I rischi di natura
psicosociale
3
SINDROME DI
BURN-OUT
Il ruolo della
FORMAZIONE E
INFORMAZIONE
1
STRESS
LAVORATIVO
2
MOBBING
ERGONOMIA
I rischi di natura
psicosociale
2
MOBBING
https://www.youtube.com/watch?v=tLk829_dmf4
MOBBING
Dall’inglese to mob = “attaccare”, “accerchiare”
Termine coniato per indicare un meccanismo di difesa collettivo che si attua
nel mondo animale e mediante il quale un branco mantiene la sua omogeneità
espellendo “il non simile” attraverso comportamenti di isolamento e lesivi.
Il termine viene usato per definire particolari situazioni di conflitto in ambiente
di lavoro: la grave e perdurante distorsione delle relazioni interpersonali
che si verifica in questi casi è fonte di intense sofferenze psichiche e spesso di
alterazioni permanenti dell’umore o della personalità.
Obiettivo del mobbing
SCOPO: DANNEGGIARE QUALCUNO, isolando la vittima sul posto
di lavoro e/o allontanarla definitivamente o comunque di impedirle
l’esercizio di un ruolo attivo nel contesto lavorativo; danneggiare i
canali di comunicazione, il flusso di informazioni, la reputazione e/o la
professionalità della vittima.
NON è un singolo evento/episodio ma un PROCESSO
frequente e costante nel tempo
L’attività vessatoria continua e duratura almeno un episodio
alla settimana per un periodo di almeno 6 mesi
L’alta frequenza e la lunga durata del comportamento ostile
danno luogo a seri disagi psicologici, psicosomatici e sociali
Il Mobbizzato
Può assumere i connotati del:
-
DISTRATTO (non si accorge degli avvenimenti)
PRESUNTUOSO (si sopravvaluta)
PASSIVO (soggetto sensibile)
BUONTEMPONE (buffone del gruppo)
PAUROSO (ha timore di tutto e di tutti)
Il Mobber
Ne fanno parte:
- FRUSTRATO (scarica i suoi problemi personali sugli altri)
- ISTIGATORE (alla ricerca di nuove cattiverie)
- MEGALOMANE (con una propria visione distorta)
Manifestazioni del Mobbing (1)
-
Prepotenze e vessazioni
Isolamento sociale
Mancanza di informazioni inerenti il lavoro
Voci negative e calunnie
che si trasformano in Prestazioni lavorative scadenti, Reputazione lavorativa Compromessa, Assegnazione di
incarichi “vuoti” o privi di senso
e quindi
Isolamento lavorativo
Isolamento familiare
Isolamento sociale
ESPULSIONE DALL’AZIENDA
PERDITA DEL LAVORO
Le prime teorie
• Si deve a due psicologi Heins Leymann svedese e Harald Ege tedesco la
diffusione del concetto di Mobbing rispettivamente in Svezia e Germania sin dal
1984 ed in Italia nel 1995.
• Leymann ed Ege interpretano il fenomeno Mobbing secondo la Teoria del conflitto
psicosociale: una modalità di comportamento volta al malessere della vittima
designata, finalizzata a destabilizzarla, a farle perdere l’autocontrollo, ed il
benessere psicofisico, con conseguente allontanamento/dequalificazione dal/nel
posto di lavoro.
Leymann
•
Per Leymann nel processo Mobbing devono essere studiati sei
fattori:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Organizzazione del lavoro
Direzione del lavoro
Mansioni sul lavoro
Dinamica sociale del gruppo
Teorie di personalità
Eccessiva psicologizzazione
Lo sviluppo del Mobbing secondo
Leymann
•
•
1° fase: inizio del conflitto e dell’attacco; la vittima prova disagio.
2°fase: aumenta il conflitto, le ostilità diventano più frequenti e più gravi,
subentra il “terrore psicologico”: se le aggressioni perdurano per più di un anno
lo stato d’ansia può cronicizzare.
•
3°fase: la gestione del personale commette errori ed irregolarità con negazione
dei diritti della vittima; i superiori addossano la colpa alla vittima che si sente
sempre più male.
4°fase: dequalificazione delle mansioni, trasferimenti, cui consegue malattia
anche di lunga durata, per cui il mobbizzato viene escluso dal mondo del lavoro
e dopo un certo periodo di tempo o dà le dimissioni o viene licenziato
•
Il questionario
LIPT (Leymann Inventory of Psychological
Terrorism)
• Leymann ha anche elaborato un Questionario composto da 45 items in 5 sezioni:
•
•
•
•
•
Attacchi alla possibilità di comunicare
Attacchi alle relazioni sociali
Attacchi all’immagine sociale
Attacchi alla qualità della condizione professionale e privata
Attacchi alla salute
• Nel 1995 Ege ha elaborato la versione italiana del questionario, denominata
“LIPT modificato” , che contiene importanti aggiunte e adattamenti alla realtà
italiana.
• Essendo anonimo e di facile lettura, il “LIPT modificato” è funzionale alla
rilevazione del livello di conflittualità nei contesti organizzativi; con questo
strumento sono infatti stati condotti vari studi, tra cui la prima ricerca italiana
sul mobbing (Ege, 1996).
Attività mobbizzanti
Classificazione
Heinz Leymann
generale
delle
attività
mobbizzanti
di
Effetti sulle possibilità della
vittima di comunicare
adeguatamente
La dirigenza non dà possibilità di comunicare, il lavoratore viene zittito,
si fanno attacchi verbali riguardo le assegnazioni del lavoro, minacce
verbali, espressioni verbali che respingono, ecc.
Effetti sulle possibilità della
vittima di mantenere
contatti sociali
I colleghi non comunicano affatto più con il lavoratore o la dirigenza
proibisce esplicitamente di comunicare con loro, isolamento in una
stanza lontano dagli altri, ecc.
Effetti sulle possibilità della
vittima di mantenere
la sua reputazione personale
Mettere in giro voci sul conto della vittima, azioni di messa in ridicolo,
derisione circa eventuale handicap o della appartenenza etnica o del
modo muoversi o di comunicare, ecc.
Effetti sulla situazione
professionale della vittima
Non viene assegnato alcun compito o solo dei
compiti insignificanti, ecc.
Effetti sulla salute fisica della
vittima
Vengono assegnati incarichi pericolosi di lavoro,
oppure si fanno minacce di lesioni fisiche, molestie
sessuali, ecc.
Ege
Le fasi del mobbing
CONDIZIONE
ZERO
Conflitto fisiologico e generalizzato, il tutti
contro tutti. In questa fase non è ancora
chiara la volontà di distruggere, ma è
evidente una forte competitività e una lotta
spietata alla sopravvivenza.
1a FASE
IL CONFLITTO
MIRATO
Viene individuata una vittima e la
conflittualità ora si dirige verso di essa.
Vengono messe in atto una serie di azioni
distruttrici. Il conflitto passa dal piano
oggettivo a quello emotivo-personale.
Le fasi del mobbing
Modello a sei fasi di Ege
2a FASE
L’INIZIO DEL
MOBBING
Le azioni del mobber iniziano a generare
ansia e disagio nella vittima, la quale
comincia ad avvertire il mutamento del
clima lavorativo.
3a FASE
PRIMI SINTOMI
PSICOSOMATICI
La vittima accusa i primi problemi di
salute che si manifestano come disturbi
psicosomatici (problemi digestivi, disturbi
del sonno, ansia generalizzata, disturbi
mnesici e di concentrazione, labilità
emotiva).
Le fasi del mobbing
Modello a sei fasi di Ege
4a FASE
ERRORI ED ABUSI
DELL’AMMINISTRA
ZIONE DEL
PERSONALE
5a FASE
AGGRAVAMENTO
DELLA SALUTE
PSICO-FISICA
DELLA VITTIMA
Il caso di mobbing è divenuto pubblico
e
viene
altresì
favorito
dall’Amministrazione del personale che,
insospettita
dall’assenteismo
per
malattia della vittima, richiama la
persona con contestazioni e interventi
disciplinari.
Il mobbizzato è in preda alla
disperazione, compie errori sempre più
frequenti convincendosi di essere una
nullità e che tutto ciò che sta accadendo
è colpa sua ( auto-attribuzione di
colpa).
Le fasi del mobbing
Modello a sei fasi di Ege
6a FASE
ESCLUSIONE
DAL MONDO
DEL LAVORO
Epilogo della storia del mobbing, che vede
l’uscita della vittima dal mondo del lavoro,
o tramite licenziamento o ricorso al
prepensionamento o anche mediante esiti
traumatici come lo sviluppo di manie
ossessive, suicidio nei casi estremi.
Mobbing e conflitto
Elementi di differenza fra mobbing e conflitto, Pappone, 2003
Oggetto del
contrasto
Modalità
Finalità
Danno per lo
sconfitto
MOBBING
CONFLITTO
La relazione
Un fatto
Manipolativa oltre le
regole
Esplicita secondo le regole
Eliminare o soggiogare
l’altro
Ottenere qualcosa
Disturbo post
traumatico da stress
Frustrazione
Mobbing Orizzontale, verticale
• Il Mobbing orizzontale è quello che viene fatto dai colleghi pari grado; in genere
per impedire ad uno o più colleghi l’avanzamento di carriera;
• il Mobbing verticale viene agito da colleghi di grado superiore, ma anche
inferiore e/o da altro personale della struttura di lavoro, che per mantenere piccoli
privilegi temendo la rivalsa del superiore mobbizzatore si comportano con eguale
aggressività nei confronti della vittima. I Co-mobber sono coloro che affiancano
il Mobber o partecipano senza intervenire personalmente, ma solo acconsentendo
e godendo tacitamente, (soggetti anche loro perseguibili giuridicamente).
Mobbing Trasversale
• Il Mobbing trasversale riguarda anche persone al di fuori del luogo di
lavoro, che in sintonia con il Mobber, che ha messo il veto sul nome
del dipendente, possono creare ulteriore emarginazione e
discriminazione , quando questi cerca appoggio o cerca di farsi
apprezzare in altri luoghi si vede, invece, togliere il saluto ed
altrettante porte sbattute in faccia.
Mobbing strategico
• Il Mobbing strategico può essere presente nelle Imprese, Industrie, Aziende, Enti,
dove esistono condizioni di instabilità e/o cambiamenti con riduzione e/o
riqualificazione di personale, o troppi dirigenti in posizione intermedia che devono
avanzare di grado, ed è attuato intenzionalmente (VOLUTO E PILOTATO) per
allontanare definitivamente dal mondo del lavoro dipendenti considerati non più
utili: dipendenti appartenenti ad altre gestioni, o che lavorano in reparti da
dismettere, o soggetti da riqualificare o ritenuti costosi per la nuova
organizzazione, o solo indesiderati perché nella strategia prefissata altri devono
fare carriera.
Mobbing relazionale
• Il Mobbing relazionale è relativo ai rapporti interpersonali, e può essere di tipo
cognitivo quando è in prevalenza inerente alle strategie di potere, dove il “divide
et impera” (dividere per imporre meglio il proprio potere) diventa governo
abituale adatto ad aizzare le persone le une contro le altre, provocando invidie e
gelosie, per poi squalificarne alcune o destabilizzarle altre rifiutando o travisando
la comunicazione diretta, mentendo ed inviando “doppi messaggi” (in modo che la
vittima qualsiasi cosa fa sbaglia).
• Oppure di tipo emozionale quando è in prevalenza legato ai tratti di personalità; e
si innesta su invidia, gelosia, rivalsa o minaccia all’autostima e/o al timore di
essere superato dal dipendente, o su differenze di genere o di cultura o di classe;
ed è indirizzato ad estromettere il soggetto dal processo lavorativo, per bloccargli
la carriera, toglierli potere; renderlo impotente ed inaffidabile. In questi casi il
Mobber può essere affetto da Disturbo Narcisistico di Personalità “Narcisismo
maligno o perverso” o da Disturbo Paranoie di Personalità.
Bossing e Bulling
Bossing
variante del mobbing che ha la forma di una vera e propria
strategia aziendale volta a ridurre il personale o eliminare
dipendenti "non graditi".
Bulling
indica forme di terrorismo psicologico esercitate non esclusivamente
sul posto di lavoro ma che possono avvenire a scuola, a casa, nelle
carceri e in caserma; significa "comandare facendo prepotenze e
tiranneggiando nei confronti dei sottoposti"; non è necessariamente
intenzionale può essere provocato da conflitti di personalità e da
emotività incontrollabile, la violenza può essere anche di tipo
materiale sulla vittima comprendendo danni fisici, aggressioni e
vandalismo.
Disturbi a livello fisico e psicosomatico
Gli effetti del Mobbing sulla salute si manifestano dopo un tempo variabile, con
sintomi sia di natura fisica o psicosomatica, sia di natura psichica.
a livello degli occhi possiamo avere annebbiamento temporaneo della vista, congiuntiviti;
a livello dermatologico si possono riscontrare eruzione cutanee varie come dermatiti, psoriasi,
allergie;
nella zona cervicale si manifestano cefalea muscolo-tensiva, cervicalgie;
agli arti si può soffrire di tremori, astenia, dolori muscolari;
a livello dell’apparato digerente si verificano gastrite, pirosi, ulcera, colon irritabile;
a livello dell’apparto cardio-vascolare si può constatare tachicardia, ipertensione e nei casi casi
più gravi si può avere infarto del miocardio;
a livello dell’apparto respiratorio si possono avere dispnea , tosse, crisi asmatiche;
a livello dell’apparato endocrino si rivelano disturbi tiroidei;
a livello del sistema immunitario si può verificare un abbassamento delle difese dell’organismo e
quindi una maggiore vulnerabilità alle malattie.
Disturbi a livello psichico
disturbi d’ansia tra cui attacchi di panico, ansia libera, fobie;
disturbi dell’umore che spaziano da reazioni aggressive esagerate con marcata irritabilità a
manifestazioni depressive;
disturbi dell’attenzione e della concentrazione con riduzione della memoria;
disturbi del pensiero con fissazione sul proprio problema lavorativo, ossessività ideativa;
disturbi della sfera del sonno con risvegli multipli durante la notte, insonnia, alterazioni del
ritmo sonno-veglia;
modificazioni dell’alimentazione con anoressia e bulimia;
modificazioni del comportamento relazionale con il partner, la famiglia, sul lavoro e in
società, nelle persone predisposte si verificano o si accentuano problemi legati all’abuso di
alcol, droghe e farmaci;
alterazioni della personalità con quadri di depersonalizzazione fino alla configurazione di
atti estremi come il suicidio ed eventuali tentati omicidi per vendetta sui mobber.
Le conseguenze economiche
Lunghi periodi di malattia e in continui interventi del servizio del
personale, con costi esorbitanti per le aziende, per il soggetto e per
la collettività in termini di:
vproduttività e investimenti nella formazione,
vperdita di professionalità
vdeterioramento della qualità della vita
vcosti sociali
Patologie:
Le due patologie riconosciute come possibile
conseguenza di mobbing sui luoghi di lavoro sono:
ü Il disturbo dell’adattamento cronico
ü Il disturbo post traumatico cronico da stress.
Disturbo dell’Adattamento:
siamo di fronte ad un Disturbo dell’Adattamento quando
una persona presenta le seguenti condizioni:
a) lo sviluppo di sintomi emotivi o comportamentali in
risposta ad uno o più fattori stressanti identificabili
che si manifestano entro 3 mesi dall’insorgenza degli
stessi;
b) tali sintomi debbono essere clinicamente significativi
(marcato disagio che va al di là di quanto prevedibile
in base all’esposizione al fattore; compromissione del
funzionamento sociale o lavorativo);
Disturbo dell’Adattamento:
I Disturbi dell’Adattamento sono codificati secondo i
sintomi predominanti:
ü Con umore depresso
ü Con ansia
ü Con ansia ed umore depresso misti
ü Con alterazione della condotta
ü Non specificato
Disturbo Post Traumatico da Stress:
La diagnosi di Disturbo Post Traumatico da Stress si
pone nel momento in cui:
a) la persona è stata esposta ad un evento traumatico
nel quale erano presenti le seguenti caratteristiche:
ü la persona ha vissuto, assistito o si è confrontata
con un evento/i che hanno implicato morte, o
minaccia di morte, o gravi lesioni, o una minaccia
all’integrità fisica propria o di altri.
ü la risposta della persona comprendeva paura
intensa, sentimento di impotenza o di orrore.
Disturbo Post Traumatico da Stress:
La diagnosi di Disturbo Post Traumatico da Stress si
pone nel momento in cui:
b) l’evento traumatico viene rivissuto persistentemente
in uno (o più) dei seguenti modi:
ü ricordi spiacevoli ricorrenti e intrusivi dell’evento
(immagini, pensieri e percezioni);
ü sogni spiacevoli dell’evento ricorrenti;
ü agire o sentire come se l’evento traumatico si
stesse ripresentando;
ü disagio psicologico di fronte a fattori che
assomigliano o simbolizzano l’evento.
Disturbo Post Traumatico da Stress:
La diagnosi di Disturbo Post Traumatico da Stress si
pone nel momento in cui:
c) Viene praticata una condotta di evitamento
persistente degli stimoli associati con il trauma e vi è
una attenuazione della reattività generale (almeno
tre dei seguenti elementi):
ü evitamento di pensieri, sensazioni o conversazioni
associate con il trauma;
ü evitamento di attività, luoghi o persone che
evochino ricordi inerenti al trauma;
ü incapacità
trauma;
di ricordare
qualche aspetto
del
Disturbo Post Traumatico da Stress:
La diagnosi di Disturbo Post Traumatico da Stress si
pone nel momento in cui:
c) Viene praticata una condotta di evitamento
persistente degli stimoli associati con il trauma e vi è
una attenuazione della reattività generale (almeno
tre dei seguenti elementi):
ü riduzione di interesse e partecipazione in attività;
ü distacco ed estraneità verso gli altri;
ü affettività
ridotta
sentimenti);
(incapacità
di
provare
ü pessimismo per le prospettive future (carriera,
matrimonio, figli, durata della vita).
Disturbo Post Traumatico da Stress:
La diagnosi di Disturbo Post Traumatico da Stress si
pone nel momento in cui:
d) Sintomi persistenti tra cui almeno due dei seguenti:
ü difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il
sonno;
ü irritabilità o scoppi di collera;
ü difficoltà a concentrarsi;
ü ipervigilanza;
ü esagerate risposte d’allarme.
Il Medico del Lavoro:
Primo compito del Medico del Lavoro è accertarsi
che vi sia stato effettivamente mobbing nei
confronti di un soggetto.
Passo successivo è dimostrare il nesso di causalità
fra le eventuali patologie riportate e le azioni
mobbizzanti subite.
Qualora fosse dimostrato il nesso causale tra fattori
di rischio e patologia sviluppata si potrà parlare di
patologia professionale.
Il Medico del Lavoro:
Il Medico del Lavoro deve partire da una diagnosi
clinica formulata da personale specializzato
(psichiatra e psicologo).
Devono pertanto essere rigettate (o comunque
considerate con le dovute cautele) le diagnosi
formulate da medici non specialisti di patologie
psichiche.