà lo scopo. Ci vorranno ancora dieci anni, ma alla fine siamo certi
troveremo un’altra Terra, probabilmente vicina a noi…”.
Non è esattamente un gemello della Terra in senso stretto quindi, ma comunque un oggetto raro e
prezioso per gli astronomi: ospitato da una stella brillante (di quinta magnitudine) e a soli 21 anniluce da noi.
“È il pianeta roccioso confermato più vicino a noi, il che spalanca prospettive emozionanti per
studiarne l’atmosfera in un prossimo futuro” spiega Giusi Micela, direttore dell’Osservatorio
Astronomico di Palermo dell’INAF e membro del team che ha portato a questo risultato, ora in via
di pubblicazione della rivista Astronomy & Astrophysics a primo nome di Ati Motalebi, ricercatrice
dell’Osservatorio di Ginevra, che ha coordinato per questa ricerca il consorzio internazionale.
La stella è una cosiddetta nana di tipo K, ovvero simile al nostro Sole ma leggermente più fredda e
più piccola. Ma è vicinissima a noi, ad appena 20 anni luce.
“Il pianeta è stato scoperto con il nostro Telescopio Nazionale Galileo” dichiara Emilio Molinari,
direttore del Telescopio Nazionale Galileo (TNG), “nell’ambito di un programma di ricerca di
pianeti rocciosi, simili alla Terra, condotto con il miglior cacciatore di pianeti attualmente
disponibile a Terra, HARPS-N, montato appunto sul nostro telescopio italiano. Questo risultato è di
grande soddisfazione e per noi e per tutto l’INAF, che ha scelto di investire risorse in uno strumento
all’avanguardia nella ricerca di pianeti extrasolari”.
Il nuovo mondo, chiamato HD 219134b, è stato infatti scoperto grazie ad HARPS-N, il "cacciatore
di pianeti", uno strumento spettroscopico montato sul TNG nell'isola di La Palma alle Canarie.
HARPS-N è stato sviluppato e installato da una vasta collaborazione internazionale che include
partner italiani assieme all'osservatorio di Ginevra, un consorzio di Università Inglesi e l’HarvardSmithsonian Center for Astrophysics (USA). Questo strumento è in grado di misurare la velocità
radiale della stella ospitante con una precisione che non ha rivali in tutto l'emisfero boreale, ed è ciò
che ha permesso di individuare il pianeta grazie al minuscolo "dondolio" che la sua presenza induce
gravitazionalmente sulla stella. Tale misura consente di ricavare la massa del pianeta, che in questo
caso è di quattro volte e mezza quella terrestre. E’ un pianeta un po’ più grande della Terra, ma
molto più piccolo di Urano e Nettuno. Gli astronomi chiamano questi pianeti, non presenti nel
nostro Sistema Solare “superterre”. HARPS-N ci da indicazioni sulla massa del pianeta, ma il team
di ricercatori responsabile della ricerca non si è accontentato. Ha voluto cercare anche il segnale
(raro) del passaggio “transito” del pianeta di fronte alla sua stella ospite. Perché sapevano che solo
in quel modo potevano misurare il raggio del pianeta, quindi il suo volume. Noto volume e massa si
ha la densità, quindi si può stabilire se il pianeta è roccioso come la Terra, o gassoso come Giove.
Questa ricerca ha richiesto la potenza di fuoco di un altro strumento senza rivali nel suo campo: il
telescopio spaziale Spitzer, operato dalla NASA, che lavora nelle lunghezze d'onda infrarosse al di
fuori delle sorgenti di disturbo presenti nella nostra atmosfera. Fortuna audace iuvat. Misurando la
luminosità di HD 219134 durante la finestra temporale predetta, Spitzer ha misurato in effetti una
minuscola diminuzione di luce, della durata di poche ore: il transito di HD 219134b. Dall'entità di
questa diminuzione si è stabilito che il raggio del pianeta è appena 1.6 volte il raggio terrestre, il che
combinato con la massa misurata da HARPS-N, porta a una densità di circa 6 g/cm³. Un valore
molto simile alla Terra, il che conferma HD 219134b a pieno titolo come una superterra, eccitando
la fantasia di tutti noi.
Le sorprese non si sono fermate ad HD 219134b, che si è rivelato essere solo il membro più interno
di un sistema planetario composto di ben altri tre pianeti, scoperti tramite un'analisi approfondita
delle velocità radiali di HARPS-N. Questi pianeti sono rispettivamente un'altra superterra di 2.7
masse terresti su un'orbita di 6.8 giorni di periodo, un pianeta nettuniano di 9 masse terrestri e 47
giorni di periodo, e infine un pianeta gigante (62 masse terrestri, circa due terzi del nostro Saturno)
molto più distante, con ben tre anni di periodo.