“vari tipi di mercato e struttura dei prezzi” prof. mattia lettieri

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“VARI TIPI DI MERCATO E STRUTTURA DEI PREZZI”
PROF. MATTIA LETTIERI
Università Telematica Pegaso
Vari tipi di mercato e struttura dei prezzi
Indice
1
EQUILIBRIO DI MERCATO ----------------------------------------------------------------------------------------------- 3
2
EQUILIBRIO E CONCORRENZA PERFETTA ----------------------------------------------------------------------- 4
3
LO SPOSTAMENTO DELLE CURVE DI OFFERTA E DI DOMANDA ----------------------------------------- 7
4
MONOPOLIO ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 9
5
EQUILIBRIO DEL MONOPOLISTA ------------------------------------------------------------------------------------ 11
6
BENESSERE DEI CONSUMATORI ------------------------------------------------------------------------------------- 13
7
EQUILIBRIO E CONCORRENZA PERFETTA ---------------------------------------------------------------------- 15
8
OLIGOPOLIO ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 16
9
I MODELLI DI COURNOT E BERTRAND ---------------------------------------------------------------------------- 18
9.1
10
BERTRAND ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 19
CONCORRENZA MONOPOLISTICA ---------------------------------------------------------------------------------- 21
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
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1 Equilibrio di mercato
Il concetto di equilibrio è definito come una situazione in cui non vi sono forze che tendono
al cambiamento.
Nel nostro caso l’equilibrio implica che consumatori ed imprese siano reciprocamente soddisfatti
dell’interazione creata.
La quantità scambiata ed il prezzo in corrispondenza dei quali il mercato è in equilibrio si chiama
quantità e prezzo di equilibrio.
Esisto vari tipi di mercato:

Concorrenza perfetta, quando in un mercato agiscono moltissime imprese, ognuna delle
quali offre un prodotto identico;

Concorrenza monopolistica, quando le imprese in un mercato sono numerose, ma offrono
prodotti, simili, ma differenziabili;

Oligopolio, in cui le imprese sono poche e offrono un prodotto identico o prodotti
leggermente differenziati;

Monopolio, in cui vi è una sola impresa che offre un prodotto.
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2 Equilibrio e concorrenza perfetta
Stabiliamo le caratteristiche e la natura dell’equilibrio in caso della forma di mercato della
concorrenza perfetta.
Si deve individuare la domanda e l’offerta aggregate.
La curva di mercato è data dalla somma delle domande individuali dei vari consumatori.
La curva di offerta di mercato nasce dalla somma delle offerte individuali dei vari produttori.
La domanda è in relazione inversa con il prezzo, cresce quando il prezzo diminuisce.
L’offerta è in relazione diretta con il prezzo, cresce quando il prezzo cresce.
L’offerta aggregate si ricavano dalla somma delle decisioni dei singoli consumatori, per la domanda
aggregata, e dei singoli produttori, per l’offerta aggregata.
Nell’ipotesi di concorrenza perfetta tutti gli agenti sul mercato, imprese e consumatori,
assumono i prezzi come dati ed il mercato corrispondente si chiama mercato concorrenziale, nel
quale ciascun consumatore e produttore costituisce una parte molto piccola dello stesso mercato.
Pertanto le sue azioni hanno un effetto trascurabile sul prezzo.
In realtà occorre che produttori e consumatori siano molto numerosi, solo in questo modo si
può spiegare la loro incapacità di influenzare il prezzo.
Nei mercati concorrenziali i beni che vengono prodotti e scambiati sono sostanzialmente
omogenei.
Inoltre le imprese possono entrare ed uscire dal mercato senza alcuna difficoltà, assenza di barriere
all’entrata e all’uscita.
Tutte queste condizioni sono note a tutti gli agenti, infatti sia le imprese che i consumatori
sono a conoscenza del fatto che le loro decisioni non influenzano quelle altrui.
Ciascun agente economico preso singolarmente non è in grado di influenzare il prezzo del
bene, ma le azioni degli agenti considerate globalmente determinano il prezzo di equilibrio.
Questo perché, i consumatori, tutti insieme, creano la domanda di mercato, e le imprese,
tutte insieme, creano l’offerta di mercato. L’eguaglianza fra domanda ed offerta , stabilisce il
prezzo.
Nella figura n. 40, viene rappresenta la curva di domanda D ed una curva di offerta S. nel punto in
cui le due rette si incontrano, si possono leggere sull’asse delle ascisse la quantità offerta e
domandata, che sono uguali, mentre sull’asse delle ordinate il prezzo. Questi sono la quantità ed il
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prezzo di equilibrio, Q* che è la quantità effettivamente scambiata e p* il prezzo a cui avverrà lo
scambio.
P
S
Z
P*
E
Z
D
Z
0
Q*
Q
Figura n. 40
In una situazione di equilibrio tutti gli agenti hanno realizzato l’azione migliore possibile e sono
soddisfatti. Tutte le scelte fatte sono compatibili tra loro, e la quantità offerta è uguale a quella
domandata.
Se il prezzo non fosse di equilibrio, qualche individuo avrebbe scelto un comportamento non
conciliabile con quello degli altri e dunque desidererebbe cambiarlo. Nella figura n. 41, se il prezzo
anziché essere p* fosse p’, che è minore di p*, la quantità domandata e quella offerta non sarebbero
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eguali. Inoltre in corrispondenza di p’ l’offerta Q’s è inferiore alla domanda Q’d , a quel prezzo i
consumatori sono insoddisfatti e desiderano acquistare più beni di quelli offerti, anche ad un prezzo
più alto.
P
S
Z
E
Z
P*
P’
D
Z
0
QS’
Q*
Qd’
Q
Figura n. 42
Il prezzo offre molte informazione, nella determinazione dell’equilibrio. Se il prezzo è troppo alto, i
produttori capiscono
che devono aumentare l’offerta, e se il prezzo è troppo basso, devono
diminuirla.
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3 Lo spostamento delle curve di offerta e di
domanda
Una volta determinato l’equilibrio si osserva cosa accade se le curve di domanda e di offerta
variano.
Se la curva di domanda si sposta verso destra, senza cambiare inclinazione, aumenteranno sia la
quantità che il prezzo di equilibrio. Se si sposta la curva di offerta verso destra, la quantità aumenta,
ma il prezzo diminuisce.
Nel caso entrambe le curve si spostano verso destra, la quantità aumenta. Per quanto riguarda il
prezzo, occorre valutarlo caso per caso, lo spostamento della curva di domanda tende ad innalzare il
prezzo, mentre lo spostamento della curva di offerta tende a ridurlo.
L’introduzione di un tetto per il prezzo è un limite massimo invalicabile, di solito stabilito
per legge.
La figura n. 42, mostra il funzionamento dei tetti di prezzo.
P
D
Z
S
Z
P*
P’
0
QS’ Q* Qd’
Q
Figura n.42
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Nella rappresentazione grafica sono state tracciate le curve di domanda ed offerta, ed
evidenziato prezzo e quantità di equilibrio. Se lo Stato impone per legge che il prezzo su questo
mercato non deve superare il livello p’, in corrispondenza di tale prezzo il mercato non è in
equilibrio, perché la quantità domandata è superiore a quella offerta. Però, poiché il prezzo non può
muoversi liberamente, l’equilibrio non può essere raggiunto, di conseguenza sul mercato si
registrerà sempre una scarsità di beni offerti rispetto a quelli domandati.
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4 Monopolio
Il monopolio è una forma di mercato caratterizzata dalla presenza di un unico produttore,
che ha il potere di influire sul prezzo del bene scambiato, mentre i consumatori sono numerosi e
prendono il prezzo come un dato.
La possibilità di influenzare il prezzo è chiamata potere di mercato.
Nel monopolio non tutti gli agenti prendono i prezzi come dati. Se esiste una sola impresa essa ha
potere di mercato.
Una definizione, forse più corretta, di monopolio: una forma di mercato in cui un’impresa,
unica o molto più grande delle poche altre esistenti, possiede potere di mercato.
Consideriamo però il caso in cui vi sia una sola impresa.
Nello studio del monopolio non è necessario distinguere l’equilibrio del mercato da quello
della singola impresa, poiché nel mercato vi è una sola impresa, l’equilibrio dell’impresa è anche
l’equilibrio del mercato.
L’impresa in monopolio mira a massimizzare il profitto, e per tale fine sceglie il livello di
produzione in corrispondenza del quale il ricavo marginale eguaglia il costo marginale.
La regola della concorrenza perfetta, per cui l’equilibrio dell’impresa si ha quando il prezzo
è uguale al costo marginale, non si applica in monopolio, poiché la diversa forma di mercato ha
implicazioni sulla natura del ricavo marginale.
Quindi la circostanza per cui il ricavo marginale è uguale al prezzo non si estende al
monopolio, ma vale per la concorrenza perfetta.
Questo accade perché il monopolista non ha di fronte una piccola parte della domanda
complessiva, come accade all’impresa in concorrenza perfetta, ma l’intera domanda di mercato, il
monopolista rappresenta l’intera offerta.
Il monopolista deve fare i conti con una curva di domanda inclinata negativamente, che
rappresenta la diminuzione della quantità domandata all’aumentare del prezzo.
In questa situazione ogni volta che il monopolista offre una unità in più, il prezzo scende, si
realizza uno spostamento lungo la curva di domanda.
Il potere di mercato, quindi, si manifesta variando la quantità prodotta, il monopolista fa
variare il prezzo.
Il ricavo marginale del monopolista è inferiore al prezzo.
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Per ogni unità aggiuntiva, il monopolista ricaverà una cifra minore del prezzo, e il ricavo
generato da tutte le unità precedenti decresce. La diminuzione di ricavo per queste unità deve essere
sottratta al prezzo che il monopolista incassa per il fatto di vendere una unità in più. Il ricavo
marginale, di conseguenza, è inferiore al prezzo.
Nella figura n. 49 viene rappresentata la retta del ricavo marginale RMg, che giace sempre al
di sotto della curva di domanda D, per cui, data una certa produzione,Q’, il prezzo P’ è superiore al
ricavo marginale RMg’.
P, RMg
P’
RMg’
RMg
0
Q’
D
Z
Q
Figura n. 49
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5 Equilibrio del monopolista
Il monopolista sceglierà il livello di produzione che garantisce l’eguaglianza fra ricavo
marginale e costo marginale, in quanto, in questo modo massimizza il profitto.
La figura n. 44 mostra l’equilibrio del monopolista.
P, RMg
CMg
P*
E
Z
RMg
0
Q*
D
Z
Q
Figura n. 44
Nel grafico sono riportate le rette di domanda e dei ricavi marginali, della curva dei costi marginali
dell’impresa, con la forma a U.
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Il punto di equilibrio corrisponde nel punto E, dove le curve del ricavo marginale e del costo
marginale si incontrano.
La produzione ottimale, Q*, e il prezzo p*, oltre ad essere l’equilibrio per l’impresa lo sono
anche per il mercato.
La decisione di quanto vendere e a che prezzo è unica, per cui il monopolista non è libero di
scegliere un prezzo qualsiasi, ma deve vendere la sua produzione al prezzo per il quale la domanda
è esattamente uguale all’offerta.
Nel caso del monopolio non si definisce la curva di offerta ma solo un punto di offerta, in
corrispondenza del livello di equilibrio della produzione. Il monopolio è un mercato in cui non
esiste un prezzo indipendente dalle decisioni dell’impresa in corrispondenza del quale stabilire
l’offerta, infatti, il prezzo si determina assieme all’offerta, nel punto di ottimo.
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6 Benessere dei consumatori
Un confronto fra monopolio e concorrenza perfetta, al fine di determinare le diverse
conseguenze che, tali forme di mercato, hanno sul benessere dei consumatori. Può essere mostrato
nella figura n. 45.
P, RMg
P*
PC
E
Z
0
Q*
F
Z
QC
D
Z
Q
Figura n. 45
In questo grafico riportiamo l’equilibrio del monopolista, una nuova coppia prezzo-quantità, pc e
Qc, individuata nel punto F.
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Questa coppia rappresenta l’esito che si sarebbe raggiunto nel caso in cui il mercato non
fosse stato in concorrenza perfetta. Infatti, data la curva di domanda, si potrebbe interpretare la
curva di costo marginale del monopolista come se fosse la curva di offerta dell’economia.
Da questa interpretazione della curva CMg, F rappresenta l’equilibrio ipotetico di un
mercato di concorrenza perfetta.
La rappresentazione grafica della figura n. 45, rende immediato il confronto fra l’equilibrio
del monopolio e quello della concorrenza perfetta.
Nel monopolio si produce meno e ad un prezzo maggiore, con la conseguenza che il benessere dei
consumatori sarà maggiore nel caso di concorrenza perfetta.
Questo risultato giustifica gli eventuali interventi pubblici a tutela della concorrenza perfetta.
I monopoli possono avere origini differenti.
Un’impresa, infatti, potrebbe instaurare un monopolio di fatto impedendo ad altre imprese di
entrare nel mercato. In tale situazione, se la sua presenza non è giustificata, è necessario agire
affinché si instauri un regime di concorrenza.
La situazione di monopolio può derivare anche dal possesso di un brevetto, monopolio
legale. In questo caso, rappresenta una barriera all’entrata per nuove imprese.
Facciamo l’ipotesi che il brevetto sia un bene particolarmente importante, come ad esempio
una medicina. Da un lato la concorrenza perfetta consentirebbe un maggiore livello di produzione
ad un prezzo minore. Dall’altro, quando un0impresa investe tempo e denaro per sviluppare un
nuovo prodotto, è naturale che desideri che tale investimento renda, ed il brevetto è un modo per
garantire tale rendimento, in modo che l’impresa per un certo numero di anni possa raccogliere i
frutti della propria inventiva.
Questo, perché, se il produttore sapesse che una volta commercializzata la sua idea, questa
può essere copiata da chiunque non compirebbe lo sforzo di progettare una nuova idea.
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7 Equilibrio e concorrenza perfetta
La concorrenza monopolista e l’oligopolio possono essere pensati come una situazione
intermedia tra la concorrenza perfetta ed il monopolio.
Se utilizziamo come criterio, per distinguere le diverse forme di mercato, il numero di imprese con
potere di mercato, si può osservare che:

In concorrenza perfetta nessuna impresa ha potere di mercato, nel monopolio una sola
impresa ha tutto il potere di mercato;

Nell’oligopolio e nella concorrenza monopolistica il potere di mercato è ripartito fra alcune
imprese.
Le due forme vengono accomunate sotto il termine di concorrenza imperfetta.
Il criterio che ci consente di capire cosa distingue l’oligopolio e la concorrenza perfetta, può essere
la differenziazione del prodotto.
Nella concorrenza monopolistica le imprese producono beni con caratteristiche diverse, ma
può accadere anche nell’oligopolio, in questo caso si parla di oligopolio differenziato.
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8 Oligopolio
L’oligopolio è una forma di mercato con poche imprese, ciascuna dotata di potere di
mercato.
Lo stesso, però, può dirsi anche per la concorrenza monopolistica.
L’oligopolio è una forma di mercato in cui le azioni di ciascuna impresa, ovvero quanto
produrre e a che prezzo vendere, hanno una certa influenza sulle altre imprese. Ciò è vero anche per
le altre imprese, ma per l’oligopolio le imprese sono consapevoli di questa interazione.
Ciascuna impresa, quindi, nelle decisioni per massimizzare il profitto, tiene conto di come le
proprie azioni influenzano le altre imprese e quali conseguenze possono avere le reazioni delle altre
imprese sul proprio profitto.
Le conseguenze di queste azioni vengono trasmesse attraverso il prezzo.
I mercati oligopolistici si distinguono in oligopoli omogenei, in cui le imprese producono lo stesso
bene, e in oligopoli differenziati, nei quali ciascuna delle imprese produce una varietà diversa del
bene.
Ciò che caratterizza l’oligopolio, però, è la consapevolezza per le imprese degli effetti che il
loro potere di mercato ha sulle altre imprese.
In realtà le imprese, non conoscono esattamente, quali siano gli effetti, ma hanno delle congetture
sulle possibili conseguenze delle loro azioni sul comportamento delle altre imprese.
Occorrerebbe quindi, studiare come si formano queste opinioni e quanto siano attendibili, ma anche
come possono cambiare. L’economista che volesse considerare contemporaneamente questi fattore,
incontrerebbe molte difficoltà.
Vi possono essere due possibilità per la risoluzione di questi problemi:

La teoria dei giochi;

Si può analizzare il problema considerando solo casi specifici, in cui il numero dei fattori da
considerare è ridotto.
La teoria dei giochi permette di interpretare le vicende del mercato oligopolistico come una
partita in cui le imprese sono i giocatori e le azioni compiute sono le strategie di gioco, un esempio
potrebbe essere una partita a scacchi.
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Nonostante questa teoria sia molto complessa, è lo strumento, ancora oggi, più adeguato a
disposizione degli economisti per analizzare una caratteristica dell’oligopolio, ovvero che le
imprese oligopolistiche sono coscienti dell’interazione che si crea fra di loro.
Lo studio di casi specifici, caratterizzati da ipotesi in grado di semplificare il problema, è
probabilmente meno efficace.
Alcuni modelli ipotizzano che le imprese produttrici siano soltanto due, duopolio, oppure
che le imprese prendano decisioni solo sul livello della produzione, lasciando che sia il mercato a
determinare il prezzo.
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9 I modelli di Cournot e Bertrand
Al fine di comprendere le interazioni delle imprese nell’oligopolio si possono utilizzare dei
modelli, il primo è quello Cournot.
Questo modello prende il nome del primo matematico lo studiò nel’800.
Si tratta di un oligopolio omogeneo con due sole imprese, duopolio, in cui si ipotizza che ciascuna
impresa decida quanto produrre e vendere assumendo che la quantità prodotta e venduta dall’altra
rimanga costante.
In questo modello, quindi, ogni impresa esprime la congettura che l’altra mantenga
inalterato il livello di produzione.
Si parte dall’equilibrio delle imprese, e supponiamo che una di esse, A, produca una certa
quantità del bene. L’altra impresa, B, osserva questa quantità, la domanda complessiva del mercato
e individua la quota di domanda non soddisfatta da A.
La domanda fronteggiata da ciascuna impresa sarà inclinata negativamente, figura n. 40.
L’obiettivo di B è di scegliere la quantità di produzione che massimizza il suo profitto, nell’ipotesi
che la domanda che ha di fronte sia data da quella complessiva meno quella coperta dalla
produzione di A.
In questa situazione l’impresa sceglierà il livello di produzione in corrispondenza del quale
ricavo e costo marginale si eguaglino.
La differenza, però,rispetto ai casi analizzati in precedenza, è che all’origine di B sta la
quantità di produzione di A, questo vuol dire che è possibile trovare un differente livello di
produzione che massimizzi il profitto di B per ogni differente livello iniziale di produzione di A.
Tutto questo vale, naturalmente, anche per A, poiché anche essa osserva la produzione di B e
prende le sue decisioni assumendo che la domanda da soddisfare sia data dalla domanda totale
meno la domanda già coperta da B, ed anche essa troverà un livello di produzione che massimizza il
profitto, che varia al variare della quantità prodotta inizialmente da B.
Per poter definire l’equilibrio dell’impresa bisogna prendere in considerazione l’equilibrio
del mercato.
Indichiamo la quantità di produzione che massimizza il profitto di A con yA* e quella che
massimizza il profitto di B con yB* .
Poniamo che il livello di produzione di partenza di A sia yA e quello di B sia yB.
yA*
sarà funzione di yB, e yB* sarà funzione di yA:
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yA*
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= f (yB)
yB* = f (yA)
I livelli di produzione che massimizzano il profitto, quelli con l’asterisco, li chiamiamo
ottimali.
In equilibrio di mercato le due imprese devono massimizzare il profitto e le scelte effettuate devono
essere compatibili.
La massimizzazione del profitto si verifica se le imprese scelgono uno dei livelli di
produzione descritti dalle funzioni precedenti.
Le scelte compatibili, invece, se il livello di produzione iniziale di A determina un livello ottimale
di B che a sua volta genera un livello ottimale per A eguale al livello iniziale, avremo quindi:
yA* = f (yB*)
yB* = f (yA*)
l’equilibrio di mercato è descritto da questi due livelli di produzione che sono ottimali e
compatibili.
La determinazione dell’equilibrio di mercato indicherà quale sarà l’equilibrio dell’impresa.
L’incontro fra offerta e domanda determinerà poi il prezzo di equilibrio.
9.1
Bertrand
Nell’oligopolio di Bertrand ciascuna impresa fissa il prezzo a cui vendere il prodotto,
assumendo che l’altra non modifichi il suo prezzo.
Le congetture sono le stesse di quelle viste per il modello precedente, ma in questo modello si
riferiscono ai prezzi.
Supponiamo che il prezzo del bene prodotto nell’oligopolio sia 10, e verifichiamo cosa accade se
l’impresa A pensa di abbassare il suo prezzo a 9.
Nell’ipotesi in cui A effettua la congettura che B non abbassi il prezzo, si aspetterà che tutti i
consumatori abbandonino B per comprare da lei, quindi A, potrebbe, decidere di abbassare il
prezzo.
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Se A abbassa il prezzo, B non lascia inalterato il prezzo. Essendo in un oligopolio c’è interazione
fra le imprese, per cui B abbasserà il prezzo, ad esempio a 8.
Questo processo continuerà fino a quando non si arriverà ad un prezzo uguale al costo medio.
Se le due imprese hanno lo stesso costo medio, l’equilibrio del mercato sarà raggiunto quando
entrambe vendono allo stesso prezzo e questo prezzo è uguale al costo medio. In questo caso la
quantità prodotta da ciascuna impresa può essere stabilita dalla curva di domanda.
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10 Concorrenza monopolistica
La concorrenza monopolistica è una forma di mercato in cui il potere deriva non tanto dallo
scarso numero di produttori ma dal fatto che ciascuno di essi produce un bene leggermente diverso
da quello degli altri.
La presenza di questa lieve diversità crea una certa fedeltà del consumatore al bene prodotto dalla
singola impresa.
Questo crea potere di mercato perché ciascuna impresa sa di poter alzare il prezzo senza
perdere tutti i clienti, a differenza di quanto accade in concorrenza perfetta o nell’oligopolio di
Bertrand.
Alcuni saranno scoraggiati dall’aumento e sceglieranno un bene simile offerto da un
produttore diverso, ma altri rimarranno fedeli al bene acquistato fino a quel momento.
Ogni impresa, come conseguenza, avrà una curva di domanda individuale non totalmente piatta,
come avviene in concorrenza perfetta, ma inclinata negativamente.
Ciascuna impresa, nel prendere decisioni riguardo il livello di produzione e il conseguente prezzo di
vendita, si basa sulla curva di domanda individuale, che determina il livello di produzione che
massimizza il profitto senza preoccuparsi di quale impatto tale decisione avrà sul comportamento di
tutte le altre imprese.
Nella concorrenza monopolistica è assente la consapevolezza dell’interazione fra imprese,
mentre è ciò che caratterizza l’oligopolio.
Tale assenza è giustificata dal fatto che se un’impresa modifica il prezzo, essendo relativamente
numerose, le altre subiscono cambiamenti molto piccoli nella domanda e non cambiano le proprie
decisioni gestionali.
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