I mutamenti climatici possono favorire l`arrivo di insetti e batteri che

[RISCHI SANITARI]
DI EUGENIO ARCIDIACONO
380.000
casi di zoonosi registrati
sull’uomo in Europa
(fonte: Autorità europea per
la sicurezza alimentare,
dati riferiti al 2005)
cani, mucche
e gatti
sono i principali vettori
di zoonosi
oltre 300
zoonosi
parassitarie
conosciute
30%
stima della percentuale
di aumento dei casi di zoonosi
dovuti ai cambiamenti climatici
L’INVASIONE DEI PICCOLI ALIENI
I mutamenti climatici possono favorire l’arrivo di insetti
S
embrava un giallo senza soluzione. Ad
aprile una donna fiorentina si è ammalata di malaria senza aver viaggiato in Paesi a rischio infezione. Gli unici sospetti erano derivati dal fatto che la donna
era stata ricoverata qualche settimana prima
per una polmonite in una clinica milanese in
cui era ospite anche un nigeriano colpito dalla malattia durante un viaggio di lavoro. In
un primo tempo i medici avevano escluso il
contagio fra i due, ipotizzando la presenza di
una “zanzara da valigia” arrivata chissà da
dove. Ma l’esame del Dna del plasmodio della malaria dei due pazienti e la successiva cattura delle zanzare presenti nell’ospedale non
hanno lasciato dubbi: una comune zanzara
aedes ha punto il nigeriano già malato e ha
poi trasmesso il virus alla donna.
Anche se per fortuna casi come questo so-
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no rarissimi, è ormai assodato che sono provocati dai cambiamenti climatici e dalla globalizzazione: malattie debellate da tempo o
mai apparse in Italia si registrano per effetto
di mutamenti di temperatura che rendono
insetti e parassiti più resistenti, ma soprattutto perché negli ultimi 20 anni il trasporto aereo, marittimo, ferroviario e su strada è letteralmente esploso, favorendo il contatto fra
esseri umani e fra esseri umani e animali che
mai si erano incontrati prima. Di tutto questo si è parlato a Tunisi a un recente convegno organizzato da Merial, azienda leader
nel settore farmaceutico veterinario, che ha
riunito oltre 120 studiosi europei e africani
per discutere, in particolare, delle zoonosi,
le malattie che si trasmettono dagli animali
agli uomini e viceversa. A rappresentare
l’Italia c’era la dottoressa Laura Rinaldi, ri-
e batteri che arrivano da lontano. Ecco come difendersi
cercatrice presso la facoltà di Medicina veterinaria di Napoli. A Tunisi ha presentato
un Sistema informativo geografico messo a
punto dal suo gruppo di lavoro per lo studio
delle zoonosi e in particolare della dirofilariosi sottocutanea, una malattia di origine parassitaria che colpisce cani e gatti, molto diffusa
in Italia. È in pratica un atlante geografico
“intelligente” che, intrecciando dati climatici, geografici e sulla popolazione umana e
animale, consente non solo di sapere in quale zona geografica è diffusa una certa malattia, ma anche di prevedere quando e in quali
altre aree si svilupperà.
Sono più di 300 le zoonosi di origine parassitaria conosciute e tutti gli studi sono
concordi nel dire che ci sarà un loro aumento nei prossimi anni. Alcune di queste
sono molto pericolose per l’uomo, come la
leishmaniosi o la toxoplasmosi e sono da secoli presenti sui nostri territori, mentre altre,
come la “lingua blu”, sono arrivate negli ultimi anni in Europa dai Paesi asiatici e africani, anche se per fortuna riguardano solo gli
animali. Le cure esistono e sono efficaci, il
problema è che queste malattie spesso non si
manifestano con sintomi specifici
e quindi è molto difficile giungere a una diagnosi esatta e
tempestiva. «Prendiamo
il caso della dirofilariosi», spiega la dottoressa Rinaldi, «che si manifesta con la formazione di noduli sottocutanei nelle parti superiori del corpo. In sé
non procurano gravi
씮
In alto: una zanzara che
potrebbe trasmettere la malaria
come è accaduto un anno
fa in Italia. Sotto: una zecca.
Sopra il titolo: l’accurato
lavaggio di frutta e insalata può
evitare pericolose infezioni
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Gli animali ritenuti più pericolosi per l’uomo sono
proprio i nostri “migliori amici”, come cani e gatti
“
Certi allarmi dei mass
media si risolvono
in clamorose bolle
di sapone;
dell’echinococcosi,
non se ne parla mai,
anche se è molto
pericolosa per l’uomo
”
L’équipe della facoltà
di Veterinaria dell’Università
di Napoli. Nell’altra pagina:
anche le mucche possono
trasmettere zoonosi
potenzialmente
pericolose per l’uomo
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씮
danni, ma molto spesso i medici le scambiamo per tumori e solo dopo l’operazione si
rendono conto della loro origine parassitaria. L’impatto psicologico per il paziente,
nel frattempo, è stato devastante ed ecco
perché è necessario rivolgersi a medici
specializzati».
Quantificare i casi di zoonosi su
esseri umani è molto difficile, come spiega il professor Giuseppe
Cringoli, capo dell’équipe di
studiosi di cui fa parte la dottoressa Rinaldi. «Anche se in ogni
regione è istituito un osservato-
rio epidemiologico, i flussi informativi sono
molto limitati. Abbiamo dati attendibili solo
sulle malattie per le quali sono attivi piani di
risanamento, come la brucellosi, un’infezione batterica che colpisce bovini e ovini.
Ogni anno vengono effettuati prelievi di sangue su tutti gli animali e così abbiamo il pol-
so della situazione. Oppure abbiamo informazioni su quelle malattie su cui si concentra l’attenzione dei mass media e che spesso
si risolvono in clamorose bolle di sapone, come è accaduto con l’influenza aviaria. Invece dell’echinococcosi, la
zoonosi parassitaria più diffusa in
Italia, soprattutto al Centrosud, non se ne
parla mai, anche se è molto
pericolosa per
l’uomo. È una
malattia provocata
da un verme che si
trova nell’intestino del
cane. Se finisce in un essere
umano, provoca lo sviluppo di una
cisti nel fegato o nei polmoni che
può raggiungere anche i 20 centimetri di diametro. L’unica soluzione è
un intervento chirurgico molto delicato».
Le vie di trasmissione delle zoonosi sono moltissime: il cibo, l’acqua, il terreno, vettori di vario genere (zanzare, zecche, pulci, pidocchi). Il professor Cringoli fa alcuni
esempi. «Nel caso della malattia di
Lyme, per esempio, l’infezione si trasmette attraverso una zecca che dopo aver punto un animale selvatico,
di solito un cervo, punge anche l’uomo. Nella brucellosi invece, il batterio vive nel sangue della mucca e si
trasmette con il latte non adeguatamente pastorizzato. C’è poi il contagio da
echinococco, che può essere molto più tortuoso, dato che le uova possono sopravvivere anche 2 o 3 anni. Mettiamo che un cane
faccia i suoi bisogni su un terreno sul quale a
distanza di tempo viene coltivata l’insalata
che poi arriva sulla tavola di un consumato-
re. Se non la lava accuratamente, può ammalarsi di echinococcosi, anche se non ha mai
toccato un cane in vita sua».
Infine, il cibo. La dottoressa Rinaldi riporta il caso classico della toxoplasmosi,
che si trasmette con un parassita presente
nell’intestino dei gatti, ma non solo. «Le uova possono essere presenti anche nei salumi
e nella carne poco cotta. Ecco perché alle
donne in gravidanza si raccomanda di evitare il consumo di questi alimenti e il contatto con i gatti: la toxoplasmosi è una delle
cause più frequenti di aborto». In realtà, come spiega il professor Cringoli, gli animali
più pericolosi per l’uomo da questo punto
di vista sono proprio i nostri “migliori amici”: i cani. «Su 300 zoonosi parassitarie conosciute, circa 60 vedono coinvolti i cani,
seguiti a larga distanza dalle mucche. Questo non significa che dobbiamo criminalizzarli, ma semplicemente che non possiamo
considerarli come dei peluche da spupazzare o con cui dormire insieme. Per quanto
possiamo curarli, non possiamo impedire loro di andare sui terreni dove altri cani hanno
fatto i loro bisogni». L’unica prevenzione
contro le zoonosi è quindi una scrupolosa
igiene personale. Il professor Cringoli raccomanda di «lavarsi sempre le mani prima di
mangiare, lavare la frutta e la verdura, farsi
una bella doccia al ritorno da una scampagnata nei boschi». Occorre poi coprire i cibi
fino a quando non vengono consumati, conservare lontano da casa qualsiasi oggetto possa attirare gli insetti e, per lo stesso motivo,
evitare la formazione di acqua stagnante in
recipienti e vasi. Le zoonosi hanno anche
un impatto economico notevole. «L’abbattimento di una bufala infetta», aggiunge
Cringoli, «può costare all’allevatore anche 10.000 euro, che solo in parte gli vengono restituiti sotto forma di contributo, mentre un intervento per rimuovere una cisti
causata da un echinococco può costare fino
a 20.000 euro». A Torino, intanto, è stata costituita un’equipe di ricercatori finanziata
dall’Ue per studiare i parassiti che viaggiano
sulle piante importate: si teme infatti che
possano giungere in Europa killer come la
carie del grano o l’agente della ruggine della
soia in grado di causare perdite fino al왎
l’80% della produzione.