Yenticinque miliardi di cellule nel nostro cervello La fabbrica dei neuroni Oggi èpossibile «ripararli» e farli funzionare come prima Tutte le cellule comunicano tra di loro e con l'ambiente esterno tramite messaggi chimici complessi, ma queste comunicazioni sono assai piu numerose nelle cellule nervose, i neuroni, in cui la trasmissione di informazioni e ordini sono particolarmente importanti: nel cervello ognuno dei 25 miliardi di neuroni è in collega. mento informativo con altre mille cellule con cui può scambiare un milione di messaggi. Capire come funzionano siste, mi biologici cosi complessi non è stato facile, ma òggi si sa molto su questo argomento, accertando quattro cose: che i messaggi passano attraverso speciali zone di contatto tra neurone e neurone chiamate sinapsi; che le molecole che portano i messaggi, i neurotrasmettitori, sono di niolti tipi diversi e vengono continuamente prodotti, sintetizzati, usati e ricostruiti grazie a particolari proteine enzimatiche; che l'azione dei neurotrasmettitori è strettamente legata alla presenza di ioni di calcio; infine che ogni neurotrasmettitore può agire soltanto se le cellule che ricevono il messaggio sono munite di particolari, specifiche proteine, i recettori, capaci ci comprendere che cosa vuole dire ognuno dei tanti messaggi trasmessi. Queste complesse nozioni di fisiologia della sostanza nervosa sono estremamente importanti per cercare di capire che cosa non funzioni in caso di malattia, che cosa c'è alla base delle diverse patologie psichi.che e nervose, che cosa avviene con il progredire degli anni e come si può tentare di ovviare a questi disordini. Come tutte le cellule che incessantemente lavorano, anche i neuroni non sono tutti immortali, anche se estremamente resistenti, ogni giorno ne muoiono circa cinquantamila ed altri, anche se sopravvivono, non funzionano sempre con la medesima efficienza. Tra le cause del decadi- • Un neurone piramidale mento neuronale, che i tecnici definiscono diminuzione di «plasticità), ci sono difetti di irrorazione .sanguigna, traumi, stress, squilibri ormonali e difetti ereditari, ma la causa piu frequente è certamente l'usura dovuta!J"ill passare degli anni, cioè l'età. La ·m emoria, che è la piu comune manifestazione di buona attività dei neuroni cerebrali, comincia a scadere, seppure in misura lieve, subito dopo i 50 anni, e questo segno è presente nell'll per cento di coloro che hanno 65 anni; decadi· menti della memoria piu gravi, quali si osservano nelle varie 'demenze senili e nella malattia di Alzheimer, sono osservati nel5 per cento di chi ha supera.to i 65 anni, nel 20 per cento di chi ha piu di 80 anni e nel45 per cento di chi ha raggiunto i 95 anni. Nei casi patologici, con la memoria scadono anche. altre capacità cerebrali, quali l'autocontrollo, l'apprendimento, la socializzazione, l'umore e via dicendo. Ma non sono solo questi sintomi che rendono agevole una diagnosi di deCadimento cerebrale, dovuto all'età o a stati patologici. Oggi, con tecniche quali la risonanza magneticae la Spect e con l'ausilio del calcolatore; si possono avere immagini dei campi magnetici e dei movimenti atomici che avvengono nel cervello e con queste indagini si riesce a documentare che, in casi patologici, le lesioni prediligono determinate aree del cervello, quali la corteccia, l'ippoc!lJilpo e il talamo. È naturale che, giovandosi di tutte queste nozioni sul funzionamento dei neuroni cerebrali in condizioni normali e patologiche, si sia pensato di spingere la ricerca in modo di poter contrastare l'usura cerebrale ritardando la perdita di plasticità dei neuroni. Si è cosi trovato che tra le tante esiste una proteina, la protein-chinasi-C nota con la sigla Pkc, che, lavorando in collaborazione con gli ioni-calcio e molecole di fosforo, ha il potere di rendere i neuroni piu recettivi ai neurotrasmettitori. Un recente convegno, tenutosi a Milano, al quale hanno partecipato numerosi ricercatori italiani e stranieri, tra cui l'americano Routtenberg, l'olandese Gispen, la giapponese Tanaka e l'italiano Scapagnini, ha dimostrato quanto sia vivo l'interesse degli specialisti per le sostanze che possono ridare plasticità al neurone: sperimentazioni ormai numerose su colture cellulari, su animali e su pazienti affetti da Alzheimer hanno dimostrato l'azione benefica dell'incremento di Pkc nei neuroni cerebrali, incremento che può essere otte, nuto ricorrendo a una molecola che la Farmitalia Carlo Erba, organizzatrice del convegno scientifico, sta sviluppando. Questi farmaci sono interessanti perché agiscono in modo diretto sull'intima composizione biochimica del neurone, ripristinandone l'integrità funzionale e nello stesso tempo sono particolarmente privi di effetti negativi collaterali. Federico Pixr.etti