33 Il divario tra ricchi e poveri Il divario tra ricchi e poveri in tutti i Paesi occidentali si è ampliato rispetto agli anni ’80, passando da un rapporto di 1 a 5 all’attuale 1 a 6. L’ultimo rilevamento dell’Ocse segnala che in alcuni Stati (come Israele e Stati Uniti) il differenziale è cresciuto in modo ancora più drastico e persino nei Paesi tradizionalmente più egualitari come Germania, Danimarca e Svezia ‘ TRA VIRGOLETTE FOGLI IN LIBERTÀ RENATO MARTINONI Quelle cose che pensano soltanto i Talebani Facciamo due conti in casa Quanto spende e quanto risparmia una famiglia tipo svizzera C osa s’intravede nel futuro del ceto medio svizzero? Un inevitabile impoverimento o in realtà sta meglio di quanto si possa immaginare? Negli ultimi 20 anni, secondo l’analisi di Credit Suisse, una solida politica nazionale, un’evoluzione economica positiva e la grande competitività della Svizzera hanno preservato il ceto medio dall’erosione dele entrate. Da un confronto LE USCITE Contributi alle assicurazioni sociali Solo le spese di affitto ed energia superano come valore il costo delle assicurazioni sociali nucleo familiare qualificabile come ceto medio? Lo studio di Credit Suisse ha fatto i conti in tasca ad un’ipotetica economia domestica con 1,5 figli, una famiglia con un reddito mensile complessivo di 10’201 franchi. Quanto spende per la casa, il tempo libero, i generi alimentari... E quanto riesce a risparmiare nella speranza di poter vedere migliorare in futuro il suo “status”? del livello di distribuzione del reddito nei Paesi Ocse, l’Organizzazione internazionale per lo sviluppo e la cooperazione economica, emerge che, al netto del potere d’acquisto, “la Svizzera non solo vanta una capacità reddituale superiore alla media in tutti gli strati della popolazione, ma anche un minor aumento delle disparità di reddito rispetto agli altri Paesi”. Ma quali sono le spese di un Spese Contributi alle assicurazioni Chf sociali 1’110 Imposte 845 Casse malati: premi per l’as Corbis sicurazione obbligatoria 60% DELLE FAMIGLIE Secondo Avenir Suisse tutte le economie domestiche il cui reddito rientra tra il 70 e il 150 per cento del reddito mediano fanno parte del ceto medio 150’000 FRANCHI DI REDDITO Rientrano nel ceto medio le economia domestiche composte da una coppia senza figli, con reddito tra i 67mila e i 150mila franchi 1’170 FRANCHI È quanto rimane in media, secondo l’Ustat, alle economie domestiche una volta coperte tutte le spese. L’equivalente del 12,2% del reddito lordo da destinare al risparmio 29% SPESE OBBLIGATORIE Secondo l’Ustat ammontano a circa 2’795 franchi al mese e impegnano il 29% del reddito lordo. Le voci principali sono le imposte, pari a a circa il 12% del reddito lordo Imposte Le famiglie del ceto medio spendono più in premi della cassa malati (incluse le facoltative) che in imposte Spese per trasferimenti mo 598 netari ad altre economie dom Altre assicurazioni, imposte estiche 75 e trasferimenti 532 Generi alimentari e bevand e analcoliche 902 Bevande alcoliche e tabacc o Casse malati I premi dell’assicurazione malattia obbligatoria per una famiglia del ceto medio sono leggermente inferiori alle imposte Generi alimentari e bevande analcoliche Se circa un secolo fa la spesa alimentare rappresentava il 57% delle spese ora è solo del 10% 570 Abbigliamento e calzature 299 Abitazione ed energia Abitazione ed energia Per la maggior parte delle famiglie svizzere i costi abitativi sono la principale voce di spesa LA SVIZZERA POVERA Regione con più del 35% di poveri Comunicazioni Le spese per i mezzi di comunicazione (libri inclusi) sono inferiori a quelli sostenuti per lo sport (palestra, attrezzi sciistici) 1’539 domestica corrente 357 Spese sanitarie 271 Trasporti 857 Comunicazioni Bevande alcoliche e tabacco Con 96 franchi al mese, le spese per bevande alcoliche e tabacco hanno un’incidenza limitata Trasporti Gran parte delle spese per i trasporti di una famiglia del ceto medio riguardano l’automobile ed il carburante 96 Ristoranti e alberghi Arredamento ed economia Arredamento ed economia domestica corrente Nonostante lo spazio abitativo procapite sia aumentato, i costi sono oggi di fatto inferiori Intrattenimento, relax, cultura Modesta la spesa per la “cultura alta” (teatro, cinema, musei) pari a 28 franchi. Mediamente inferiore al canone televisivo 208 Intrattenimento, relax, cult ura 749 Altri beni e servizi 320 Totale Altri beni e servizi Nella voce rientrano varie voci di spesa, come la cura del corpo e i “servizi sociali” come l’accudimento dei figli al nido 9’328 Ammontare approssimativ o del risparmio 876 Nota metodologica: Il bilancio di 10’201 franchi di un’ipotetica si basa su un reddito mensile complessivo economia domestica media con 1,5 figli LA SVIZZERA RICCA Regione con più del 35% di ricchi Ammontare del risparmio Le famiglie svizzere risparmiano volontariamente circa l’otto per cento del loro reddito lordo. Con le casse pensioni raddoppia Evviva l’America. Anzi gli Stati Uniti. Da lì sono arrivati i nostri modelli di vita e di comportamento. Abbiamo imparato a conoscere, insieme all’“American way of life”, il jazz e il rock-and-roll, ad amare i cow-boys e a odiare i pellerossa, a biascicare la gomma americana, a dire “okay”, a girare per strada col cappellino con la veletta o con la testa nascosta nel cappuccio, come i monaci nel Medioevo, a bere la Coca Cola, a mangiare gli hamburger e le patatine intinte nel ketchup. E poi i “Mericani” sono diretti e non amano le lungaggini. Vogliono prendersi qualcosa fuori dal loro Paese? Bastano i soldati o le multinazionali. E soprattutto, ecco il bello della questione, non sono complicati. Non dicono “Clinton”, o “Bush”, oppure “Obama”. Quando incontrano il presidente lo chiamano per nome: “Ciao Bill, salutami tanto la Hillary”. “Ehi, George, come vanno gli affari con il petrolio?”. “Dimmi, Barack, quando fai jogging ascolti Eminem o Beyoncé?”. Ecco come sono gli Americani. Fortuna che anche nella vecchia Europa c’è chi ha saputo imitarli alla perfezione. Così in Italia un Paperone, dopo avere deciso di “scendere nel campo” della politica, ha commissionato uno spot dove simpatici giovanotti e belle ragazze, nessuno di loro è obeso o disoccupato, ripetono cantando (sullo sfondo si vede il Palazzo della Civiltà italiana, fatto erigere da Mussolini): “Meno male che Silvio c’è”. E il suo nome, il cognome oramai è sovrabbondante, appare in ogni convention del suo partito. Chissà se, suonando il campanello della villa di Arcore, o di palazzo Grazioli a Roma, il buon Silvio, alla mano com’è, scende di persona ad aprire la porta per invitarti a prendere l’aperitivo? Così alla buona, senza moine, solo per contarla un po’ su. Con molte pacche sulle spalle. Ora, dopo tanto aspettare, questo modo informale di socializzare è arrivato anche da noi. Finalmente! Beati gli ultimi! A Lugano è in ballo il posto di sindaco: e tutti, anche le pubblicità, chiamano “Giorgio” un candidato e “Marco” l’altro candidato. “Io sto con Giorgio”, si legge da una parte. “Io sto con Marco”, si legge dall’altra. È quindi facile immaginare che l’usciere del Comune dica senza altre remore: “Giorgio, vado un attimo alla posta a imbustare le tue lettere. Ti porto il caffè?”. E che l’autista dello Stato chieda con la medesima simpatica spontaneità: “Marco, preferisci prendere l’autostrada o vuoi la cantonale?”. Sia lode a Dio! Caduto il muro di Berlino abbiamo abbattuto anche i muri fra le persone. Quelle barriere del cazzo! Cosa c’è di più bello della semplicità, delle risate amichevoli, dell’essere pappa-e-ciccia, come dicono i Toscani, o culo-e-camicia, come si dice da noi? Il rispetto delle persone, si sa, non passa mica dalla discrezione o dalle distanze di sicurezza. Resta solo un dubbio. Chi ti mette una mano sulla spalla tiene qualche volta un coltello nell’altra. E mentre ti accarezza, potrebbe piantarti la lama nella schiena. Però, suvvia!, lasciamo stare. Queste cose le pensano soltanto i Talebani.