mondo occidentale, in una lunga guerra al

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AI RESOCONTI
mondo occidentale, in una lunga guerra al
terrorismo internazionale di matrice islamica fondamentalista;
il terrorismo internazionale « Jihadista » ha messo sotto scacco l’Europa con
gli attentati terroristici di Madrid dell’11
marzo 2004 e l’ultimo gravissimo episodio
avvenuto a Londra il 7 luglio 2005;
nel nostro Paese, le indagini sul terrorismo internazionale, hanno portato a
numerosi arresti e hanno dimostrato,
senza ombra di dubbio, la presenza in
Italia di cellule eversive del terrorismo
islamico legate al movimento di Al Qaeda;
è noto che la moschea, oltre ad
essere sede di attività religiosa, diventa
anche centro della vita sociale, politica e
militare della comunità musulmana. Lo
stesso sostituto procuratore Dambruoso
insieme al PM Massimo Maroni impegnati
nelle indagini sul terrorismo di matrice
islamica, hanno dichiarato: « che le moschee sono dei punti critici che fungono in
alcuni casi da catalizzatori divenendo
punto di aggregazione dei terroristi »;
gli Stati islamici di origine considerano le comunità musulmane installate in
Europa come una sorta di riserva di
caccia, attraverso le quali mantenere attivo
un sistema di controllo, di raccolta di
informazioni e di propaganda. L’Arabia
Saudita rappresenta il Paese che meglio ha
posto in atto questa politica, ed è oggi il
più presente in Europa grazie al finanziamento delle sue grandi moschee, organizzate e federate in un Consiglio Europeo
delle Moschee che funziona sotto l’autorità
diretta dello Stato Saudita. In queste moschee, soprattutto in determinati periodi
come quello del Ramadan, vengono inviati
Imam per guidare le preghiere, ma anche
per tenere corsi, e delegazioni di studiosi,
con compiti di insegnamento-indottrinamento e raccolta di informazioni –:
se il Ministro non ritenga opportuno,
ferma restando l’autonomia organizzativa
scolastica, impartire una direttiva volta a
far sı̀ che tali iniziative siano supportate
da progetti culturali e sociali incentrati sul
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principio di reciprocità e diretti a favorire
l’integrazione nel nostro Paese della Comunità musulmana purché la stessa dimostri piena condivisione dei principi fondamentali della nostra Costituzione e del
nostro sistema valoriale.
(4-03018)
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SALUTE
Interpellanza:
I sottoscritti chiedono di interpellare il
Ministro della salute, il Ministro dell’università e della ricerca, per sapere – premesso che:
dal discorso tenuto il 1o dicembre
2006 al Palazzo dei Congressi di Roma in
occasione della Giornata Mondiale sull’Aids, dalla direttrice dell’ospedale Spallanzani di Roma INMI (Istituto Nazionale
Malattie Infettive) e IRCCS (Istituto di
Ricovero e Cura a Carattere Scientifico),
dottoressa Pellegrini, e inviato a tutto il
personale dirigente dell’ospedale, si evince
la presenza all’interno dell’Istituto di 5
BSL3 (biosafety laboratory level 3) e di una
BSL4 (biosafety laboratory level 4). In
quello stesso discorso si preannuncia
l’apertura dell’Ospedale ad alto contenimento con 20 posti letto e di una seconda
struttura BSL4;
la presenza delle strutture sopra citate fanno dello Spallanzani un ospedale
civile per la sicurezza nazionale con il
compito di fronteggiare sotto il versante
sanitario eventuali attacchi bioterroristici;
secondo le raccomandazioni internazionali la struttura non sarebbe adatta allo
scopo per la sua peculiare ubicazione (in
un quartiere ad alta densità abitativa ed in
vicinanza di un asilo);
questo tipo di strutture richiede ingenti costi di mantenimento;
consta agli interpellanti che il precedente governo non ha mai esibito la certificazione dei collaudi di queste strutture
cosi come previsto dalla legge 626/94;
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tali strutture effettuano la coltivazione di agenti altamente patogeni, come il
vaiolo e l’ebola, appartenenti alla classe 3
e alla classe 4 –:
sima molecola di « marca » ma per tutte le
medicine di una stessa categoria, anche se
a base, quindi, di molecole diverse da
quelle del generico;
se non intenda specificare quali finanziamenti siano utilizzati per la gestione
di queste strutture, se regionali o ministeriali, e chiarire quali siano le finalità di
questa struttura, se assistenziali e/o scientifiche nonché precisare l’utilità della presenza di una nuova struttura BSL4;
i provvedimenti riguardano innanzitutto gli « inibitori della pompa protonica ». Abruzzo, Liguria, Puglia, Calabria,
Sardegna, Lazio, hanno deciso nuovi limiti
di prescrizione;
se non ritenga opportuno rendere
pubblici i collaudi di buon funzionamento
delle 5 BSL3 e della BSL4, effettuati negli
ultimi 4 anni;
se non intenda inoltre fornire i risultati delle attività di ricerca che hanno
resa necessaria la coltivazione di agenti
altamente patogeni.
(2-00430)
« De Zulueta, Bonelli ».
Interrogazione a risposta in Commissione:
MAZZARACCHIO e DI VIRGILIO. — Al
Ministro della salute. — Per sapere –
premesso che:
dopo l’applicazione di ticket sui medicinali di fascia A (quelli a carico del
Servizio Sanitario) sono comparse le
prime delibere che spingono alla prescrizione dei « generici » in misura maggiore
rispetto alla normativa nazionale, come
strumento per mantenere la spesa nei
limiti stabiliti dal Ministero;
le regole nazionali prevedono che, se
per un preparato di fascia A esiste anche
il « generico » (stessa molecola, non con
nome commerciale) che costa meno, l’assistito ha diritto ad avere gratis questo
generico, oppure può scegliere il corrispettivo « di marca » pagando, però, la differenza tra il prezzo inferiore e quello più
alto;
ora, alcune regioni hanno deciso di
coprire per gli assistiti soltanto il prezzo
del generico (o il prezzo di riferimento più
basso) non solo in riferimento alla mede-
la Puglia obbliga i medici di famiglia,
nonché specialisti ospedalieri e ambulatoriali a prescrivere farmaci di costi non
superiori al prezzo minimo di riferimento
per la cura giornaliera: 0,90 euro. La
differenza la pagherà l’assistito;
l’Agenzia italiana del farmaco, ha già
espresso critiche, perché la rimborsabilità
di fascia A costituisce un livello essenziale
di assistenza, quindi non può essere modificato dalle regioni con il rischio di
produrre 21 prontuari regionali. Contrari
anche i medici di medicina generale che si
sentono limitati nell’autonomia di scelta
terapeutica –:
se non ritenga di adottare le opportune iniziative per assicurare la soluzione
della situazione esposta in premessa che
appare, ad avviso dell’interrogante, caratterizzata da iniquità in quanto consente
ad alcuni governi regionali di adottare
regole che causano non opportune differenziazioni di trattamento tra gli ammalati.
(5-00871)
Interrogazione a risposta scritta:
PELLEGRINO e TREPICCIONE. — Al
Ministro della salute. — Per sapere –
premesso che:
in data 16 marzo 2007, come pubblicato da diversi quotidiani nazionali, un
paziente rodigino di 65 anni, operato il 4
gennaio scorso per l’applicazione di tre
by-pass a Verona, è morto in seguito ad
una trasfusione sbagliata;
la sacca di sangue destinata al paziente, infatti, era di un altro gruppo
sanguigno non compatibile con il suo. È
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cosı̀ scattata la reazione immunitaria,
perché una trasfusione errata crea un
conflitto tra emoglobine, dando luogo ad
un vero e proprio intossicamento che
distrugge inesorabilmente l’organismo e
provoca il decesso;
desiderati riferibili alla donazione o alla
trasfusione di sangue, compresi gli errori
trasfusionali, e che include dati sulla prevalenza e l’incidenza di marcatori virali
nei donatori e sul numero di pazienti e di
emocomponenti trasfusi;
il direttore sanitario dell’azienda
ospedaliera di Verona, Luciano Flor, parla
di « una fatalità, un errore umano, che
purtroppo, per quanto attiene allo scambio di una sacca con un’altra, rientra nelle
probabilità statistiche di queste procedure »;
se intenda adottare tecnologie avanzate che combinano componenti hightech
tali da renderli unici ed esaltare le funzioni cui sono rivolti, ed in grado di
automatizzare e velocizzare le procedure
di identificazione, innalzando i limiti di
sicurezza e efficienza della BTS (Blood
Transfusion Safety) senza ripercussioni
sulle abituali modalità operative all’interno delle strutture;
nell’azienda ospedaliera di Verona –
che ha due nosocomi, Borgo Trento e
Borgo Roma – vengono effettuati circa
1.500 interventi cardiaci l’anno e circa 20
mila trasfusioni di sangue;
una volta scoperto l’errore, l’ospedale
ha subito segnalato il caso al Ministero
della Sanità e alla Regione Veneto. Dopo
il decesso, la segnalazione è stata fatta
anche alla Procura;
solo un mese fa nell’ospedale fiorentino di Careggi, i reni e il fegato di una
donna sieropositva, di 41 anni, sono stati
impiantati su tre pazienti toscani;
il settore sanitario è da anni fortemente interessato alla riduzione del rischio, alla gestione dei dati anagrafici
interni ed esterni, alla sicurezza, al rispetto della privacy del paziente e alla
salvaguardia degli operatori, e presenta da
sempre richieste ed esigenze precipue che
richiedono soluzioni concrete e aggiornate
secondo la moderna tecnologia;
se ritenga opportuno abbinare alla
tecnologia i più avanzati sistemi e i software in grado di disegnare, tracciare e
rintracciare i processi, garantendo la sicurezza della sacca ematica, identificandola e tracciandola in modo univoco: dalla
raccolta, all’analisi in laboratorio, al confezionamento, allo stoccaggio, alla distribuzione per l’uso;
se il Governo intenda assumere provvedimenti per verificare la sussistenza di
quanto anzi premesso e se confermato,
ritenga opportuno disporre quanto necessario alla risoluzione.
(4-03002)
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TRASPORTI
Interpellanza:
ridurre gli errori equivale ad un
miglioramento del servizio sanitario nazionale e ad una maggiore sicurezza per i
pazienti —:
Il sottoscritto chiede di interpellare il
Ministro dei trasporti, il Ministro dell’economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
se il Governo ritenga opportuno considerare valide ipotesi alternative che possano rispondere alle succitate esigenze,
soprattutto per quanto concerne l’emovigilanza cioè il sistema di sorveglianza
basato su una raccolta continua e standardizzata di dati e sulla loro analisi, che
monitorizza tutti gli eventi inattesi o in-
a tutt’oggi la Sogeal, Società a capitale pubblico (Regione, Provincia, Comuni
di Sassari e Alghero, Camera di Commercio di Sassari), non ha ancora ottenuto il
decreto di concessione quarantennale
della gestione totale dell’aeroporto di Alghero nonostante siano terminate, nel
mese di giugno del 2006, tutte le proce-