Facciamo due conti in casa

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Il divario tra ricchi e poveri
Il divario tra ricchi e poveri in tutti i Paesi occidentali si
è ampliato rispetto agli anni ’80, passando da un
rapporto di 1 a 5 all’attuale 1 a 6. L’ultimo rilevamento
dell’Ocse segnala che in alcuni Stati (come Israele e
Stati Uniti) il differenziale è cresciuto in modo ancora
più drastico e persino nei Paesi tradizionalmente più
egualitari come Germania, Danimarca e Svezia
‘
TRA
VIRGOLETTE
FOGLI IN LIBERTÀ
RENATO MARTINONI
Quelle cose
che pensano
soltanto
i Talebani
Facciamo due conti in casa
Quanto spende e quanto risparmia una famiglia tipo svizzera
C
osa s’intravede nel futuro del ceto medio svizzero? Un inevitabile impoverimento o in realtà sta meglio di quanto
si possa immaginare? Negli ultimi 20 anni,
secondo l’analisi di Credit Suisse, una solida
politica nazionale, un’evoluzione economica positiva e la grande competitività della
Svizzera hanno preservato il ceto medio
dall’erosione dele entrate. Da un confronto
LE USCITE
Contributi
alle assicurazioni sociali
Solo le spese di affitto ed energia
superano come valore il costo
delle assicurazioni sociali
nucleo familiare qualificabile come ceto
medio? Lo studio di Credit Suisse ha fatto i
conti in tasca ad un’ipotetica economia domestica con 1,5 figli, una famiglia con un
reddito mensile complessivo di 10’201 franchi. Quanto spende per la casa, il tempo libero, i generi alimentari... E quanto riesce a
risparmiare nella speranza di poter vedere
migliorare in futuro il suo “status”?
del livello di distribuzione del reddito nei
Paesi Ocse, l’Organizzazione internazionale
per lo sviluppo e la cooperazione economica, emerge che, al netto del potere d’acquisto, “la Svizzera non solo vanta una capacità
reddituale superiore alla media in tutti gli
strati della popolazione, ma anche un minor
aumento delle disparità di reddito rispetto
agli altri Paesi”. Ma quali sono le spese di un
Spese
Contributi alle assicurazioni
Chf
sociali
1’110
Imposte
845
Casse malati: premi per l’as
Corbis
sicurazione obbligatoria
60%
DELLE FAMIGLIE
Secondo Avenir Suisse tutte
le economie domestiche il cui
reddito rientra tra il 70 e il 150
per cento del reddito mediano
fanno parte del ceto medio
150’000
FRANCHI DI REDDITO
Rientrano nel ceto medio
le economia domestiche
composte da una coppia
senza figli, con reddito tra i
67mila e i 150mila franchi
1’170
FRANCHI
È quanto rimane in media,
secondo l’Ustat, alle economie
domestiche una volta coperte
tutte le spese. L’equivalente
del 12,2% del reddito lordo
da destinare al risparmio
29%
SPESE OBBLIGATORIE
Secondo l’Ustat ammontano a
circa 2’795 franchi al mese e
impegnano il 29% del reddito
lordo. Le voci principali sono le
imposte, pari a a circa il 12%
del reddito lordo
Imposte
Le famiglie del ceto medio
spendono più in premi della
cassa malati (incluse le
facoltative) che in imposte
Spese per trasferimenti mo
598
netari ad altre economie dom
Altre assicurazioni, imposte
estiche
75
e trasferimenti
532
Generi alimentari e bevand
e analcoliche
902
Bevande alcoliche e tabacc
o
Casse malati
I premi dell’assicurazione
malattia obbligatoria per una
famiglia del ceto medio sono
leggermente inferiori alle imposte
Generi alimentari
e bevande analcoliche
Se circa un secolo fa la spesa
alimentare rappresentava il 57%
delle spese ora è solo del 10%
570
Abbigliamento e calzature
299
Abitazione ed energia
Abitazione ed energia
Per la maggior parte delle
famiglie svizzere i costi abitativi
sono la principale voce di spesa
LA SVIZZERA POVERA
Regione con più
del 35% di poveri
Comunicazioni
Le spese per i mezzi di
comunicazione (libri inclusi) sono
inferiori a quelli sostenuti per lo
sport (palestra, attrezzi sciistici)
1’539
domestica corrente
357
Spese sanitarie
271
Trasporti
857
Comunicazioni
Bevande alcoliche
e tabacco
Con 96 franchi al mese, le spese
per bevande alcoliche e tabacco
hanno un’incidenza limitata
Trasporti
Gran parte delle spese per i
trasporti di una famiglia del ceto
medio riguardano l’automobile
ed il carburante
96
Ristoranti e alberghi
Arredamento ed economia
Arredamento ed economia
domestica corrente
Nonostante lo spazio abitativo
procapite sia aumentato, i costi
sono oggi di fatto inferiori
Intrattenimento, relax, cultura
Modesta la spesa per la “cultura
alta” (teatro, cinema, musei) pari
a 28 franchi. Mediamente
inferiore al canone televisivo
208
Intrattenimento, relax, cult
ura
749
Altri beni e servizi
320
Totale
Altri beni e servizi
Nella voce rientrano varie voci di
spesa, come la cura del corpo e i
“servizi sociali” come
l’accudimento dei figli al nido
9’328
Ammontare approssimativ
o del risparmio
876
Nota metodologica: Il bilancio
di 10’201 franchi di un’ipotetica si basa su un reddito mensile complessivo
economia domestica media con
1,5 figli
LA SVIZZERA RICCA
Regione con più
del 35% di ricchi
Ammontare del risparmio
Le famiglie svizzere risparmiano
volontariamente circa l’otto per
cento del loro reddito lordo. Con
le casse pensioni raddoppia
Evviva l’America. Anzi gli Stati Uniti. Da lì sono arrivati i nostri modelli di vita e di comportamento.
Abbiamo imparato a conoscere,
insieme all’“American way of life”,
il jazz e il rock-and-roll, ad amare i
cow-boys e a odiare i pellerossa, a
biascicare la gomma americana, a
dire “okay”, a girare per strada col
cappellino con la veletta o con la
testa nascosta nel cappuccio, come i monaci nel Medioevo, a bere
la Coca Cola, a mangiare gli hamburger e le patatine intinte nel ketchup. E poi i “Mericani” sono diretti e non amano le lungaggini.
Vogliono prendersi qualcosa fuori
dal loro Paese? Bastano i soldati o
le multinazionali. E soprattutto,
ecco il bello della questione, non
sono complicati. Non dicono
“Clinton”, o “Bush”, oppure “Obama”. Quando incontrano il presidente lo chiamano per nome:
“Ciao Bill, salutami tanto la Hillary”. “Ehi, George, come vanno gli
affari con il petrolio?”. “Dimmi, Barack, quando fai jogging ascolti
Eminem o Beyoncé?”. Ecco come
sono gli Americani. Fortuna che
anche nella vecchia Europa c’è chi
ha saputo imitarli alla perfezione.
Così in Italia un Paperone, dopo
avere deciso di “scendere nel campo” della politica, ha commissionato uno spot dove simpatici giovanotti e belle ragazze,
nessuno di loro è obeso o disoccupato, ripetono cantando
(sullo sfondo si vede
il Palazzo della
Civiltà italiana, fatto erigere da Mussolini): “Meno male che Silvio c’è”.
E il suo nome, il cognome oramai
è sovrabbondante, appare in ogni
convention del suo partito. Chissà
se, suonando il campanello della
villa di Arcore, o di palazzo Grazioli a Roma, il buon Silvio, alla mano
com’è, scende di persona ad aprire
la porta per invitarti a prendere
l’aperitivo? Così alla buona, senza
moine, solo per contarla un po’ su.
Con molte pacche sulle spalle.
Ora, dopo tanto aspettare, questo
modo informale di socializzare è
arrivato anche da noi. Finalmente!
Beati gli ultimi! A Lugano è in ballo
il posto di sindaco: e tutti, anche le
pubblicità, chiamano “Giorgio” un
candidato e “Marco” l’altro candidato. “Io sto con Giorgio”, si legge
da una parte. “Io sto con Marco”, si
legge dall’altra. È quindi facile immaginare che l’usciere del Comune dica senza altre remore: “Giorgio, vado un attimo alla posta a
imbustare le tue lettere. Ti porto il
caffè?”. E che l’autista dello Stato
chieda con la medesima simpatica
spontaneità: “Marco, preferisci
prendere l’autostrada o vuoi la
cantonale?”. Sia lode a Dio! Caduto
il muro di Berlino abbiamo abbattuto anche i muri fra le persone.
Quelle barriere del cazzo! Cosa c’è
di più bello della semplicità, delle
risate amichevoli, dell’essere pappa-e-ciccia, come dicono i Toscani, o culo-e-camicia, come si dice
da noi? Il rispetto delle persone, si
sa, non passa mica dalla discrezione o dalle distanze di sicurezza. Resta solo un dubbio. Chi ti
mette una mano sulla spalla tiene
qualche volta un coltello nell’altra. E mentre ti accarezza, potrebbe piantarti la lama nella schiena.
Però, suvvia!, lasciamo stare. Queste cose le pensano soltanto i Talebani.
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