M102 STELLE GALASSIE AMMASSI DI GALASSIE QUASARS ED OGGETTI BL LACERTAE La storia della scoperta di M102 è stata, per un certo periodo, piuttosto controversa ed esula dal contesto della nostra scheda. Ci pare comunque doveroso ricordare che, quasi certamente, Messier fece un po’ di confusione in quanto effettuò, verso la fine del 1781, un’erronea riosservazione di M101 (posta nelle vicinanze). Del fatto si accorse Pierre Francois André Mechain, astronomo e geodeta francese, che già aveva osservato un oggetto qualche mese prima (marzo o aprile) proprio nella posizione indicata da Messier. Mechain si rese conto che si trattava di un’altra “nebulosa” che in seguito venne classificata da Dreyer con la sigla NGC 5866. L’astronomo francese Pierre Francois André Mechain, al quale va onestamente attribuita la scoperta di M102. I dintorni oggetti I dintorni deglidegli oggetti MESSIER STELLE VARIABILI M E S S I E R NANE BIANCHE M102 pag. 1 Per oltre un secolo l’oggetto M102 non venne citato come tale ma ora è universalmente accettato ed associato alla predetta galassia NGC 5866. I dintorni degli oggetti MESSIER La costellazione del Draco alla cui periferia sud si trova M102; si noti la vicinanza posizionale di M101 nell’adiacente costellazione Ursa Major. M102 pag. 2 La posizione di M102 rientra nei campi osservati dalla survey SDSS (Sloan Digital Sky Survey) una fantastica rassegna che ha coperto circa un quarto della volta celeste e che si è da poco conclusa (in termini osservativi, poichè la riduzione dei dati richiederà ancora parecchi anni prima di essere completata); questa survey ha regalato agli astronomi una miriade di scoperte, dalle nane bianche alle stelle variabili, dalle supernovae alle galassie, dagli ammassi di galassie ai quasars. I dintorni degli oggetti MESSIER Una curiosa illustrazione delle piramidi di Gizah con sullo sfondo la regione celeste contenente la costellazione Draco: i due trattini indicano la posizione di M102. M102 pag. 3 Un primo piano della camera CCD del riflettore SDSS che, ricordiamo, ha effettuato le singole riprese in cinque distinti filtri ottici, corrispondenti ad altrettante bande fotometriche (u,g,r,i,z). I dintorni degli oggetti MESSIER Il riflettore da 2.5m dell’Apache Point Observatory (APO), utilizzato per la realizzazione della survey SDSS; si noti l’originale intelaiatura. M102 pag. 4 A seguire, mostriamo una sequenza ad ingrandimenti crescenti sempre centrati su M102, sequenza che dimostra le superbe capacità del telescopio da 2.5m utilizzato per la survey. I dintorni degli oggetti MESSIER M102 pag. 5 I dintorni degli oggetti MESSIER M102 pag. 6 Nonostante il gran numero di galassie presenti nel campo, vi è stata fino ad oggi scoperta una sola supernova. Si tratta della SN 1964O, scoperta da Paul Wild il 15.9.1964 nella posizione A.R.= 15h08m50s.6 D= +55°28’07” (2000.0). Al momento della scoperta la stella si presentava di magnitudine 15.0. I dintorni degli oggetti MESSIER Le cinque immagini, centrate su M102, mostrano in una sequenza di successivi ingrandimenti le ottime capacità di ripresa del riflettore APO. La galassia ospite è assolutamente sconosciuta ed alcuni ricercatori ritengono che la SN appartenga alla classe delle cosiddette “supernovae intergalattiche”, oggetti alquanto rari che si sono evoluti lontano –o comunque all’esterno- dalle galassie in cui sarebbero nati. M102 pag. 7 I dintorni degli oggetti MESSIER Trattasi dalla survey SDSS, ecco la cartina centrata nella posizione in cui è apparsa la supernova 1964O. Come richiamato nel testo, non si osserva alcuna galassia possibilmente correlata all’evento esplosivo, nemmeno il debole oggetto bluastro a destra del centro e che dovrebbe essere una stella galattica. M102 pag. 8 Riportiamo ora la nostra immagine, come al solito in negativo per meglio apprezzare gli oggetti più deboli, precisando che le posizioni degli ammassi di galassie riguardano essenzialmente la loro localizzazione centrale; si noti comunque, all’interno e nei pressi delle ellissi, la presenza di numerose, deboli galassie non classificate singolarmente. Dati di ripresa: Osservatorio Astronomico Europa ’71 – Sanremo -IMData di ripresa: 3.8.2005 Inizio ripresa: 21h 48m (TMEC) Tempo di esposizione: 60m I dintorni degli oggetti MESSIER (per ingrandire usare lo strunento lente) Telescopio: Astro Physics Apocromatic Starfire 155mm/f 7 EDF Camera: CCD SBIG STL 11000M in high resolution mode (pixels 9x9 μm) Filtro: IR cut Baader M102 pag. 9 STELLE STELLE Henry Lee Giclas in una delle pochissime immagini disponibili, purtroppo di scarsa qualità. Ricordiamo che gli oggetti in tale catalogo sono designati con la lettera G (Giclas) seguita da due numeri: il primo si riferisce al campo della relativa lastra, mentre il secondo è semplicemente un progressivo. G 201-033 è una debole stellina di magnitudine 13.47 e tipo spettrale M, quindi piuttosto fredda, per la quale è stato misurato un moto proprio pari a 0.472 secondi d’arco/anno. La stella è stata inserita anche in successivi cataloghi, quali quelli di Luyten -1979- (NLTT 135097), Gliese -1991- (Gl 3891), Bakos -2002- ed LSPM. I dintorni degli oggetti MESSIER Nel campo della nostra immagine vi sono diverse stelle “vicine” o ritenute tali a causa del moto proprio misurabile su tempi scala inferiori ad un anno o poco più. Storicamente, è doveroso iniziare con il lavoro pubblicato nel 1971 da H.L. Giclas, Jr.R. Burnham ed N.G. Thomas del Lowell Observatory a Flagstaff, in Arizona. Tale studio riguardava 8991 stelle dotate di apprezzabile moto proprio ed i cui dati erano stati ricavati da numerosi bollettini editi dall’osservatorio medesimo tra il 1958 ed il 1970. Per la cronaca, lo stesso Giclas pubblicò nel 1978 un catalogo simile ma riferito a stelle dell’emisfero australe. M102 pag. 10 La ripresa infrarossa della 2MASS mette ancor più in evidenza la luminosità di G 201033 in questa regione spettrale. I dintorni degli oggetti MESSIER Immagine ottica della stella vicina G 201-033, con l’evidente colorazione rossastra tipica degli oggetti stellari di tipo spettrale M. M102 pag. 11 Altra stella del catalogo di Giclas è la G 201-042 , ben più luminosa della precedente (magnitudine 10.3) ed anche più calda, possedendo una temperatura superficiale di 5680 °K e tipo spettrale G5. Il suo moto proprio è pari a 0.325 “/anno e corrisponde alle stelle HD 238430, NLTT 39636 ed LSPM J1512+5537. La stella rientra anche nei cataloghi stellari astrometrici Hipparcos e PPMX. I dintorni degli oggetti MESSIER La stella G 201-042 appare molto luminosa nell’ottico ed un po’ meno rossa –perché più calda- rispetto alla precedente G 201-033. Più volte, in queste schede, abbiamo accennato al catalogo di Lepine e Shara (LSPM) sulle stelle caratterizzate da un misurabile moto proprio. Da tale lista abbiamo estratto la stella LSPM J1507+5516 un debole astro di magnitudine 16.48 il cui moto proprio è pari a 0.157 “/anno. L’oggetto non risulta inserito in nessun altro catalogo del genere. M102 pag. 12 I dintorni degli oggetti MESSIER La stella vicina LSPM J1507+5516 così come appare nella Digitized Sky Survey (DSS). M102 pag. 13 I dintorni degli oggetti MESSIER La medesima stella vista dalla SDSS: appare evidente, oltre alla colorazione indicativa della temperatura, la maggior ricchezza di oggetti registrati. M102 La LSPM J1507+5516 ripresa nell’infrarosso dalla 2MASS: si noti come, a tale lunghezza d’onda, la stella appaia più brillante che nel visuale. pag. 14 Negli anni ’70 del secolo scorso, l’astronomo tedesco naturalizzato americano Willem Jacob Luyten pubblicò numerosi articoli, tutti editi dall’University of Minnesota a Minneapolis, riguardanti stelle vicine, nane bianche e sistemi doppi, fornendo alla comunità astronomica internazionale importanti riferimenti per lo studio più approfondito di tali tipologie stellari. Da uno di tali articoli, contenente diverse decine di migliaia di oggetti, abbiamo estratto la stella NLTT 39402, un oggetto non molto caldo (tipo spettrale G-K) e di debole luminosità (magnitudine 13.9). La stella presenta un moto proprio annuo pari a 0”.181. I dintorni degli oggetti MESSIER W.J. Luyten, grande esperto di moti propri stellari. M102 pag. 15 I dintorni degli oggetti MESSIER Immagine ottica della stella NLTT 39402, di un brillante colore giallastro. M102 La medesima stella così come registrata nell’infrarosso. pag. 16 Nel 1999, un gruppo di astronomi del Main Astronomical Observatory della National Academy of Science in Ukraina, capitanato da V. Kislyuk, ha pubblicato il FONAC (FON Astrographic Catalogue), un compendio di dati riferiti a posizioni, moti propri e magnitudini fotometriche riferiti complessivamente a ben 2.008.383 stelle rilevate nella regione celeste compresa tra +90° e -2°. Il catalogo è basato sulle misurazioni effettuate su oltre 1700 lastre prese all’astrografo a grande campo del Main Astronomical Observatory presso Kiev. Per i più curiosi, l’acronimo russo FON sta per “studio fotografico del cielo nord”. La precisione stimata per i dati è di circa 0.2 secondi d’arco per le posizioni, 3 millisecondi d’arco/anno per i moti propri e 0.18 magnitudini per la fotometria. Nel 2008, a cura di G.A. Ivanov, è stato pubblicato un aggiornamento del FONAC, nel quale sono state utilizzate informazioni più precise ricavate dalle osservazioni del satellite astrometrico Hipparcos oltre che da nuovi cataloghi resisi disponibili (UCAC 2, CMC, PPM ed altri). I dintorni degli oggetti MESSIER L’Osservatorio di Kiev presso il quale sono state realizzate le riprese del FONAC. Da questo monumentale catalogo abbiamo estratto i quattro oggetti che seguono. FONAC 1-317239 è una stella di magnitudine 13.15, dotata di un moto proprio pari a 1.6 mas/anno in ascensione retta e -41.8 mas/anno in declinazione. Tali piccoli moti sono caratteristici anche delle altre tre stelle elencate. M102 pag. 17 Immagine 2MASS della medesima stella. Si noti che, nell’infrarosso, la stella rossastra in alto a sinistra appare più luminosa rispetto alla corrispondente immagine ottica soprastante. I dintorni degli oggetti MESSIER Inquadratura centrata su FONAC 1-317239, stella dall’intenso colore azzurrino tipico degli oggetti caldi. M102 pag. 18 FONAC 1-316425, di magnitudine 13.18, appare di colore decisamente più arrossato rispetto alla precedente ed è localizzata poco a sud di due brillanti stelle rosse. I dintorni degli oggetti MESSIER Cartina ottica centrata sulla stella rossa FONAC 1-316425, prospetticamente situata poco a sud di una coppia di brillanti stelle rosse. Nell’angolo in alto a destra si nota la presenza di una debole galassia spirale di colore bluastro. M102 pag. 19 FONAC 1-318764, corrispondente alla stella NPM1 +55.05323 del Northern Proper Motion catalogue approntato al Lick Observatory, è la più brillante del quartetto, con una magnitudine di 12.17. I dintorni degli oggetti MESSIER Individuazione ottica della stella FONAC 1-318764, dallo spiccato colore biancobluastro. M102 pag. 20 FONAC 1-319486, di colore simile alla precedente, presenta una magnitudine di 12.49. I dintorni degli oggetti MESSIER Immagine ottica di FONAC 1-319486. M102 Rilevamento infrarosso 2MASS della medesima stella. pag. 21 Cartina ottica della stella isolata blu SDSS J15001+5533. I dintorni degli oggetti MESSIER Tra i molteplici lavori pubblicati utilizzando l’enorme database della SDSS, vogliamo segnalarne uno dedicato allo studio di isolate stelle blu poste ad elevata latitudine galattica, quindi lontane dal piano della Via Lattea. L’articolo, pubblicato sull’Astronomical Journal vol. 127, 899 -2004- a cura di un gruppo di ricercatori guidato da E. Sirko, prende in esame 733 stelle brillanti (magnitudine <18) e 433 deboli (magnitudine >18), di notevole interesse in quanto posizionate in una delicata fase evolutiva stellare nota come “ramo orizzontale” al quale appartengono astri piuttosto evoluti e che hanno già lasciato la cosiddetta sequenza principale (torneremo su questo argomento in una prossima scheda, quando accenneremo al diagramma di Hertzprung e Russell). In questo lavoro abbiamo trovato una stella che rientra nel campo della nostra immagine e, più precisamente, la SDSS J15001+5533, di magnitudine 14.89. M102 pag. 22 L’immagine infrarossa di SDSS J15001+5533 mostra l’oggetto molto più debole rispetto all’ottico, come è giusto che sia trattandosi di una stella calda. I dintorni degli oggetti MESSIER Spettro di SDSS J15001+5533, nel quale si osservano le righe di molti elementi ionizzati, caratteristica tipica degli oggetti caldi. M102 pag. 23 Concludiamo la sezione sulle stelle presentando tre sistemi doppi, gli unici tuttora noti nel campo di M102. Il primo è denominato HU 143 e deve la sua sigla al fatto di essere stato scoperto da W.J. Hussey. Il giovane Hussey (primo seduto a sinistra) in una rara immagine con amici e colleghi presso il Lick Observatory. I dintorni degli oggetti MESSIER Questi, insieme ad R.G. Aitken, famoso esperto di stelle doppie, aveva iniziato, nel 1899 e presso il Lick Observatory, una ricerca di tutte le stelle incluse nel catalogo Bonner Durchmusterung (BD) fino alla magnitudine 9.0 e poste a nord della declinazione -22° che non fossero già classificate come stelle doppie. Hussey, nel 1905, lasciò il Lick per la Michigan University mentre Aitken continuò nella ricerca fino al 1915. Il risultato fu la scoperta di 1329 sistemi doppi e/o multipli da parte di Hussey e di 3105 da parte di Aitken. M102 pag. 24 Il nostro sistema, corrispondente alla stella BD +55.1733, è pure un’intensa sorgente x rilevata anche dal satellite ROSAT. I dintorni degli oggetti MESSIER Il sistema HU 143 così come registrato dal satellite per raggi x ROSAT. All’originaria mappa x sono stati sovrapposti numeri e simboli relativi alle sorgenti identificate. La nostra stella corrisponde alla sorgente n. 192 individuata dai due trattini neri. La coppia è formata da due astri, rispettivamente di magnitudine 10.0 (comp. A) e 10.3 (comp. B) separati di soli 0”.6 in angolo di posizione 152°. Data l’estrema vicinanza reciproca delle componenti, la natura di sistema binario può essere svelata solo con strumenti di grande apertura o per mezzo di accurate indagini spettroscopiche. Ciò rende giusto merito ad Hussey, se solo pensiamo al periodo in cui la scoperta è stata effettuata. M102 pag. 25 Il sistema è comunque presente anche nel catalogo di stelle doppie dell’esperimento Tycho, a bordo del satellite Hipparcos, con la sigla TDSC 39003. Tra i citati, molteplici lavori di W.J. Luyten, vi è tutta una serie di articoli che l’astronomo pubblicò, tra il 1940 ed il 1987, sui Bollettini della Minnesota University, lavori riguardanti stelle doppie ad ampia separazione, scoperte come tali per avere in comune l’identico moto proprio. Collettivamente, tali lavori sono stati raccolti in un’unica pubblicazione, a cura del Centre des Données Stellaires di Strasbourg, e denominata LDS (Luyten Double Stars), contenente 6121 sistemi inclusi 87 tripli ed 1 quadruplo. I dintorni degli oggetti MESSIER Le componenti di HU 143 sono talmente vicine che nemmeno il telescopio APO della SDSS è riuscito a separarle otticamente. La coppia in questione è la LDS 1420, caratterizzata da un’ampia separazione (46”) in angolo di posizione 190°. Si tratta di due stelle rossastre di tipo spettrale G-K, poco luminose (magnitudine 16.2 e 18.9) con un moto proprio annuo comune di 0”.157. Il sistema risulta inserito anche in altri cataloghi come l’LSPM ed il WDS. M102 pag. 26 Immagine infrarossa del sistema LDS 1420: il quadratino indica la componente A. I dintorni degli oggetti MESSIER Il sistema doppio LDS 1420, formato da due stelle rossastre ben separate tra di loro. M102 pag. 27 I cataloghi Hipparcos e Tycho, come già ricordato, sono il prodotto primario della missione astrometrica spaziale dell’ESA (European Space Agency) denominata HIPPARCOS (HIgh Precision PARallaxes and COlours Survey). Il satellite, che ha operato per quattro anni dal Novembre 1989 al Marzo 1993, ha restituito dati scientifici di elevata qualità. I dintorni degli oggetti MESSIER Il satellite europeo HIPPARCOS che ha prodotto una gran quantità di dati astrometrici su svariati milioni di stelle. M102 pag. 28 Tra le diverse decine di migliaia di stelle doppie catalogate, abbiamo in campo la HIP 73436, corrispondente alla TDSC 38777, una coppia molto stretta (0”.8 in p.a. 167°), le cui componenti possiedono rispettivamente le magnitudini 7.28 e 10.83 e sono di difficilissima separazione; il satellite ci è riuscito grazie ovviamente alla favorevole posizione al di fuori dell’atmosfera terrestre. Dati posizionali: STELLE tipo nearby star G 201-033 nome AR 2000 15 05 49.6 DEC 2000 55 04 42 mag. 13.47 rif. 20 nearby star G 201-042 15 12 23.8 55 37 39 10.3 21 nearby star LSPM J1507+5516 15 07 06.9 55 16 26 16.48 28 nearby star NLTT 39402 15 07 43.4 55 14 53 13.9 39 high p.m. FONAC 1-317239 15 04 31.7 55 43 02 13.15 17 high p.m. FONAC 1-316425 15 01 41.9 55 11 41 13.18 16 high p.m. FONAC 1-318764 15 09 43.4 55 22 08 12.17 18 high p.m. FONAC 1-319486 15 12 18.4 55 25 54 12.49 19 blu star SDSS J15001+5533 15 00 11.6 55 33 55 14.89 58 double star HU 143 15 07 27.8 55 15 57 10.0/10.3 23 double star LDS 1420 15 04 02.7 55 14 42 16.2/18.9 27 double star HIP 73436 15 00 23.8 55 37 06 7.28/10.83 22 I dintorni degli oggetti MESSIER Immagine ottica della doppia stretta HIP 73436, le cui componenti sono difficilmente separabili dai telescopi posti al suolo. M102 pag. 29 NANE BIANCHE NANE BIANCHE Comparazione tra le dimensioni tipiche di una nana bianca e quelle della Terra. Pur essendo stelle molto calde, le loro ridotte dimensioni ne fanno oggetti intrinsecamente deboli, pertanto di difficile individuazione. I dintorni degli oggetti MESSIER In campo sono presenti 4 nane bianche. Come noto, si tratta di oggetti molto piccoli e densi, la cui massa è comparabile a quella del Sole mentre il volume è simile a quello della Terra. Le temperature efficaci alla superficie di tali stelle hanno un’elevata escursione, da poche migliaia ad oltre 100.000 °K. M102 pag. 30 Identificazione ottica della nana bianca WD 1510+552, di un intenso colore blu indicativo dell’elevata temperatura superficiale della stella. I dintorni degli oggetti MESSIER Per questa ragione, delle 4 nane bianche presenti in campo, solo una risulta appena visibile. Si tratta di WD 1510+552, un debole astro di magnitudine 19.09, appartenente al sottotipo DA, nel cui spettro appaiono dominanti le righe dell’idrogeno. Le DA rappresentano la stragrande maggioranza delle nane bianche conosciute (circa il 75%); una piccola frazione, pari allo 0.1%, è rappresentata dalle DQ nelle quali è il carbonio a dominare lo spettro atmosferico. La restante parte, classificata con le sigle DB, DC, DO, DZ e DQ-fredde, presenta le righe dominanti dell’elio in varie combinazioni. Il più completo catalogo di nane bianche attualmente disponibile è quello di G.P. McCook ed E.M. Sion (ApJS 121, 1 -2008-), che annovera 5557 oggetti. Dati posizionali: NANE BIANCHE tipo DA nome WD 1510+552 AR 2000 DEC 2000 mag. rif. 15 11 24.6 55 06 27 19.09 64 M102 pag. 31 STELLE VARIABILI STELLE VARIABILI L’apparecchiatura di ripresa ROTSE-I utilizzata per il programma NSVS. In campo abbiamo la NSVS J1506+5528, che varia tra le magnitudini 10.67 ed 11.78, provvisoriamente classificata come SR-L. In tale classe rientrano le variabili semiregolari (SR), stelle giganti o supergiganti di tipo spettrale intermedio che mostrano una certa periodicità nelle loro curve di luce, accompagnate ed a volte interrotte da varie irregolarità. I periodi vanno da 20 ad oltre 2000 giorni, mentre l’aspetto della curva di luce è piuttosto differente da periodo a periodo, con oscillazioni comprese tra alcuni centesimi di magnitudine ad 1-2 magnitudine nel visuale. L’aggiunta della lettera “L” indica che si tratta di variabili irregolari lente, poco conosciute e comunque non sufficientemente studiate. I dintorni degli oggetti MESSIER Nonostante il gran numero di stelle presenti nel campo di M102, solo due variabili si conoscono attualmente, peraltro di classificazione incerta. La NSVS (Northern Sky Variability Survey) è un programma volto alla registrazione temporale del cielo nell’intervallo di magnitudine 8-15.5. E’ stato condotto nel corso dell’esperimento di prima generazione ROTSE-I (Robotic Optical Transient Search Experiment) utilizzando un sistema robotizzato di quattro piccoli telescopi in parallelo ed equipaggiati con camere CCD. Il programma è stato realizzato presso Los Alamos, in New Mexico e, principalmente, ha riguardato l’intero cielo boreale. Il database NSVS contiene, approssimativamente, 14 milioni di oggetti. M102 pag. 32 I dintorni degli oggetti MESSIER Identificazione ottica della variabile semiregolare rossa NSVS J1506+5528. Alla sua destra, ben visibile, è la galassia NGC 5870 (=UGC 9725) M102 pag. 33 After flag rejection there are 164 points to display Photometry Median ROTSE Mag Mag Scatter Median Error total N points N good points N no flip Flags MJD-50000 mag err 1274.191323 1274.192333 1274.346243 1274.347253 1275.164543 1275.165563 1275.319603 1275.320613 1276.291323 1276.292333 1277.166003 1277.167013 1277.323113 1277.324123 1278.179773 1278.180793 1278.334713 1278.335733 1279.167783 1279.168803 1280.168223 1280.169233 1280.323023 1280.324033 1283.228173 10.873 10.855 10.902 10.902 10.913 10.914 10.929 10.92 10.941 10.945 10.927 10.926 10.928 10.923 10.931 10.964 10.96 10.955 10.973 10.961 11.003 10.995 11.04 11.002 11.046 0.01 0.01 0.01 0.01 0.01 0.011 0.01 0.01 0.012 0.012 0.011 0.011 0.01 0.01 0.01 0.011 0.01 0.01 0.011 0.01 0.011 0.011 0.011 0.01 0.011 10.709 0.324 0.011 447 164 447 0 flags 0 0 0 0 2 2 0 0 2 2 0 0 0 0 0 0 0 0 2 0 2 0 0 0 0 I dintorni degli oggetti MESSIER Position (J2000.0) HTM ID (depth 14) 3598761296 RA 15:6:41.48 DEC 55:28:47.1 RA dee (deg) 226.67283 DEC dee (deg) 5 5.47975 RA err (arc sec) 0.72 DECerr(arc sec) 0.68 Estratto delle registrazioni ROTSE riferito alla variabile NSVS J1506+5528. Il secondo oggetto è stato estratto dall’NSV (New catalogue of Suspected Variable stars), un compendio al famoso GCVS (general Catalogue of Variable Stars) ora riuniti in un’unica pubblicazione curata da un team di astronomi dell’Institute of Astronomy of Russian Academy of Sciences e dello Sternberg State Astronomical Institute of the Moscow University. M102 pag. 34 Il responsabile del gruppo, che da alcune decine di anni si dedica a questa catalogazione, è Nikolai N. Samus, conosciutissimo anche tra gli astrofili variabilisti. I dintorni degli oggetti MESSIER L’astronomo russo Nikolai N. Samus, team leader del GCVS e dell’ NSV. M102 pag. 35 La variabile di che trattasi è la NSV 6886 di magnitudine attorno al valore 9.80 e tipo spettrale G5, quindi piuttosto rossa. La sua sospetta variabilità era stata segnalata già nel 1937 ad opera di J. Schilt ed S.J. Hill (Rutherford Contr. 30), mentre la tipologia di variabilità non è conosciuta. I dintorni degli oggetti MESSIER Cartina di identificazione ottica della sospetta variabile NSV 6886. Dati posizionali: STELLE VARIABILI tipo nome AR 2000 DEC 2000 range mag. rif. SR+L NSVS J1506+5528 15 06 41.3 55 28 47 10.67-11.78 45 ? NSV 6886 14 59 42.2 55 35 20 9.80-? 44 M102 pag. 36 GALASSIE GALASSIE I moti propri delle stelle sono stati misurati rispetto ad un sistema di riferimento costituito da circa 50.000 deboli galassie, le cui magnitudini coprono essenzialmente il range 16-18. I dintorni degli oggetti MESSIER In una zona come questa, lontana dal piano galattico, è ragionevole aspettarsi la presenza di numerosi oggetti extragalattici. Ed, infatti, vi troviamo parecchie galassie anche se gli oggetti brillanti sono davvero pochi. Presso l’Osservatorio Lick posto sul Mount Hamilton, California, negli anni ’70-’80 del secolo scorso è stata realizzata la survey NPM1 (Northern Proper Motion). Il gruppo di ricercatori, guidato da A.R. Klemola, ha utilizzato il doppio astrografo Shane da 20” per misurare i moti propri, le posizioni e le magnitudini fotografiche di circa 149.000 stelle che coprono la porzione di cielo boreale esterna al disco della Via Lattea ed a nord della declinazione +23°. Veduta generale del complesso di edifici che costituiscono l’Osservatorio Lick M102 pag. 37 Dal predetto lavoro di Klemola, nella sua porzione dedicata alle galassie e pubblicato sull’Astronomical Journal vol. 94, 501 -1987-, abbiamo estratto 4 oggetti che di seguito andiamo ad illustrare brevemente. NPM1 +55.0217 appare di aspetto ellittico, anche se non si esclude possa trattarsi di una galassia a disco vista pressochè di fronte. I dintorni degli oggetti MESSIER Il doppio astrografo Shane da 20 pollici utilizzato per la survey NPM1. La galassia, di magnitudine 16.62, fa parte di un ammasso denominato Mr 19-9725 (vedi in seguito, Berlind 2006) nonchè del gruppo SDSS 5783 (E. Tago et al. Astronomy and Astrophysics 479, 927 -2008-). M102 pag. 38 La stessa galassia vista nell’infrarosso dalla 2MASS. I dintorni degli oggetti MESSIER Immagine ottica della galassia NPM1 +55.0217; si noti la particolare brillantezza del nucleo. M102 pag. 39 NPM1 +55.0215 è sicuramente una galassia a spirale di magnitudine 17.31, con nucleo piuttosto luminoso, in posizione isolata e non appartenente ad alcun ammasso. I dintorni degli oggetti MESSIER Cartina di identificazione ottica della galassia spirale NPM1+55.0215. M102 pag. 40 NPM1 +56.0190 è una spirale vista di fronte e di magnitudine 17.30. Nonostante la lontananza, l’immagine SDSS mostra la presenza di deboli bracci a spirale. L’oggetto fa parte dell’ammasso Mr 20-16488. I dintorni degli oggetti MESSIER La galassia NPM1 +56.0190, nella quale si scorgono deboli evidenze di bracci a spirale. M102 pag. 41 NPM1 +55.0222, di magnitudine 15.79, è la più luminosa del quartetto. Di natura ellittica, si trova al centro di un piccolo gruppo composto da almeno quattro galassie non classificate. I dintorni degli oggetti MESSIER M102 Sopra, la galassia NPM1 +55.0222 come appare sulle lastre della Digitized Sky Survey (DSS). pag. 42 Sotto, lo stesso oggetto visto dalla SDSS. Utilizzando un sistema automatico di ricerca, gli astronomi S.S. Allam, D.L. Tucker, B.C. Lee et al. (ATL), hanno setacciato un’area di circa 2099 gradi quadrati nella Data Release 1 (DR1) della SDSS alla ricerca di galassie isolate. Lo studio è stato poi pubblicato nella rivista Astronomical Journal vol. 129, 2062 –2005- e comprende un elenco di 2980 galassie, tre delle quali sono state scelte in quanto ricadenti nel nostro campo. La galassia risulta anche inserita nei cataloghi PGC ed NPM1. I dintorni degli oggetti MESSIER ATL 2297 si presenta con morfologia ellittica ed un nucleo discretamente brillante; la sua magnitudine è di 17.13. M102 pag. 43 I dintorni degli oggetti MESSIER La galassia ATL 2297 così come vista dalla DSS (sopra) e dalla SDSS (sotto). M102 pag. 44 ATL 2296 corrispondente ad altrettante galassie nei cataloghi KUG, CG, SBS ed NPM1, è un oggetto di magnitudine 16.99 che, nel suo spettro, presenta un eccesso ultravioletto. Ciò sta ad indicare che nella galassia sono presenti intensi fenomeni energetici quasi certamente legati ad episodi di formazione stellare. Di fatto, la galassia si presenta di un intenso colore blu, tipico delle galassie spirali dove la nascita di nuovi astri è ancora ampiamente in corso. I dintorni degli oggetti MESSIER Per tale motivo, nell’infrarosso, la galassia appare come un debole puntino, riferito alla sua zona nucleare dove sono presenti le stelle più vecchie e rosse. M102 pag. 45 Immagine infrarossa con indicata la posizione della galassia spirale ATL 2296 che appare come una debole sorgente. I dintorni degli oggetti MESSIER Confronto tra le immagini di ATL 2296 nella DSS e nella SDSS: il lettore tenga comunque presente le diverse dimensioni dei campi interessati, posto che le immagini SDSS presentate sottendono un’area 9 volte minore rispetto a quella della DSS. M102 pag. 46 Altro oggetto giovane e blu è la galassia ATL 2308, di magnitudine 16.98 che, nelle riprese della SDSS, si presenta come un batuffolo anonimo. Lo spettro che ne è stato ricavato dimostra che, nella galassia, sono in corso eventi altamente energetici (nascite di stelle, esplosioni di supernovae) in quanto sono presenti molte righe di elementi ionizzati. I dintorni degli oggetti MESSIER La giovane spirale ATL 2308 si presenta come un tenue batuffolo azzurrognolo poco a sud-ovest di una stellina blu galattica. M102 pag. 47 I dintorni degli oggetti MESSIER Lo spettro della galassia ATL 2308 è stato ottenuto dal telescopio APO nell’ambito della realizzazione della SDSS. Si noti la presenza di numerose righe spettrali riferite ad elementi ionizzati dal caldo ambiente che permea l’intera galassia. M102 pag. 48 Estratta da uno dei tanti lavori prodotti dalla Case Western Reserve University del Warner and Swasey Observatory (vedasi la nota nella sezione quasars), presentiamo la galassia CG 607 (dove CG sta per Case Galaxy), un oggetto di magnitudine 17.31 e di natura piuttosto simile alla galassia ATL 2296. Anche in questo caso siamo infatti in presenza di una galassia spirale dove sono in corso violenti ed estesi processi di formazione stellare. La galassia risulta presente nel catalogo KUG e l’eccesso ultravioletto è chiaramente in evidenza nello spettro che riportiamo di seguito. I dintorni degli oggetti MESSIER Identificazione ottica della galassia spirale blu CG 607. M102 pag. 49 I dintorni degli oggetti MESSIER Spettro di CG 607 ottenuto nel corso della SDSS. Da notare l’aumento dell’emissione in corrispondenza della zona spettrale blu e la presenza di numerose righe di elementi ionizzati. Immagine infrarossa di CG 607. M102 pag. 50 Passiamo ora ad illustrare alcune galassie che, di fatto, sono le più luminose in campo dopo la M102. Come tali, figurano nei due più famosi cataloghi di galassie, l’NGC di Dreyer e l’UGC di Nilson. Cominciamo con NGC 5862, ellittica di magnitudine 15.85 con nucleo piuttosto brillante, catalogato anche da Fritz Zwicky con la sigla ZG 20259. I dintorni degli oggetti MESSIER La galassia fa parte dell’ammasso Mr 18-4626. Individuazione ottica della galassia ellittica NGC 5862 nella DSS. Il grande campo consente di vedere una bella galassia spirale vista di taglio, in alto a sinistra. M102 pag. 51 I dintorni degli oggetti MESSIER L’immagine SDSS mostra in maggior dettaglio le caratteristiche di ellitticità della NGC 5862. M102 pag. 52 Se andiamo a rivedere, per esempio, lo spettro della galassia CG 607 e lo confrontiamo con quello di NGC 5862, mostrato di seguito, ci rendiamo subito conto della differenza morfologica e strutturale. In quest’ultima, infatti, non osserviamo l’aumento di segnale verso il blu, bensì esattamente il contrario. Le galassie ellittiche, infatti, presentano tale aumento nella regione spettrale rossa. I dintorni degli oggetti MESSIER Spettro della galassia ellittica NGC 5862, con il caratteristico picco nella regione di maggior lunghezza d’onda, indice della presenza di una popolazione stellare vecchia. M102 L’immagine infrarossa della 2MASS è centrata su NGC 5862, che appare di un intenso colore rosso. pag. 53 NGC 5870, corrispondente ad UGC 9725, è una possibile S0 di magnitudine 15.3 ed appare molto vicina, prospetticamente, alla variabile rossa NSVS J1506+5528 descritta in precedenza. La sua classificazione di possibile S0 rende conto dell’andamento spettrale in quanto siamo in presenza di un oggetto evoluto, nel quale l’influenza di stelle vecchie conferisce allo spettro un andamento crescente verso il rosso con evidenti righe di elementi neutri o comunque poco ionizzati. I dintorni degli oggetti MESSIER Cartina di individuazione ottica della galassia NGC 5870; alla sua sinistra la variabile NSVS J1506+5528. M102 pag. 54 Spettro di NGC 5870 (vedasi spiegazione nel testo). Dal catalogo UGC (Uppsala Galaxy Catalogue), pubblicato da Peter Nilson nel 1973 e contenente 12.939 oggetti rilevati nelle lastre blu della POSS (Palomar Observatory Sky Survey), abbiamo ricavato due oggetti. UGC 9759 è un bellissimo esempio di galassia S0 di magnitudine 15.4. Come già accennato per NGC 5870, qui vediamo un tipico caso di questa categoria, con le stelle rossastre (evolute) ammassate nella zona centrale e quelle blu (più giovani) ripartite nella parte esterna. I dintorni degli oggetti MESSIER La presenza di stelle vecchie rende conto del fatto che la galassia sia anche una radiosorgente: è stata infatti registrata nelle surveys radio NVSS e FIRST, oltre che dal satellite IRAS che ha operato nell’infrarosso. Una bella immagine ottica di UGC 9759 che mette in evidenza la dicotomia tra le vecchie stelle rosse al centro e quelle giovani blu all’esterno. M102 pag. 55 I dintorni degli oggetti MESSIER L’immagine radio è stata ottenuta nel corso della survey NVSS e mostra la galassia UGC 9759 al centro. M102 pag. 56 I dintorni degli oggetti MESSIER Dalla survey radio FIRST, i cui campi sono più ampi rispetto alla NVSS, si scorge la galassia UGC 9759 indicata dai trattini in alto a sinistra. M102 pag. 57 Per UGC 9769 vale il discorso opposto rispetto alla precedente. Si tratta infatti di una spirale bluastra di magnitudine 15.7 nella quale lo spettro presenta il tipico andamento delle galassie ricche di stelle giovani. La galassia, infatti, presenta un eccesso ultravioletto ed è stata rilevata anche nella survey KUG (KUG 1510+559). I dintorni degli oggetti MESSIER Cartina ottica di UGC 9769, galassia spirale blu molto estesa e circondata da un nugolo di piccole galassie deboli, probabilmente molto più distanti. M102 pag. 58 L’immagine infrarossa della 2MASS indica la galassia UGC 9769 come un debole batuffolo. I dintorni degli oggetti MESSIER Spettro di UFC 9769, con il caratteristico andamento crescente verso le lunghezze d’onda minori, proprio delle galassie ricche di giovani stelle calde. M102 pag. 59 Poco sopra abbiamo accennato alle galassie KUG. All’Osservatorio giapponese denominato Kiso Station è stata realizzata, tra gli anni 1984 e 1993, tutta una serie di ricerche extragalattiche volte allo studio di galassie blu che presentano, nei loro spettri, un eccesso di luminosità nella regione ultravioletta. In totale è stata visionata un’area celeste di 5100 gradi quadrati, all’interno della quale si sono rilevate 8968 galassie che rispondevano ai criteri di ricerca. I dintorni degli oggetti MESSIER L’Osservatorio di Kiso, in Giappone, dove è stata realizzata la rassegna KUG sulle galassie che presentano un eccesso ultravioletto. M102 pag. 60 Oltre agli oggetti già citati, vogliamo segnalarne altri due, piuttosto interessanti. KUG 1502+560, a prima vista, sembra un oggetto di taglia stellare. E’ invece una galassia compatta di magnitudine 17.0 che è prospetticamente posta poco a destra di una debole stella blu galattica: si potrebbe pensare di essere di fronte ad una stella doppia blu ma, ovviamente, la realtà è ben diversa. I dintorni degli oggetti MESSIER M102 pag. 61 Anche con la SDSS (sotto) si ha la sensazione di una stella doppia, ma l’oggetto centrale a destra è la galassia compatta KUG. I dintorni degli oggetti MESSIER Nell’immagine DSS (sopra) la galassia compatta KUG 1502+560 sembra il membro più luminoso di una stella doppia. M102 pag. 62 KUG 1507+553 è invece una piccola spirale blu vista pressochè di fronte e di magnitudine 16.83. Dato il suo colore, nelle immagini infrarosse appare come una debole sorgente sfumata. I dintorni degli oggetti MESSIER Cartina ottica della galassia spirale KUG 1507+553; in campo si osservano anche alcune altre galassie più deboli. M102 Nell’immagine infrarossa 2MASS la galassia KUG 1507+553 appare di aspetto molto debole e sfumato. pag. 63 Juan Enrique Cabanela Larrinaga, astronomo presso l’University of Minnesota, ha pubblicato, nel 1999, la sua tesi di dottorato dedicata alla ricerca di galassie presenti nella zona del polo nord galattico (NGP). Per tale lavoro ha utilizzato lo scanner automatico MAPS (Minnesota Automated Plate Scanner) per visionare le lastre della POSS, ricavandone un ricco catalogo contenente ben 217.768 galassie con asse maggiore superiore a 10 secondi d’arco sulle lastre blu della serie. I dintorni degli oggetti MESSIER J.E. Cabanela Larrinaga, autore del catalogo MAPSNGP. Copertura della volta celeste attorno al polo nord galattico con indicate le posizioni di tutte le galassie del catalogo MAPSNGP. Cabanela ha usato una cura particolare nel rimuovere, dalla survey, tutti gli oggetti che non rispondessero ai criteri impostati. Una piccola curiosità: diversi oggetti della MAPSNGP sono risultati in seguito coincidenti con altrettanti quasars lontani. Dal catalogo di Cabanela abbiamo ricavato due oggetti. M102 pag. 64 MAPSNGP 14942 è una debole galassia blu di magnitudine 17.14, probabilmente di tipo spirale, dato il suo aspetto morfologico. I dintorni degli oggetti MESSIER La debole galassia (spirale?) MAPSNGP 14942 nell’immagine ottica della SDSS. M102 pag. 65 MAPSNGP 14906 è un oggetto compatto di un intenso colore azzurrino e di magnitudine 15.50. Nelle sue immediate vicinanze si osserva una possibile coppia di stelle arancione nonchè una debole galassia spirale blu. I dintorni degli oggetti MESSIER Immagine ottica di MAPSNGP 14906: alla sua destra si notano una coppia di stelline arancione ed una debole galassia spirale blu. M102 Ripresa infrarossa della galassia MAPSNGP 14906, visibile come un puntino all’interno del riquadro rosso. pag. 66 Nel 2003 (Astronomy and Astrophysics 412, 45), un gruppo di astronomi francesi guidati da G. Paturel ha pubblicato un corposo catalogo di galassie denominato HYPERLEDA, noto anche con la sigla PGC (Principal Galaxies Catalogue). Questo database ha sostituito ed ampliato il precedente catalogo LEDA (Lyon Extragalactic DAtabase) e, nella versione del 2003, conteneva i dati di circa 1 milione di galassie più brillanti della magnitudine B18. Attualmente tale numero è più che raddoppiato, superando i 2.5 milioni di oggetti. I dintorni degli oggetti MESSIER Distribuzione delle galassie nel database HYPERLEDA in funzione della loro velocità eliocentrica. M102 pag. 67 In un campo come il nostro, lontano dal piano galattico, è naturale attendersi la presenza di un gran numero di galassie PGC, ed infatti così è: abbiamo dovuto effettuare una cernita presentando solamente gli oggetti più luminosi, che comunque sono piuttosto numerosi e vengono di seguito illustrati in uno con le relative cartine di identificazione. La coppia PGC 2511046 vista dalla 2MASS, in basso al centro. I dintorni degli oggetti MESSIER PGC 2511046 è in realtà costituita da una bella coppia di galassie interagenti, collettivamente di magnitudine 15.18. Il sistema è stato rilevato anche nell’infrarosso sia dalla 2MASS che dal satellite IRAS. M102 pag. 68 I dintorni degli oggetti MESSIER Mappa IRAS a grande campo con la coppia di galassie poco sotto a sinistra del centro del crocicchio rosso (si ingrandisca l’immagine per una migliore individuazione). M102 pag. 69 I dintorni degli oggetti MESSIER PGC 2507252 è una galassia S0 piuttosto arrossata e di magnitudine 16.51, che appartiene probabilmente ad un ammasso, come si può evincere dall’immagine. Come tale l’oggetto è inserito in un lavoro di P.A.A. Lopes (MNRAS 380, 1608 –2007-) denominato LRG (Luminous Red Galaxies) che comprende oltre 1.5 milioni di galassie ricavate dall’analisi del database SDSS. M102 pag. 70 I dintorni degli oggetti MESSIER PGC 166188, di aspetto azzurrino e magnitudine 17.43, dovrebbe appartenere alla categoria delle spirali e si presenta esattamente di fronte, anche se non vi è una traccia della presenza di bracci. Anch’essa risulta inserita nel catalogo LRG: si noti in proposito che il campo è molto ricco di piccole galassie. M102 pag. 71 I dintorni degli oggetti MESSIER PGC 2522275 è un altro sistema composto da due galassie ellittiche di magnitudine complessiva 16.02. La coppia fa parte dell’ammasso Mr 29-16488 (ma anche di Mr 199434), ben visibile nell’immagine. Anche questa galassia è inserita nell’LRG. M102 Anche l’immagine infrarossa mostra la bonarietà di PGC 2522275, come pure la presenza di varie galassie circostanti. pag. 72 I dintorni degli oggetti MESSIER PGC 2524053 è un’ellittica di aspetto giallastro e magnitudine 15.34. M102 pag. 73 Nell’infrarosso, la nostra ellittica si mostra come un’intensa sorgente dall’aspetto estremamente compatto. I dintorni degli oggetti MESSIER Lo spettro di PGC 2524053 mostra l’andamento canonico delle galassie ellittiche, con la luminosità che aumenta verso le lunghezze d’onda maggiori. M102 pag. 74 I dintorni degli oggetti MESSIER PGC 2523111, di magnitudine 16.29, è un’ellittica che sembra associata ad un debole compagno azzurrino posto poco a sud. M102 pag. 75 I dintorni degli oggetti MESSIER PGC 2501627 e PGC 2501658 sono due oggetti vicini, come si può vedere nelle due immagini DSS (sopra) ed SDSS (sotto). Il primo è una S0 di magnitudine 16.01, catalogata anche con la sigla 2MFGC 12262 in un ridotto catalogo di galassie allungate estratto dalla survey 2MASS (2MFGC sta per 2MASS Flat Galaxy Catalogue). Il secondo, più debole, è di aspetto azzurrino e potrebbe essere una galassia S di magnitudine 17.40. M102 pag. 76 PGC 2505866 è una spirale vista di taglio, con il nucleo piuttosto ben visibile. La sua magnitudine è di 17.32. I dintorni degli oggetti MESSIER Cartina 2MASS con le due galassie PGC 2501627 e 2501658 in basso a sinistra. M102 pag. 77 La natura ellittica di PGC 2492989 è ben evidenziata nell’immagine infrarossa che mostra la galassia ben più luminosa della rossa stella posta poco sopra alla sua destra. I dintorni degli oggetti MESSIER PGC 2492989 è una debole ellittica di magnitudine 16.47. M102 pag. 78 I dintorni degli oggetti MESSIER PGC 2510790 è una spirale evoluta di magnitudine 16.56. L’avanzamento della sua evoluzione, con la presenza di molte stelle rosse, si evidenzia non solo nell’immagine SDSS ma, e soprattutto, nel suo spettro che presenta un leggero aumento di luminosità nella regione rossa. M102 pag. 79 Immagine infrarossa della predetta galassia. I dintorni degli oggetti MESSIER Spettro di PGC 2510790, con andamento crescente verso la regione a maggior lunghezza d’onda. M102 pag. 80 Presso il Byurakan Observatory in Armenia, tra il 1960 ed il 1990 ha operato uno storico telescopio di tipo Schmidt con apertura di 1m. In quel periodo sono state ottenute oltre 10.000 lastre, ciascuna con un campo di 4°x4°, utilizzate principalmente per il rilevamento di oggetti extragalattici con continuo ultravioletto. Tutto quel lavoro è confluito in due survey. La prima si chiamava FBS (First Byurakan Survey), il cui investigatore principale fu il famoso astronomo B.E. Markarian. La seconda, SBS (Second Byurakan Survey) venne condotta da A. Stepanian come continuazione del lavoro di Markarian. Quest’ultima contiene 3563 oggetti (1863 galassie e 1700 oggetti stellari), tra i quali vi sono galassie di Seyfert e quasars. I dintorni degli oggetti MESSIER Veduta dell’Osservatorio di Byurakan. M102 Il telescopio di tipo Schmidt utilizzato per la FBS e la SBS. pag. 81 Dalla SBS abbiamo estratto la coppia di galassie SBS 1500+557, di magnitudine 16.85 e 17.56. Si tratta evidentemente di due oggetti in reciproca interazione, come dimostra l’accavallamento delle loro regioni esterne. Solitamente, in questi casi siamo in presenza di galassie spirali destinate a fondersi reciprocamente. L’intenso colore blu indica che, al loro interno, sono in corso massicci eventi di formazione stellare causate da fenomeni mareali. Le LSB (Low Surface Brightness) sono una categoria di galassie caratterizzate dal possedere una bassa luminosità superficiale, indice di una scarsa attività di formazione stellare. Si tratta solitamente di oggetti piuttosto vecchi ed evoluti e vengono spesso rilevati in indagini nel dominio infrarosso. I dintorni degli oggetti MESSIER Identificazione ottica della coppia di galassie interagenti SBS 1500+557. Nel 2003, D. Monnier-Ragaigne e colleghi hanno pubblicato nella rivista Astronomy and Astrophysics, vol. 405, 99 un catalogo di circa 3800 galassie LSB selezionate dalla survey infrarossa 2MASS. Uno di questi oggetti, S2131N, è presente nel nostro campo. Si tratta di un’ellittica di magnitudine 18.16 con una curiosa estensione a forma di baffo nella regione sud, possibile indizio di un passato interattivo con un’altra galassia che è stata probabilmente fagocitata. M102 pag. 82 Mappa infrarossa di S2131N, dove si nota l’intensa emissione nucleare. I dintorni degli oggetti MESSIER Immagine ottica della galassia a bassa luminosità superficiale S2131N, residuo di una probabile collisione avvenuta in passato. M102 pag. 83 I dintorni degli oggetti MESSIER Concludiamo con una galassia piuttosto strana in quanto presenta proprietà ottiche e spettrali apparentemente contrastanti. Si tratta di MCG +09-25-023, classificata da alcuni come compatta blu ma che, sulle lastre della SDSS, appare come una spirale piuttosto evoluta. In aggiunta si notano evidenti segni di interazione mareale, segno che l’oggetto ha sperimentato un incontro ravvicinato con un’altra galassia minore che è stata ora inglobata, lasciando le sue tracce nell’aspetto distorto. Lo scenario proposto dovrebbe essere corretto anche perchè la nostra galassia risulta trovarsi all’interno di un gruppo di galassie denominato NOG 840. Il NOG (Nearby Optical Galaxy) è un catalogo di circa 7000 galassie vicine, la maggior parte delle quali è situata in gruppi più o meno densi. Tale lavoro è opera di alcuni astronomi italiani con a capo G. Giuricin (Astrophysical Journal 543, 178 –2000-), che hanno potuto verificare che circa il 60% delle galassie NOG sono membri di coppie o gruppi con almeno tre membri. L’immagine SDSS mostra chiaramente che la galassia MCG +09-25-023 è una spirale disturbata – addirittura sembra di vedere più di un nucleo -, con all’interno una popolazione stellare mista blu e rossa. M102 pag. 84 I dintorni degli oggetti MESSIER Lo spettro di MCG +09-25-023 mostra un aumento di remissività, anche se poco pronunciato, verso la regione spettrale rossa (indicativo di una galassia evoluta) ma, contemporaneamente, presenta alcune intense righe in emissione prodotte da elementi ionizzati, tipici delle giovani regioni di formazione stellare. M102 pag. 85 I dintorni degli oggetti MESSIER La nostra galassia MCG è anche una radiosorgente; risulta infatti rilevata sia nella survey NVSS (sopra) che nella FIRST (sotto). In entrambe le mappe l’oggetto trovasi al centro del crocicchio. M102 pag. 86 Dati posizionali: GALASSIE tipo nome AR 2000 DEC 2000 mag. rif. NPM1 +55.0217 15 02 55.1 55 35 39 16.62 41 S NPM1 +55.0215 15 00 40.2 55 29 19 17.31 40 S NPM1 +56.0190 15 02 59.1 56 05 52 17.30 43 E NPM1 +55.0222 15 08 44.6 55 36 21 15.79 42 E ATL 2297 15 03 50.2 55 37 38 17.13 11 S ATL 2296 15 03 49.7 55 28 33 16.99 10 S ATL 2308 15 06 21.1 55 08 42 16.98 12 S CG 607 15 00 54.6 55 45 44 16.07 14 E NGC 5862 15 06 03.2 55 34 26 15.85 37 SO? NGC 5870 15 06 35.1 55 28 30 15.3 38 SO UGC 9759 15 10 41.0 55 20 59 15.4 62 S UGC 9769 15 12 06.7 55 47 02 15.7 63 C KUG 1502+560 15 03 33.3 55 53 24 17.0 25 S KUG 1507+553 15 08 48.2 55 12 16 16.83 26 S MAPSNGP 14942 15 00 43.0 56 07 41 17.14 30 C MAPSNGP 14906 15 00 28.9 56 09 26 15.50 29 S+S0 PGC 2511046 15 03 20.2 55 41 28 15.18 50 S0 PGC 2507252 15 03 19.0 55 34 57 16.51 49 S? PGC 166188 15 05 16.0 55 49 40 17.43 46 E+E PGC 2522275 15 03 56.0 56 00 32 16.02 51 E PGC 2524053 15 04 53.6 56 03 33 15.34 53 E PGC 2523111 15 06 27.0 56 01 56 16.29 52 S PGC 2501658 15 08 54.5 55 25 34 17.40 7 S0 PGC 2501627 15 08 48.1 55 25 31 16.01 6 S PGC 2505866 15 12 12.0 55 32 38 17.32 48 E PGC 2492989 15 06 23.0 55 10 20 16.47 47 S PGC 2510790 15 01 20.0 55 41 01 16.56 65 S+S SBS 1500+557 15 01 27.3 55 31 27 16.85/17.56 55 LSB S2131N 15 05 43.3 55 57 34 18.16 54 DwSph KK 236 15 05 31.8 55 51 50 19.17 24 S MCG +09-25-023 15 07 48.3 55 11 09 14.7 31 I dintorni degli oggetti MESSIER E? M102 pag. 87 AMMASSI GALASSIE AMMASSIDI DI GALASSIE Il nome Abell, per gli appassionati di Astronomia, è universalmente legato agli ammassi di galassie. Nel periodo in cui veniva realizzata la POSS, egli esaminò accuratamente tutte le lastre alla ricerca di ammassi di galassie e, nel 1958, pubblicò un catalogo contenente circa 4000 ammassi composti ciascuno da almeno 30 membri. In seguito, dopo la sua scomparsa, tale pubblicazione venne estesa all’emisfero australe e pubblicata nel 1989 a firma di Abell –in memoria-, Harold G. Corwin e Ronald P. Olowin (ACO). George Ogden Abell, pioniere degli studi sugli ammassi di galassie. I dintorni degli oggetti MESSIER George Ogden Abell (1927-1983), astronomo americano dell’ UCLA (University of California at Los Angeles), divenne famoso soprattutto per i suoi studi extragalattici. Nel 1977, A.A. Leir e Sidney van den Bergh pubblicarono uno studio su 1889 ammassi ricchi del catalogo di Abell (Astrophysical Journal Supplement 34, 381). M102 pag. 88 Da questo lavoro abbiamo estratto l’ammasso A 2015, nel quale sono state contate non meno di 98 galassie. Sono comunque tutte molto piccole e lontane e dalla loro colorazione si evince che siano, per la stragrande maggioranza, di tipo ellittico. I dintorni degli oggetti MESSIER Individuazione della zona centrale dell’ammasso A 2015 in cui sono visibile molte, piccole galassie lontane. M102 pag. 89 Altro astronomo divenuto famoso specie per i suoi studi sugli ammassi di galassie fu Fritz Zwicky (1898-1974), nato in Bulgaria da padre svizzero. La sua carriera professionale venne svolta comunque interamente negli Stati Uniti, dapprima come Professore di Astronomia presso il California Institute of Technology ed in seguito come astronomo del Mount Wilson Observatory e del Palomar Observatory. I suoi studi furono riferiti alle supernovae, alle stelle di neutroni, alle lenti gravitazionali ed alle morfologie delle galassie, ma qui ci interessa ricordare il suo enorme contributo nel campo degli ammassi di galassie, per i quali pubblicò ben 6 cataloghi tra il 1961 ed il 1968. Uno di questi, ZC 7235, si trova nel campo di M102. I dintorni degli oggetti MESSIER Fritz Zwicky, poliedrico astronomo soprattutto nell’astronomia extragalattica. M102 L’ammasso di galassie ZC 7235, composto esclusivamente di piccole e lontane galassie. Attualmente vi si conoscono non meno di 76 membri. pag. 90 Oltre ai lavori di Abell e Zwicky, negli ultimi anni sono fioriti molti studi sugli ammassi di galassie, lavori derivati essenzialmente dalle analisi delle moderne surveys digitalizzate. Nel 2006, per esempio, A.A. Berlind e colleghi hanno pubblicato uno studio su alcuni ammassi derivati dalle analisi del database SDSS. Denominati Mr (Main red) sono stati selezionati non solo per le reciproche vicinanze dei loro membri, ma anche dall’accostamento delle “magnitudini medie nel rosso” (da cui la sigla) e sono tuttora oggetto di approfondimenti. I dintorni degli oggetti MESSIER In campo ne abbiamo tre che andiamo brevemente ad illustrare. Mr 19-9725 presenta, nella regione centrale, una galassia S0 circondata da un nugolo di piccole galassie (si ingrandisca l’immagine per una migliore visione). M102 pag. 91 I dintorni degli oggetti MESSIER Mr 19-9434 si trova sullo sfondo di una brillante stella rossa. Nell’immagine, i membri più brillanti sono visibili a sinistra della predetta stella. M102 Mr 18-4626 è un ammasso sparso e nell’immagine si vedono soprattutto i suoi tre membri più brillanti. pag. 92 Quando gli ammassi di galassie sono formati da pochi membri, vengono più propriamente chiamati gruppi. Le surveys 2MASS ed SDSS si prestano perfettamente alla loro localizzazione. Ecco i dati su tre gruppi presenti nel nostro campo. I dintorni degli oggetti MESSIER Sulla rivista Astrophysical Journal, vol. 655, 790 –2007-,A.C. Crook, J.P. Huchra et al. Hanno pubblicato un catalogo di gruppi di galassie derivati dalla 2MASS. Si tratta di circa 20.000 aggregati i cui membri sono stati verificati spettroscopicamente, per cui siamo certi che si tratti di gruppi fisici (e non prospettici); la concentrazione di galassie varia, a seconda delle tipologie, da pochi membri ad oltre 50. 2MASS group 900 è uno dei rappresentanti più scarsi, con 4-5 membri visibili nell’immagine come dei punti azzurrognoli. M102 pag. 93 I dintorni degli oggetti MESSIER 2MASS group 1112/903 dovrebbe essere un gruppo doppio addensato attorno ad M102, composto da non meno di 40 membri buona parte dei quali visibili nell’immagine. M102 2MASS group 1103 appare localizzato attorno alla galassia UGC 9759 già discussa in precedenza. Il gruppo è composto da almeno 8-10 membri. pag. 94 Da un lavoro pubblicato da F. Deng e colleghi nel 2007 (Astronomy and Astrophysics 474, 783) e riferito ad 11.163 gruppi selezionati dalla SDSS-DR5 abbiamo estratto il gruppo SDSS 5775, un bellissimo aggregato composto da non meno di 15 galassie e presso il cui centro si staglia una vistosa galassia ellittica. Dati posizionali: AMMASSI DI GALASSIE e GRUPPI tipo nome AR 2000 DEC 2000 n. galassie rif. amm. A 2015 14 59.6 55 59 98 9 amm. ZC 7235 15 02.4 55 24 76 66 amm. Mr 19-9725 15 03 21 55 36 05 34 amm. Mr 19-9434 15 03 34 56 02 17 33 amm. Mr 18-4626 15 06 19 55 36 14 32 group 2M group 900 15 12 00 55 06 36 4-5 3 group 2M group 1112/903 15 06 29 55 45 48 40 5 group 2M group 1103 15 10 41 55 20 59 8-10 4 group SDSS 5775 15 08 43 55 36 31 57 I dintorni degli oggetti MESSIER Il gruppo di galassie SDSS 5775 con la galassia dominante centrale localizzata nel mezzo di un triangolo formato da tre brillanti stelle galattiche. M102 pag. 95 QUASARS ED OGGETTI BL LACERTAE QUASARS ed OGGETTI BL LACERTAE Tra il 1983 ed il 1995, due astronomi del Warner and Swasey Observatory e della Case Western Reserve University, Nicholas Sanduleak e Peter Pesch, hanno realizzato (in 15 serie di articoli) una ricerca di oggetti blu, principalmente galassie con spettri a righe in emissione, nane bianche e quasars, nell’intervallo di magnitudine 15-18. Per i più curiosi, il numero doppio utilizzato per indicare le aperture dei telescopi di tipo Schmidt indica il diametro della lastra correttrice di ingresso (più piccolo) e dello specchio riflettente. Il recettore (lastra) è posizionato in un punto intermedio, al fuoco dello specchio. Il telescopio Burrell Schmidt del Kitt Peak National Observatory utilizzato per la realizzazione della Case Low Dispersion Northern Sky Survey. I dintorni degli oggetti MESSIER Per tale ricerca hanno utilizzato il telescopio Burrell Schmidt da 61/91cm del Kitt Peak, davanti al quale è stato posizionato un prisma obiettivo in grado di generare, sulle lastre ottenute, degli spettri a bassa risoluzione di tutti gli oggetti registrati in ciascun campo inquadrato. M102 pag. 96 Della Case Survey, due oggetti rientrano nel campo della nostra immagine. CBS 299, dapprima ritenuto una nana bianca (CBS sta infatti per Case Blu Star), si è in realtà rivelato essere un quasar di magnitudine 17.91, posto al ragguardevole red-shift di 1.161. L’oggetto è stato registrato come oggetto blu anche nella SBS nonchè in infrarosso nella 2MASS. I dintorni degli oggetti MESSIER M102 pag. 97 I dintorni degli oggetti MESSIER Il quasar CBS 299 in due immagini SDSS a grande e piccolo campo. Si noti l’intenso colore blu dell’oggetto che, ricordiamo, è il nucleo luminosissimo di una galassia lontana. M102 Spettro del quasar CBC 299, nel quale le intense righe in emissione (MgII e CIII) sono servite per il calcolo del red-shift. pag. 98 L’altro oggetto è CSO 712 (dove CSO sta per Case Stellar Object), un quasar un po’ più luminoso del precedente, essendo di magnitudine 17.88, ma molto più vicino, possedendo un red-shift pari a 0.404. Che sia più vicino del precedente lo si può desumere, per esempio, osservando la riga in emissione del MgII che qui risulta meno spostata verso il rosso (circa 4000 Angstrom contro gli oltre 6000 di CBS 299). L’oggetto risulta essere anche un’intensa sorgente x rilevata dal satellite ROSAT e figura anche nei cataloghi 2MASS, SBS e PGC. I dintorni degli oggetti MESSIER Immagine ottica del quasar CSO 712. M102 pag. 99 I dintorni degli oggetti MESSIER Spettro di CSO 712, con le righe in emissione meno spostate verso il rosso rispetto a CBS 299. M102 pag. 100 Il ROSAT (Rontgen Satellit) è stato uno dei più prolifici osservatori orbitali realizzati per lo studio del cielo nei raggi x. Di costruzione interamente tedesca, venne lanciato da Cape Canaveral nel giugno del 1990 e restò operativo per quasi nove anni, fino al febbraio 1999. I dintorni degli oggetti MESSIER Il lancio del satellite per raggi x ROSAT avvenuto a Cape Canaveral per mezzo di un razzo Delta. M102 pag. 101 I dintorni degli oggetti MESSIER Rappresentazione artistica del ROSAT in orbita. I suoi strumenti esplorarono l’intero cielo e produssero la scoperta di non meno di 150.000 sorgenti. Numerosi sono i cataloghi che hanno preso come riferimento il database del ROSAT; quasi sempre si tratta di cataloghi che prendono in esame l’intensità di emissione delle sorgenti piuttosto che la loro natura di oggetti celesti. Per i nostri scopi siamo andati a verificarne alcuni ed in tre di essi abbiamo trovato altrettanti quasars. M102 pag. 102 Il ROSAT All-Sky Survey Bright Source Catalogue (1RXS) è stato pubblicato nel 1999 su Astronomy and Astrophysics 349, 389 e raccoglie le osservazioni del satellite effettuate nei primi sei mesi di missione. Vi sono elencate 18.811 sorgenti con un’accuratezza posizionale di circa 30” (un vero record per l’epoca). Qui abbiamo trovato la sorgente 1RXS J15017+5538 che corrisponde ad un quasar di magnitudine 17.81 posto al red-shift 0.545. I dintorni degli oggetti MESSIER Cerchi d’errore tipici dei rilevamenti ROSAT con indicate le sorgenti poi accertate. M102 Cartina di identificazione ottica del quasar 1RXS J15017+5538. Nonostante sia un quasar vicino, la sua apparenza stellare non tradisce affatto la presenza della galassia ospite. pag. 103 Nel 1994 i tre ricercatori N.E. White, P. Giommi ed L. Angelini utilizzarono i dati resi pubblici della missione ROSAT nel periodo 1991-1994 per generare un catalogo di sorgenti puntiformi che rispondessero a determinati requisiti preimpostati. Ne venne fuori un catalogo, denominato 1WGA, che non era ovviamente correlato alle pubblicazioni ufficiali previste dalla missione ma che, di fatto, si è rivelato estremamente importante per gli studi sulle sorgenti x. Nella versione aggiornata l’anno seguente il catalogo conteneva oltre 68.000 sorgenti. I dintorni degli oggetti MESSIER Immagine a grande campo del ROSAT ottenuta nella regione di M102. Il quasar 1RXS J15017+5538 è la sorgente n. 167 indicata dai due trattini neri. M102 pag. 104 1WGA J1505.7+5549 è un quasar di magnitudine 18.41, con un red-shift pari a 0.709. L’oggetto è stato debolmente registrato anche nell’infrarosso dalla 2MASS. Il 2RXP è il secondo catalogo di sorgenti ROSAT ottenuto dallo strumento PSPC (PositionSensitive Proportional Counter) a bordo del satellite. Pubblicato nel 2000 a cura del ROSAT Consortium, contiene 95,.331 sorgenti rilevate analizzando una copertura celeste di solo il 14.5% del totale. I dintorni degli oggetti MESSIER Identificazione del quasar 1WGA J1505.7+5549. M102 pag. 105 Posizioni celesti delle sorgenti x contenute nel catalogo 2RXP, in coordinate galattiche. In tale catalogo abbiamo reperito il quasar 2RXP J1506.5+5611, oggetto di magnitudine 19.03 e red-shift 0.771. Dalla survey SDSS, che nel campo ha rilevato numerosi quasars, purtroppo di elevata magnitudine e fuori portata dall’esposizione ottenuta col nostro strumento, abbiamo estratto due oggetti, il secondo dei quali è anche il più lontano oggetto catturato dalla nostra immagine. I dintorni degli oggetti MESSIER Cartina di individuazione ottica del quasar 2RXP J1506.5+5611. M102 pag. 106 Il quasar SDSS J15095+5530 è un oggetto di magnitudine 19.39 e red-shift 1.139. I dintorni degli oggetti MESSIER M102 Due immagini del quasar SDSS J15056+5612, oggetto di magnitudine 18.73 che, con il suo red-shift z= 2.423, è il più lontano oggetto registrato nella nostra fotografia. Sopra dalla DSS e sotto dalla SDSS. pag. 107 Si osservi comunque che, data l’elevata luminosità del quasar, le righe in emissione appartengono pressoché tutte ad elementi fortemente ionizzati. I dintorni degli oggetti MESSIER Spettro del quasar SDSS J15056+5612: se si vanno a rivedere gli spettri dei due oggetti CBS 299 e CSO 712, si potrà notare che qui, dato il notevole red-shift, la riga in emissione del MgII si è spostata così tanto verso il rosso (a destra) da uscire completamente dal range illustrato, mentre hanno fatto il loro ingresso righe del lontano ultravioletto come la Lyα e l’ NV. M102 pag. 108 Copertura del catalogo NBCKDE in coordinate galattiche. La copertura medesima rispecchia, ovviamente, quella della SDSS alla quale il catalogo è legato analiticamente. I dintorni degli oggetti MESSIER Dopo anni nei quali sono sempre stati pubblicati cataloghi di quasars basati sui loro redshifts spettroscopici, con l’avvento delle surveys estese e digitalizzate, quali la 2dF, 2MASS, 6dF, SDSS etc., stanno fiorendo gli studi statistici che, evitando la noiosa e lunga (anche se l’unica perfettamente valida) verifica spettroscopica, utilizzano i parametri fotometrici per elaborare valutazioni statistiche che consentono, in prima istanza, di isolare gli oggetti che rientrano nelle tipologie ricercate. Ne conseguono le attribuzioni dei “red-shifts fotometrici” che portano, in sede finale, ad una classificazione come “candidati Quasars” (cQ). La comparazione dei dati così ottenuti con quelli di quasars spettroscopicamente confermati ha prodotto buoni risultati, con corrispondenze che vanno dall’ 80% al 97%. Ciò ha fornito credibilità a questi studi statistici che, applicando vari estimatori di densità fotometrica, ha portato alla “scoperta” di un numero di cQ che supera di 8-10 volte quello dei quasars scoperti per via spettroscopica. Dobbiamo però stare molto attenti ai red-shifts fotometrici, perchè spesso traggono in inganno fornendo valori che si discostano da quelli reali. Del resto questo è lo scotto che si paga quando si effettuano valutazioni statistiche; la buona e vecchia regola della verifica spettroscopica vale sempre! Il più corposo di tali lavori, realizzato da un gruppo di astronomi guidato da Gordon T. Richards, è apparso sull’ Astrophysical Journal Supplement vol. 180, 67 -2009- e comprende 1.015.082 candidati quasars selezionati dal database SDSS. Il catalogo è stato denominato “SDSS-NBCKDE Catalogue of Photometrically Selected Quasar Candidates”, dove NBCKDE sta per Non-parametric Bayesian Classification Kernel Density Estimator. Gli autori stimano che l’efficienza selettiva sia tale che non meno di 850.000 dovrebbero essere sicuramente “bona fide” quasars, mentre una verifica con quasars già noti ha mostrato una corrispondenza che sfiora il 97-98%. Il lettore interessato a questi tipi di oggetti potrà consultare e scaricare da questo sito il catalogo-atlante “QUAC” curato da uno degli autori di queste schede (R. Monella). M102 pag. 109 Dall’NBCKDE abbiamo estratto due oggetti, ricordando che la loro natura di quasar è ancora da verificare, ragione per cui anche i valori dei red-shifts (fotometrici) vanno presi con cautela. I dintorni degli oggetti MESSIER NBCKDE 857545 è un oggetto di magnitudine 18.78, con z-phot. = 2.735; la sua colorazione non è azzurrina, per cui non si esclude possa trattarsi o di un quasar oscurato (QII) o di un oggetto tipo BL Lacertae. M102 pag. 110 I dintorni degli oggetti MESSIER NBCKDE 868130, di magnitudine 19.07 e z-phot= 1.405, è di difficile osservazione in quanto si trova prospetticamente vicinissimo ad una brillante stella rossa galattica (esattamente a sud della medesima). Nonostante l’infelice posizione siamo comunque riusciti a catturarlo, sebbene al limite dell’esposizione. M102 pag. 111 Rappresentazione artistica di un oggetto BL Lacertae: la sorgente si trova al centro del nucleo galattico ed è animata da rapida rotazione attorno ad un buco nero centrale supermassiccio. Lungo i poli dell’asse di rotazione fuoriesce materiale in eccesso che viene spinto lontano sotto forma di getti ad elevata velocità ed alta collimazione. Se il getto è grosso modo rivolto verso di noi, l’oggetto viene definito di tipo “BL Lacertae”, mentre se la direzione è lontana dalla nostra linea di vista è definito “Quasar”. La configurazione dei BL Lac rende difficile l’individuazione delle righe in emissione nei loro spettri (coperte dall’abbondante continuo stellare) ragione per cui i loro red-shift sono spesso sconosciuti. I dintorni degli oggetti MESSIER Concludiamo la sezione, e la scheda, con un oggetto che fa parte della ristretta famiglia degli Oggetti di tipo BL Lacertae. Questi rappresentano una sottoclasse dei cosiddetti Nuclei Galattici Attivi e sono galassie dai cui nuclei compatti proviene una quantità di energia comparabile, ed a volte superiore di diversi ordini di grandezza, a quella emessa da tutte le stelle della galassia medesima. Il loro nome deriva dal prototipo della classe (BL Lac), una sorgente che, quando venne scoperta nel 1929 da Cuno Hoffmeister, fu ritenuta una stella variabile e come tale siglata. I BL Lac sono gli oggetti più variabili dell’intero Universo (nell’ottico si superano anche le 2-3 magnitudini). La loro emissione si estende su tutto lo spettro elettromagnetico, dai raggi gamma alle onde radio, ed in queste ultime sono molto intensi. Possiedono una luce fortemente polarizzata ed indicativa di un processo di emissione detto di sincrotrone, dove gli elettroni si muovono quasi a velocità della luce spiraleggiando attorno alle linee di forza di intensi campi magnetici. Come dicono gli addetti ai lavori si tratta quindi di emissione “non-termica” a differenza di quella “termica” tipica delle stelle e legata alla loro temperatura. M102 pag. 112 Il nostro oggetto è SBS 1508+561 che, come ci ricorda la sua sigla, è stato rilevato nella Second Byurakan Survey di cui abbiamo parlato nella sezione Galassie. In accordo a quanto sopra accennato, l’oggetto è stato rilevato in molteplici surveys che coinvolgono un po’ tutte le lunghezze d’onda. A parte la banda ottica, dove è presente quasi dappertutto, risulta infatti registrato nel radio (WENSS, GB6, NVSS, FIRST, CLASS, RGB, WN), nell’infrarosso (2MASS), nell’ultravioletto (GALEX) e nell’x (1RXS, 1WGA, RX, 1RXP, 2RXP, ROXA, BZB). I dintorni degli oggetti MESSIER M102 pag. 113 I dintorni degli oggetti MESSIER Identificazione ottica DSS (sopra) ed SDSS (sotto) dell’oggetto di tipo BL Lac denominato SBS 1508+561, di magnitudine 17.91 e del quale non si conosce il valore del red-shift. M102 pag. 114 Dati posizionali: QUASARS ed 0GGETTI BL LACERTAE tipo nome AR 2000 DEC 2000 mag. red-shift rif. QSO CBS 299 15 01 51.0 55 32 41 17.91 1.161 13 QSO CSO 712 15 00 30.8 55 17 09 17.88 0.404 15 QSO 1RXS J15017+5538 15 01 42.1 55 38 10 17.81 0.545 1 QSO 1WGA J15057+5549 15 05 43.8 55 49 35 18.41 0.709 2 QSO 2RXP J15065+5611 15 06 36.0 56 11 13 19.03 0.771 8 QSO SDSS J15095+5530 15 09 33.1 55 30 12 19.39 1.139 61 QSO SDSS J15056+5612 15 05 38.8 56 12 59 18.73 2.423 60 cQ NBCKDE 857545 15 02 38.1 55 15 14 18.78 (2.735) 35 cQ NBCKDE 868130 15 08 30.7 55 14 59 19.07 (1.405) 36 BL Lac SBS 1508+561 15 09 48.0 55 56 17 17.91 ? 56 elaborazione grafica Mario Vignali M. Amoretti R. Monella I dintorni degli oggetti MESSIER Mappe identificative nell’infrarosso (2MASS) e radio (NVSS) relative al medesimo oggetto SBS 1508+561. M102 pag. 115