LE MONETE DI ADRIANO
Publius Aelius Hadrianus
Adriano nacque, probabilmente, a Roma nel gennaio del 76, ma la sua famiglia
era originaria della Betica (Spagna) dove si era trasferita moltissimi anni
prima dal Picenum, terra d’origine della Gens Aelia. Il padre, Publius Aelius
Hadrianus Afrus era cugino di Traiano. Alcuni sostengono però che il futuro
imperatore fosse nato proprio ad Italica, in Spagna, come il suo predecessore.
Una radicata tradizione tramanda che Traiano, sul letto di morte, abbia
adottato Adriano designandolo come suo successore. Secondo una più recente
tesi storica pare però che le cose non siano andate proprio così perché Adriano,
alla morte del padre avvenuta nell’85, fu affidato a due tutori uno dei quali
era proprio Traiano: quindi già da molti anni il giovane Adriano era entrato
a far parte della famiglia dell’imperatore che, ricordiamolo, non aveva eredi.
Adozione formale o no, sul letto di morte o prima, Adriano era comunque il
successore designato di Traiano, come risulta del resto, lo vedremo più avanti,
da alcune monete.
Adriano percorse brillantemente tutti i gradini del cursus honorum di un
giovane patrizio, tra l’altro era stato console per la prima volta nel 108 ed
era già candidato a ridiventarlo nel 118, e seguì fedelmente l’imperatore nelle
campagne di Dacia e di Parthia. Era governatore della Siria quando Traiano
morì.
Nel quartiere generale di Adriano in Antiochia di Siria, il governatore
fu acclamato imperatore il 17 agosto del 117, due giorni dopo la morte di
Traiano. Il Senato di Roma, benchè alcuni dei suoi membri si ritenessero più
meritevoli della massima carica, non poté fare altro che prendere atto della
nuova situazione e confermare la elezione di Adriano. Pare che il tradizionale
congiarium distribuito ai soldati e al popolo fosse di circa 150 denari a testa, il
doppio del primo effettuato da Traiano.
Il nuovo imperatore inviò al Senato un indirizzo pieno di tatto promettendo
che non avrebbe decretato pene capitali a carico di nessuno e che avrebbe
continuato la politica di Traiano, per il quale chiese anzi che fossero decretati
onori divini, ma poi seguì una politica del tutto originale che, per certi aspetti,
era anzi l’opposto di quella di Traiano. Quest’ultimo fu soprattutto un grande
soldato, mentre il suo successore, come si direbbe oggi, fu un abilissimo uomo
politico, molto più attento agli interessi concreti dell’impero che non alla sua
estensione territoriale, mediante nuove conquiste militari. Adriano si rese subito
conto che la politica espansionistica di Traiano in Oriente poteva essere assai
pericolosa per Roma, infatti, per continuare la guerra contro i Parti, interrotta
a causa della morte di Traiano, si sarebbe dovuto sguarnire i confini danubiani
con conseguenze potenzialmente pericolose per l’impero.
Adriano ritirò quindi le frontiere orientali più a nord, abbandonando così
11
di Roberto Diegi *
* Collaborazione per la parte informatica:
Francesco Diegi
Note iconografiche:
Le fotografie di seguito riportate a corredo dell’articolo sono state tratte, per
scansione al PC, dai seguenti cataloghi
d’asta: NAC 24/2002, NAC 25/2003,
NAC 29/2005, NAC 33/2006, NAC 40 e
41/2007; Thalec 2000, 2003, 2005, 2007;
Hess Divo, asta 308 dell’ottobre 2007;
Kunker, asta 124 del marzo 2007. Si sono
pure utilizzate alcune immagini tratte dal
II volume di D.R. Sear “ Roman coins and
their values”.
Valgono anche qui le considerazioni
già fatte a suo tempo per Traiano: la
vastità della monetazione di Adriano
ha comportato delle scelte radicali e,
ovviamente, anche molto personali,
riportando pertanto qui le immagini
di alcune soltanto delle coniazioni più
significative del suo lungo regno.
Foto 1. Aureo di 6,99 grammi coniato
a Roma nel 117, quando Adriano era
ancora Cesare. Al diritto busto laureato di
Adriano e legenda HADRIANO TRAIANO
CAESARI. Al rovescio il busto corazzato e
laureato di Traiano con legenda IMP CAES
NER TRAIAN OPTIM AUG GERM
DAC. Cohen 5 (Adriano e Traiano),
R.I.C. 1 (a)
Foto 2. Aureo di 7,24 grammi coniato a
Roma nel 128. Al diritto testa laureata
dell’imperatore e legenda HADRIANUS
AUGUSTUS. Al rovescio Adriano a
cavallo e scritta COS III. Cohen 414,
R.I.C. 187. (b)
molti territori conquistati da Traiano, su una linea più breve ma certamente di
più sicura difesa confermando viceversa l’annessione della Dacia all’impero e
suddividendone il territorio in tre province distinte e più controllabili.
Le decisioni di Adriano cambiarono radicalmente la politica estera di
Roma: l’imperatore abbandonava ogni proposito di nuove conquiste territoriali
per porre l’impero, come ai tempi di Augusto e di Tiberio, in posizione più
difensiva.
La scelta del nuovo imperatore non piacque ovviamente ai grandi generali
di Traiano che avevano partecipato alle imprese militari di quest’ultimo e che,
in particolare, sognavano di dare il colpo di grazia al regno dei Parti.
Il malcontento dei generali si tramutò in una vera e propria cospirazione
contro Adriano che venne scoperta quando l’imperatore si trovava lontano da
Roma per respingere i Sarmati ed i Roxolani che avevano invaso la Moesia.
Al ritorno in Roma di Adriano, nel luglio del 118, il Senato, in quanto corte
inquirente, aveva già istituito il processo e condannato a morte quattro illustri
generali di Traiano nonché senatori. Il timore di una nuova guerra civile aveva
indotto gli amici di Adriano in Roma ad affrettarsi ad eliminare un possibile
pericolo per il trono, ad insaputa dello stesso imperatore, al quale non restò
che prendere atto di quanto avvenuto, forse con personale dispiacere, oltre alle
sue convinzioni sulla pena di morte, perché erano stati giustiziati alcuni dei più
prestigiosi generali dell’impero.
Ma l’atteggiamento prudente di Adriano in politica estera non deve far
pensare che fosse un debole: dopo aver respinto i tentativi di invasione sul
Danubio, si trovò ad affrontare una ennesima rivolta ebraica, la terza dopo
quelle già domate da Tito e Traiano, rispettivamente nel 66 e nel 117. La
ribellione si era sviluppata nel 132 con incredibile violenza in tutta la Giudea,
capeggiata da Simeon Bar Kocheba e la repressione romana, ovviamente
disposta da Adriano, fu spietata. La Giudea perse per sempre ogni velleità di
indipendenza tanto che si parlò, allora, di 600.000 ebrei uccisi dalle truppe
comandate dal generale romano Sesto Giulio Severo. Tuttavia gli Ebrei sparsi
per il mondo ed in Oriente in particolar modo dopo la prima rivolta domata da
Tito, non subirono rappresaglie né limitazioni al loro culto. Era il 135 e la terza
guerra giudaica era durata quasi tre anni.
Adriano si dedicò con grande meticolosità a visitare molte province per
rafforzare le difese (famoso è il Vallo Adriano fatto erigere per meglio difendere
la Britannia romana dalle bellicose popolazioni barbare del nord) ma anche per
rendersi conto personalmente della situazione locale.
Foto 3. Aureo di 7,28 grammi coniato a Roma nel 136. Al diritto testa nuda di Adriano volta a
sinistra con legenda HADRIANUS AUG COS III P P. Al rovescio rappresentazione dell’Egitto
sdraiato con iscrizione AEGYPTOS. Cohen 114, R.I.C. 296.
E’ una delle tante monete coniate in ricordo dei viaggi dell’imperatore: è stato scelto questo
aureo perché l’Egitto, assieme alla Grecia (si veda il seguente) ebbe una parte molto importante
nella vita di Adriano. (c)
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L’expeditio augusta iniziò nel 120 con la visita delle Gallie e della frontiera del
Reno; nel 122 Adriano fu nelle province iberiche e l’anno seguente passò in
Asia Minore raggiungendo la Grecia dove si fermò a lungo in Atene.
Adriano ebbe sempre una particolare attrattiva per tutto ciò che era greco
e che a quell’epoca rappresentava la summa di ogni conoscenza filosofica e
artistica. La sua simpatia per la Grecia arrivò al punto di equiparare i cittadini
di Atene agli abitanti di Roma, con gli stessi identici diritti di questi ultimi.
Nel 127 l’imperatore lasciò la Grecia per ritornare in Italia, in Sicilia, e
da qui di nuovo a Roma. Ma nel 128 ripartì per l’Africa e, dopo una nuova
breve sosta nella capitale, negli anni 130 e 131 ispezionò a fondo l’Egitto, la
cui antica civiltà impressionò molto Adriano che ad essa ispirò anche la sua
copiosa monetazione locale, come vedremo più avanti.
Ovunque si recò Adriano fece erigere muraglie ed imponenti fortificazioni
a difesa delle frontiere dell’impero che, nella sua lungimirante concezione, non
poteva più espandersi e andava peraltro solidamente difeso.
Adriano si era anche reso conto che la difesa della immensa estensione
territoriale dell’impero di Roma non poteva più essere affidata solo alle legioni
italiche. Occorreva fare sempre più affidamento sulle province che potevano
assicurare, sul posto e con le loro forze, un efficace controllo delle frontiere per
respingere i continui attacchi dei barbari.
Posto l’impero al riparo con muraglie e fortificazioni, Adriano riportò a 28
il numero delle legioni e stabilì che il reclutamento dei soldati fosse effettuato
nella zona di presidio di ciascuna legione, tra gli abitanti della stessa regione.
Le riforme.
Liberatosi degli impegni militari e delle truppe in soprannumero, mobilitate
a suo tempo da Traiano per la guerra partica, Adriano si potè dedicare ad
importanti riforme amministrative dello stato, conferendo al principato il ruolo
preminente di centro propulsore e di controllo, sganciato dalle pressioni del
Senato, dell’esercito e delle varie classi sociali.
Molta cura fu dedicata alla pubblica amministrazione, i cui dirigenti furono
classificati secondo una precisa gerarchia, in cima alla quale vi era l’imperatore,
denominato Dominus Noster, ben coadiuvato da un consilium principis, con
appunto funzioni prettamente consultive, al quale fu successivamente affiancata
una commissione permanente di giureconsulti, presieduta da un senatore e,
all’inizio, dal famoso giurista di origini africane Lucio Salvio Giuliano.
Adriano dette sempre molta importanza al diritto: a Lucio Salvio Giuliano
Foto 4. Aureo di 7,37 grammi coniato a Roma nel 136. Al diritto busto paludato dell’imperatore
e legenda HADRIANUS AUG COS III P P. Al rovescio Adriano in piedi porge una mano, per
sollevarla, ad una figura femminile inginocchiata: la legenda recita RESTITUTORI ACHAIAE.
Cohen 1214, R.I.C. 321 c.
Questo aureo è storicamente importante perché rappresenta significativamente il ruolo di Adriano
come l’imperatore che ha ridato nuova “vita” alle province ed in particolare, come in questo
caso, alla Grecia. (d)
13
Foto 5. Aureo di 7,30 grammi coniato a
Roma nel 137 al nome di Aelio Cesare. Al
diritto testa nuda a sinistra di Aelio con la
legenda L AELIUS CAESAR. Al rovescio
la Concordia seduta e legenda TRIB POT
COS II (il secondo consolato è naturalmente
di Aelio); in esergo CONCORD. Cohen 12,
R.I.C. 443 (Adriano). (e)
Foto 6. Aureo di 7,29 grammi coniato a
Roma presumibilmente nel 129 al nome
della moglie Sabina. Al diritto busto a
sinistra della imperatrice diademato con
i capelli raccolti in una lunga treccia: la
legenda è SABINAAUGUSTA HADRIANI
AUG P P. Al rovescio la Concordia seduta
con la scritta CONCORDIA AUG. Cohen
13, R.I.C. 398 (Adriano). (f)
Foto 7. Denario di circa 3,30 grammi
coniato a Roma probabilmente nel 117.
Al diritto busto di Adriano e legenda IMP
CAES TRAIAN HADRIANO OPT AUG
GER DAC. Al rovescio Traiano e Adriano
di fronte con attorno la scritta PARTHIC
DIVI TRAIAN AUG F P M TR P COS P
P: in esergo ADOPTIO. Cohen 4, R.I.C.
3b. (g)
Questo denario con la scritta esplicita
ADOPTIO sembra avvalorare la tesi,
prevalente, di coloro che ritengono
che Adriano sia stato adottato dal suo
predecessore negli ultimi anni della sua
vita, anche se magari non proprio sul letto
di morte. Anche l’aureo di cui alla foto 1
sembra suffragare questa ipotesi, in quanto
Adriano vi figura come Cesare, cioè come
successore designato.
Foto 8. Denario di circa 3,30 grammi
coniato a Roma nel 119-122. Al diritto
IMP CAESAR TRAIAN HADRIANUS
AUG con testa laureata dell’imperatore . Al
rovescio la Provvidenza stante con globo
ai suoi piedi: attorno P M TR P COS III;
nel campo PRO AUG, ai lati della figura.
Cohen 1198, R.I.C. 133. (h)
fu dato l’incarico di redigere una raccolta degli editti che i pretori avevano per
secoli emesso all’inizio dell’anno di carica.
Organo permanente del consilium principis fu la segreteria, composta da
quelli che oggi chiameremmo ministri, tutti appartenenti all’ordine equestre,
salvo il ministro delle finanze che fu ancora una volta un liberto come ai tempi
di Claudio.
Tra i vari personaggi che ricoprirono importanti incarichi nella amministrazione imperiale si ricorda Svetonio che, fino alla pubblicazione di quel
libello che è Vite dei dodici Cesari, fu ministro della corrispondenza imperiale.
Un anno dopo la pubblicazione della sua discussa opera, Svetonio non compare
però più nel governo di Adriano.
Tra le riforme amministrative di Adriano si ricorda la riorganizzazione della
posta e del trasporto pubblico e la creazione di un ufficio chiamato advocatus
fisci con il compito di tutelare anzitutto lo stato nei confronti dei cittadini che
contestavano le sue pretese, ma anche di sorvegliare la regolarità delle esazioni
fiscali. A questo proposito Adriano sostituì gradualmente le detestate e spesso
corrotte compagnie dei pubblicani con appositi procuratori statali.
Adriano cercò anche di incoraggiare, con interventi finanziari, la attività
agricola e quella mineraria, che soffrivano la mancanza di manodopera, attratta
dai lavori in città: l’inurbamento non è quindi fenomeno nuovo.
Tra i primi provvedimenti adottati da Adriano, all’atto della sua elezione,
vi fu un massiccio condono fiscale esteso a tutto l’impero; fu pure assegnata
una pensione, come già aveva fatto anni prima Nerone, a quei senatori che
versavano in condizioni disagiate mentre furono confermate, almeno all’inizio,
alcune antiche prerogative del Senato romano.
I rapporti tra l’imperatore e l’antichissima istituzione repubblicana si fecero
infatti sempre più tesi man mano che il tempo passava. Su questo difficile
rapporto, secondo alcuni, ebbe una notevole influenza la cattiva salute
di Adriano negli ultimi anni del suo regno ma al di là di questa situazione
contingente è assai probabile che Adriano, che si considerava, ed era, un
sovrano assoluto, fosse abbastanza insofferente delle interferenze del Senato
nelle sue decisioni.
Negli ultimi anni di vita dell’imperatore si pose poi il problema assai
importante della successione: Adriano non aveva eredi, così, nel 136, adottò
come figlio e presunto successore un giovane senatore di circa 32 anni, Lucius
Ceionius Commodus, da allora in poi chiamato però Lucio Aelio Cesare. Ma
nel gennaio del 138 Aelio morì e Adriano, ormai alla fine dei suoi giorni, adottò
Antonino Pio (Titus Aurelius Fulvus Boionius Arrius Antoninus) nominandolo
Foto 9. Denario di 3,47 grammi coniato a Roma nel 122. Al diritto busto laureato e paludato
dell’imperatore con legenda IMP CAESAR TRAIAN HADRIANUS AUG. Al rovescio è
rappresentata una galea con la scritta P M TR P COS III. Cohen 1174, R.I.C.113 var. (i)
La rappresentazione del rovescio vuole probabilmente alludere ai frequenti viaggi per mare di
Adriano all’inzio della primavera, la stagione nella quale si potevano riprendere le traversate: si
rammenta che proprio nel 122 l’imperatore si recò in Hispania via mare.
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suo successore e facendogli promettere che avrebbe a sua volta adottato, ai
fini di assicurare la successione futura, due giovani, Marco Aurelio (Marcus
Annius Verus) e Lucio Vero (Lucius Ceionius Commodus, figlio di Aelio).
Il 10 luglio dello stesso anno 138 Adriano morì a Baia, vicino a Napoli, e
fu sepolto nel grandioso mausoleo costruito appositamente a Roma, noto oggi
come Castel Sant’Angelo.
Cronologia delle principali attribuzioni imperiali.
Anno
108
117
M
118
119
120
121
122
123
124
125
126
127
128
129
130
131
132
133
134
135
136
137
138
Tribunicia Potestas
I
I-II
II-III
III-IIII
IIII-V
V-VI
VI-VII
VII-VIII
VIII-VIIII
VIIII-X
X-XI
XI-XII
XII-XIII
XIII-XIIII
XIIII-XV
XV-XVI
XVI-XVII
XVII-XVIII
XVIII-XVIIII
XVIIII-XX
XX-XXI
XXI
Consolato
Appellativo
I
Augustus, P
II
III *
PP
Foto 11. Denario di 3,51 grammi coniato
a Roma nel 136. Al diritto testa laureata
di Adriano e legenda HADRIANUS AUG
COS III P P. Al rovescio l’imperatore
tende una mano ad una fgura femminile
inginocchiata: la legenda recita
RESTITUTORI HISPANIAE. Cohen
1260, R.I.C. 327. (k)
Come per l’aureo di cui alla foto 4,
dedicato alla Acaia, questa moneta vuole
celebrare il ruolo dell’imperatore che
ha “risollevato” le province dal loro
stato di prostrazione: a questa serie
appartengono anche altri due denari con la
legenda, rispettivamente, RESTITUTORI
GALLIAE e RESTITUTORI AFRICAE,
coniati nello stesso anno 136.
* Non risultano attribuzioni di consolati dopo il III, il che fa pensare che Adriano
non sentisse affatto la necessità di questa investitura formale.
Foto 10. Denario di 3,55 grammi coniato a Roma nel 123. Al diritto testa laureata dell’imperatore
con legenda IMP CAESAR TRAIAN HADRIANUS AUG. Al rovescio la Libertà stante con la
scritta P M TR P COS III: ai lati LIB PUB. Cohen 906, R.I.C. 128. (j)
15
Foto 12. Denario di 3,14 grammi coniato
a Roma nel 136. Al diritto testa laureata
dell’imperatore volta a sinistra e legenda
HADRIANUS AUG COS III P P. Al
rovescio personificazione del fiume Nilo
sdraiato con scritta NILUS. Cohen 989 var.,
R.I.C. 310 var. (l)
Anche questo denario ricorda i viaggi di
Adriano in Egitto.
Foto 13. Denario di 3,29 grammi coniato
a Roma nel 137. Al diritto testa nuda di
Adriano con legenda HADRIANUS AUG
COS III P P. Al rovescio MONETA AUG
e personificazione della dea Moneta con
cornucopia e bilancia. Cohen 966, R.I.C.
256. (m)
Foto 14. Sesterzio di 26,83 grammi coniato
a Roma nel 118. Al diritto busto laureato
dell’imperatore con legenda IMP CAESAR
TRAIANUS HADRIANUS AUG. Al
rovescio la Fortuna seduta a sinistra e
legenda PONT MAX TR POT COS II : ai
lati S C; in esergo FORT RED. Cohen 756,
R.I.C. 551a. (n)
La personalità dell’imperatore.
Traiano fu certamente un grande soldato ed un ottimo imperatore (Optimo
Principi!) ma, in quanto soprattutto militare, non fu uomo di cultura pur
rispettandola e tenendola in gran conto.
Adriano, viceversa, fu uomo di cultura, specie filoennenica, ed ebbe un
grande interesse per la magia, l’astrologia ed i misteri esoterici, godeva della
compagnia di dotti e letterati e fu egli stesso scrittore di un certo garbo.
I suoi interessi riguardavano anche l’architettura e le arti figurative tanto
che, pare, sia stato un discreto pittore. In Roma fece ristrutturare totalmente il
Pantheon e costruì un tempio di dimensioni eccezionali dedicato a Venere. Nel
Foro Traiano dedicò un altro grande tempio al defunto imperatore.
Ma il suo capolavoro, non solo architettonico, fu certamente la Villa Adriana,
una magnifica “residenza” di campagna (il termine è riduttivo) fatta erigere nei
pressi di Tivoli. Si trattava di un enorme complesso di edifici, tutti collegati tra
loro, che ricordavano le molte località dell’impero e le più belle costruzioni che
l’imperatore aveva avuto occasione di ammirare durante i suoi numerosi viaggi.
Ancora oggi le rovine di questa Villa emanano un fascino indescrivibile.
Anche ad Atene e ad Alessandria d’Egitto, città molto amate da Adriano,
non mancarono le realizzazioni di importanti opere pubbliche.
La politica monetaria e la monetazione.
L’impero di Adriano non pare abbia sofferto di crisi finanziarie e la storia
non evidenzia difficoltà dell’erario, manipolazioni fraudolente o quasi della
moneta, ed inasprimenti fiscali. Tutto ciò appare abbastanza logico se si pensa
che le spese per la difesa di un impero sono certamente meno pesanti di quelle
necessarie alla sua espansione attraverso guerre di conquista.
Il benessere economico, ai tempo di Adriano, era diffuso presso tutte le classi
sociali con la conseguenza però che lo spirito d’iniziativa iniziò a declinare. La
popolazione, quella di Roma soprattutto, si abituò ad una vita serena, tranquilla,
senza molte motivazioni, esattamente come la politica voluta dall’imperatore.
Gli stessi messaggi che appaiono sulle monete di Adriano sembrano ispirati ad
una serena acquiescenza ad un mondo ormai pacificato. I messaggi “guerreschi”
di Traiano sono sostituiti da richiami alla Iustitia, alla Fides, alla Indulgentia,
ecc.
Qualcuno ha sostenuto che con Adriano iniziò la decadenza dell’impero, nel
senso del declino delle antiche tradizioni romane ed italiche, soppiantate da nuovi
culti e religioni provenienti dall’Oriente molto amato dall’imperatore.
Foto 15. Sesterzio di 26,08 grammi coniato nel 119 a Roma. Al diritto busto laureato di Adriano
e legenda IMP CAESAR TRAIANUS HADRIANUS AUG. Al rovescio l’imperatore su una
piattaforma stende la mano verso una donna con in braccio un bambino mentre tiene la mano
destra sulla testa di un secondo bambino più grande al suo fianco: la legenda dice PONT MAX
TR POT COS III; ai lati S C, mentre in esergo si legge LIBERTAS RESTITUTA. Cohen 949,
R.I.C. 568. (o)
16
Anche la simbologia riprodotta sulle monete sembra rispecchiare l’avvenuta
rottura con il passato. La gente aveva accettato tranquillamente il principe come
Dominus Noster e, liberata dalle preoccupazioni del quotidiano, si era affidata
a lui come ad una guida sicura. Adriano ha certamente incarnato un sovrano
quasi assoluto, ma lo ha fatto con tale saggezza da essere accettato volentieri
da tutti. Alcune monete addirittura lo salutano come Restitutor orbis terrarum,
cioè salvatore del mondo mentre altre, numerosissime, sono state emesse per
ricordare la sua expeditio augusta, limitandosi a nominare la provincia visitata
e rivalutata senza celebrare battaglie, vittorie e conquiste, ma una pace duratura
assicurata dalla lungimirante politica dell’imperatore.
La monetazione di Adriano fu molto abbondante (oltre 500 emissioni) e gli
aurei furono coniati a getto continuo, il che fa pensare che il prezzo dell’oro si
fosse ancora ribassato rispetto a quello dell’argento, come si evincerebbe d’altra
parte dal fatto che il contenuto di fino del denario fu nuovamente ridotto a circa
l’80%. Il rapporto tra aureo e denario rimase conseguentemente inalterato nella
misura di 25 denari per 1 aureo.
Ci si è chiesto come abbia potuto Adriano coniare tanto abbondantemente in
assenza di nuovi bottini militari. Probabilmente la quantità di metallo prezioso
portato a Roma da Traiano dopo le vittoriose campagne di Dacia e di Parthia
era stata talmente importante da consentirne l’ammasso in attesa di coniazioni
future, come appunto avvenne con il suo successore.
Incisiva fu anche la svalutazione della dracma, con riduzione pesante del suo
contenuto di fino, decisa da Adriano nel 129, nel tentativo di ridare ossigeno alla
economia greca che si era molto deteriorata nonostante le particolari attenzioni di
Nerone e dello stesso Adriano. Al tempo di quest’ultimo imperatore, la dracma
greca era scambiata alla pari con il denario romano.
Adriano coniò abbondantemente in tutti i metalli e per tutti i nominali
tradizionali, dall’aureo al quadrante. La zecca principale fu Roma, ma molta
importanza, in provincia, ebbero anche Efeso e Nicomedia, in Asia Minore.
Alessandria d’Egitto merita un cenno particolare per la straordinaria e
variatissima produzione di tetradrammi in mistura, ma soprattutto per le
bellissime e pesanti “dracme” in bronzo (o in rame?) sulle quali vengono molto
spesso ricordati divinità e culti della antica mitologia e religione egiziana.
Già Traiano aveva iniziato a produrre dracme in bronzo, ma con Adriano la
coniazione di questi particolari nominali fu veramente straordinaria, sia per
quantità che per qualità. Antonino Pio seguì l’esempio del padre adottivo.
Come i suoi predecessori, anche Adriano coniò monete con le immagini delle
Foto 16. Sesterzio di 26,42 grammi coniato a Roma nel 119. Al diritto IMP CAESAR TRAIANUS
HADRIANUS AUG P M TR P COS III e busto laureato del’imperatore. Al rovescio un littore, con
di fronte tre cittadini, che brucia un fascio di “obbligazioni”; la legenda dice RELIQUA VETERA
HS NOVIES MILL ABOLITA; in esergo S C. Cohen 1212 ., R.I.C. 592b. (p)
Questo sesterzio ha una importanza storica particolare perché ricorda il condono dei debiti fiscali
disposto da Adriano nei primi anni del suo regno.
17
Foto 17. Sesterzio di 27,64 grammi coniato
a Roma nel 121-122. Al diritto busto laureato nonchè paludato di Adriano con legenda
IMP CAESAR TRAIANUS HADRIANUS
AUG . Al rovescio P M TR P COS III: ai
lati VIRT AUG S C. Al centro il Valore
armato di tutto punto. Cohen 1466, R.I.C.
614c. (q)
Foto 18. Sesterzio di 21,65 grammi coniato
a Roma nel 131. Al diritto busto laureato,
corazzato e paludato dell’imperatore volto
a sinistra con la legenda HADRIANUS
AUGUSTUS. Al rovescio galea in navigazione con la scritta FELICITATI AUG
S C; in esergo COS III P P. Cohen 666,
R.I.C. 706. (r)
Si veda la nota apposta alla foto n° 9.
Foto 19. Sesterzio di 27,03 grammi coniato
a Roma nel 136. Al diritto HADRIANUS
AUG COS III P P con busto laureato e
corazzato. Al rovescio ADVENTUS AUG
ITALIAE: l’imperatore riceve il benvenuto
dall’Italia, sacrificante su un altare, al ritorno dal suo ultimo viaggio in provincia; S C
in esergo. Cohen 46, R.I.C. 888. (s)
donne della sua famiglia: la moglie Sabina, la madre adottiva Plotina, la suocera
Matidia.
Di Aelio si è già detto.
Invece le coniazioni più enigmatiche, perché poco si sa di questa storia,
furono quelle prodotte, in bronzo, da molte città orientali al nome del favorito di
Adriano, Antinoo, un giovane di eccezionale bellezza nato in Bithynia e morto
banalmente annegando nel Nilo.
Non ci si deve meravigliare di questa caratteristica “bisessuale” di Adriano.
In quei tempi era una cosa del tutto normale, specie tra le classi dominanti e lo
stesso rude imperatore Traiano aveva un debole per i giovani di bell’aspetto,
senza che nessuno se ne scandalizzasse più di tanto.
Si è accennato alla vasta produzione monetale di Adriano nelle province.
Pur esulando dalla presente trattazione ritengo di non potermi esimere dal
riprodurre almeno due monete in rappresentanza di tutte le altre. Si tratta
di una dracma in bronzo coniata ad Alessandria d’Egitto che simboleggia
nel migliore dei modi il grande fascino che l’antica civiltà faraonica aveva
esercitato sull’imperatore e di un eccezionale medaglione prodotto in Bithynia
al nome di Antinoo.
Anche per Adriano, come già avevo dovuto fare per Traiano, i valori di
realizzo di molte monete illustrate sono tratti da aste svizzere o tedesche; in
qualche caso, in mancanza dei prezzi di vendita, mi sono dovuto limitare a
fornire le stime o le basi d’asta, che comunque sono già un ottimo indice del
valore del pezzo.
Vale per Adriano anche l’osservazione già fatta per il suo predecessore:
avrei potuto scegliere fotografie di esemplari che appaiono più frequentemente
sul mercato dell’area italiana, ma avrei abdicato a quello che io considero il
compito principale di questo mio lavoro, vale a dire la presentazione delle
coniazioni più significative dei vari imperatori. I prezzi spuntati in asta sono al
netto dei diritti.
a) In asta NAC 24/2002 questa stessa moneta è stata venduta a 40.000
Fr.Sv in conservazione BB+
b) In conservazione eccezionale questo stesso aureo è stato aggiudicato
a 13.000 Fr.Sv. in asta NAC 24/2002. NOMISMA, nella sua asta 15/2000 ha
venduto a 3.500.000 Lire un esemplare in conservazione BB.
c) Sempre in asta NAC 24 questo medesimo aureo, in conservazione
q.SPL, ha spuntato 11.000 Fr. Sv.
Foto 20. Sesterzio di 27,38 grammi coniato
a Roma nel 136. Al diritto busto di Adriano
e legenda HADRIANUS AUG COS III P
P. Al rovescio l’imperatore tende una mano
ad una figura femminile inginocchiata e
la scritta recita RESTITUTORI BITHYNIAE; in esergo S C. Cohen 1238, R.I.C.
948. (t)
Si tratta di una delle numerossime monete
dedicate da Adriano alle province da lui
visitate: se ne conoscono, con la medesima
legenda, sia per l’Africa, l’Acaia, l’Arabia,
l’Asia, la Gallia, la Spagna, la Frigia, la
Macedonia, l‘Italia, ecc.
Foto 21. Dupondio di 14,80 grammi coniato a Roma nel 119. Al diritto busto radiato di Adriano
e legenda IMP CAESAR TRAIANUS HADRIANUS AUG P M TR P COS III. Al rovescio la
Salus con un gobo ai piedi e attorno SALUS PUBLICA S C. Cohen 1358, R.I.C. 604 (u)
I dupondi di Adriano spesso non recano la corona radiata -come nel caso delle foto 22 e 23- ed è
quindi abbastanza difficile distinguerli dagli assi, tanto è vero che molti cataloghi li presentano
come dupondi o assi. Anche il peso spesso non aiuta.
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d) In asta NAC 41/2007 questo stesso aureo, in conservazione SPL, è
stato aggiudicato a 37.000 Fr.Sv.
e) Questo stesso aureo, in una conservazione SPL, è stato venduto
a 24.000 Fr.Sv. in asta NAC 24/2002. In asta NOMISMA 29/2005 è stato
proposto a 7.000 €, in conservazione BB+, ma è rimasto invenduto.
f) Questo stesso esemplare è stato aggiudicato, in conservazione SPL, a
30.000 Fr.Sv. in asta NAC 24/2002.
g) Questo denario è comparso molto raramente in vendita pubblica: il
Sear lo valutava 200 dollari in conservazione BB e 500 dollari in conservazione
SPL.
h) In asta NAC 29/2005 questa stessa moneta è stata venduta a 440 Fr.Sv.
in una conservazione più che SPL.
i) INASTA ha venduto ad 80 € un esemplare analogo, in conservazione
BB: asta 14/2005.
j) Tkalec nella sua asta 2005 stimava 300 FR.Sv. questo stesso esemplare
in eccellente conservazione.
k) Tkalec nella sua asta 2003 aveva valutato 700 Fr.Sv. questo denario in
perfetta conservazione.
l) NOMISMA ha aggiudicato a 150 € un esemplare in conservazione
BB: asta 30/2005.
m) Varesi nella sua asta 50/2007 ha venduto a 180 € un esemplare in
conservazione SPL.
n) In asta “Orione” del dicembre 2006, un esemplare in conservazione
SPL è stato aggiudicato a 1.900 €.
o) NOMISMA nella sua asta 35/2007 ha venduto a 300 € un esemplare in
conservazione BB.
p) Un sesterzio simile (ma il littore è solo) è stato venduto a 1.050 €, in
conservazione q.SPL, in asta ARTEMIDE del settembre 2007.
q) INASTA lo ha aggiudicato a 200 €, in conservazione BB, nella sua
asta 17/2006. Hess Divo, nella sua asta 308/2007 ha venduto a 1.200 Fr. Sv.
questo stesso esemplare in conservazione q. SPL.
r) ARTEMIDE nella sua asta del luglio 2007, ha ceduto a 429 € un
esemplare in conservazione BB/q.SPL.
s) Kunker, nella sua asta 124/2007, stimava 600 € questa stessa moneta
in una conservazione BB++.
t) Questa stessa moneta, in conservazione q.SPL, era stimata 500 € in
asta Kunker 124/2007.
Foto 22. Dupondio di 13,61 grammi coniato a Roma nel 136. Al diritto testa laureata di Adriano
e legenda HADRIANUS AUG COS III P P. Al rovescio RESTITUTORI HISPANIAE: l’imperatore tende la mano ad una figura femminile inginocchiata davanti a lui. Cohen 1273. ,R.I.C.
953. (v)
Si veda anche la nota alla foto 20.
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Foto 23. Dupondio di circa 12,10 grammi
coniato a Roma nel 136. Al diritto testa
laureata dell’imperatore e legenda HADRIANUS AUG COS III P P. Al rovescio
Isis sdraiata e legenda AEGYPTOS. Cohen
114, R.I.C. 839. (w)
Foto 24. Asse di circa 11-12 grammi coniato a Roma nel 129. Al diritto HADRIANUS
AUGUSTUS con testa nuda dell’imperatore. Al rovescio Adriano a cavallo e legenda
COS III P P; in esergo S C . Cohen 494 var.,
R.I.C.717. (x)
Foto 25. Asse di 11,65 grammi coniato
a Roma tra il 132 e il 134. Al diritto busto paludato di Adriano con testa nuda e
legenda HADRIANUS AUGUSTUS. Al
rovescio Galea in navigazione e scritta
FELICITATI AUG COS III P P S C. Cohen
660, R.I.C. 719. (y)
Si veda la nota alla foto 9.
Foto 26. Quadrante ( o semis?) di 4,92
grammi coniato a Roma (?) tra il 134 e il
138. Al diritto testa laureata di Adriano e
legenda HADRIANUS AUGUSTUS, Al
rovescio testa di Giove Ammone e COS
III. Si tratta di una moneta assai rara, il cui
rovescio appare più di origine orientale
che romana, non classificata né dal Cohen
né dal RIC , ma di grande bellezza. Nella
prestigiosa collezione Mazzini figurava al
n. 278d. (z)
u) In asta NAC 33/2006, questo stesso dupondio era stimato 1.200 Fr.Sv.
in una conservazione SPL.
v) In asta NAC 25/2003 questa stessa moneta è stata venduta a 2.200
Fr.Sv. in conservazione SPL.
w) Questo stesso dupondio, in ottima consevazione, era stimato 3.000
Fr.Sv. in asta Tkalec 2007 (1500 anni dell’arte della coniazione).
x) Sear stimava questo asse 600 dollari in conservazione SPL e 200
dollari in conservazione BB.
y) Hess Divo nella sua asta 308/2007 ha venduto a 320 Fr.Sv. questa stessa
moneta in conservazione BB. Artemide, nella sua asta del settembre 2007 lo
proponeva, in eccellente conservazione, a 400 €, ma è rimasto invenduto.
z) Questo bellissimo esemplare, in conservazione SPL, ha trovato
acquirente per 4.500 Fr.Sv. in asta NAC 40/2007.
aa) Le dracme alessandrine di Adriano sono mediamente vendute a circa
200 €, in conservazione BB: le poche a noi pervenute in conservazione SPL
possono facilmente più che raddoppiare il prezzo indicato.
bb) Questo stesso eccezionale medaglione, in conservazione q.SPL, è
stato venduto a ben 60.000 Fr. Sv. in asta NAC 25 /2003.
Bibliografia essenziale.
-Michael Grant: Gli Imperatori Romani. Newton & Company Editori.Roma
1984. Ristampa 2004.
-Angiolo Forzoni: La Moneta nella Storia. Vol. II. Istituto Poligrafico e Zecca
dello Stato. Roma 1995.
-Fiorenzo Catalli: La monetazione imperiale romana. Speciale di “Cronaca
Numismatica” n° 19/2002.
-Fiorenzo Catalli: Numismatica greca e romana. Libreria dello Stato. Roma
2003.
-Adriano Savio: Monete romane. Ed. Juvence. Roma 2001.
-G.G. Belloni: La Moneta Romana. Carocci Editore. Roma 1993.
-Clive Foss: Roman Historical Coins. Editrice Seaby. Londra 1990.
-Henry Cohen: Description historique des monnaies frappèes sous l’Empire
Romain. Vol.II. 1882.
-Mattingly-Sydenham: Roman Imperial Coinage (R I.C.). Vol. II. Spink &
Son. Londra 1926.
-David R. Sear: Roman Coins and their values. Vol.II. Ed. Spink. Londra
2002.
Foto 27. Dracma in bronzo di 26,34 grammi e di 35 mm. di diametro, coniata ad Alessandria nel
133-134. Al diritto appare il busto laureato di Adriano e la scritta, in caratteri greci, AVT KAIC
TPAIAN ADRIANOC CEB. Al rovescio sono rappresentati due “canopi” della divinità locale
Osiride: la scritta riporta l’anno di coniazione secondo la numerazione egiziana L I K (anno
133-134). DATTARI 1660 var. (aa)
20
Foto 28. Medaglione in bronzo di 43,95 grammi coniato in Bithynia dopo la morte di Antinoo,
probabilmente nel 134. Al diritto il busto del giovane, con la legenda, in caratteri greci ovviamente, H PATRIC ANTINOON THEON. Al rovescio la rappresentazione di Antinoo a figura
intiera, assieme ad un bue o toro: nel campo, davanti a lui una pianta ed una stella in alto; la
scritta recita, sempre in caratteri greci, BEITHYNIEON ADRIANON. BMC vol. 13 (Bithynia)
117/3. (bb) Si tratta di un pezzo eccezionale, non solo per la grande rarità, ma perché ci consente
di verificare assai bene, data l’ottima conservazione e se la riproduzione è realistica, come credo,
l’eccezionale bellezza di questo giovane sfortunato, morto affogato a vent’anni nel Nilo per un
banale incidente.
-David R. Sear: Greeek Imperial Coins.Ed. Seaby , Londra 2001.
-E. Montenegro: Monete Imperiali Romane. Ed. Montenegro. Torino 1988.
-Elio Biaggi: Le preziose patine dei sesterzi di Roma imperiale. Priuli & Verlucca
Editori. Ivrea 1992.
-Roberto Pace: Le monete dell’antico Egitto. Seconda parte. Speciale di
“Cronaca Numismatuica” n° 22/2002.
-Roberto Diegi: La dracma alessandrina. Una moneta affascinante. Panorama
Numismatico n° 207 del Maggio 2006.
-Giovanni Dattari: Numi Augg. Alexandrini. Il Cairo 1901.
-Autori vari: British Museum Catalogue of Greek Coins (BMC). Vol. 13°
Londra 1889.
-Bruno Torcoli: Hadrianus Augustus. Edizioni Varesi. Pavia 2007.
-Marguerite Yourcenar: Memorie di Adriano ed. CDE 1951.
-Cataloghi d’Asta delle principali Case Europee ed Americane.
21
Statua di Antinoo della collezione Farnese.