Qualcuno dei Sai si fa bello del mio scudo, arma perfetta

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La Grecia arcaica
La Grecia arcaica
Dal film “300”,
di Zack Snyder, 2007.
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Storia / 4
L’opposizione ai valori e allo stile di vita
tradizionale dei nobili si esprime per la
prima volta in modo esplicito nella poesia di
Archìloco di Paro (680-640 a.C.).
“Qualcuno dei Sai si fa bello del mio scudo,
arma perfetta, che io abbandonai
a malincuore presso un cespuglio.
Però mi sono salvato. Che m’importa
dello scudo? Al diavolo! Me ne procurerò
un altro, e anche migliore”.
Archiloco, fr. 6
Storia / 4
I tiranni
La polis aristocratica non resse all’urto della nuova classe
media: alcuni nobili passarono dalla parte opposta, si
fecero capi del malcontento popolare, e si impadronirono
del potere (VII-VI sec.).
Questi furono chiamati tiranni (= signori assoluti), e
favorirono in vari modi i loro sostenitori.
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Storia / 4
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La Grecia classica (V e IV sec. a.C.)
Nella successiva polis democratica il giudizio sui tiranni fu
nettamente negativo.
“Nulla per una città è peggiore di un tiranno, quando non
c’è legge uguale per tutti, ma uno solo a suo arbitrio fa
leggi, colui che regna, e neppure esse valgono per tutti.
Ma dove è scritta la legge, la giustizia è uguale per il
povero e per il ricco, e chi è debole può opporsi al
potente che l’offende, ed avendo la ragione con sé il
piccolo vince sul grande. Questa è la libertà: chi vuol
dare qualche consiglio utile alla città? Così chi vuole
acquista gloria, e chi non vuole resta nel silenzio. Come
potremmo essere più uguali?”
Da Euripide, Le supplici
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Resti di Sparta
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Il poeta Tirteo
“…Resista ognuno ben piantato sulle gambe al suolo, /
mordendosi le labbra con i denti / nascondendosi dietro
la pancia di uno scudo immenso / l’asta possente
stringa nella destra e l’agiti / muova tremendo sul capo
il cimiero. / Entrando nella mischia, con la lancia o con
la spada / ferisca e faccia del nemico preda. / Appoggi
piede contro piede, scudo a scudo / l’elmo all’elmo, e
lotti col nemico…”.
da Tirteo, Framm. 8
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Solone, autore della costituzione ateniese del 594 a.C.,
fu anche poeta, e scrisse versi a giustificare il suo
operato.
•“Al popolo diedi tanto potere quanto è sufficiente,
non togliendogli onore né troppo concedendo; e quanti
avevano potenza e per ricchezza erano rispettati,
anche costoro io curai che non soffrissero ingiuria; mi
piantai protendendo valido lo scudo su entrambi, e a
nessuno di essi permisi ingiusta sopraffazione. …
Nelle grandi imprese piacere a tutti è difficile”.
da Solone, framm. 5
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• Diversamente dalla costituzione di Solone, che era
timocratica, basata cioè sulla ricchezza, la costituzione
di Clistene è democratica e fondata sulla partecipazione
di tutti i cittadini
• I cittadini sono divisi in tribù e distretti (demi) solo su
base geografica, di residenza, e non per nobiltà o per
ricchezza.
• La Bulè è anche il primo esempio di assemblea politica
proporzionalmente rappresentativa, perché assicurava
una rappresentanza ai cittadini di tutte le tribù.
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La Grecia classica (V e IV sec. a.C.)
La democrazia moderna è un’altra
cosa: non è fondata sulla
partecipazione, ma sulla
rappresentanza; non prevede
l’esercizio diretto del potere, ma la
sua delega; non è un sistema di
autogoverno, ma un sistema di
controllo e limitazione del governo.
- Il cittadino antico esisteva ed
operava per servire la polis, per la
collettività, mentre il cittadino
moderno esige di essere servito
dallo Stato.
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La democrazia greca
e la democrazia moderna
La democrazia greca incarna la
democrazia nel significato
letterale del termine: potere,
kratos, del popolo o demos.
I cittadini partecipavano
effettivamente al governo della
città, e, come dice Aristotele,
<<tutti comandavano a ciascuno,
e ciascuno comandava a sua volta
a tutti>>.
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La Grecia classica (V e IV sec. a.C.)
La democrazia greca non è
applicabile alle condizioni degli stati
moderni. Per i Greci la democrazia
letterale, nel suo pieno significato,
era la sola democrazia possibile; per
noi moderni essa è una forma di
governo impossibile.
La democrazia moderna, allora, non
descrive una cosa, ma prescrive un
ideale; non ciò che è, ma ciò che
dovrebbe essere: una ricerca di
soluzioni che consentano di
avvicinarsi all’ideale e al governo del
popolo.
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Reggia del re persiano Serse, a
Susa, 480 a.C. - La regina
Atossa attende con ansia notizie
della grande spedizione che il
re, suo figlio, ha lanciato contro
la Grecia. L’atmosfera è cupa,
tristi presentimenti invadono la
corte.
All’improvviso, arriva un
messaggero, scampato alla
strage. Egli annuncia alla
regina la sconfitta di Serse,
nelle acque di Salamina. Il re è
salvo, ma i suoi compagni, e la
maggior parte della flotta
persiana, sono in fondo al
mare.
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La Grecia classica (V e IV sec. a.C.)
La Grecia classica (V e IV sec. a.C.)
Questo brano è tratto da una
tragedia di Eschilo, I Persiani,
messa in scena nel teatro di
Atene, nel 472 a.C., pochi anni
dopo la vittoria di Salamina.
Dalla tragedia di Eschilo “I Persiani”,
Regia televisiva di Vittorio Cottafavi, RAI, 1975
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Pericle
• Con Pericle, dal 461 a.C., Atene
diventava una grande città, in
piena espansione demografica, con
il porto più importante del
Mediterraneo, ricca e fervida di
iniziative.
• Il quindicennio di Pericle fu un
periodo di grande splendore per
Atene, magnificamente espresso in
un suo discorso tramandato dallo
storico Tucidide.
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La Grecia classica (V e IV sec. a.C.)
• “Il nostro ordinamento politico è di esempio agli altri: si
chiama democrazia perché è al servizio della
maggioranza del popolo. Noi eleggiamo alle cariche
pubbliche chi ne è degno, senza badare a quale partito
o classe appartenga; anche i poveri possono ottenere le
cariche più alte.
• Siamo liberi nella vita pubblica e privata… Amiamo le
cose belle, amiamo il sapere, ma sappiamo anche come
agire. Per noi chi non si interessa alla vita politica non è
un uomo tranquillo, ma un cittadino inutile.
• Per tutto questo, dico che la nostra città è la scuola
della Grecia, e da noi ogni cittadino può sviluppare al
massimo e liberamente la propria personalità”.
da Tucidide, La guerra del Peloponneso, II, 35-46
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La cultura ateniese
Nell’Atene del V e IV secolo si affermarono:
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- filosofi (Socrate, Platone, Aristotele);
- drammaturghi (Eschilo, Sofocle, Euripide, Aristofane);
- storici (Erodoto, Tucidide);
- artisti (Fidia, Prassitele, Mirone, Policleto, Lisippo);
- scienziati (Ippocrate);
- oratori (Lisia, Isocrate, Demostene).
La Grecia classica (V e IV sec. a.C.)
La Grecia classica (V e IV sec. a.C.)
Il teatro
• Uno dei maggiori contributi
culturali di Atene
all’umanità fu il teatro.
Nelle feste in onore di
Dioniso, si rappresentavano
spettacoli teatrali nei quali
si discutevano i principali
problemi cittadini.
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La Grecia classica (V e IV sec. a.C.)
• Le tragedie trattavano
antichi miti o fatti storici,
ed avevano un grande
significato morale e
politico, esprimendo le
idee, le speranze ed i
sentimenti del popolo, sui
quali gli spettatori erano
chiamati a riflettere.
Dal film Edipo re,
di Pier Paolo Pasolini, 1967
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• Accanto alle tragedie erano
rappresentate delle
commedie, spesso
riguardanti aspetti e
personaggi della vita
cittadina, visti dal lato
comico. In ciò, rifulse il
genio inventivo di
Aristofane (V sec.).
Dalla commedia musicale Mai di sabato signora Lisistrata,
regia teatrale di P. Garinei e S. Giovannini, RAI, 1979
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La Grecia classica (V e IV sec. a.C.)
• Il teatro di Atene,
con 14.000 posti,
era una scuola di
democrazia, nella
quale la comunità
dei cittadini
ritrovava la sua
unità al di sopra
dei contrasti
politici.
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Socrate
• Il più grande filosofo
dell’epoca fu Socrate (469399), per il quale non è
importante ciò che è utile,
sempre variabile, ma il vero
bene, la vera virtù e la vera
giustizia. L’uomo è al
centro della sua ricerca.
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Dal film Socrate,
di Roberto Rossellini, 1970
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PLATONE
• Platone (IV sec.) fu
discepolo di Socrate. Nelle
sue opere, composte in
forma di dialogo, fa esporre
a Socrate le sue idee
filosofiche.
• E’ stato detto che tutta la
filosofia successiva non è
altro che un “commento” a
Platone.
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Dal film Socrate,
di Roberto Rossellini, 1970
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La Storia
• In Atene nasce anche la
Storia, come ricerca critica
delle cause ed
interpretazione dei fatti.
• Erodoto, padre della storia,
raccolse molti racconti
mitici e favole, ma raccontò
le recenti guerre persiane e
si pose il problema delle
loro cause.
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La Grecia classica (V e IV sec. a.C.)
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• Tucidide raccontò la storia
della guerra del Peloponneso
(431-404), alla quale
partecipò come stratego. Egli
espone fatti vissuti di
persona, o riferiti da altri
testomini diretti, e va alla
ricerca dell’obiettività, della
causa vera.
La Grecia classica (V e IV sec. a.C.)
L’altra faccia di Atene
Dialogo fra gli Ateniesi e i Melii
(416 a.C.)
• Lo scopo della storia è far
capire le vicende attuali e
future, offrire un “possesso
perenne” ai lettori,
soprattutto ai politici.
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(Ateniesi): “«Non stiamo qui a sostenere che il nostro dominio è
giusto perché abbiamo sconfitto la Persia… Esigiamo che si discuta
in base a valutazioni realistiche… Voi dovere decidere come non
rischiare la vita opponendovi ad un nemico molto più forte. Da
sempre, per legge di natura, i più forti comandano. Non siamo noi
ad aver stabilito questa legge, non siamo noi ad averla applicata
per primi. Era in vigore quando l’abbiamo trovata, e sempre valida
la lasceremo, consapevoli che anche voi, come altri, ci imitereste se
vi trovaste al nostro livello di potenza. Riflettete dunque quando ce
ne saremo andati, e considerate che si tratta delle sorti della vostra
patria».
Gli ambasciatori ateniesi andarono via. Gli strateghi, siccome i Melii
non cedevano, subito cominciarono la guerra. … Tutti i Melii adulti
furono uccisi, donne e bambini furono fatti schiavi. In quel luogo,
furono mandati cinquecento coloni ateniesi”.
da Tucidide, La guerra del Peloponneso
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L’ellenismo
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L’ellenismo
Dal film Alexander,
di Oliver Stone, 2004
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L’ellenismo
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L’ellenismo
Alessandro Magno
• Filippo diede a suo figlio
Alessandro un’educazione
di prim’ordine, chiamando
alla sua corte il filosofo
Aristotele.
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L’ellenismo
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